TABELLA I
( dall'anno 5.000.000 all'anno 3500 a. C - 178 pagine )
TABELLA II
( dall'anno 3500 al 550 a.C. - 133 pagine )
TABELLA III
( dall'anno 550 a.C. al 1180 d.C. - 137 pagine )
TABELLA IV
( dall'anno 1202 - al 1598 - 141 pagine )
TABELLA V
( dall'anno 1600 al 1737 - 180 pagine )
TABELLA VI
( dall'anno 1738 al 1795 - 152 pagine )
TABELLA VII
( dall'anno 1796 al 1830 - 149 pagine )
TABELLA VIII
( dall'anno 1830 al 1848 - 134 pagine )
TABELLA IX
( dall'anno 1850 al 1868 - 143 pagine
TABELLA X
( dall'anno 1869 al 1885 - 154 pagine )
TABELLA XI
( dall'anno 1885 al 1899 - 155 pagine )
TABELLA XII
( dall'anno 1900 al 1915 - 165 pagine )
TABELLA XIII
( dall'anno 1916 al 2004 - 285 pagine )
.

TABELLA 3
( dall'anno 550 a.C. al 1180 d.C. )

LA TERRA PIATTA - LA TERRA AL CENTRO DELL'UNIVERSO - LA TERRA A SFERA - LOGICA - TAPPETI - NUMERI IRRAZIONALI - VENERE - ARGANO - ANATOMIA RUDIMENTALE - OSTRACISMO - PONTE - SOGNI - ATOMI - EPILESSIA - CATAPULTA - AQUILONE - ACCADEMIA - LICEO - GINNASIO - SCUOLE - MUSICA - ANIMALI CLASSIFICAZIONE - CARTA DEL CIELO - LE RIVE DELL'INDO - BOTANICA - VIAGGI MARI DEL NORD - STRADE - ASUTOSTRADE - GRU - GEOMETRIA - MUSEO-BIBLIOTECA - ANATOMIA MODERNA - LUNA SOLE DIMENSIONI - FARO - OROLOGIO - OROLOGIO A PENDOLO - PESO SPECIFICO - POMPA A VITE - POMPA ASPIRANTE - LEVA - SEZIONI CONICHE - POLVERE DA SPARO - FUOCHI ARTIFICIALI - TE' - TERRA DIMENSIONE - CRONOLOGIA DELLA STORIA - CALCESTRUZZO - GAGNO - TERME - PERGAMENA - CALENDARIO ROMANO - GENNAIO-FEBBRAIO - ASTROLABIO - SESTANTE - OTTANTE - DISTANZA LUNA - ACQUEDOTTO ROMANO - FORNELLI - CARTA DEL CIELO - LA VIA DELLA CINA - PLANETARIO - VETRO - VETRO SOFFIATO - VETRO POLICROMO - VETRO OTTICO - VETRO A LASTRE - VETRO DI MURANO - VETRO DI JENA - VETRI DI SICUREZZA - BOTTIGLIE - TUBAZIONI - RUBINETTI - BOTTI - BARILI - FORZA IDRAULICA - MULINI A VENTO - FIOCCO - ANNO BISESTILE - BIBLIOTECA PUBBLICA - IL GLOBO TERRA - FARMACI - FORZA VAPORE - CONTACHILOMETRI - CONTAGIRI - PODOMETRO - CRISTALLINO DELL'OCCHIO - CARTA - CARTA DA PARATI - LA SETTIMANA A ROMA - SISTEMA TOLEMAICO - MIDOLLO SPINALE - GALENO - MAPPA STRADALE - REGOLA DEL TRE - REGOLA DEL CERCHIO 3,14 - NATALE - ORGANO - ORGANO HAMMON - PALPAZIONE DEL POLSO - CARRIOLA - SCAFANDRO - TUTE PRESSURIZZATE - SETA - FUOCO GRECO - PORCELLANA - CAMPANE - CAMPANILI - MERCATO SETTIMANALE - ACIDO ACETICO - ORGANO IN CHIESA - FERRI DI CAVALLO - ZERO - CASE DELLA SAPIENZA - POLICLINICO - ARCOLAIO - MANOVELLA - CAFFE' - CIRCOLO POLARE ARTICO - ISLANDA - FINIMENTI - COLLARI CAVALLI - BRIGLIA - STAFFA - ENCICLOPEDIA ARABA - PALERMO ARABA - SCUOLA MEDICA DI SALERNO - LINGUA ITALIANA - TAVOLE TRIGONOMETRICHE - GROENLANDIA - VINLAND - LA TERRA E' SFERICA - MUSICA - NOTE - NOTAZIONE MUSICALE - CAMPIONAMENTO - BALESTRE A MANOVELLA - FORCHETTA - ARCHI GOTICI - BUSSOLA MAGNETICA - BUSSOLA GIROSCOPICA - MAGNETISMO, MAGIA E ROGHI.


ANNO 547 a.C.
____ LA TERRA PIATTA - Successore di Talete, Anassimandro (610-547 a.C.) formula la prima teoria sulla forma della Terra, che egli concepisce come un disco piatto situato al centro dell'Universo e Contemporaneamente, realizza la prima mappa di tutta la Terra abitata.
Uscito pure dalla scuola di Talete, e allievo dello stesso Anassimandro, Ecateo di Mileto (560-490 a.C.) buon viaggiatore e indubbiamente con buone conoscenze geografiche dell'antichità in Occidente, potendosi spingere anche in Oriente dentro l'impero Persiano -in quel periodo piuttosto stabile- viaggiando all'interno dell'Asia, al suo ritorno scrisse una "Descrizione della Terra", disegnando come il suo maestro una accurata mappa della Terra abitata dentro un cerchio con intorno il mare. Vi notiamo che la Libia (com'era chiamata allora l'Africa) nella sua estremità a sud è circondata dal mare. Erodoto ( 484-420 a.C.) più tardi descrisse un epico viaggio effettuato dagli antichi fenici. Questi avevano narrato di essere scesi dal mar Rosso a sud, e dopo aver circumnavigato la Libia, dopo tre anni di navigazione erano rientrati nel Mediterraneo da occidente. Erodoto espresse dubbi sul racconto perchè i fenici affermavano che giunti a doppiare la punta estrema della Libia (l'odierno Capo di Buona Speranza), il Sole di mezzogiorno si trovava a nord. Ora se non avessero i fenici effettivamente visto il fenomeno con i propri occhi non potevano certo inventarsi una simile ridicola e gratuita storia, cioè parlare di una cosa fino allora non solo mai esistita ma nemmeno poteva essere compresa. Questo conferma che i Fenici abili navigatori e ottimi osservatori del cielo in mare aperto, abbiano effettivamente navigato prima nell'oceano indiano, per la prima volta circumnavigato l'Africa e nel rientro navigato nell'oceano Atlantico. Ci vorranno quasi duemila anni per trovare questo passaggio a sud del continente africano. (vedi anno 1487 -

____ LA TERRA NON AL CENTRO - Qualche anno dopo, dalla scuola Crotonese di Pitagora, un discepolo, il filosofo FILOLAO, elaborò un suo sistema cosmico, che però ricevette poca attenzione. La Terra - affermava- con tutti i pianeti visibili, compreso il Sole, ruotano intorno a un fuoco centrale. E' il primo a ipotizzare che la Terra non fosse al centro dell'Universo.
Altra ipotesi, ma più tarda, quasi simile ma diversa fu quella di Eraclide Pontico (390-322 a.C.): suppose che Mercurio e Venere girassero intorno al Sole (prima ipotesi di un parziale eliocentrismo) e che il Sole insieme ai due pianeti, girasse intorno alla Terra.

____ LA TERRA A SFERA - Pitagora stesso, sembra che sia stato il primo a ipotizzare che la Terra non fosse piatta ma sferica. L'ipotesi la riprese poi Aristotele aggiungendovi dei motivi credibili ai più attenti osservatori: il primo era che l'ombra della Terra durante un eclissi di Luna era sempre circolare; il secondo era che le navi quando si allontano (o si avvicinano) in un mare e verso qualsiasi direzione, scompaiono (o compaiono) gradualmente alla nostra vista se siamo noi osservatori al livello del mare, mentre torniamo a scorgerle anche lontanissime se ci portiamo in un posto di osservazione più alto; infine riferendosi al cielo, le stelle che sorgono al di sopra dell'orizzonte settentrionale, tramontano sotto l'orizzonte meridionale, e accade l'incontrario se noi ci spostiamo a sud.

____ LOGICA - I ragionamenti fatti sopra corrispondevano a un sistema di pensiero che Aristotele iniziò ad elaborare in base a qualcosa, che chiamò "logica": uno stato mentale normale che ragiona in maniera razionale, quindi non influenzato dalle emozioni o da credenze soprannaturali. Un cacciatore scopre la preda che si è nascosta se segue le orme, capisce pure la direzione che ha preso, e se conosce il tipo di orme, sa anche che tipo di animale è, se deve fuggire o affrontarlo.
Cioè il cacciatore si rifà alle sue esperienze e conoscenze, e su entrambe applica una logica razionale prima di prendere una decisione. Nel procedere non si affida solo alla protezione degli dei, valuta invece i mezzi che ha a disposizione prefigurandosi l'animale che deve affrontare. Questa è "logica razionale".
ANNO 500 a.C.
____ TAPPETI - Fin dall'antichità esisteva l'abitudine di coprire i pavimenti con delle stuoie di giunchi intrecciati, anche perchè i primi pavimenti delle capanne e in seguito delle prime rudimentali abitazioni erano allora erano in terra battuta. Ma anche quando si usarono mattoni o più frequentemente pavimenti in legno, la copertura rimase. A realizzarli con i fili di una fibra diversa dal giunco, annodati su un elementare telaio, furono i Cinesi nel V secolo a.C. La materia più usata fu, ed è ancora oggi, la lana di pecora, o per fabbricare quelli di gran lusso anche la seta. Uno dei più antichi che si conosca è il tappeto di Pazyryk, realizzato nella zona dell'Altai nel 500 a.C.. Forse di qui partì la tecnica di fare tappeti, che si diffuse particolarmente nei territori persiani. Nei tappeti di Samarcanda, Kashgar, Yarkland e Khotan ancora oggi si riscontra una derivazione cinese, sia per la forma decorativa, sia per la gamma di colori (azzurro, giallo, avorio). Quando poi quelle contrade furono islamizzate, gli Arabi divennero loro dei grandi produttori di tappeti, sorsero in tutte le grandi città dei grandi laboratori, soprattutto in Anatolia e nell'attuale Irak e Iran. Con la loro dominazione nelle coste mediterranee giunsero ovviamente anche nelle corti dei califfi in Spagna, dove sorsero anche qui i primi laboratori di tappeti, con qualche esemplare esportato nei paesi europei. Ma fu al tempo delle crociate, e al termine di queste, che i tappeti si diffusero in tutte le corti d'Europa. Nel XV e XVI secolo dalla Spagna i laboratori si diffusero anche in Francia: nel 1606 era in funzione un laboratorio nei pressi di Parigi, ma famose divennero le manifatture di Savonnerie e di Chaillot, che si distinsero anche per l'originalità nei disegni e nei colori. Anche in Italia nello stesso periodo si ebbe una produzione di tappeti in Sardegna, Calabria e soprattutto in Abruzzo (famosi quelli di Pescocostanzo), ma pur essendo abbastanza pregiati rimasero rustici.
Arte, tecnologia, abilità, e uso di filati sempre più pregiati, fecero diffondere il tappeto, non più con quella funzione iniziale che aveva (di ricoprire tavolacci o grezzi pavimenti in mattoni o pietra) ma con una funzione decorativa, spesso per dare prestigio alle abitazioni dei ricchi. Nei tempi moderni si sono realizzate macchine veloci per fabbricarli, usando anche fibre artificiali, ma i tappeti annodati ancora a mano e in pura lana dagli artigiani dei Paesi Orientali restano sempre i più ricercati e ovviamente anche i più costosi (come quelli di Buhara).
ANNO 520 a.C.
____ NUMERI IRRAZIONALI - Fondatore della scuola pitagorica a Crotone, Pitagora (571-497) oltre l'importante contributo nel campo della matematica con la formulazione del famose teorema, e altri progressi nella geometria piana, va il merito della scoperta dei numeri irrazionali. Cioè non esprimibili come quozienti di due interi.

____ VENERE - Si ritiene che sia stato lo stesso Pitagora a dare al pianeta il nome di Afrodite (Venere). I greci consideravano la stella della sera un astro e quella del mattino un altro. Pitagora forse lo apprese dai Babilonesi (soprattutto dai Caldei molto più progrediti nella conoscenza del cielo e quindi dei pianeti) che si trattava dello stesso astro, o meglio di un pianeta, cui diede il nome della dea dell'amore, perchè con questa stella iniziano le notti degli amanti e perchè il mattino è la stella della bellezza, grande e lucente nel cielo (furono poi i romani a chiamarla Venere).

___ ARGANO - Se ne ha notizia nel V sec. a.C. dal medico greco Ippocrate che lo usò (come si fa ancora oggi) per distendere gli arti fratturati dei suoi malati. Nel III sec. a.C. una descrizione di questo strumento per sollevare pesi la da Archimede, e in seguito nel I sec. a.C ne parla anche Erone di Alessandria. L'argano è formato da un palo di legno alla cui estremità si inserisce una ruota con una scanalatura su cui si avvolge una fune che azionata manualmente permette il sollevamento dei pesi. Il più largo impiego fu nei pozzi per attingere dal fondo l'acqua con un contenitore legato all'etremità della fune, poi fu impiegato nell'edilizia per sollevare materiali vari. Più tardi con la tecnologia e l'impiego dell'elettricità la fune in acciaio verrà avvolta su un asse orizzontale azionato da un motore elettrico, principalmente usato nell'edilizia, in particolare nelle gru; viene detto anche "verricello".

____ ANATOMIA RUDIMENTALE - Dopo aver già accennato in "Medicina - ( vedi anno 1550 a.C. ) - i primi studi anatomici tramite la dissezione dei cadaveri furono fatti da Alereone, poi in questa data (520 a.C.) Alcmane, forse un suo allievo, portò avanti lo studio dell'"anatomia" umana (da anatomè= dissezione). Confermò per primo -anche se in un modo rudimentale- la differenza tra le arterie e le vene e affermò che gli organi sensori erano collegati al cervello tramite una ramificata serie di nervi. Calato il silenzio fin quasi alla fine del Medioevo, gli studi anatomici presero vigore dal XIII secolo in poi per merito delle università, specie italiane. Iniziò la celebre scuola di medicina di Salerno, poi venne Bologna e Padova altrettanto celebri centri di studi in questo campo. Dopo Andrea Vesalio
(vedi biografia ANDREA VESALIO), l'anatomia patologica inizia con G.B. Morgagni (1682-1771) che introduce in medicina il metodo sperimentale, e stabilì per primo i rapporti fra i sintomi clinici e il quadro anatomo-patologico ricercando le cause delle malattie attraverso l'indagine anatomica. (vedi più avanti "Anatomia moderna " anno 280 a.C.)
ANNO 487 a.C.
____ OSTRACISMO - Fu un'invenzione di carattere politico nella democratica Grecia. Una sorta di bando che in Atene e in altre città greche colpiva il cittadino sospettato di aspirare alla tirannide. Il nome derivava dal coccio (ostrakon) sul quale veniva scritto il nome di coloro che a giudizio dei cittadini, dovevano essere allontanati dalla città. La prima forma di ostracismo ateniese contro il pisistrato o Atistide Ipparco è del 487 a.C.
ANNO 480 a.C.
____ PONTE - I primi di cui si hanno notizia sono del 10.000 a.C. iin Mesopotamia e in Egitto. Indubbiamente questo tipo di costruzione utili nell'attraversare piccoli corsi d'acqua proseguirono nei secoli con tecniche sempre migliori. Nel 2500 a.C. non essendoci ancora una valida tecnica costruttiva capace di fare un ponte per attraversare l'Eufrate, il grande corso d'acqua mesopotamico, i Babilonesi preferirono scavare sotto il fiume una galleria. Un ponte di notevole lunghezza fu quello allestito da Serse sull'Ellesponto. A parte quelli di Roma costruiti sul Tevere a partire dal periodo dei Regni dei sette re di Roma, abbiamo una buona ricostruzione storica di quello fatto costruire da Traiano sul Danubio nel 105 d.C. Affinchè le comunicazioni tra la destra e la sinistra fossero più sicure e spedite, l'imperatore fece costruire un gigantesco ponte di pietra sul fiume che univa le due rive nei punti in cui oggi sorgono la città serba di Kladova e la rumena di Furnu Severinulum. Architetto fu il famoso Apollodoro di Damasco e l'opera riuscì grandiosa, della lunghezza di 3570 piedi, pari a 110 metri, con venti pile alte ciascuna centocinquanta piedi e larghe sessanta, i cui resti, anche oggi, in tempo di portata minima del fiume, sono visibili.
Di un ponte sospeso in Cina si hanno notizie nel 610 d.C. Del 1570 si costruiscono in Europa grandi ponti prima travata in legno, poi nel 1755 le travate sono in ferro, in un ponte sul Rodano progettato dal francese Garvin. Il progenitore di un ponte sospeso è quello ad arco e con tirante a corda è quello realizzato dall'ingegnere ferroviario inglese Robert Stephenson. Ma il vero primo ponte interamente sospeso viene realizzato negli Stati Uniti nel 1871 dall'ingegnere James Finlay. Con l'impiego del cemento armato nel 1896 viene progettato un ponte in Austria sul fiume Ybbs a Gross-Holestain. Con ques'ultima tecnica si costruiscono la maggior parte dei ponti fino al secondo dopoguerra. L'avvento della nuova tecnica del cemento precompresso viene inaugurata dall'ingegnere francese Eugene Frayssinet.


