ANNO 1938

LE LEGGI RAZZIALI
IN ITALIA

Premessa

Una delle più tremende conseguenze delle idee nazionaliste e razziste elaborate da Adolf Hitler nel suo “Mein Kampf” (scritto tra il ’25 ed il ’27), manifesto ideologico del Terzo Reich, fu la discriminazione e la persecuzione sistematica degli ebrei in Germania, formalizzate in seguito nelle leggi di Norimberga (5 settembre 1935). (vedi leggi razziali in Germania > >


Secondo queste leggi, chiunque risultasse avere tre o quattro nonni osservanti della religione ebraica veniva considerato ebreo; mezzo-ebreo era chi aveva due nonni osservanti o era sposato con un ebreo; chi aveva un solo nonno ebreo veniva considerato come un meticcio (“mischlinge” in tedesco). A queste tre categorie vennero proibiti il matrimonio ed i rapporti sessuali con tedeschi ariani e furono colpite da tutta una serie di privazioni e discriminazioni razziali.

All’inizio l’obiettivo del regime nazista era costringere gli ebrei all'emigrazione dalla Germania. La notte del 9 novembre 1938 un giovane ebreo polacco sparò ad Ernst vom Rath, diplomatico tedesco a Parigi, uccidendolo. Come rappresaglia, in Germania furono incendiate tutte le sinagoghe e infrante le vetrine dei negozi di ebrei (per questo motivo fu chiamata “la notte dei cristalli”).

Molti di loro furono costretti ad abbandonare il paese trovando rifugio all'estero, altri vennero arrestati nei giorni successivi dalle SS.
Dopo la notte dei cristalli e, soprattutto, con l’invasione della Polonia occidentale (1 settembre 1939, che costò lo scoppio del secondo conflitto mondiale), vi fu il passaggio dalla politica di persecuzione a quella dello sterminio di massa puro e semplice.
La Polonia occidentale contava tra gli abitanti più di due milioni di ebrei, i quali - dopo la conquista - vennero sottoposti a restrizioni ancor più dure di quelle vigenti in Germania. Furono infatti costretti a trasferirsi in ghetti, isolati dai quartieri ariani per mezzo di alti muri e filo spinato, ed ebbero l’ordine di indossare una sorta di distintivo, la stella gialla.

L’invasione dell’Unione Sovietica (21 giugno 1941) cambiò drammaticamente la situazione degli ebrei. Iniziò la loro sistematica eliminazione nella zona di influenza tedesca, con fucilazioni in massa eseguite dalle unità d’azione speciale (le Einsatzgruppen) operative in Polonia e in Unione Sovietica; nel 1941 si costruirono i primi campi di concentramento (Lager, adibiti alla funzione di sterminio), costruiti per la maggior parte in Polonia, come quello di Auschwitz-Birkenau, il più grande e tristemente famoso, vero e proprio simbolo degli orrori nazisti. Vi confluirono gli ebrei provenienti non solo dai ghetti vicini, ma anche da tutti i paesi europei occupati dai nazisti, dando vita al loro tentativo di sterminio.

L’ordine di dare avvio alla “soluzione finale” (“Endlosung” in tedesco) del problema ebraico fu impartita direttamente dal Fuhrer ai due suoi più importanti gerarchi: Hermann Goring, numero due del regime, ed Heinrich Himmler, comandante supremo delle SS. Fu proprio quest’ultimo il diretto responsabile di tutta l’organizzazione dei campi di concentramento e di sterminio, attuata attraverso l’Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich (l’RSHA), diretto dal generale Reinhard
HEYDRICH > >
HEYDRICH ed Eichmann saranno i due organizzatori della Conferenza del Wannsee, la quale doveva coordinare quella soluzione finale già praticata nei territori occupati dalla Germania.
E IN ITALIA COSA ACCADDE ?

