BIOGRAFIA
Virginia Adeline Woolf
( a fondo pagina "Pensieri di Pace" )

Una pagina di Alessia Cima

VIRGINIA ADELINE WOOLF nasce a Londra il 25 gennaio 1882, da Leslie Stephen, uomo di lettere, e da Julia Prinsep, entrambi vedovi provenienti da un primo matrimonio; hanno insieme quattro figli, che vengono ad aggiungersi ai quattro nati dai loro primi rispettivi letti. In questa complessa figliolanza, Virginia Adeline occupa la settima e penultima posizione.

Sir Leslie Stephen, era tra i più celebri critici e storiografi del periodo vittoriano, fu editore del Dictionary of National Biografy.
In accordo con la tradizione vittoriana, Virginia e sua sorella Vanessa vengono educate a casa, mentre i suoi fratelli frequentano l'Università di Cambridge.
All’istruzione delle figlie provvedono i genitori, il padre insegna loro matematica e inglese, la madre latino, francese e storia. Virginia e il fratello Thoby manifestano subito la loro inclinazione letteraria e danno vita ad un giornale domestico, Hyde Park Gate News, in cui scrivono storie inventate e una sorta di diario famigliare.

Virginia acquisisce una buona istruzione classica, che arricchisce con letture tratte dalla ben fornita biblioteca paterna. L’autrice in una lettera a Vita Sackville-West, descrive l'infelice periodo della sua adolescenza : "Think how I was brought up! No school; mooning about alone among my father's books; never any chance to pick up all that goes on in schools—throwing balls; ragging; slang; vulgarities; scenes; jealousies!"

Virginia trascorre le sue vacanze estive presso Talland House nel Cornwall, dove stringe rapporti di amicizia con molte persone, tra cui Meredith e Henry James. L'influenza di questo posto incantato sulle rive dell'oceano riecheggia in alcuni suoi capolavori come To the Lighthouse, Jacob's room e The Waves.
Nel corso della sua gioventù Virginia Woolf è oggetto di abusi sessuali da parte dei due fratellastri George e Gerald Duckworth. A questo proposito nel 1936, in una lettera, Virginia definirà George 'my incestuous brother` . Questo evento contribuirà ad incrementare i suoi problemi mentali.


Il Blomsbury group

Nel 1895 la madre di Virginia muore e suo padre, sconvolto dal dolore, decide di vendere Talland House. Virginia ha solamente tredici anni, ma rimane colpita dalla prematura scomparsa della madre. Inizia a soffrire di depressione, un ulteriore elemento che contribuirà ad aggravare i suoi problemi psichici.
Tramite il fratello Thoby, entrato a Cambridge nel 1899, Virginia stringe rapporti di amicizia con Bertrand Russel, Edward Morgan Forster, Ludwing Wittgenstein e Leonard Woolf, che diverrà suo marito. Tutti esponenti di un gruppo detto degli “Apostoli”.

Nel 1904 Sir Leslie Stephen, il padre, muore e Virginia ricade in uno stato di profonda prostrazione.
Assieme ai fratelli Thoby e Vanessa, si trasferisce da Hide Park Gate, nel quartiere londinese di Bloomsbury, dove prende vita un gruppo chiamato “ Bloomsbury set”, che sarà destinato a dominare, per un trentennio, la scena culturale inglese, di cui fanno parte gli ormai ex “Apostoli”. Nascono così le “serate del giovedì”, che diventeranno venerdì, riunioni alle quali partecipano intellettuali londinesi per discutere d’arte, letteratura e politica.

Il Bloomsbury group è generalmente definito come un circolo intellettuale di scrittori e artisti, che fiorì negli anni Venti. Il circolo si riuniva nella casa dell'editore Leonard Woolf e includeva artisti, come la pittrice Vanessa Bell (sorella di Virginia), suo marito, il critico d'arte Clive Bell, il biografo Lytton Strachey, l'economista John Maynard Keynes, lo scrittore E.M. Forster, il critico d'arte Roger Fry e molti altri.

