RIVOLUZIONE FRANCESE

FEBBRAIO-MARZO 1993

LA PRIMA COALIZIONE ANTI-FRANCESE

 La testa di Luigi XVI rotolata  dentro una cesta, è la distruzione per sempre del mito monarchico, che  ha agghiacciato il sangue nelle vene di tutte le teste coronate d'Europa.

L'Inghilterra assunse la funzione di guida della lotta contro la Rivoluzione, sul terreno ideologico, come su quello politico. 
Sorge così la prima Coalizione Europea, comprendente - oltre all'Inghilterra, l'Austria e la Prussia - anche la Russia, la Spagna ed il Re di Sardegna, il Pontefice Pio VI, il Re di Napoli ed il Granduca di Toscana.

L'Inghilterra venne così distolta da quella politica di pace e di riordinamento coloniale, che essa aveva iniziato sotto l'abile guida del Ministro William Pitt, il Giovane, e costretta a riprendere le armi contro la Francia. ed anche i propositi di riforme interne furono soverchiati in Inghilterra dall'allarme gettato dalla Rivoluzione Francese non solo nel Partito Tory, sostenitore del Ministro Pitt, ma in parte degli Whigs stessi. 

Fu appunto un Whig, già simpatizzante per gli Americani, l'Anglo Irlandese William Burke (1728-1797), a scrivere  sulla "Riflessione Francese", in cui l'ostilità alle idee Rivoluzionarie trovò la sua più famosa espressione. Il Burke, infatti, contrapponeva alla violenza popolare della Rivoluzione la maestosa continuità storica della Monarchia Costituzionale Inglese, delineando una teoria organica dello Stato, basata sull'esistenza di inevitabili e benefiche disuguaglianze: mentre alla Corona, alla Chiesa Nazionale, all'Aristocrazia spettava dunque una funzione nell'interesse generale, il popolo trovava anch'essa la sua funzione: sorreggendo con la sua volenterosa fiducia l'organismo statale e quindi ricavandone anch'esso la sua parte di benefici.

All'estremo opposto del Burke invece si posero i Radicali Inglesi, fautori di idee Democratiche la cui estrema punta fu rappresentata da William Godwin (1756-1836). Precursore capostipite delle posteriori idee dell'Anarchismo con la sua ricerca intorno alla Giustiza Politica - 1793-. La maggioranza Parlamentare, tuttavia, fece blocco attorno al Pitt ed ai Tories, lasciando isolati i Whites guidati da Charles Fox, i quali insistevano per la Riforma elettorale e per una politica amichevole verso la Francia.

L'Inghilterra assunse la funzione di guida della lotta contro la Rivoluzione, così sul terreno ideologico, come su quello politico. Ai primi del 1793, sorgeva così la prima Coalizione Europea, comprendente come detto sopra - oltre all'Inghilterra, l'Austria e la Prussia - anche la Russia, la Spagna ed il Re di Sardegna, il Pontefice Pio VI, il Re di Napoli ed il Granduca di Toscana.

La Francia era ormai accerchiata da una formidabile cintura di avversari, nel frattempo, la Gironda accumulava altri fatali errori nella sua politica Interna. Già essa si era attirata una pericolosa impopolarità allorchè si era discussa la sorte dello spodestato Luigi XVI.
Dopo la scoperta delle prove della connivenza di costui con il nemico, la Montagna si era fatta interprete dell'esasperazione popolare chiedendo la condanna a morte del Sovrano. La Gironda, invece, nel riposto pensiero che la persona del Re potesse essere utile per concludere  la pace con la coalizione aveva adottato una tattica dilatoria. In questo modo, essa si era attirata i sospetti dell'opinione pubblica; vedeva scorgere traditori ovunque, mentre non riusciva a salvare la testa del Sovrano, che difatti come abbiamo già letto, cadeva il 21 Gennaio sotto la ghigliottina.

Ma soprattutto la Gironda era resa impopolare dalla sua politica economica, di fronte alla crisi inflazionistica che, polverizzando la moneta, induceva i produttori di derrate alimentari ad imboscarle anzichè scambiarle sul mercato con assegnati ormai privi di valore. Le masse infatti, spinte dalla fame, reclamavano a gran voce misure di emergenza contro il mercato nero, calmieri sui prezzi, requisizioni di viveri presso i produttori, condanne di speculatori.
Il governo invece si ostinava in una politica liberista, che, mentre favoriva gli interessi dei più abbienti, scatenava il furore degli affamati. Contro il moderatismo dei Girondini, la Montagna tendeva a far proprie le rivendicazioni delle classi popolari e dei loro più potenti agitatori, o Arrabbiati, guadagnandosi così il favore delle masse proletarie della Capitale.

Bastava ormai che i successi militari si interrompessero perchè la Gironda soggiacesse all'urto dei sansculottes e della Montagna. Ed i rovesci giunsero ai primi del 1793, allorchè Austriaci, Prussiani ed Inglesi cominciarono a buttare i Francesi fuori dall'Olanda, dal Belgio e dal Renanio, mentre gli Spagnoli si affacciavano sui Pirenei ed i Piemontesi sulle Alpi. Le leve ordinate dalla convenzione per rifornire di soldati gli eserciti, esasperando i contadini, determinavano lo scoppio di una terribile rivolta nella Vandea (che abbiamo vista in altre pagine) sobbillata dal Clero Refrattario e capeggiata dalla Nobiltà Realista.

Ad Aprile, il Doumouriez dava il colpo finale al prestigio della Gironda cercando di ripetere la mossa del Lafayette, cioè la marcia su Parigi per restaurare la Monarchia, passando subito dopo al nemico. Ancora una volta, Parigi decise la partita con la sua insurrezione: il 2 Giugno 1793 la folla e la Guardia Nazionale della Capitale circondavano la Convenzione, imponendo l'arresto dei Capi della Gironda. La via era ormai aperta alla dittatura della Montagna, cioè ad un pugno di uomini che, avendo rotto dietro di sè ogni ponte con
il passato, non aveva più altra strada che vincere con la Rivoluzione o perire con essa.

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