ANNO 1951

CULTURA - COSTUME - SCOPERTE - ARTE - SCIENZA

L'INIZIO DI UN'ITALIA CANORA
IL FESTIVAL DI SAN REMO
OVVERO
Festival della Canzone Italiana

 

MUSICA LEGGERA
Il perche' di un Festival di San Remo dentro una Storia.

La musica leggera é un bene di consumo popolare che come pochi altri riflette l'immagine che una società vuol dare di sè: i suoi divi, i suoi personaggi sono veri e propri prototipi del gusto medio della gente che lavora, produce e sostiene il sistema sociale. Divi della canzone che poi condizionano atteggiamenti, modi di vestirsi e pettinarsi; riproducono con la moda che lanciano, tante immagini imitative di se stessi. Il cantante diventa così un simbolo di un momento oggettivo della storia del costume di una nazione.

Questo processo inizia (ecco il motivo) proprio in questi primi anni cinquanta, e si ingigantisce enormemente con la diffusione fra breve della televisione. Uno strumento unificante come pochi altri. Capace di far fare la stessa cosa a milioni di persone.
La canzone, la musica dunque, partendo da quella popolare festaiola e poco considerata, prende immediatamente una parte importante nell'economia dei programmi televisivi, mutando il rapporto artista-pubblico, cambiando velocemente il tipo di persone e fa scattare il meccanismo che mette in moto la prima forma moderna dell'industria discografica e non solo quella.

Un processo dove la realtà italiana si evolve. La miseria del dopoguerra, la lotta per i beni di prima necessità si allentano, ci si rivolge verso i beni di consumo non indispensabili; e le canzoni fanno parte di questo mercato. Si parte con le canzoni della tradizionale struttura melodica, spesso melliflua e con testi banali (la casetta, le papere, il musetto, i vecchi scarponi) poi ci si inoltra - con un vero e proprio  scossone -  in terreni completamente al di fuori della tradizione, con all'inizio il surrealismo urlato di MODUGNO, e si arriva poi alle canzoni degli autori impegnati che interpretano - in alcuni casi - l'angoscia e la malinconia collettiva dei tempi; oppure altri, iniziando ad "annusare" la musica che veniva da oltre oceano,  che interpretava il ritmo pulsante della vita moderna, iniziarono così anche loro a produrre musica e testi che sempre di più scaveranno l'abisso fra le generazioni; una brusca contrapposizione fra giovani e non giovani. Soffiava insomma - dirà Bob Dylan - il vento della liberta'. (vedi anche il 1956 con Presley & C.)

Dal canto suo l'industria gestita dagli adulti accorgendosi ben presto che i giovani di questo tipo, potevano essere degli ottimi consumatori, ha incominciato a incoraggiare certe idee e certe prese di posizione per esasperare i conseguenti consumi.

E' nato cosi' con le canzoni il mito dei giovani. Probabilmente generato non dai giovani stessi in un processo di emulazione esponenziale, ma coltivato dai non giovani che  hanno intuito la possibilità di sfruttarlo economicamente. La si potrebbe chiamare la pluto-rock-razia.

In questo scontro inevitabile fra il sistema e la contestazione, non ci si era accorti, purtroppo, di aver sottovalutato l'uno e sopravvalutato l'altra. Il sistema è riuscito a manipolare e strumentalizzare tutto. Soprattutto il sistema ha gonfiato come un pallone il mito dei giovani, e tutto ciò che doveva essere prodotto e venduto da quel momento diventava giovane.

Il profeta di questa rivoluzione e contestazione diventera' negli anni '60 Bob Dylan, che manifestera' la critica e il distacco da un mondo che credeva solo nel denaro, nella carriera, e nella guerra per ottenere certi privilegi e benessere. Fu una totale ribellione al conformismo. Fu l'avvento di una umanità nuova e disperata, con lo spirito dell'annullamento, del misticismo, della dissoluzione e dell'impotenza; lo seguirono altri, ma tutti furono fagocitati dal sistema, lo stesso Bob Dylan, di forti idee comuniste, nel 1997 lo ritroveremo a cantare a Bologna, una Woodstook cattolica, a consacrare il matrimonio tra il Papa e il rock, tra il Vaticano e la fabbrica dello spettacolo. Fra sponsor, pubblicità, reti televisive, e improvvisati preti manager trasformati in disk jockey per la compilation da offrire a quella moltitudine di giovani, cosiddetti "Papa boy" .

Il rock per quarant'anni criminalizzato, demonizzato, lo ritroviamo paradossalmente con una nuova verginità per ottenere consensi e per far quattrini (un miliardo di lire per la sua partecipazione. Inoltre usata per promozionare un suo disco che uscirà dopo cinque giorni) alle spalle del mondo sprovveduto dei giovani, ancora una volta manipolati e gestiti con molto opportunismo. Un matrimonio d'amore e d'interesse.
Una San Remo Religiosa co-ideata e gestita da un proprietario di quella che era considerata (a sproposito perche' non si capivano i tempi) fino a pochi anni prima "la fabbrica e la Mecca della trasgressione", "il tempio del piu' immorale intrattenimento", "il luogo infernale della perdizione", cioè il "Bandiera Gialla" di Rimini, dove invece i giovani si divertivano senza porsi tanti problemi del perchè e del come.

