ANNO 1965

CULTURA - COSTUME - MUSICA - CINEMA

 

*** RELIGIONE - MESSA IN ITALIANO - Una vera rivoluzione nella Chiesa.
Nella liturgia cattolica viene permesso di sostituire con le lingue moderne e quindi anche con quella italiana, il latino. Lutero nel 1521 nel voler predicare in tedesco quello che lui riteneva essere il vero Vangelo e attirandosi la condanna di eresia aveva gia' adottato questa prassi ritenuta allora ribelle dal papato. Questo rese accessibile a vaste cerchie del popolo la comprensione della Scrittura originale senza interpretazioni soggettive del celebrante.
Traducendo a Wartburg in tedesco il Nuovo Testamento direttamente dal greco di Erasmo, Lutero con questa opera influenzera' non di poco anche la formazione della lingua letteraria tedesca.

(VEDI QUI LA COMUNICAZIONE PAPALE SULLA NUOVA MESSA > >


*** CAMBIA LA SOCIETA
' .....anche nel Sud. Per la prima volta una ragazza rapita da un suo spasimante per costringerla poi senza la sua volonta' al matrimonio riparatore dell' "onorabilita' perduta", rifiuta clamorosamente e denuncia e fa arrestare il suo rapitore. Il fatto clamoroso rompe una scellerata e perfida tradizione che non prendeva in nessuna considerazione la personalita' della donna.
Il suo nome diventera' famoso: FRANCA VIOLA. Dovra' lasciare la Sicilia, ma rimarra' il "simbolo" di una rivoluzione epocale della donna. L'eroina di quel femminismo (ma è meglio dire  "liberazione femminile") che sta diffondendosi in questi anni Sessanta.

*** CINEMA - 3 GIUGNO . Il cinema impazza in Italia; la vendita di biglietti pro-capite risulta essere la piu' alta d'Europa. Le produzioni si moltiplicano ed è un comparto che non conosce crisi; che aumenta annualmente del 30-40%.
Cinecitta' è il centro cinematografico piu' fertile d'Italia e d'Europa. Inizia questa stagione d'oro dentro i suoi studi, poi subito dopo i colossal del fortunato filone dei Western all'Italiana di SERGIO LEONE.
Si girano i film piu' intellettuali, con Pasolini, Fellini, Antonioni, Visconti, Bellocchio ecc. ma nelle sale c'e' smania di film leggeri, volgarotti, con procaci attrici, con tematiche boccaccesche, pseudo-ideologiche, di satira del costume, e alcuni aspetti di quest'ultimo lo si mette in risalto con il grottesco, spesso si evidenzia in una gag la drammaticità di alcune situazioni, di alcuni servizi sociali, si enfatizzano e si ridicolizzano certi aspetti della vita quotidiana con la kafkiana burocrazia o quella che è costellata di approfittatori senza scrupoli, spesso scadendo nel qualunquismo di bassa lega.
Si girano circa 200- 300 film all'anno, ma saranno pochi quelle che lasceranno la pur minima traccia nella storia del cinema. Anzi saranno proprio quelli che non entreranno in circolazione (perche' censurati o ritirati) che stabiliranno uno spartiacque nel cinema degli anni Cinquanta con quelli degli anni Sessanta, diventando delle pietre miliari.

 

*** GIAMMARIA VOLONTE l'11 febbraio a Roma mette in scena "Il Vicario" di ROLF HOCHHULT. Si parla dell'atteggiamento di Pio XII di fronte allo sterminio degli ebrei. Interviene la Santa Sede e la Polizia ne vieta la rappresentazione con la motivazione "viola il carattere sacro di Roma". Non andra' piu' in scena.

