ANNO 1941 (5)

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ITALIANI SI PARTE !!!

4 AGOSTO - Sensibile agli eventi positivi in Russia, e tenendo fede alla proposta fatta poi a Hitler con la lettera del 22, e rispondendogli lo stesso Hitler il 30 dove ha gradito la sua generosa offerta (che abbiamo letto in precedenza) a Mantova, Mussolini presenzia alla partenza per la Russia della Legione delle Camice Nere con il discorso del "vinceremo" "la battaglia dei giganti"......:

Legionari!
"Un grande onore e un sommo privilegio vi attendono e sono sicuro che voi lo sentite nell'animo vostro di combattenti. L'onore e il privilegio di partecipare  ad un'autentica battaglia di giganti.....Vinceremo perchè la storia dice  che i popoli i quali rappresentano le idee  del passato devono perdere dinanzi ai popoli che rappresentano le idee dell'avvenire". (La parola del Condottiero alle Camicie nere, Mussolini
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Questo il titolo del giornale sopra)

Nella stessa pagina un titolo:  "Uno scritto" - un panegirico di Michele Antonescu 
" In completa fraternità d'armi, gli italiani in prima linea...... "
"E' merito di Mussolini di aver portato per primo in Europa la lotta contro l'anarchia sociale...

( vedi qui l'intero articolo > > >

e a fianco (lo riportiamo qui sotto) un altro scritto di Mario Appelius
 
(l' autore del motto "Dio stramaledica gli inglesi" Ndr.)

"Un'occhiata generale" - "E' conveniente dare una occhiata generale nella battaglia del Mediterraneo nella quale noi italiani abbiamo una funzione dominante....La lotta infuria da sei settimane senza tregua, dal  Mar Bianco al Mar Nero. E' una battaglia di movimento, d'un carattere speciale che può essere definita "battaglia di distruzione...Forze germaniche combattono valorosamente al nostro fianco nella più completa fraternità d'armi... La lotta continua. La vigilanza è intensa. La preparazione attivissima.
"....noi dell'Asse, affondiamo ai nostri nemici Anglo-Americani, tre navi e tre aerei ogni uno che costruiscono; una proporzione che ci garantisce la vittoria sicura".  


 Questa era la propaganda sui giornali; a scrivere è Mario Appelius 

Gli Italiani ci credevano! La stampa funzionava bene! Era ben pilotata. Di servi non ne mancavano. C'erano pennivendoli in quantità.
Invece la verità era un'altra: per ogni nave italiana affondata gli Anglo-americani ora ne varavano 12, e per ogni aereo abbattuto ne costruivano 145; di automezzi 180 rispetto a 1 dell'Italia. 
E l'America non è ancora entrata in guerra!

Appelius probabilmente non era informato cos'era l'America!


12 AGOSTO - Hitler intanto sul fronte, sa di aver perso tempo. E' quasi convinto di dover passare l'inverno in Russia. Con la direttiva n. 34 viene sospesa temporaneamente l’offensiva verso Mosca per appoggiare con parte delle forze le operazioni degli altri gruppi di armate per occupare la Crimea, il distretto industriale di Charkov e il bacino carbonifero del Donec. Ma soprattutto i preziosi granai dell'Ucraina
e i pozzi di petrolio del Caucaso. 

25-29 AGOSTO - Mussolini vola a far visita al Quartier Generale di Hitler. Per due giorni ha colloqui con lui e con altri responsabili politici e militari tedeschi; quindi ispeziona in compagnia del Fuhrer il fronte sud, e passa in rassegna col mar. von Rundstedt e col gen. Messe le truppe italo-tedesche che hanno partecipato alle ultime operazioni.
E insiste con Hitler nel voler ancor più ampliare la partecipazione italiana nelle campagna di Russia con altri uomini;  che al rientro poi mobilita e che partiranno nel prossimo febbraio formando così l'armata ARMIR, portando gli uomini a 235.000 unità, al comando di GARIBOLDI.

