ANNO 1979

CRONOLOGIA DELL'ANNO ( 1a PARTE )

L'ANNO PIU' VUOTO. IL PIU' SALATO (Inflazione al 22%).
CON TANTO SANGUE (stragi)  E IL MISTERO PECORELLI

ma appare CRAXI e qualcosa cambia, evita di far ghettizzare i  comunisti
( vedi luglio - il ricatto di Zaccagnini)

UNA PANORAMICA DELL'ANNO
SEGUONO POI I SINGOLI MESI

Un gran vuoto di governo nel corso dell'anno. Per quasi  nove mesi l'Italia è allo sbando.
Il potere é del tutto assente, mentre l'inflazione al 20/22 per cento - e la spietata pressione fiscale ai salariati - falcidia i redditi di lavoro.
Entra in funzione il SME nei paesi della CEE, mentre in Italia scoppia lo scandalo del Banco Ambrosiano (Sindona, Calvi, Gelli, Ambrosoli - il giallo del secolo!);  provoca un terremoto anche dentro la Banca D'Italia. Incriminato il Governatore BAFFI, arrestato il direttore SARCINELLI. (In seguito saranno prosciolti - Il primo però si dimetterà (!?) il 20 settembre, aprendo così la carriera a CARLO AZEGLIO CIAMPI governatore, e a LAMBERTO DINI nella direzione generale).

Un anno non male invece per commercianti, professionisti, artigiani, osti, idraulici, carrozzieri e altre mille categorie; fanno tutti affari d'oro senza pagare le tasse, previdenza sociale, sanità, infortuni; categorie privilegiate che continuano serenamente a sfuggire al fisco che, in realtà, non vuole colpirli. E se  alcuni  pagano sono somme risibili.

Mentre quasi tutti i prodotti o i servizi anche a distanza di qualche settimana costano più cari, spesso  senza nessuna giustificazione.  Si prende  alle volte la più banale scusa per aumentare i prezzi.
E se osi chiedere spiegazioni .....
"Caro signore/a, ma non legge i giornali? e nemmeno li compra? perchè a proposito di giornale a marzo costava 200 lire, in aprile 250, a maggio 300, quindi il 50% in due mesi".

E giù il 50 per cento di aumenti anche sul riso, la pasta, l'olio ecc.; o i conti salati al parrucchiere, al facchino, al dottore, all'idraulico, e ai vari approfittatori. Cioè tutti.
Il costo del denaro nelle banche é da Terzo Mondo, si sfiora il 35 per cento, ma se non hai forti garanzie, lo sportello è un muro di gomma. Così gli strozzini fanno affari d'oro; chiedono anche loro il 35%, ma al mese!

I sindacati cosa fanno ? - L'8 ottobre su "Rinascita" a riflettere sul loro   "totale fallimento" si alza la voce di un veterano padre della Patria: il comunista GIORGIO AMENDOLA. E se lo dice lui !
Dopo il congresso all'EUR in febbraio, stanno ricomparendo gli egoismi, le bandiere di organizzazione; detto in altre parole ognuno va per conto suo.
La CISL ha riacceso il dialogo con la DC, la UIL con il PSI, la CGIL con il PCI. Per volersi riavvicinare ai partiti, le tre confederazioni sindacali si sono allontanate fra loro, e con una parte della base che li sta duramente contestando.

"L'ombra del compromesso storico ha reso tutto più difficile per le organizzazioni sindacali" si giustifica   BENVENUTO: "il governo d'emergenza sul piano nazionale ha portato un logoramento dei rapporti unitari e ognuno ha voluto cercare una sua precisa caratterizzazione. La crisi ha prodotto lacerazioni vastissime non solo tra le tre organizzazioni, ma tra tutti i lavoratori". -
Gli fa eco MARIANETTI "La spinta dal basso é diminuita e questo ha spento il processo di unità e di democrazia sindacale". (L'Espresso, n.6, 11 febbraio)

Intanto il "partito armato" (PL, BR) non alza la voce ma alza il tiro, continua a seminare cadaveri eccellenti e fa un "salto di qualita";  per la prima volta inizia ad ammazzare anche dentro il proletariato: sindacalisti, operai, domestici, studenti, professori, agenti di custodia e tanti tanti agenti. La reazione del proletariato? "Ma come, non hanno ammazzato nemmeno un borghese e adesso ammazzano i nostri, i poveracci?".
(la lunghissima serie, è elencata nel successivo mese di FEBBRAIO)

Dove sono i "coraggiosi" intellettuali che nel 1971 affermavano che il terrorismo non era una cosa che riguardava la sinistra ma solo la borghesia? Cosa dicono adesso? Aveva allora ragione Amendola due anni fa sull'Unità scrivendo che erano stati oltre che ciechi dei "cattivi maestri"? (vedi fine Gennaio)

A fine GENNAIO  per il venire meno della maggioranza  di solidarietà nazionale, ANDREOTTI dopo un dibattito parlamentare è costretto a dimettersi dal suo IV governo. BERLINGUER ( prestato a dare la voce per chiedere sacrifici ai lavoratori italiani) ha accusato Andreotti di non aver mantenuto i patti e ha ritirato l'appoggio al monocolore: a quella DC che si é presa il lusso di avere lui come interlocutore delle masse a sua disposizione, a completo servizio per far mandare giù i peggiori rospi a una metà degli italiani.

Berlinguer afferma "Siamo giunti alla conclusione, dopo l'esame dei fatti, che la nostra permanenza é diventata impossibile".
Andreotti di rimando "Sono emerse posizioni che richiedono un chiarimento di fondo".

Più che in parlamento la vera battaglia si sta svolgendo dentro le due segreterie. In quella della DC lo scontro é   furibondo. La causa: il rapporto che la DC deve avere o non avere con i comunisti. Coveranno tutti per l'intero anno, poi nel gennaio dell''80, al congresso DC tra applausi, urla, insulti e fischi  arriveranno al famoso "preambolo".

Di governo ci proverà a formarne uno LA MALFA il 2 marzo: propone una diretta partecipazione al  PCI e la nomina di ministri della sinistra indipendente. Ma oltre il netto rifiuto della DC, si schiera contro la sua proposta  anche il PCI. (A Berlinguer questa mossa costerà cara!).

PERTINI convoca ancora Andreotti il 7 marzo; il 21 il democristiano  costituisce il suo V governo. Un tripartito DC-PSDI-PRI.
Ma il 31 marzo Andreotti non ottiene la fiducia al Senato per un voto (149 si contro 150). Il Presidente d. R. PERTINI scioglie le Camere, e fissa le elezioni anticipate al 3 giugno (vedi GIUGNO per i risultati)

Clima preelettorale in stile anni Cinquanta, mancano solo le scomuniche di Pio XII. Intanto è  bloccata la "linea Moro"; quella del "confronto DC-PCI per evitare lo scontro".
Il "compromesso storico" l'hanno sepolto con lui il 9 maggio scorso (non è stato mica ucciso per niente!).  Ma sono anche impraticabili altre vie, come il centrismo, con un PSI guidato da un Craxi ancora molto vago, sospettoso e ambiguo, che punta a una sola cosa: sfruttare il malcontento dentro il PCI, rafforzare il PSI, e infine se non proprio sorpassarlo, fare  l'ago della bilancia; verso dove, nessuno lo sa. Forse nemmeno lui. I giochi - è ormai chiaro - si faranno solo dopo i risultati. Mai stati così incerti. Quindi alla vigilia delle elezioni, appare  molto precario anche un ritorno al centro sinistra.