 

*** MARCO BELLOCCHIO presenta il film I pugni in tasca. Un film da quattro stelle. Per la sua drammaticita' e originalita' l'autore si impose all'attenzione internazionale. L'affresco e' una dissacrazione estremistica della famiglia borghese nella sua dissoluzione piu' feroce. Senza mezzi termini critica alcune istituzioni in crisi, come la famiglia, la religione e l'autorita' costituita. Sconvolgente, provocatorio e sgradevole (vero orrore) con i diversi omicidi e' nello stesso tempo un racconto poetico e alle volte grottesco. Ha lasciato un traccia non indifferente nel cinema italiano.

 

*** LUCHINO VISCONTI gira Vaghe stelle dell'Orsa. Il tema che affronta e' terribilmente tabu' per i tempi. Un ambiguo rapporto di un fratello con la sorella che si conclude in un suicidio. L'ispirazione e' l'Elettra di Sofocle in chiave moderna e vi aggiunge il disfacimento della famiglia. Non un grande capolavoro (pari a Rocco o La terra trema) ma e' il film dove possiamo trovare la protagonista CLAUDIA CARDINALE nel suo momento migliore come bellezza e sensualita'.

 

*** FEDERICO FELLINI gira Giulietta degli spiriti. Una GIULIETTA MASINA nella parte dell'angelo del focolare che scopre di non voler essere piu' tale. Tradita dal marito, vede andare in frantumi tutte le sue certezze su cui aveva fondata la sua esistenza, la famiglia, l'amore, le virtu'; si sente di essere vittima dell'educazione cattolica e di quelle angosciose visioni del peccato e della morte immanente come castigo. Sembra Fellini cogliere questo momento particolare come pochi, dove alcune certezze vengono messe in discussione nell'ambiente cattolico come la guerra nel Vietnam o la protesta di Don Mazzi all'Isolotto di Firenze.

 

*** ANTONIO PIETRANGELI ci offre nelle sale un capolavoro. Io la conoscevo bene. Un film dove troviamo una grandissima interpretazione di STEFANIA SANDRELLI nella parte di una ragazza che dalla provincia arriva a Roma in cerca di fortuna e vi trova tanta ambiguita' nelle persone che incontra. Ma lei stranamente è una ingenua ma intelligente, non ha ambizioni, non invidia nessuno, non le piacciono i soldi, ma nello stesso tempo sembra non avere una morale e una dignità pur non venendo a compromessi volgari e mercenari, e proprio per questo non sente le umiliazioni, vive felice alla giornata, dentro una fauna variegata. Sembra sprovveduta ma e'accorta, capisce le situazioni e si adegua con il trasformismo. Qui la Sandrelli diventa straordinaria, insuperabile.
E' la vera Italia degli anni Sessanta; sono rappresentati nel film gli sprovveduti, i millantatori, gli arrivisti, i seduttori da strapazzo, i furbi, gli illusi, e la ragazza di provincia che mena il can per l'aia e li gioca tutti. Un quattro stelle come film.****

 

*** LETTERATURA - MARCUSE scrive Uomo a una dimensione; critica la razionalità tecnologica che elimina a fini di dominio i principi della produttività, l'efficienza umana. E' la letteratura apocalittica del tempo, dove si denuncia il carattere alienante della civilta' dei consumi. L'industria che vuole far coincidere il possesso degli oggetti che non rispondono ai bisogni identificandoli in una immaginaria vita felice; "Se tu non hai questo o quello non sei nulla".

*** EDITORIA - Viene alla luce il quotidiano leader nel settore economico finanziario IL SOLE-24 ORE di proprietà della Confindustria nato dalla fusione delle due testate. A dirigerlo viene chiamato MAURO MASONE.

