ANNO 1970


CRONOLOGIA DELL'ANNO ( 2a PARTE )


CRONOLOGIA DEI FATTI
MESE PER MESE

Arrivano le REGIONI !!!!!
( l'allegra moltiplicazione dei poteri, dei "reami", dei "dogi", e delle spese pazze con i "pagherò")

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TABELLA DAL 1970 AL 2013

 

1 GENNAIO - Un inizio d'anno dove c'e' ancora nell'aria tanta tristezza e sgomento per la strage che ha scosso il Paese; troviamo una classe politica e un governo in grosse difficolta' per il problema terrorismo, per quelli economici, ma soprattutto per ridare ai cittadini credibilità visto che ormai tutti stanno assistendo a una vera e propria decomposizione dei partiti sotto la spinta centrifuga dei personalismi e delle clientele che si stanno formando nei vari "reami" nelle Province e fra poco Regioni.

Il governo monocolore che ha varato Rumor e un'assurdita': 27 ministri e 56 vice ministri, "una ciurma scandalosa". "Il parlamento si e' ridotto a un "parco buoi" (scriveva Montanelli in una sua Stanza, appena Rumor aveva formato il suo primo governo) il titolo era: "Abbiamo sete di onestà "- e continuava :"i loro uomini, fatte le solite eccezioni, fanno pieta' e seguiteranno a farlo finche' si insistera' a sceglierli fra i mestieranti del cosiddetto "apparato" dove non militano che gli scarti di tutte le professioni. Si chiamano "correnti". Ma queste correnti non sono entita' astratte. Sono degli uomini. E questi uomini chi li ha scelti se non i capi? Quali criteri costoro abbiano seguito lo si vede ora. Evidentemente per mettersi al riparo da futuri rivali hanno preferito reclutare gli adepti nel pattume delle mediocrita'. Ma ai mediocri, per andare avanti e far carriera non resta che l'intrallazzo. Ed e' proprio questo che sta dilagando nel nostro ambiente politico" . 
Fu indubbiamente profetico. Ma non immaginava nemmeno lui fino a che punto quel dilagare si sarebbe poi spinto.

2 GENNAIO - Cambia il panorama dell' industria italiana. Un po' per la crisi ma principalmente per il nuovo Statuto dei Lavoratori ottenuto dal sindacato unito (ormai di fatto diventato uno dei poteri della società, guardato con sospetto) inizia un imponente processo di ristrutturazione con il decentramento produttivo verso una miriade di piccole e medie aziende che hanno meno problemi di controlli fiscali e sindacali; agiscono quasi indisturbate.
Lo stesso fenomeno si registra nella grande industria. La stessa Fiat a Torino si è subito organizzata, meno operai e più macchine tecnologiche al suo interno e più produzione all'esterno ai terzisti con meno conflitti.
Infatti introduce il controllo automatico delle linee di montaggio e inizia lentamente a scorporare le attività dell'azienda che si divide nel corso dell'anno in undici settori operativi esterni creati con altrettante società. (l'effetto del pansindacalismo ha questo risvolto negativo)

Torino nel frattempo ha superato i 2.000.000 di abitanti dei quali il 25% (pari dunque a 500.000 abitanti) sono immigrati. Per Torino inizia una lenta ma irreversibile decadenza.

21 GENNAIO - La repressione dopo la strage di Piazza Fontana non si è fatta attendere. Le responsabilità sono state attribuite agli anarchici ma i provvedimenti che vengono presi per l'ordine pubblico debordano e vengono fatti interventi repressivi sui vari gruppi e movimenti, compresi quelli sindacali (questo è l'obiettivo) che si sono battuti per lo Statuto dei lavoratori approvato dal Senato l'11 dicembre scorso. (Attenzione! Era il giorno prima della strage di Piazza Fontana).

Infatti CGIL-CISL-UIL con un telegramma al Presidente della Repubblica, si lamentano e protestano per le perquisizioni, vari arresti e le decine di migliaia di denunce di lavoratori sindacalisti. (Non e' scattato lo "stato di emergenza" ( ! ?) del 14 dicembre, ma si prendono comunque - puntando sull'emotività - altre strade, di matrice repressiva)

Ma nella manifestazione a Milano a provocare forti tensioni è invece l'ex movimento studentesco; si verificano scontri con la polizia con 67 feriti. E il 23 gennaio stessi incidenti a Torino.

28 GENNAIO - Altro scandalo è l'approvazione della legge che deve finanziare la costituzione delle regioni. Dopo ventidue anni di lotte democristiane per ritardarla sta dunque per entrare in vigore l'attuazione delle Regioni .
Il timore per la DC (i suoi vertici) era sempre stato quello che i "rossi" nelle loro tre regioni roccaforti gestendo il proprio territorio si sarebbero poi staccati dal potere centrale.

Questo cambiamento di rotta (e sarà proprio la DC ora a votare si') avviene per due motivi, uno perchè si sono stabiliti gli ingenti contributi finanziari per le regioni; l'altro perchè nelle tante sue correnti (siamo ora a 8) dove abbondano i nuovi faccendieri, questi anche se ribelli, diventano utili per essere inseriti dentro un "sistema" dove si stanno creando molte competenze amministrative da gestire sul territorio.

E' una "moltiplicazione dei pani" per chi deve accontentare ex portaborse, ex funzionari, ex sindaci, ex politici, i vari trombati, i nuovi rampanti e tutto quel ceto politico che sta dietro le segreterie provinciali  che negli anni precedenti ha lavorato per i leader,  ma che non e' stato gratificato abbastanza, perche' le poltrone erano a Roma troppo poche.

