ANNI dal 29 a.C. al 13 d.C.

ROMA e L' ITALIA AUGUSTEA
ROMA - LE REGIONI
(cartina gigante)


Ad Augusto risalgono i nomi di 11 regioni della Penisola (senza il territorio insulare -Sicilia, Sardegna, Corsica- considerato extra metropolitano) ed erano le seguenti:
(I) LAZIO e CAMPANIA; (II) PUGLIA e CALABRIA quest'ultima indicava allora solo il Salentino); (III) LUCANIA e BRUZZIO (cioè Basilicata e Calabria attuali); (IV) SANNIO; V PICENO; (VI) Umbria; VII ETRURIA; (VIII) GALLIA CISPADANA (Emilia); (IX) LIGURIA (l'attuale, fino al di qua del Po a partire dalla sorgente); (X) VENECIA e ISTRIA; (XI) GALLIA TRASPADANA (l'attuale Lombardia con l'attuale Val D'Aosta e Piemonte al di là del Po)


(qui la carta geografica dell'Italia Augustea)

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Dopo le modifiche di Diocleziano e di altri imperatori, nel V secolo le regioni erano 16:

(1) LAZIO e CAMPANIA; (2) TUSCIA e UMBRIA; (34) PICENO; (4) VALERIA (il Rietino); (5) SANNIO; (6) PUGLIA e CALABRIA (la Puglia odierna); (7) LUCANIA e BRUZZIO (la Basilicata e la Calabria attuale); (8) VENEZIA e ISTRIA; (9) EMILIA, (10) FLAMINIA (parte dell'attuale Emilia e parte delle Marche); (11) LIGURIA (Lombardia e buona parte del Piemonte); (12) ALPI COZIE (la Liguria detta sopra più il Nizzardo); (13) REZIA PRIMA (Trentino e Alto Adige attuale); (14) CORSICA; (15) SARDEGNA e SICILIA).
(16) La REZIA SECONDA che però era estranea all'Italia e comprendeva l'attuale Tirolo austriaco).

Nel Medioevo, già a partire dalla caduta dell'Impero Romano, questa divisione inizia gradualmente a scomparire, e i nomi dopo l'invasione Longobarda sono del tutto dimenticati. Nascono i ducati, le nuove circoscrizioni politiche (bizantine e longobarde); quelle ecclesiastiche, e nell'VIII e IX sec. le Marche, i Principati, i Marchesati, e poi dal X al XII-XIII sec. quella frammentazione che daranno il nome ai Comuni e successivamente alle Signorie.

Solo nel Rinascimento alcuni nomi tornarono in auge, ma per un brevissimo periodo.
Poi nella prima metà dell'Ottocento, all'epoca della realizzazione dell'Unità, i nomi augustei delle regioni tornano ad esercitare il loro fascino.

Una nuova partizione regionale per il nuovo Regno d'Italia che si è formato nel 1861, viene prima concepita da PIETRO MAESTRI, poi nel 1867 il suo progetto è applicato da CESARE CORRENTI, che divide l'Italia in 16 (chiamati allora non regioni ma) Compartimenti e cioè
PIEMONTE, LIGURIA, LOMBARDIA, VENETO, EMILIA, TOSCANA, MARCHE, UMBRIA, LAZIO, ABRUZZI e MOLISE, CAMPANIA, PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA e SARDEGNA. (dopo il 1918 portate a 18 con la Venezia Tridentina, e la Venezia Giulia).

Queste partizioni non coincidono esattamente con quelle augustee, ma in quanto a caratteri fisici e umani, sono state dal Maestri e dal Correnti abbastanza bene individuate come areee. Non avevano però una figura giuridica ma costituivano semplici raggruppamenti di province. Tuttavia, proprio per essere state bene individuate come caratteri umani, dialetti, tradizioni, cultura, le popolazioni di queste partizioni (Compartimenti, ex circoscrizioni) assumono una propria coscienza "locale-"regionale"", tanto che a partire dal 1913, queste aeree sono ufficialmente chiamate "regioni".

(qui Roma ai tempi di Augusto)


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