RIVOLUZIONE FRANCESE

1803 - GLI EVENTI  di quest'anno
(i link inseriti sono per ulteriore approfondimento)

FERDINANDO IV

L 'AMBIGUO
RE DI NAPOLI E DI SICILIA

La politica di Napoleone nel 1803 nei riguardi del Regno di Napoli oramai non era più quella di una volta; ma a resuscitare la REPUBBLICA PARTENOPEA non ci pensava, come non pensava a far tornare in vita la REPUBBLICA ROMANA; Napoleone aveva bisogno di amici e di alleati e per la sua politica mediterranea, oltre l'amicizia della Spagna, del regno d' Etruria e della Russia, gli era necessaria quella di FERDINANDO IV, che lui voleva sottrarre all' influenza inglese.

Seguendo quest'indirizzo politico, il Bonaparte fece di tutto per migliorare i suoi rapporti con la corte di Napoli ed attirarla nell'orbita della Francia. Difatti ordinò ai generali SOULT e MATHIEU, che dopo la pace di Firenze, presidiarono la Puglia e la provincia di Pescara, di rispettare gli abitanti, di stringere cordiali relazioni con le autorità locali e di non favorire, anzi denunciare gli intrighi dei patrioti; ritirò dal regno dopo la pace di Amiens il corpo di occupazione e restituì puntualmente le tre navi date alla Francia nel 1801 da Re di Napoli.

FERDINANDO non desiderava, dal canto suo, che di poter vivere in pace con la Francia, sia per sollevare le condizioni economiche del regno, davvero disastrose, sia per poter sorvegliare con più agio il contegno dei "repubblicani patrioti" che, sdegnati della politica di NAPOLEONE (non andava bene nemmeno qui, come a Milano, la sua opera di moderazione e pacificazione, poi dissero che era un tiranno), si davano da fare per preparare una generale rivoluzione in Italia, e sia ancora per dedicarsi alla politica di riavvicinamento alla Spagna, che a un certo punto sembrava trionfare con il duplice matrimonio...
(Maria Isabella con il principe ereditario di Napoli, e a quello del cognato principe delle Asturie con Maria Antonietta, figlia di Ferdinando IV) ...
....il quale fu concluso nell'agosto del 1802 due mesi dopo il suo trionfale ritorno a Napoli.

Malgrado questo suo desiderio di pace con Napoleone, Ferdinando IV non poteva fare una politica contraria all' Inghilterra che - con la sua consistente e temibile flotta con il NELSON - era padrona del Mediterraneo. Mantenne perciò relazioni cordialissime, e facendo buon viso all'ambasciatore francese ALQUIER e agli ambasciatori inglesi DRUMMONS ed ELLIOT, cercò di fare "equilibrismo" tra le due potenze rivali sebbene il suo vecchio ministro ACTON lo sospingesse, come in precedenza, verso l'Inghilterra.
Ma rapporti tra la Francia e la Gran Bretagna intanto andavano facendosi sempre più tesi e possiamo immaginare in che ansia vivesse FERDINANDO IV, la cui tranquillità era strettamente subordinata alla pace fra quelle due potenze. E questa pace non poteva avere lunga durata, quella di Amiens anzi più che una pace poteva dirsi solo una tregua, e che prima o poi era destinata a rompersi.
La Pace di Amiens, toglieva all'Inghilterra Malta, e gli inglesi si rifiutano di abbandonare l'isola. R questo fu un valido motivo per i francesi e inglesi per riprendere le ostilità.
I francesi nel frattempo occupano Hannover e annettono all'impero la riva sinistra del Reno ignorando i piccoli Stati. La giustificazione di Napoleone é quella di non frammentare l'Impero.

Per la SVIZZERA le cose vanno un po' meglio. I quattro Cantoni con l'atto di mediazione di Napoleone, ristabiliscono la loro autonomia, ma restano confederati in una lega, ma controllata dai francesi, che impongono al vertice i delegati dell'impero.