Le autonomie, le nuove Regioni se le possono dimenticare, tutto verrà gestito dal potere centrale. I Consigli e le Giunte regionali che stanno per nascere serviranno solo per creare una nuova casta di funzionari sul territorio, che a nome del referente romano, ubbidiscono agli ordini, agiscono e riferiscono. E spesso dove è impossibile egemonizzare si fanno perfino le più strane e oscene alleanze con l'opposizione, che se possibili in una zona, in altre apparirebbero vergognose. 

Le conseguenze -secondo i punti di vista- sono in alcune regioni nefaste in altre provvidenziali.

Alcuni uomini politici che siedono nelle poltrone governative romane perdono infatti di vista il Paese e guardano solo al proprio territorio. Non governano più una nazione, ma la loro regione, con precisi patti clientelari in una specie di "consorteria" . Ad avvantaggiarsi sono le regioni che hanno un "uomo autorevole" nel partito, mentre a rimetterci sono le regioni che hanno  "uomini mediocri"; al massimo i suoi elettori da lui possono sperare solo nell'assistenzialismo buonista dello Stato, ormai diventato come abbiamo letto in Montanelli "un parco buoi", dove ognuno - noi ci aggiungiamo la rima - "tira il carro solo nei paesi suoi".

INIZIA COSI' IL GRANDE DEBITO PUBBLICO
VEDI IN FONDO LA TABELLA 1970- 2013

 

Alcune regioni si avvantaggeranno moltissimo in questa situazione: spulciamo le regioni dove nasce il vero potere in questi dieci anni e poi andiamo a vedere chi era al governo: tutto diventa chiaro. I nomi sono quasi sinonimi di regioni, di veri "feudi": Piccoli fa il principe nel Trentino, Fanfani è un re in Toscana, Gava fa il Borbone a Napoli, Gaspari l'Imperatore in Abruzzo, Andreotti è Papa a Roma, e Rumor è il santo che fa piovere puro oro colato sul Veneto, che decolla proprio...... in concomitanza del suo primo governo (ne guiderà 5). Il Nord'est parte in verticale quando il suo reddito nel 1970 era ancora pari a quello della Sicilia e quasi totalmente di provenienza agricolo.


VEDI A FONDO PAGINA LA COMPARAZIONE DELLE DUE REGIONI

(Una curiosita': A Roma 1 abitazione su 6 verrà costruita in questo periodo abusivamente, cioe' 400.000 persone dentro case che non esistono, sono case fantasma, dove gli inquilini però pagano l'affitto, ma i proprietari non pagano le tasse).

7 FEBBRAIO - Dimissione del governo RUMOR . Ci sono esplorazioni del Capo dello Stato, ma non sono facili. Viene richiamato lo stesso RUMOR che fa alcuni rimpasti ma alla fine rinuncia dopo forti contrasti con il centrosinistra per le regioni; ALDO MORO tenta anche lui ma rinuncia il 12 marzo; FANFANI ci prova il 19 marzo ma per la questione divorzio trova un muro di gomma e rinuncia.
Infine il 23 marzo ritenta ancora RUMOR.

24 MARZO - Cambio al vertice dei sindacati della CGIL; diventa segretario LUCIANO LAMA all'unanimita'. Per AGOSTINO NOVELLA da 13 anni segretario del più grosso sindacato, è una Caporetto.

29 MARZO - RUMOR riesce a formare il suo terzo governo di centrosinistra, ne ottiene la fiducia il 10 e il 17 aprile al Senato e alla Camera;  ma non andra' molto lontano. Il 7 luglio (come vedremo) presenterà nuovamente le dimissioni.

15 APRILE - Se dentro il maggior sindacato, alla CGIL, al vertice si cambiano uomini e strategie, nella Confindustria non si sta a guardare, si manda in pensione il potente ANGELO COSTA, e viene eletto al suo posto RENATO LOMBARDI, che cambia perfino lo statuto, visto che sono cambiati anche i tempi. Infatti Lombardi è conciliante con i sindacati e con la programmazione economica, ma i primi si stanno appropriando di alcuni poteri del governo e del Parlamento, e ne rivendicano la "supplenza", vista la carenza delle autorita' competenti.

23 APRILE - Cambiamenti anche dentro le file del PSI con uomini nuovi. DE MARTINO ora al governo, cede la segreteria a GIACOMO MANCINI, e nella vicesegreteria eletti insieme a MOSCA e CODIGNOLA c'e' un nuovo arrivo, proveniente da un gruppo di autonomisti, un certo BETTINO CRAXI.

19 MAGGIO - Uno sciopero generale dei poligrafici impedisce l'uscita dei giornali in Italia per quattro giorni. Alle rivendicazione degli operai si aggiungeranno poi verso la fine dell'anno, con aspre polemiche quelle dei giornalisti il 17 dicembre (vedi).

21 MAGGIO - La tanto discussa, per anni, legge sui referendum, viene approvata alla Camera dalla DC, MSI, PRI, PSI, PSU con 217 si' contro 128 no dei comunisti, PLI, PSIUP. La DC è stata da sempre contraria alle consultazioni popolari, ma questa volta sono proprio i suoi democristiani doc a volere lo strumento del referendum per usarlo e far abrogare  la legge istitutiva del divorzio.
Un risultato che viene dato per scontato se sarà chiesto ai cittadini di esprimersi direttamente sulla "scandalosa" legge, e si è convinti che saranno le donne a esprimersi con un secco no al divorzio. Sbaglieranno clamorosamente, non conoscevano (e come avrebbero potuto avendo la vocazione della castita'?) affatto le donne contemporanee, e nemmeno le proprie madri, sorelle, figlie.

 

Ora ci aspettano le urne delle
PRIME ELEZIONI REGIONALI

7 GIUGNO - Gli italiani sono chiamati alle urne per la prima volta per le prime elezioni regionali a statuto ordinario.
I risultati anche se non sono elezioni politiche, ci danno alcune indicazioni generali e offrono una panoramica dei partiti nelle realta' locali.