CRAXI insiste nel dire di voler andare su una "terza via" ma non dice quale e con chi. Fa così sognare i comunisti e i democristiani.
Sembra agire per un coinvolgimento del PCI, ma presta molta attenzione alla DC,  che  - spaventata di perdere il potere - non smette un attimo di tirarlo per la giacca. "Lascia perdere i comunisti, unisciti a noi e spartiamoci la grande torta Italia"
("Quello di non saper scegliere tra la destra e la sinistra in forma esplicita e non surrettizia, sarà in seguito il fallimento di Craxi. Fa il tattico ma non lo stratega. Fa il politico nazionale ma non lo statista.
Ed è questo suo oscillare che ha posto una delle basi della crisi della mediazione, allorchè ha definitivamente scelto il patto con Andreotti, mentre la situazione internazionale irreversibilmente mutava e quindi quel patto medesimo, dopo l'89, veniva inteso dall'alto capitalismo come un prezzo che non era necessario, come un tempo, pagare"
- Lo scriverà in seguito  Giulio Sappelli, in L'Italia di fine secolo, Marsilio editore, 1998)

Il partito di Berlinguer, nel tastare il polso della piazza,  sta registrando una flessione delle simpatie. Gli rimproverano di aver dato al governo Andreotti un appoggio "gratis"  e con i suoi  "dialoghi" di essersi "prestato" a fare solo scena muta. (a dire   "ero costretto" sarà Berlinguer stesso - vedi l'intervista che abbiamo anticipato nello scorso GENNAIO 1977 )
Una situazione che sta portando allo sbando una gran fetta di elettorato del PCI (perder il 4%)

La DC ne approfitta, e nella campagna elettorale;  rispolvera tutti i vecchi pregiudizi sui comunisti; ripiomba nelle storiche polemiche sulla assenza di democraticità della sinistra; riesuma tutti gli slogan anticomunisti; che riescono ad avere l'effetto desiderato: "la paura dei rossi senza Dio".

A elezioni concluse, i risultati oltre  aver provocato un terremoto (per la prima volta il PCI ha indietreggiato nettamente da 34,4 a 30,4 per cento) non ha risolto la crisi. Per formare un governo si dovrà attendere agosto, quando ANDREOTTI, il 2 luglio, fallisce per l'indisponibilità del PSI, e a sua volta il segretario del PSI CRAXI , il 9 luglio, fallisce per l'opposizione della DC; ma poi subito dopo - ricevuto l'incarico
il 27 il democristiano PANDOLFI - il segretario socialista si vendica rispondendo picche e aspetta; anche quando a formarlo sarà Cossiga;  nel  suo governo balnerare di agosto  Craxi non entra (salvo due tecnici) ma lo appoggia  astenendosi.

Craxi   nell'attesa vuole studiare i due avversari, entrambi  nell'interno dei loro partiti investiti da una profonda crisi;  vuole cuocerli a fuoco lento mentre manda segnali ai ceti medi, a  strati di borghesia produttiva e anche all' alta borghesia.
Tutti stanno accusando stanchezza verso la DC, si é chiuso un periodo e hanno desiderio di cambiamento. Ma soprattutto Craxi coglie alcune esigenze nuove che affiorano nel paese. Infine,  guarda a Mitterand che in Francia sta diventando più forte dei comunisti,   partendo da un partito che prima si era ridotto al 6 per cento di voti.

(Ma Mitterand non aspetterà d'essere più forte del Pcf per ricercarne l'alleanza. Nel suo programma e nei dibattiti alla Tv,  fu molto chiaro: "non escluderò mai dal governo la classe operaia francese e un partito come il Pcf, che ne rappresenta una parte" - Mitterand l'ha detto e poi l'ha anche fatto.
Craxi invece, lo scorso anno, al suo esordio, si era impegnato a rimuovere le pregiudiziali contro i comunisti, poi al primo veto della DC, le accettò come un dato immutabile.
Il prossimo anno il PSI addirittura capovolge la sua linea e passa all'alleanza con la destra democristiana, quella del "preambolo", quella   più ostile al Pci e al movimento operaio.
Forse Craxi pensava di crescere più in fretta. In dieci anni ci riuscì.  Ma usando la sua posizione per accrescere solo il potere del suo partito nella spartizione e nella lottizzazione dello Stato dentro un gruppo sempre più ristretto, che non solo causò (che errore!) uno sviluppo e un allargamento dentro la stessa sinistra sempre più moderata.
La stessa borghesia produttiva riconquistando grazie a lui la propria autonomia dai boiardi anni Settanta, ritornando al suo forte management, fece come al solito l'"usa e getta", e iniziò la congiura quando Craxi stava mettendo un freno (con i  suoi "pedaggi") ai grandi mercati europei, o perché stava salendo troppo in alto: verso l'ultimo gradino, verso il presidenzialismo.
Lo spinsero così nella palude di "tangentopoli" con molti amici di percorso.

Forse un giorno scopriremo che il grande capitalismo all'inizio degli anni Novanta, per scrollarsi di dosso i "pesi", e ormai convinto di non poter risolvere la questione politicamente, strinse un patto di ferro con la sinistra o quantomeno ispirò la magistratura a causare il terremoto sussultorio per distruggere, e ondulatorio per causare crepe in tutte le segreterie dei partiti al governo.

Che un regista politico fosse assente (malgrado tante vantate paternità)  é un dato di fatto. Mancò e non seguì un'alternanza. Nessun altro terreno era stato ideato e predisposto dall'ingegneria politica, compresi quelli che subito dopo hanno improvvisato partiti e movimenti con le alleanze più singolari, che si sono poi rivelate tutte problematiche e precarie.
Nonostante gli inciuci, le divisioni, i ribaltoni, i bipolarismi veri o finti con i nuovi o i vecchi partiti diventati tutti "spezzatino", si sono rivelate tutti un bluff. Arriveremo, dopo dieci anni,   ancora con i partiti incapaci di mediare e di intermediare tra di loro, alcuni pur con la stessa matrice ideologica, rivelatasi anche questa un "colabrodo".
Gli unici a beneficiare della grande confusione: il grande capitalismo, le grandi banche, le dinastie. Non hanno mai avuto i bastoni in mezzo alle ruote come in questi ultimi dieci anni fino al 1990. Ma é quello che volevano!! Fare un decennio indisturbato, con  tanti "nani", gente predisposta al "narcisistico pavonismo" da mettere sulle poltrone; tenerli impegnati dentro le segreterie a discutere dell'aria fritta che vi circolava, insomma non averli in mezzo ai piedi. Come invece in questo inizio anni Ottanta.

Il nuovo governo (DC-PSDI-PLI) varato il 5 agosto, é una vera sorpresa. A guidarlo FRANCESCO COSSIGA, dato "spacciato", "bruciato", per le conseguenze tragiche della vicenda Moro.
La Camera gli dà la fiducia con 287 sì (DC, PSDI, PLI, SVP)  242 no, (PCI, MSI, PR) con 65 astenuti (il PSI e il PRI). Mentre il Senato vota il 12 agosto con 153 sì e 118 no.
Poi tutti al mare, a fare i bagni. Con le spiagge affollate. I corrispondenti dei giornali stranieri non ci capiscono più nulla. Ma come, il Paese affonda e gli italiani tutti al mare a galla con il 24 per cento d'inflazione? Sono sconcertati.  Quello che poi dice il ministro dell'Industria Prodi proprio non lo capiscono....

Il professor PRODI, neoministro dell'Industria, su Panorama n. 688, aveva affermato a inizio anno: "Il Paese é percorso da una linfa benefica che alimenta il tronco e le membra. A Milano ho visto ragazze eleganti, bei vestiti, buoni profumi. Allora ha ragione Alberoni! Perchè a parte le ragazze profumate, negli ultimi mesi lo stato di salute dell'economia é migliorato, nonostante che tutta una serie di scartoffie prevedesse una fase di difficoltà. In giro c'é desiderio di fare, c'é disponibilità a investire, ci sono programmi e non il mesto bla bla degli anni scorsi".

