NEWTON

"Colui che nel genio ha superato il genere umano" così i suoi successori definiscono lo scienziato Isaac Newton. La sua opera nel campo della matematica e della fisica è stata giudicata superiore, come importanza, a tutto quanto era stato fatto prima di lui da molti altri scienziati. Nessuna esagerazione, ma giudizi rispondenti alla pura e semplice realtà. La scienza come noi la conosciamo oggi, la tecnica delle costruzioni e i metodi con cui affrontare i problemi della natura nascono dagli studi che Newton ci ha lasciato.

Alcuni, prima di lui - come Galileo- avevano tracciato delle strade che avevano permesso di allargare gli orizzonti della conoscenza, ma non erano mai sfociate in nessuna conquista fondamentale. Molti scienziati raccoglievano dati ma non avevano i mezzi per interpretarli. Del resto non disponevano di mezzi matematici che permettessero di effettuare una simile deduzione.


1642 - ISAAC NEWTON nasce a Wollsthorpe (Lincolnshire, Inghilterra) il giorno di Natale, il 25 dicembre del 1642. (Nello stesso anno il 4 gennaio era morto Galileo Galilei).

Suo padre, un modesto fittavolo, non fece nemmeno in tempo di vederlo alcuni morì alcuni mesi prima del parto. Sua  madre Hannah appena avuto questo marmocchio che era fra l'altro gracile e malaticcio, conobbe un altro uomo, affidò il piccolo alla madre, si risposò e se ne andò via da casa. Isaac così appena venuto al mondo non conobbe né l'affetto paterno né le cure di una vera madre. Era solo un "fagotto" ingombrante.

 Mentre sua madre faceva in tempo a sposarsi, ad avere altri tre figli, nuovamente restare vedova, e ritornare a Wollsthorpe, Isaac, compie i suoi primi studi elementari prima nella scuola del villaggio, poi dodicenne inizia quelli medi spostandosi nella vicina Grantham, ma senza mai distinguersi in alcuna disciplina; non furono eccellenti gli studi umanistici, né dimostrò precocità in quelli matematici, alle quali più tardi si sarebbe dedicato. Si distinse invece -quasi per rivalsa nei confronti dei suoi coetanei che lo snobbavano- nel creare stravaganti invenzioni, quasi giocattoli, come i mulini, degli strani orologi, ma anche strumenti astronomici, che come creatività non affascinavano solo i suoi coetanei del villaggio, ma anche lo zio dov'era andato ad abitare

Già di carattere già chiuso (né poteva essere diversamente, lui così diverso dagli altri, doppiamente orfano) lontano da casa e da quei pochi amici dell'adolescenza, alloggiato nella casa di uno zio farmacista nel paese di Grantham, il ragazzo fuori dal suo ambiente non riuscì ad essere socievole con i nuovi coetanei, che spesso dileggiavano e maltrattavano dentro il loro gruppo questo "straniero", dal fisico debole ma che dava a loro fastidio perché era un po' troppo saputello.
Non si distingueva a scuola ma saputello lo era, perché Newton passava le sue ore libere dallo studio chiuso in casa dello zio farmacista. Costui avendo in casa una buona biblioteca di libri di scienza, ma anche per il suo mestiere libri di alchimia, riuscì ad appassionare il giovane alle prime nozioni di alchimia ma anche a quelle di fisica e di matematica. Fino al punto che quando terminò gli studi, o sollecitato dallo zio o per iniziativa autonoma, Newton si recò a Cambridge per intraprendere gli studi universitari proprio in fisica e matematica.
La madre per la seconda volta rimasta vedova, tornata a Wollsthorpe con una modesta eredità terriera del secondo marito, avrebbe voluto affidare a questo figlio ormai 19enne, quasi dimenticato, la cura del discreto patrimonio, ma lo zio farmacista che aveva già scoperto in Isaac delle qualità eccezionali, convinse la donna a lasciar prendere al giovane nipote un'altra strada: quella dello studio. La stoffa del fattore Newton non ce l'aveva proprio. Infatti invece di andare nei giorni fissati, al mercato delle granaglie o delle vacche, se ne stava a casa o dietro una pianta a leggere libri di scienza e di matematica.

