ELISABETTA I
d'Inghilterra
L'INIZIO DI UNA GRANDE PROSPERITA'

"L'elogio della sua grandezza non fu scolpito solo nella pietra o nel marmo di un monumento, ma fu impressa la sua impronta, su ogni palmo di suolo inglese, su ogni bandiera stagliata contro il cielo,  e nel cuore di ogni inglese sarebbe rimasta per sempre"

Esagerate  o minimizzate, le biografie che riguardano la grande regina, servono  tutte per dare risalto alla sua personalità. Il suo lungo regno   (45 anni) vide sorgere e l'affermarsi non solo la potenza economica inglese, ma anche il sorgere di una nuova vita dello spirito.

L'invocazione "Dio salva la Regina" veniva ripetuta con piena convinzione dai sudditi di ogni classe sociale e la sincerità della loro devozione non richiedeva ulteriori prove. Poche volte nella storia una regina, aveva saputo conquistare l'affetto e la stima di un popolo, solo in virtù delle sue qualità  personali e senza far leva su nessuna forma di fanatismo.

La giovane Elisabetta conobbe l'orrore della segregazione con sua madre nelle tetre celle della Torre di Londra, l'esilio forzato nei castelli, le accuse infondate di complotti ai danni dello Stato e molte altre persecuzioni, compresi - con lei ancora giovanissima 13 enne - gli ultimi attimi di terrore che si vivono come quelli poco prima del patibolo.

Ma quando Elisabetta salì sul trono d'Inghilterra, non volle agire con le vendette, mai venne meno al saggio principio di non deludere il popolo, di non indietreggiare mai davanti a una decisione presa e di saper attendere fino al momento giusto per agire, o per non agire affatto. La sua vita fu interamente dedicata all'Inghilterra e mai una nazione ebbe, nella sovrana, una suddita più devota. Ella stessa amò spesso definirsi "la Regina Vergine" e non perse occasione per rammentare a tutti che si era negata le gioie dell'amore pur di appartenere sempre e solo all'Inghilterra.

Sulla giustizia, proprio lei che si era dovuta difendere dalle ingiustizie, non disdegnò di trarre insegnamenti dal popolo, anche da quello a lei ostile.
A una giovanissima scozzese che aveva tentato di assassinarla, poi condannata a morte, Elisabetta nel farle visita, mossa a pietà dalla giovanissima età dell'attentatrice, le promise la grazia a patto che  non ritentasse più il suo folle gesto. La giovane fieramente rispose che una grazia cessava di essere tale se poneva delle condizioni e che quindi  piuttosto che andare incontro a una vita vissuta con il peso della pietà altrui, preferiva andare incontro con leggerezza alla morte. Stupì e turbò la sovrana, che la fece liberare subito senza alcuna condizione, perché "... mai nessuno mi ha dato una lezione simile".

L'EVENTO ELISABETTA I
(Questa è in breve la storia della leggendaria regina)

In una Inghilterra contrassegnata da contrasti religiosi e profonde crisi economiche, sale al trono nella metà del XVI secolo la regina Elisabetta I, che con prudenza ed equilibrio regnò per 45 anni il suo paese contrassegnandone un’epoca. 
Con il termine "Elisabettiano" vengono chiamate le forme più svariate di cultura. Un periodo di pace che la letteratura, e la poesia in particolare, ebbero il loro periodo d'oro. Basterebbe citare Shakespeare per riassumere nel modo più completo il progresso culturale artistico del popolo anglosassone.

"Elisabettiano" è anche il periodo che vide sorgere e l'affermarsi della potenza economica inglese, Non dimentichiamo che fu dovuto all'intuito di Elisabetta l'attività commerciale dell'Inghilterra; fu lei a gettare le basi della futura potenza economica inglese in modo legale, quando iniziò a sovvenzionare molte compagnie di mercanti della City uniti in società per azioni, e con lei sempre azionista, trasformando così l'Inghilterra in Stato azionista.