(PER APPROFONDIRE CON 9 ALTRI DOCUMENTI VEDI
-------------------------------------------------------------------------- leggi razziali in Italia >>>
In questa sezione sono riportate le Leggi Razziali emanate in Italia tra il 5 Settembre 1938 e il 29 Giugno 1939, che ricalcano essenzialmente quelle promulgate in Germania. Il primo documento ufficiale da cui sono poi scaturite le suddette Leggi Razziali, è il Manifesto sulla purezza della razza pubblicato il 15 Luglio 1938 a cui è allegata la lista delle personalità che vi aderirono. Spulciando tra i nomi contenuti nell' elenco non mancano le sorprese.
Un'altra stonatura, in Italia, non poteva che venire da STARACE; è infatti lui, come Segretario del Fascio, a condurre la propaganda antirazista.
Inizia una sprezzante campagna antiebraica che andrà drammaticamente crescendo nei prossimi anni, con accenti non inferiori a quelli della stampa tedesca, allineandosi alla nevrotica politica razzistica hitleriana.
Starace, come tanti altri, fa tutto questo non tanto per intima convinzione, ma per compiacente piaggeria verso i tedeschi. Egli stesso ha una segretaria ebrea, cui è molto affezionato; a chi gli fece notare che doveva dare l'esempio cacciandola, replicò che sí, lo avrebbe fatto, allorché molti altri gerarchi si fossero privati della loro.
I provvedimenti, per quanto odiosi, furono all'inizio generalmente blandi (con rispetto parlando dei perseguitati colpiti) e ben pochi fascisti gradivano ottemperarvi con l’inesorabile zelo nazista; per non dire della popolazione italica, piuttosto avversa (che nella maggior parte delle contrade italiane nemmeno aveva mai visto un ebreo. Del resto erano in Italia poco più di 40.000 gli ebrei e soprattutto risiedevano nella grandi città). (inoltre la vera deportazione al Ghetto di Roma fu fatta solo dai nazisti solo il 14 ottobre del '43, da Kappler ma senza l'apporto dei fascisti - che dall'8 settembre erano stati dichiarati tutti "traditori") (inoltre nella sua fuga da Roma il Re non l'aveva affatto abrogata la SUA legge !!)

STARACE pubblica su Il GIORNALE D'ITALIA un articolo dove indica, per la prima volta, gli ebrei “nemici dei fascisti” e ne fa un "problema di razza".