(Forse Prodi si riferisce  all'economia sommersa, che sta creando grandi profitti alle industrie. Con gli ex sfruttati  hanno scoperto la manna: cioè come non pagare le tasse, i contributi, e come essere al riparo dai sindacati che ultimamente controllano solo più un gruppo di metalmeccanici, molto esiguo. Solo la Fiat a Torino si serve di 20.000 (ventimila) aziendine create quasi tutte da ex operai. Così nel Bresciano. Altrettanto nei telai domestici del Modenese o Trevigiano, dove in 24 ore senza mai fermarsi, si alternano figli, padri, madri, zie e nonne.
(prima nelle aziende si lamentavano di 8 ore ora ne fanno a casa 16)

Di quale Paese sta parlando Prodi nessuno lo sa. Non può essere l'Italia 1979. Gli economisti dell'Ocse hanno dichiarato "con sincero sgomento ormai l'Italia é stata superata persino dalla Spagna; sta scivolando verso il Terzo Mondo". (Espresso, n. 6, febbraio 1979).

Gli economisti esteri per fortuna sbagliano. Hanno solo i dati ufficiali del governo: il PIL, ma nulla sanno del PI S, il "Sommerso". Che non solo tiene a galla il Paese, ma come ha notato Prodi, la gente va in giro  elegante e profumata e corre in vacanza al mare. Neoliberismo illusorio e spesso anche triste edonismo. Molti fondano sulla disponibilità di denaro il loro prestigio, ma spesso con il basso livello culturale, é tutto fasullo, non contano proprio nulla nel mondo borghese né ai vertici del potere; contano solo perchè hanno addosso - anche se sono ora a casa e non più nelle fabbriche nei campi o nelle miniere -  la maledizione biblica: lavorare a testa bassa.

Per chi e per cosa non se lo chiedono nemmeno più; non hanno né tempo né respiro per rispondere. Il mezzo é diventato il fine, e il vivere é solo per lavorare. Ogni "intervallo" di altro genere é una perdita di introito, la cultura dei valori non produce PIL.  Questo  nuovo gruppo sociale é impegnato in una trasformazione esistenziale così assurda che non gli consente più di esistere per sè. Sono di fatto degli schiavi sazi e soddisfatti del loro destino che lavorano senza saperlo per i padroni occulti. E come non potrebbero esserlo, sono le gerarchie occulte che formano i "valori" e il senso della loro vita; non lo sanno ma inconsapevolmente agiscono e alimentano questa  casta contemplativa.

Intanto il Paese si sta spaccando in due. Né Prodi né Alberoni  evidentemente sono stati  oltre Roma e Pescara. O se ci sono stati non hanno visto nulla. Giravano solo nei salotti profumati. L'ultimo poi a pontificare nei suoi articoli, come si può essere felici, come dominare, come farsi gli amici, come vivere sereni. Un Seneca moderno, che scriveva l'"arte della felicità", predicava ol romano i piaceri della contemplazione anche sulle piccole cose, ma intanto lui non rinunciava a farsi servire da 250 schiavi.

I SINGOLI MESI

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L'assassinio di GUIDO ROSSA
 (Una testimonianza dei fatti)

"NOI CI IMPEGNIAMO CON LORO"

10 GENNAIO - Subito si apre l'anno, con il sangue sulle strade. Sono i primi caduti di una lunga serie di vittime del terrorismo. (L'intero elenco è riportato nel successivo mese di FEBBRAIO)
A Roma dopo l'assalto  di militanti della destra a una sezione del PCI, negli scontri con la polizia muore uno studente, ALBERTO GIANQUINTO di 17 anni. Poco dopo a Montesacro terroristi di sinistra uccidono un altro studente di 19 anni, STEFANO CECCHETTO.

19 GENNAIO -  A Torino GIUSEPPE LARUSSA, agente di custodia cade sotto i colpi di militanti di Prima Linea.

24 GENNAIO - A Genova, il sindacalista, GUIDO ROSSA, militante del PCI, delegato del consiglio di fabbrica dell'Italsider, di 44 anni, viene ucciso a colpi di pistola davanti alla sua abitazione. L'attentato é rivendicato dalla Brigate Rosse con una telefonata alla portineria dei giornali.
Guido Rossa nello scorso ottobre aveva permesso l'arresto, e poi aveva testimoniato al processo che condannò a quattro anni, Francesco Berardi, un capo turno della Italsider, da lui scoperto  a depositare volantini delle BR in fabbrica.
L'assassinio sconvolge il mondo operaio e tutta  la sinistra. Il PCI che prima aveva sottovalutato il fenomeno terrorismo rosso inizia a prendere le distanze e cambia linea. E' un brutto momento per Berlinguer, per il Partito, per tutti (ma non tutti) gli intellettuali  della sinistra.

Il "partito armato" (PL, BR)  alza il tiro, inizia a seminare cadaveri eccellenti e fa un "salto di qualita";  per la prima volta inizia ad ammazzare anche dentro il proletariato: sindacalisti, operai, domestici, studenti, professori, agenti di custodia e tanti altri. La reazione del proletariato? "Ma come, non hanno ammazzato nemmeno un borghese e adesso ammazzano i nostri; i poveracci?".

29 GENNAIO - Assassinato da un commando di Prima Linea (di cui fa parte MARCO, il figlio dell'esponente DC DONAT CATTIN) il sostituto procuratore della repubblica di Milano  EMILIO ALESSANDRINI. Si stava occupando dell'inchiesta sulla pista nera per la strage di piazza Fontana e stava indagando sul Banco Ambrosiano di ROBERTO CALVI (Inchieste scottanti).
Tre giorni prima il 26, era stato rimosso il presidente della Corte di cassazione dal CSM per aver firmato con LICIO GELLI, EDGARDO SOGNO e FLAVIO ORLANDI, una dichiarazione giurata in favore di MICHELE SINDONA per impedirne l'estradizione dagli USA in Italia.

31 GENNAIO -  Il governo ANDREOTTI IV si dimette dopo un acceso dibattito parlamentare nel corso del quale crolla l'appoggio della maggioranza di solidarietà nazionale. Non sono  estranei i fatti del 24 a Genova e a Milano, nei quali la reazione e lo sdegno  sono stati enormi in entrambi i due schieramenti.  Ne approfittano gli avversari dei comunisti, citando la frase dell'appello degli intellettuali francesi dello scorso anno: "Il socialismo dal volto umano ha rivelato brutalmente il suo vero aspetto".

Non sanno che pesci pigliare gli  intellettuali, già in lotta contro il compromesso storico. Quelli già chiamati "cattivi maestri" da Amendola sull'Unità nel giugno 1977. Lui li aveva avvertiti; la questione terrorismo non riguardava soli i borghesi, ma riguardava tutti. Non bisognava girare la testa dall'altra parte, e rinunciare - proprio loro uomini di studio e di pensiero - allo spirito critico.

Qualcuno ai primi morti così inspiegabili, ricorda (e rinfaccia) agli intellettuali "coraggiosi"  la loro lettera pubblicata dalla stampa nel 1971, dopo i primi lampi di estremismo: 
 "Quando essi
(gli estremisti futuri terroristi Ndr) gridano "lotta di classe, armiamo le masse", noi lo gridiamo con loro. Quando essi (gli estremisti futuri terroristi Ndr.) si impegnano a combattere un giorno con le armi in pugno contro lo stato fino alla liberazione dai padroni e dallo sfruttamento, noi ci impegniamo con loro". 

Firmato: UMBERTO ECO, LUCIO COLLETTI, PAOLO MIELI, SERGIO SAVIANE, GIULIO CARLO ARGAN, DOMENICO PORZIO, ALBERTO SAMONA', ENZO PACI, PAOLO PORTOGHESI, GIOVANNI RABONI, NATALIA GINZBURG e altri intellettuali di "valore".