Tutti erano conosciuti individualmente per il loro contributo in campo artistico (o sociale, come nel caso di Keynes). Tipicamente Modernisti, i loro innovativi contributi costituiscono un'importante sezione ell'avanguardia inglese. Tutti i membri condividevano valori che sottolineavano l'importanza della soggettività, del piacere estetico, della sperimentazione in ogni campo. Inoltre tutti erano legati da vincoli di affetto e onestà intellettuale.
Alimentata e spinta da questo clima di fervore intellettuale, Virginia inizia a dare ripetizioni serali alle operaie di un collegio della periferia, milita nei gruppi delle suffragette, pubblica le sue prime critiche letterarie nel Times Literary Supplement..


Leonard Woolf

Virginia nel 1912 sposa Leonard Woolf (dopo una breve storia d'amore con Lytton Strachey, il quale si scoprì omosessuale) brillante giornalista e teorico politico.
Nel 1913 dopo aver completato il suo primo racconto The Voyage Out, esausta, va incontro ad un nuovo periodo di depressione, e tenta il suicidio. Per farle ritrovare fiducia ed equilibrio, il marito le propone di aprire una casa editrice. Nel 1917, fondano insieme la Hogarth Press che pubblicherà opere di nuovi scrittori di grande talento tra cui ricordiamo Katherine Mansfield e T. S. Eliot, Freud, Rilke, Svevo, Gorki. Nota curiosa: l’Ulisse di Joyce è rifiutato per la sua volgarità!

Nel 1919 pubblica il racconto Kew gardens e nel 1920 il romanzo Night and day (Giorno e notte), nel 1921, Monday or Tuesday (Lunedì o martedì), nel 1924, il saggio critico Mr. Bennet and Mrs. Brown, nel 1925, Mrs Dalloway (La signora Dalloway) e nel 1927, To the lighthouse (La gita al faro), romanzo, questi ultimi due, in cui Virginia Woolf adotta la tecnica del “flusso di coscienza” e nei quali si chiarisce il tema del tempo.


Virginia e il mondo femminile

Virginia è attivista all'interno dei movimenti femministi per il suffragio delle donne e riflette più volte, nelle sue opere, sulla condizione femminile.
In A Room Of One's Own (Una stanza tutta per sé) de 1929, tratta il tema della discriminazione femminile, mentre in Three Guineas (Le tre ghinee), del 1938 si occupa del ruolo dominante dell'uomo nella società a lei contemporanea. Il rapporto con le donne viene vissuto fino in fondo, anche sul piano sentimentale. In questo contesto si inquadra la presunta storia d'amore tra Virginia e Vita Sackville- West, sua grande amica, che la ispira nella stesura dello Orlando (1928), che narra la storia di una nobildonna affascinante che vive attraverso i secoli cambiando sesso molte volte.


La fine

Nell'estate del 1940, mentre la Gran Bretagna è in guerra, Virginia Woolf lavora al romando Beetween the acts (Tra un attimo e l'altro), che termina nel febbraio del 1941. Intanto le sue crisi depressive si fanno più incalzanti.
Virginia ama circondarsi di persone, ma quando si sente sola ricade in stati ansiosi. A contribuire, la seconda guerra mondiale, che aumenta le sue fobie e ansie. (
sono i bombardamenti su Londra (a fondo pagina i "Pensieri di Pace")
Fino al 28 marzo 1941, quando Virginia uscita furtivamente dalla casa di campagna, abbandonati cappello e bastone decide di gettarsi nel fiume Ouse.
Virginia lasciò una breve lettera a suo marito.


Lo stile narrativo

La carriera letteraria di Virginia Woolf inizia nel 1915 con The voyage out, seguito nel 1919 da Night and Day. Queste due opere seguono ancora la linea tradizionale, dalla quale si distaccò con Jacob's room del 1920. Gli anni venti sono i più produttivi: nel 1925 pubblica Mrs. Dalloway, nel 1927 To the lighthouse (Gita al faro) e nel 1928 Orlando.

Seguendo il lavoro che Joyce aveva compiuto in Inghilterra, Proust in Francia e Sterne (due secoli prima), Virginia Woolf a sua volta abbandona la tecnica di narrazione tradizionale, per delinearne una moderna, che lei stessa descrive nel suo Diary il 26 gennaio 1920.
Eliminando il dialogo diretto e la trama tradizionale, dirige la sua attenzione verso il monologo interiore. La realtà esterna perde la sua funzione privilegiata, eccetto per quanto riguarda l'influenza che esercita sulla vita interiore del soggetto.