10 SETTEMBRE - Forze congiunte degli Heeresgruppen Centro e Sud convergono su Kiev, scontrandosi con l’accanita resistenza sovietica. Il Gruppo corazzato di von Kleist sfonda sul Dnepr; cosi anche il Gruppo corazzato di Guderian, che raggiunge Konotop. Il 12 settembre i Panzergruppen di von Kleist e Guderian si congiungono a Romny, 170 km a est di Kiev, chiudendo in un’enorme sacca la 5a e la 38a armata sovietica di Budénnij e Timosenko.

il 19 SETTEMBRE la battaglia di Kiev è conclusa. I tedeschi occupano la città. 
Secondo le fonti tedesche, nella sacca i sovietici perdono oltre 600.000 prigionieri, 2500 pezzi di artiglieria e 1000 carri armati. Sempre secondo fonti tedesche, dall’inizio delle operazioni al 31 agosto la Wehrmacht ha avuto sul fronte orientale 86.000 morti, 20.000 dispersi, 292.000 feriti. Circa 4000 uomini sono caduti prigionieri dei sovietici.

Il 27 SETTEMBRE - Inizia la conquista della Crimea, il 29 il bacino del Don. L'8 ottobre i tedeschi  raggiungono Mariupol sul Mar d’Azov: 7 divisioni sovietiche sono accerchiate.
In pochi giorni dopo aspri combattimenti l'armata tedesca occupa tutta la Crimea. Tutta la regione industriale meridionale dell’URSS è ormai in mano tedesca.
Riescono le armate in brevissimo tempo a: 1) conquistare  tutto il territorio sempre a causa delle deficienze di alcuni generali russi; 2) a fare 300.000 morti e 100.000 prigionieri; 3) a impossessarsi di 1000 carri armati e di 4000 cannoni.  E' una vittoria così facile e avvenuta così in fretta che Hitler commette  il suo secondo grande fatale errore. Ci ripensa, crede che anche sulla strada verso il Cremlino sia tutto così semplice come nel settore meridionale  e decide di sferrare l'attacco a Mosca prima dell'inverno.

2-3 OTTOBRE - Hitler ha deciso! Ha inizio una nuova operazione. Cambia perfino nome all'invasione, non più "Barbarossa" ma "Taifun", Operazione Tifone". Ricompatta le divisione, ad alcune da sud ordina  marcia indietro e riparte da Smolensk,  perchè  intende dare il colpo d'ariete alla capitale bolscevica. Farla finita. Organizza perfino una squadra -quando entrerà a Mosca- per far demolire il Cremlino e per far deviare la Moscova per cancellarla dalla faccia della Terra.
E' così sicuro di vincere, che parla alla radio la mattina dopo, al popolo tedesco come una guerra  già terminata.  "Dichiaro oggi che la Russia è stata battuta e non risorgerà più".
Non è ancora a Mosca ma con i suoi generali è lapidario "basta dare ora un calcio alla porta". Anche a Mosca ne sono convinti tutti, da Stalin, a Molotov, dai generali fino all'ultimo moscovita. Del resto l'avanzata dei tedeschi finora è stata travolgente, è proprio un "tifone".  46 divisioni di fanteria con alcune migliaia di cannoni, 16 divisioni corazzate e 8 motorizzate marciano speditamente verso la capitale russa per annientarla.