Torniamo alla pade di Amiens: l'Inghilterra era stata costretta a farla quella pace perché spinta dal bisogno di trovare, con il ristabilimento di relazioni commerciali, sbocchi indispensabili ai suoi prodotti industriali sovreccedenti, gli industriali premevano su questo fatto, e con la Francia volevano fare affari e, infatti, già li stavano facendo in questo periodo, anche se non ufficialmente, con più di un francese, che a sua volta guardava solo ai lucrosi suoi affari e non alla politica del Primo Console.
Infatti, il Bonaparte, si era rifiutato di concordare qualsiasi trattato commerciale ufficiale, ed aveva instaurata una politica che mirava ad escludere dal territorio della Francia e da quello dei paesi protetti e alleati, tutti i prodotti inglesi. Non riuscendo a piegarla con le armi, e messa da parte le invasioni, puntava (ma s'illudeva) alla sua distruzione economica, isolandola dal resto dell'Europa. A sua volta i politici inglesi, non avendo fatto conseguire all'Inghilterra ciò che si ripromettevano di ottenere, la pace di Amiens non aveva ragione di continuare.
Pretesti per romperla era facile trovarne: bastava, ad esempio, non rispettare qualche clausola del trattato. Una delle condizioni della pace di Amiens era la restituzione di Malta ai cavalieri gerosolimitani. L'isola però doveva essere occupata da duemila uomini del re di Napoli fino all'elezione del nuovo Gran Maestro, e l'Ordine non avesse organizzato forze sufficienti per difenderla.

I duemila Napoletani, comandati dal principe di Pantelleria, erano sbarcati nell' isola soltanto ai primi del settembre 1802, ma il commissario inglese BALL, dietro ordine del ministro ADDINGTON, dichiarò che se ne sarebbe andato solo quando fosse giunto il Gran Maestro, che però non era stato ancora eletto.
Soltanto il....
10 FEBBRAIO di questo 1803 il Papa: nominò Gran Maestro il toscano TOMASI, che si affrettò ad inviare a Malta il BUZY per annunciare il suo prossimo arrivo e invitare la guarnigione inglese a sgombrare; ma il Ball gli fece sapere che non si sarebbe allontanato. Trattative corsero tra il Bonaparte e l'Inghilterra per risolvere la questione di Malta, ma non si giunse ad un accordo: il...
12 MAGGIO l'ambasciatore britannico lasciò Parigi e un mese dopo a Malta fu pubblicato l'annuncio ufficiale della guerra.

Il Primo Console, che, prevedendo la rottura della pace di Amiens, si era già preparato alla guerra, facendo fortificare tutti i porti e preparando un'armata per invadere l'Inghilterra, scoppiate le ostilità protestò presso lo Zar e il Re di Prussia accusando di mala fede la Gran Bretagna, ordinò al generale MORTIER di occupare l'Hannover e invitò il Portogallo a chiudere i suoi porti alle navi inglesi secondo la convenzione del 9 settembre 1801; quindi fece sapere al debole e ambiguo FERDINANDO IV che avrebbe occupato le province napoletane già presidiate dalle truppe del SOULT.

Il Re di Napoli, con la solita opportunistica ambiguità, che voleva mantenersi neutrale, scongiurò il Bonaparte di non occupare i porti del regno; ma il Primo Console non si lasciò commuovere né convincere dalle preghiere e dai ragionamenti di Ferdinando, affinché l'occupazione non pesasse troppo sulle finanze del re, concesse che soltanto le spese per gli alloggiamenti, per i viveri e pei foraggi fossero a carico del governo borbonico. Ferdinando alla fine dovette rassegnarsi e nei primi giorni di .....
GIUGNO ..... il generale GOUVION SAINT-CYR, con quindicimila uomini, di cui più della metà erano italiani, muovendo da Cesena e Faenza occupò i porti dell'Abruzzo e della Puglia.

Malgrado la presenza delle truppe francesi nel regno, le relazioni tra i due stati si mantennero per qualche tempo buone e più di una volta il governo napoletano ricevette segnalazioni dallo stesso ambasciatore francese BALL ALQUIER di trame che ordivano i patrioti contro la monarchia; ma questi buoni rapporti non potevano durare a lungo.

Temendo che i Francesi volessero marciare su Napoli e spingersi fino in Sicilia, Ferdinando IV, verso la fine di ....
LUGLIO .... sgusciò nelle pieghe della politica effettiva che era alla luce del sole, e concluse con Londra una convenzione segreta con la quale si stabiliva che in caso di bisogno gli Inglesi dovevano occupare Messina, e provvide d'accordo con il Nelson a fortificare questa città poi a ....
SETTEMBRE ......vi trasferì da Malta i duemila uomini del principe di Pantelleria; inoltre, con il pretesto di difendere le coste da possibili incursioni barbaresche (che non esistevano, salvo qualche isolato delinquente) cominciò ad armare i Calabresi e cercò di provocare dissensi fra gli Italiani e i Francesi del corpo del Saint-Cyr.