In generale questi i risultati sommando tutte le regioni:
DC 37,8 - PCI 27,9 - PSI - 10,4 -PSU 7,0 - MSI 5,3 - PLI 4,7 - PSIUP 3,2 - PRI 2,9

In particolare alcune regioni rivelano la loro vera natura politica. (difficile dire se ideologica, come nel Veneto, visto quello che accadrà poi in seguito negli anni '90 (LEGA ecc.)

Comunque sulla media nazionale il PSI e il PSU hanno quasi sempre costanti percentuali nelle regioni sia nel nord che nel sud. Non cosi il PLI che con una media 4,7% nazionale  in Piemonte ottiene l'8%. L'MSI con una media nazionale del 5,3% ottiene nel "Romano" Lazio il 10,2%.

Per i due maggiori partiti DC e PCI vale pero' la pena riportare
il confronto su tutte le regioni (Prima DC, dopo PCI).
PIEMONTE 36,7 - 25,9
LOMBARDIA 40,9 - 23,1
VENETO 51,9 -16,8
LIGURIA 32,1 - 31,3
EMILIA ROMAGNA 25,8 - 44,0
TOSCANA 30,5 - 42,3
UMBRIA 30,1 - 41,8
MARCHE 38,6 - 31,8
LAZIO 33,2 - 26,5
ABRUZZI 48,2 - 22,8
MOLISE 51,1 - 15,0
CAMPANIA 39,6 - 21,8
PUGLIE 41,3 - 26,3
BASILICATA 42,4 - 24,0
CALABRIA 39,7 - 23, 3
(in quest'ultima con i fatti che accadranno quest'anno, alle prossime elezioni politiche si avra' un vero ribaltone con il MSI che ottiene il 36,2% e diventera' il primo partito. Mentre in Sicilia alle regionali del prossimo anno, sarà il terzo partito con circa il 17%.

25 GIUGNO - Nel dopo elezioni, la politica governativa oltre che portarsi dietro gli irrisolti i grossi problemi economici è ancora scossa dalle lotte sociali sia operaie che studentesche, per la casa, la sanita', i trasporti, la scuola; si aggiungono ora altri grossi problemi nelle regioni, dove le dispute popolari per il capoluogo regionale diventano vere rivolte.
In Abruzzo, sia a Pescara che all'Aquila ci sono manifestazioni e barricate. Gli abitanti delle due citta' rivendicano la sede regionale. Ognuna si autoassedia con i blocchi stradali incendiando cataste di copertoni nei vari punti di accesso per non far entrare le auto degli reciproci avversari, chiudendo i passaggi a livello, impedendo l'accesso agli uffici, assediando le sedi dei partiti. Si e' ritornati insomma alle lotte comunali. Chi scrive fece anche qui, a l'Aquila, la sua esperienza personale. Nessuna possibilita' di uscire dalla citta' per tre giorni.

Ma il peggio accade dopo pochi giorni, in Calabria, il 14 luglio. A contendersi il capoluogo Reggio Calabria e Catanzaro. Cortei di proteste in entrambe le due citta', con rivolte, barricate, blocchi stradali, assalto delle questure, ai municipi, sabotaggio su auto e treni. Gli scontri causano un morto e 100 feriti.
La protesta continuera' per piu' di due mesi ed assume un carattere rivoluzionario quando viene inviato l'esercito (vedi giornale ). In settanta giorni gli incidenti causano 2 morti, 230 feriti, 300 arresti, tredici attentati dinamitardi, trentadue blocchi di strade porti e aeroporti, sei assalti alle prefetture, quattro alla questure, sei attentati sui treni.

A fomentare gli animi (o a difendere i cittadini, a secondo dei punti di vista) c'e' Ciccio Franco, del MSI, e nonostante tante accuse di aver guidato un manipolo di facinorosi, la destra clamorosamente ottiene poi un grande successo elettorale alle politiche del '72 scandalizzando la sinistra.
Proprio a Catanzaro Ciccio Franco, candidato al Senato, con il MSI otterra' il 36,2% dei voti. Qualche giornale nel Nord si inquieta. Infatti Il Giorno, titola, Inquietanti e amare indicazioni.

6 LUGLIO - Il governo non sa reagire ai tumulti, e sotto una minaccia di uno sciopero generale per il giorno dopo, indetto dai tre sindacali, RUMOR si dimette (lo stanno emarginando!). Si tenta di formare l'11 luglio un nuovo governo, ma il......

23 LUGLIO .....dopo che era stato dato l'incarico a GIULIO ANDREOTTI, i socialisti del PSU si oppongono, e dopo altre trattative con gli altri partiti, il candidato alla formazione di un nuovo governo deve rinunciare. Viene quindi dato l'incarico a EMILIO COLOMBO che il........

12 AGOSTO ....dopo la costituzione di un governo molto simile al precedente ( DC, PSI, PSU, PRI) si presenta alla Camera per la fiducia e ottiene 348 si', 231 no. Mentre al Senato ottiene 174 si' e 113 no.

27 AGOSTO - Mentre gli italiani sguazzano giulivi al mare e ai monti con le loro Seicento, il governo lavora alacremente per tirar fuori dalle loro tasche soldi. Al rientro gli italiani trovano una bella sorpresa. E' pronto il "Decretone" che e' una "stangata" di aumenti: sulla benzina, patenti, passaporti, telefoni, ritenuta d'acconto dei lavoratori, ma soprattutto l'aumento dell'IGE (Imposta governativa sulle entrate) su molti prodotti. Le motivazioni sono: che la spesa pubblica e' un colabrodo e gli aumenti sono necessari per tappare i numerosi buchi.