Tutti aspettano la caduta di Mosca contando i giorni e le ore, e a loro volta i tedeschi aspettano impazienti l'attacco e la fine dell'ultima battaglia. Su Mosca iniziano a volare i primi bombardieri sganciando le prime bombe. A questo punto anche i più ottimisti ormai vedevano nero.
L’ala destra dello Heeresgruppe Centro (2a armata corazzata, Panzergruppe di Guderian), sfondate le difese russe a Gluchov, irrompe verso Orèl per poi piegare rapidamente a nord in direzione di Tula, a circa 200 km da Mosca. La 2a armata punta verso Brjansk, su cui converge parte dei corazzati di Guderian. La 4a armata e il IV Panzergruppe (Hoepner) sfondano l’ala destra del fronte occidentale sovietico (Konev) a est di Roslavl puntando su Vjazma. Sulla stessa città convergono da nord i carri del III Punzergruppe (Hoth).
Il fronte russo a Brjansk, difeso dalla 43a 3a  50a e 13a armata e comandato da Timosenko, incomincia a sgretolarsi. Si formano due grandi sacche, a nord e a sud di Brjansk, mentre più a nord una terza sacca si formerà presso Vjazma.
Nel settore centrale sfruttando il successo del IV Panzergruppe (Hoepner), il XL Corpo corazzato (Stumme) si lancia verso Vjazma.
Il 6 ottobre i tedeschi superano la linea Rzev- Vjazma e avanzano verso Mozajsk, a soli 80 km da Mosca. Ma per l’eroica resistenza opposta dai sovietici, sei giorni dopo la aggireranno puntando verso sud in direzione di Kaluga.

7 OTTOBRE - Stalin non sa più cosa fare, è perfino depresso, anche dal settore meridionale. I tedeschi
raggiungono Mariupol sul Mar d’Azov: 7 divisioni sovietiche sono accerchiate.
Il Panzergruppe (von Kleist), dopo aver attraversato il Dnepr e la Samara e aggirato la 9a e la 18a armata sovietiche, ha raggiunto Berdjansk e fa prigionieri 100.000 russi.
Stalin 
manda a chiamare  uno sconosciuto giovane generale nella lontana  Leningrado anche questa assediata, ma dove sembra abbia fatto questo generale un piccolo miracolo organizzando una geniale difesa. Il generale Kutzov ha fermato Napoleone alla porte di Mosca, e Stalin spera che sia  questo generale Zukov  (anagrammaticamente quasi omonimo) a fermare per almeno un mese Hitler alle porte della città. Il tipo che gli si presenta davanti ha carattere, ha la sua opinione sulla guerra, del tutto diversa dai suoi colleghi e da quella di Stalin, e si permette perfino di contraddirlo. Ma è lucido, razionale, convincente. Stalin forse per la prima volta capitola davanti a un suo subalterno, che nemmeno conosce. Gli affida il comando generale di tutte le operazioni. E' la sua ultima speranza, e  spera anche in un altro alleato: il "generale inverno". 
 Stalin è sfacciatamente fortunato!

8 OTTOBRE - L'uomo nuovo vola a fare una veloce ricognizione sui campi di battaglia, e quando la sera dal cielo scende  l'aereo di Zukov sull'aeroporto, con lui sta scendendo dal cielo la prima neve sui campi di battaglia e su Mosca.
Saranno i due protagonisti della "Battaglia di Mosca". Zukov organizza la sua battaglia, e la neve e  il gelo disorganizza quella di Hitler.

10 OTTOBRE - Il gen. Zukov assume il comando del Fronte occidentale creato per difendere Mosca. Gli è affiancato quale consigliere e responsabile politico N. Bulganin.
Intanto due milioni di moscoviti, uomini, donne, vecchi e bambini, si sono riversati alle porte della capitale, per difenderla, scavando 100 chilometri di fossi, mettendo 284 chilometri di reticolati, 1000 chilometri di trincee; c'è tanta confusione ma resistono comunque e fanno ritardare l'avanzata. La neve alleata non è ancora ghiaccio, è quasi pioggia ed è quasi meglio, perchè forma la micidiale rasputiza; i campi di battaglia diventano mari di fango, l'avanzata dei tedeschi rallenta; cannoni, automezzi, carri armati s'impantanano, ci sono 100-85 chilometri per Mosca, ma si avanza a tre quattro chilometri al giorno. Tuttavia i tedeschi arrivano ugualmente a Viasma e Brjansk. L'armata russa di Timosenko è annientata; circa 660.000 uomini cadono prigionieri.