____ SOGNI - Ad accennare ai sogni, fu il filosofo greco Eraclito (540-480 a.C.). Fino allora si riteneva che i sogni fossero guidati dagli dei, da forze soprannaturali, dai morti che dall'oltretomba parlavano e comparivano ai vivi. Gli stregoni con la solita oscura dialettica li circondavano di opportunistica magia, soprattutto quando i sogni erano incomprensibili perchè privi di senso anche se fantastici. Eraclito spazzò via queste assurdità e sostenne che i sogni non avevano alcuna origine soprannaturale. Erano semplicemente milioni di pensieri di esperienze terrene di ogni individuo che nel riposo vagavano nel suo cervello e che a caso come un puzzle ricostruivano storie passate, e proprio perchè fatte a caso spesso non avevano alcun senso (anticipava le moderne teorie della nuova
ANNO 440 a.C.
____ ATOMI - A spazzare via altre assurdità sugli avvenimenti avvolti nel mistero, a dire che non vi erano nelle cose terrene del soprannaturale, ma erano tutti collegati a cause naturali, fu il filosofo greco Leucippo. Era la prima visione scientifica come risposta a un oscuro problema sull'origine e sull'esistenza delle cose animate o inanimate. Ad approfondire questa tesi fu un suo discepolo, Democrito (460-370 a.C.). sostenendo con una singolare congettura, che tutta la materia fosse composta da minuscole particelle, così piccole da essere indivisibili e che chiamò "atomi" (che significa appunto "indivisibile").
Dunque alla realtà Democrito dava una funzione meccanicistica e materialista, risolvendo con l'esistenza degli atomi anche la realtà spirituale e la conoscenza. Non ci dobbiamo meravigliare se i filosofi del suo tempo respinsero con veemenza le sue congetture. Occorreranno duemila anni prima che si ricominci a lavorare nuovamente su queste intuizioni. La fisica atomica aprì la porta nella conoscenza della materia, la neuroscienza la spalancò dentro il nostro cervello scoprendo, neurotrasmettitori, neuroni, sinapsi, ioni, e la presenza di particolari sostanze chimiche che modificano la personalità dei soggetti.
ANNO 420 a.C.
____ EPILESSIA - Era anche questa considerata una malattia del demone, un castigo divino, quando un malato all'improvviso si comportava come un ossesso. Ippocrate proseguendo gli studi di medicina e sostenendo che tutte le malattie avessero cause naturali, affermava che per essere in perfetta salute fisica e psichica, occorreva nel corpo il giusto equilibrio di quattro "umori", che indicava nel sangue, flegma, bile gialla e bile nera.
Non era proprio così ma nemmeno si sbagliava sulle cause naturali. Oggi sappiamo che equilibrando (o modificando) alcune sostanze chimiche, del nostro sistema nervoso possiamo curare ogni tipo di malattia (o uno stato leggermente alterato). Sostanze che nell'insieme sovrintendono, e in casi patologici (farmaci con le medesime sostanze) riequilibrano e quindi curano tutte le funzioni fisiologiche e quelle psicologiche alterate da eventi interni o esterni.
ANNO 400 a.C.

____ CATAPULTA - La si può definire la prima arma a lunga gittata, una antesignana dell'artiglieria ovvero del bombardamento dall'alto. Dopo la realizzazione della balestra (arma personale a lunga gittata) con la stessa tecnica fu realizzata quest'arma per assalire una città, o questa per difendersi dai nemici che l'attaccavano dall'esterno. L'arma scagliava grossi massi sfruttando la forza di un gigantesco arco. Sembra che l'invenzione sia opera degli strateghi siciliani sollecitati del re di Siracusa, Dionisio (regno 405-367 a.C.) ____ CARRUCOLA - Questo banalissimo congegno fu realizzato dal filosofo Archita di Taranto (428-347 a.C.). Ultimo seguace della scuola di Pitagora, Archita trovò anche la soluzione geometrica della duplicazione del cubo.

____ AQUILONE - Sempre ad Archita di Taranto è attribuita l'invenzione di questo antenato dell'aeroplano. Ma sappiamo oggi che era già molto diffuso in Estremo Oriente fin dall'antichità, usati perfino per scopi partici; ancora oggi in Cina, Giappone e Corea oltre che essere "i cervi volanti" una vivissina passione, sono oggetto di antichissimi culti. In occidente si rivelarono pratici quando gli scienziati di fine settecento iniziarono a fare esperimenti metereologici di vario generi, applicando i più strani strumenti di rilevamento. Ricordiamo che nel 1751 Beniamino Franklin usò un aquilone per fare i suoi esperimenti sull'elettricità. Più tardi furono di valido aiuto ai novelli Icari per studiare l'aerodinamica, le correnti aeree, l'atmosfera ecc. e qualcuno osò perfino cavalcarli; infatti di esperimenti di voli umani su grandi aquiloni se ne fecero molti, alcuni anche tragici. L'evoluzione dell'aereo ha poi relegato l'aquilone a semplice giocattolo di bambini.
ANNO 387 a.C.
____ ACCADEMIA - (vedi sotto)
____ LICEO - (vedi sotto)
____ GINNASIO (vedi sotto)
____ SCUOLE - L'insegnamento delle lettere era già una realtà in Mesopotamia; alla data convenzionale del 2460 a.C.. (vedi relativo anno) a Lagash il re Eannatum aveva fondato una scuola per scribi; in seguito nel 1680 a.C. (vedi realtivo anno) vi si apprendeva anche lo studio della matematica e della geometria. Le scuole che possiamo definire "superiori" sono invece di questo periodo, sorte in Grecia. La prima fu avviata nel 387 a.C. , sulla proprietà di un certo Accademus (prese infatti il nome di "Accademia", vale a dire la prima università del mondo). A fondarla fu Platone (428-348 a.C.). Un suo discepolo (Aristotele (384-322 a.C.) continuò la sua opera d'insegnamento fondando presso il tempio di Apollo nelle vicinanze di Atene il "Liceo". Ma prima di questo operava già il celebre "Ginnasio" fondato da Pisistrato ed accresciuto da Pericle, inizialmente destinato ai soli esercizi fisici della gioventù e solo dopo divenne un centro di studi filosofici-letterari. Sotto i suoi portici e nei giardini Aristotele "passeggiando" (che proprio per questo fu anche detta scuola dei "Paripatetici") spiegava la sua filosofia ai suoi discepoli (per ricerca delle verità essenziali). Le scuole dalla Grecia furono mutuate anche dai romani, ma prima ancora che crollasse l'impero romano, nel 394 d.C. in tutto l'impero si spegne la "luce". Teodosio ha
già abolito l'anno precedente in Grecia le Olimpiadi, fa poi abolire la musica, l'arte, la scultura, le accademie, le scuole. Si entra nei secoli bui, dove si vivrà soltanto più di rassegnazione, aspettando fino alla morte quella provvidenza divina che per la maggior parte non arriverà mai. Una rudimentale scuola nasce nel 787 d.C. con l'impulso dato da Carlo Magno all'istruzione con la creazione della prima vera e propria istituzione scolastica con la Scuola Patavina; ma era poca cosa, fra l'altro settaria e morto lui l'Europa ripiombò nel medioevo. Unico risultato fu che sulle orme della scuola patavina sorse poi l'Università di Parigi. Mentre in Italia per i successivi 1074 anni le cose non cambiarono molto (salvo un paio di Università), complice la disunione e la mancanza di una nazione e quindi di una coscienza nazionale. Si accumulò così un enorme ritardo culturale rispetto ad altri paesi vicini (come l'Austria e la Germania). Un ritardo incredibile e devastante. E anche quando ci furono le riforme, la scuola italiana rimase sempre una scuola incapace di adeguarsi agli altri paesi anche se confinanti. Agli esami di ogni tempo è stata sempre bocciata oppure sempre agli ultimi posti.
ANNO 350 a.C.
____ MUSICA - Le origini della musica si perde nella notte dei tempi, come del resto anche la foggia degli strumenti usati per farla. Esperienze musicali risalgono alla cultura Egizia, ricca di numerosi strumenti a fiato (flauti, trombe) e a corda (arpe). Anche nei Veda indiani ancor prima che nella Bibbia, sono contenuti preziosi riferimenti musicali. E tali sono anche quelli in Cina. Le tappe dell'evoluzione del canto prima e degli strumenti poi furono quindi tante, ma il periodo aureo viene indicato nella fioritura della musica greca. Di questo periodo è infatti ricordato uno dei massimi teorici dell'arte musicale greca: Aristosseno di Taranto. Scrive due libri fondamentali per la successiva evoluzione della musica: "Trattato di armonia" e "Ritmica". In entrambe egli afferma che la bellezza di una opera musicale sta nella convenienza delle parti che la compongono e che la comprensione di essa si fonda sulla percezione sensibile e la memoria "perchè si deve percepire il suono presente e ricordare il passato". Inoltre quest'arte si esprime per mezzo di suoni combinati tra loro seguendo determinate regole. E a queste regole si erano già interessati i grandi filosofi e matematici come Pitagora, Platone, Aristotele, soprattutto soffermandosi sulla musica quale componente della vita umana, orientandone gli sviluppi in quelle forme che, pur attraverso mutamenti sconvolgenti (chiusura delle scuole, delle accademia, messa al bando degli strumenti di ogni tipo ecc) sopravvissero poi fino al medioevo. Anche i canti cristiani, unificati poi nel canto gregoriano, e in seguito anche i canti e la musica profana, sono un riflesso della più antica civiltà musicale, ivi comprese le influenze delle antiche melodie greche di questo periodo aureo.
ANNO 345 a.C.
____ ANIMALI CLASSIFICAZIONE - Aristotele stabilitosi a Mitilene, nell'Isola di Lesbo, si interessa in modo particolare agli studi di biologia e zoologia e inizia la stesura delle sue più importanti opere su queste due scienze: Storia degli Animali, Generzione degli Animali, Parti degli Animali.

____ CARTA DEL CIELO - Se Ecateo di Mileto (560-490 a.C.) nel 547 a.C. (vedi), aveva disegnato una carta della Terra, il matematico Eudosso (400-350 a.C.) volle su una grossa pergamena rappresentare il cielo. Non era una cosa facile perchè se nella terra c'erano punti di riferimento fissi, la volta celeste con le sue stelle mutava continuamente. Ecateo ideò un sistema che ancora oggi è la base della cartografia celeste (detta Astronomica) e anche di quella terrestre (detta Geofisica); prese come punto di riferimento la Stella Polare, e da questa tracciando immaginarie linee che si allontanavano, fu in grado di situare le stelle in un modo inequivocabile. Le linee divergenti di Ecateo sono quelle che oggi noi conosciamo come "longitudine", mentre le altre linee parallele che con le prime formano angoli retti è la "latitudine". Molto più tardi sulla stessa idea di Ecateo, fu elaborato un sistema che parte da un punto dell'Equatore celeste o dall'Equatore terrestre; e a seconda che il punto si trovi nell'emisfero boreale o in quello australe, si distingue in latitudine Nord e Sud. La distanza angolare viene misurata in gradi e frazioni di gradi.
ANNO 327 a.C.
____ LE RIVE DELL'INDO - Nella sua spedizione in Asia, Alessandro Magno si spinge in Oriente, scoprendo sulla via del ritorno le rive dell'indo. A completare le scoperte di carattere geografico e naturalistico nel mar Eritreo (oggi mar Arabico) è Nearco che con una sua flotta, via mare si ricongiunge con l'esercito di Alessandro che via terra era giunto a Susa.
ANNO 320 a.C.
____ BOTANICA - Uscito dalla scuola di Aristotele, che poi in seguito diresse dopo la sua morte, il filosofo greco Teofrasto di Ereso (371-288 a.C.) proseguendo gli studi di biologia, s'interessò in modo particolare al mondo vegetale. Studiando anche specie provenienti da luoghi lontani, divenne l'autore dei primi sistematici trattati di botanica. Frutto di ricerche originali ed accurate descrisse nel suo libro 550 specie vegetali.

____ VIAGGIO NEI MARI DEL NORD - Poco o quasi nulla si conosceva delle coste europee atlantiche da Gibilterra alla foce dell'Elba (Mar Baltico). Pitea di Marsiglia (360-290 a.C.) intraprese un lungo viaggio di esplorazione verso il nord (nella mitica Tule - forse la Norvegia) compiendo poi sulla via del ritorno la circumnavigazione della Gran Bretagna. Al ritorno raccontò che nelle coste della Manica si verificavano gigantesche alte maree, anche di 10 metri (di tale entità sconosciute nel Mediterraneo perchè chiuso dallo stretto di Gibilterra). Fu anche il primo a mettere in rapporto le alte maree con la Luna e le sue fasi. La prima asserzione fu presa come una "storiella" da marinaio (nel Mediterraneo le maree sono infatti di pochi centimetri), mentre la seconda ipotesi non fu presa nemmeno in considerazione anche perchè il fenomeno - per le ragioni dette sopra- era piuttosto trascurabile.
ANNO 312 a.C.
____ STRADE - Nell'antichità per trasferirsi da un luogo all'altro vi erano indubbiamente delle piste. Con l'avvento della ruota e dei carri queste piste divennero delle strade di terra battuta, che però nei giorni di pioggia, diventavano impraticabili, proprio per il continuo passaggio di grosse e pesanti ruote. Di farle resistenti divenne una necessità prioritaria quando l'espansione romana con le sue legioni si era spinta in contrade molto lontane da Roma. Se importante erano i collegamenti stradali con quelle contrade con qualsiasi tempo, ancora più importante erano i tempi per essere strategicamente efficienti. Il più sensibile a questi problemi fu un alto funzionario romano il Console Appio Claudio. Iniziò la prima strada di grande comunicazione da Roma a Capua, su una distanza di 212 chilometri. All'inizio fu ricoperta da ghiaia, ma in seguito la tecnica escogitata fu quella ancora più resistente al tempo, ricoprendo la massicciata di grossi blocchi, cioè pavimentandola. Era nata l'"Appia", prolungata poi fino a Brindisi. Così resistente che ancora oggi esistono dei tratti perfettamente efficienti. Fu quella una tecnica che si estese poi anche nelle vie cittadine rendendole solide, meno fangose e anche più pulite.
Nel corso della sua lunga storia, Roma costruì nei suoi domini altre importantissime strade di grande comunicazione, che in totale raggiunsero gli 80.000 chilometri. Fra le più antiche: l'Aurelia (da Roma in Liguria) del 241 a.C., la Flaminia (da Roma a Rimini) del 220 a.C., l'Emilia (da Rimini a Piacenza) del 187 a.C., la Postumia (da Aquileia a Genova) del 148 a.C., la Claudio Augusta da Aquileia a Costanza, e moltissime altre.
Questi rimasero i due metodi applicati in seguito per costruire strade; o con i blocchi (con un alta spesa di manodopera) o la semplice strada battuta (che aveva gli inconvenienti detti sopra).
Nel Medioevo le strade italiane cominciarono a non essere più percorse, a deteriorarsi, a sparire inghiottite dalla vegetazione. Da notare che questo fenomeno non fu dovuto soltanto a un processo di decadenza generale, dovuto allo spopolamento dei territori, ma rispose anche a una logica difensiva razionale, benché distruttiva. Spiega Beretta: “Nel Medio Evo il meraviglioso ed efficiente sistema stradale romano fu ridotto in pessime condizioni. La distruzione delle strade costituì a quell’epoca un valido mezzo di difesa contro le invasioni delle popolazioni barbare che calavano dalle Alpi”.