Non solo non sanno che pesci pigliare, ma molti si defilano, "se la stanno facendo addosso" (espressione di Bocca). Anche perchè potrebbe toccare anche a loro.
E' già accaduto (Casalegno e i vari gambizzati) e accadrà ancora (Tobagi del Corriere, e altri gambizzati come Montanelli, o Passalacqua di Repubblica). Molti scappano, uno si rifugia sui monti valdostani (Bocca), per poi scoprire che anche tra i figli dei colleghi di lavoro (che ci  passano le vacanze o il week end) c'è il killer. Che insomma è inutile scappare. E che il marcio è ovunque.

 

GLI ASSASSINATI  NEL CORSO DELL'ANNO  1979

16 FEBBRAIO - Venezia - Un nucleo terrorista di sinistra uccide il macellaio LINO SABBADINI
16 FEBBRAIO . Milano . E' ucciso  da terroristi di sinistra l'orefice PIERLUIGI TORRIGIANI
28 FEBBRAIO - Torino - Scontro della polizia con le Brigate Rosse.  Sorprese dentro un bar della periferia nel conflitto a fuoco restano uccisi  BARBARA AZZARONI, MATTEO CAGGEGI
9 MARZO - Palermo - Ucciso il segretario provinciale della DC  MICHELE REINA
13 MARZO - Bologna  - Uccisa in un attentato di Prima Linea, la domestica GABRIELLA FAVA
13 MARZO - Bergamo - Cade sotto i colpi di Prima Linea, l'appuntato dei carabinieri GIUSEPPE GUERRIERI
21 MARZO - Cuneo - dalla Brigate Rosse é ucciso l'imprenditore  ATTILIO DUTTO
29 MARZO - Roma - Assassinato il consigliere provinciale della DC dalle BR, ITALO SCHETTINI
12 APRILE - Thiene (VI) - Dilaniati  dallo scoppio, mentre preparano un ordigno: ANGELO DEL SARTO, ALBERTO GRAZIANI, MARIA ANTONIETTA BERNA di Autonomia Operaia.
19 APRILE - Milano - E' assassinato dalle Brigate Rosse,  l'agente della Digos ANDREA CAMPAGNA 
19  APRILE - Roma - Un militante del PCI, CIRO PRINCIPESSA é assassinato  da un neofascista
3 MAGGIO - Roma - Un commando di BR mentre assalta la sede della DC si scontra con le forze della  polizia. Cadono sotto una raffica di mitra delle BR, il brigadiere ANTONIO MEA e gravemente ferito l'agente PIERINO OLLANU (poi deceduto il 10 maggio).
13 LUGLIO - ROMA - Dalle BR é assassinato il tenente colonnello dei carabinieri ANTONIO VARISCO, considerato il "braccio destro" del Generale DALLA CHIESA. (un'esecuzione che ha dei risvolti inquietanti sul caso MORO)
18 LUGLIO - Druento - Ucciso da un commando di Prima Linea il vigile urbano   BARTOLOMEO MANA.
18  LUGLIO - Assassinato dalle BR il proprietario del Bar di Torino (vedi 28 Feb) CARMINE CIVITATE
21 SETTEMBRE - Torino - Assassinato da un commando di PL, il dirigente della Fiat di Torino CARLO GHIGLIENO
9 NOVEMBRE - Roma - In un agguato delle BR viene ucciso l'agente di Polizia MICHELE GRANATO
21 NOVEMBRE - Genova - Assassinati dalle BR il maresciallo dei C. VITTORIO BATTAGLIN e l'agente MARIO TOSA
27 NOVEMBRE - Roma - Dalle BR assassinato il maresciallo dei carabinieri DOMENICO TAVERNA
7 DICEMBRE - Roma - dalle BR assassinato il maresciallo di Polizia MARIANO ROMITI
11 DICEMBRE - Torino - Un commando di PL gambizza cinque  docenti e cinque studenti
14 DICEMBRE - Torino - Conflitto a fuoco con PL; resta ucciso il terrorista ROBERTO PAUTASSO.
17 DICEMBRE - Roma -Scambiato per un altro, neofascisti uccidono l'impiegato ANTONIO LEANDRI.

(I  nuclei terroristici attribuiti e citati  sono stati riportati dai giornali  e dai comunicati dall'agenzia Ansa).

Per non essere di parte; ricordiamo anche questi crimini:

*UGO VENTURINI (MSI – Genova 18.04.70, colpito alla testa da un sasso lanciato dai rossi durante un comizio di Almirante)
*CARLO FALVELLA (F.d.G. – Salerno 07.07.72, ucciso a coltellate sotto casa da un anarchico e due militanti dell’ultrasinistra)

*STEFANO E VIRGILIO MATTEI (MSI – Roma 16.04.73, morti nel rogo della loro casa, quartiere Primavalle, appiccato da appartenenti a "Potere Operaio")

*GIUSEPPE SANTOSTEFANO (CISNAL – Reggio Calabria 31.07.73 aggredito da militanti rossi durante un comizio del PCI)

*MANUELE ZILLI (F.d.G. – Pavia 03.11.73, morto in seguito alle percosse ricevute sul capo in una aggressione rossa di qualche giorno prima)

*GIUSEPPE MAZZOLA, GRAZIANO GIRALUCCI (MSI – Padova 17.06.74 uccisi durante un’incursione delle "Brigate Rosse" nella federazione del MSI di Padova)

*MIKIS MANTAKAS (FUAN – Roma 28.02.75 ucciso a colpi d’arma da fuoco durante un assalto rosso alla sede MSI di Via Ottaviano – Prati)

*SERGIO RAMELLI (F.d.G. – Milano 29.04.75 ucciso a sprangate e colpi di chiave inglese sotto casa da 10 militanti di "Avanguardia Operaia")

*MARIO ZICCHIERI (F.d.G. – Roma 29.10.75 ucciso a colpi di fucile a canne mozze, sparati da un’auto di passaggio, da un commando rosso di fronte alla sezione MSI del quartiere Prenestino)

*ENRICO PEDENOVI (MSI – Milano 29.04.76 ucciso un anno dopo Ramelli da militanti di "Lotta Continua" aspiranti ad entrare in "Prima Linea" con colpi d’arma da fuoco sotto casa alle 7 del mattino)

*ANGELO PISTOLESI (MSI – Roma 28.12.77 ucciso sotto casa dopo averlo fatto scendere con una scusa, con colpi d’arma da fuoco dal gruppo "Nuovi Partigiani")

*ROBERTO CRESCENZIO (simpatizzante – Torino 01.10.77 ucciso nel rogo appiccato dai rossi al Bar "Angelo Azzurro")

*FRANCO BIGONZETTI, FRANCESCO CIAVATTA (F.d.G. – Roma 07.01.78 uccisi da un commando di 5-6 giovani con colpi di mitraglietta dinanzi alla sede MSI di Acca Larentia)

*STEFANO RECCHIONI (F.d.G. – Roma 07.01.78 ucciso dopo poche ore gli omicidi Bigonzetti – Ciavatta, dal capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori, dinanzi ad Acca Larentia, a causa degli scontri con le forze dell’ordine causati dalla tensione e dal gesto di un operatore RAI che per disprezzo o distrazione getta un mozzicone di sigaretta sul sangue ancora fresco di Ciavatta. Recchioni apparteneva alla sezione di Colle Oppio)

*FRANCO ANSELMI ( spontaneismo extraparlamentare – Roma 06.03.78 ucciso in uno scontro a fuoco)

*ALBERTO GIAQUINTO (FUAN – Roma 10.01.79 ucciso durante i tafferugli della commemorazione di Acca Larentia da un proiettile, che lo colpisce alla testa, esploso a distanza ravvicinata dall’agente in borghese Alessio Speranza)

