MICHELANGELO   MERISI

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detto il CARAVAGGIO

28 settembre 1573 nacque MICHELANGELO   MERISI, detto il Caravaggio, nel bergamasco.
Questa, perlomeno, è la data tradizionalmente tramandata, perché ricavata dalla copia di un documento di un amico, Marzio Milesi, che oltre alla data e al luogo della nascita riporta anche la data e il luogo della morte del pittore (18 luglio 1610)
"Ma nelle cronache del Bellori e di Baglione si dice che abbia reso l'anima
all'età di 39 anni, significa che era nato allora non nel 1573, ma il 28 o 29 sett. 1571).

Il padre, Fermo Merisi, era maestro di casa e architetto (negli atti viene definito "magister", cioè libero professionista) del marchesesato di Caravaggio, e in questo piccolo centro del bergamasco effettivamente i Merisi sono ricordati nei documenti come proprietari di terreni.

Nel 1584 il ragazzo, minorenne (il padre doveva essere nel frattempo morto) fu messo a bottega presso un pittore locale, tale Simone Peterzano, che si vantava scolaro di Tiziano e lavorava a Milano. Secondo alcuni studiosi l'apprendistato sarebbe durato sino all'88, ma in base a una ricostruzione più convincente, si sarebbe protratto fino al 1590.

Intorno al 1592-1593 Michelangelo Merisi si trasferì a Roma.

Qui, il pittore avrebbe stretto rapporti di amicizia con Lorenzo Siciliano, mercante di quadri e artista egli stesso, e sarebbe stato ospitato da Pandolfo Pucci, maestro di casa della sorella del pontefice Sisto V, Camilla Peretti.

Altri amici della prima fase del soggiorno romano furono Antiveduto Grammatica, un pittore che risulta fortemente influenzato dallo stile già molto personale di Caravaggio, e Giuseppe Cesari, meglio noto con il nome di Cavalier d'Arpino, un pittore specializzato in affreschi, che tra il 1590 e il 1595 godeva di grande prestigio nella Città pontificia.

Presso il Cavalier d'Arpino Caravaggio soggiornò poco meno di un anno.

Secondo alcuni biografi, il rapporto sarebbe finito con una rottura intorno al 1597-98, e coinciderebbe con un ricovero del Caravaggio stesso all'Ospedale della Consolazione, per la ferita procuratagli dal calcio di un cavallo, o forse per malaria.

Nel periodo in cui lavorava per il d'Arpino, Caravaggio aveva già composto alcune delle sue opere "importanti", quali il Bacchino malato e il Ragazzo con canestro di frutta, oggi entrambe alla Galleria Borghese, così come il Fanciullo morso da un ramarro.

Un altro gruppo di tele, sempre appartenenti al periodo giovanile, sarebbe invece da collegarsi a monsignor Fantin Petrignani, che per qualche tempo offrì la propria protezione all'artista, alloggiandolo a casa sua. Entro tale gruppo andrebbero radunati quadri come la Buona Ventura (Louvre), il Riposo nella fuga in Egitto (un'opera di fondamentale importanza) e la Maddalena, ospitate alla Galleria Doria Pamphili di Roma.

Il 1596 è la data di composizione del Canestro di frutta conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Al 1597 risale una testimonianza per noi preziosa e rivelatrice, quella di Ruggero Tritonio, che citando un'Estasi di san Francesco di Caravaggio (conservata al Wadsworth Athenaeum di Hartford) aggiunge che l'autore era "celeberrimus pictor" (vale a dire, famosissimo artista).

A quell'epoca, il pittore lombardo aveva già fatto conoscenza con un altro personaggio che eserciterà un'influenza determinante sulla sua attività: il cardinal Del Monte, potente prelato pontificio, che lo accolse nel suo palazzo (a quanto sembra, si trattava dell'odierno Palazzo Madama) e divenne il suo maggiore committente. Tra le opere composte per lui, oltre quelle appena citate, si ricordano la Testa di Medusa, conservata agli Uffizi di Firenze, Una Musica, attualmente al Metropolitan Museum di New York, un Suonatore di liuto (all'Ermitage di Pietroburgo), la Santa Caterina (prima in Casa Barberini, successivamente trasferita a Lugano all'interno della Collezione Thyssen).