Dal canto loro i Francesi, ignorando le disposizioni di Napoleone, contribuivano con il loro contegno a turbare le relazioni franco-napoletane: difatti, non contenti degli alloggi che erano stati loro forniti, con la solita arroganza di alcuni ufficiali, occupavano case private e conventi; imponevano tasse arbitrarie alle imbarcazioni che entravano nei porti o ne uscivano, arruolavano i più accesi italiani repubblicani del paese e si servivano di loro per eccitare alla diserzione i soldati regi.

Reciproche lagnanze furono fatte, che erano la prova più evidente della tensione dei rapporti tra i due Stati; alla fine, all'inizio del 1804, l'ambasciatore francese ALQUIER, al quale -malgrado tanti segreti- gli era ben noto che gli Inglesi arruolavano uomini in Sicilia con il consenso del governo napoletano, né gli erano sconosciuti i pretestuosi preparativi di guerra del Regno e i sentimenti antifrancesi di alcuni gruppi di Napoletani che ad ogni arrivo di navi inglesi nelle acque della capitale scendevano al porto a fare palesi dimostrazioni di gioia, persuaso che l' ispiratore della politica filobritannica della Corte fosse l'ACTON, dichiarò a Ferdinando che avrebbe troncati i rapporti con quel ministro e lo costrinse a licenziarlo e a sostituirlo con il MICHEROUX.
L'ACTON, cui il sovrano diede il ricco ducato di Modica e una lauta pensione, si trasferì in Sicilia, ma anche dall'isola, continuò a dirigere l'ostile politica antifrancese di Napoli. Fino alla caduta di Napoleone.
Dopo il Congresso di Vienna e con l'unificazione delle due monarchie nel Regno delle Due Sicilie, ritornò sul trono dal 1816 al 1825 con il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. Un Borbone nato a Napoli, salito sul trono a 9 anni (nel 1759) il suo regno è stato uno dei più lunghi della storia, durato quasi sessantasei anni. È passato alla storia con i nomignoli di Re Lazzarone per la frequentazione in età giovanili dei lazzari napoletani.
ALTRI PARTICOLARI SULLA STORIA DEL SUO PERIODO
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ALTRI FATTI NEL CORSO DELL'ANNO
NAPOLEONE nell'organizzare il suo impero, fa sorgere molti contrasti in Europa, mettendo altissime tariffe doganali sui prodotti stranieri d'importazione. In pratica è una misura protezionistica dell'industria francese. La Francia chiude il mercato soprattutto all'Inghilterra e ai Paesi alleati impone il medesimo blocco, proprio mentre l'Inghilterra si trova in una fase di grande espansione economica grazie all'impiego delle macchine in moltissime attività e per la sua agguerrita organizzazione mercantilistica messa in crisi dalla questione colonia (perdita di esportazioni del 40-50%).

L'incremento della produzione inglese con le macchine sta diventando enorme, la domanda interna  non è in grado di assorbirla, e tutti i mercati esteri sono chiusi con il blocco imposto da Napoleone.
La crisi della distribuzione del reddito sull'Isola, provocata dall'introduzione delle macchine, ora colpisce le stesse industrie meccanizzate. Producono in eccesso per il mercato interno; e la domanda sempre minore inizia a fare le prime "vittime"; i fallimenti.

*** IN AMERICA la Francia vende agli Stati Uniti per 15 milioni di dollari la Luisiana (New Orleans) e tutta la zona del Mississipì fino alle montagne rocciose. (RICORDIAMOCI A SUO TEMPO DI QUESTA IMPORTANTE CESSIONE FATTA DA NAPOLEONE AGLI STATI UNITI).
Bibliografia:
ADOLPH THIERS - Storia della Rivoluzione Francese - 10 Volumi
R.CIAMPINI, Napoleone, Utet, 1941
EMIL LUDWIG Napoleone, Mondadori, 1929
NAPOLEONE, Memoriale di Sant'Elena (prima edizione (originale) italiana 1844)
Storiologia ha realizzato un CD con l'intero MEMORIALE - vedi presentazione qui )
E un grazie al sig. Kolimo dalla Francia - http://www.alateus.it/rfind.html
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