Nel 1764 l'architetto francese Pierre Treasagut nel fare strade utilizza i due antichi metodi, però invece dei blocchi propose per la massicciata le pietre frantumate in ghiaia, compressa poi da un rullo. Era in sostanza ciò che avano fatto i romani prima di pavimentarle, e presentarono gli stessi problemi, che la ghiaia nel continuo passaggio o con la pioggia, sprofondava nel fango e solo questo rimaneva in superficie. A risolvere il problema ci pensò l'inglese Thomas Telford, che nel 1824 diede una solida base alla massicciata preventivamente stendendo prima uno strato di pietre di una media grandezza, e su queste uno strato di ghiaino. Il principio era buono perchè lo strato sotto raccoglieva l'acqua sopra. Fu chiamato metodo "Telford". Ma non era ancora la soluzione definitiva. Tre anni dopo - nel 1827- tenendo presente l'idea di "Telford", fu l'ingegnere scozzese John McAdam a risolvere il problema: il suo metodo detto poi "macadam" consisteva di stendere diversi strati di ghiaini a diversa volumetria, con il più piccolo (quasi sabbia) in superficie spianato da un rullo compressore. Ogni strato filtrava a quello sottostante l'acqua stagnante, permettendo così alla superficie di rimanere -appena cessava di piovere- asciutta e senza pozzanghere.
Tuttavia il macadam fu posto in crisi dall’avvento del trasporto automobilistico. Il traffico di automobili creò infatti gravi ostacoli a tutto il sistema di manutenzione delle strade, le quali accusarono un eccessivo logorio delle massicciate con la conseguente formazione di buche profonde e pericolose se non riparate in tempo. A ciò bisogna aggiungere il grave disagio provocato dal sollevamento della polvere originato dall’aumentata velocità di traslazione dei veicoli a motore.
Nel frattempo - già nel 1810- su un marciapiede di Lione era apparso un nuovo rivoluzionario metodo - che non era nuovo ma non era stato mai applicato nella pratica. Ed era quello di mischiare all'ultimo strato di sabbia dell'asfalto caldo liquido. Il conglomerato sempre compresso da un rullo, una volta asciutto non solo rendeva le strade perfettamente lisce ma le proteggeva con un manto impermeabile. A partire dal 1835 l'asfaltatura delle strade principali fu il definivo metodo per costruire strade efficienti e soprattutto con meno manutenzione. In Italia il sistema dell'asfaltatura venne introdotto nel 1900, quando furono costruiti due tratti di provinciale vicino a Lugo di Romagna.

____ AUTOSTRADE - Con la diffusione dei veicoli a motore, con auto e motociclette sempre più potenti, costruire strade veloci e sicure sia per gli automobilisti come per i pedoni, senza quindi l'attraversamento di centri abitati, era il sogno dei primi, e per la propria incolumità desiderio dei secondi. La prima strada con queste caratteristiche, oltre a possedere un'ampia carreggiata, fu l'autostrada italiana Milano-Laghi, di 85,007 chilometri, realizzata il 30 ottobre 1924. Conduceva da Milano ai laghi lombardi di Como, di Varese e Maggiore. Furono in seguito costruite ed entrate in esercizio dal 1924 al 1935: il 24.9.1927 la Milano-Bergamo km 50,007 - il 3.6.1929 la Napoli-Pompei km 23,347 - nell'agosto 1931 la Bergamo-Brescia km 47,647 - nell'ottobre 1932 la Torino-Milano km 127,000 - nell'agosto 1933 la Firenze-Mare km 81,333- nell'ottobre 1933 la Padova-Mestre km 24,600 - nell'ottobre 1935 la Genova-Serravalle km 50,040. (una buona panoramica sulle strade e austostrade d'Italia vedi "Strade e Autostrade d'Italia" - Dalle origini )


____ GRU - L' invenzione la si attribuisce ad Archimede che con lo stesso principio della leva, aveva costruito un attrezzo per il sollevamento dei pesi. Più tardi nel I sec. a.C., con un perfezionamento viene descritto dall'architetto romano Marco Vitruvio Pollone e consisteva in due pali, uniti insieme a forma di V capovolta, muniti di un paranco e un sistema di carrucole, alcune fisse e alcune mobili. Dall'edilizia, l'uso si estense ben presto nelle officine e in operazioni di carico e scarico di merci nelle aree portuali (ancora oggi usate da piccole imprese edilizie). Quelle grandi, le prime furono azionate da un motore a vapore (1805) e più avanti con motore elettrico. Sempre più perfezionate e imponenti, quelle a traliccio con un braccio mobile comparvero nel 1933.
ANNO 300 a.C.
____ GEOMETRIA - A parte ciò che abbiamo visto fino ad ora (come le scuole mesopotamiche nell'anno 1680 a.C.) la geometria con i greci divenne una vera e propria scienza parallela alla matematica. Se prima le misurazioni essenzialmente di carattere pratico riguardavano solo i costruttori di edifici (nell'antico Egitto, le Piramidi), i costruttori di canali, o i semplici artigiani nelle loro varie lavorazioni, i filosodi incominciarono ad occuparsene anche dal punto di vista teorico (un po' meno in quello sperimentale). Ai filosofi non occorreva nè il cubito in mano nè fare le misurazioni. Con la loro logica ragionavano con punti, linee, curve, piani e solidi e si lanciavano nei più approfonditi studi della matematica e della geometria.
Di Pitagora abbiamo già parlato nel 520 a.C. Da quella via tracciata alla scuola di Crotone fino alla successiva Accademia di Platone gli studi matematici erano progressivamente proseguiti, e di seguaci sen'erano formati tanti e fra questi Euclide. Che però emigrò nel 320 ad Alessandria d'Egitto. Questa città ad occidente del Nilo era stata fondata durante la sua permanenza in Egitto da Alessandro Magno nel 331, ed era sorta con l'ambizione di trasformarsi in un centro cosmopolito oltre che culturale. Tolomeo I (366-283 a.C.) alla morte di Alessandro ci stabilì la capitale e come autentico protettore delle arti e della cultura esortando scienziati e filosofi a trasferirsi, Alessandria l'aveva trasformata in poco più di dieci anni nel più grosso centro culturale. Molti greci avevano accolto l'invito, e fra questi il matematico Euclide. Non sappiamo quanto aggiunse di suo, ma sappiamo che iniziò a raccogliere tutte le scoperte geometriche degli antichi matematici in un testo che venne chiamato "Gli Elementi". L'opera di Euclide inizia con definizioni intuitive, ma si basa su postulati e assioni dai quali viene dedotta tutta la geometria, che si ritrovò presto dotata di solidi basi e di una buona struttura che ha sfidato tutti i tempi e utilizzata ancora oggi.

____ MUSEO - BIBLIOTECA - Dello stesso periodo, e sempre dovuto a Tolomeo I e a suo figlio Tolomeo II, nella stessa cosmopolita Alessandria d'Egitto, viene fondato il Museo (così chiamato perchè dedicato alle Muse protettrici delle arti e della cultura) che sostanzialmente era una grande e prestigiosa Università. Un centro di studi dotato anche di una straordinaria Biblioteca che in pochi anni divenne la più grande di tutte le biblioteche esistenti. Vi si raccoglievano codici e volumen, in pergamena e papiri, provenienti da tutto il mondo conosciuto. Sembra che alla data della sua distruzione, avvenuta con un irresponabile e barbaro incendio durante l'invasione romana all'epoca di Giulio Cesare (48 a.C.), erano state raccolte nella biblioteca circa 700.000 opere dell'antichità.
ANNO 280 a.C.
____ ANATOMIA MODERNA - Al Museo di Alessandria, oltre che la matematica gli studi dell'anatomia umana erano sistematicamente portati avanti da scienziati greci di altissimo livello. Fra questi scienziati EROFILO (355-280 a.C.) e il suo discepolo ERASISTRATO. Il loro più grande interesse era rivolto al cervello e ai nervi del corpo umano. Il primo divise i nervi sensori dai nervi motori (quelli che stimolano l'azione). Mentre il secondo non d'accordo con PRESSAGORA (che pur distinguendo le vene dalle arterie, affermava che le prime portavano sangue, le seconde aria - sbagliava, ma gli rimase il nome, perchè arteria significa appunto "portatore d'aria") sosteneva che le arterie non portavano aria, ma pulsavano e anch'esse mettevano in circolazione il sangue. Oltre questo, descrisse il fegato, la milza, la retina dell'occhio e studiando la prima parte dell'intestino gli diede lui il nome: duodeno.
Ovviamente questi esperimenti e scoperte avvenivano con la dissezione dei cadaveri, e purtroppo il Museo-Accademia, non era in Grecia, ma era sorto in Egitto, nella patria delle mummie, e proprio perchè credevano gli egiziani che bisognava giungere nell'aldilà con il corpo intatto, non tolleravano lo scempio del corpo dei defunti. Gli esperimenti anatomici furono proibiti, e la scienza che si era rivolta a studiare il corpo umano, qui ebbe la sua prima battuta d'arresto; quella definitiva la ebbe poi all'alba del medioevo. Per più di 1500 anni non si parlò più di medicina e tantomeno di anatomia. Qualcosa fece Galeno nativo di Pergamo (129-201 d.C. dal 161 a Roma fino alla morte) considerato il più grande medico dell'antichità (anche lui trascorse 5 anni nella scuola di Alessandria). Dobbiamo arrivare al 1543 quando ANDREA VESALIO riprese le osservazioni con le dissezione dei cadaveri e da allora - pur con tanti ostacoli dell'Inquisizione (fu condannato a morte per la
“…Divulgazione di Ignominiosae atque mentognere idee, contrarie alla Gratia Divina…") si ebbe un continuo, ininterrotto e attivissimmo fiorire di osservazioni sull'anatomia umana e quindi esperimenti ricercando le cause delle malattie attraverso l'indagine anatomica. (vedi biografia ANDREA VESALIO)
ANNO 270 a.C.
____ LUNA E SOLE - LE DIMENSIONI - Questa domanda in precedenza se l'erano posta in tanti nell'antichità. Poi Anassagora (500-428 a.C.) aveva avuto l'ardire di ritenere che il sole era grande quanto la Grecia meridionale, ma pochi gli prestarono attenzione anche perchè la sua tesi non si appoggiava alla matematica che era a quel tempo ancora agli albori, non così nei due secoli successivi quando ebbe un grande incremento, e fu proprio in questa data che l'astronomo greco ARISTARCO proprio con delle credibili argomentazioni matematiche, durante l'osservazione di un'eclisse di Luna notando la dimensione dell'ombra della Terra sulla Luna stabilì che questa fosse un corpo pari a un terzo della Terra. (Ricordiamo che la terra ha un diametro di 12.757 km circa, la Luna di circa 3.470 km - e Aristarco conosceva con i suoi mezzi solo la figura piana, mentre oggi noi sappiamo che come volume la Luna è 49 volte più piccola della Terra).
Con lo stesso metodo operando con la trigonometria riuscì anche a stabilire che il Sole aveva un diametro pari a sette volte quello della Terra, e si trovava lontano a una distanza venti volte la distanza dalla Terra alla Luna. Tali proporzioni sappiamo non erano esatte, a causa di strumenti inadatti, ma il concetto come ragionamento scientifico era giusto. Inoltre s'inoltrava in un campo minato dalle nozioni bibliche e degli inossidabili miti dell'antichità. Il suo ardire era che affermava che i corpi celesti erano degli oggetti con delle dimensioni paragonabili a quelle della Terra e che la Terra era al pari degli altri oggetti celesti una sfera. Accertato questo, 30 anni dopo, un nuovo genio matematico, non solo confermava inconfutabilmente che la terra era una sfera, ma ne misurava anche la circonferenza, e la determinò con un errore trascurabile, 40.232 chilometri, mentre è in realtà 40.053 ( vedi sotto, anno 240 a.C.)

____ FARO - Fin quando non fu inventato l'astrolabio nel 200 a.C., la navigazione era quasi sempre avvenuta ad una certa distanza dalla costa, a circa 10-20 chilometri. I grandi porti che avevano grande traffico di navi in arrivo oppure di passaggio, nelle ore notturne segnalavano la presenza accendendo grandi fuochi. L'idea di innalzare questi fuochi per renderli visibili a grande distanza venne a Tolomeo Filadelfo sovrano d'Egitto. Sull'isola di Faro presso Alessandria fece costruire una struttura alta circa 85 metri. Poggiava su un grande basamento e presentava all'interno delle scalinate lungo le quali venivano portate fino alla sommità carichi di legna. La luce della legna bruciata si poteva vedere in mare aperto fino a 30 chilometri di distanza. Completato nel 279 a.C., elencato dagli antichi tra le sette meraviglie del mondo, rimase in piedi per sedici secoli prima di venir distrutto da un terremoto; ma il nome di quella lingua di terra - Faro - dov'era nato rimase al tipo di costruzione. Ma anche al tipo di faro.
Quello a "lenti di Fresnel" con una luce emessa da una lampada elettrica fu ideato nel 1827 dal francese Augustin Jean Fresnel (1788-1827); anche questa luce concentrata dalle lenti è visibile a circa 30 km di distanza.
ANNO 270 a.C.
____ OROLOGIO - Degli obelischi, gnomoni e meridiane ne abbiamo già parlato fin dall'anno 4.000 a.C. Seguirono le candele graduate che nel consumarsi indicavano un dato tempo; infine una specie di grande clessidra ad acqua (quelle a sabbia è piuttosto tarda, di epoca medievale attribuita agli Arabi) che gocciolando da un contenitore a un altro in quest'ultimo un galleggiante alzandosi indicava su un'asta alcune tacche graduate. Uno simile compare nel 1360 a.C. in Egitto. Erano tutti strumenti piuttosto utili, li possiamo chiamare "misuratori del tempo", ma non erano veri e propri "orologi". Con questo nome nasce invece in Grecia realizzato da Ctesibio ed era pure questo ad acqua molto simile a quello egizio. Invece di un'asta graduata, quando l'acqua si alzava un marchingegno galleggiante spostava una lancetta su un vero e proprio quadrante dove vi erano indicate le 12 ore. Era nato l' orologion - ora e logion dal greco lego=leggere; "leggere l'ora". Pur essendo oggetti rudimentali erano in grado di indicare il tempo in modo soddisfacente. Nei secoli bui del medioevo - nel clima di rassegnazione in cui si viveva - non ebbe più importanza la misurazione del tempo, tutta l'intera esistenza era scandita solo più dal battito della campanella, poi campana, che indicava a tutti i "peccatori" - mattina, mezzogiorno, pomeriggio e sera di ogni giorno e in ogni stagione, le ore della preghiera. La frazione della notte non esisteva.
Bisogna arrivare al X secolo, dentro i monasteri, per trovare gli "svegliatori meccanici", orologi muniti di ruote dentate e palette dotate di pesi. Molto simili furono anche i primi orologi meccanici azionati sempre da pesi, verso il XIII secolo (vedi più avanti ANNO 1335 "orologio meccanico"). Uno famosissimo fu quello realizzato a Londra nel 1367 che batteva anche le ore, e che ben presto si diffuse in tutti i campanili delle chiese della cristianità. Un grosso orologio per uso casalingo a molla fu realizzato nel 1450. L'evoluzione di questo fu così rapida che già nel 1480 comparvero i primi orologi soprammobili e per i benestanti perfino da tasca. Ma quello che entrò in quasi tutte le case di ogni ceto fu il diffusissimo ....

____ OROLOGIO A PENDOLO - ... che sfrutta la regolarità del moto oscillatorio, realizzato da Christian Huygens nel 1657 (ma il primo accenno fu di un ragazzo diciassettenne toscano, Galileo Galilei nel 1581 - vedi anno 1581) , con il quale diviene finalmente possibile effettuare misure precise del tempo. Huygens e altri dopo di lui migliorarono anche quelli a scappamento applicando al meccanismo il bilancere, l'ancora e una molla a spirale.
Nell'orologio a pendolo il fenomeno di breve durata e costante è l'oscillazione del pendolo. Questa come ha insegnato Galileo, è isocrona; cioè le oscillazioni del pendolo, se sono piccole sono tutte di uguale durata, anche se non sono di uguale ampiezza. Il pendolo è un'asta, sostenuta di solito da due appoggi a coltello, che tiene nella parte inferiore un peso. Al disopra del punto di sospensione il pendolo si prolunga in una appendice che va a impegnarsi tra i denti di un ingranaggio. Questo ingranaggio, se non fosse trattenuto dal prolungamento del pendolo ruoterebbe rapidamente libero, mosso dalla ruota di carica dell'orologio. Invece per ruotare con la cadenza giusta, occorre che il pendolo oscilli liberando dal sistema di impegno i suoi denti uno per uno. Questo è il sistema di scappamento. Così l'ingranaggio che permette il moto all'orologio a pendolo esplica due funzioni: la prima è quella di far procedere il meccanismo dell'orologio al ritmo delle oscillazioni del pendolo; la seconda è quella di sospingere delicatamente il pendolo in modo che compia una oscillazione dopo l'altra senza arrestarsi, imprimendogli a ogni oscillazione una piccola spinta.
Nell'orologio a bilanciere la funzione del pendolo è sostituita da quella di una ruota imperniata su due punte tra cuscinetti: la ruota è tenuta nella posizione di equilibrio da una molla spiroidale. Il meccanismo a scappamento ad ancora, che agisce come tramite tra la molla di caricamento e il bilancere, influisce sulla velocità di oscillazione di quest'ultimo secondo la tensione di carica della molla. Il vantaggio del bilancere e della molla rispetto al pendolo è quello di poter funzionare in qualunque posizione; il pendolo invece deve essere mantenuto rigorosamente verticale. Il primo in un secondo oscilla cinque volte, nel pendolo invece solitamente ogni mezza oscillazione è un secondo.
Dopo quelli ad àncora, diventano molto esatti anche quelli da tasca nel 1704 quando uno svizzero Nicholas Faccio impiega per i cuscinetti degli orologi i rubini. Il Cronometro nasce prima marino (inventato dall'inglese John Harrison nel 1761 per calcolare la longitudine - vedi anno 1728 ) poi con la miniaturizzazione finirà al polso di molta gente negli anni 1920. Si impiegano poi i cristalli di quarzo nel 1929; l'orologio diventa perfino atomico nel 1948; a fine anni Sessanta ne compaiono alcuni a diapason (fabbricati inizialmente per gli astronauti), infine l'orologio perde il quadrante e diventa digitale nel 1971 per merito degli ingegneri americani George Theiss e Willy Crabtree (chiamato anche "orologio a pulsar" per le sue 32.768 vibrazioni al secondo). Orologi questi che si dotarono poi anche di altre funzioni quali i giorni della settimana, del mese, l'ora locale e quella di altri fusi orari, ed infine assolvendo la funzione di cronometro, di calcolatrice e perfino di sveglia. Nel 1980 anche la Svizzera tradizionale paese degli orologi meccanici di alta precisione, decide di impiegare l'elettronica e lancia sul mercato gli orologi con batteria dotati di un microcircuito integrato (che assolvono i compiti come 1000 transistor). Nello stesso periodo compaiono anche quelli senza batteria ma funzionanti - tramite celle fotovoltaiche - a energia solare
Attualmente negli orologi scientifici come unità di misura si adotta un multiplo del periodo di una particolare radiazione. Un intervallo di tempo definita nel 1967 come la durata di 9.192.631.770 oscillazioni della radiazione emessa dall'atomo di cesio (133 Cs) nel suo stato fondamentale.
(vedi più avanti ANNO 1335 "orologio meccanico").
ANNO 260 a.C.
____ PESO SPECIFICO - Archimede di Siracusa scopre il principio (peso di un corpo riferito all'unità di volume) e lo espone nella sua opera "Sul galleggiamento dei corpi". Pone anche nello stesso periodo le basi teoriche sull'equilibrio delle forze.