 I 10 punti pubblicati sul "Giornale d'Italia" il 15 luglio 1938.
In prima pagina; Titolo: " Il fascismo e i problemi della razza"
E' una tesi redatta da 10 scienziati italiani per il "Manifesto della razza".
L'elenco delle firme sarà pubblicato solo dopo dieci giorni, il 25 luglio, dopo essere stati ricevuti dal ministro della cultura popolare Dino Alfieri e dal segretario del Pnf ACHILLE STARACE. A questi nomi seguirà un elenco di personalità italiane (180 scienziati, 140 politici, intellettuali, giornalisti) schierate a favore dei provvedimenti razzisti del Regime. (vedi I NOMI)
Questo poi il comunicato del successivo 25 luglio,
uscito dalla segreteria politica:
"Il ministro Segretario del Partito ha ricevuto un gruppo di 10 studiosi fascisti, docenti nelle Università italiane, che hanno sotto l'egida del Ministero della Cultura popolare redatto e aderito alle proposizioni che fissano la base del razzismo fascista. Erano presenti:
1 ) On. Sabato Visco direttore dell'Istituto di Fisiologia generale dell'Università di Roma e direttore dell'Istituto nazionale di Biologia presso il Consiglio nazionale delle Ricerche
2 ) Dott. Lino Businco, assistente di patologia generale all'Università di Roma
3 ) Prof. Lidio Cipriani, incaricato di antropologia nell'Università di Firenze
4 ) Prof. Arturo Donaggio direttore della clinica neuropsichiatrica dell'Università di Bologna, presidente della Società Italiana di psichiatria
5 ) Dott. Leone Franzi assistente nella clinica pediatrica dell'Università di Milano
6 ) Prof. Guido Landra assistente di Antropologia nell'Università di Roma
7 ) Sen. Luigi Pende direttore dell'Istituto di Patologia speciale medica dell'Università di Roma
8 ) Dott. Marcello Ricci assistente di Zoologia all'Università di Roma (di Zoologia !!! - Ndr)
9 ) Prof. Franco Savorgnan ordinario di demografia nell'Università di Roma, presidente dell'Istituto centrale di statistica
10 ) Prof. Edoardo Zavattari direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Roma.
Alla riunione ha partecipato il Ministro della Cultura Popolare Dino Alfieri.
Il Segretario del Partito ACHILLE STARACE, ha elogiato la precisione e la concisione della tesi, e ha ricordato che il fascismo fa da sedici anni praticamente una politica razzista che consiste - attraverso l'azione delle istituzioni del Regime - nel realizzare un continuo miglioramento quantitativo e qualitativo della razza.
Il segretario del Partito ha soggiunto che il Duce parecchie volte -nei suoi scritti e discorsi- ha accennato alla razza italiana quale appartenente al gruppo cosiddetto degli indo-europei.
Con la creazione dell'impero, la razza italiana è venuta in contatto con altre razze; deve quindi guardarsi da ogni ibridismo e contaminazione.
Quanto agli ebrei, essi si considerano da millenni, dovunque e anche in Italia, come una razza diversa e superiore alle altre, ed è notorio che nonostante la politica tollerante del Regime gli ebrei hanno, in ogni nazione, costituito - coi loro uomini e coi loro mezzi - lo stato maggiore dell'antifascismo.
Il Segretario ha infine annunciato che l'attività principale degli istituti di cultura fascista nel prossimo anno, sarà l'elaborazione e diffusione dei principi fascisti in tema di razza; principi che hanno già sollevato tanto interesse in Italia e nel mondo.
Questo il documento redatto sotto forma di decalogo dai 10 scienziati.

1) Le razze umane esistono. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti
2) Esistono grandi razze e piccole razze. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente
3) Il concetto di razza è concetto puramente biologico. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze
4) La popolazione dell'Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa
5) È una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio
6) Esiste ormai una pura "razza italiana". Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana
7) È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità
8) È necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall'altra. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili
9) Gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempe rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani
10) I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
Giornale d'Italia" - 15 luglio 1938.
Il manifesto degli scienziati razzisti fu poi sottoscritto da 180 scienziati del regime, cui si aggiunsero autorevoli intellettuali, giornalisti, politici, professori di università.
Secondo i diari di Bottai e di Ciano la lista fu redatta quasi completamente da Mussolini.
la lista dei nomi completa > > >

IL 3 Agosto Mussolini, più plagiato che antagonista di Hitler, emana le leggi razziali sugli Ebrei. Studenti e insegnanti sono espulsi dalle scuole, uffici pubblici, servizio militare, cariche direttive; vietato rilascio o rinnovo licenze di commercio, di vendita e acquisto immobili, e in caso di processi di qualsiasi tipo non possono essere assistiti da un avvocato. All'anagrafe i nati sono tutti bollati con il distinguo, "di razza ariana" per affermare che gli altri sono ebrei . - Proibiti  i matrimoni fra le due razze. Alcuni vengono esiliati; i beni sequestrati. 

IL GRAN CONSIGLIO
SI PRONUNCIA


DICHIARAZIONE SULLA RAZZA

Votato dal  Gran consiglio  il 6 ottobre 1938 
Pubblicata sul "Foglio d'ordine" del PNF del 26 ottobre 1938)

(seguirà:  Regio decreto-legge  17 novembre 1938. n. 1728, 
Provvedimenti per la razza italiana
,
Gazzetta Ufficiale -   19 novembre 1938 n. 264)

Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell'Impero, dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un'attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l'aspetto metropolitano di un problema di carattere generale. Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:

a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell'Impero.