*STEFANO CECCHETTI (F.d.G. – Roma 10.01.79 ucciso poche ore dopo Giaquinto, di fronte ad un bar dei giovani di destra da colpi d’arma da fuoco sparati da un auto in corsa. L’agguato è rivendicato da "Compagni Organizzati per il Comunismo")*FRANCESCO CECCHIN (F.d.G. – Roma 29.05.79 atteso da un commando comunista, uno iscritto al PCI, sotto casa, viene aggredito e colpito duramente al capo. Il corpo viene poi afferrato e scagliato in un cortile del garage con un volo di 5 metri)

*ANGELO MANCIA (MSI – Roma 12.03.80 ucciso sotto casa da due killer di "Compagni Organizzati in Volante Rossa" con due colpi di pistola alla schiena e un colpo di grazia alla nuca; era dipendente del "Secolo d’Italia" e segretario della sezione Talenti)

*MARTINO TRAVERSA (simpatizzante – Bari 12.03.80 ucciso a colpi di lupara dai compagni mentre registrava canzoni in una emittente privata)

*NANNI DE ANGELIS ( T. P. – Roma 05.10.80 ucciso in carcere dalle forze dell’ordine; venne trovato impiccato e si parlò subito di suicidio) *ALESSANDRO ALIBRANDI ( ex FUAN di Via Siena – poi spontaneismo extraparlamentare – Roma 05.12.81 ucciso in uno scontro a fuoco con le forze dell’ ordine)

*GIORGIO VALE ( T. P. – poi spontaneismo extraparlamentare – Roma 05.05.82 ucciso in un appartamento dalle forze dell’ ordine, la versione delle quali parla di suicidio per essersi sentito braccato; come per De Angelis sono ancora troppi i misteri che circondano la vicenda)

*PAOLO DI NELLA (F.d.G. – Roma 02.02.83 ucciso con un colpo di spranga da un gruppo di autonomi mentre al quartiere Trieste stava affiggendo manifesti sul verde pubblico. Morirà dopo 7 giorni di coma)

Se ci sono delle inesattezze segnalatelo

 

  Il grande mistero: Pecorelli

2 MARZO - UGO LA MALFA ricevuto l'incarico per formare un nuovo governo, fallisce il tentativo per l'opposizione della DC che non vuole assolutamente una partecipazione dei comunisti. Fallisce anche per il rifiuto di BERLIGUER alla sua proposta di un direttorio dei segretari dei partiti garanti del nuovo governo.
Doccia fredda e umiliazione per Craxi. Nei colloqui tra Dc e PCI non è stato ammesso. Pajetta è stato brutale "non abbiamo bisogno di sensali"

7 MARZO - Pertini convoca ancora ANDREOTTI. Il 21 costituirà il suo V governo, che il 31 non ottiene la fiducia per un voto. Al senato 149 Sì contro 150 No. Determinante il comportamento dei demo-nazionali i quali si "spaccano": quattro votano a favore, altri quattro si astengono uscendo dall'aula, e uno vota no condannando il neogoverno Andreotti. Il presidente Pertini   scioglie le Camere fissando le  elezioni per il 3-4 giugno.

13 MARZO - Parte lo SME, il nuovo sistema monetario europeo. Sono stabiliti dei limiti alla fluttuazione delle monete, ma la sterlina non aderisce. Per il resto dell'anno in Italia é quasi guerra. L'economia del Paese ha dovuto combattere in trincea. Una vera devastazione sulla linea dei prezzi al consumo e all'ingrosso. 42 mila miliardi il disavanzo pubblico.
In ogni caso la lira italiana ha saputo fronteggiare (grazie sempre al turismo) tutte le bufere valutarie che hanno segnato il corso del 1979. Giocando in difesa nei confronti del dollaro non si é perso nulla, 824 lire era in gennaio, 825 a fine anno. Ne hanno però risentito gli esportatori, anche se la produzione industriale ha fatto registrare un  più 4,7 %.
 
La Borsa ha fatto registrare un più 22%; gli italiani l'hanno finalmente scoperta, l'incremento é stato del 90%, ma la parte del leone l'hanno fatta i beni rifugio, l'antiquariato, i terreni, che schizzano in alto, l'oro (nel '70 era a 1000 lire al grammo, quest'anno tocca le 10.000) . Il sociologo Daniel Bell l'ha definita "Una guerra civile condotta con mezzi non tradizionali".
Una guerra ogni mattina. L'inflazione galoppa, l'aumento del costo del lavoro sale al 16% e la grande industria esportatrice paga il suo ritardo tecnologico, non é più competitiva nei mercati europei;  si apre così una grossa falla nel mondo del lavoro che fa toccare alla disoccupazione l'8%, e a fine anno molte aziende iniziano a "sfrondare" (4500 dipendenti alla Olivetti, che sta cambiando filosofia del prodotto, i computer, ma  in ritardo).

I sindacati si allarmano "si sta portando in Italia una cultura industriale ispirata ad un neo-liberismo che metterà fine alle riforme degli ultimi anni". Ma anche i sindacati non hanno capito che si sta aprendo una nuova era; non più fatta di braccia e con al massimo la quinta elementare.
Stanno entrando nelle fabbriche i robot,  i computer, e non solo nelle fabbriche; ora servono tecnici qualificati anche per fare un bullone o per dare la vernice.
Insomma un anno teso e surriscaldato. Alcuni hanno affermato che in questo periodo si stanno accentuando due mondi, uno che approfitta e l'altro che subisce. Una spaccatura che sta diventando più importante della divisione dei partiti politici.

Infatti i commercianti, gli artigiani, i professionisti, gli albergatori, o di destra o di sinistra, seguono questa corrente neo-liberista; hanno aumentato senza freno e a piacimento, prezzi e tariffe. Nel vuoto di potere si sono accorti tutti che "si può". E se si è sul treno giusto, non su quello a reddito fisso, le ideologie si chiudono in cantina, anzi qualcuno le seppellisce per sempre.
In Romagna, in Toscana, nel Veneto, nelle Marche, perfino negli Abruzzi, chi ha intraprendenza non resta deluso. L'artigianato già trasformatosi in piccola impresa ha già vinto la sfida con le grandi industrie di ogni genere; é competitiva nella regione perchè ha risorse umane sul territorio e ha il suo mercato interno floridissimo.

20 MARZO - Ore 20,45, via Orazio a Roma. Quattro colpi col silenziatore e si fa tacere il più scomodo giornalista d'Italia. "L'uomo che sapeva troppo". MINO PECORELLI: Direttore di OP (Osservatorio Politico); prima agenzia quotidiana e poi dal marzo '78 si trasforma in rivista settimanale; proprio il mese della strage di via Fani.
Pecorelli "con il suo giornale toccava un po' tutti, a destra e a sinistra" lo ha detto la sorella, ma era cosa nota. I suoi titoli su OP erano dei macigni lanciati addosso ai protagonisti della politica e della finanza. Notizie riservate, scottanti, evidentemente provenienti dai servizi segreti, che facevano tremare tutti i potenti.
Con queste notizie OP era diventata  una rivista "specializzata" nei colpi a sensazione sull'ambiente politico e sull'apparato statale. Ma questo Pecorelli che le scrive dove vuole arrivare? Cosa sa? E perchè sa? E perchè fa paura e inquieta?