1661 - Newton 19 enne, inizia così gli studi universitari a Cambridge. E sulla sua strada  oltre all'innato talento, ha un'altra fortuna: quello di incontrare e avere per maestro Isacco Barrow, che ben presto  comprendendo il valore di questo suo allievo, si accorse di avere davanti  un potenziale genio quando sottoponendogli difficili problemi e alcuni anche insoluti, il ragazzo li risolse rapidamente con eleganza e quasi con noncuranza.
Sorge così fra professore e allievo un fertile legame di amicizia e di studi. Così tanto assorbito dallo studio da dimenticarsi il giovane Isaac perfino dell'amore. Infatti a casa dello zio durante quella permanenza di oltre sei anni, aveva conosciuto una graziosa nipote, se n'era innamorato, ci si fidanzò pure, ma poi partito per Cambridge, immerso nello studio la trascurò così tanto, che la ragazza non solo si fece fare la corte da un altro ma se lo sposò pure.
Newton invece l'aveva veramente amata, ci rimase molto male, per tutta la sua vita non fece più entrare nel suo cuore l'amore per una donna.

1664-65 - Newton elabora le teorie matematiche e fisiche della gravitazione. Su un foglietto sgualcito fa appena vedere i suoi appunti al suo professore, che impallidisce (e ha solo 22 anni).
Cos'era accaduto? Che Newton a causa di una pestilenza che aveva colpito l'Inghilterra, con la chiusura delle università, era tornato nella casa natale. Tutto il tempo morto (più di un anno e mezzo) lo aveva impiegato ad approfondire e a meditare i suoi studi. Quasi tutti di matematica, che erano del resto i problemi che si dibattevano in quegli anni nelle università in un spasmodica ricerca di qualche soluzione. Molti erano ormai concordi che i numeri erano il dato di partenza per trovare le soluzioni. Era infatti già nato in concetto di funzione; "il numero è essere, la funzione il divenire". 
Il diagramma di una funzione, Descartes lo aveva introdotto, ma non si era sforzato di andare più in là, cioè di trarre dal diagramma di una funzione un altro diagramma, quello delle variazioni della funzione nei suoi diversi punti. Era il concetto di "funzione derivata" (o come dicono oggi più semplicemente "derivata"), che Newton chiamò però "flussione", cioè funzione che misura la velocità di variazione, cioè di flusso, della funzione di partenza.
Ma essendo rimasto sempre schivo dai contatti con i suoi compagni, Newton tenne sempre per sé le grandi intuizioni, sul calcolo differenziale, sulla teoria della luce e sulla gravitazione universale.

1665 - Con un altro manoscritto che fa nuovamente vedere al suo sconcertato professore, Newton rivela la conoscenza di analisi matematica e della gravitazione già nella forma in cui si ritroveranno nei "Principia" che accenneremo più avanti.

1666 - Compie alcune indagini sulla Luce, e trova una geniale soluzione, scomponendola mediante una serie di prismi ottici. Compie il memorabile esperimento rivelandoci tutta la complessa gamma dei colori dell'iride.

1669 - Barrow davanti a simile competenza sulla materia che lui insegna, decide di ritirarsi dalla cattedra di matematica per lasciarla al suo più che valente allievo, mentre lui passa a quella di teologia e filosofia.
Newton che non ha ancora 27 anni ottiene così a Cambridge  la cattedra di matematica.

1672 - Pubblica la "Nuova teoria della luce e del colore". Questi studi lo portarono a occuparsi dei problemi delle lenti, permettendogli di costruire il primo telescopio riflettore. E fu proprio per questo singolare oggetto che la Royal Society, la massima accademia scientifica inglese lo accolse tra i suoi membri, e non per le sue altre importanti teorie.

1684 - Pubblica l'opera intitolata " Del moto". Pochi vi badarono, meno un paio di suoi estimatori che erano dentro proprio nella Royal Society. 

1686 - Newton in quel 1684, aveva conosciuto alla Royal Society ROBERT HOOKE, un fisico matematico, naturalista. Al microscopio costui aveva già fatto delle interessanti osservazioni sugli animali, uomini e piante e a "quel puntino" piccolissimo che scoprì e che gli sembrava vivesse autonomamente gli diede il nome di "cellula". Anche se non sa esattamente com'é costituita, nel darle il nome però specifica che è un vero e proprio organismo autonomo, come lo è un elefante o una pulce, un albero o un filo d'erba, e che uomini, animali e piante non sono altro che molte cellule, differenti tra loro, in una certa quantità messe insieme, ma ognuna di esse ha una vita propria, ed ognuna è una unità morfologica della maggior parte degli organismi animali e vegetali. Con questi molteplici interessi, è Hooke a  perfezionare sia il microscopio che il telescopio, il termometro, il barometro e l'orologio, ecco perché si accattivò l'amicizia di Newton, ma anche perché fra tutte queste cose affini, stava lavorando su una legge di gravitazione universale, e chiese un parere a questo giovane ricercatore, che ha pubblicato Il moto, ma anche una teoria -quella della Luce corpuscolare- che contrasta con una sua teoria, la Teoria ondulatoria.