Ebrei ed ebraismo

Il Gran Consiglio del Fascismo ricorda che l'ebraismo mondiale - specie dopo l'abolizione della massoneria - è stato l'animatore dell'antifascismo in tutti i campi e che l'ebraismo estero o italiano fuoruscito è stato - in taluni periodi culminanti come nel 1924-25 e durante la guerra etiopica unanimemente ostile al Fascismo. L'immigrazione di elementi stranieri - accentuatasi fortemente dal 1933 in poi - ha peggiorato lo stato d'animo degli ebrei italiani, nei confronti del Regime, non accettato sinceramente, poiché antitetico a quella che è la psicologia, la politica, l'internazionalismo d'Israele. Tutte le forze antifasciste fanno capo ad elementi ebrei; l'ebraismo mondiale è, in Spagna, dalla parte dei bolscevichi di Barcellona.

Il divieto d'entrata e l'espulsione degli ebrei stranieri

Il Gran Consiglio del Fascismo ritiene che la legge concernente il divieto d'ingresso nel Regno, degli ebrei stranieri, non poteva più oltre essere ritardata, e che l'espulsione degli indesiderabili - secondo il termine messo in voga e applicato dalle grandi democrazie - è indispensabile. Il Gran Consiglio del Fascismo decide che oltre ai casi singolarmente controversi che saranno sottoposti all'esame dell'apposita commissione del Ministero dell'Interno, non sia applicata l'espulsione nei riguardi degli ebrei stranieri i quali:
a) abbiano un'età superiore agli anni 65;
b) abbiamo contratto un matrimonio misto italiano prima del 1° ottobre XVI.

Ebrei di cittadinanza italiana

Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l'appartenenza o meno alla razza ebraica, stabilisce quanto segue:

a) è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
b) è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
c) è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica;
d) non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all'infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI.

Discriminazione fra gli ebrei di cittadinanza italiana

Nessuna discriminazione sarà applicata - escluso in ogni caso l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado - nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana - quando non abbiano per altri motivi demeritato - i quali appartengono a:

1) famiglie di Caduti nelle quattro guerre sostenute dall'Italia in questo secolo; libica, mondiale, etiopica, spagnola;
2) famiglie dei volontari di guerra nelle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola;
3) famiglie di combattenti delle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola, insigniti della croce al merito di guerra;
4) famiglie dei Caduti per la Causa fascista;
5) famiglie dei mutilati, invalidi, feriti della Causa fascista;
6) famiglie di Fascisti iscritti al Partito negli anni 19- 20- 21- 22 e nel secondo semestre del 24 e famiglie di legionari fiumani.
7) famiglie aventi eccezionali benemerenze che saranno accertate da apposita commissione.

Gli altri ebrei

I cittadini italiani di razza ebraica, non appartenenti alle suddette categorie, nell'attesa di una nuova legge concernente l'acquisto della cittadinanza italiana, non potranno:

a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone;
c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
d) prestare servizio militare in pace e in guerra. L'esercizio delle professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.
Il Gran Consiglio del Fascismo decide inoltre:
1) che agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il normale diritto di pensione;
2) che ogni forma di pressione sugli ebrei, per ottenere abiure, sia rigorosamente repressa;
3) che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e l'attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti;
4) che, insieme alle scuole elementari, si consenta l'istituzione di scuole medie per ebrei.

Immigrazione di ebrei in Etiopia

Il Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di concedere, anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di ebrei europei in qualche zona dell'Etiopia. Questa eventuale e le altre condizioni fatte agli ebrei, potranno essere annullate o aggravate a seconda dell'atteggiamento che l'ebraismo assumerà nei riguardi dell'Italia fascista.

Cattedre di razzismo

Il Gran Consiglio del Fascismo prende atto con soddisfazione che il Ministro dell'Educazione Nazionale ha istituito cattedre di studi sulla razza nelle principali Università del Regno.

