ANNO 1997

CULTURA - COSTUME - MUSICA - CINEMA - LIBRI


COSTUME

GLI ITALIANI A FINE 1997 - DUE ITALIANI SU TRE SI SENTONO INFELICI E SFORTUNATI

Due italiani su tre si sentono infelici e per il 41% di essi questo stato d'animo viene percepito come una fatalita'. Sono infatti convinti che la felicita' sia una questione di fortuna e il 35% di essi la identifica con il successo nel lavoro oppure la ''traduce'' (chi li ha) nel denaro e nella ricchezza.

Sono questi alcuni dati emersi dal sondaggio pubblicato nell'ultimo numero del mensile ''Riza psicosomatica'' e basato su 372 interviste a persone tra 26 e 52 anni.

Nonostante il successo sia al primo posto tra i valori, quasi un italiano su due (48%) teme la solitudine. Uno su tre (33%) si ''consola'' dall'infelicita' andando in cucina e mangiando la prima cosa che capita. Oltre al successo e alla ricchezza, la felicita' viene identificata dal 29% degli intervistati con l'essere amati e dal 23% con il sentirsi belli.

Godere di buona salute e' motivo di felicita' solo per il 13%. Quanto al raggiungimento della felicita', relativamente pochi (28%) ritengono che raggiungere la felicita' richieda impegno e determinazione e altri (22%) vedono la cosa in una prospettiva completamente diversa, pensando che ci sia un filo diretto tra felicita' e patrimonio genetico. "Siamo noi bella gente" nata).
La serenita' interiore e' un presupposto per vivere felici solo per il 9% degli intervistati. Quanto alle convinzioni sulle cause dell'infelicita', il primo motivo di tristezza (29%) e' perdere un bene materiale, seguito a breve distanza da delusioni amorose (25%) e sconfitte professionali (23%).

Oltre alla paura della solitudine, gli altri ''brutti pensieri'' che fanno svanire la felicita' sono la paura di invecchiare, ammalarsi o morire (27%), mentre solo il 18% si spaventa all'idea di un tenore di vita piu' basso. Se, infine, un italiano su tre mangia di pił per farsi coraggio, il 25% smette di avere cura di se stesso quando si sente infelice, il 19% ricorre ai farmaci, il 14% si chiude nel silenzio, mentre una minoranza (9%) esce (chi ha soldi) a fare un po' di shopping.

 

CULTURA A FINE 1997 - SCUOLA: SULLA STORIA DEL '900;

AI GIOVANI INTERESSA PUR SE LA IGNORANO - La maggioranza degli studenti della secondaria superiore conoscono ben poco della storia contemporanea. in base ad un'indagine europea rielaborata dal Censis, quelli capaci di disporre in ordine cronologico i principali eventi del nostro secolo si contano sulla punta delle dita.

Eppure i giovani, secondo la medesima ricerca, dicono di essere molto interessati alla storia del '900. Tuttavia, nonostante le scarse conoscenze, alla domanda ''Quale periodo storico vi interessa di piu'?'' il 67,4% degli studenti italiani ha risposto la Storia contemporanea (contro il 71% dei francesi).
Se gli studenti italiani sono poco preparati in Storia contemporanea, molto dipende probabilmente anche dai metodi di insegnamento della materia, troppo ''tradizionali'' e poco stimolanti per i giovani. Ma in che modo ai giovani italiani piacerebbe studiare la Storia? Per cominciare, usando poco i manuali scolastici e guardando invece piu' film storici (49%) e documentari (63%) ma, soprattutto, visitando musei e luoghi storici (61,4%).

COSTUME - ITALIANI "MANI BUCATE":

MENO HANNO E PIU' SPENDONO - Sara' l'effetto 'fine millennio', sara' il radicamento di un certo tipo di consumismo, sara' la conseguenza degli incentivi alle auto, gli italiani nel '97 non solo hanno smesso di risparmiare ma - nonostante la riforma del Welfare State sembri consigliare piu' attenzione per le rendite future - hanno intaccato anche il conto in banca per darsi agli acquisti.

Ecco la classifica regionale sull'andamento dei consumi e dei risparmi nel '97 (variazione percentuale pro-capite sul '96) elaborata dal Sole 24 ore:

Per Regione - CONSUMI & RISPARMI

Valle d'Aosta +4,45% -2,47%
Toscana +3,80% -2,58%
Campania +3,06% -8,52%
Piemonte +2,46% -4,84%
Emilia Romagna +1,98% -0,52%
Molise +1,81% -9,37%
Calabria +1,68% -9,20%
Liguria +1,20% +2,80%
Puglia +1,04% -5,82%
Marche +0,98% -1,56%

Basilicata +0,58% -7,94%
Veneto +0,31% -5,82%
Lombardia +0,09% -6,32%
Sicilia -0,09% -9,34%
Sardegna -0,17% -6,64%
Abruzzo -0,41% -6,99%
Umbria -0,42% -7,29%
Lazio -0,71% -8,36%
Trentino A.A. -1,90% +3,07%
Friuli V.G. -2,46% -6,84%


COSTUME - PER IL 30% DEI GIOVANI I SOLDI SONO TUTTO

1 SU 4 NON VUOLE LAVORARE

Per il 30 per cento dei giovani italiani ''i soldi sono tutto'' nella vita e uno su quattro sogna di non dover lavorare piu'. E' il risultato, che in parte contraddice l'immagine di ''generazione salvadanaio'' di una recente ricerca Eurispes, di un sondaggio condotto tra circa 700 giovani in eta' compresa tra i 14 e i 35 anni dagli psicologi del Family Help, il servizio telefonico di aiuto alle famiglie.