____ POMPA A VITE - Sempre Archimede con le sue ricerche di meccanica inventa la famosa pompa a vite (o coclea) che porta il suo nome. Dello stesso periodo - o forse qualche decina di anni dopo - è la più pratica...

____ POMPA ASPIRANTE ...e premente, sempre per il sollevamento dell'acqua, che secondo fonti storiche è stata inventata da Ctesibio di Alessandria.
____ LEVA - E' ancora Archimede a elaborarne il principio. Era dai tempi preistorici che la si usava (si pensi agli Egizi nel fare le piramidi con i grossi blocchi) ma erano in gran parte tentativi fatti a naso, con la pratica, mentre è Archimede a darci l'esatta regola relativa all'azione di un dispositivo per il sollevamento di grossi carichi. A seconda della posizione assunta dal fulcro rispetto alla forza attiva ed all'azione resistente, si ha: il primo genere, se il fulcro si trova tra la forza attiva e quella resistente; di secondo genere, se l'azione resistente è applicata tra fulcro e forza attiva; di terzo genere se la forza attiva è applicata tra il fulcro ed azione resistente.
____ SEZIONI CONICHE è l'opera di Apollonio, nella quale definirà le leggi geometriche generali e la nomenclatura introducendo i termini di ellisse, parabola e iperbole. Apollonio dopo aver studiato nel Museo di Alessandria sotto la guida dei successori di Euclide, insegnerà poi a Pergano.
ANNO 250 a.C.
____ POLVERE DA SPARO - Se non sappiamo chi la inventò, né precisamente quando, sappiamo invece che in questo periodo si accenna al suo uso. E' una "polvere nera", una miscela di salnitro, di potassio, polvere di carbone e zolfo, fabbricata dagli alchimisti cinesi (libri del 1044 spiegano come la si fabbrica, indicando le esatte proporzioni), ma alcuni affermano inventata dai Mongoli (forse perchè furono loro a farla conoscere in occidente al tempo delle loro invasioni). In Cina da qualche secolo era utilizzata soprattutto per fabbricare i cosiddetti...

____ FUOCHI ARTIFICIALI ... per divertire ma forse usati per fare anche grossi botti per spaventare il nemico. La polvere fu usata anche per fare razzi pirotecnici, questi in seguito molto probabilmente ispirarono prima gli arabi poi gli occidentali per utilizzarla come arma, inventandosi il "cannone" (vedi Anno 1453), poi l'"archibugio" (vedi Anno 1450) ed infine il "fucile" (vedi Anno 1650).
Ruggero Bacone già nel 1249 aveva scritto qualcosa sulla polvere da sparo.

____ TÈ - L'uso di bere questa bevanda nasce in Cina. Il paese molte volte era percorso da drammatiche pesti, che gli annali cinesi riportano meticolosamente in quale zone si erano verificate e quante erano state le vittime. La medicina anche in Cina da secoli era già abilmente praticata, e i medici dovevano aver scoperto che uno dei maggior responsabile della diffusione del morbo pestifero erano le acque contaminate da piccoli microrganismi; ma avevano anche scoperto che bollendo l'acqua essa tornava ad essere potabile senza altra conseguenza per l'organismo. Ovviamente la prevenzione ben presto si diffuse, o forse fu severamente imposta a tutti i cittadini e soprattutto anche ai contadini, perchè questi allora erano importanti, la maggior parte di loro lavoravano per gli ammassi statali. Ma bere acqua bollita non era molto piacevole, qualcuno volle renderla gradevole e l'unico modo era quello di fare un infuso con uno dei tanti vegetali. Chissà dopo quante prove e quante varietà, furono scelte le foglie di una pianta coltivata in India (precisamente orginiaria di Assam) il cui nome scientifico è "Camellia sinensis" o "Thea sinensis", che ha foglie ricche di caffeina, tannino, sostanze aromatiche, e che essiccate e poi usate nel preparare un infuso forniscono la famosa bevanda: il Té. Forse l'atto del bere essendo legato a una questione scaramantica di vita e di morte, divenne un rito, sempre più sentito anche interiormente con grande partecipazione dei convitati.
ANNO 240 a.C.
____ TERRA - DIMENSIONE - Abbiamo visto nel 270 a.C. i primi tentativi di Aristarco nel voler dare una dimensione alla Terra. Nella sua logica le intuizioni erano valide, ma carenti erano gli strumenti. A scoprire uno di questi strumenti - fra l'altro naturali - fu ERATOSTENE di Cirene. Anche lui approdato in Egitto da Atene con la grande "fuga di cervelli" già menzionata, era diventato il più grande astronomo della scuola alessandrina. Qui gli avevano riferito che nel giorno del solstizio d'estate (22 o 23 giugno, cioè quando il Sole si trova allo zenit dei due punti della superficie terrestre situata al tropico del cancro) a Syene (odierna Assuan) 782 chilometri a sud rispetto ad Alessandria, il sole a perpendicolo su un obelisco non proiettava nessuna ombra. Alessandria si trovava a nord di 7 gradi dallo Zenit, ma l'ombra nello stesso istante era diversa perchè indubbiamente da Syene ad Alessandria la Terra si curvava. Conoscendo i gradi e conoscendo la distanza che separava Alessandria da Syene, Eratostene iniziò a calcolare quante volte si sarebbe dovuta ripetere quella curvatura per fare un giro completo, cioè i 360 gradi di una sfera.
Sommando sempre 7 gradi, per arrivare a 360, bisogna aggiungere 51,4 volte il 7. Sapendo che Syene era distante circa 782 chilometri da Alessandria, moltiplicando 782 x 51,4 volte Eratostene otteneva esattamente la circonferenza del Globo Terra pari a 40.232 chilometri e il diametro di 12.812 chilometri, che in realtà è rispettivamente di 40.053 chilometri e di 12.756. Visti gli strumenti usati e la conoscenza all'incirca della distanza tra Cyrene e Alessandria, il risultato è abbastanza prodigioso, se pensiamo che Eratostene lo ottenne senza muoversi da Alessandria.

____ CRONOLOGIA della STORIA - Gli avvenimenti dei tempi antichi erano in questo periodo ancora un po' confusi come datazione. Questo perchè le civiltà esistenti ognuna di esse riportava i fatti facendo riferimento agli anni di regno del proprio sovrano (spesso erano anni imprecisi, con regnanti confusi con altri dello stesso nome, o confondendo padre e figlio, o perchè un re era stato deposto per un certo periodo poi ritornato sul trono ecc.). Con queste condizioni, chi avesse voluto comparare gli avvenimenti degli altri con i propri, alcuni fatti non corrispondevano. Ma un tentativo per fare di tanti sistemi un unico sistema era possibile se si analizzavano tutti i sistemi che si conoscevano e si comparavano. Eliminando il più possibile gli errori di ognuno, e prendendo come punto di riferimento il sistema con meno errori, e con più corrispondenti incroci di fatti significativi, si riusciva a dare una data precisa a un avvenimento verificatosi anche in un altra unità politica (Poteva capitare che un popolo non registrava una battaglia persa, volendo forse dimenticarla, mentre la stessa veniva eccome registrata da quel popolo che invece la ricordava come una vittoria epica).
A interessarsi a questo problema, e a risolverlo come detto sopra, fu ancora una volta Eratostene ad Alessandria. Prese come punto di riferimento il primo anno dell'era dei Seleucidi, che avevano cominciato a governare con Seleuco I dal 312 a.C. e a contare gli anni a tempo indefinito, cioè senza far riferimento agli anni di regno del Sovrano nè tantomeno ai suoi successori, ma solo all'anno lunare (ma che oggi facciamo presto a tradurre in precisi anni solari).

In una confusione di date erano anche gli avvenimenti cronologici dell'antica Grecia, che non usava ancora l'anno solare e nemmeno quello lunare ma quello quadriennale delle Olimpiadi. Stessa imprecisione ci furono nelle date degli avvenimenti nel lungo periodo dell'impero Romano e nei successivi regni dei barbari. Problematiche furono poi le ricostruzioni cronologiche prima con Diogine il Piccolo nel 540 d.C. (che tenne poco conto degli anni computati fino allora da Roma partendo dalla sua fondazione), poi continuò nell'errore anche Beda il Venerabile quando sull'idea di Diogine, iniziò a datare gli anni dell'Era Cristiana a partire dalla nascita (fra l'altro imprecisa) di Gesù Cristo. L'anno corrente che era il 1478 dalla fondazione di Roma, divenne il 725 d.C.
Nel corso dei secoli (oltre gli errori già detti sopra) si sono registrati diversi spostamenti nei calendari, dovuti a sovrani, papi e santi vari. Oggi senza tenere conto dei molti calendari civili ancora oggi in uso nei vari Paesi, si impiega universalmente quello astronomico. Questo parte dal 1° gennaio 4713 a.C. (era giuliana). Tutti i giorni successivi vengono semplicemente numerati progressivamente senza raggrupparli in mesi o anni. Con questo sistema è semplice la datazione univoca (quindi matematica) di tutti i fenomeni celesti e quindi una possibile intercalazione cronologica di qualsiasi documento "storico" che contenga riferimenti a tali fenomeni registrati parallelamente nelle cronache del passato. Un punto di riferimento oggi accettato da tutti gli ambienti astronomici mondiali di ogni cultura e tradizione.
Facciamo qui un esempio: Talete narrandoci di aver assistito ad un eclisse solare totale a Mileto, anche se lui ci dà (o è stata tramandata) una data che risulta imprecisa se questa intendiamo collocarla nella nostra cronologia, oggi con un computer e un comune programma astronomico, navigando a ritroso, matematicamente sappiamo che nel punto longitudinale di Mileto, si verificò un eclisse totale esattamente il giorno 28 maggio del 585 a.C. Altrettando dicasi di note comete viste contemporaneamente da più popoli della terra, e che oggi noi sappiamo (per la ciclicità) quali sono quelle comete, e quando nel passato sono apparse in cielo.
ANNO 200 a.C.
____ CALCESTRUZZO - Dopo vari esperimenti sono gli ottimi ingegneri costruttori Romani a mettere a punto una formula quasi definitiva del "calce structum". Un insieme di calce e pietrisco per fare muri, volte e coperture tramite gittate utilizzando centine e casseforme lignee provvisorie. (vedi anche anno 1824 "calcestruzzo" e "pozzolana")
____ BAGNO - (vedi sotto)
____ TERME - Il bagno era praticato fin dall'antichità, da Mesopotamici, Egiziani e da altre antiche civiltà. Fu però nel periodo greco che il bagno insieme all'atletica si diffuse a livello di massa, perchè sia gli esercizi ginnici come i bagni ritenevano i greci fossero particolarmente utili a mantenere e sviluppare la forza, la salute e il coraggio. I bagni erano istituiti presso le palestre, i ginnasi. Nel V sec. a.C. esistevano bagni pubblici a Olimpia e a Delo, ma questi edifici svolgevano un ruolo meramente funzionale. Quando i bagni furono dai Greci mutuati dai Romani, questi diedero luogo a tipi architettonici particolari e sorsero edifici grandiosi, costituiti da vari ambienti, spogliatoi, locali per bagni freddi, altri per bagni caldi; locali che presero il nome di frigidarium, aporditeryum, tepidarium, calidarium, palestra, spahristerium, vestibolo, oltre a sezioni riservate femminili. Prima ancora che a Roma le terme sorsero in età sannitica presso Pompei ed Ercolano, che possiamo ancora oggi ammirare. In molti casi erano dotati di giardini, e vi erano annesse anche biblioteche in modo da costituire veri e propri circoli, quindi con funzione anche sociale di luogo di ritrovo. A Roma le prime terme grandiose furono quelle di Agrippa (25 a.C.) nel Campo Marzio, abbellite poi da Nerone nel 64 d.C. Anche Tito e Domiziano ne edificarono alcune sul colle Oppio. Quelle che invece stupirono il mondo furono quelle di Caracalla costruite nel 216 d.C.; si estendevano su una superficie di 83.700 mq, con l'edificio centrale rotondo che era in grado di contenere circa 2600 bagnanti. Sul Viminale sorsero i bagni di Diocleziano (280-306 d.C.). Sul frigidairum di questi bagni, più tardi Michelangelo costruì la basilica di Santa Maria degli Angeli. Le ultime terme furono quelle di Costantino costruite sul Quirinale - Poi demolite per costruire il palazzo Rospigliosi. I ricchi romani nei loro palazzi avevano anche bagni personali utilizzando una tinozza dotata di uno schienale, detta "semicupio" che tornò poi di moda nel 1928 (vedi immagine sopra).
Con il crollo dell'impero Romano, l'uso dei bagni scomparve, un po' perchè i Barbari che occuparono e dominarono sulla penisola non avevano questi civili abitudini, ma anche perchè nella concezione cristiana la cura del corpo era segno di vanità, e questa era considerata la figlia della cuncupiscenza, e il padre era il tentatore Satana; nè vollero da Costantino in poi che si svolgessero esercizi ginnici per dare plasticità al corpo medesimo. Scomparve la musica d'intrattenimento, le Accademie, le Olimpiadi, l'Arte, e insieme anche la bellezza e i bagni. L'uomo e la donna del Medioevo, ma anche durante e dopo il Rinascimento, entrambi puzzavano. Fino al tardi Settecento i "grandi maestri di vita" (sic!) predicavano che l'acqua non faceva bene alla pelle, e non sappiamo come potessero sopportare le loro narici la puzza quando s'incontravano con i propri simili. Fra l'altro nel ceto popolare vi era l'abitudine di andare a dormire vestiti, quindi possiamo immaginare che fetore emanassero.
Ci si chiede oggi come donne e uomini in quelle condizioni di bassa igiene potessero esercitare il minimo desiderio e quindi una attrazione sessuale. Ma anche i ricchi non erano meno sporchi, ma questi coprivano la loro puzza cospargendosi il corpo con litri di costose essenze in polvere o liquide.
Solo nei primi anni del XIX secolo l'abitudine dei bagni fu ripreso, usando grandi tinozze di legno, poi in zinco, in rame, in ferro, le cosiddette "bagnarole". Alla fine dello stesso secolo alcune abitazioni di ricchi benestanti iniziarono a dotarsi di stanzino per il bagno, con vasche dotate anche di piccole stufe a carbone o legna per riscaldare l'acqua, sostituite poi dal gas. Quando l'elettricità fu disponibile, nel 1880 comparvero alcune vasche in ferro smaltate con il riscaldamento dell'acqua prodotto da una resistenza.
Ma ancora nel 1928 la maggioranza delle case italiane non era dotata di stanzino da bagno e tantomento di riscaldamento elettrico. Nel catalogo della "Rinascente" di Milano del 1929 (vedi immagine sopra) si offriva (con un ritorno al passato romano) il "semicupio" e il relativo sacaldabagno a legna. Non costavano poco, il primo offerto a lire 69,50 il secondo a lire 325. Chi invece desiderava la vasca questa era offerta a lire 210. Fu proprio per questo motivo che in ogni città italiana si costruirono dei bagni pubblici per i cittadini; con una modesta somma fila di impiegati con dietro moglie e figli, ancora nei primi anni Sessanta, sostavano al sabato mattina e pomeriggio davanti a questi edifici in attesa di farsi il bagno o la doccia settimanale, portandosi da casa asciugamani e sapone.
ANNO 190 a.C.
____ PERGAMENA - (è di questa data - ma vedi "Papiro" anno 2500 a.C.)
ANNO 153 a.C.
____ CALENDARIO ROMANO - GENNAIO-FEBBRAIO - A partire da quest'anno Roma stabilisce l'anno di 12 mesi, aggiungendo Gennaio che diventa così il primo in luogo di Marzo, e Febbraio il secondo mese utilizzato per pareggiare l'anno lunare con quello solare. Gli altri mesi, salvo alcuni che cambieranno in seguito il nome con quello dell'inperatore, restarono come nomi invariati, il sett-embre, l'otto-bre, nov-embre, dic-embre, in precedenza il 9°, 10°, 11°, 12° mese.
ANNO 150 a.C.
____ ASTROLABIO - E' lo strumento per misurare l'altezza di un astro sull'orizzonte, per determinare la posizione, soprattutto dai naviganti in mare aperto. L'invenzione la si attribuisce in questo periodo all'astronomo greco IPPARCO di Nicea, considerato il fondatore della trigonometria; altri lo attribuiscono al geografo matematico Claudio Tolomeo di Alessandria d'Egitto. Perfezionato nel VII secolo dai naviganti arabi, In seguito fu sostituito dal ...
____ SESTANTE realizzato da due inglesi nel 1757 - il costruttore di strumenti John Campbell e il capitano di marina George Adams; serve per misurare l'altezza degli astri sull'orizzonte o la distanza angolare fra due corpi celesti; usato soprattutto per stabilire la posizione di una nave. Costituito da un settore circolare ampio 60 gradi, in seguito a 120°. Era molto simile all'....
____ OTTANTE ... uno strumento sempre per l'astronomia nautica realizzato nel 1731 dall'astronomo inglese John Hadley, con un arco graduato di 45° anzichè di 60°.