Alle camicie nere

Il Gran Consiglio del Fascismo, mentre nota che il complesso dei problemi razziali ha suscitato un interesse eccezionale nel popolo italiano, annuncia ai Fascisti che le direttive del Partito in materia sono da considerarsi fondamentali e impegnative per tutti e che alle direttive del Gran Consiglio devono ispirarsi le leggi che saranno sollecitamente preparate dai singoli Ministri.

 Foglio d'ordine" del PNF del 26 ottobre 1938



Il 10 Dicembre
ENRICO FERMI (con la moglie ebrea) sta prendendo il Nobel in Svezia, ne approfitta e fugge in America. Quel che fa orrore é che un gruppo di scienziati italiani, patologi, psichiatri, antropologi, biologi e fior di intellettuali, firmarono il manifesto che confermava con autorevoli tesi accademiche, quella distanza razziale che esisteva fra i due mondi umani, l'ariano e l'ebreo.
Il
Manifesto che Starace fece pubblicare sui giornali e mettere sui muri in ogni angolo del Paese additava appunto al generale disprezzo gli ebrei, che erano "scientificamente" inferiori. Era un'altra vergogna dell'Italia civile che stava perdendo i senso della misura, che stava diventando irrazionale per non dire folle.
Il 6 agosto - con 85.000 copie - usciva anche il primo numero di una rivista dedicata alla "La difesa della Razza", diretta da TELESIO INTERLANDI.
UNA PAGINA DELLA RIVISTA "LA DIFESA DELLA RAZZA"

 

COSA SCRIVEVANO
GLI UOMINI DI CULTURA ITALIANI


CORRIERE DELLA SERA, 11 GIUGNO 1939 - PAOLO MONELLI:
"(Gli ebrei) appaiono tutti uguale, come i cinesi, come i negri, come i cavalli, adeguati agli incroci consanguinei, dall'eguale vita, dagli uguali squallidi orizzonti. Non si capisce la ragione di questo darsi d'attorno per tutta la giornata, di questo affaccendarsi senza tregua. Sono miserabili, tengono stretti i loro quattrinelli nella pezzuola o nel pugno. Sono un inesausto serbatoio, questi ghetti polacchi. Ogni anno di ebrei ne emigrano a decine di migliaia, invadono il mondo, eppure son sempre più numerosi. Sono oggi quattro milioni, prolifici e straordinariamente resistenti nonostante le miserabili condizioni di vita.
La Polonia paga oggi il filo di una politica troppo accogliente per secoli."


CORRIERE DELLA SERA, 1 NOVEMBRE 1938 - GUIDO PIOVENE:
"Recensione del libro di Telesio Interlandi
(Fondatore e direttore "Difesa della Razza")
"Contra Judeos":
"Si deve sentire d'istinto, e quasi per l'odore, quello che v'è di giudaico nella cultura.
Gli ebrei possono essere solo nemici e sopraffattori della nazione che li ospita. Di sangue diverso e coscienti dei loro vincoli, non possono che collegarsi contro la razza ariana. L'enorme numero di posizioni eminenti occupate in Italia dagli ebrei è il risultato di una tenace battaglia".


CORRIERE DELLA SERA, 5 LUGLIO 1941 - CURZIO MALAPARTE:
"Basta spingersi nei quartieri poveri (di Jassy) per rendersi conto del pericolo sociale che rappresenta la enorme massa del proletariato giudaico. E' infatti dai miseri tuguri di quei quartieri che sono partite le prime fucilate contro i soldati"

LA PROVINCIA GRANDA, 4 AGOSTO 1942 - GIORGIO BOCCA:
"Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l'idea di dovere, in un tempo non lontano, essere lo schiavo degli ebrei?"

ALDO MORO 1943 (Articolo citato "Storia Illustrata, gennaio 1998, pag.45):
" La razza è l'elemento biologico che, creando particolari affinità, condiziona l'individuazione del settore particolare dell'esperienza sociale, che è il primo elemento discriminativo della particolarità dello stato"

SANTA MILIZIA (settimanale), 11 febbraio 1939 - BENIGNO ZACCAGNINI
Articolo: "Problemi razziali: il meticciato" - "La razza può considerarsi come un termine intermedio tra individuo e specie, cioè fra due termini opposti, intendendo la specie, nel suo significato biologico, come la somma di tutti gli individui capaci di dare fra loro incroci fecondi".