16 OTTOBRE - A Mosca cadono quasi le speranze, le forze tedesche hanno occupato Vaidal. La capitale è presa  dal  “bolscioi drap” = “grande panico”, i tedeschi sono quasi alle porte, tutti quelli che riescono a farlo fuggono a oriente. Molti Commissariati del Popolo e tutto il corpo diplomatico evacuano a Kujbysev, oltre il Volga. La città -pur avendo proclamato lo stato d'assedio- è nel disordine, si verificano atti di diserzione che sono repressi con ferrea energia, passati per le armi sul posto, senza processo. Stalin fa sapere che resterà Mosca a difendere la città fino all'ultimo sangue, e questo ridà animo ai moscoviti; se lui resta significa che la situazione non è proprio così disperata.
Intanto il Panzergruppe di Hoepner sta occupando Mozajsk, a est di Mosca, uno dei cardini del sistema difensivo della capitale.
 In una entrata di Mosca, c'è la
famosa lapide che segna il limite dove si sono arrestate le armate di Napoleone; alcuni sconsolati la guardano, bei tempi, ma non c'erano mica i bombardieri come ora, altri invece sperano nell'impossibile. E l'impossibile arriva.

17 OTTOBRE altra pioggia, altro fango, tanto fango, tanta rasputiza. Ed ecco il terzo protagonista che si è fatto onore a Smolensk, entra nuovamente in scena, il T 34, possente e pesante  ma con i suoi cingoli larghi il doppio di quelli tedeschi, che si sono già impantanati; quelli si muovono a 40 chilometri all'ora, i tedeschi a 16; il T 34 era di 52 tonnellate, quelli tedeschi 22; ma soprattutto i primi avevano una corazza da 7,5 mm. invulnerabile ai cannoni tedeschi, e un micidiale cannone da 7,62 che invece perforava e distruggeva i carri tedeschi con una corazza troppo debole. 
 
Questa volta i T 34 -sotto la regia di Zukov- intervengono non in modo disordinato, ma vanno incontro ai carri tedeschi disponendosi in grosse formazioni "alla tedesca". " Erano veloci, ci venivano incontro, noi sparavamo con i nostri cannoni,  vedevamo i proiettili colpirli, ma non accadeva niente, e loro ci venivano addosso, e dovevamo arretrare, arretrare. Per far qualcosa dovemmo usare i cannoni antiaerei" dirà un generale tedesco. I T 34 ritardano così l'avanzata, e trattengono lo sfondamento. Questo ritardo di quattro giorni  è più che sufficiente per far cambiare il corso della storia.

25 OTTOBRE - La grande offensiva tedesca contro Mosca  è già compromessa sia per la tenace resistenza sovietica, sia per le avverse condizioni atmosferiche. Il 28 ottobre i carri armati di Guderian fanno un ultimo tentativo di sfondare le difese e si lanciano in un attacco nella zona fra TuIa e Serpuchov, a sud della capitale di Mosca. Ma il fango e la resistenza russa li paralizzano.

Le
armate di Hitler sono nei pressi di Borodino; qui quelle di Napoleone erano state fermate da Kutzov. Erano tutti cattivi presagi: la data dell'invasione, il quasi omonimo Zukov, Borodino, le porte di Mosca inavvicinabili.

Durante la  notte, questa volta non cade la neve, ma cade in basso il mercurio del termometro. Il "Generale inverno" arrivava molto in anticipo a dare una mano a Zukov: 10 gradi sotto zero. Il gelo più che sui campi di battaglia scese nelle vene dei generali tedeschi. Il fantasma di Napoleone si aggirava ormai dappertutto, nelle tende, nei quartieri generali e in tutte le trincee, almeno per chi conosceva bene la storia. Hitler fece l'ottimista "meglio così, sul ghiaccio i panzer si muovono meglio". Però al gelo i tedeschi non sono abbastanza preparati, alcune attrezzatura e il vestiario l'hanno racimolato in fretta e furia; perchè non dimentichiamo erano partiti per combattere una sola estate. Il tutto doveva durare 8 settimane, o al massimo 100 giorni, mentre ora sono a migliaia di chilometri da Berlino.