Sulla gravitazione universale Newton da tempo (da quel proficuo periodo di inattività universitaria del 1664-65) ha già in tasca quasi l'intera teoria, che aveva fatto timidamente vedere al suo sbalordito professore, che già allora aveva sollecitato il giovane a pubblicarla.
Il giovane era restio a pubblicarla perché  nel formulare i principi (e lo lascerà scritto quando l'opera apparirà quest'anno) voleva precisare che "si trattava di leggi descrittive, fenomenologiche; principi quindi che non avevano la pretesa di spiegare l'origine della gravitazione, ma semplicemente di mostrarne le leggi che la governavano".
La legge la formulò in questi termini: " Due corpi si attraggono con una forza che è direttamente proporzionale alla loro massa e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza", e applicò questa legge allo studio del sistema solare.

HOOKE gli comunica che la Royal Society ha bandito un concorso con in premio 40 monete d'oro per chi era in grado di offrire la spiegazione del movimento dei pianeti. Newton l'aveva sì concepita, lavorandoci ulteriormente con il suo calcolo differenziale, ma poi si era disinteressato. Riprese così ad occuparsene, ci lavorò intensamente due anni, e dandogli il nome Principia lo presentò all'accademia, che però non avendo dei fondi - o sottovalutandola- tentennò a pubblicare l'opera.

Gli venne in soccorso l'astronomo EDMUND HALLEY (1656-1742)  (quello della cometa) che dopo aver conosciuto Newton e dato uno sguardo al lavoro, perfino sorpreso che conoscesse certi metodi matematici e certi principi sulla gravitazione, si offrì lui di anticipare i soldi e di curare il complesso trattato matematico, che vide la luce il 5 giugno 1686. Halley in seguito si avvalse proprio di quest'opera per elaborare nel 1705 la periodicità delle comete. Esaminando testi antichi e moderni dal 1337 al 1698  fra le tante comete apparse, una in particolare  lo colpì: la caratteristica riportata dagli storici e dagli annali era sempre la stessa, quindi intuì che "quella" (che anche lui aveva visto nel 1698) era sempre la stessa cometa: che compie un'orbita con una periodicità di circa 75 anni. Halley ne annunciò il ritorno nell'anno 1758, che ovviamente pur vivendo 86 anni, Halley non farà in tempo a vedere, ma puntualmente sedici anni dopo la sua morte, la cometa nel 1758 apparve nel cielo, immortalando il suo nome.


1686 - Newton con l'aiuto di Halley, pubblica così i "Principia". Vi sono raccolte le teorie matematiche sulla derivazione e sull'integrale; le prime tre leggi  della dinamica (la prima di Leonardo, la seconda di Galileo e la terza dello stesso Newton): vi sono poi i calcoli delle orbite e delle velocità dei pianeti effettuati utilizzando le leggi di attrazione universale; studi di curve matematiche particolari (le coniche), leggi di movimento dei corpi in mezzi resistenti (fluidi), determinazione della velocità del suono in diversi materiali. 
La teoria è accompagnata da frequenti applicazioni ed esempi, tanto che ancora oggi da quest'opera vengono ricavati gli esercizi riportati nei libri di testo per matematici e ingegneri.
La pubblicazione dei "Principi matematici" fu causa di una accesa disputa con il matematico Leibniz, che a sua volta era giunto alla scoperta del calcolo infinitesimale in una forma indipendente e che alcuni consideravano più moderna di quella di Newton.
Fu una rovente disputa alimentata soprattutto da uno spirito nazionalistico fra scienziati inglesi e tedeschi, ma con il carattere che aveva Newton queste polemiche lo prostrarono.

1693 - E' colpito da un grave esaurimento nervoso con segni di pazzia dal quale però si riprende.

1704 - Pubblica "L'Ottica". Un'altra opera straordinaria: Newton formulò l'ipotesi, che preveniva la moderna teoria dei "quanti", che la luce fosse composta da corpuscoli e cercò di interpretare in questo modo quasi tutti i fenomeni conosciuti. Singolare è che le varie esperienze negative dei successivi scienziati, misero in crisi questa teoria della "luce in corpuscoli" di Newton.
Per lungo tempo fu respinta dai fisici, anche dopo gli approfonditi studi di Einstein, ma poi nel 1921 con l'interpretazione dell'effetto fotoelettrico ci vinse il premio Nobel per la fisica.
Poi come "teoria dei quanti" è stata ripresa anche se molto trasformata.