I giovani di questi anni '50 e '60 - chiamiamoli anni di iniziazione - si ritroveranno nel '97 in questa piazza di Bologna, vecchi e quasi orfani a osservare questa anomala mutazione. E dentro quei messaggi degli anni '60 - che erano ispirati a tutte le fasi del dissenso con i nuovi profeti, in cui i giovani ciecamente credevano e avevano perfino con loro l'impressione di dominare il mondo, di formare una classe libera e una nazione di dei - hanno avvertito in questa piazza, tutto il sapore di essere stati presi in giro. Un popolo di nomadi più di prima in una altrettanto vuota intensità, ma furbescamente in questo altro modo gestita nel modo più conformistico e conservatore.

Vale la pena di riportare la cronaca di quel famoso giorno di Bob Dylan all'Isola di Wight nel 1969 per capire lo spirito del tempo e quindi la successiva (anomala) mutazione. (che avverra' piu' di una volta sconcertando i suoi estimatori- vedi anno 1967)

"A Wight arrivano in trecentomila per celebrare il ritorno di un idolo: il divino Bob Dylan. E' l'apoteosi dei festival Hippie e del culto rock. Due giorni di folle kermesse, nel freddo nel fango, nella beatitudine ebete, rovesciandosi al suolo, torsi nudi maschili e dolci carni femminili e, amandosi senza ritegno, piu' per noia che per gioia. Due giorni di scoperte e di rivelazioni per il popolo dell'abisso, delirante di epos musicale e di impeto sessuale, in un carnevale di pelli di pecora, sacchi a pelo, di sari da operetta, in cui le orribili e splendidi uniformi delle SS si avvicinano ai costumi della Rinascenza e le giovani hippies sfoderano una bellezza aggressiva e incomparabile. Giorni dove il festival esprime la vuota intensita' dell'epoca. Le orchestre suonano notte e giorno, ritmando i lamenti inutili degli amanti rotolantisi animalescamente al suolo. Bob Dylan canta".

"Questo e' lo spirito di questi anni: annullamento e misticismo, dissoluzione e impotenza. L'uomo andrà sulla Luna; ma qui precipita nel profondo della Terra. Chi potra' mai dire l'incanto baudelariano di questa festa amara? Il festival rock sottolinea la resurrezione hippie, l'avvento di una umanita' vuota e disperata. Un popolo di nomadi, si unisce, comunica, si ama, si estenua, si odia nello spazio di due giorni: la musica ossessiva gli da' l'impressione di formare una classe libera, una nazione di dei. Gli angeli selvaggi degli anni sessanta consumano la loro passione: si rotolano a terra nell'amore e si credono simili a Cristo" (Dalla storia della musica. Viaggio nel tempo della canzone. Fabbri ed. 1973)

FINE

 

Inizia quest'anno la prima manifestazione canora di musica leggera;
il 1° FESTIVAL DI SAN REMO...


COME INIZIO'

Le cronache raccontano che nel 1950, vale a dire in occasione dell'Anno Santo, la RAI si fa promotrice di un tentativo (poi si ritirerà dall'organizzazione, per ritornarvi molti anni più tardi) di riportare la canzone italiana (in quel momento "influenzata dai ritmi latino-americani e dalla musica di Broadway") nell'alveo di una tradizione che si rifaccia alla romanza da salotto e alla musica napoletana.  Da questa esigenza nasce il Festival di Sanremo, che vedrà in primo piano canzoni che esalteranno la Patria, i Caduti, la Famiglia, l'Amore e le sue sofferenze.
Nonostante tutto, nel bene e nel male, il Festival di Sanremo era destinato a diventare una delle più importanti rassegne musicali del mondo, novello focolare attorno al quale si riunisce tutta la famiglia, veicolo di linguaggi, problemi, mode che fanno da specchio ai cambiamenti del Paese.


iL FESTIVAL è seguito con passione da tutti gli italiani che possedevano una radio; e quelli che ancora non la possedevano si affrettarono ad acquistarne una a rate. La prima serata fu seguita da circa 25 milioni di ascoltatori e che il giorno dopo non si parlava d'altro: le "Rose rosse" da regalare! I floricoltori della Riviera Ligure dopo una settimana non avevano piu' una rosa nelle serre.
Chi fu attento al fenomeno scoprì il potente mezzo pubblicitario, bastava una canzone per stravolgere il mercato.
A vincere questo primo festival é NILLA PIZZI con la canzone (appunto) Grazie dei Fior. 2° posto la canzone La luna si veste d'argento sempre interpretata da Nilla Pizzi e ACHILLE.TOGLIANI che conquista il 3° posto con Serenata a nessuno.
(San Remo - ogni anno

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FINE

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