Per l'approvazione del decreto ci saranno lotte durissime del PCI e del PSIUP. Ma evitando l'ostruzionismo e operando alcune correzione alla fine sarà approvato chiedendo all'improvviso il voto di fiducia il 28 NOVEMBRE ed ottiene 341 si' e 237 no. (siamo alla vigilia di due grossi eventi - vedi 1 e 7 DICEMBRE- Approvazione definitiva del divorzio e il misterioso tentativo di un colpo di Stato)

27 SETTEMBRE - A turbare nuovamente la tranquillita' a Roma , arriva in Italia il presidente degli Stati Uniti RICHARD NIXON. L'accoglienza che gli viene riservata non e' molto diversa da quella fattagli il 2 marzo del 1969. E' lo stesso copione. Si svolgono numerose manifestazioni di protesta in città e in Piazza San Pietro quando il Presidente si reca in visita a Papa Paolo VI.
E non solo i non credenti protestano, ma sono scandalizzati gli stessi cattolici per le ambiguita' del Vaticano.

Infatti la guerra in Vietnam, con l'invasione della Cambogia sta diventando ancora piu' cruenta e repressiva, visto che si e' formato in aprile nel Laos, in Cambogia, in Vietnam del Sud, il grande movimento del Fronte di liberazione dell'Indocina, che sta coordinando le attivita' su tutto il Paese, rendendo problematici gli interventi americani nonostante i grandi mezzi e gli uomini impiegati.
E proprio per questi ultimi continuano in America le manifestazioni, che sono ormai oceaniche e che la guardia nazionale a stento controlla. In maggio cento citta' della confederazione Usa hanno manifestato contro l' escalation della guerra nel Vietnam, provocando scontri e decine di morti e feriti; mentre a Washington si ripete la grande dimostrazione dello scorso anno, ancora piu' imponente e critica.

Gli stessi rapporti fra il presidente Nixon ed il congresso sono molto difficili. Il 3 novembre alle elezioni legislative, sia al senato che alla camera la maggioranza e' ormai democratica.

12 OTTOBRE - Colpo di scena in Sicilia; viene eletto Sindaco di Palermo, il democristiano Vito Ciancimino con una votazione anomala. Infatti alcuni democristiani locali (dieci consiglieri) schierandosi contro le direttive della segreteria centrale non lo votano accusandolo di essere collegato con la mafia e con tante responsabilita' speculative che hanno portato il degrado della citta'. Lui querela tutti. (Ma il 3 nov. del 1983, con le rivelazioni del pentito Tommaso Buscetta sara' arrestato)

6 NOVEMBRE - Il governo italiano riprende le relazioni diplomatiche e riconosce la Repubblica Popolare Cinese e nega l'indipendenza alla Cina di Taiwan.

La Cina sta gia' cambiando. Ha ripreso e normalizzato anche le relazioni diplomatiche con i russi, interrotte all'inizio della "rivoluzione culturale" nel 1966; ha riaperto le Universita' che erano state assalite dalle "guardie rosse"; e sta rilanciando la produzione con un'altra politica socio-economica promuovendo gli scambi e le relazioni con gli altri Paesi. Insomma la sua "rivoluzione" sta rifluendo lentamente. La Cina sta guardando in occidente, sta "accarezzando" la "grande tigre di carta", mentre alcuni gruppi italiani della estrema sinistra seguitano a guardare alla Cina di Mao in deliquio sventolando il suo "libretto rosso": i "pensieri del grande navigatore". Un "gran bluff".

Non sanno ancora che proprio quest'anno Mao sta contestando se stesso e il sistema che ha creato; e con il pretesto di una partita di ping-pong invita una delegazione di atleti americani, che va a segnare l'inizio di una distensione con gli USA"; il prossimo 15 luglio invitera' addirittura Nixon in Cina; e il 25 ottobre la Cina stessa chiedera', e verra' ammessa all'ONU.

14 NOVEMBRE - Non pochi problemi creano le ACLI alla CEI (Conferenza episcopale italiana) gia' sconvolta per la temuta introduzione dell'istituto del divorzio che il Senato ha gia' approvato il 9 ottobre e la Camera sara' chiamata a votare fra quindici giorni.

La grande "ribelle", le ACLI, un tempo arma di Gedda contro i comunisti quando inquadrava i giovani nei "battaglioni della fede" e li mobilitava contro i "rossi senza Dio", sta ora il suo presidente Labriola spostandosi verso scelte e ipotesi socialiste, fondando un movimento politico di sinistra. L'episcopato e' preoccupato per il primo evento e temono il secondo; intende metterlo sotto accusa. Aria di scissione quindi, ma tutto e' rimandato a maggio del prossimo anno.

21 NOVEMBRE - A Roma si svolge il XI congresso del MSI. Viene fatta la proposta di costituire un Fronte articolato anticomunista "per salvare l'Italia dalla sovversione".

28 NOVEMBRE - Continuando l'ostruzionismo del PSIUP per l'approvazione del "Decretone" che abbiamo gia' accennato il 27 agosto, il governo rompe gli indugi e chiede la fiducia. 341 si', 237 no.

1 DICEMBRE - VIENE ISTITUITA LA LEGGE SUL DIVORZIO - Dopo il Senato, che aveva votato 164 si' contro 150 no, alla Camera i voti per l'approvazione definitiva sono 319 si' e 286 no.
I partiti a favore PCI, PSI, PSIUP, PSU, PLI, PRI, Ind. Sinistra.
I partiti contrari DC, MSI, PDIUM, SVP.
(In altra pagina, altri commenti sull'evento DIVORZIO)

2 DICEMBRE - Con tempismo i quattro partiti contrari al divorzio, DC doc in testa, costituiscono il comitato per il referendum abrogativo del divorzio. Ci si mobilita per la raccolta delle firme necessarie e per organizzare una grande offensiva; una specie di crociata, convinti che la popolazione italiana e' contraria alla legge della rottura del matrimonio, che - affermano - metterebbe in crisi la famiglia e tutta la societa'. Fanfani cattolico integralista, non ha dubbi: "c'e' il pericolo che venga messa in crisi la dottrina morale di un popolo e perfino la stessa sopravvivenza della DC".