Il tempo interiore differisce da quello esteriore per l'assenza di una cronologia; seguendo i processi della mente la narrazione procede attraverso spostamenti in avanti e all'indietro nel tempo, in relazione a pensieri e ricordi suscitati nei protagonisti dall'ambiente circostante. In accordo con la teoria di Bergson sulla durata del tempo, Virginia è in grado di rappresentare lo scorrere del tempo in dodici ore (Mrs Dalloway), in diversi anni (To The Lighthouse), o in poche ore ( Beetween The Act). Nell' Orlando invece espande il tempo in tre secoli.


Questa tecnica narrativa, usata anche da Joyce, è analoga a quella utilizzata nel montaggio dei films:
1. Il soggetto rimane fermo nello spazio mentre la sua coscienza scorre nel tempo (TIME- MONTAGE)
2. Il tempo rimane fermo mentre gli elementi spaziali cambiano(SPACE- MONTAGE)


Il linguaggio figurativo particolarmente raffinato, ricco di similitudini, metafore, assonanze e allitterazioni, usato dall'autrice, ben rappresenta il flusso di coscienza.
La prosa è caratterizzata da passaggi subordinati ed è spesso spezzata da semicolonne e lineette, accordando pienamente con ciò che Virginia ritiene il tipico modo femminile di costruire i pensieri.
Al pari di Joyce, la Woolf segue la tecnica del monologo interiore per esprimere il flusso di coscienza nei suoi personaggi, ma a differenza dello scrittore irlandese, il tempo non è concepito come un flusso continuo, bensì come una serie di momenti staccati, riuniti dalla immaginazione e dall'associazione di idee. Nei suoi protagonisti vi è uno studio continuo dei pensieri e sentimenti e la vita di ogni giorno si riflette attraverso le loro coscienze per riallacciarsi ai soliloqui nei quali la loro mente è perpetuamente occupata. Appartengono tutti alla borghesia illuminata, alla intelligentsia, e tendono a diventare degli esteti della propria gamma di sensazioni: ognuno di essi riflette un aspetto, una immagine particolare della personalità della scrittrice.


Opere principali

• The Voyage Out (1915): narra la storia attraverso il sud america di una ricca donna, Rachel Vinrage, della sua storia d'amore con Terence Hewett e della sua improvvisa morte a causa di una febbre tropicale, proprio quando crede di aver raggiunto la felicità.


• Night and Day (1919) critico nei confronti dell'alta società, la trama è centrata su due donne, la dolce Katherine Hilbert e l'emancipata Mary Datchet.
Katerina Hilbery, appartenente ad una delle migliori famiglie inglesi, nipote di un poeta, figlia unica di due letterati, bella, seria, intelligente, pare essenzialmente occupata a dirigere la casa dei suoi genitori in Cheyne Walk; ma in realtà vive una sua intima vita fatta di sogni: fantastica di domare cavalli selvatici sulle pianure americane o di dirigere una nave in mezzo ad una tempesta e, quasi a protesta contro la confusione, l'agitazione e la vaghezza della più bella prosa, si dedica segretamente allo studio della matematica. A chi la vede per la prima volta, come il giovane avvocato Ralph Denham, ella può sembrare un'egoista, gelosamente chiusa nella propria torre d'avorio, mentre in realtà è profondamente angosciata per l'isolamento che sente tra le creature umane; e di tale sofferenza non potrà guarirla nè la cultura filosofica, nè il fidanzamento con Guglielmo Rodney, uomo colto e umanista; anzi comprenderà a un certo punto che con tale fidanzamento ha tradito il mondo dei suoi sogni e che non può adattarsi alla vita troppo levigata e sicura, che il matrimonio con lui le procurerebbe.
Soltanto Ralph Denham trova l'uomo per cui può sentire la grande passione, e a lui finirà con l'unirsi, conquistando la felicità, dopo che egli si sarà, a seguito di molte incertezze, allontanato da Maria Datchett, donna seria e indipendente la quale, rinunciando ai propri desideri, ha acquistato il privilegio di condividere le aspirazioni e le sofferenze della massa dell'umanità, e dopo che Rodney avrà trovato nella giovane e ingenua cugina Cassandra la compagna veramente adatta per lui."