Tra i tedeschi iniziano e si moltiplicano i casi di congelamento.
L'unico a saltare di gioia è invece Zukov che oltre ad avere l'alleato "generale inverno" fra poco avrà pure disponibile le prime divisioni ritirate dalla Siberia che entreranno in azione.

7 NOVEMBRE - Al gelo di 12 gradi sotto zero, si aggiunge la neve. I generali tedeschi ora il "fantasma bianco" ce l'hanno proprio davanti. Eppure Hitler vola a Monaco a fare un euforico discorso; afferma esagerando  le perdite russe: 10 milioni tra morti, feriti e prigionieri, che  l’URSS ha perso il 60-75% del suo potenziale industriale e delle risorse di materie prime. “Per quanto a lungo possa durare la guerra, l’ultimo battaglione sarà tedesco... Si sta decidendo il destino dell’Europa per mille anni..."

10 NOVEMBRE - Ma al suo rientro sulle zone di operazioni, le difficoltà sono diventate molte e in alcuni settori anche piuttosto critiche. Hitler cambia un'altra volta i piani. Convinto che l’operazione “Barbarossa” (che prevedeva l’arrivo fino al Volga) non si concluderà entro l’anno, fissa i nuovi obiettivi delle sue armate in Russia. A sud, von Rundstedt dovrà prendere Sebastopoli e Rostov sul Don (Rostovna-Donu), passare il fiume, conquistare Majkop e la zona petrolifera del Kuban. Al centro, von Bock rinnoverà l’offensiva contro Mosca, che dovrà essere presa con un’ampia manovra a tenaglia. Al nord, von Leeb deve congiungersi con i finlandesi, isolando del tutto Leningrado.



12 NOVEMBRE  -
Si decidono nuovi i piani per l' offensiva contro Mosca: il Panzergruppe di Guderian, protetto sul fianco da una armata, avanzerà da Tula verso Kolomna; un'altra armata attaccherà frontalmente per impegnare il maggior numero possibile le armate sovietiche; il III Panzergruppe di Hoth e il IV di Hoepner, coperti sul fianco sinistro dalla 9a armata, passeranno il canale Moskva-Volga e aggireranno Mosca da nord, volgendo poi a sud-est per congiungersi con le forze di Guderian avanzanti da Tula.
Ma iniziano i primi screzi tra generali, e fra gli stessi generali e Hitler. A parte le sue decisioni strategiche, per alcuni generali i mezzi affidati per compiere le operazioni a loro assegnate sono limitati, lo stesso Guderian è costretto a trasformare un suo corpo corazzato di 350 carri, in una “brigata” di appena 50 carri.

15 NOVEMBRE - Tuttavia -come vuole Hitler- incomincia la nuova offensiva per la conquista di Mosca, su vari fronti. Il 25 novembre  i reparti che devono forzare il canale Moskva-Volga conquistano Klin, Solnecnogorsk e Istra, quest'ultima arriva da nord-ovest a una cinquantina di chilometri dalla capitale. Mentre nella zona meridionale  il I Panzergruppe completa l’occupazione di Rostov, ma per poco. I sovietici si preparano per il contrattacco. Che lanceranno il 29 novembre con violenza inaudita e riconquistano Rostov e Taganrog, minacciando addirittura di accerchiamento le forze nemiche. Von Rundstedt si vede costretto a ordinare la ritirata dietro la linea del fiume Mius; ritirata che fa infuriare Hitler che lo destituisce con Von Reichenau. E' il primo a essere liquidato per non aver eseguito i suoi ordini, che Hitler seguita a modificare, senza avere una visione globale della situazione. 

Intanto siamo al 4 dicembre....
e domani "5 dicembre" cambia la Storia

continua

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