PECORELLI, 51 enne, era un avvocato civilista specializzato in diritto fallimentare; professione che ha poi lasciato nel '68 per dedicarsi con impegno nella vita politica (era portavoce del ministro Sullo) poi al giornalismo fondando un'agenzia di stampa. Volontario a 17 anni nella guerra di liberazione, fu insignito della più alta decorazione dal generale Anders.
Quasi subito, sulla sua rivista nel '70-'71, iniziò lui a rivelare i particolari scabrosi (anche i minimi) sulla vita privata e sugli affari del presidente della Repubblica Leone e famiglia. Nel famoso libro che poi scatenò la guerra all'inquilino del Quirinale, Camilla Cederna su Pecorelli scriveva un capitolo: E' il Sid che spia? "L'agenzia di Pecorelli, da sempre passa per essere un'agenzia del Sid, una emanazione del generale VITO MICELI che ne era il capo dal 1970. Si dice che a Op diano notizie una certa fazione, attenzione, attenzione, alcuni dorotei di RUMOR".
Poi Miceli viene arrestato con l'accusa di essere un Golpista. Pecorelli su Op, scrive "ho le prove che il presidente vuole vendicarsi". Perso il "padrino", inizia la persecuzione; lo pedinano, lo minacciano, un giorno gli distruggono la macchina, é accusato di falso in bilancio e di bancarotta;  gli ritirano il passaporto; poi per i continui  reati di diffamazione é denunciato all'ordine dei giornalisti. Tenta lui, o qualcuno lo invita, a fare una trattativa per stare zitto con i Leone.

(copertina del 27 giugno 1978)

Ma non va in porto perchè -dicono i maligni- che chiese un miliardo mentre gli interessati offrirono meno di cinquanta milioni. Ma secondo la Corte d'Assise di Perugia, Pecorelli pubblicò quasi sempre tutto, perchè era un curioso, ma non si fece mai dare denaro - al momento della morte era titolare di modesti conto correnti e come proprietà aveva solo l'abitazione in via della Camilluccia.
Ricomincia il massacro ma sa che ormai è una lotta impari  "ma io vado avanti... quella famiglia non mi piace per niente".

Ma andiamo indietro di qualche mese, al periodo del "sequestro Moro". Su OP apparvero tre lettere (con autentica copie conforme) scritte da Aldo Moro prigioniero della BR, alla moglie, a Zaccagnini e al fidato Rana, che erano state sequestrate dalla magistratura, tenute segrete, non rese pubbliche. Dopo l'assassinio dello statista, Pecorelli fa sapere in modo molto chiaro su OP che ora ci sarà il gioco al massacro, inizieranno i ricatti o qualche generale morto per incidente. Come al solito é criptico in tanti passi: "Cossiga non poteva fare niente per salvare Moro perché doveva sentire più in alto, ma in alto dove sino alla loggia di Cristo in Paradiso?" .

Poi il numero di OP, dopo in rinvenimento delle carte di Moro in via Montenevoso (vedi maggio 1978) preannunciava la eliminazione del generale  Amen (così chiamava il generale DALLA CHIESA) che ha rinvenuto le carte di Moro (accenna perfino a una cassetta magnetica) e sospetta non consegnate tutte alla magistratura,  nè allo stesso Andreotti, ma che si é trattenuto quelle più compromettenti. (Questo particolare, lo confermerà poi in una deposizione pure la suocera di Dalla Chiesa).

SU PECORELLI VEDI ANCHE NEL MAGGIO '78

Il giornalista insomma stava appurando "cose politiche" troppo collegate al delitto MORO". Lo aveva fatto capire dalle  colonne di  Op, che da un momento all'altro avrebbe fatto domande scabrose, che  come al solito - dava - anche risposte.
Una cosa non immaginava, di essere fatto fuori prima di Dalla Chiesa. Con quattro colpi micidiali; uno in bocca (! significative) e tre alla schiena.

Nel numero del 2 gennaio, nella copertina di OP appariva un Berlinguer vestito da Befana che portava in braccio Andreotti (COSA VOLEVA SIGNIFICARE?) Dentro fra le altre cose una inchiesta sulle "case impopolari". Mentre nella copertina del 15 agosto c'era un curioso titolo-occhiello "Requiem per una spia".

Sulla sua morte nel 1980 si aprirà un'inchiesta contro ignoti. Il procuratore Gallucci parla di un dossier trovato (da Domenico Sica - nominato poi nell'88 alto commissario per la lotta alla mafia con poteri straordinari)  nell'ufficio di Pecorelli, ma ha aggiunto che parte del fascicolo riguarda la sicurezza nazionale (!). Ai giornalisti fa poche ammissioni sul contenuto: "un giorno vi sarà spiegato il perchè di questo silenzio"; il MISTERO PECORELLI ha inizio!

Il 18 novembre allo scandalo dei petroli si toccano momenti di massima tensione alla Camera e al Senato. Il missino PISANO' (leggendo una lettera di Pecorelli in cui chiedeva gli arretrati di pagamenti concordati) accusa BISAGLIA il ministro dell'industria del governo FORLANI appena varato (vedi 1980, in quale critica occasione), di aver finanziato l'agenzia e la rivista OP di Pecorelli.
L'esponente DC replica che è tutto falso (intanto si dimette) e chiede un Giurì d'onore. Entra poi in scena Rosita Pecorelli, la sorella del giornalista, che conferma di aver consegnato a Pisanò la lettera da lui esibita in Parlamento e che era stata indirizzata dal fratello a Bisaglia per richiedere "altri" finanziamenti.
Il Giurì emette una sentenza salomonica. I finanziamenti non sono provati. La lettera é autentica ma non prova che Bisaglia l'abbia mai ricevuta. Pecorelli è morto e non può confermare.
Bisaglia capogruppo della DC al Senato della corrente dorotea morirà annegato in circostanze strane a Portofino il 25 giugno del 1984. Il fratello prete che voleva far luce sulla sua morte anche lui morirà annegato in circostanze misteriose. (ne riparleremo nell'84)

(Nello studio di Pecorelli viene trovato una copia del fascicolo "Mi-Fo-Biali", da cui partirà lo scandalo petroli. Pochi giorni prima Pecorelli aveva avuto un incontro con AMBROSOLI alla presenza del generale VARISCO. Ambrosoli sarà assassinato il 12 luglio. Varisco il 13 luglio. Mentre il maresciallo del Sid Augusto CIFERRI che aveva eseguito le intercettazioni telefoniche relative al caso Mi-Fo-Biali" muore il 12 ottobre in un "incidente". Mentre il 5 giugno del '81 il colonnello della G.di Finanza Luciano ROSSI si "suicida". Quest'ultimo con il colonnello FLORIO (morto anche lui in uno strano incidente d'auto) i due avevano steso nel '78 tre note informative su GELLI.)

Bisaglia con Piccoli, al consiglio della DC del 1975, luogotenente in Veneto di RUMOR   aveva posto in minoranza il suo padrino e aveva iniziato la scalata; non solo, ma gli aveva invaso il  collegio a Vicenza, distribuendo i "santini" elettorali dentro le sue roccaforti: i numerosi istituti religiosi che Rumor da una vita controllava completamente con la tipografia che monopolizzava le edizioni cattoliche e religiose del territorio (il padre era stato uno dei fondatori dell'Opera dei Congressi).

Nel 1982 riceveranno avvisi di reato per concorso in omicidio volontario e aggravato di Pecorelli, GIUSVA FIORAVANTI (verrà implicato anche nella strage di Bologna, e per un omicidio plurimo di due agenti nell'81) e il capo del P2 LICIO GELLI.
Nel luglio del 1993 la procura di Roma - sulla base delle informazioni dei pentiti TOMMASO BUSCETTA e FRANCESCO MARINO MANNOIA - chiederà al Senato l'autorizzazione a procedere contro il senatore a vita GIULIO ANDREOTTI.
BUSCETTA, trasformato in pentito,  nell'interrogatorio reso il 6 aprile 1993 dichiara che "L'omicidio di PECORELLI è stato deciso da Stefano BONTATE (poi morto ammazzato n.d.r.)  nell'interesse di Andreotti".