*** IL 27 APRILE nelle edicole appare una novita' per il pubblico italiano. Per la prima volta il libro lascia il tempio della libreria e scende in strada, nelle edicole.
Sono gli OSCAR Mondadori. Una collana, di opere letterarie con autori di prestigio che per la prima volta iniziano ad entrare tramite i giovani figli nelle case degli italiani, con dentro queste i genitori appena appena appena alfabetizzati.
Il successo non fu dovuto solo alla distribuzione così insolita (non nuova in altri Paesi), ma determinante fu il prezzo accessibile a tutte le tasche: 350 lire a volume, come cinque caffe'. Ricordiamoci che un libro in brossura costava nello stesso periodo 1800 lire. Fu uno strepitoso successo. In 6 mesi gli italiani letteralmente li divorarono, se ne portarono a casa 5 milioni di pezzi. Essendo di consumo, molti si riversarono nelle bancarelle dell'usato, dove si potevano acquistare a poco piu' di 150 lire, ma anche a 100 lire, così si moltiplicarono i lettori.
Si iniziò con Hemingway poi via via Buzzati, Proust, Hugo, Balzac, Stendhal, Voltaire, Diderot. Insomma alle nuove giovani generazioni, ormai tutte scolarizzate, si riversò il meglio di quello che figurava prima, quasi inaccessibile come prezzo, negli scaffali delle librerie, sempre e comunque riservate a una minoranza, a quella classe sociale medio, medio alta, l'unica istruita.

A meta' anno si aggiunse la concorrenza di altre case editrici, con altrettanti autori prestigiosi in catalogo: quelli della Garzanti, allo stesso prezzo. Si adeguarono poi gli altri editori, perfino quelli di Montanelli che con la sua infinita Storia d'Italia o la Storia dei Greci in edizione economica tocco' quote vertiginose; nel '72 l'ultima citata contava gia' quaranta edizioni.
Non era quindi piu' un lusso leggere, inoltre un forte stimolo venne anche dalla vita quotidiana, che stava allargando il mondo delle relazioni a scuola, sul lavoro e nel tempo libero. Questi anni andarono a formare indubbiamente una nuova coscienza, e non solo di classe.

Non dimentichiamo che inizio' anche Feltrinelli a realizzare una collana economica. Fra i titoli compaiono dei libri dove gli autori incarnano certe speranze, sintesi di realismo chiaroveggente, di idealismo, quasi fantapolitico, indicano l'oppressione generalizzata ma anche la lotta per combatterla.
Troviamo, Hofer, Feuerbach, Russel, Salvemini, Valiani, Bury, Ayer e tanti altri. Poi figure di eroi con amplificazioni clamorose. Il tallone di ferro, di Jack London lo presentava Goffredo Fofi, indicandolo come una piccola bibbia popolare del socialismo scientifico, e ricordandoci che ERNESTO CHE GUEVARA doveva il suo nome appunto al personaggio di London, Ernesto.

 

Nessun'altra generazione, a cavallo di questi anni, tocco' vertici della lettura cosi' alti. Il divario culturale che subito si creo' fra adulti e giovani, anche all'interno delle famiglie fra genitori e figli, fu abissale, decisamente epocale, perche' non era mai avvenuto prima; causo' non la solita incomprensione generazionale, ma c'era ora un vero e proprio altissimo muro educativo che li separava. Nelle fabbriche i vecchi operai (e non solo operai) rimanevano inebetiti davanti a questi giovani così acculturati.

Al censimento ufficiale del 1961 gli analfabeti in Italia erano ancora l'8,4%, i senza un titolo di studio il 15,7%, e con la sola licenza elementare il 60,8%. (totale 84,9%). Questi non avrebbero mai potuto leggere ne' capire Proust, Diderot, Balzac, tanto meno Feuerbach o London (di quest'ultimo furoreggiava, Il tallone di Ferro (una lotta del proletariato).

Solo il 9,6% aveva una licenza media, il 4,2% media superiore e l'1,3% una laurea. Che in pratica non erano altro che i licenziati degli ultimi 10 anni, dove erano usciti alla media di 400.000 all'anno dai tre rami d'insegnamento dopo le elementari.
Una generazione nuova; e chi non ha ancora capito oggi perche' il '68 fu uno spartiacque, "un prima e un dopo '68", basta riflettere su questi semplici ed eloquenti dati, che spiegano le motivazioni a monte, piu' di ogni studio e indagine sociologica, psicologica, economica e soprattutto politica; erano questi studi tutti a valle del fenomeno.