Il"gioco" commerciale per volontà di Elisabetta fece affluire grandi capitali sull'Isola, ma  non racchiusi nei forzieri dello Stato, ma accortamente nuovamente investiti in altre attività industriali private in una forma esponenziale.
Favorì così il nascere delle prime industrie inglesi destinate a lavorare i prodotti grezzi che venivano importati dalle colonie d'oltremare. Anche se all'inizio tutto questo fu spesso caotico e disorganizzato, col passare degli anni l'idea dette i suoi frutti e si dimostrò infallibile nel porre l'Inghilterra su un piano di supremazia rispetto agli altri paesi del mondo.

I NATALI

La processione ha termine a Westmister Hall dove si svolge la cerimonia lunga ed elaborata secondo il rito medievale.

Dopo essersi spogliata delle vesti dell’incoronazione, Elisabetta si presenta alla sala dei banchetti ove la attendono duecento persone con altrettanti servitori, qualcuno commenta : "Sembra essere tornati ai bei vecchi tempi del buon re Enrico".

  • 17 gennaio 1559 Prima seduta del Parlamento per sanare la situazione religiosa. Elisabetta mostra un sostanziale freddezza nei confronti della religione, la sua fede è piegata alla ragion di Stato. In realtà Elisabetta è un'agnostica. Ciò proteggerà il Paese dall'intolleranza e risparmierà vite umane in un'epoca in cui dovunque, in Europa, le religioni sono più letali delle guerre.

Il parlamento, quindi, si trova a deliberare su una materia scottante e a sanzionare due provvedimenti che, l'uno in conseguenza dell'altro, dovranno riportare la pace. Entrambi sono suggeriti da Cecil e votati il primo senza opposizioni, il secondo con qualche difficoltà.
Con l'Atto di Supremazia la regina assume il titolo, se non di "supremo capo della Chiesa", di " suprema governante ": una differenza puramente formale ma sufficiente ad attenuare la resistenza dei cattolici che soltanto al Pontefice attribuiscono la qualifica di capo supremo.
Al tempo stesso, però, il titolo impegna clero e laici a non riconoscere in campo religioso autorità superiore a quella di Sua Maestà.
Che di fatto significa "supremo capo della Chiesa".

Con l'Atto di Uniformità, invece, s'impone un comune libro di preghiere, con ciò stabilendo per tutti i sudditi i medesimi riti e obblighi religiosi. Eliminato il latino, le cerimonie sono ammesse soltanto in lingua inglese affinché tutti possano capire il significato delle preghiere.
Obbligatoria la presenza in chiesa ogni domenica: a chi trasgredirà l'ordine sarà inflitta una multa di dodici soldi. Ma più che queste disposizioni formali sono i contenuti dell'Atto a turbare i cattolici, soprattutto al riguardo della reale presenza divina nella comunione, o a dispiacere ai protestanti che vorrebbero un maggiore rigore. Nove vescovi votano contro, ma l'Atto passa ugualmente con tre voti di maggioranza.

Subito dopo, un altro problema è messo sul tappeto: il matrimonio di Elisabetta. L'urgenza della richiesta, da parte del parlamento, riconferma l'indomabile sfiducia del sesso debole nel potere delle donne. Il governo è faccenda maschile: questo pregiudizio non risparmia neppure la "grande"; oltretutto vi  è la paura che, mancando la regina di un erede potrebbe salire al trono gli eredi di MARIA STUART (regina di Scozia, cugina di Elisanetta) con evidenti conseguenze per i protestanti.

< < Maria Stuart nel luglio 1565 convolò a nozze con un vanitoso Lord Darnley, che era non solo inaffidabile come coniuge, ma anche formale esponente di spicco del cattolicesimo, quindi inaccettabili per il Protestantesimo scozzese. Questa infelice scelta di Maria Stuart ebbe conseguenze disastrose, che avrebbero contribuito alla sua drammatica rovina politica negli anni successivi.
(ne parliamo più avanti)

Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulla sovrana Elisabetta, relative alla sua fertilità, qualcuno insinua che è sterile e non potrà avere figli; queste chiacchiere, diffuse pare dalle lavandaie che dagli indumenti intimi della regina notano scarsità nelle mestruazioni regali, vengono confermate anche da qualche medico. A questa deficienza rimediano i frequenti salassi a cui ella si sottopone, secondo le terapie in uso. Viene inoltre considerato un ostacolo alle nozze, il rapporto più che amichevole tra la regina e Robert Dudley che aveva avuto occasione di conoscere nelle torre di Londra durante il suo periodo di prigionia in quanto, anche Robert, si trovava nella stessa situazione.
Il bel Robert diviene così il favorito della regina ma non potrà essere considerato un possibile sovrano in quanto è già sposato dal 1550. (ma vedi più avanti, riguardo a questa sua moglie)

L'intimità con la regina viene notata il 1 aprile 1559: l'ambasciatore spagnolo non ha riguardi e scrive : "La regina visita lord Robert nella sua camera giorno e notte". E ancora: "La gente chiacchiera e arriva al punto di dire che, avendo la moglie una malattia al petto, la regina ne aspetta la morte per sposarlo ".

  • 10 luglio 1559. Muore il re di Francia, Enrico II, e sale al trono con il nome di Francesco II il quindicenne Delfino. Elisabetta, dunque, si ritrova di fronte a questa nuova situazione dove francesi e scozzesi potrebbero allearsi contro di lei: in Francia il potere è ormai nelle mani del cardinale di Lorena e del duca di Guisa, la cui sorella Maria Stuart è reggente in Scozia.
    E anche Papa Pio V, con tutte le forze cattoliche europee, non esiterebbe un istante a prendere le parti degli eredi Stuart nel caso di un conflitto.
    Elisabetta affida il problema al suo fidato consigliere Cecil che lo risolve, secondo la sua volontà, col metodo del doppio gioco. Da una parte si aiuta, dall'altra si nega. Da una parte la regina condanna a parole le azioni dei ribelli in Scozia, dall'altra manda armi e denaro.
    I colloqui con gli ambasciatori scozzesi e francesi sono un castello di bugie: proclamata solidarietà alla regina di Scozia, biasima la rivolta protestante in atto, le provoca di volta in volta sorpresa, dolore, biasimo, promette che ordinerà indagini rifiutando di dare appoggi a dei rivoltosi ma intanto opera controcorrente. Più tardi un incaricato di Cecil porta segretamente armi alla Congregazione. " In Elisabetta " scrive un diplomatico " c'è più slealtà che onestà."
  • 6 luglio 1560. Gli inglesi impediscono qualsiasi intervento francese nelle terre scozzesi impedendo che le navi di Enrico, cariche di armi e munizioni, arrivino a destinazione; la reggente di scozia, Maria Stuart di Guisa è in difficoltà e la Scozia e percorsa da lotte interne: Elisabetta esce allo scoperto ed entra in guerra con la Scozia. Il 6 luglio è la data  del trattato di Edimburgo, redatto abilmente da Cecil per negoziare la pace. Secondo tale accordo Francesco II e Maria Stuart devono rinunciare ad ogni pretesa sul trono inglese e ritirare i soldati dalla Scozia. Ma Maria Stuart non ratificherà mai tale accordo.

    Settembre 1560. La moglie di Dudley (il supposto amante della regina) è trovata morta, col collo spezzato, in fondo alle scale della sua casa di Cumnor, vicino Oxford. Nessuno davvero crede che questa disgraziata e giovane moglie, abbia voluto suicidarsi. Qualcuno insinua che Robert dosasse giornalmente del veleno nella sua cena aggravando le sue condizioni di salute.

    È aperta un'inchiesta e per non esasperare gli animi, pur convinta dell'innocenza del favorito, Elisabetta ordina a Dudley di andarsene dalla corte fino a quando non si sarà fatta luce sulla disgrazia. Non può evitare, però, che lo scandalo si propaghi. La stessa Maria Stuart esclama: "E adesso la regina d'Inghilterra si sposerà. Il suo cavaliere ha ammazzato la moglie per fare posto a lei".
    In Inghilterra corrono voci ancor più infamanti: sebbene nessuno osi dirlo apertamente, s'insinua che la stessa regina abbia incoraggiato l'omicidio.
    Ma il risultato dell'inchiesta è: "Si accerta che Amy Robsart è morta per incidente cadendo dalle scale."