____ DISTANZA LUNA - Fu lo stesso Ipparco, con le sue conoscenze della trigonometria, a scoprire la precessione degli equinozi, e a determinare con buona approssimazione la distanza fra la Terra e la Luna. Convinto anche lui della sfericità della Terra, conoscendo i risultati di Eratostene (che nel 240 a.C. aveva misurato la circonferenza della Terra pari a 40.232 chilometri, quindi 12.874 di diametro) misurando la parallasse della Luna, fu in grado di determinare tramite la trigonometria che il satellite si trovava a una distanza pari a 30 volte il diametro della Terra. Cioè a 386.220 chilometri di distanza. Sbagliò di poco, perchè in realtà la Luna è a una distanza dalla terra di 384.400 chilometri.
ANNO 144 a.C.
____ ACQUEDOTTO ROMANO - Con già alle spalle cinquecento anni di forte espansione, Roma pur essendo attraversata dal Tevere, era diventata una città con una popolazione assetata; aveva il grosso problema del rifornimento idrico. Gli ingegneri romani non si persero d'animo, progettarono un opera colossale. Un acquedotto di 90 chilometri, di cui 10 su arcate, anche di due, tre piani. Il primo costruito, quello dell'Acqua Marcia. Due anni dopo altra grande opera sul Tevere, con la costruzione del primo ponte in pietra: che porta il nome del promotore della costruzione: ponte "Emilio". Ma non si limitarono di farli solo a Roma, anche nelle città che conquistarono e si insediarono, insieme a tanti altri grandiosi artistici edifici monumentali simili a quelli di Roma, costruirono acquedotti che hanno resistito al tempo e si ergono ancora oggi, veri monumenti dell'ingegneria romana (come quello in immagine che sorge in Francia a Nimes: il Pont du Gard).
ANNO 140 a.C.
____ FORNELLI - Nella preistoria, ma anche durante le prime grandi civiltà il modo per cucinare vivande, dall'aperto era passato all'interno delle abitazioni, ma il sistema era sempre rimasto uguale, spesso al centro di una stanza ardeva un fuoco dove venivano arrostite le vivande. Alcune avevano un'apertura nel soffitto, altre neppure quella. Dobbiamo arrivare al primo periodo romano per trovare dei focolari costruiti in un angolo della stanza e dotati di camini. Su questi si arrostivano le carni o con una catena al centro si appendeva un paiolo per fare acqua calda o cuocervi minestre. Nel secondo periodo - le antiche case di Pompei prima si essere sepolta sotto le ceneri del Vesuvio lo testimoniano - comparvero dei banchi in muratura con dei fori frontali per inserire la legna da bruciare, comunicanti a delle "buche" sul piano dove si mettevano le varie pentole o padelle. Erano in sostanza dei fornelli, alcuni dotate di griglie dove si mettevano carboni ardenti per cuocere velocemente vivande di breve cottura (uova, bistecche, ecc.). In molte buche venivano inserite dei paioli, che sfruttavano ogni piccolo o grande fuoco per riscaldare l'acqua che contenevano. E spesso alcuni di questi fornelli in muratura contevano un vano che veniva usato come forno. Nelle costruzioni successive, gli artigiani si sbizzarrirono, dotando questi fornelli di tanti accessori, o realizzandoli in mattoni refrattari (per mantenere il calore), rivestendoli di piastrelle policrome (ma normalmente bianche), o dotandoli di una chiusura a sportelli. Quando a fine Settecento si realizzarono le prime stufe in ghisa (fu Beniamino Franklin a inventarle, con i classici tubi in ferro - vedi anno 1742 "stufa") il sistema non era molto cambiato: fori per la legna e "buche" per i fornelli erano uguali, anche se iniziarono ad avere sportelli a chiusura quasi ermetica per non far fuoriuscire fumo, oltre ad essere mobili. E sempre sullo stesso sistema nel '900 si basarono anche le successive che iniziarono a chiamarsi "cucine economiche". Prima l'avvento del gas, poi l'elettricità le cucine economiche iniziaro ad essere quasi dei mobili decorativi della cucina. Alcuni - per economia- furono realizzati solo più con la parte superiore (a uno, due, tre piastre, elettriche o a gas - liquido o di città) in modo da poterle facilmente usare o trasportare. L'uso diffuso del forno, fece ritornare alla costruzione della classica cucina economica, anche se modernissima.
ANNO 134 a.C.
____ CARTA DEL CIELO - Nel 345 a.C. (vedi) Prima Eudosso poi Ecateo avevano già realizzato una carta del cielo, escogitando un metodo che ancora oggi è la base della cartografia celeste: quella della latitudine e della longitudine. Ipparco che era decisamente molto avanti nella matematica e nella trigonometria (lo abbiamo visto nel 150 a.C. misurare la distanza quasi esatta fra la Terra e la Luna) con lo stesso metodo disegnò anche lui una carta del cielo, ma decisamente migliore, compilando un catalogo di 800 stelle, divise in sei classi di grandezza apparenti. E nel farlo scoprì anche la precessione degli equinozi (ne abbiamo parlato nel 1800 a.C. in Astronomia-Astrologia).
ANNO 126 a.C.
____ LA VIA DELLA CINA - Per l'Occidente la presenza in oriente di un grande paese come la Cina fino a questa data era piuttosto vaga. Solo Alessandro Magno con il suo esercito si era spinto fino alla Sogdiana e Battriana, quasi al confine cinese. Lasciando sempre qualche nucleo di soldati lungo il percorso, è probabile che alcuni Cinesi appresero qualcosa del regno del grande Macedone e forse anche qualcosa dell'impero Romano. Dalla Cina nel 114 a.C. era partita una missione esplorativa guidata da Chang Ch'ien, che pure lui nel lungo viaggio durato 12 anni si era spinto fino al Turkestan, sulle rive del mar Caspio (nel "Paradiso" vegetale e animale del Pianeta). Nel far rientro in Cina, portò con sè animali fino allora nel suo paese sconosciuti, e moltissime piante, tra cui la vite, la canapa e molte altre. Questo viaggio ebbe il risultato che quella pista diventò ben presto una via carovaniera di grande comunicazione tra Cina e Occidente. La città che ben presto sorse, Samarcanda, divenne il crocevia del mondo. A farla rifiorire e reciprocamente a commercializzare le mercanzie furono poi gli Arabi nel 712 d.C.
ANNO 104 a.C.
____ PLANETARIO - E' l'ingegnosa opera dell'astronomo cinese Lo-hsia Hung. Una volta celeste, ovvero una cupola di bronzo che ruotava su un binario circolare poggiando su una specie di cuscinetti, sul piano dell'equatore. Mutuandolo dai Cinesi un vero e proprio Planetario gli Arabi lo costruirono a Baghdad nell'800 d.C., ma si diffusero poi anche in altre grandi città. Più tardi, dalla Siria, nel 1232, partì un planetario di accuratezza e precisione sconosciuta in Europa, in regalo all'imperatore Federico II, dono del Sultano di Damasco.
ANNO 100 a.C.

____ VETRO - (vedi sotto)
____ VETRO SOFFIATO - Del vetro abbiamo già parlato nel 2500 a.C. (vedi). A quei tempi non riuscendo ad ottenere grandi temperature, ma in seguito anche per le grosse impurità, la fusione del vetro non aveva destato molto interesse; pur essendo duro non era un metallo, ed era inoltre fragile, quindi l'impiego era ristretto a fare solo qualche oggetto ornamentale. Migliori tecniche nella fusione, permisero di modellare la pasta vetrosa, come ad Alessandria nel 300 a.C.; qui per realizzare ad es. una bottiglia utilizzavano due forme che poi univano. A chi venne l'idea del vetro soffiato non si sa, ma sappiamo che avvenne in Siria verso questa data; l'inventore diede una svolta decisiva all'impiego del vetro. Facendo aderire un blocco di viscosa pasta vetrosa molto calda a una cannula, poi soffiandoci dentro, il blocco si gonfiava come una bolla di sapone e lo si poteva modellare a volontà soffiandolo dentro uno stampo, oppure si manipolava mentre era ancora densa, la si staccava dalla cannula e infine, lasciata raffreddare, il prodotto ottenuto assumeva la forma datagli dal soffiatore: vasi artistici, coppe, ampolle, bottiglie. La tecnica si diffuse vagamente in tutto il mondo mediterraneo (La Siria era allora Romana); questi recipienti non erano ancora del tutto trasparenti ed essendo così fragili non destò molto interesse.
Solo nel XII secolo la fabbricazione del vetro raggiunse una buona tecnica. Ci fu anche il boom del...

____ VETRO POLICROMO ... con il quale si costruivano le grandiosi vetrate delle cattedrali. Nei successivi due secoli (XIII-XIV) la fusione del vetro giunse alla perfezione, scegliendo i migliori silicati, e con le nuove tecnologie della fusione, il calcio fu sostituito dal piombo, il sodio dal potassio. Si ottennero cristalli di alta qualità e furono questi che permisero di ottenere il ....

____ VETRO OTTICO ...usato per lenti per gli occhiali. E fu proprio con questo tipo di "vetro ottico" che Gian Battista Della Porta concepì e descrisse in un libro nel 1558 il principio scientifico delle lenti. Ma nella pratica fu l'olandese Jan Lippershey che riuscì nel 1608 a costruire il primo cannocchiale, poi perfezionato due anni dopo da Galileo Galilei nel 1610 applicandovi una serie di lenti speciali che ingrandivano 20-30 volte un oggetto lontano senza alcuna distorsione. (ne parliamo in "lenti" e "occhiali" - vedi anno 1249) e in seguito per fabbricare "microscopi" e "cannocchiali" - ( vedi anno 1590).

____ VETRO A LASTRE - In Normandia nel XIV secolo con una particolare lavorazione nacque la prima lastra di vetro, il cosiddetto "crown", piatto, sottile, ideale per le finestre, ma non era ancora del tutto trasparente, ma opaco, e con tracce di fastidioso colore.
E non era trasparente neppure quello degli abilissimi artigiani veneziani nello stesso periodo e nel successivo (XIV-XV sec.). Ma usando un particolare minerale come composto chimico, i gelosissimi maestri vetrai dell'isola di Murano ottennero a fine secolo un vetro che fece la fortuna dell'isola e di Venezia. La Serenissima applicava severissime pene e perfino quella di morte chi lasciava l'isola di Murano senza autorizzazione per emigrare clandestinamente in altre regioni d'Europa. Fra l'altro avevano realizzato i primi specchi con lastre di vetro utilizzando nel retro un sottilissimo foglio di stagno o usando mercurio. Ancora oggi se ne trovano in circolazione e sono alcuni tuttora efficienti.

____ VETRO DI MURANO - Gli artisti vetrai veneziani con la nuova segreta tecnica ottenevano un bellissimo vetro bianco opaco, che chiamarono col nome del "cristallo" che gli somigliava: quello di "rocca". Ancora oggi possiamo ammirare i bellissimi lampadari con i tanti bracci e il portacandele a tulipani o i famosi bicchieri, realizzati con questo "cristallo" assomigliante al ghiaccio.
Nel XVII secolo in Francia realizzarono delle lastre di vetro piane abbastanza trasparenti, con la lucidatura in entrambe le due facce, come da tempo si faceva per le lenti ottiche, ma il metodo anche se era efficace era troppo costoso perchè potesse diffondersi.
Nel 1675 l'inglese George Ravenscroft - dopo aver usato un buon silice, ottenne già dopo la fusione - quindi senza lucidatura- delle lastre molto trasparenti, cristalline, il cosiddetto " flint". Purtroppo le prime che realizzò duravano poco si opacizzavano o si creavano delle incrinature, ma in seguito incorporando nella fusione ossido di piombo, ottenne un vetro brillante, dalla massima trasparenza; ben presto ricercato, che prese il nome di "vetro al piombo". Si adeguarono tutti a questo metodo compresi e veneziani che ben presto persero il monopolio - come detto sopra - gelosamente custodito.

____ VETRO DI JENA - E proprio in una regione d'Europa - in quella di Jena in Germania - nel 1884 nacque un nuovo vetro il "vetro di Jena", utilizzando il silicato borico. Il vetraio era già un famoso fabbricante di lenti ottiche: si chiamava Carl Zeiss.
In seguito, dal 1900 in poi, con vari altri procedimenti si riusciì a produrre i cosiddetti ....

____ VETRI DI SICUREZZA ... a prova d'urto, come quello dei parabrezzi delle auto; quelli infrangibili o se urtati violentemente tutt'alpiù producono piccoli frammenti ma non le pericolose schegge.
Mentre per quanto riguarda il vetro in lastre, la produzione e la diffusione la si ottenne con macchine industriali a ciclo continuo con il metodo del "galleggiamento" (To flat) messo a punto dall'inglese Alastair Pilkington nel 1952, ed è tuttora è il metodo più utilizzato per produrre un vetro brillante oltre che essere il metodo il più economico.

____ BOTTIGLIE - Con il sistema alessandrino se ne fabbricavano già nel 300 a.C., col sistema soffiato siriano pure, tuttavia non destraono molto interesse. Solo nel XVI secolo le bottiglie ricomparvero in Europa usate come contenitori per il vino e la birra. Erano però oggetti quasi preziosi, se poi venivano fabbricate dai soffiatori di vetro di Murano, lo erano ancora di più. Un veloce processo industriale per la produzione in serie di bottiglie fu messo a punto solo nel 1904 dall'americano Michael Owens della Toledo Grass Co.

____ TUBAZIONI - (vedi sotto)
____ RUBINETTI - Le prime tubazioni idriche e di scarico risalgono al 3000 a.C. e si trovano in Mesopotamia, in Pakistan, a Creta, in Egitto, nella Valle dell'Indo. Perfino in tubi metallici ne compare una in Egitto nel 2750 a.C.. Nel 100 a.C. tubazioni dell'acqua corrente nelle case e relativi rubinetti erano abbastanza comuni in questo periodo a Roma e nelle città più importanti dove abitavano le famiglie dei patrizi e dei benestanti. Ne abbiamo testimonianza negli scavi di Pompei; qui dai reperti -ma anche da una visita in loco- possiamo vedere i lavori dei bravissimi idraulici romani. Lunghe tubazioni nelle strade, con le derivazioni nella case, che terminavano all'interno con dei pratici rubinetti: un cilindretto cavo che aveva ai due lati un foro (da qui usciva l'acqua portata dai tubi), un altro cilindretto più piccolo senza fori inserito dentro nel primo; alzandolo faceva defluire l'acqua, mentre abbassandolo chiudendo parzialmente o totalmente i due fori ne regolava l'afflusso.
I rubinetti moderni, quelli a valvola, a vite, a spillo, sono invece recenti, realizzati in Europa a partire dal 1800. A partire dal 1900 compaiono quelli a sfera girevole (in ottone o in ceramica) che hanno anche i miscelatori di acqua calda e fredda; questi si basano ancora sul principio di quelli romani descritti sopra: chiudono o aprono i fori, o chiudono in parte entrambi i fori.