Ma nessuno ha tastato il polso del Paese, nemmeno i comunisti , che rinvieranno sempre l'appuntamento alle urne temendo di scatenare una "guerra di religione". I risultati del voto referendario sara' cosi' una sorpresa per tutti. Gli italiani erano cambiati, ma nessuno se ne era accorto. (ma ne riparleremo a suo tempo - nel 1974)

Anche la Conferenza episcopale italiana, tratto' la questione incutendo solo timori, paventando l'avvento di depravazione, peccaminosi liberi amori, sfascio della societa'. E appare strano che non si accorgesse del bombardamento (anche se ideologico qualunquistico sottoculturale) dei media, che stavano offrendo agli italiani un'altra visione del mondo e della vita e omologavano il nuovo fenomeno culturale di massa, l'edonismo, che dà valore alla vita attraverso i suoi Beni di consumo, quindi grande concorrente di quella cultura fatalistica in mano solo alla - e sembrò così anacronistica - Provvidenza.

Invece di affrontare il problema (e ce n'era proprio bisogno dentro questo sconvolgimento provocato dai tempi e da tanti vuoti nelle coscienze); invece di correggere il fenomenico momento storico e cercare di modificarlo, proprio loro che sapevano benissimo che la cultura di popolo (di "massa") e' sempre sottocultura anzi anticultura, sbagliano clamorosamente tattica puntando sul reazionario sanfedismo contadino, ignorando la situazione "reale" dell'Italia di questi anni, che suo malgrado sta inavvertitamente e con una forte accelerazione cambiando cultura, linguaggio, costume, morale, stile di vita, modificando i rapporti nelle relazioni amicali in generale; senza piu' tabu' in quelle fra i due sessi, e in particolare in quelle matrimoniali.

In quella matrimoniale forse era l'ultima questione dove dovevano intervenire, perche' potevano dire molto in fatto di principi morali-etici dell'uomo, ma nulla sui rapporti fisici di due coniugi (sulla sfera sessuale addirittura; ovviamente per un prete era un mondo sconosciuto) che in un momento della vita coniugale scoprono di non avere nessuna affinita', o, per indegnita' di uno, piu' nessuna stima per l'altro. In virtu' di quale morale "razionale naturale" e anche di quale "dottrina morale cristiana" dovrebbero seguitare a convivere due coniugi che non si attraggono, o peggio, quando la sola presenza fisica di uno provoca disagio, disgusto e insofferenza all'altro?

Per la dignita' della donna, che aveva sempre subito questa cultura maschilista, non era forse giunto il momento di occuparsi del problema in un modo piu' distaccato dai "dogmi" (!?) e dalle virtù ascetiche, e quindi prendere in considerazione la donna?
In queste carenza di valutazioni, la risposta verra' dalle donne stesse, anche cattoliche, il 12 maggio 1974!

7 DICEMBRE - Non sono ancora stati resi noti i risultati della commissione parlamentare d'inchiesta (lo fara' il 15 Dic.) sugli inquietanti fatti del luglio 1964 ( la commissione istituita non ha potuto prendere visione del piano "Solo" a causa del segreto di Stato invocato dal governo) che nella notte del 7-8 dicembre si svolge un altro misterioso tentativo di Colpo di Stato.

Verra' pero' rivelato alla Camera solo il prossimo 17 marzo dal ministro degli interni FRANCO RESTIVO, ma solo dopo che un giornale (Paese Sera - vedi titolo - che anticipiamo) era uscito con esplosive notizie su questo piano eversivo...
"Una insurrezione armata contro i poteri dello Stato"
e lo titolò "Complotto Neofascista".

Seguiranno numerose perquisizioni nelle sedi del MSI, verranno spiccati 15 mandati di cattura e trovati documenti (si dice) di eccezionale riservatezza in casa di un alto ufficiale che sarà poi  arrestato. Altro mandato di cattura per JUNIO BORGHESE (il "principe nero" - ex comandante della X Mas e presidente nazionale del Fronte Nazionale, considerato organizzatore del "golpe" con i suoi uomini di fiducia legati al regime dei colonnelli greci e alla CIA) che però vista la campagna accusatoria si rese irreperibile fuggendo in Spagna. In seguito il 31 ottobre del 1974, verrà arrestato il generale VITO MICELI ex capo del SID, spiccato un mandato di cattura per il deputato del Msi-Dn SANDRO SACCUCCI, ma la Camera non concedera' l'arresto.

Non dimentichiamo che al processo di Catanzaro (per la strage di Piazza Fontana e sul Golpe) nel settembre 1977, MARIANO RUMOR nella sua deposizione fu incriminato per reticenza con una serie di "non ricordo" e per profonde contraddizioni proprio con Vito Miceli, dirigenti del SID, Tanassi, Andreotti, Zagari.
Il procuratore volle aprire un inchiesta per appurare chi di loro aveva mentito. Ma fu un'impresa ardua; i ricorrenti "omissis" dei "segreti di Stato" invocati dai vari personaggi impedi' di fare completa chiarezza su entrambe le due scottanti inchieste.