    Libero da sospetti, Dudley torna a corte poche settimane dopo i funerali della moglie, ma sulla sua innocenza nessuno è disposto a mettere la mano sul fuoco. Ma ora, con la scomparsa di Amy, Elisabetta non potrà mai più sposare Robert; l'eventualità che la regina sposi un uomo sospettato di omicidio, infatti, suscita ovunque molta preoccupazione, per non dire disgusto.

  • 1 marzo 1562. In Francia i seguaci del duca di Guisa massacrano a Wassy una congregazione di ugonotti riaccendendo la guerra religiosa. Elisabetta non può più stare a guardare e manda un suo esercito in aiuto ai protestanti francesi (nel frattempo era in programma un incontro con Maria Stuart che però non avverrà mai più). Inizialmente gli inglesi occupano il porto di Le Havre con facilità, il 25 marzo viene assassinato il duca di Guisa ma poi la peste fa strage dell’esercito e capovolge le sorti della guerra.
    La malattia svuota anche Londra e, ironia della sorte, arriva anche il vaiolo, di cui la stessa regina resterà colpita. Alla fine gli inglesi perdono Le Havre e contano più di 3000 morti.

    Nel frattempo proseguono le trattative diplomatiche per sposare le regine di Scozia e Inghilterra, Elisabetta riesce a spostare l’attenzione dei suoi sudditi sul matrimonio della cugina Maria Stuart, ponendo il veto ad ogni offerta di matrimonio contraria agli interessi dell’Inghilterra ( tra i pretendenti ci sono Don Carlos, figlio di Filippo II, e Carlo IX di Francia).

    Elisabetta chiama a corte il consigliere scozzese Maitland per proporre un suo candidato e, tra lo stupore generale, esce il nome di Robert Dudley che nel frattempo è stato nominato conte di Leicester.

    I rapporti tra Maria Stuart ed Elisabetta si incrinano, Maria si sente offesa dell’offerta ( sposare un chiaccherato suddito di Elisabetta ) e rilancia che piuttosto sposerebbe don Carlos conosciuto in tutta Europa come un demente.
    Infine, contro le volontà di Elisabetta, Maria sposa il giovane vanitoso Lord Darnley, un matrimonio per lei d’amore....ma se ne pentirà presto.

  • 19 giugno 1566 Maria Tudor dà alla luce un figlio maschio, si chiama James e diverrà GIACOMO I d’Inghilterra, il successore di Elisabetta. A Londra la regina muore di rabbia e invidia: già la cugina Maria era considerata più alta e bella di lei, ora anche un figlio!
    Comunque acconsente alla richiesta di fare da madrina al piccolo Giacomo e invia in Scozia un fonte battesimale d’oro e argento.
    Pur con la nascita di Giacomo, Elisabetta (33 enne) rifiuta la proposta di Caterina de Medici regina di Francia, di una unione con suo figlio che ha solo 17 anni (ricordiamo che in Francia la sovrana era una intransigente cattolica, e fu lei l'ispiratrice dell'eccidio degli ugonotti nella famosa Strage di San Bartolomeo, agosto 1572)
    La regina Elisabetta vuole accantonare i suoi problemi matrimoniali, ma il parlamento ora vuole una risposta definitiva ricordando che tre anni prima, nel ricevere í fondi richiesti, la sovrana aveva promesso di sposarsi: ora quei fondi sono spariti, altri vengono sollecitati, e lei è tuttora nubile, per cui - niente nozze, niente denaro.
  • La risposta è inferocita: non spetta ai sudditi costringerla a fare qualcosa e tanto meno scavarle la fossa prima che sia morta affliggendola perché designi un erede. Quanto al matrimonio è un affare suo, non un affare politico. Ancora più energico è il trattamento che riserva a suo cugino, il duca di Norfolk, colpevole di averla " rimproverata " per non accettare altre idee che le proprie.
  • Elisabetta, che non vuol più sentir parlare di mariti e di figli, lo insulta pesantemente: minaccia perfino di farlo arrestare. Gli altri lord, che fanno quadrato intorno a Norfolk e tentano di difenderlo assumendosi la loro parte di responsabilità, ottengono invece la loro quota di urlacci e sono trattati come un branco di idioti. Perfino Leicester ha la sua dose, voltandosi verso l'ex favorito, Elisabetta ammette di aver sperato che almeno lui rimanesse dalla sua parte.
  • Leicester, con enfasi, si getta in ginocchio ed esclama di esser pronto a morire ai suoi piedi. " Questo non c'entra " lo interrompe gelida Elisabetta.

