ANNO 1931

I FATTI DELL'ANNO

Mussolini in visita a Torino,
fa un bel regalo all' Agnelli in previsione
del lancio il prossimo anno della Balilla.
Vara una legge straordinaria la quale, impedisce lo
smercio di macchine non costruite integralmente in Italia.
Lui dice che l'auto sono tra
le "attività interessanti la difesa nazionale".
Ma è un bel regalo!!
Nel dopoguerra i governanti della Nuova Repubblica
"liberale e liberista" lo imiteranno.

L'ITALIA CONTA IN questo 1931
41.043.000 ABITANTI
Sono attivi il 44,4 %,
(Agricoltura 51,7%
Industria 26,3%,
Servizi 22.0%
Il prodotto lordo:
nell'Agricoltura il 38,3%,
Industria 25,1%,
Terziario 24,3%, di cui Amministrazione Pubblica 12,3%.
Nella popolazione italiana quelli che lavorano sono 18.212.000
e i non attivi 22.831.000

Paga mensile contadino lire 90, operaio 200, impiegato 270, ragioniere impiegato 350, alto dirigente dalle 900 alle 1000 lire mensili.

Un grammo d'oro costa 17 lire, un kg di pane 2 lire, carne 16 lire, zucchero 7,45, latte 1,77, un giornale 0,25, un francobollo lettera 0,60, biglietto del tram 0,50
viaggiare in treno da Milano a Roma costa 129 lire (che è il costo di 516 giornali, o 65 kg di pane)

SITUAZIONE ECONOMICA.
La protezione data alle grandi industrie se da una parte causò danni a certi settori, dall'altra (realisticamente) consentì una riqualificazione all'apparato industriale italiano, che si avvantaggiò creando CON LE PARTECIPAZIONI grandi imprese nel siderurgico, metallurgico, meccanico, chimico, elettrico, aziende che a fine guerra con i bravi tecnici, l'Italia ritroverà in piena efficienza e pronta (anche se con tanti tentennamenti dei politici; incapaci) a una immediata riconversione per uso pacifico, che in pochi anni modificherà (anche se in molti casi selvaggiamente) il territorio italiano.

Il punto più basso della crisi è toccato quest'anno 1931 e nel prossimo 1932, quando le quotazioni dei titoli azionari subiscono un crollo del 40%, il settore agricolo perde l' 11%; mentre l'industria manifatturiera scende in termini di valore reale all'85% e la disoccupazione raggiunge 1.000.000 di unità. Si registrano 14.000 fallimenti, e 2 milioni di cambiali protestate (qui le ciniche banche fanno lauti pasti procedendo con le ipoteche).
Le condizioni di vita si fanno quindi quasi precarie, pur essendoci tanta alacrità in molti settori.

L'Italia è uno dei Paesi più tartassati del mondo. In otto anni le imposte sono passate da 12 a 21 miliardi (5 milardi negli ultimi 30 mesi, e 5 miliardi di nuovi debiti). Su un chilo di pane, costo due lire, gli italiani pagano 60 centesimi di tassa, lire 1,20 su ogni chilo di sale, e su ogni kg di zucchero che costa 7,45 (il costo di 30 giornali) ci sono lire 5,32 di tassa governativa.

LA CRISI - Si emettono 4 miliardi di Buoni del tesoro; 330 milioni vanno subito (ma è solo l'inizio) al salvataggio di alcune banche che hanno concesso crediti alle industrie ma che ora in crisi e piene di debiti, sono diventati  inesigibili.
Le banche oltre che prendere soldi dallo Stato, fanno però alcune operazioni cautelative, cioè esigono garanzie molto esose dalle industrie. Cioè le banche private a garanzia di questi crediti inesigibili, ipotecano e poi lentamente fagocitano anche i pacchetti azionari.

Interviene lo Stato, MUSSOLINI in persona, vieta loro i crediti alle grandi industrie e quelli a lungo termine, crea quindi Istituti che rilevano pacchetti azionari pari ai debiti, garantendo lo Stato stesso alla copertura finanziaria delle operazioni.
Va a creare così quel "capitalismo di Stato" che l'Italia nel bene e nel male erediterà negli anni del dopoguerra e alcuni di questi istituti diventeranno poi, e lo sono ancora, il fiore all'occhiello dell'Italia. (l'IMI, e l' IRI, l'INA)
Anche se in un altra forma, l'antibolscevico Mussolini inizia a percorrere la stessa strada tracciata da Lenin del 1921 al X congresso)
(vedi Russia, la NEP)

CODICE PENALE

Entra in vigore il nuovo Codice Penale, artefice ALFREDO ROCCO già ministro della giustizia (ma anche il padre del corporativismo). Fra tante norme anche quella che punisce le associazioni sovversive, attività antinazionali al fine di salvaguardare gli interessi collettivi, l'economia pubblica, oltre che lo Stato stesso.