Mentre CARLO BORDONI,   braccio destro (oltre che genero) di MICHELE SINDONA (che Gelli ha difeso per la non estradizione dall'America per non farlo finire in carcere in Italia)  davanti alla Commissione d'inchiesta parlamentare sulla P2 (il 29 settembre del '83) fa una rivelazioni clamorosa, afferma che "é GIULIO  ANDREOTTI  il vero capo effettivo della loggia segreta P2, e non LICIO GELLI". Andreotti sdegnato respingerà l'accusa.
(gli esiti dei vari processi sono riportati nei vari anni. Quello di Andreotti (scagionato dalla prima Corte) nell'anno 1999-2000)

Licio Gelli e Giulio Andreotti.

Per 26 volte le immunità parlamentari in passato hanno protetto sempre Andreotti. - Ma arriviamo a maggio del 1994; sembra una bomba ad orologeria;   il 20, Berlusconi ha ottenuto il voto di fiducia alla Camera  con il suo nuovo governo. GIULIO ANDREOTTI  il 21 dalla procura di Palermo é rinviato a giudizio.
In Italia si volta pagina  su una vicenda oscura.

(non dimentichiamo che Licio Gelli dopo la fiducia al governo Forlani (29 ottobre di quell'anno 1980)  in smoking, vola in America subito dopo l'elezione di Reagan (6 Novembre) invitato alla cerimonia del giuramento del Presidente americano)

21 MARZO - Impertubabile ANDREOTTI il giorno dopo l'assassinio di Pecorelli (mentre  il giornalista lavorava  su un nuovo numero di OP proprio con qualcosa di clamoroso su Andreotti)  vara il suo V governo tripartito, DC-PSDI-PRI, con vicepresidente LA MALFA.

26 MARZO - Muore improvvisamente UGO LA MALFA. Nato a Palermo nel 1903, alla vigilia del Delitto Matteotti entrò nel movimento antifascista. Nel 1941 fu tra i promotori del Partito d'Azione. Nel 1946 entrò nel PRI. Ministro in vari dicasteri. Ministro del Bilancio nel primo governo di centrosinistra, dal 1965 al 1975 é stato segretario politico del PRI.
Nei governi, uno dei pochi profondi conoscitori dei problemi economici, si scontrò con gente incompetente.  Convinto europeista, fu lui a impostare la politica di liberazione degli scambi che pose le premesse del "miracolo economico". Dal 1973 le sue proposte alle forze politiche di un nuovo modello di sviluppo e (uno dei pochi a prevederle) rimedi per frenare l'inflazione sono state contrastate dai governi Rumor e Giolitti ministro del tesoro nel '74 fino al punto che si dimise.

26 MARZO - Scoppia il caso "una vicenda oscura" alla Banca d'Italia. Incriminato il governatore PAOLO BAFFI, arrestato il vicedirettore MARIO SARCINELLI. Accusati di interesse   privato in atti d'ufficio e di favoreggiamento per non aver inviato ai giudici il rapporto delle ispezioni sui finanziamenti a oltre 150 società collegate alla Sir di ROVELLI. Si tratta di crediti agevolati ammontanti a quasi 3.000 miliardi destinati a sviluppare un piano d'investimento in Campania, Sicilia e Sardegna.
Secondo l'accusa, questi crediti sarebbero stati concessi (attraverso FRANCO PIGA) senza rispettare le previste procedure, e per non aver portato a termine le opere per le quali avevano ottenuto i crediti negli ultimi anni dalla Cassa del Mezzogiorno, dall'Imi, dall'Efibanca, dalla Isveimer e dal Credito industriale Sardo.

A qualcuno sembra un pretesto e ha dei sospetti. Baffi e Sarcinelli avevano promosso indagini su istituti di credito - come l'Italcasse e l'Ambrosiano (di cui sentiremo presto parlare) - banche finanziariamente e politicamente compromesse, e i due avevano risposto no alle richieste politiche di revocare il fallimento SINDONA.
(Nel famoso "tabulato dei 500" nomi (che non si conosceranno mai) ci sono persone che attraverso la banca di Sindona, hanno esportato all'estero 37 milioni di dollari. GIORGIO AMBROSOLI liquidatore della potente Banca privata (la seconda in Italia) verrà assassinato il prossimo 11 luglio da un killer, William Arico, come dichiarerà in sede processuale assoldato da Sindona, fuggito in America ma che a sua volta è stato incriminato per il fallimento della banca Franklyn.
Sindona verrà poi estradato dagli USA nel 1984, condannato all'ergastolo per l'uccisione di Ambrosoli, il 20 marzo 1986 morirà  in carcere con un caffè al cianuro (1 grammo) portandosi  i suoi segreti nella tomba.
Indagini; ma si arriva subito alla conclusione il 3 novembre: suicidio per simulare un omicidio.
(Il 24 Febbraio 1981, PICCOLI in "Tribuna Politica" in Tv,  definisce una "menzogna" la voce secondo la quale la DC avrebbe avuto da Sindona 11 miliardi. Ma ha poi successivamente detto che il suo partito ha avuto 2 miliardi nel periodo sul divorzio e per nove mesi 10-15 milioni al mese. E che secondo lui non è poi così grave!)

Stupore, incredulità e sgomento in via Nazionale quando sono comparsi i carabinieri con i mandati di cattura. Pallido in volto Banfi (non arrestato per l'età): "Questo è un gioco violento al quale non ci piegheremo". Sarcinelli invece finisce a Regina Coeli.
I vertici dei maggiori istituti tremano, prossimi anch'essi ad essere colpiti da numerosi mandati di cattura.

Annota E. Scalfari su La Repubblica "Le Procure trasformate in luoghi dove magistrati altercano tra di loro e si scambiano accuse roventi e infamanti sotto gli occhi dei cronisti: mai, dopo il giorno dell'assassinio di Moro, la situazione é stata così grave. Con LA MALFA  morente;  viene meno una guida preziosa in ore di grave incertezza".

147 economisti sottoscrivono un appello. Mentre alla Banca D'Italia i funzionari minacciano "se non  scarcerano Sarcinelli ci dimettiamo tutti".
Il 5 aprile a Sarcinelli sarà concessa la libertà provvisoria. L'11 giugno 1981, entrambi i due dirigenti saranno prosciolti.
Il 20 settembre inizia la carriera di CARLO AZEGLIO CIAMPI nominato nuovo governatore della B.d'I. con a fianco LAMBERTO DINI direttore generale. Il 16 si era dimesso (!?) Paolo Banfi.

 

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3 APRILE - Iniziato il 30 marzo, termina il XV congresso del PCI. - Così Lotta Continua titola un corsivo: "Noiosa relazione di BERLINGUER al congresso. Il compagno Breznev difende la pace. L'imperialismo é sempre e solo quello USA. La politica di unità democratica é stata giusta. E così via. Tutto va bene per una relazione e un congresso che guarda alle elezioni. Un'introduzione che mette da parte i principali problemi di un partito che ha tentato ma non é riuscito a superare il guado".

7 APRILE - A Roma, Padova, Milano, Torino, Rovigo scatta una vasta operazione contro il terrorismo. L'epicentro del "blitz" é Padova: nella rete cade il professore universitario TONI NEGRI. A Roma manette per ORESTE SCALZONE e FRANCO PIPERNO, due leader di Autonomia Operaia.
Le accuse sono di insurrezione armata contro lo Stato. Radio Sherwood santuario dell'Autonomia annuncia dai microfoni: "Il PCI ha già aperto la sua campagna elettorale, vuole liberarsi anche fisicamente  delle aree del dissenso".

"Due giorni dopo il blitz contro la nebulosa  della sinistra  più radicale e arrabbiata, le verità restano ancora nascoste nelle ambiguità e nelle reticenze. Molta strumentalizzazione su possibili collegamenti con via Fani e l'uccisione di Moro. Qualcuno, insomma, avrebbe fatto passi un po' troppo azzardati, giungendo a conclusioni affrettate. Tutta l'operazione appare ancora confusa. Si va dall'ottimismo di chi pregusta il colpo definitivo al terrorismo, al sospetto di una manovra pre-elettorale, compiuta con il gradimento ed anzi la sollecitazione  del PCI" Il Giornale, 10, aprile, 1979.