Il 27 GIUGNO 1600, Caravaggio viene nominato per la prima volta nel carteggio ufficiale riguardante l'opera di decorazione della Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi, a Roma.

Ma prima di questa data così significativa, l'artista lombardo aveva comunque eseguito numerose tele, tra cui alcune notevoli: il Narciso della Galleria Nazionale (Roma), l'Amore vittorioso della Collezione di Vincenzo Giustiniani, il Sacrificio di Isacco (Uffizi, Firenze).

La prima opera per San Luigi dei Francesi fu una pala d'altare, il San Matteo e l'Angelo ma venne rifiutata dai religiosi, probabilmente perché la figura del santo risultava troppo rude e contadinesca e la rappresentazione caravaggesca si discostava all'eccesso dal gusto dell'epoca. Acquistata da Vincenzo Giustiniani, questa tela andò successivamente dispersa. La seconda versione eseguita dal pittore reinterpreta il soggetto in modo meno estremistico ed è tuttora presente sull'altare della Cappella.

Il 1602 è la volta di un'opera tradizionalmente considerata tra le più "caravaggesche", cioè tra quelle che meglio sintetizzano le caratteristiche del fare dell'artista: si tratta della Deposizione nel Sepolcro, originariamente pensata per la Cappella Vittrici in Santa Maria in Vallicella, sempre a Roma.

Nel 1603 è citato in giudizio con altri tre compagni per aver diffuso un libello in cui veniva diffamato Giovanni Baglione, pittore egli stesso e autore di una delle prime biografie caravaggesche.

L'11 SETTEMBRE 1603 Caravaggio risulta arrestato e successivamente risulta rilasciato il 25 dello stesso mese per l'intercessione dell'ambasciatore di Francia.

Nel 1604 è nuovamente denunciato, stavolta dal cameriere di un'osteria romana, che ha colpito gettandogli in faccia un piatto di carciofi.

Il 20 LUGLIO 1605 aggredisce il rivale in amore Mariano Pasqualone, a causa di Lena, modella dei suoi quadri di quel periodo, in Piazza Navona. Fugge a Genova, ma appena un mese dopo rientra a Roma.

Il 29 MAGGIO del 1606, infine, viene coinvolto in una rissa scoppiata tra giocatori della pallacorda: rimane a terra, mortalmente ferito, tale Ranuccio Tomassoni, mentre lo stesso Caravaggio riporta delle lesioni. Per sottrarsi alla giustizia, fugge nella campagna romana e viene ospitato in un castello della famiglia Colonna (a Paliano, Zagarolo, o forse Palestrina), ove si trattiene fino al termine di quell'anno.

Il pittore realizzò altre importanti opere come la Madonna dei palafrenieri, e poi ancora la sconvolgente Morte della Madonna (per Santa Maria della Scala, ma rifiutata dai religiosi perché ritenuta priva di decoro; il David con la testa di Golia (Galleria Borghese).

Per i Colonna Caravaggio forse produsse la Cena in Emmaus conservata a Brera e la Madonna del Rosario (conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna).

Nel 1607 Caravaggio lasciò Roma per Napoli, dove trovò un ambiente estremamente ricettivo nei propri confronti: la sua pittura impressionò moltissimo i giovani artisti che vi erano attivi.

La città stessa, con il suo umore popolare e passionale, gli era congeniale, e il gruppo artistico che cominciò a raccogliersi attorno a lui lo elesse a proprio "maestro".
La Flagellazione nella chiesa di San Domenico Maggiore, le Sette Opere di Misericordia, in quella del Pio Monte, la stessa Madonna del Rosario, che nel 1607 risulta in vendita proprio nella città partenopea, avrebbero potuto certamente essere accompagnate da tante altre opere ancora, se il soggiorno si fosse prolungato. Invece, Caravaggio decise di partire per Malta.