• Jacob's Room (1922):primo esperimento della nuova tecnica narrativa elaborata da Virginia Woolf, con l'abbandono delle sequenze cronologiche e della tradizionale tecnica narrativa. Narra di un giovane studente presso l'università di Cambridge, dei suoi amori e dei suoi viaggi in Francia e in Grecia. Della sua morte durante la guerra. Noi sappiamo tutto della vita del ragazzo attraverso i pensieri e ricordi di chi lo conosceva. Egli continua a vivere attraverso il ricordo.


• Mrs. Dalloway (1925): Clarissa Dalloway, moglie di un importante uomo politico, mentre prepara festa che darà la sera nella sua elegante casa, ricorda gli anni della sua giovinezza trascorsi nella casa di campagna della sua famiglia, ripensa alla sua amica Sally e al suo primo amore, Peter, respinto per il più posato Richard. Parallelamente si narra la giornata di un giovane reduce che si sente responsabile della morte di un suo amico in guerra.
Il ritorno inaspettato dall'India di Peter e il rivedere la sua amica Sally che si presenta inaspettatamente alla festa, porterà Clarissa a scoprire verità nascoste nel profondo del suo animo.Il racconto inizia e finisce in un arco di 12 ore.

 

• To The Lighthouse (1927) narra l'escursione di un gruppo di personaggi a una delle isole Ebridi e attraverso il paesaggio rappresenta il legame che unisce i personaggi tra loro e con il paesaggio stesso. Il romanzo è suddiviso in tre parti: nella prima parte in un giorno di settembre, prima dello scoppio della I guerra mondiale, coniugi Ramsay, si recano nell'isola assieme ai loro bambini e ai loro ospiti. Nella seconda parte del libro copre un periodo di dieci anni, compressi in una notte buia. La signora Ramsay muore, suo figlio Andtrew resta ucciso in guerra e sua figlia Prue muore di parto. La terza parte che si svolge dieci anni dopo, ed è ambientata in un giorno. I restanti membri della famiglia ritornano alla casa sull'isola assieme ad alcuni ospiti che vi si erano trovati la prima volta. Lily Briscoe riesce a completare il quadro iniziato al tempo della prima visita, grazie ad una visione che le svela per un attimo la verità sulla signora Ramsay e sulla sua famiglia. Nel frattempo il signor Ramsay e due dei suoi figli raggiungono il faro, che non erano mai riusciti a visitare. Ma tutto è cambiato solo il faro è sempre lo stesso, insieme alla sopravvissuta memoria della signora Ramsay.


• Orlando (1928) è una sorta di biografia di Victoria Sackville- West. Nel libro vengono narrate, attraverso le reincarnazioni del protagonista Orlando ( che a un certo punto cambia sesso) in vari periodi storici, le vicende della famiglia Sackville- West dall'età elisabettiana fino al presente.


• The Waves (1931) una sorta di poesia in prosa, dove le impressioni di alcuni personaggi, sono presentate attraverso una serie di monologhi.


• The Years (1937) segna un parziale ritorno alle tradizionali tecniche di narrazione. Narra la storia di una generazione e la loro visione della vita.


• Beetween the Acts
(1941) si rivela come il più poetico tra i romanzi della scrittrice, che cerca una forma narrativa adeguata all'arduo tentativo di esprimere fedelmente il proprio mondo di percezioni sottili e mutevoli. Il libro manca di una vera e propria conclusione.


Virginia Woolf: opere
1913 The voyage out
1919 Kew gardens
1920 Night and Day
1922 Jacob's room
1924 Mr. Bennett e Mrs. Brown [saggio]
1925 The common reader
1925 Mrs Dalloway
1927 To the lighthouse
1928 Orlando
1929 A room of one's own
1931 Flush
1931 The waves
1932 Lettore comune [2.a serie] [saggio]
1937 The Years
1938 Three guineas
1941 Between the acts (postumo)
1953 A writer's diary (postumo)

Bibliografia:
Albrinck, Meg. "Woolf's War Stories." Rev of Virginia Woolf and the Great War by Karen Levenback. Novel: A Forum on Fiction 33.1 (1999): 141-42.