L'immagine non e' proprio edificante: 7 giovani maschi e 6 giovani donne su dieci dichiarano di volersi ''sposare per interesse'' e complessivamente 7 su dieci avrebbero voluto nascere in una famiglia piu' ricca perche' ''non sono assolutamente soddisfatti'' delle condizioni economiche della propria.
Il 26% sarebbe pronto a ''svendere le proprie idee e la propria personalita' pur di raggiungere la ricchezza'', mentre un quarto della popolazione giovanile italiana se vincesse alla lotteria non lavorerebbe piu'.

A questi giovani e' stato anche chiesto ''Che cosa e' l'Euro?'', per sondare il grado di conoscenza della nuova realta' europea. Il 29% ha definito la moneta unica ''una trovata promozionale dei politici'' e il 15% la ritiene addirittura ''un programma televisivo''.
Per il 10% comunque l'Euro ''non portera' alcun cambiamento''. Una curiosita': il volto ideale da stampare sull'Euro, secondo i giovani, e' quello di Gaia De Laurentis, la conduttrice del programma tv ''Target'' percepita come ''espressione della ragazza di successo che ha ottenuto un posto di prestigio'' nelle trasmissioni piu' vicine ai gusti dei giovani.
''Un panorama desolante'': cosi' il sociologo Franco Ferrarotti definisce i risultati del sondaggio che testimonia anche una ''incultura del lavoro, l'idea, tipica della civilta' contadina, che il signore e' quello grasso in carrozza che non fa niente dalla mattina alla sera. Un concetto - conclude - molto lontano dalla modernita', per la quale il lavoro e' anche realizzazione piena dell'individuo e della sua fantasia''.

COSTUME 1997 - SIAMO CRESCIUTI e MATURATI !?

ALL'ENCICLOPEDIA TRECCANI LE NUOVE VOCI CHE HANNO FATTO DISCUTERE - Le voci inserite per la prima volta nella ''Enciclopedia delle scienze sociali'' della Treccani, come quelle ''rivisitate'' rispetto alle opere precedenti, sono senza dubbio una sorta di cartina al tornasole dell'evoluzione del costume e della societa'.
Tra quelle che hanno fatto piu' discutere, in prima fila troviamo le voci legate alla sfera sessuale come ''omosessualita''', ''prostituzione'' e ''sessualita''. Ma il dibattito si e' aperto anche su ''lusso'', voce affrontata in modo meno moralistico rispetto al passato. Indicativi sono anche i capitoli dedicati a fenomeni politici come ''fascismo'', che e' stato riscritto e ''federalismo'', che e' stato inserito.
Hanno avuto bisogno di essere riviste anche ''leadership'', ''intellettuali'' e ''gioco''. Per non parlare di ''corruzione'' e ''consenso''.
Dibattito acceso su ''emancipazione femminile'' e ''femminismo''.

Facciamo enciclopedie, ma ricordiamoci che non sono depositarie assolute del sapere.

Ricordiamoci come tante grandi opere di questo tipo sono state utilizzate dai regimi totalitari (e non solo totalitari) sino a pochi anni fa, per mascherare, travisare, nascondere la realta' e un passato. Come ogni libro, anche un dizionario o un'enciclopedia bisogna saperli leggere, resta solo uno strumento, anche se importante. In tempi febbrili e tendenti all'automatismo, alla riduzione in pillole e schemi, il rischio e' che lo si scambi per un fine, invece che un mezzo. La cultura e' complessita' per definizione, proprio come la realta'.
L'enciclopedia migliore oggi e' allora quella che propone nuove problemi e spinge a nuove ricerche chi la consulta , e non quella che si esaurisce in se stessa.

 

CULTURA - - E' morta a 86 CAMILLA CEDERNA, la giornalista che con le sue inchieste scandalizzo' le borghesi degli anni boom. Ma il clamore lo suscito' nel 1971 con il libro "La carriera di un Presidente" (rifacendosi all'allora Capo dello Stato Giovanni Leone), raccontando senza alcun ossequio della personalita' e delle opere, i retroscena poco chiari del sesto presidente della Repubblica Italiana. Il libro accusato di diffamazione fu sequestrato, condannato al rogo, dopo che ne erano state vendute 700.000 copie. Ma ottenne il suo scopo. Il Presidente si dovette dimettere quando vennero fuori in modo piu' chiaro alcuni interessi privati dei suoi figli in operazioni finanziarie risultate ineccepibili legalmente ma moralmente scorrette.

FINE

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