AVIAZIONE

SABIHA GOKCEN

Una leggendaria aviatrice turca

(Prima donna al mondo pilota da combattimento)

Chi si reca in Turchia e atterra all’aeroporto della città di Istanbul, distante circa 30 Km, non potrà non sapere a quale personaggio sia stato dedicato questo scalo, pertanto ascolterà o leggerà un nome di donna: Sabiha Gökçen.

In realtà, é una personalità di primaria importanza storica per l’Aviazione della Turchia, nonché per la storia del volo nell’ambito mondiale.

Una ulteriore considerazione occorre evidenziare, poiché non è stata solo una valorosa aviatrice, ma nella storia della Turchia, è onorata come una delle promotrici più rilevanti all’emancipazione delle donne turche.

Alcuni cenni sulla situazione politica di quegli anni, quando nacque la Repubblica Turca, dal trattato di Losanna del 1923, dove furono stabiliti i nuovi confini di ciò che rimaneva di un grande impero, e soprattutto l’elezione di Mustafà Kemal (1881-1938), primo Presidente delle Turchia dal 1923 fino alla sua morte, considerato eroe nazionale, nonché il fondatore di un moderno Paese dai resti del suo passato ottomano, autore nel 1924 della prima Costituzione Turca e dopo 6 anni, della modifica di Costantinopoli in Istanbul, nonché, riesce a concedere il diritto di voto alle donne nel 1923, fra i primi Paesi al mondo, molti anni prima di quanto abbiano fatto altri Paesi Europei, come l’Italia o la Francia (1944/1945).

 

Il primo Parlamento turco, nel 1934 lo propone con il soprannome onorifico di "Atatürk" (Padre dei turchi) e capo del Movimento Nazionalista con il traguardo ambito di modernizzare la vecchia Turchia.


Ancora, dalla stampa giornalistica turca dei nostri giorni, questo personaggio femminile è onorato come eroina nazionale, nonché, rilevante per la nascente della nuova Aviazione Turca.

 

Sabiha Gökçen nasce il 22 Marzo 1913 in Turchia a Bursa (in passato Prusa) ed è la sesta figlia di Mustafa Izzet Bey e di Hayriye Hanim, una modestissima famiglia. Tuttavia, Sabiha, appena bambina ha gli occhi rivolti verso il cielo, che fa scaturire in lei, una profonda attrazione, al casuale sorvolo dei primi aeroplani sopra la sua abitazione.

Le condizioni economiche della sua famiglia, non sono buone e ciò a causa del precedente esilio del padre, in quanto di origini bosniache. Inoltre, perde i suoi genitori in giovane età, e pertanto, è cresciuta dal fratello maggiore Neset.
Tuttavia, a soli 12 anni, il suo destino sta prendendo la giusta strada, quando in occasione di una visita ufficiale del Presidente Atatürk, proprio nella sua scuola a Bursa, trova il coraggio di farsi avanti, esponendo la sua impossibilità a poter continuare gli studi, in quanto di famiglia poverissima e risolutamente chiede un suo aiuto economico.

Atatürk, rimane colpito dall’impulso di questa fanciulla e la invita ad unirsi alla sua famiglia composta di ben altre sette figli adottivi ma, con il permesso di suo fratello, che consente favorevolmente.

Sabiha, riflettendo il suo precoce spirito avventuroso, accetta l’invito di Atatürk, trasferendosi ad Ankara addirittura nel Palazzo presidenziale di Cankaya, dove frequenta la Scuola Primaria.
Successivamente si sposta ad Istanbul, al Collegio femminile di Usküdar. In virtù ad una delle tante leggi innovative, che in quegli anni, venivano emanate in Turchia, nel 1934, Atatürk le modifica il suo cognome in Gökçen, dal significato augurale di “Cielo celeste”.

Benché questa familiarità con Atatürk, va precisato che la giovane Sabiha, non riceve un trattamento agevolato, ma segue le stesse scuole per i futuri piloti da caccia, sia ad Ankara, nonché, successivamente in Russia.

Infatti, a Maggio dell’anno successivo, in occasione dell’inaugurazione della Scuola militare aeronautica Türkkusu (Uccello Turco), Sabiha, durante l’esibizione, sia dei velivoli che dei paracadutisti, percepisce il forte impulso, convincendosi del suo futuro, e lo stesso Atatürk, lì presente, comprende tale fervore tanto da esaudirla; infatti, invita il responsabile della Scuola, Ahmet Fuat Bulca, fra l’altro suo amico personale, ad accettare l’iscrizione di Sabiha come prima allieva femmina, e ciò, veramente significativo per quei tempi e per quella Nazione.

