AMORE
passione e ...


FAMIGLIA

 

Giovanni De Sio Cesari

NATURA E CULTURA

L'amore è un concetto culturale, non un fatto naturale.
Siamo noi cha secondo la nostra cultura e scelte personali diamo importanza ad alcune cose e non ad altre, alcune le consideriamo positive e altre negative: la varietà delle concezioni è molto ampia nella storia dell’umanità: Il nostro concetto di amore è stato elaborato nell'800 e poi variamente modificato

Dal punto di vista dell'istinto naturale esiste il desiderio sessuale e la famiglia.

Il primo spinge alla procreazione ma poichè al bambino non basta la madre, occorre un gruppo più o meno esteso: la famiglia.

Tutte le culture quindi conoscono attrazione sessuale e famiglia

Esiste poi quello che chiamiamo passione: un desiderio ossessivo (passione cioè stato di sofferenza) per una determinata e specifica persona: pure questo pare un fatto naturale, comune a tutte le culture.

Nella etica (e quindi nelle religioni che hanno valore etico) in genere si teme la passione per la sua potenziale carica distruttiva: la passione può non solo distruggere la famiglia ma anche far dimenticare all'uomo i suoi compiti, i suoi doveri, trascinarlo al ridicolo, alla povertà, al delitto.

Per esemplificare ricordiamo qualche esempio letterario: il sapiente Salomone che per la passione per Betsabea fa uccidere il valoroso marito Uria; nell'"Angelo azzurro", il professore che si degrada fino al ridicolo; in Notre Dame il virtuoso e pio Frollo travolto a ogni bassezza; la "Lupa" di Verga che diventa rivale della figlia: gli esempi sarebbero infiniti

La passione è quindi vista pure come una malattia , una nevrosi, diremmo noi: un motivo delle poesie d'amore era l'invocazione alla donna amata perchè non faccia morire di crepacuore lo spasimante, quasi un dovere di pietà religiosa.

AMORE

Nell' atmosfera romantica dell’800 nacque una nuova rivoluzionaria idea: l'Amore, con la A maiuscola. Si tratta di un una creazione culturale ignota prima.
M
a che significa? è la stessa cosa della passione? è il suo opposto o il suo completamento?

L'amore romantico è definito come qualcosa di assoluto, un sentimento che unisce due persone e gli aspetti sessuali vengono però messi in sordina, anzi decisamente ignorati.

L'amore di Cirano di Bergerac dura e riempie tutta una vita, eppure non solo non ha mai sfiorata Rossana ma addirittura non le ha mai detto che la ama

L'amore romantico infatti non fa mai riferimento al sesso, non per motivi etici ma perchè sarebbe un abbassarsi a livello materiale, volgare: si presuppone pure alla fine, il matrimonio con relativa sessualità ma l'incontro dei corpi è solo un completamento dell'incontro delle anime e nemmeno poi tanto necessario.

Anzi in genere nella letteratura gli amori sono sempre infelici, non si completano con l'unione fisica ma è la morte che li rende eterni sottraendoli alla meschinità della vita quotidiana.

Secondo la struttura del romanzo romantico le vicende debbono essere complesse, vi debbono essere delle difficoltà e dei fatti eccezionali che facciano risaltare la grandezza dell’amore: un tranquillo fidanzamento seguito da matrimonio fra la soddisfazione dei parenti sarebbe troppo banale.
La conclusione della storia romantica può essere tanto lieta ( il matrimonio e vissero tutti felici e contenti) che triste (la morte dei protagonisti): ma difficilmente può andare oltre questi limiti: l'amore infatti è presentato come un assoluto e difficilmente può essere calato nella banale quotidianità della vita .

Nella Traviata la tragica morte di Violetta, mentre intorno impazza il carnevale parigino, fra le braccia di Alfredo e il cordoglio del severo padre e di tutti, rende bella e sublime tutta la storia. Pensate invece se Violetta fosse vissuta: forse Alfredo si sarebbe stancato di Violetta come era avvenuto sempre per le altre, forse Violetta sarebbe tornata a farsi mantener da qualche vecchio ricco come aveva sempre fatto: e poi come avrebbero fatto a vivere senza mezzi?. Fra la ostilità delle famiglie e di tutti: la morte salva tutto.

Pensate forse che un tipo inquieto come Jacopo Ortis si sarebbe alzato di notte per il pianto del bambino o avrebbe cercato di far quadrare i conti della spesa: figuratevi la povera Teresa quante gliene avrebbe detto: meglio allora piantarsi un pugnale nel mezzo del petto e che il suo amore resti eterno perchè a realizzarlo è tutta altra cosa: ci vogliono delle capacità concrete, mica bastano le follie della poesia.

Comunque l'amore da allora è stato visto come un sentimento assoluto che deve essere seguito, è posto alla base del matrimonio e della famiglia: ci si sposa perche ci si ama mentre prima ci si amava (non sempre) perchè si era sposati

L'amore viene visto come qualcosa di indefinibile ma appunto per questo ll concetto è rimasto sempre molto confuso: soprattutto non c'è modo effettivo di riconoscerlo, distinguerlo dalla infatuazione, dal capriccio del momento.

D'altra parte resta in pratica di difficile realizzazione: nella realtà è ben difficile prescindere dai fatti concreti come le risorse economiche, il livello culturale, le condizioni della vita, le differenze di età.