1707 - Pubblica l'"Aritmetica universale".

1712 - Pubblica la " Teoria delle curve di terzo ordine".

1727 - Newton muore a Londra il 20 marzo. Riposa nell'Abbazia di Westminster.
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Newton è lo scienziato inglese più noto, secondo alcuni la più geniale mente di tutti i tempi.

La sua fama è legata ai suoi numerosissimi contributi scientifici in tantissimi campi della fisica e della matematica. 
Studiando a Cambridge (non dimentichiamo che  Barrow il suo professore era anche insegnante di   filosofia)  conobbe il pensiero di Aristotele, ma fu ben presto attratto dagli scritti di Gassendi , Boyle, Galileo, Keplero ma soprattutto di Cartesio. Iniziò ad elaborare le proprie idee partendo dai fondamenti di quello che oggi viene conosciuto come calcolo differenziale, della cui scoperta Newton divide il merito con G.W. Leibniz . 

Chiamato da Newton 'calcolo delle flussioni' esso ha rappresentato un punto cruciale nell'evoluzione della matematica, sintetizzando alcune delle disorganiche conoscenze del passato ma soprattutto mettendo a disposizione degli scienziati alcuni tra i più potenti metodi di calcolo e di analisi matematica. 

Nell'opera intitolata 'Optics' Newton passa ad occuparsi di fisica, in particolare delle proprietà della luce. E' sua l'invenzione del prisma trasparente che permette di scomporre la luce bianca nei colori dell'iride, così come pure quella del telescopio a riflessione. Egli abbraccia una teoria corpuscolare della luce, in contrasto con la teoria ondulatoria di R. Hooke. Passò poi ad occuparsi di meccanica celeste, cioè del moto delle stelle e dei pianeti, e partendo dalle tre leggi di Keplero giunse alla scoperta e alla formulazione della legge di gravitazione universale, valida cioè per tutti i corpi, dalla Luna alle stelle alla famosa mela. 

E' nell'opera di Newton che giungono a pieno compimento le idee di Copernico e Galileo . In meccanica Newton diede contributi essenziali, come la precisa enunciazione dei tre principi fondamentali che ancor oggi sono alla base di questa disciplina. A conclusione delle sue grandi scoperte pubblicò la sua opera fondamentale, scritta in latino essa si intitola 'Philosophiae naturalis principia mathematica'. 

Nei Principia, che sono a giudizio di molti il più grande lavoro scientifico di tutti i tempi, egli enuncia chiaramente le sue concezioni relativamente allo spazio e al tempo che sono per Newton 'assoluti' e senza riferimento ad alcunchè di esterno. Nella sua concezione compare anche il concetto di etere, come supporto della forza gravitazionale. Con l'applicazione delle leggi scoperte Newton fu in grado di spiegare una serie vastissima di fenomeni, come il moto delle comete, le eclissi, le perturbazioni nel moto dei pianeti, la caduta dei corpi, il funzionamento del pendolo, la balistica e molti altri ancora. Per i suoi meriti scientifici fu per lunghi anni presidente della Royal Society e, primo scienziato al mondo, dalla Regina Anna ricevette la nomina a Cavaliere.

Sir Isaac Newton è considerato uno dei padri della scienza moderna, ma è una personalità molto complessa, dedita fra l'altro anche a ricerche, magiche ed alchemiche (i 6 anni trascorsi con lo zio farmacista lasciarono delle profonde tracce).

Insieme a Copernico, Keplero e Galileo, Sir Isaac Newton è considerato il padre della moderna scienza: la sua importanza è così rilevante che il poeta neoclassico Alexander Pope scrisse questo epitaffio: La Natura e le sue leggi erano celate nell’oscurità,  Dio disse: “Sia Newton!”, e tutto fu Luce. 

Nonostante questo ruolo predominante, quella di Newton è una figura estremamente complessa e multiforme: dietro l’uomo apparentemente umile si nasconde un implacabile arrivista, una persona capace di perseguitare un rivale - Leibniz - anche dopo la morte, dietro lo scienziato delle leggi deterministiche (vale a dire rigide e predittive di ciò che avverrà in futuro a partire dai dati presenti) troviamo un grande esperto di alchimia e di “magia naturale”. 