Albrinck, Meg. Crossing No Man's Land: Gender Confusion and Genre Disruption in British. Women's War Narratives. Diss. U of Wisconsin, Madison, 1999.

Avasthi, Smita. Forms of Feminist Writing, 1914 1939: West, Warner, Woolf, and the Cultural Context. Diss. U of Oregon, 1999.

Beer, Gillian. "A Village Apocalypse: Virginia Woolf and the War." In La tipografia nel salotto: saggi su Virginia Woolf. Oriana Palusci, ed. Torino: Tirrenia Stampatori, 1999. 250-61.

Bonadei, Rossana. "Disarticolando 'Io': Virginia Woolf e le stanze della scrittura." In La tipografia nel salotto: saggi su Virginia Woolf. Oriana Palusci, ed. Torino: Tirrenia Stampatori, 1999. 23-37.

By Alessia Cima

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Virginia Woolf

"PENSIERI DI PACE"
"DURANTE UN ATTACCO AEREO TEDESCO A LONDRA" (1941)

" I tedeschi sono passati sopra questa casa ieri sera e la sera prima. Eccoli un'altra volta. È una strana esperienza, questa di stare sdraiata nel buio e ascoltare il ronzio di un calabrone che in qualsiasi momento può pungerci mortalmente. È un rumore che non permette di pensare freddamente e coerentemente alla pace. Eppure è un rumore che dovrebbe costringerci - assai più che non gli inni e le preghiere - a pensare alla pace. Poiché se non riusciamo, a forza di pensare, a infondere esistenza a questa pace, continueremo per sempre a giacere - non questo corpo in questo letto bensì milioni di corpi non ancora nati - nello stesso buio, ascoltando lo stesso rumore di morte sulla testa. Facciamo tutto il possibile per creare il solo rifugio antiaereo efficace, mentre là sul colle sparano i cannoni e i riflettori tastano le nuvole; e qua e là, a volte vicino, a volte lontano, cade una bomba.

Lassù in cielo combattono giovani inglesi contro giovani tedeschi. I difensori sono uomini, gli attaccanti sono uomini. Alla donna inglese non vengono consegnate armi, né per combattere il nemico né per difendersi. Ella deve giacere disarmata, questa sera. Eppure se ella crede che quel combattimento lassù in cielo è una lotta da parte degli inglesi per proteggere la libertà, da parte dei tedeschi per distruggere la libertà, ella deve lottare, con tutte le sue forze, dalla parte degli inglesi. Ma come può lottare per la libertà senza armi? Fabbricandole, oppure fabbricando vestiti e alimenti. Ma c'è un altro modo di lottare senza armi per la libertà. Possiamo lottare con la mente; fabbricare delle idee, le quali possano aiutare quel giovane inglese che combatte lassù in cielo a vincere il nemico.

"Ma perché le idee siano efficaci, dobbiamo essere in grado di accendere la loro miccia. Dobbiamo metterle in azione. E quel calabrone in cielo mi sveglia un altro calabrone nella mente. Ce n'era uno questa mattina, che ronzava nel «Times»; era la voce di una donna che protestava:
«Le donne non possono dire una parola sulle questioni politiche».

Non c'è nessuna donna nel Gabinetto; né in nessun posto di responsabilità. Tutti i fabbricanti di idee, in grado di attuare queste loro idee, sono uomini. Ecco un pensiero che soffoca il pensiero, e incoraggia invece l'irresponsabilità. Perché non sprofondare allora la testa nel cuscino, otturarsi le orecchie, e abbandonare questa futile attività di fabbricare idee? Poiché ci sono altri tavoli, oltre ai tavoli dei militari e i tavoli delle conferenze. Potrebbe darsi che se noi rinunciamo al pensiero privato, al pensiero del tavolo da tè, perché esso ci sembra inutile, stiamo privando quel giovane inglese di un'arma che potrebbe essergli utile. Non stiamo esagerando la nostra incapacità, solo perché la nostra capacità ci espone forse all'insulto, al disprezzo? «Non cesserò di lottare mentalmente», scrisse Blake. Lottare mentalmente significa pensare contro la corrente, e non a favore di essa.