Marginale e quasi secondaria la tutela degli interessi individuali. Fortemente limitati i diritti della difesa e il diritto di intervento dell'avvocato difensore nella fase istruttoria.

Il codice Rocco, rimarrà sempre in vigore, lo è tuttora; soprattutto quello che, in varie occasioni è stato invocato per punire come reato di "attentato allo Stato" alcune manifestazioni che promuovono e incitano alla secessione o fanno propaganda denigratoria contro lo Stato.

PAPA E FASCISMO

Prima frattura dentro i cattolici. L'Azione Cattolica milanese del cardinale SCHUSTER, si dissocia dalla Federazione Cattolica Romana sui temi dell'organizzazione operaia e sul regime.
Interviene il Papa il 29 Giugno con l'enciclica " Non abbiamo bisogno"; la contrapposizione si fa tesa, tanto che Mussolini, si vendica e revoca l'iscrizione al partito fascista a tutti gli appartenenti dell'Azione Cattolica.

 

FATTI EUROPEI

Drammatico Luglio! Crisi europea! Dopo la Banca d'Austria, fallisce quella Tedesca. Gli USA creditori, impietosi non vogliono azzerare nessun debito, a tutti gli Stati d'Europa, compresa l'Italia, concedono solo moratorie.
La crisi totale (quella drammatica) è solo rimandata ma non affrontata costruttivamente. I problemi restano e diventano enormi.

MUSSOLINI E I TRATTATI

Si incontra con gli americani, fa il moderato, poi a Napoli a Ottobre insiste sul disequilibrio fra Paesi "forti" e Paesi" deboli", fra quelli "armati" e quelli "inerti".
Insiste sulla revisione dei trattati, affermando che questi debbono essere improntati certamente verso una pace delle nazioni, ma devono anche ristabilire delle condizioni di giustizia, che in questo periodo non ci sono per nulla, visto che si vogliono egoisticamente ignorare certe situazioni non più sostenibili da una nazione e da un popolo. "Una pace senza il pane non è una pace ma è solo l'invito a inasprire gli animi".

In giugno il segretario di Stato americano STIMSON visitando l'Europa può rendersi conto della grave crisi economica dove in Germania e in Austria è addirittura drammatica.
Si decide di fare una riunione a Londra per discutere il piano Hoover delle moratorie sui debiti e sul veto del riarmo, ma non si arriva a nulla di concreto. La mancanza di volontà è tanta pari all'arroganza. Il ritornello è uno solo, ostinato e sempre verso la stessa direzione: "dovete pagare, la guerra (rivolto ai tedeschi)  l'avete persa".
Quanto all'Italia "avete ricevuto i soldi per vincerla? e allora pagate!".

I debiti bisogna pagarli; fino al 1990, sia la Germania sia l'Austria che hanno perso la guerra, sia  l'Italia che nel 1918 era fra i vincitori, però piena di debiti, e questi li deve pagare fino al 1988.

Inoltre per quanto riguardava il riarmo non si è indulgenti. Alla Germania è impedito del tutto, mentre l'Italia a marzo (fallito l'accordo ufficiale con la Francia con l'intermediazione inglese dove si era fermamente opposta al riarmo dell'Italia, e questo nonostante avesse "vinto" la guerra), di sua iniziativa Mussolini prosegue il riarmo navale imitando come tonnellaggio la Francia stessa; iniziativa che ha la conseguenza di rendere ancora più tesi i rapporti tra le due nazioni e fa rinascere rancori che sono subito allargati e ampliati nell'animo degli italiani che seguono con ostentato disprezzo la arrogante disputa.
(Nel '40, sono questi italiani (tutti, indistintamente, anche non fascisti) che solleciteranno l'entrata in guerra contro la Francia al fianco di Hitler ("altrimenti per cosa ci siamo alleati a fare?'"), mentre Mussolini, più razionale (sapeva di non essere pronto)  indugiava da mesi e mesi).

Nel frattempo un altro piccolo allarme proprio nel Marzo di quest'anno '31 viene da una intesa doganale tra Germania e Austria che mise subito in fibrillazione la Francia e la Cecoslovacchia che vedevano in quella iniziativa di scambi commerciali un rafforzamento dell'economia tedesca (la si voleva ad ogni costo vederla a terra) che poteva portare rapidamente a cambiare gli equilibri europei.
La Francia anche in questa circostanza ricorre quindi preoccupata alla Corte dell'Aja, mentre l'Italia, prima si schiera a favore della Germania, poi segue la linea degli altri, che alla fine bocciano l'intesa doganale del blocco germanico. Ma non finisce qui!

ACHILLE STARACE(vedi L'UOMO CHE RESPIRAVA SU ORDINE DEL DUCE) è nominato il 7 dicembre nuovo segretario del Partito Fascista. Vi rimane fino al 1939, quando al regime non servirono più le sue singolari manifestazioni propagandistiche, di cui alcune furono vere e proprie pagliacciate che nel corso di questi anni racconteremo.