14 LUGLIO 1608 Il pittore era stato invitato dai Cavalieri del Santo Sepolcro, che lo insignirono della prestigiosa e ambita Croce di Grazia, a realizzare un importante ciclo di opere. Poteva essere l'occasione della sua vita: fama, onori, ricchezze sembrarono improvvisamente a portata di mano. E invece, la storia si ripeté: dopo aver offeso un potente cavaliere ed essere stato gettato in prigione, Caravaggio fuggì dalle carceri scalando il muro di cinta e s'imbarcò in fretta e furia per la Sicilia.

 

A Malta lasciò un gruppetto di opere importanti: il San Gerolamo e la Decollazione del Battista, nella Cattedrale di San Giovanni a La Valletta, il Ritratto del Gran Maestro Alof de Wignacourt, e un Amore dormiente (Galleria Pitti, Firenze).

A Siracusa Caravaggio eseguì il Seppellimento di santa Lucia; a Messina l'Adorazione dei pastori nella chiesa dei Cappuccini (ora al Museo Nazionale), e la Resurrezione di Lazzaro. A Palermo, in particolare per l'Oratorio di San Lorenzo, dipinse l'Adorazione dei pastori con i SS Lorenzo e Francesco, ritenuta senza dubbio l'ultima opera significativa realizzata dall'artista.

OTTOBRE 1609 Caravaggio ritornò a Napoli. Sulla soglia della Locanda del Cerriglio venne riconosciuto da uomini assoldati dal Cavaliere di Malta al quale aveva recato offesa, e colpito ripetutamente con armi da taglio, tanto che fu lasciato a terra dai suoi assalitori, dato per morto.
Invece, riuscì a mettersi in piedi e a raggiungere un'imbarcazione che salpava per Porto Ercole, in Toscana. Disceso dalla barca, fu arrestato - stavolta per sbaglio - e condotto in prigione, dove rimase due giorni. Quando uscì, le sue condizioni di salute erano pessime: inoltre, gli era stato rubato tutto il bagaglio. Malato e febbricitante, si aggirava sul litorale toscano quando, probabilmente per un soprassalto di malaria, morì.

Aveva 37 anni. Era il 18 luglio 1610
( Ma nelle cronache del Bellori e di Baglione si dice
che abbia reso l'anima all'età di 39 anni)

Caravaggio è uno dei pittori più amati al mondo. Celebre per il realismo drammatico e l'uso della luce, una illuminazione teatrale, atmosfere che creano delle forme tridimensionali, corpi che escono improvvisamente dal buio della scena.
Infatti il pittore raramente dipinge lo sfondo, questo passa in secondo piano rispetto ai soggetti, sacri o profani, che sono poi i veri e soli protagonisti di tutta la sua opera.
Ancora in vita dalla sua generazione di pittori era considerato un mito vivente, ne esaltavano lo stile, diverso da tutti i precedenti pittori che prevalentemente si basavano sull'arte classica.

Nonostante la breve durata della sua vita ( 39 anni), il pittore lombardo ha prodotto un numero incredibile di tele, oggi esposte nei più importanti musei del mondo: il Louvre a Parigi, l’Ermitage a San Pietroburgo, il Prado a Madrid, la Royal Gallery e la National Gallery di Londra, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Musée des Beaux Arts di Rouen, il Metropolitan Museum di New York e il Museo della Co-Cattedrale di S.Giovanni a La Valletta.
In Italia, il maggior numero di opere è conservato a Roma nella Pinacoteca Capitolina, nella Galleria Borghese, nella Galleria Doria Pamphili, nei Musei Vaticani, nella Galleria Nazionale a Palazzo Baraberini e in quella a Palazzo Corsini.

(*) Narciso.Galleria Naz. Roma

Autore: ROBERTO RINI
Francomputer  

FINE

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