Nel mondo operaio nell'anno 1961, l'84,9% aveva frequentato, meta' la terza elementare, l'altra meta' la quinta, l'8,4% era analfabeta e solo il 6,7% aveva una licenza di avviamento. Era troppo poco per scendere in piazza.
L'Italia dovra' necessariamente aspettare il '68, il movimento studentesco. Solo dopo il '68, gli altri, il mondo operaio, quello femminista, quello antimilitarista, gli iscritti al sindacato, mutuarono le tecniche e i metodi della lotta.
Iniziarono anche a capire l'italiano, perchè - sempre nel 1961- il 50% degli italiani parlava e capiva solo il dialetto; nel Veneto si toccava il 65%; in questa regione i laureati erano lo 0,9% pari alla Sardegna. Altrettanto gli analfabeti, senza titolo o con solo licenza elementare: l'88% il Veneto, l'89% la Sardegna. Il Nord Est di oggi anni 2000, così com'è oggi non poteva nemmeno essere sognato.

*** ARTE - MARIO CEROLI rifiutando totalmente le esperienze del passato, inizia un lungo percorso con una singolare caratteristica nella tecnica delle sue opere. Le sue immagini che stanno sul confine della scultura e della pittura, sono figure ripetitive in legno segato dove ottiene delle sovrapposizioni all'occhio quasi infinite. Di quest'anno e' uno dei suoi (tanti) capolavori, Venere.

 

*** MUSICA - RENZO ARBORE e GIANNI BONCOMPAGNI inaugurano alla radio una trasmissione di grande successo per i giovani: Bandiera Gialla. Una rassegna di successi discografici che porta a conoscenza in un modo vivace le novita' soprattutto straniere, quelle che stanno dominando le classifiche inglesi e americane.

*** GUCCINI compone una canzone polemica, forse in sintonia con i momenti che sta vivendo la societa' italiana: Dio e' morto. Ma e' scandalo e viene censurata e radiata da ogni tipo di trasmissione radio televisiva.

*** MUSICA E COSTUME - IL PIPER a Roma - Non sapremo mai se sorse per energie spontanee o se e' stato creato artificialmente dall'abilita' del suo patron ALBERICO CROCETTA. E' certo che la sua idea ebbe un'amplificazione enorme. L'imitazione del suo locale, poi cambio' il costume e i locali di tutta Italia.
Il pubblico italiano stava cambiando, aveva nuove esigenze e c'erano gia' movimenti alternativi nella musica nostrana (Battisti, Mogol, De Andre', Equipe 84, Lauzi, Dik Dik ecc.) e Crocetta vi si trovo' dentro o intui' il "momento". Gli mancava ancora il personaggio, ma con un fiuto eccezionale lo trova in NICOLETTA STRAMBELLI, una cliente, che costruisce pezzetto per pezzetto. Ha in mano non una ragazza qualunque, ma viene da una famiglia prestigiosa, ha fatto il conservatorio, danza classica, ha pregi, qualita' e tanta classe. Nasce cosi' la "ragazza del Piper", PATTY PRAVO. La sua prima canzone Ragazzo triste e poi Bambola (con testi attualistici) che subito diventano successi strepitosi, consacrano il locale, che d'ora in avanti diventera' punto di riferimento dei "fabbricanti" del divertimento notturno dell'intera Italia. Il modello delle discoteche parte dal Piper, e fa cambiare abitudini a molti italiani, che d'ora in avanti si chiamera' il "popolo della notte". Addio balere, The' e Serate Danzanti. Si chiude un epoca.

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MUSICA LEGGERA- A San Remo al Festival con la formula canzone-principe, e tutte le altre a pari merito, vince BOBBY SOLO in coppia con The Minstrel interpretando la canzone Se piangi e ridi. Un grande successo lo ottiene però anche PINO DONAGGIO con una canzone molto bella, pluritradotta all'estero, Io che non vivo senza te.
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FINE

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