"E quella corrente scorre veloce e violenta. Straripa in parole dagli altoparlanti e dai politici. Ogni giorno ci dicono che siamo un popolo libero, il quale combatte per difendere la libertà. Quella è la corrente che ha trascinato nei suoi turbini quel giovane aviatore fino al cielo, e che lo fa girare incessantemente tra le nuvole. Quaggiù, protetti da un tetto, con una maschera antigas sotto le mani, è nostro dovere sgonfiare questi palloni d'aria e scoprire qualche germe di verità. Non è vero che siamo liberi. Questa sera siamo tutti e due prigionieri: lui nella sua macchina con un'arma accanto, noi sdraiati nel buio con una maschera antigas accanto. Se fossimo liberi saremmo all'aperto, a ballare, o in un teatro, o seduti davanti alla finestra, conversando. Che cosa ce lo impedisce? «Hitler!» esclamano unanimi gli altoparlanti. Chi è Hitler? Che cosa è Hitler? L'aggressività, la tirannia, l'amore forsennato del potere, rispondono. Distruggetelo, e sarete liberi.

"Ora sulla mia testa gli aerei rombano come se segassero il ramo di un albero. Gira e gira, segando e segando quel ramo proprio sopra la mia casa. E nel cervello un altro suono comincia a aprirsi, anch'esso segando, una galleria. «Le donne capaci» - così diceva Lady Astor nel «Times» di questa mattina - «vengono ostacolate in tutte le carriere a causa dell'inconsio hitlerismo nel cuore dell'uomo». È vero, siamo ostacolate. E questa sera siamo tutti prigionieri: gli inglesi nei loro aerei, le inglesi nei loro letti. Ma se lui smette un attimo di pensare, possono ucciderlo; e anche noi. Pertanto, pensiamo per lui. Cerchiamo di fare conscio l'inconsio hitlerismo che ci opprime. È il desiderio di aggressione; il desiderio di dominare e di rendere schiavi. Perfino nel buio possiamo vederlo chiaramente. Vediamo le vetrine dei negozi illuminati a giorno, e le donne che guardano; donne incipriate; donne travestite; donne dalle labbra rosse e dalle unghie rosse. Sono schiave che cercano di rendere schiavi gli altri. Se potessimo liberarci dalla schiavitù, avremo liberato gli uomini dalla tirannia. Gli Hitler sono generati dagli schiavi.

"Cade una bomba. Tutte le finestre tremano. I cannoni antiaerei entrano in azione. Là, sull'alto del colle, sotto una rete con pezzi appiccicati di stoffa verde e bruna, imitando i colori delle foglie d'autunno, si nascondono i cannoni.
Ora sparano tutti insieme. Il giornale radio delle nove ci dirà: «Questa sera sono stati abbattuti quarantaquattro aerei nemici, dieci dei quali dal fuoco antiaereo». E una delle condizioni della pace, dicono gli altoparlanti, sarà il disarmo. Non ci saranno più armi, né esercito, né marina, né forza aerea nell'avvenire. I giovani non saranno più addestrati a combattere con le armi. Quello sveglia un altro calabrone nelle camere del cervello, un'altra citazione: «Combattere contro un nemico reale, meritare eterno onore e gloria uccidendo dei perfetti sconosciuti, e tornare a casa con il petto coperto di medaglie e di decorazioni, quello era il colmo delle mie speranze... A questo era stata dedicata, finora, tutta la mia vita, la mia educazione, la mia preparazione, tutto... ».

"Queste sono le parole di un giovane inglese combattente nell'ultima guerra. Davanti a queste parole, possono credere onestamente i pensatori dell'accennata corrente che scrivendo «disarmo» su un pezzo di carta in una conferenza di ministri, avranno fatto tutto ciò che si doveva fare? Otello non avrà più occupazione, ma egli sarà sempre Otello. Quel giovane aviatore in cielo non è spinto soltanto dalle voci degli altoparlanti; è spinto anche dalle voci che ascolta in sé, antichi istinti, istinti incoraggiati e nutriti dall'educazione e dalla tradizione. Glieli dobbiamo forse rimproverare? Si potrebbe forse sopprimere l'istinto materno, perché così ha voluto un gruppo di politici? Supponiamo che fra le condizioni di pace ci fosse questa, imperativa: «L'esercizio della maternità sarà ristretto a una classe ridotta di donne accuratamente selezionate», forse sarebbe accettata? Piuttosto diremo: «L'istinto materno è la gloria della donna. A questo è stata dedicata finora la mia vita, la mia educazione, la mia preparazione, tutto...».