La sua nomina destò perfino stupore, perché non aveva nessun spessore culturale, era rozzo, vanitoso, impettito, smanioso di attivismo; e aveva un unico scopo: mettersi in mostra e compiacere il Duce (si metteva perfino sull'attenti parlandogli al telefono).


E' lui a far cambiare le abitudini della vita quotidiana, a mettere gli stivali e l'uniforme agli italiani, le divise ai bambini, agli adolescenti e su fino ai giovani avanguardisti. Lui a promuovere il Voi. A cambiare i vocaboli stranieri. E cosa più grave, la campagna della razza (in una nota inviata agli organi di stampa scrisse "non interessarsi mai di Einstein, è un ebreo")

Lo spirito fascista diventò per lui una vera ossessione. E' lui a scrivere il Vademecum del perfetto fascista e la "Dottrina fascista". Nel giro di un anno crea 5.000 gerarchi; e iniziano le parate, le adunate, i raduni, le manifestazioni sportive, ginniche e coreografiche; dove diventa perfino maniacale l'ordine, la disciplina, il secco comando, tutto pedantemente codificato nei minimi particolari.
E' lui infine a dare l'esempio dell'"esempio". Fa il salto sulle baionette, il tuffo nel cerchio di fuoco, le marce forzate, ecc. ecc. Nelle sue istruzioni ai gerarchi scrive "dovete rendere i nostri giovani forti, aggressivi, audaci, amanti dei cimenti, e sprezzanti del pericolo, sicuri di sè fino alla presunzione". E d'ora in avanti, manda a dire a tutti, "non si dice più nominando Mussolini, il Capo, o Mussolini ma si dice il Duce, e quando lo scrivete, fatelo con la lettera maiuscola, anzi tutto maiuscolo, DUCE!"

Il disprezzo per la cultura fu totale. A un congresso internazionali di medici, arrivò con un ora di ritardo dicendo che lui non poteva rinunciare alla sua cavalcata quotidiana, e consigliava agli esterrefatti scienziati di leggere meno libri, di usare più attrezzi ginnici e "darsi all'ippica".

Gli ci vollero nove anni a Mussolini per accorgersi che più che prestigio portava discredito al regime; eppure gli fece comodo che aveva "instivalato" (male) quell'Italia che gli serviva per i suoi scopi propagandistici. Gli diede un incarico marginale, poi gli tolse nel '41 anche quello, umiliandolo a morte. (Qualcosa doveva aver fatto, Mussolini non perdonava, anche se poi teneva tutto per se' e non rendeva pubbliche le magagne che disonoravano il regime)
Non lo voleva vedere più in mezzo ai piedi, ma ormai era troppo tardi. Aveva creato Starace un apparato a sua immagine e somiglianza come un dio. Voleva fare l'imitatore del Duce, ma ne venne fuori una macchietta, una "brutta copia"; ma quel che è peggio vennero fuori dei falsi fascisti, piccoli uomini come lui, quelli che nel '43 gli crollò addosso il mondo perchè non avevano altri punti di riferimento.

STARACE inviava maniacalmente a Mussolini montagne di suoi rapporti, tutti i giorni, e Mussolini sollecitato da alcuni funzionari a rispondergli, fu lapidario "se dovessi farlo dovrei ripetergli sempre ogni giorno che è un fesso". Ma lo tenne a quel posto nove anni!!!

Non si comprenderà mai come Mussolini lo abbia promosso e tenuto al vertice di un partito; per di più con quell'indole burattinesca, a guidare una propaganda che causava e causò danni incalcolabili.
Starace finì la sua vita tragicamente. Nel famoso aprile del 1945, ormai nell'ombra totale, senza nessun incarico, per caso, mentre beveva un caffè in un bar con addosso la sua seconda pelle, la tuta da ginnastica, fu riconosciuto e catturato a Milano da alcuni partigiani la stessa mattina quando il cadavere di Mussolini pendeva da alcune ore a Piazzale Loreto. Con tanto cinismo, malgrado non fosse più nessuno (e questo lo sapevano tutti !) lo portarono davanti al suo "dio" che lo aveva reso potente, ma anche umiliato, e lo obbligarono a salutarlo con quel gesto che proprio lui aveva reso obbligatorio (l'alzata del braccio a 170 gradi, mano distesa, aperta, dita unite), cioè  il "saluto romano" accompagnato da Viva il Duce, lui non esitò a farlo, non sapremo mai se fu per devozione, per ironia, per rivalsa o per commiato, non lo sapremo mai, perché fu giustiziato pure lui sul posto e appeso a testa in giù. Qualcuno scrisse che "era vissuto da coniglio, ma seppe morire da leone", e nella "savana" a godersi lo spettacolo c'erano le "jene".

ANDIAMO AVANTI E RITORNIAMO
ai fatti cronologici dell'anno 1932
che è per il fascismo e per l'Italia un anno di successi e di consensi,
Anche se qualcosa viene a turbare questi due equilibri > > >

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