____ BOTTI - BARILI - Rarissimi sono gli accenni a questo particolare contenitore utilizzato per travasare il vino. I Romani sappiamo che usavano grandi anfore con collo stretto per conservare vino, olio e altri liquidi. Le prime notizie le abbiamo da Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), quando narra che vinai delle zone alpine invece di anfore utilizzavano dei grandi barili in legno, detti "tun". Sembra che i primi siano nati ed erano già molti diffusi in questa data proprio nei paesi germanici. Ma anche in Alto Adige, l'arte di fabbricare imponenti botti, fra l'altro accuratamente scolpite come vere e proprie opere d'arte, è molto diffusa.
ANNO 85 a.C.
____ FORZA IDRAULICA - La prima fonte di energia usata nell'antichità in ogni attività era la forza muscolare dell'uomo; ma abbiamo poi visto nell'8000 a.C. (vedi) quando ci fu l'invenzione della mola per la macinazione dei cereali impiegare la forza animale. Il congegno era piuttosto semplice, bastava inserire un palo in una altrettanto semplice mola e poi farla girare in circolo trainata da un asino. Si rivelò dunque un'attività molto redditizia per chi disponeva animali, mentre tutti gli altri dipendevano da lui. Una nuova invenzione venne dalla Cina, dove sembra fosse applicata fin dal 300 a.C. Chi aveva corsi d'acqua vicino, iniziò a sfruttare la forza della corrente, questa faceva girare una ruota con delle pale, un lungo asse della ruota faceva girare una specie di ingranaggio, e l'ingranaggio faceva girare la mola della macina. Era stata inventata la ruota idraulica!!!
Dalla Cina l'idea passò ben presto in Medio Oriente, e nei Paesi del bacino del Mediterraneo verso il 300 a.C.: Filone di Bisanzio descrive infatti, ruote motrici idrauliche destinate ad azionare mulini, ma a Roma e in Europa rimasero del tutto sconosciuti. A farne un utilizzo maggiore e non solo nelle macine dei mulini furono gli Arabi durante il loro periodo d'oro. Nell'anno 790 a Baghdad viene costruito un grande mulino idraulico in grado di fornire energia motrice sufficiente ad alimentare contemporaneamente diverse manifatture. La diffusione dei mulini idraulici continuò per tutto il IX, X e XI secolo.
L'occidente li scoprì molto tardi e solo durante le crociate. Il perfezionamento di questa tecnica, l'uso di ingranaggi perfetti, non solo permise poi di creare mulini a buon mercato, ma fu usata anche per alimentare altri tipi di meccanismi, come il maglio nelle industrie metallurgiche, o per tagliare tronchi nelle segherie; impresse a tutto il lavoro umano un accelerazione straordinaria, fino all'avvento dei motori a vapore, elettrici e a combustione interna. Chi qui scrive ha ancora la rara fortuna di vedere a poche centinaia di metri da casa sua, una grossa pala perfettamente funzionante che fornisce forza motrice a una fabbrica di ceramiche.
Con l'avvento dell'elettricità la corrente di un fiume o di un altro corso d'acqua non fu abbandonata anzi con la sua forza viva tornò ad essere utilizzata per far girare le turbine idroelettriche, e quando i corsi d'acqua erano in alcuni mesi insufficienti si costruirono a monte invasi artificiali tramite le dighe.
____ MULINI A VENTO - Condizione principale per applicare l'invenzione sopra era avere vicino un corso d'acqua. Tuttavia le zone interne che ne erano prive non si scoraggiarono, e probabilmente qualcuno pensò che se il vento spingeva grosse navi, lo stesso vento avrebbe potuto far girare una ruota simile a quella idraulica, sostituendo le pale con delle vele e con un sistema molto simile di ingranaggi anche queste avrebbero lavorato come quelle. L' idea sembra sia nata in Cina; anche Greci e Romani nel I sec a.C. la conoscevano ma non la utilizzarono mai; eppure Erone di Alessandria descrive una macchina azionata da una "ruota che girava col vento". L'idea la conobbero e la sfruttarono bene ancora gli Arabi a partire dal VII secolo d.C., ne costruirono molti applicandoli come facevano i cinesi ai mulini per macinare cereali ma anche per azionare pompe per prosciugare terreni; mentre gli occidentali riscoprirono i mulini a vento solo nel corso delle Crociate nel XII secolo. La prima notizia di un mulino a vento in Europa la si può ricavare da un atto legale stilato in Francia nel 1180.

Ma il più abile a sfruttare a fondo questa tecnica fu un olandese. Tornato in patria dal Medio Oriente, non solo utilizzò i mulini a vento per il classico impiego della macinazione di cereali, ma usandoli per eliminare le acque delle alte marea che allagavano i suoi campi, diffuse così tanto questa tecnica che ben presto imitato da altri suoi concittadini, questi cambiarono il paesaggio dell'Olanda. Prosciugando grandi appezzamenti di terreni, costruendo alte dighe per impedire ulteriori periodici allagamenti, strapparono al mare migliaia di chilometri quadrati di ottimo terreno.
Prosperarono per altri sei secoli, nel 1840 in Olanda funzionavano 8000 mulini a vento, e nella non lontana Inghilterra oltre 10.000. Poi, come per la forza idrica, anche quella eolica fu sfruttata per far girare turbine e generare modeste quantità di elettricità. A produrre il primo generatore a vento fu un allevatore del Montana - Marcellus Jacobs - usando un mulino a vento a tre pale di circa 30 metri. Il buon risultato gli permise di creare anche un industria - la Società Jacobs - che riuscì a fornire mulini a vento dal 1930 al 1950 a migliaia di isolate fattorie degli Stati Uniti, che necessitavano di una quantità di energia sufficiente per il proprio fabbisogno. Ma quando la fame di energia si fece drammatica negli anni '70 per la crisi del petrolio, le macchine eoliche conobbero l'interesse anche delle grandi industrie elettriche inventandosi particolari turbine e particolari pale che girano alla velocità ottimale anche con modesti venti, oppure si autoregolano (piegando le pale) quando la velocità del vento aumenta a causa di una tempesta. Alcuni di questi mulini hanno normalmente pale lunghe 60 metri, ma in California nel 1980 è stato costruito un impianto su una torre alta 575 metri con un rotore a tre pale del diametro di 495 metri, in grado di produrre 6 milioni di kilowatt in un anno. Sono notevoli fonti alternative di energia che però i monopolisti petrolieri non hanno mai visto di buon occhio; non li possono criminalizzare come le centrali nuclerari, ma sono sempre ugualmente impegnati a mettere i "bastoni nella pale".
ANNO 50 a.C.
____ FIOCCO - La tecnica della navigazione presso i Romani era ormai evoluta rispetto a quelle precedenti, anche perchè alcune navi mercantili romane raggiungevano i 55 metri di lunghezza. E una di queste innovazioni per dare la spinta a queste grosse navi del peso di circa 450 t., fu una nuova singolare vela, non più quadra. Viene infatti adottato nei grandi velieri il "fiocco", una vela triangolare (che prese il nome di "vela latina") tra l'albero verticale prodiero e il bompresso. Che poi evolse in seguito fino a diventare le vele quattro di numero, che assumeranno il nome di trinchettina, gran fiocco, fiocco e controfiocco. Questa sistemazione della vela latina nelle navi romane fece sì che i marinai non dovessero più contare unicamente sui venti di poppa. Variando l'orientamento della velatura, si potevano sfruttare anche i venti laterali. Negli anni della dominazione vichinga apparvero navi e vele che non avevano più nulla in comune con le vecchi navi, erano lunghe e snelle, adottarono la chiglia e come vele tornarono alla quadra. Con queste velocissime navi i vichinghi terrorizzarono le coste francesi, e con le stesse navi non solo si spinsero in mare aperto scoprendo l'Islanda e la Goenlandia ma sembra che abbiano raggiunto veramente il Vinland (le coste dell'America del Nord).
ANNO 46 a.C.
____ ANNO BISESTILE - ( vedi spiegazione "Anno Lunare" nell'Anno 8000 a.C.)
ANNO 39 a.C.
___ BIBLIOTECA PUBBLICA - In Roma Asinio Pollione istituisce la prima biblioteca pubblica.
ANNO 25 d.C
____ IL GLOBO TERRA E LE SUE ZONE - Dopo Eratostene che nel 240 a.C. ne aveva perfino misurato la circonferenza, l'idea che la Terra fosse una sfera a molti altri scienziati non doveva sembrare del tutto una assurdità. Anche i ragionamenti e le osservazioni fatte con una logica non erano ancora scesi nel limbo di quel medioevo che spazzò poi via ogni genere di studio. E proprio questi studi dalle scuole greche ed egiziane nel periodo aureo romano si erano ormai trasferiti a Roma, dando vita a una discreta vita culturale. Filosofi, scienziati, matematici, astronomi di ogni contrada del grande impero, a Roma avevano creato un vivaio. Uno di questi era il geografo latino Pomponio Mela, di origine iberica. Compose uno dei più antichi trattati di geografia: "De Chorographia". Udendo i racconti di quella moltitudine di gente cosmopolita che giungeva a Roma, ma anche ascoltando i reduci delle vittoriose campagne militari in ogni contrada del mondo conosciuto, fece nella sua opera alcune riflessioni. Chi viaggiava a nord gli raccontava che in quelle zone il clima era freddo e gli inverni erano più lunghi che non a Roma, chi veniva dalla Grecia narrava che il clima era piuttosto temperato e le stagioni un poì più lunghe, mentre chi era stato in Egitto riferiva che il caldo era persistente, l'inverno quasi sconosciuto, e che i giorni e le notti erano quasi sempre uguali per tutto l'anno.
Convinto anche lui che la terra era una sfera, ebbe l'intuizione che dovevano esistere due poli uno a nord e uno a sud con ognuno una zona glaciale; al centro in prossimità dell'equatore doveva esistere una zona torrida; e fra i poli e l'equatore due zone temperate, una settentrionale e una meridionale. E che tale diversità di clima era dato dalla sfericità del globo terrestre e dalla vicinanza o distanza dal sole i cui raggi lambivano i poli mentre all'equatore gli stessi erano perpendicolari.
Pomponio Mela ai suoi tempi non conosceva ancora l'obliquità dell'asse di rotazione terrestre, rispetto al piano dell'eclittica (lo misurò per la prima volta l'astronomo cinese Chia K'uei nell'89 d.C.) che determina sul pianeta consistenti variazioni climatiche nell'arco dell'anno, ma era andato molto vicino al concetto. Se poi pensiamo che fino agli anni delle esplorazioni colombiane, nessuno (salvo nell'antichità che abbiamo già citato nell'anno 547 a.C.) aveva viaggiato a sud oltre l'equatore, le sue intuizioni avevano qualcosa di prodigioso. All'epoca di Colombo persisteva ancora la convinzione che più si andava a sud e più il clima era torrido, infuocato, invivibile. Ma anche più tardi, pur con maggiore conoscenze astronomiche persistette anche un'altra convinzione (ma qualcuno lo pensa ancora oggi) che nella nostra estate il sole è più vicino alla Terra mentre nell'inverno è alla maggiore distanza. Mentre invece è proprio l'incontrario. Il nostro clima è dato dall'obliquità dell'asse di rotazione terrestre e non dalla distanza dal Sole.
ANNO 50 d. C.
____ FARMACI - I viaggi che compievano i romani, o le notizie che si raccoglievano da ogni contrada del mondo dove gli eserciti imperiali si spingevano, stimolavano gli studiosi ad approfondire la propria scienza. Se poi con gli eserciti erano gli stessi scienziati a unirsi a loro portandosi in lontani paesi e città, avevano l'opportunità di apprendere direttamente nuove conoscenza. Uno di questi fu un medico, Pedanio Dioscuride. Non il solito medico ma un uno studioso di rimedi ai mali, cioè uno "studioso di medicinali" (nella traduzione greca = farmacologo). Viaggiando al servizio dell'esercito in molte zone del Mediteraneo, studiando le varie proprietà mediche delle piante in ogni contrada, scrisse "De Materia Medica", nella quale descrive circa 600 piante, quasi un migliaio di sostanze medicinali, la posologia, gli effetti. Fu la prima importante opera di farmacologia.

----- FORZA VAPORE - Che cosa sarebbe potuto accadere se invenzioni come questa, con le scoperte di Pomponio Mela, e tutta la scienza di questo periodo greco, romano e alessandrino avesse progredito? Un ingegnere greco - Erone - anche lui un "cervello emigrato" nella scuola di Alessandria, dove diresse la scuola di meccanica, si rese famoso per l'ideazione e la costruzione di molte macchine. Viene attribuito a lui l'invenzione del "goniometro" lo strumento per misurare gli angoli. Conosceva a fondo la proprietà delle leve, degli ingranaggi; conosceva l'idrostatica e la pneumatica; costruì apparecchi basati sulla dilatazione dei gas e.... sulla forza di espansione del vapore acqueo. Realizzò un congegno che se approfondito e migliorato- avrebbe potuto anticipare l'idea di Denis Papin (vedi anno 1679), di Savery e di Newcomen: una energia non più muscolare ma meccanica, cioè una macchina funzionante con la forza del vapore.

____ CONTACHILOMETRI (vedi sotto)
____ CONTAGIRI (vedi sotto)
____ PODOMETRO - Le capacità inventive di Erone stupiscono ancora, quando realizza un singolare apparecchio per misurare un percorso terrestre. Consisteva in una ruota che ad ogni giro toccando una levetta, questa andava ad incrementare un contagiri. Tanti giri moltiplicati per la circonferenza della ruota, il totale forniva la misura del percorso. Non sappiamo quanti lo utilizzarono, sappiamo solo che ricompare qualcosa di simile nelle misure topografiche del 1851, quando un geometra inglese - William Grayson - realizza una ruota per misurare lineramente alcuni terreni. Il meccanismo è così semplice che da questo strumento e con lo stesso sistema nascono i primi contagiri dei veicoli a trazione animale (ma sembra che questi si usassero anche durante l'impero Romano), fino a realizzare quelli montati su automobili, biciclette, e perfino - anche se in un altro modo- per misurare i passi (chiamato "podometro").
ANNO 100 d.C.
____ CRISTALLINO DELL'OCCHIO - Erasistrato un sommo della medicina alessandrina, nel 285 a.C. studiando l'occhio aveva già descritto la funzione della retina (che trasforma in raggi luminosi in impulsi nervosi trasmessi ai centri cerebrali). Rufo medico di Efeso compiendo altri approfonditi studi descrive a questa data per la prima volta la funzione del cristallino; la lente dell'occhio che fa convergere i raggi luminosi sulla retina. Era ancora uno studio approssimativo ma la descrizione era degna della sua fama di ricercatore.
ANNO 105 d.C.
____ CARTA - Come già accennato (nell'anno 2500 a.C. parlando del Papiro egiziano -vedi) anche in Cina fino a questa data un tipo di supporto per scriverci sopra erano delle asticelle di bambù, molto simili al Papiro egiziano, oppure, più tardi, quello più costoso era l'uso dei tessuti in seta. A inventarsi un metodo nuovo fu un funzionario cinese Tsai Lun. Usando ogni tipo di cellulosa vegetale, compresa la più scadente, macerandola con un procedimento molto semplice otteneva una sostanza liquida lattiginosa; riducendola poi in una pasta fluida, da questa dopo una serie di rulli che la comprimevano e l'asciugavano, si otteneva la carta. Una carta pregiata la si otteneva anche con il fiocco del cotone o altre fibre pregiate come la seta.
Il segreto della fabbricazione fu scoperto poi dagli arabi quando nell'VIII secolo ai confini del loro impero ebbero contatti con i Cinesi. Una leggenda narra che un prigioniero catturato al confine cinese per ingraziarsi gli arabi rivelò la fabbricazione della carta. Dagli anni 800 al 1100 fabbriche di carta sorsero un po' ovunque nell'Islam, soprattutto a Baghdad che ne era una grande consumatrice. Oltre che essere diventata il normale supporto di ogni comunicazione scritta, era così diffusa che veniva usata anche per incartare le merci: un viaggiatore persiano del 1040 osservava che al Cairo i commercianti erano provvisti di carta per avvolgere la loro merce.
Migliaia di scrivani nelle università erano impegnati a copiare centinaia di migliaia di testi antichi e a redigerne altri per farli pervenire nelle grandi biblioteche sparse nell'intero Islam, compresa la Spagna (che fu più tardi una preziosa fonte di testi antichi per gli occidentali quando ci fu la cacciata degli arabi). Ma anche nelle strade di diversi quartieri di Baghdad vi erano chioschi di copiatori, i warraqin, che su richiesta del cliente erano in grado di riprodurre un libro di centinaia di pagine in poche ore. Alla fine del nono secolo al-Ya-qubi contò più di cento librerie a Waddah, un sobborgo di Baghdad. Questo diffuso desiderio di libri portò alla nascita di biblioteche pubbliche e private. La Bayt al-Hikmah, la "casa della saggezza", fu istituita a Baghdad nell’815 ed era la biblioteca pubblica più famosa. A Baghdad nel 1200 si contavano ben 36 biblioteche pubbliche. La Khinzana al-Kutub al Cairo contava più di un milione e seicentomila manoscritti.
Gli europei solo con le crociate in Medio Oriente scoprirono la fabbricazione e l'impiego della carta. Al ritorno - verso il 1150- un certo Polese impiantò nella penisola italica una fabbrica vicino a Bologna, a Fabriano, che rimase a lungo il maggior centro italiano di produzione della carta. Il primo processo industriale della fabbricazione di carta con pasta di legno, con macchine continue e sbiancanti ottici, fu realizzato dal francese Louis Robert nel 1798.