ROMA FASCISTA (settimanale), 24 SETTEMBRE 1942 - EUGENIO SCALFARI:
"Gli imperi moderni quali siamo noi e li concepiamo sono basati sul cardine "razza", escludendo pertanto l'estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti".
CIVILTA' FASCISTA, GENNAIO 1936
Ma già a inizio del 1936, avevamo un giovane giornalista, INDRO MONTANELLI, che da Asmara così scriveva "Ci sono due razzismi: uno europeo - e questo lo lasciamo in monopolio ai capi biondi d'oltralpe; e uno africano - e questo è un catechismo che, se non lo sappiamo, bisogna affrettarsi a impararlo e ad adottarlo. Non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità. Coi negri non si fraternizza. Non si può. Non si deve. Almeno finchè non si sia data loro una civiltà..... non cediamo a sentimentalismi...niente indulgenze, niente amorazzi. Si pensi che qui debbon venire famiglie, famiglie e famiglie nostre. Il bianco comandi. Ogni languore che possa intiepidirci di dentro non deve trapelare al di fuori".
(Indro Montanelli. dicembre 1935. Da "Civiltà fascista" N.1, gennaio 1936 - che abbiamo in originale)
L'intero articolo, digitalizzato è presente qui >>>>>>>

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POI ARRIVO' ANCHE IL DECRETO REALE

REGIO DECRETO - LEGGE
15 novembre 1938 - XVII, n. 1779

Integrazione e coordinamento in unico testo delle norme già emanate
per la difesa della razza nella Scuola Italiana


VITTORIO EMANUELE III RE D'ITALIA
IMPERATORE D'ETIOPIA

PER GRAZIA DI DIO
E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

Veduto il R. decreto-legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390;
Veduto il R. decreto-legge 23 settembre 1938-XVI, n. 1630;
Veduto il testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sull'istruzione elementare approvato con R. decreto 5 febbraio 1928-VI, n. 877, e successive modificazioni;
Veduto il R. decreto-legge 3 giugno 1938-XVI, n. 928; Veduto l'art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n.100;
Riconosciuta la necessità urgente ed assoluta di dettare ulteriori disposizioni per la difesa della razza nella Scuola italiana e di coordinarle in unico testo con quelle sinora emanate;
Udito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del DUCE, Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro per l'interno e del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con quello per le finanze;


Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. A qualsiasi ufficio od impiego nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, frequentate da alunni italiani, non possono essere ammesse persone di razza ebraica, anche se siano state comprese in graduatorie di concorsi anteriormente al presente decreto; nè possono essere ammesse al conseguimento dell'abilitazione alla libera docenza. Agli uffici ed impieghi anzidetti sono equiparati quelli relativi agli istituti di educazione, pubblici e privati, per alunni italiani, e quelli per la vigilanza nelle scuole elementari.

Art. 2. Delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti non possono far parte persone di razza ebraica.

Art. 3. Alle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, frequentate da alunni italiani, non possono essere iscritti alunni di razza ebraica. è tuttavia consentita l'iscrizione degli alunni di razza ebraica che professino la religione cattolica nelle scuole elementari e medie dipendenti dalle Autorità ecclesiastiche.

Art. 4. Nelle scuole d'istruzione media frequentate da alunni italiani è vietata l adozione di libri di testo di autori di razza ebraica. Il divieto si estende anche ai libri che siano frutto della collaborazione di più autori, uno dei quali sia di razza ebraica; nonché alle opere che siano commentate o rivedute da persone di razza ebraica.