Le conquiste scientifiche di Newton sono enormi, e spaziano su un campo molto vasto: sua è l’elaborazione del “calcolo delle flussioni”, oggi conosciuto come Calcolo infinitesimale, che sta alla base dell’Analisi moderna e delle equazioni della dinamica. Ma fu nel campo della fisica che il suo genio si espresse al massimo livello: si va dall’ottica, con la scomposizione della luce nei suoi componenti fondamentali, fino –soprattutto- alle leggi del moto, che fino al nostro secolo hanno fondato la fisica: Un corpo persiste nel suo modo uniforme finché non agisce su di esso una forza esterna (legge di inerzia); Una forza (F) procura a un corpo un’accelerazione (a) ed è direttamente proporzionale alla sua massa m: F=ma; A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

 Alcune notazioni importanti: il concetto di Forza, che mancava ancora alla cinematica galileiana, è stato il vero punto di leva della nuova scienza della dinamica; inoltre Newton fu il primo a moltiplicare senza esitazione, come avviene nella sua seconda legge, grandezze fisiche diverse: l’impossibilità a fare questo è uno dei motivi per i quali tutte le dimostrazioni galileiane sono di tipo geometrico e si basano essenzialmente sulla teoria delle proporzioni geometriche. Ma dietro a questo grande uomo di scienza si trova, come abbiamo accennato, un grande appassionato ed esperto di alchimia e di magia, che cerca di andare oltre le semplici leggi meccaniche, per scoprire le leggi del “movimento della vita”, della crescita degli organismi, che non possono essere solo meccaniche. E nonostante ciò, le interazioni fra questi due aspetti di Newton ci sono: l’introduzione della forza di gravità, antintuitiva perché non sussistente fra corpi che si toccano, ma fra astri lontanissimi, è legata all’analogia con le forze tipiche della magia naturale. E, soprattutto, bisogna rendersi conto di una cosa fondamentale: i due livelli –quello scientifico e quello alchemico- non sono in contrasto, perché si tratta di una differenza di profondità nell’indagine del reale e soprattutto perché essi cercano, in modi e con profondità diverse, di svelare agli uomini le leggi profonde della creazione divina: non per niente Newton scrisse che “Dio era un grande alchemista”. 

La grandezza di Newton è enorme, e può essere testimoniata dall’immane sforzo che Immanuel Kant , nella Critica della ragion pura, fece per fornire alla sua scienza una fondazione filosofica definitiva.

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TORNIAMO AI SUOI PRINCIPI FILOSOFICI

(
Una pagina di Diego Fusaro)

Lo scienziato inglese più noto, secondo alcuni la più geniale mente di tutti i tempi, nacque nel Lincolnshire da una famiglia di agricoltori. La sua fama è legata ai suoi numerosissimi contributi scientifici in tantissimi campi della fisica e della matematica. Da ragazzo studiò a Cambridge dove conobbe il pensiero di Aristotele, ma fu ben presto attratto dagli scritti di Cartesio , Gassendi , Boyle, Galileo , Keplero . Ancora giovane iniziò ad elaborare le proprie idee partendo dai fondamenti di quello che oggi viene conosciuto come calcolo differenziale, della cui scoperta Newton divide il merito con G.W. Leibniz .

Chiamato da Newton 'calcolo delle flussioni' esso ha rappresentato un punto cruciale nell'evoluzione della matematica, sintetizzando alcune delle disorganiche conoscenze del passato ma soprattutto mettendo a disposizione degli scienziati alcuni tra i più potenti metodi di calcolo e di analisi matematica. Nell'opera intitolata 'Optics' Newton passa ad occuparsi di fisica, in particolare delle proprietà della luce. E' sua l'invenzione del prisma trasparente che permette di scomporre la luce bianca nei colori dell'iride, così come pure quella del telescopio a riflessione. Egli abbraccia una teoria corpuscolare della luce, in contrasto con la teoria ondulatoria di R.Hooke.

Passò poi ad occuparsi di meccanica celeste, cioè del moto delle stelle e dei pianeti, e partendo dalle tre leggi di Keplero giunse alla scoperta e alla formulazione della legge di gravitazione universale, valida cioè per tutti i corpi, dalla Luna alle stelle alla famosa mela. E' nell'opera di Newton che giungono a pieno compimento le idee di Copernico e Galileo . In meccanica Newton diede contributi essenziali, come la precisa enunciazione dei tre principi fondamentali che ancor oggi sono alla base di questa disciplina. A conclusione delle sue grandi scoperte pubblicò la sua opera fondamentale, scritta in latino essa si intitola 'Philosophiae naturalis principia mathematica' [§]. Nei Principia, che sono a giudizio di molti il più grande lavoro scientifico di tutti i tempi, egli enuncia chiaramente le sue concezioni relativamente allo spazio e al tempo che sono per Newton 'assoluti' e senza riferimento ad alcunchè di esterno.