____ CARTA DA PARATI - Nel 1509 con ormai a disposizione vari tipi di fogli di carta, e contemporanemanete della stampa, uno stampatore inglese iniziò a preparare dei fogli sui quali aveva riportato in stampa motivi floreali, diffondendo così la moda di tappezzare in un modo economico le pareti domestiche, in precedenza - le dimore più ricche - rivestite e decorate da grandi arazzi, in seguito anche da tessuti. L'dea della carta fu seguita da altri stampatori, che crearono fogli sempre più decorativi, a più colori, e in grande formato. Nel 1830 comparvero i primi rotoli e la stampa era ormai di tale qualità che la carta da parati faceva concorrenza a molti tessuti stampati. Con l'introduzione delle macchine da stampa sempre più veloci, la quantità prodotta permise di abbattere i costi. Con le offset oggi è possibile ottenere anche carta da parati con la riproduzioni fotografica di paesaggi di ogni genere.
ANNO 123 d.C.
____ LA SETTIMANA a ROMA - Le nuove concezioni astronomiche applicate all'anno solare introdotto dal "calendario giuliano", non aveva modificato di molto la vita romana; i 12 mesi erano sì stati già adottati, ma gli stessi mesi venivano ancora dal tempo del calendario di Numa, divisi in tre periodi dieci giorni (decadi). Le Idi - a carattere religioso- era il 15, giorno della divisione di alcuni mesi (idi significa appunto div-idi).
Agrippa a Roma nel 27 a.C. aveva fatto costruire il Pantheon, tempio dedicato a Giove (e non a tutti gli dei come si crede comunemente) per commemorare la vittoria di Azio. Fu detto "cosa divina" e "celeste" per la sua forma rotonda e la sua immensa cupola emisferica a mo' di cielo. A questa data, 123, fu Adriano reduce dai suoi viaggi in Grecia, Egitto e in Oriente, a far collocare le sette divinità planetarie (Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno) e nello stesso tempo inizia ad affermarsi l'uso di raggruppare i giorni in un sistema "ebdomadario" (giorni che si ripetono dopo un certo periodo) creando così la "Settimana", sconosciuta nel mondo greco e romano, ma non in Mesopotamia (come abbiamo visto in passato - vedi descrizione nell' Anno 8000 a.C.)
ANNO 140 d.C.
____ TOLEMAICO (SISTEMA) - Era da molti anni che Claudio Tolomeo si interessava di astronomia e di matematica, ispirandosi a Ipparco e utilizzando il suo astrolabio (vedi anno 200 a.C.). Intorno a questa data, scrive "Il sistema matematico", meglio conosciuto come "Almagest" (dall'arabo - il più grande). Ideò e in quest'opera espose il sistema astronomico che da lui prese il nome, basato sulla concezione geocentrica. Cioè il pianeta Terra al centro dell'Universo, con tutti i pianeti che le giravano intorno. Una concezione la sua che resistette per quindici secoli, fino al 1543, quando Copernico distrusse definitivamente la cosmogonia tolemaica e quella aristotelica, con il suo "De revolutionibus orbium coelestium". Teoricamente e di fatto non poteva dargli titolo migliore. La cosmogonia eliocentrica rivoluzionava e ribaltava completamente il concetto tolemaico: era la Terra (e così tutti gli altri Pianeti) a girare intorno al Sole e non il contrario.
ANNO 161 d.C.
____ MIDOLLO SPINALE - GALENO nativo di Pergamo, dopo aver frequentato corsi di filosofia nella sua città, si indirizzò agli studi della medicina. Nella grande "fuga di cervelli" dalla Grecia - che abbiamo già visto- anche lui si trasferì ad Alessandria, dove risiederà cinque anni, perfezionando i suoi studi di anatomia nella celebre scuola. Nel 161 si stabilisce a Roma (fino alla morte, 201) dove inizia a produrre un vastissmo corpo di scritti scientifici e filosofici; ma le opere più importanti sono quelle di medicina, destinate a influenzarne profondamente lo sviluppo nei secoli successivi. Identificandoli, descrisse molti muscoli, indicando come funzionavano, a gruppi, e proseguendo accuratamente nell'anatomia umana dimostrò l'importanza del midollo spinale (cellule quasi sempre concentrate a formare la sostanza grigia); formazione nervosa che costituisce il prolungamento dell'encefalo nel midollo della colonna vertebrale. Il midollo - scrive - ha funzioni di conduzione degli stimoli provenienti dal corpo (vie sensorie), degli impulsi motori provenienti dall'encefalo (vie discendenti), infine dà origine al cosiddetto arco riflesso, per mezzo del quale uno stimolo, giunto al midollo spinale, influenza una cellula motrice che manda l'impulso a un nervo spinale diretto da un muscolo. Galeno son sapeva ancora tutte queste cose, tuttavia con numerosi esperimenti, ovviamente sugli animali, recidendo alcuni (ne esistono 31 paia) nervi del midollo spinale, scoprì la portata delle conseguenti assenze di alcuni stimoli, cioè si verificavano delle paralisi. Anticipò di quasi duemila anni le scoperte della neuroscienza. E proprio per questo è considerato il più grande uomo di medicina dell'antichità.
ANNO 209 d.C.
____ MAPPA STRADALE - In questa data - anni imperiali di Settimio Severo- viene collocata su una parete del Foro della Pace una grande pianta della città di Roma, la cosiddetta "Forma Urbis Seberiana". Disegnata e incisa su lastre di marmo, con scrupolosa esattezza e alla scala 1:240.
ANNO 220 d.C.
____ REGOLA DEL TRE - A riportarne per primo la regola è una pubblicazione cinese, il Ching-Chang suan-shu: "L'arte del calcolo", che contiene inoltre indicazioni per la misurazione di superficie piane e solide, quella per l'estrazione di radici quadrate e cubiche e quelle per il calcolo di equazioni lineari a una e più incognite.
ANNO 263 d.C.
____ REGOLA DEL CERCHIO 3,14 - Un altro matematico cinese - Liu Hui - partendo dall'esagono regolare in scritto in un cerchio, fissa il valore del cerchio in 3,14
ANNO 274 d.C.
____ NATALE - L'imperatore Aureliano dopo la sua campagna a Palmira, conclusasi con il trionfo e la cattura della regina Zenobia, apprese che in quella città era in uso un antico rito solare. In un determinato giorno quando - secondo una concezione - non priva di verità- risalente a qualche millennio prima, forse di origine egiziana, noti adoratori del sole - l'astro appare al punto del massimo declino, sembra fermo, per poi riprendere vigore ( In Astronomia è il giorno quando il sole apparentemente "si ferma" per invertire il suo moto nel senso della DECLINAZIONE; è cioè il punto quando raggiunge la massima distanza dal piano equatoriale. E' il giorno del solstizio d'inverno - e solstizio significa "sole fermo". In Egitto che si trova molto vicino alla linea dell'Equatore il fenomeno è più accentuato, dura ovviamente più a lungo)
A Palmira il Sole era elevato a somma divinità protettrice del regno, e il grande evento era celebrato con una grande festa il 25 dicembre, col nome di "Sole invictus". Invictus significa non sconfitto, che ha ripreso vigore, cioè che è rinato; era insomma la Nascita del Sole (in realtà non avviene il 25 dicembre, ma il 22 o il 23, ma allora i mesi non erano così precisi).
Aureliano o perché forse affascinato da questi riti, che avevano anche un certo rigore scientifico, o perchè anche lui voleva una divinità protettrice del suo Impero (infatti disse che questa l'aveva incontrata nella fortunata battaglia di Palmira) ritornando a Roma, dopo il sontuoso trionfo, con Zenobia vinta che lo precedeva in catene, promosse la costruzione di un tempio dedicato al Sole, e ordinò che il giorno della "Nascita del Sole" fosse una giornata festiva da celebrarsi ogni 25 dicembre. Fondò persino un collegio senatoriale, il "pontificis dei solis".
Il "solis dominus imperii romani" diventò la religione (pagana) di Stato, somma divina protettrice dell'impero. Poi con un altro editto Aureliano diede il nome al primo giorno della settimana, chiamandolo "Giorno del Sole". Un nome che se scomparve da Roma con un decreto successivo di Costantino nel 331 che fece di questo giorno il Dominicus - Domenica= Giorno del Signore, non scomparve mai invece del tutto nel nord Europa non legato al cristianesimo cattolico ma all'arianesimo. E lo mantenne inalterato anche fino a Lutero (ma anche dopo), cioè fino ai nostri giorni, infatti la Domenica sia in germanico che in anglosassone, come tutti sanno, si chiama ancora oggi "Giorno del Sole" cioè Sontag e Sunday.
Per spazzare via questo rito pagano la religione Cristiana non potendo abolire questa festa che i romani celebravano con grande partecipazione, decisero di farla coincidere con la nascita di Cristo. I
n precedenza i cristiani celebravano la nascita del Cristo -non senza incontrare molte opposizioni (cito Origene e Arnobio)- il 6 gennaio (Epifania- che significa l'apparizione, la nascita, quando la stella annunciò al mondo la nascita del Cristo).
Il culto del Sole e il rito del "Sole invictus" a Roma continuò ad essere piuttosto sentito; Papa Leone  Magno (nel 460 d.C.) sconsolato, dopo che erano passati quasi centotrenta anni dal bando del culto solare bandito da Costantino (pur essendo fino alla morte lui stesso un cultore del Sole), scriveva: "..E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani prima di entrare nella basilica di San Pietro apostolo, dedicata all'unico Dio, vivo e vero, dopo aver salito la scalinata che porta all'atrio superiore, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto in parte per ignoranza e in parte per mentalità pagana. Infatti anche se intendono venerare il Creatore della luce leggiadra, e non la luce stessa che è una creatura, devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei; qualora trovasse tra noi una simile usanza, potrebbe praticare, come incensurabile, questo elemento delle vecchie credenze perchè lo vedrebbe comune ai cristiani e agli infedeli."
(San Leone Magno, 7° sermone tenuto nel Natale 460 - XXVII -4).
Risolse molto tempo dopo il problema un monaco, nel secolo XV,  un dottore della Chiesa, san Bernardino da Siena (1380-1440). Al centro invece del disco in oro luccicante, mise una teca con dentro il simbolo dell'eucaristia il pane.
(A. Cattabiani, Calendario, Le feste e i riti dell'anno, ed Rusconi 1988). Creò così l'ostensorio.
L'ostensorio della liturgia cristiana, contrariamente a quello che si  pensa non prese il nome dall'ostia, ma l'incontrario. Si chiamava ostensorio un millennio prima di Cristo; ostiare corrispondeva a un etimo egizio (e si traslò anche nel latino) e significava  mostrare, far vedere;  cioè mostrare il disco solare ai fedeli. La liturgia cristiana conservò anche l'abbassamento del capo, perchè nei primi riti di Aton all'aperto, non era una proibizione guardare il sole, ma era solo un accorgimento, perchè fissando il sole si rischia di perdere la vista. Nei successivi riti trasferiti all'interno dei templi i sacerdoti di Aton ricorsero  a un disco d'oro con i raggi attorno; appunto l'ostensorio, che elevato in alto diventa la fase dell'elevazione, anche questa imitata dalla liturgia cristiana, assieme all'abitudine di chinare il capo.
L'ostia consacrata risale invece alla fine del XV sec. -  dopo le tante dispute teologiche medievali (come la transustanziazione cattolica prima e la consustanziazione luterana poi). Mentre la forma dell'ostia fu stabilita all'epoca del Concilio di Trento, quando fu riproposta la dottrina della presenza reale e della messa come sacrificio e la stessa consacrazione dell'ostia.
 
____ ORGANO - Esattamente il luogo e la data dove e quando fu realizzato il primo organo non si conosce. La tradizione ne attribuisce l'invenzione a Ctesibio di Alessandria intorno a questa data (270 a.C.) con un prototipo idraulico, che aveva 19 canne e a ciascuna di esse era incernierato un piccolo tasto che, azionato con un dito, lasciava entrare l'aria nella canna che emetteva la nota voluta. A Costantinopoli nel II secolo d.C., suoni che uscivano da alcune canne mediante la vibrazione dell'aria generata da un mantice non erano sconosciuti; l'idea col tempo aveva partorito un vero e proprio strumento musicale, e a quest'epoca era soprattutto usato dal popolino per fare baldorie, feste, ricorrenze. Quando poi giunsero gli anni "grigi" del primo medioevo insieme a tante altre arti, anche la musica considerata pagana sprofondò nel tombale "silenzio". Tuttavia presso i bizantini lo strumento rimase vagamente in voga conservando sempre il suo carattere di strumento profano, fino a quando comparve in Europa nel 757. L'imperatore (omonimo di quello che l'aveva proibito nel 318) Costantino V inviò a Pipino re dei Franchi un Organo, che fu collocato nella chiesa di S. Cornelio a Compiegne e paradossalmente lo strumento fino allora considerato pagano diventa da questo momento uno strumento liturgico per eccellenza.
Nel XV secolo, in Italia vengono introdotti i registri che permettono di variare il timbro del suono mediante canne diversamente sagomate. Nel '700 l'organo è dotato di una pedaliera (per smorzare i suoni) e una tastiera come il pianoforte (facendo un ritorno a quello realizzato da Ctesibio quasi duemila anni prima.
Ci si accorse dopo sei secoli che la sua musica non era "diabolica", non "sconvolgeva li menti delli giovini", ma aveva qualcosa di trascendentale, che raccoglieva lo spirito, lo innalzava e univa i cuori in un misticismo collettivo della gente, e che questa, con la "musica che viene dall'alto" poteva essere guidata ancora meglio. Così l'organo nella Chiesa diventa quasi parte integrante e di uso esclusivo della chiesa stessa; il caratteristico suono diventò subito il simbolo di un rito liturgico particolare, straordinario e quindi più idoneo a coinvolgere il fedele nella preghiera o nella mistica funzione rituale.
Oggi siamo tutti propensi ad associare il suono dell'organo al silenzio delle navate di una cattedrale, mentre in origine era uno strumento delle feste popolari, di cui ci è rimasto l'organetto di barberia (antenata della successiva fisarmonica) cioè strumento di feste paesane di ogni genere; sposalizi, nascite, feste del raccolto, giochi e sollazzi vari.

____ ORGANO HAMMON - Per analogia lo ricordiamo qui, anche se non ha più nulla dell'antico organo. E' elettrico, ha delle ruote foniche, un timbro decisamente moderno e inconfondibile, che utilizzeranno i musicisti della musica popolare degli anni 1940 fine anni '50. Ma con la nascita dei sintetizzatori musicali computerizzati - che permettono ogni tipo di suono - anche gli "Hammon" conobbero il loro tramonto.
ANNO 280 d. C.
____ PALPAZIONE DEL POLSO - Il medico cinese Wang Shu-ho scrive il trattato "Mo-chin" (il canone del polso" in 10 volumi nei quali sviluppa - per la diagnostica - la teoria della palpazione del polso.
ANNO 400 d.C.
____ CARRIOLA - Sembra incredibile che a quasi 4000 anni dall'invenzione della ruota, e a 2000 dalle bighe degli Hyksos, nessuno avesse mai pensato a costruire un così banale ma utile strumento di lavoro, che invece di avere due o quattro ruote come un normale carretto, ne ha una sola posizionata nel davanti. Erano già conosciute in Cina nel 300-400 a.C.. ma iniziarono a usarle in Europa solo dopo otto secoli.
____ SCAFANDRO - I primi tentativi di realizzare uno strumento per far immergere sott'acqua degli uomini furono i romani, allestendo rudimentali scafandri in cuoio connessi a un tubo per l'aria. Dopo la caduta dell'impero romano più nessuno si occupò di trovare altre soluzioni, e nemmeno Leonardo -che fece alcuni studi su questa materia- non approdarono a nulla. Bisogna attendere il 1840-44 quando compare una tuta in tela impermeabile, gommata, realizzata dal francese Louis Cabirol. A renderla efficiente con un apparecchio per la riserva d'aria furono due francesi nel 1864: Rouquayrol e Danayrouze. Nel 1862 i fratelli francesi Carmagnole abbandonano la tela gommata e realizzano uno scafandro tutto metallico a chiusura stagna dotato di bombole e collegato alla nave appoggio con lunghi tubi. Con altre migliorie - apportate dalla ditta tedesca Neufeldt & Kuhnke - nel 1923, ne sono realizzate alcune, muniti di elmo di metallo con visiera e tubi per respirare e comunicare con la superficie, sono gli scafandri normalmente impiegati oggi dai palombari per le immersioni.