Art. 5. Per i fanciulli di razza ebraica sono istituite, a spese dello Stato, speciali sezioni di scuola elementare nelle località in cui il numero di essi non sia inferiore a dieci. Le comunità israelitiche possono aprire, con l'autorizzazione del Ministro per l'educazione nazionale, scuole elementari con effetti legali per fanciulli di razza ebraica, e mantenere quelle all'uopo esistenti. Per gli scrutini e per gli esami nelle dette scuole il Regio provveditore agli studi nomina un commissario. Nelle scuole elementari di cui al presente articolo il personale potrà essere di razza ebraica; i programmi di studio saranno quelli stessi stabiliti per le scuole frequentate da alunni italiani, eccettuato l'insegnamento della religione cattolica; i libri di testo saranno quelli di Stato, con opportuni adattamenti, approvati dal Ministro per l'educazione nazionale, dovendo la spesa per tali adattamenti gravare sulle comunità israelitiche.

Art. 6. Scuole d'istruzione media per alunni di razza ebraica potranno essere istituiti dalle comunità israelitiche o da persone di razza ebraica. Dovranno all'uopo osservarsi le disposizioni relative all'istituzione di scuole private. Alle scuole stesse potrà essere concesso il beneficio del valore legale degli studi e degli esami à sensi dell'art.15 del R. decreto-legge 3 giugno 1938-XVI n.928, quando abbiano ottenuto di far parte in qualità di associate dell'Ente nazionale per l'insegnamento medio: in tal caso i programmi di studio saranno quelli stessi stabiliti per le scuole corrispondenti frequentate da alunni italiani, eccettuati gli insegnamenti della religione e della cultura militare. Nelle scuole d'istruzione media di cui al presente articolo il personale potrà essere di razza ebraica e potranno essere adottati libri di testo di autori di razza ebraica.

Art. 7. Per le persone di razza ebraica l'abilitazione a impartire l'insegnamento medio riguarda esclusivamente gli alunni di razza ebraica.

Art. 8. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto il personale di razza ebraica appartenente ai ruoli per gli uffici e gli impieghi di cui al precedente art.1 è dispensato dal servizio, ed ammesso a far valere i titoli per l'eventuale trattamento di quiescenza ai sensi delle disposizioni generali per la difesa della razza italiana. Al personale stesso per il periodo di sospensione di cui all'art.3 del R. decreto legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390, vengono integralmente corrisposti i normali emolumenti spettanti ai funzionari in servizio. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto i liberi docenti di razza ebraica decadono dall'abilitazione.
Art. 9 Per l'insegnamento nelle scuole elementari e medie per alunni di razza ebraica saranno preferiti gl'insegnanti dispensati dal servizio a cui dal Ministro per l'interno siano state riconosciute le benemerenze individuali o famigliari previste dalle disposizioni generali per la difesa della razza italiana. Ai fini del presente articolo sono equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole pubbliche e private e il personale di vigilanza nelle scuole elementari.

Art. 10. In deroga al precedente art. 3 possono essere ammessi in via transitoria a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica già iscritti nei passati anni accademici a Università o Istituti superiori del Regno. La stessa disposizione si applica agli studenti iscritti ai corsi superiori e di perfezionamento per i diplomati nei Regi conservatori, alle Regie accademie di belle arti e ai corsi della Regia accademia d'arte drammatica in Roma, per accedere ai quali occorre un titolo di studi medi di secondo grado o un titolo equipollente. Il presente articolo si applica anche agli studenti stranieri, in deroga alle disposizioni che vietano agli ebrei stranieri di fissare stabile dimora nel Regno.

Art. 11. Per l'anno accademico 1938-39 la decorrenza dei trasferimenti e delle nuove nomine dei professori universitari potrà essere protratta al 1í gennaio 1939-XVII. Le modificazioni agli statuti delle Università e degl'Istituti d'istruzione superiore avranno vigore per l'anno accademico 1938-39, anche se disposte con Regi decreti di data posteriore al 29 ottobre 1938-XVII.

Art. 12. I Regi decreti-legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390, e 23 settembre 1938-XVI, n.1630, sono abrogati. è altresì abrogata la disposizione di cui all'art.3 del Regio decretolegge 20 giugno 1935-XIII, n.1071.