DOMENICO BARTOLI sullo stesso foglio "Tacevano, o proteggevano i violenti, giornali e partiti che ora muovono rumorosamente all'attacco dell'ultrasinistra, talvolta confondendo la testa al lettore e forse anche dei magistrati e dei poliziotti......Bisogna avere chiara la distinzione  di responsabilità. C'é l'azione  culturale e politica  che dev'essere rispettata, anche quando é aberrante, secondo i principi del liberalismo......I magistrati ci dicono con chiarezza, prove alla mano, dove vanno collocati Negri e gli altri".

Il giudice "CALOGERO ha il suo "teorema": alcune aree politiche e culturali nello scioglimento di Potere Operaio ha intravisto le origini del "partito armato" e del terrorismo di sinistra. Ma suscita violentissime polemiche. La sua ipotesi - lo sosterrà in sede giudiziaria - è che Negri sia stato davvero il cervello delle Brigate Rosse. "Sicuramente é stato colui che meglio di ogni altro é riuscito a infilare il cappello del "comunismo" in testa a migliaia di giovani desiderosi di una confusa "liberazione" ma anche bisognosi di sublimare in qualche modo i loro istinti primitivi" La citazione é di Silvio Lanaro, in Storia dell'Italia Repubblicana, ed. Marsilio, 1992 .

Ma i filoni interpretativi che si sono intrecciati in venti anni sono sterminati. Tutti di penne autorevoli, ma in contrasto fra di loro, e molti  col tempo hanno riveduto, corretto e anche capovolto le proprie estetizzanti analisi. Dall'inizio degli anni Novanta, molti che veneravano queste "avanguardie" li ritroveremo dall'altra parte della barricata, giustificandosi che si erano sbagliati: che a trent'anni non si connette e si giudica come a quaranta, a cinquanta come a quaranta, a sessanta come a cinquanta, e via dicendo. Una logica ineccepibile, sempre comoda, per scaricarsi ogni responsabilità, o per cambiare bandiera quando si deve salire sul carro del nuovo vincitore a scrivere e "fare storia".

4 MAGGIO - Svolta in Inghilterra. Uno spostamento dell'opinione pubblica europea verso posizioni liberalconservatrici.  Con il 44% dei voti i conservatori ottengono la maggioranza assoluta con la loro leader MARGARET THATCHER (dal 1975 a capo del partito che ebbe tra i suoi capi Churchill). E' la prima donna a insediarsi al famoso n.10 di Downing Street. Cinquantaquattrenne, laureata in legge, consulente fiscale alla City, sposata madre di tre figli.
Con il soprannome di "dama di ferro", convincendo gli inglesi che avrebbe risanato l'economia  disastrata, vincendo tre elezioni, governerà per 11 anni con fermezza. Privatizzerà le industrie pubbliche, chiuderà le miniere passive, incentiverà la libera iniziativa, ridimensionerà l'assistenza pubblica, varerà riforme fiscali con un liberalismo esasperato,  con tanto decisionismo e una forte opposizione al Welfare State. Famosa anche la sua risolutezza con l'Argentina nella guerra delle Falkland.
Subito diventata un personaggio di prestigio internazionale, alla fine degli anni Ottanta con l'aumento dell'inflazione, della disoccupazione e l'introduzione del balzello (iniquo e regressivo) della poll tax, che hanno  provocato dimostrazioni e scontri nel 1990, gli stessi compagni di partito, hanno poi messo in discussione la sua leadership soprattutto a causa della politica di chiusura verso l'Europa. Fiutato il  complotto, non ha aspettato il verdetto e ha colto tutti in contropiede il 22 novembre del 1990, dando le dimissioni con una frase ad effetto "Mi arrendo, non mi pento".
Il "Thatcherismo" ha influenzato molto l'Europa (Reagan la lodava e molti europei hanno finito per scimmiottare le sue riforme). Se ha segnato l'inizio o la fine di un'epoca, sarà la storia a giudicare.

Al suo posto il 27 novembre 1990, il nuovo leader dei conservatori, JOHN MAJOR di 47 anni (il più giovane del secolo) è nominato primo ministro del Regno Unito.

 

CLIMA ELETTORALE IN ITALIA

infiammato con "fiamme" non solo "nere" ma anche "rosse"

3 MAGGIO - L'inizio della campagna elettorale scatena la "guerra" a Roma in piazza Nicosia. "Incursione proletaria" delle BR  nella sede della DC romana. Presa d'assalto da un commando di 15 brigatisti tra cui quattro donne, con armi in pugno, pistola e mitra, ammanettano impiegati e funzionari, poi piazzano cinque bombe nella palazzina.  Nel ripiegare, mentre esplodono tre bombe, sono intercettati dalla polizia.  Ne nasce un conflitto a fuoco a raffiche di mitra per coprirsi la fuga. Due agenti restano uccisi. Sulle pareti con lo spray hanno lasciato i messaggi "Trasformare la trupa eletorale in guera di classe" (i 3 errori sono conformi alla scritta)

5 MAGGIO - A Napoli e Torino, notte di fuoco con ordigni esplosivi e incendiari contro sedi del Comune, caserma dei carabinieri, comando di polizia stradale.

11 MAGGIO - Roma. Sberleffo contro il Consigliere della DC GIUSEPPE MEROLA. Un commando di BR lo aggredisce lo  incatena a una inferriata gli mette un cartello al collo lo fotografa e diffondono  le fotografie in città.

12 MAGGIO - Milano - Guerriglia nel cuore della città scatenata dall'ultrasinistra per un comizio elettorale del MSI; lancio di molotov, negozi danneggiati, bus incendiato.

13 MAGGIO - Milano.  Attacco terroristico di Guerriglia Rossa, all'autosilo del Corriere della Sera. Incatenato il custode  incendiano 7 auto del "Corriere".

14 MAGGIO - Roma - Una bomba viene fatta esplodere davanti a Regina Coeli. Ingenti i danni, anche per la rottura delle tubazioni dell'acqua.

18 MAGGIO - Un chilo di tritolo devasta la sede del Comitato della  locale sede della DC di Perugia

22 MAGGIO - Roma - Atto teppistico su un somalo in Piazza Navona. E cosparso di benzina e appiccato il fuoco. La "bravata" fa morire tra atroci sofferenze il giovane.

23 MAGGIO - Dileggio a Genova. Il consigliere della DC ROSELLA SBORGI catturata  da un commando delle BR, la legano a una ringhiera gli appendono un cartello con epiteti al collo, gli cospargono di colla i capelli.

24 MAGGIO - Bomba anche alla Farnesina, al Ministero degli Esteri. Attentato terroristico del Movimento popolare rivoluzionario. Mezzo miliardo di danni all'edificio.

29 MAGGIO  - Cronaca terroristica - dal CORRIERE MILANESE - Assalto da tre terroristi l'ufficio Polfer a Rogoredo. Il commando ha fatto irruzione verso le 22 nel posto di polizia della stazione ferroviaria - Un agente aggredito, disarmato e costretto a consegnare manette e tesserino di riconoscimento. E' la seconda volta che l'ufficio della polizia ferroviaria di Rogoredo viene assaltato dai terroristi di Prima Linea. Il precedente episodio risale al 17 ottobre del '77. Il gruppo di Prima Linea che ha rivendicato l'aggressione è, intitolato a Valerio Tognini, un giovane terrorista rimasto ucciso il 19 luglio del '77 durante una tentata rapina a un'armeria di Tradate.(by: B. Federica)

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