Su questa "misteriosa e inquietante notte" sono nate molte leggende. La prima, che Borghese e i suoi seguaci occuparono per alcune ore i locali del Ministero degli interni, la Rai e il Quirinale, e che poi una misteriosa telefonata abbia fatto sospendere tutto e rimandato i golpisti a letto. (tanto che qualcuno lo chiamò un "colpo di stato da operetta")

La seconda - la tesi piu' comune sui giornali - si scrisse che si era trattato di una manovra occulta, di un "secondo stato" per fermare lo slittamento dell'elettorato verso sinistra servendosi non solo dei fascisti (il MSI in seguito risulterà implicato solo marginalmente) ma - facendo aumentare il disordine - anche dentro gli opposti estremisti abilmente pilotati, per creare allarmismo e forti tensione nell'opinione pubblica e quindi favorire fortissime misure repressive piuttosto che dare risposte riformatrici che la società invece attendeva. (misure che in verita' furono molto blande e senza esporsi troppo)

In parte alcuni oscuri personaggi degli apparati statali legati a settori del ceto politico di governo riuscirono nel loro intento; infatti i movimenti filogolpisti (Il Fronte Nazionale di Borghese, la Costituente Nazionale Rivoluzionaria, la Rosa dei Venti); i radicali (Ordine nuovo, Avanguardia Nazionale, Europa Civilta'); i gruppi o movimenti contro-mobilitazione (Maggioranza Silenziosa, Legge dell'Italia Unita, i Gan) nascono quasi tutti in questo periodo, con non organizzatori o mandanti ma certamente (i primi due) come terminali politici (anche se non si è mai saputo chi fossero con precisione ) alcuni uomini di governo (con qualche scheggia dentro gli apparati dello Stato) e di quello cattolico in particolare.

Ma creato il "combattente" bisognava creare il "feroce nemico" . Ed ecco che in questo periodo (dopo le tante anime del movimento studentesco - con i folcloristici cartelli e gli slogan messianici dei mitici rivoluzionari, dove c'era perfino Stalin) nascono anche i gruppi dell'"antifascismo militante" che (stranamente) si organizzano e si militarizzano specularmente come i "neri", e diventano attivi in una seconda fase, come Lotta Continua, Potere Operaio, Avanguardia Operaia, i Gap, ecc. Sono gruppi "rossi" ormai organizzati come i "neri" e con gli stessi orientamenti, cioè una cultura della politica guerreggiata. Come scriveva e indicava Renato Curcio "per avere peso politico dobbiamo avere una potenza di fuoco, mai rimanere senza fucili".

E se i primi, i fanatici "neri" "lottano" temendo la impossibile e improbabile presa del potere da parte del Partito comunista (che gli impauriti conservatori, allarmando, predicano invece quasi imminente); i secondi, i fanatici "rossi", quasi credendoci, ritengono giunta l'ora di dare inizio alla rivoluzione mondiale "contro l'imperialismo delle multinazionali" (sara' questa lo slogan ricorrente nei volantini di rivendicazione dei prossimi attentati terroristici "rossi")

Si passo' dunque, nella seconda fase, alle gesta terroristiche del sovversivismo "rosso", che guerreggiava con gli ipotetici responsabili della "strategia della tensione" che venivano sempre indicati dalla stampa (quasi tutta legata ai partiti di governo (!?)) e da alcuni politici, essere di matrice "nera".  (questo quando dentro e fuori lo stesso governo c'erano forte simpatia per la destra). 

Talmente convinti o così ipocriti, che quando comparvero i primi volantini firmati in agosto al singolare (Brigata Rossa) e in settembre al plurale (Brigate Rosse) tutti ma proprio tutti le definirono queste nuove formazioni eversive, quasi con sarcasmo, le "presunte B. R.", insistendo e facendo capire che altro non erano che neri camuffati in rosso,  messi insieme solo per fare lo "sporco" gioco di un Burattinaio, Grande Vecchio, CIA, Servizi Segreti nazionali e internazionali ecc.

A rileggere i giornali dell'epoca non avevano nella prima ipotesi preso tutti una cantonata ma avevano semmai avuto la giusta intuizione (o realistica visione).
Sbagliarono invece nella seconda ipotesi: perchè dietro non c'era nessuno, ma solo visionari di un disegno politico da Terzo mondo, e forse con qualche scheggia di quei Servizi messi alla gogna (dalla stampa prima, dalle varie commissioni poi) e mandati a casa (400).
Gente che forse non riuscendo a rimanere in casa a fare la calza, trovo' subito "lavoro" nei gruppi estremistici mettendosi a disposizione di qualche stupido e vendicativo politico, dopo aver fatto un delicatissimo buon lavoro in precedenza in mezzo a mille pericoli. 

Un pentito, Digilio, confermo' negli anni Novanta che una di queste vendette fu fatta proprio contro Rumor il 17 maggio del '73 quando rimasero uccise 4 persone alla questura di Milano.
L''obiettivo era lui, indicato come il terminale politico, che atterrito dai 16 morti di Piazza Fontana si tirò poi indietro nel non proclamare lo "stato d'emergenza" il giorno dopo la strage. E che fu poi sollecitato da Aldo Moro a un compromesso che diede poi il via libera alla falsa pista anarchica Valpreda.

(Un Moro, che stranamente nelle sue lettere originali ritrovate nel 1990, parlando di Piazza Fontana, citerà per 4 volte Rumor accostandolo pleonasticamente a Bertoli e cioè al "sedicente anarchico" che fu accusato di aver messo la bomba il 17 maggio. Cosa voleva dire Moro in quelle righe? Voleva ricordare ("ricattare") in cifrato certe compromissioni per aver salva la pelle? E facendo così si salvò? O peggiorò la sua situazione?).

Qualcosa che non quadrava ci doveva per forza essere se l'opinione pubblica rifletteva un momento; se i giornali erano quasi tutti legati ai partiti di governo, chi aveva allora interesse (pur indicando gli anarchici) a creare un clima di "complotto di destra"? Qual'era lo scopo? Com'era possibile questo, visto che c'erano due realtà oggettive di destra dentro lo stato e dentro il governo?: una era, che i più delicati apparati statali erano fortemente ancora legati a un passato di destra; l'altra, era che la conservatrice DC aveva un'ala di destra molto forte con Andreotti.
(E anticipiamo che un tentativo di apertura a destra lo farà proprio il governo Andreotti nel '72 con Malagodi, dove protestò e non partecipò la sinistra della DC di D. Cattin;  invece troveremo Rumor  due volte ministro degli Interni e subito dopo anche due volte presidente del Consiglio).