"Ma se fosse necessario, per il benessere dell'umanità, per la pace del mondo, che l'esercizio della maternità venisse ristretto, e l'istinto materno messo a tacere, forse le donne non si rifiuterebbero. Gli uomini le aiuterebbero. Onorerebbero queste donne per il loro rifiuto di generare. Aprirebbero alle possibilità al loro potere creativo. E anche questo deve essere parte della nostra lotta per la libertà. Dobbiamo aiutare i giovani inglesi a togliere dai loro cuori l'amore delle medaglie e delle decorazioni. Dobbiamo creare attività più onorevoli per coloro i quali cercano di dominare in se stessi l'istinto combattivo, l'incoscio hitlerismo. Dobbiamo compensare l'uomo per la perdita delle sue armi.

"Il rumore di sega sulle nostre teste aumenta. Tutti i riflettori puntano in alto, verso un punto sito esattamente sopra questo tetto. In qualunque momento può cadere una bomba in questa stanza. Uno due tre quattro cinque sei... passano i secondi. La bomba non è caduta. Ma durante quei secondi di attesa, l'attività del pensiero è cessata.
E anche è cessato ogni sentimento, tranne un opaco timore. Un chiodo fissava tutto l'essere a un'asse di legno duro. L'emozione della paura e dell'odio e pertanto sterile, non fertile. Non appena la paura scompare, la mente affiora di nuovo e istintivamente cerca di rivivere creando. Siccome la stanza è al buio, può creare soltanto con la memoria. Si protende verso il ricordo di altri agosti, a Bayreuth, ascoltando Wagner; a Roma, passeggiando per la campagna romana; a Londra. Ritornano le voci degli amici; frammenti di poesia. Ognuno di questi pensieri, anche nella memoria era assai più positivo, rinfrescante, consolatore e creativo di quanto non lo fosse quell'opaco spavento, fatto di paura e di odio. Perciò, se vogliamo compensare quel giovane della perdita della sua gloria e della sua arma, gli dobbiamo aprire l'accesso ai sentimenti creativi. Dobbiamo fabbricare felicità. Dobbiamo liberarlo dalla macchina. Dobbiamo tirarlo fuori dalla sua prigione, all'aperto. Ma a che cosa serve liberare il giovane inglese, se il giovane tedesco e il giovane italiano rimangono schiavi?

"I riflettori, ondeggiando sulla pianura hanno trovato finalmente l'aereo. Da questa finestra si può vedere un piccolo insetto argentato che gira e si contorce nella luce. I cannoni sparano e sparano. Poi smettono. Probabilmente l'attaccante è stato colpito, dietro il colle. L'altro giorno, uno dei piloti riuscì ad atterrare in un campo qui vicino. In un inglese abbastanza tollerabile, disse ai suoi catturatori: «Come sono contento che la lotta sia finita!» Poi un inglese gli diede una sigaretta, e una inglese gli offrì una tazza di tè. Questo starebbe a dimostrare che se si riesce a liberare l'uomo dalla macchina, il seme non cade in un suolo completamente sterile. Il seme può essere ancora fertile.

"Finalmente tutti i cannoni hanno smesso di sparare. Tutti i riflettori si sono spenti. Il buio naturale della notte d'estate ritorna. Si sentono nuovamente gli innocenti rumori della campagna, una mela cade per terra. Un gufo grida, spostandosi da un albero all'altro. E qualche parola quasi dimenticata di un vecchio scrittore inglese mi viene in mente: «I cacciatori si sono alzati in America...». Mandiamo dunque queste note frammentarie ai cacciatori che si sono alzati in America, agli uomini e alle donne il cui sonno non è stato ancora interrotto dal rumore della mitragliatrice, con la speranza che vengano ripensate, generosamente e caritatevolmente, e forse rimaneggiate fino a diventare qualcosa di utile.
E adesso, in questa metà buia del mondo, a dormire".
(V. W. , "PENSIERI DI PACE", il Saggiatore, 1981)


Pochi mesi dopo Virginia Woolf si suicidava

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