PASSIONE

Un problema moderno pero è che rapporto vi sia fra amore e passione: in una mentalità che da poca importanza alla sessualità (come l'età vittoriana) la distinzione sembrava netta: ma nel nostro tempo in cui si sente moltissimo la importanza della sessualità la distinzione diviene praticamente impossibile dal momento in cui gli innamorati diventano anche amanti.

Fino a un certo punto la passione è stata vista come una specie di malattia dello spirito: in termini moderni (direbbe uno psicanalista) una nevrosi, una delle tante della vita moderna.

Allora la domanda potrebbe essere: c'è chi ha la nevrosi del chiuso e chi dell'aperto, chi della pulizia e infinite altre: la "passione" è pure essa una nevrosi? In altri termini le passioni sono semplici manifestazioni di nevrosi che comunque si manifesterebbero in altri modi?

Non vogliamo proporre una risposta, se mai c'è una risposta .

Però è questione certamente importante: altro è credere che abbiamo solo un po mal di testa altro è pensare che si tratti della realizzazione della nostra vita, di un nostro bisogno essenziale.

L'amore romantico aveva messo in ombra la sessualità allo stesso modo dei fattori economici e sociali perche indegni di un sentimento assoluto, infinito, irrelativo.

La sessualità è invece un aspetto distintivo della coppia (matrimoniale): non si tratta di amici, parenti, colleghi confratelli ma di un uomo e una donna che hanno rapporti sessuali: non tenerlo presente ha lo stesso effetto catastrofico che ignorare gli aspetti socio economici.

Tuttavia bisogna anche considerare che l'eccessivo peso data alla sessualità puo avere gli stessi effetti dirompenti della passione di cui parlavamo: si pongono tanti interrogativi inquietanti.

Che forse una moglie deve essere meno cara quando non è più tanto giovane ?

Un marito va forse giudicato dalle sue prestazioni sessuali?

E che succede se per esigenze della vita (lavoro, guerra, malattia) si è lontani?

E se incontriamo persone che ci danno piu soddisfazione sessuali, per questo possiamo lasciare il nostro coniuge ?

E non è forse poi la sessualità legata al momento e cambiamo continuamente i nostri gusti?

Ma poi la sessualità può ridursi a "chemistry " a una reazione chimica?

Se cosi fosse poi non ci sarebbe grande differenza fra i vari partner, al massimo semplicemente che qualcuno è più o meno bravo di altri.

Se, come dicevano alcuni nel 68, fare l'amore deve essere semplice come bere un bicchiere di acqua, allora non dovremmo darci poi tanta importanza, allo stesso modo in cui non diamo importanza all'acqua che beviamo: al massimo, potremmo pensare a un cibo che può essere più o meno saporito ma niente di più, comunque sazia .

Ma forse anche la sessualità è soprattutto un fatto psicologico, che nasce dalla fantasia, dal sentimento, da mille cose che poco hanno a che fare con la chimica.

Forse un uomo fra una donna molto "brava" e una che sente di amare trova piu piacere nella seconda?

Forse una donna violentata dovrebbe trovare uguale o forse maggior piacere ma invece prova solo disgusto?

Forse, come in tutte le cose umane, quello che conta non è mai il fatto fisico in se stesso ma la valutazione che l'uomo ne da?

LA FAMIGLIA

Noi possiamo ipotizzare una libera unione, opzionale e temporanea, aperta: dura fino a quando a uno dei due non viene a noia: soluzione certamente ideale e coerente con la premessa che il matrimonio sia solo effetto dell’amore e della passione e che quindi quando questi cessano deve cessare anche il matrimonio.

Certamente però essa può valere in casi specifici, particolari ma può soddisfare in generale l'essere umano?

Puo conciliarsi con l'Amore con la A maiuscola ?

Soprattutto può costituire l'ambiente adatto e ricevere le nuove vite?

Può dare la felicità alla quale ogni essere umano aspira?

L'amore sottintende un progetto di vita comune e la ricerca della felicità e quindi non può prescindere dalle reali condizioni psicologiche e materiali.

Non si può dividere una vita felice con un uomo violento, infedele, egoista, irresponsabile in mezzo a ristrettezze e privazioni. Spesso le donne hanno la sindrome delle crocerossina, pensano di poter cambiare gli uomini ma è vana illusione.

Le donne che subiscono maltrattamenti hanno spesso difficoltà a rivolgesi alle proprie famiglia di origine proprio perché, in genere, queste si erano già opposte strenuamente alla loro unione.

Potremmo dire che l'Amore è una scelta consapevole e responsabile con la quale noi decidiamo che vogliamo costruire il resto della nostra vita con una certa persona che riteniamo possa darci la felicità, niente di meno.

Bisognerebbe forse guardare non tanto alla tempestosità dei sentimenti ma alla loro stabilità e durata: molti amori che sembravano grandi perchè fuori della realtà si dissolvono come nebbia al sole della realtà.

E’ impossibile sapere che una unione sarà felice e però facile prevedere fin dall'inzio se sarà infelice.

Alcuni considerano l’amore una pazzia che dà un certo colore e sapore alla vita, alla realtà di tutti i giorni, e che quindi non deve tenere conto dei fatti razionali.

Ma perché mai pensare che la ragionevolezza, il senso delle proporzioni e della realtà renda la vita incolore ?

Perché pensare che i sentimenti, grandi, forti, quelli che durano e riempiono una vita nascono solo dalle pazzie ?

Io vedo che le follie portano a disastri e poi ancora a disastri e disastri.

Giovanni De Sio Cesari

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