Nella sua concezione compare anche il concetto di etere, come supporto della forza gravitazionale. Con l'applicazione delle leggi scoperte Newton fu in grado di spiegare una serie vastissima di fenomeni, come il moto delle comete, le eclissi, le perturbazioni nel moto dei pianeti, la caduta dei corpi, il funzionamento del pendolo, la balistica e molti altri ancora. Per i suoi meriti scientifici fu per lunghi anni presidente della Royal Society e, primo scienziato al mondo, ricevette la nomina a Cavaliere dalla Regina Anna [§]. Sir Isaac Newton è considerato uno dei padri della scienza moderna, ma è una personalità molto complessa, dedita fra l'altro anche a ricerche ,magiche ed alchemiche Insieme a Copernico, Keplero e Galileo, Sir Isaac Newton è considerato il padre della moderna scienza: la sua importanza è così rilevante che il poeta neoclassico Alexander Pope scrisse questo epitaffio: La Natura e le sue leggi erano celate nell’oscurità Dio disse: “Sia Newton!”, e tutto fu Luca.

Nonostante questo ruolo predominante, quella di Newton è una figura estremamente complessa e multiforme: dietro l’uomo apparentemente umile si nasconde un implacabile arrivista, una persona capace di perseguitare un rivale - Leibniz - anche dopo la morte, dietro lo scienziato delle leggi deterministiche (vale a dire rigide e predittive di ciò che avverrà in futuro a partire dai dati presenti) troviamo un grande esperto di alchimia e di “magia naturale”.

Le conquiste scientifiche di Newton sono enormi, e spaziano su un campo molto vasto: sua è l’elaborazione del “calcolo delle flussioni”, oggi conosciuto come Calcolo infinitesimale, che sta alla base dell’Analisi moderna e delle equazioni della dinamica. Ma fu nel campo della fisica che il suo genio si espresse al massimo livello: si va dall’ottica, con la scomposizione della luce nei suoi componenti fondamentali, fino –soprattutto- alle leggi del moto, che fino al nostro secolo hanno fondato la fisica: Un corpo persiste nel suo modo uniforme finché non agisce su di esso una forza esterna (legge di inerzia); Una forza (F) procura a un corpo un’accelerazione (a) ed è direttamente proporzionale alla sua massa m: F=ma; A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Alcune notazioni importanti: il concetto di Forza, che mancava ancora alla cinematica galileiana, è stato il vero punto di leva della nuova scienza della dinamica; inoltre Newton fu il primo a moltiplicare senza esitazione, come avviene nella sua seconda legge, grandezze fisiche diverse: l’impossibilità a fare questo è uno dei motivi per i quali tutte le dimostrazioni galileiane sono di tipo geometrico e si basano essenzialmente sulla teoria delle proporzioni geometriche.

Ma dietro a questo grande uomo di scienza si trova, come abbiamo accennato, un grande appassionato ed esperto di alchimia e di magia, che cerca di andare oltre le semplici leggi meccaniche, per scoprire le leggi del “movimento della vita”, della crescita degli organismi, che non possono essere solo meccaniche. E nonostante ciò, le interazioni fra questi due aspetti di Newton ci sono: l’introduzione della forza di gravità, antintuitiva perché non sussistente fra corpi che si toccano, ma fra astri lontanissimi, è legata all’analogia con le forze tipiche della magia naturale. E, soprattutto, bisogna rendersi conto di una cosa fondamentale: i due livelli –quello scientifico e quello alchemico- non sono in contrasto, perché si tratta di una differenza di profondità nell’indagine del reale e soprattutto perché essi cercano, in modi e con profondità diverse, di svelare agli uomini le leggi profonde della crezione divina: non per niente Newton scrisse che “Dio era un grande alchemista”. La grandezza di Newton è enorme, e può essere testimoniata dall’immane sforzo che Immanuel Kant , nella Critica della ragion pura, fece per fornire alla sua scienza una fondazione filosofica definitiva.

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Un ringraziamento a Diego Fusaro
Per approfondire Newton vedi il suo link (esterno)
"La filosofia e i suoi eroi"

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