Insomma se tutti (politici e stampa) attribuivano alla destra, ai fascisti, ai neofascisti il terrorismo, era come annunciare una specie di suicidio collettivo in casa, nelle sedi dei partiti di governo e nelle redazioni. Questa linea conveniva?
Forse sì, conveniva al gioco dei conservatori, ma fino a un certo punto, e con poca autonomia e forse anche con pochissima strategia; questa se ci fu non superò certi limiti ma solo usata dentro il piccolo "cortile" delle proprie "fattorie" clientelari locali. 
Se costoro avessero messo in pericolo certi equilibri nazionali e di conseguenza internazionali, allora sì che la risposta sarebbe stata pronta, decisa e internazionale (o meglio, solo americana, perchè a certi "suoi diritti" l'America dopo il 1945 non voleva  rinunciare).
Ma non sarebbe di certo intervenuta per andare a mettere una bomba a uno oscuro povero sindacalista, o a gambizzare un giornalista che dal Po in giù nessuno conosceva, o a mettere della gelignite dentro una banca o su un treno.

L'Italia aveva dal 1945 in avanti una sovranità limitata da direttive atlantiche, ma questo non voleva dire aiutare un oscuro politico mettendo qualche bomba per far scatenare uno stato di emergenza in un Paese non certo investito da grossi problemi; quelli italiani militari o paramilitari erano vaghi e  quelli della contestazione erano comuni in tutti i Paesi occidentali, anche nella stessa America. Quindi accettabili senza stracciarsi le vesti.

Gia' nel '43 gli americani non concepivano la guerra partigiana, la guerriglia, il terrorismo. Per loro queste azioni erano in contrasto col loro tempo, non le capivano e tali aiuti perfino li rifiutavano perchè intralciavano il loro alto grado di efficienza, taylorista perfino in guerra, figuriamoci se negli anni Settanta  un loro 007 andava a sparare con un pistolotto alle gambe di Montanelli.

Nel mondo in questo 1970, c'erano ben altri problemi, e molto seri: In Libia dove il 16 gennaio Gheddafi aveva assunto la carica di primo ministro ed aveva  nazionalizzato le compagnie petrolifere, espropriato i beni, ed espulso tutti gli italiani. C'era poi il Libano, la Palestina, l'Egitto, la Giordania, la Cecoslovacchia, la Polonia, il Biafra, il Congo, l'Etiopia, il Guatemala, la Rodesia, il Brasile, la Colombia, l'Argentina, il Cile, la Bolivia, la Guinea. Tutti con problemi molto seri e molto molto più gravi dell'Italia.

In Italia appare quindi anomala e strana da questo momento tutta la escalation estremistica dove persino gli stessi comunisti lottano e lotteranno contro il "terrorismo rosso" che fra l'altro si è appropriato (!) dei classici slogan dello stesso PCI - "Partito di lotta" - mentre Berlinguer il suo PCI lo sta trasformando in "Partito di lotta e di governo".
E sarà pronto lo stesso Berlinguer a offrire fra un paio d'anni (subito dopo essere diventato segretario del PCI) la "prospettiva politica di una collaborazione e di una intesa con la DC" (il famoso "compromesso storico").

E per l'incontro, il dialogo, l'intesa e l'esperimento, il PCI di Berlinguer chi sceglierà? Proprio l'uomo più a destra nel panorama interno della DC, cioè GIULIO ANDREOTTI (!). Non certo Rumor,  e neppure Moro che in questo periodo è nell'ombra, quanto Fanfani. 

E' Rumor a guidare in un modo spregiudicato il "carrozzone" DC e la politica italiana che c'è dentro. E Rumor non ha certo delle simpatie verso la sinistra. Il suo elettorato è la "balena bianca" veneta, che è nata soprattutto dentro quella tipografia che a Vicenza chiamano "dei preti", perchè proprio sulle parrocchie, negli istituti religiosi e sui vescovadi è nato il suo impero tipografico e poi quello politico.
Quanto alla destra andreottiana non dimentichiamo che DN (Democrazia Nazionale) sorta da una scissione del MSI di Almirante (per aver appoggiato il governo Andreotti il 21 dicembre del '76) quando il 16 dicembre del  '79 si scioglie, gran parte dei suoi militanti, 17 deputati e 8 senatori confluiscono proprio nella corrente di ANDREOTTI.

(Comunque a queste date e a questi appuntamenti che faranno cambiare tutto il quadro politico italiano, ci arriveremo con altre pagine nei prossimi anni. Abbiamo già anticipato in apertura la voce di Berlinguer in un famoso discorso, non avvenuto però quest'anno, ma il suo pensiero quest'anno è gia' quello. Almeno così lui poi confesserà).

12 DICEMBRE - Dopo un anno dalla strage di Piazza Fontana, a Milano si celebra l'anniversario con una manifestazione, che però si trasforma in uno scontro tra i gruppi estremistici e la polizia con gravi incidenti dove resta ucciso uno studente.

17 DICEMBRE - C'e' uno sciopero dei giornalisti. L'Unita' auspica che le pubbliche istituzioni impediscano lo sciopero nelle redazioni dei giornali di partito.

Ma si accende la polemica nelle altre redazioni che risentite scrivono: "Sappiamo con assoluta certezza che, se i comunisti fossero al potere, scioperi ai giornali non ce ne sarebbero piu': primo perche' vedrebbero la luce solo giornali comunisti; secondo, perche' in un regime comunista non si puo' scioperare. A Danzica in Polonia, in questi giorni lo abbiamo visto, lo sciopero viene affrontato dai carri armati, e la polizia spara sulla folla che manifesta per la penuria di viveri.".(Giornale d'Italia).