Finalmente si avvera il sogno di Sabiha e prende il brevetto di pilota e non solo, viene poi inviata all’Accademia in Russia, assieme ad altri piloti uomini, per un ulteriore specializzazione al pilotaggio d’alianti, dove merita la nomina d’istruttrice. Sabiha, oltretutto, comprova anche una elevata sensibilità quando, nella sua permanenza a Mosca, viene informata della morte di Zerha, una delle figlie adottive di Atatürk, con la quale aveva convissuto. Pertanto, emerge anche la sua sensibilità di donna, e decide il rientro in Turchia allontanandosi per un periodo dai suoi impegni. Riprende, successivamente frequentando la “Eskisehir Military Air School”, dove eccelle per le sue capacità volando con vari tipi di caccia e perfino di bombardieri.

Successivamente nel 1937, a Tunceli, una delle province turche, situata nella parte orientale dell’Anatolia, denominata anche Dersim (Porta d’argento) scoppia una rivolta contro il governo centrale di Atatùrk e Sabiha vi prende parte con diverse azioni di bombardamento, guadagnandosi così, una prima medaglia d’oro “Murassa”, ma principalmente, qualificandosi come prima donna al mondo pilota da combattimento.

Certamente, non è seconda a nessuno, e continuerà così a volare in ogni parte del mondo, acquisendo una indiscussa notorietà. Eppure, una piccola parte della sua vita la dedica anche al matrimonio, sposando nel 1940, il suo collega pilota Cap. Kemal Esiner; in realtà non riesce a prolungare questa felice parentesi coniugale per molto in quanto il marito, dopo solo tre anni, muore improvvisamente per una malattia. Rimane colpita, ma reagisce quanto prima, si rimette nella sua carlinga dell’aereo e di nuovo verso il cielo.

Ancora, continua a volare, raggiungendo circa 8.000 ore di volo anche in zone di guerra, ma soprattutto, con grande fervore, riesce ad istruire altre aviatrici in piloti da combattimento. Necessita evidenziare con certezza, l’esclusione di eventuali favoritismi originati dal legame con il Presidente Atatürk, e tutti i suoi successi derivano unicamente dalla sua perizia.

Nel 1938, dopo un giro dimostrativo con il suo aereo, su invito delle autorità militari, è nominata Direttore Generale della “Türkkusu” (Associazione Aeronautica Turca), prorogando tale incarico ricoperto con notevole impegno, fino al 1955.

Successivamente, su invito degli Stati Uniti, organizzò una serie d’incontri in vari aeroporti a dimostrazione di un reale evoluzione sia dell’Aviazione, ma soprattutto di una certa emancipazione della “donna turca”. Nel 1981, sempre l’Associazione Aeronautica Turca, pubblica il suo libro “A life Along the Path of Atatürk” (Una vita lungo la strada di Atatürk), per commemorare il 100° anniversario della nascita del suo indimenticabile benefattore.

Però, anche Sabiha, non è dimenticata: l’Associazione Aeronautica Turca, nel 1991 la onora con un’altra “Murassa” per la sua abilità dimostrata, come predetto, nel pilotaggio di una ventina fra velivoli acrobatici e bombardieri leggeri ed inoltre, per l’addestramento al pilotaggio, di altre donne, fra l’altro, una, ancora vivente proprio in quell’anno: Nezihe Viranyah (1925-2004).

Non manca, fra i suoi diversi riconoscimenti, una Laurea ad Honorem, rilasciata dalla importante Università turca di Selcuk. Inoltre, nel 1996, negli USA, all'Eagles Meeting, viene riconosciuta per le sue passate gesta, come la prima donna aviatrice di guerra ed è menzionata nel “The Guinness Book of World Record” una pubblicazione aeronautica che identifica i vari primati mondiali per le diverse specialità.

Nello stesso anno, da parte dell’USAF, è riconosciuta come l’unica pilota donna assieme ai 20 più grandi aviatori della Storia Aeronautica.

E ancora lo dimostra: con i suoi 83 anni, si avventura ancora alla cloche di un bireattore di linea Dassault “Falcon 2000”, accompagnata dal pilota francese Daniel Acton, per il suo congedo dal cielo.

Dopo la sua movimentata, nonché epica esistenza, ricoverata presso il “Gülhane Military Medical Academy Hospital” ad Ankara, muore il 22 Marzo 2001, giorno del suo compleanno, compiendo ben 88 anni.

Il mito di Sabiha, rivive ancora oggi nel documentario “Legendary Girl of the Skies: Sabiha Gökçen” realizzato nel 2003 da Ali Akyüz e presentato per la prima al “Askerî Müze” (Museo Militare Turco) e proprio, dove esiste una sala dedicata, possiamo dirlo, all’artefice di questa aviatrice: Atatürk.

Alcuni riferimenti
“A life Along the Path of Atatürk” - di Sabiha Gökçen - Ed. 1981
“Atatürk: Biografia del fondatore della nuova Turchia” - di Mango Andrew - Ed. Paperback - 2002- Woodstock - NY - USA
“ Sabiha Gökcen” di Güven Uluköse - Ed. Dicembre - 2007.
“ Sabiha Gökçen - La donna che sfidò i cieli” di Rossella Zucaro
*** Alcuni dati provengono dai siti storici della “Türk Hava
Kuvvetleri” l’attuale Aeronautica Militare della Turchia

FINE

alesrao@hotmail.it

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