Art. 13. Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge. Il Ministro proponente è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a San Rossore, addì 15 novembre 1938 - XVII Vittorio Emanuele, Mussolini, Bottai, Di Revel

Si è poi in seguito tentato e si tenta ancora di scagionare il Re da questi provvedimenti. Ma resta il fatto GRAVISSIMO che quando il 25 luglio fu destituito Mussolini e fu sciolto il partito fascista, le leggi razziali non furono revocate né dal Re né da Badoglio. E tantomeno qualdo l'8 settembre fuggirono da Roma. Che permisero al Kappler di fare il 14 ottobre l'invasione e la deportazione dal ghetto di Roma, ma non utilizzando i fascisti "traditori" (il fascismo era caduto il 25 luglio, e il tradimento verso i tedeschi l'8 settembre con la fuga del Re da Roma (ma non aveva affatto eliminata la Legge Razziale da lui firmata).

Ma per quanto riguarda i Savoia, un precedente lo avevano in un loro antena
to, Amedeo VIII, si era inventato perfino il distintivo che gli ebrei dovevano mettersi sulla spalla, in modo che i cristiani sabaudi potessero scansarli per non essere contaminati "Ut infideles a fidelibus discernantur"
AMEDEO VIII DI SAVOIA e le leggi antiebraiche

Un precursore dell'antisemitismo stile "hitleriano".
Con rispettivo "MARCHIO" da mettere sulla spalla agli ebrei.

 

Quand'era all'apice della sua carriera, e non tanto "pacifico", Amedeo VIII, il 17 giugno 1430, pubblicò dal castello di Chambery lo "Statuto Generale", . ("Statuta Sabaudiae").
Una promulgazioni di leggi per i vecchi e nuovi territori acquisiti. In 16 Capitoli.

Qui sopra e sotto riproduciamo in fac-simile due passi degli "Statuti Generali" di Amedeo VIII, Duca Sabaudo, pubblicati il 17 giugno 1430 nel castello di Chambery. Come già detto sopra, sedici capitoli del primo libro di questi Statuti sono dedicati al problema ebraico : in essi si prescrivano i limiti della tolleranza fissati agli ebrei per abitare negli Stati del Duca Sabaudo.
I passi qui riprodotti riguardano :
* l'obbligo agli ebrei di abitare in luogo separato dai Cristiani (immagine in alto);
* l'obbligo agli ebrei di portare un segno distintivo sulla spalla sx (immagine in basso).

Nel primo editto viene stabilito che gli Ebrei devono abitare insieme, in luogo separato dai Cristiani. "in unum Iocum securum et clausura", dal quale non possano uscire dal cadere fino al risorgere del sole, "unde a solis occasu sque ad ortum exire non presumant" salvo casi eccezionalissimi di cui veniva dato l'elenco: " Ne mentes fidelium ex vicinitate ludeorurn corrumpantur, ipsique ludei Christianis quantum vellent nocere non valeant" affinché le menti dei fedeli non siano corrotte dalla vicinanza dei Giudei, e gli stessi Giudei non possano "quanto vogliono" nuocere ai Cristiani. Dove, oltre alla ammessa contaminazione spirituale dei Cristiani per il contatto con gli Ebrei, non viene esclusa l'intenzionalità, da parte di questi di agire perniciosamente contro quelli.

Col secondo editto viene fatto obbligo a tutti gli Ebrei, uomini e donne, a partire da sette anni di portare cucito sul vestito nella spalla sinistra un contrassegno di panno con il simbolo di una ruota bianca e rossa. Il motivo: "Ut infideles a fidelibus discernantur"".
Ai Cristiani dava la possibilità di scansare gli Ebrei in modo da non entrare in rapporto con essi, mettendoli così in stato di vigile difesa.
(Fonte: G. Marro: "Il Giuda ímpiccato del Canavesio",
con una tav. « Archivio di Antropologia Criminale, Psichiatrica e Medicina Legale». Torino, 1925-III).

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