FINE

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Chi ha creato il debito pubblico italiano

Il debito pubblico italiano ha ormai raggiunto in valore nominale quota 2.000 miliardi di euro, mentre la sua incidenza sul prodotto interno lordo era - a fine 2012 - pari al 127 per cento. È un fardello che condizionerà le scelte di politica economica per i prossimi anni:

vediamo in che anni si è formato, e sotto la responsabilità di quali governi.
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(gli anni precedenti sono tutti già convertiti in euro (in milioni)

Anno - Governi
Inflazione
Debito
Rapporto debito/Pil
       
1970 --- Rumor, Colombo
5,1%
14.285
40,5%
1971 --- Colombo
5,0%
17.585
45,7%
1972 --- Andreotti
5,6%
22.008
52,2%
1973 --- Andreotti, Rumor
10,4%
27.499
54,0%
1974 --- Rumor, Moro
19,4%
34.361
53,2%
1975 --- Moro
17,2%
43.205
58,4%
1976 --- Moro, Andreotti
16,5%
52.909
56,8%
1977 --- Andreotti
18,1%
64.063
56,6%
1978 --- Andreotti
12,4%
81.810
61,5%
1979 --- Andreotti, Cossiga
15,7%
98.632
60,6%
1980 --- Cossiga, Forlani
21,1%
118.038
58,0%
1981 --- Forlani, Spadolini
18,7%
146.410
60,1%
1982 --- Spadolini, Fanfani
16,3%
186.961
65,0%
1983 --- Fanfani, Craxi
15,0%
235.520
70,3%
1984 --- Craxi
10,6%
284.825
74,4%
1985 --- Craxi
8,6%
346.005
80,5%
1986 --- Craxi
6,1%
401.499
84,5%
1987 --- Craxi, Fanfani, Goria
4,6%
460.418
88,6%
1988 --- Goria, De Mita
5,0%
522.732
90,5%
1989 --- De Mita, Andreotti
6,6%
589.995
93,1%
1990 --- Andreotti
6,1%
667.848
94,8%
1991 --- Andreotti
6,4%
755.011
98,1%
1992 --- Andreotti, Amato
5,4%
849.920
105,0%
1993 --- Amato, Ciampi
4,2%
959.713
115,1%
1994 --- Ciampi, Berlusconi
3,9%
1.069.415
121,2%
1995 --- Berlusconi, Dini
5,4%
1.151.489
120,9%
1996 --- Dini, Prodi
3,9%
1.213.508
120,2%
1997 --- Prodi
1,7%
1.238.864
117,5%
1998 --- Prodi, D'Alema
1,8%
1.255.415
114,3%
1999 --- D'Alema
1,6%
1.282.605
113,1%
2000 --- D'Alema, Amato
2,6%
1.301.121
108,6%
2001 --- Amato, Berlusconi
2,7%
1.360.228
108,3%
2002 --- Berlusconi
2,4%
1.371.595
105,4%
2003 --- Berlusconi
2,5%
1.397.371
104,1%
2004 --- Berlusconi
2,0%
1.449.606
103,7%
2005 --- Berlusconi
1,7%
1.518.556
105,7%
2006 --- Berlusconi, Prodi
2,0%
1.587.781
106,3%
2007 --- Prodi
1,7%
1.605.126
103,3%
2008 --- Prodi, Berlusconi
3,2%
1.671.001
106,1%
2009 --- Berlusconi
0,7%
1.769.255
116,4%
2010 --- Berlusconi
1,6%
1.851.252
119,3%
2011 --- Berlusconi-Monti
2,7%
1.907.392
120,8%
2012 --- Monti
3,0%
1.988.363
127,0%
2013 --- Letta (28.4.13--21.2.14
1.2%
2.067.000
132,6%
2014 --- Renzi (feb. '14)
0,2%
2.134.000
132,4%
2015 --- Renzi (dic '16)
0,0%
2.170.000
132,6%
2016--- Gentiloni (dic '16...
0,1%
2.285.254
134,80%
2017--- Gentiloni (...giu '18
1,2%
2.328.697
134,10%
2018--- Conte (giu '18...)
1,1%
2.380.306
134,80%
2019--- Conte (in carica)
0,6%
2.409.000
135,70%

Fonte: Banca d'Italia, Istat
Il tasso di inflazione è misurato con l'indice Foi (famiglie di operai e impiegati

E se nel 1986 rispetto al 1976 (10 anni) il debito fu superiore di 10 volte (era Andreottiana-Craxiana)
Dal 2001 al 2011 (10 anni - era Berlusconiana) è stato di ben 37 volte rispetto al 1976.

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SICILIA e VENETO A CONFRONTO

( non abbiamo preso un 1945, ne' un 1955, ma il 1970! )

Riportare solo le impressioni servono a poco, sono le cifre che raccontano.
Prendiamo dunque queste due regioni che pur distanti tra loro, sono in questo inizio anno 1970 a pari condizioni demografiche, produzione agricola e industriale, risorse e reddito. Quindi una al Nord (da poco "rumoriana") e una al Sud.
La Sicilia e il Veneto.
Il Nord-Est anni Settanta!

SICILIA VENETO
   
abitanti 4.876.000 4.088.000
aziende agricole 557.000 312.000
media ha 4,2 4,8
aziende agricole private 417.000 279.000
media ha 2,7 3,3
aziende bestiame 236.000 203.000
imprese industriali 46.605 48.400
PIL 2.633 miliardi 3.104 miliardi
reddito per occupato 1.663.000 1.872.000
reddito totale 2.377 miliardi 2.820 miliardi
ferrovia 1739 km 1.234 km
autostrade e strade stat. 3.380 km 2.580 km
n. autovetture 534.000 568.000
forze lavoro 1.434.000 1.528.000
0ccupati 1.374.000 1.492.000
disoccupati 60.000 36.000
negozi alim. 43.988 35.164
negozi vari 43.524 44.022
ambulanti 26.088 20.143
sportelli bancari 853 810

 

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