Ormai la regina si è preparata ad esibire tutto il suo istrionismo. Alla camera dei lord è insolente, supplichevole, addolorata, adirata, suadente, rassicurante. Il suo discorso lascia ognuno con una speranza diversa e tutti con la convinzione che lei farà di testa sua. "Non sono forse nata in questo regno? E non è questo il mio regno? Chi dunque ho oppresso? E chi ho arricchito a spese degli altri? E che male ho fatto perché mi si sospetti di non aver riguardo per il comune interesse? Come ho governato fin dall’inizio?... Non ho bisogno di molte parole, i fatti parlano per me."

Sul matrimonio e sulla successione ripete le frasi di sempre: che si sposerà soltanto se sarà certa di avere figli, altrimenti resterà nubile. E qualora il momento giungesse....(e giù parolacce). Cecil, nel riferire alla camera dei Comuni questo discorso, dovrà farne ben tre copie prima di ritenerlo pulito dalle imprecazioni con cui ella lo arricchisce. Non conviene esasperare il parlamento dal momento che gli si chiede un contributo finanziario, tuttavia Cecil non può evitare che la regina mantenga il perentorio divieto a discutere sul matrimonio.
Elisabetta riesce infine a rappacificarsi con il parlamento facendo ridurre di 2/3 i contributi richiesti; ma per un bel pezzo di matrimonio non si parlerà più.

  • 16 maggio 1568. Maria Stuart dopo varie vicissitudini matrimoniali, dopo la scomparsa tragica di suo marito, dopo aver perso il trono ed essere stata incarcerata, riesce a fuggire e a sbarcare a Workington, sulla costa inglese; all’ultimo istante ci aveva ripensato, ma ormai era troppo tardi e scrive a Elisabetta "Non ho altra speranza che voi". Elisabetta risponde, facendola portare al castello di Bolton, che non potrà riceverla sino a che non verrà fatta luce sull’assassinio di Darnley (di cui Maria Stuart ne è considerata complice). Maria è infuriata.

    Agli occhi degli inglesi Maria è una bugiarda che proclama la sua innocenza ma non ne ha le prove, che chiede aiuto ad Elisabetta ma poi chiede al parlamento il diritto di succederle. Si decide di aprire un’inchiesta presieduta a York dal duca di Norfolk e il conte di Sussex; l’incontro con la regina è fatale al duca che se ne innamora. Cecil fa spostare l’inchiesta a Westminster e ne diviene lui il commissario per poter arrivare alla fine quanto prima, ma non si arriva a nulla. Maria viene comunque trattenuta in Inghilterra come "ospite" .

  • Estate 1569. Elisabetta, che spesso ironizzava sull’idea di un matrimonio tra il duca e Maria Stuart, ora è seriamente preoccupata a causa di voci relative ad un complotto contro di lei. Lo stesso Leicester la informa dopo che qualcuno aveva cercato di coinvolgerlo. Nonostante un ammonimento da parte della regina, il duca di Norfolk si rivolge al duca d’Alba, governatore spagnolo nei Paesi Bassi, invitandolo ad intervenire in caso che la congiura si trasformi in ribellione.
    Elisabetta, a malincuore è costretta a rinchiudere il duca (primo pari d’Inghilterra e unico duca) nella torre di Londra; ma non finisce qui in quanto al Nord, il Northumberland con i cattolici ha preso le armi formando un piccolo esercito e inizia la rivolta, che non essendo appoggiata dal duca d’Alba, non riesce a prendere il volo e viene repressa con estrema crudeltà.

SINGOLARE IL REGNO DI ELISABETTA II
NELLA 2nda GUERRA MONDIALE >>>>>>>>>>>>>>>

IL SINGOLARE
IL REGNO DI ELISABETTA II
NELLA 2nda GUERRA MONDIALE
(alla sera ....la sua voce alla radio )

 

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