____ TUTE PRESSURIZZATE - Alcune innovazioni apportate nelle ultime tute citate sopra, ci furono in Italia nel 1930 quando sorta la nuova arma aeronautica si volle tentare di realizzarne alcune a tenuta stagna munite di caschi metallici per i voli ad alta quota. Gli aerei di allora, ad elica, non erano ancora pressurizzati, era quindi necessario al pilota l'utilizzo di queste tute per volare ai limiti dell'atmosfera. Ne indossò una nel 1937 il pilota Mario Pezzi volando a un'altitudine 15.655 metri. Pochi mesi dopo nel 1938 raggiunse la quota di 17.038 metri conquistando il primato mondiale, fino ad oggi ancora imbattuto per aerei ad elica. Con l'avvento degli aerei pressurizzati le tute non furono più utilizzate, ma con i successivi viaggi satellitari, poi spaziali, le tute diventarono ancora più sofisticate e quindi più efficienti, dotate di radio ricetrasmittenti, e tali da sopperire a tutte le necessità ambientali dell'astronauta, mantenendo all'interno una normale pressione, fornendogli ossigeno, dandogli protezione nei grandi sbalzi di temperature, proteggerlo nelle "passeggiate spaziali" dagli urti con piccoli meteoriti e dai raggi ultravioletti; dotate perfino di un sistema di sensori capaci di trasmettere automaticamente ai medici della base appoggio tutte le informazioni biomediche dell'astronauta, quali il battito cardiaco, la pulsazione arteriosa, la temperatura corporea, il respiro e altri dati considerati necessari.
ANNO 552 d. C.
____ SETA - La comparsa della seta sia in Cina come in Occidente è avvolta nella leggenda. Storie cinesi la fanno risalire a circa 2600 anni a.C., quando uno zelante tessitore volle usare il sottilissimo lungo filo del bozzolo per filare e tessere un impareggiabile e leggerissimo vestito per la sua bella sovrana. Il bozzolo è quel "miracolo" che compiono dei piccoli affamati insetti lepidotteri soggetti a metamorosi, di circa 3 mm, voracissimi di foglie di gelso e che nel giro di un mese raggiungono la lunghezza di 9 cm, poi si piazzano fra i rami della stessa pianta che hanno completamente divorato e filano in 3-4 giorni il bozzolo, formato da un filo dovuto alla solidificazione a contatto con l'aria di un liquido prodotto da due ghiandole sericifere che si aprono ai lati della bocca dell'insetto; chiuse all'interno attendono di trasformarsi in crisalide. In quest'ultimo stadio abbandonano il bozzolo, che è poi quella grazia di Dio che è la seta; il bozzolo infatti, opportunamente sfilacciato fornisce quella sottilissima e lunghissima fibra che filata e ritorta permette la tessitura dei pregiati tessuti. Purtroppo quando la crisalide abbandona il suo bozzolo lo rovina. Ecco perchè prima che questo avvenga, i bozzoli ancora integri vengono messi in acqua bollente che uccide la crisalide, in questo modo si ottengono i bozzoli integri. Da questi con una opportuna lavorazione (la sfilacciatura) si ottiene quella lunga fibra chiamata seta, con la quale si producono i vaporosi tessuti. Dalla Cina negli ultimi due tre secoli a.C. ben presto questi tessuti giunsero in Europa tramite le piste carovaniere; una era così battuta che la pista divenne per antonomasia "la via della seta". Un via però severamente protetta dai cinesi, per non rivelare all'occidente il segreto della coltivazione del baco, onde conservare il monopolio di questa ricercata e costosa mercanzia, soprattutto desiderata dalle donne. Al tempo dell'impero Romano la seta, in piccole balle, già sfilacciata, grezza, arrivava all'isola di Coo. qui veniva filata, ritorta, tessuta, tinta con dei bellissimi colori che solo gli arabi possedevano il segreto, come il rosso porpora di Tiro che si ricavava dai murici spinosi di milioni di molluschi gasteropodi chiamati appunto murex porphyra.
La seta di Coo, così sottile e velata non era frutto della Cina, ma prodotta dall'abilità dei tessitori dell'isola che avevano inventato particolari macchine che riuscivano a tessere stupendamente quei sottilissimi fili che arrivavano dall'Oriente ma che nessuno conosceva l'origine.
Giustiniano nel VI secolo, volle rompere il monopolio dei carovanieri aprendo una pista in parallelo, attraverso la Sogdiana la Transoxiana (con Samarcanda in mezzo ) proprio da quelle piste da dove provenivano i Vandali e i Turchi che proprio quest'anno hanno per la prima volta stretto alleanze con la Persia. Non solo ma proprio in quegli anni nella Cina del nord salì al trono del regno dei CHOU l' imperatore WU-TI che riunì il Nord della Cina annettendolo al suo regno CH'I. Sogdiana e Cina sono quindi da questo momento più vicine di prima con più intensi scambi commerciali. Questi rapporti commerciali con i persiani di Cosroe, Giustiniano li ha fatti, ma anche gli stessi persiani di Cosroe hanno fatto pace con i Turchi; addirittura questi alleandosi li hanno aiutati per combattere gli Eftaliti Unni Bianchi del nord. Il Khaganato turco e l'impero persiano per molti anni sarà soltanto diviso dal fiume Oxus. Gli accordi commerciali di Bisanzio-Persia, erano ormai fatti compiuti da alcuni anni, quelli Persiani-Turchi pure, tanto che la seta di cui erano quest'ultimi i mediatori, permise in Siria la nascita di una attività industriale e una economia non indifferente per l'impero Bizantino; erano fiorite industrie grandissime, con grande occupazione di manodopera, grandi fatturati, quindi grandi profitti per le finanze dello Stato. Ma i mercanti-mediatori persiani proprio per questo grande sviluppo si fecero sempre di più esosi. Ne approfittarono gli arabi invadendo i mercati mediterranei e facendo loro concorrenza, perchè gli arabi non avevano la mediazione dei persiani, ma andavano direttamente via Oceano in Cina, e quindi non avevano di mezzo il mediatore. Giustiniano risolvette la cosa in un modo radicale: far nascere la seta sul proprio territorio. Aveva due monaci di religione persiana originari della Sogdiana, vicino a Samarcanda, li aveva conosciuti in un concilio e questi dissero fra l'altro che erano vissuti per qualche tempo in Cina. Giustiniano non fece cadere il discorso, chiese loro informazioni su come nasceva la seta, un segreto che si trascinava da 1000 anni ( era infatti venduta a Bizanzio e a Roma fin dal 300 a.C.). I due monaci rivelarono gli elementari tre stadi di quel "miracolo" che compiono i piccoli vermiciattoli. Non si sa con quale ordine e con quale scusa Giustiniano spedì verso la Cina nuovamente questi due religiosi, da ogni cronologia storica nessuno ne parla proprio perché era un segreto di carattere commerciale di enorme portata. Sappiamo solo -dalla leggenda- che i due monaci ritornarono con due canne cave con dentro alcuni di quei piccolissimi insetti che diedero l'avvio a una delle piu' grandi produzioni in Siria dei bachi da seta, ma che riuscirono a tener segreto nonostante i rapporti con Roma per altri 630 anni fin quando Ruggiero di Sicilia ruppe il monopolio.

L'ammiraglio siciliano GIORGIO ANTIOCHENO, inviato nel 1147 nel mar Egeo con una flotta, s'impadronì di Corfù e di altre isole compresa Coo. Insieme a un ingente bottino, fece numerosi prigionieri, uomini e donne che inviò in Sicilia. Molti di questi erano degli esperti nell'arte segreta della seta; della coltivazione, del gelso, del baco, della filatura e della tessitura. La ricchezza giunta in Sicilia con queste prede fu enorme, arricchì l'isola con il primo stabilimento di manifatture di seta alle quali Ruggero destinò gli "artisti" prigionieri.
Gli opifici della seta erano nella reggia medesima, e alla corona di Ruggero poterono i donzelli e gli scalchi mostrarsi ornati di stoffe, che una volta sfoggiavano solo gli Augusti d'Oriente.
Solo molto piu' tardi, nel XVI-XVII secolo fu introdotta la bachicoltura nel resto della penisola, che inchiodò nelle campagne gli italiani per decine di anni a fare questo lavoro che assorbiva una enorme quantità di manodopera e che solo i poverissimi contadini nelle campagne potevano effettuare per paghe da fame lavorando con tutta la famiglia (bimbi compresi) le 24 ore di giorno e di notte.
Quando poi imperversò il colonialismo britannico, e la seta grezza dall'oriente giunse in abbondanza in Europa a buon mercato, il disastro per le miserabili famiglie che vi si erano dedicate, non tardò a venire. Il nome "seta" in Europa viene fin dal basso medioevo da due strade, e questo fa pensare che la introduzione in occidente non fu solo bizantina prima e le crociate poi. Infatti in Cina il suo nome era see che diventò poi la radice latina-greca di seta. Mentre nei paesi nordici in Sassone, quindi in inglese, lo stesso vocabolo che indica la seta viene preso pari pari dal mongolo che è infatti sirgk, poi in inglese silk; evidentemente questo vocabolo è arrivato direttamente dalle piste provenienti dalla Mongolia senza passare dal mediterraneo greco-latino. Cioè a Samarcanda, fin dai primi secoli qualcuno prese non solo la strada per il sud, ma anche la strada verso il Nord facendo conoscere ai Sassoni la preziosa merce. Furono poi più tardi, gli stessi inglesi a sconvolgere i mercati - fino ad avere il monopolio europeo - quando inventarono e introdussero nelle nuove fabbriche i filatoi e i telai meccanici ottenendo una produzione di 10, 100, 1000 volte superiore a quello di un artigiano della seta. Poi un altro sconvolgimento dell'intero mondo della seta - la produzione di filato e dei tessuti, e la stessa bachicoltura giunse -a partire dal 1937- la mannaia delle fibre artificiali, come il Rayon, ma soprattutto il Nylon (vedi anno 1906 "polietilene", "nylon" ecc. )


____ FUOCO GRECO - Vedi anno 2500 a.C. "Asfalto-Bitume").
ANNO 700 d.C.
____ PORCELLANA - La ceramica come abbiamo visto nel 7000 a.C. era già conosciuta. La tecnica del vasaio si era poi specializzata fino a darci le stupende ceramiche greche. La perfezione non consisteva più nell'arte di fare il manufatto, ma in quella di impiegare un caolino che nella cottura del biscotto di argilla offrisse una lucentezza, una durezza, una vetrosità a grana finissima tale da imitare il "porcello" ("porcellus") tipo di mollusco con la conchiglia lucida, sottile, perlacea quasi trasparente. Ad avere disponibile e usare questo caolino, miscelato al feldspado (alluminato di potassio, sodio o calcio), acqua e quarzo furono i Cinesi. Per il primo stadio della lavorazione occorrono nella cottura del biscotto circa 800-900°. Poi coperto di feldspado viene nuovamente cotto a circa 1200-1400°. A questo punto si procede alle decorazioni, per poi fare una terza cottura a temperature più basse. I primi porcellanisti cinesi furono quelli operanti sotto la dinastia T'ang nel 700 d.C.. La tecnica di questa lavorazione e quindi le primi porcellane con molto ritardo furono realizzate in Europa solo nel 1710 a Meissen e nel 1770 a Sevres.

_____ CAMPANE - (vedi sotto)
_____ CAMPANINILI - Proveniente dall'oriente erano già comparse in Europa nel 550 d.C. le prime campane realizzate in lamine di ferro battuto, dal suono piuttosto sgradevole. Centocinquant'anni dopo sempre dall'Oriente giunge una ottima tecnica della fusione in bronzo e l'arte di fare le campane, che stimola subito la metallurgia europea per realizzarle con questo metallo che ha un spiccato suono squillante. Le prime campane sono inizialmente piccole, ma diffondendosi l'arte si diffondono anche quelle grandi. Cominciano ad apparire accanto alle chiese delle torri campanarie con una o più campane che prendono subito il nome di "campanili".
Quest'arte ancora artigianale è ancora oggi difficilissima e particolarissima. Anche in Italia sono rarissimi gli artigiani che da lontane generazioni vi si dedicano conservando nel massimo segreto la lega utilizzata e il metodo per l' esecuzione della colata nello stampo. Chi qui scrive, ha la fortuna di avere a poco più di mille metri di distanza una delle poche fabbriche di campane esistente in Italia.
ANNO 744 d.C.
____ MERCATO SETTIMANALE - Per diffondere il commercio, intorno a questa data, in Francia, Pipino il Breve, col capitolare di Soisson, ordina che ogni "civitates" tenga un mercato settimanale.
ANNO 750 d.C.
____ ACIDO ACETICO - La scoperta la si deve al più grande alchimista arabo - Jabei ibn Hayyan (721-815) - meglio noto agli europei come Geber. Fino a questo momento l'acido più forte conosciuto era il semplice aceto. Geber distillando l'aceto ottene del puro acido acetico, capace - oltre il calore- di provocare trasformazioni chimiche.
Più tardi - nel 780 - viene scoprto e utilizzato l'acido solforico.
ANNO 757 d.C.
____ ORGANO IN CHIESA - L'imperatore costantino V invia al re dei Franchi Pipino un organo, che viene collocato nella chiesa di S. Cornelio a Compiegne. E' la prima testimonianza dell'impiego dell'organo in una chiesa, che ben presto - da pagano che era e pagano rimase in oriente - diventa lo strumento liturgico per eccellenza. (vedi la sua storia nell'anno 247 d.C.)
ANNO 770 d.C.
____ FERRI DI CAVALLO - Sembra che siano stati gli Unni a introdurre la tecnica di ferrare con un semicerchio di metallo i zoccoli dei cavalli - che essendo un unghia - sono molto sensibili all'usura soprattutto in percorsi accidentati.
ANNO 810 d.C.
____ ZERO - La prima esposizione sistematica dei numeri con lo zero, è del matematico indiano Brahmagupta nel VII secolo d.C. Furono poi gli Arabi in questo 810 d.C. - con il matematico Muhammad ibn Al-Khwarizimi (780-850) - durante la loro dominazione a utilizzarli (come concetto ma non come scrittura) e solo molto più tardi con la possibilità di fare risultati di aritmetica pratica, fu Leonardo Fibonacci (1170-1230) a diffonderli nell'Europa medioevale, con il suo trattato "Liber abaci". Essendo notoriamente "usati" dagli arabi, impropriamente si chiamarono "numeri arabi", invece la scrittura vera e propria era quella indiana. (vedi l'argomento nell' anno 5000 a.C. alla voce "abaco")

____ CASE DELLA SAPIENZA -
____ POLICLINICO - Le prime "case" sorgono a Baghdad quest'anno (813) volute dal califfo al-Ma'mun, all'inizio dei suoi vent'anni di califfato; anni che costituiscono uno dei più gloriosi periodi culturali
dell'Islam. In queste "case" vi erano numerosi studiosi che si dedicavano alla traduzione in arabo di tutti i testi scientifici, greci, latini e persiani. Oltre che allestire una grandissima biblioteca nella capitale, un 'esercito di copisti, fornivano i testi a tutte le città del mondo islamico.
Nell'anno 829 sempre al-Ma'mun fa erigere a Baghdad un grandiosi osservatorio astronomico.
Nell'anno 832 con ormai Baghdad divenuto un fiorente centro culturale, il medico Hanain ibn Ishaq (in occidente conosciuto col nome Jannitius), oltre che organizzare una vasta opera di traduzione di testi medici, filosofici e scientifici, concepisce un scuola medica diretta da numerosi professori medici, finanziata dallo Stato, che prenderà nel 979, il nome di "policlinico"; una università di medicina, guidata da Adud ad-Dawla, con un stuolo di 24 medici specialisti.
Nell'anno 850 gli studi sono rivolti all'ottica; a scrivere un trattato su questa scienza è il fisico-filosofo al-Kindi; vi compaiono studi sulla riflessione della luce (in Europa questi studi verranno ripresi mille anni dopo), ed è uno dei più importanti studiosi della filosofia greca, in particolare scrive i commenti su Aristotele. Suo contemporaneo Honain ibn Ishaq, che traduce per la prima volta in arabo opere di Aristotele, Platone e un gran nummero di testi filosofici e scientifici greci animando un esercito di traduttori e copisti raccolti nelle famose "case della sapienza".


____ ARCOLAIO - Attrezzo per dipanare le matasse di filo lo si attribuisce agli Indiani. Da questi lo scoprirono e lo utilizzarono gli arabi. Scoperto poi dagli Europei nel periodo delle Crociate in Medio Oriente, al loro ritorno in patria fu introtto in una forma più perfezionata.


____ MANOVELLA - Pur essendo un banalissimo congegno, compare e si diffonde in breve tempo in Europa intorno a questa data. Inizialmente la si applica ad alcuni meccanismi semplici, come ad esempio le mole per affilare.
ANNO 850 d.C.
____ CAFFE' - (vedi anno 1802 alla voce "caffè")
ANNO 870 d.C.
____ CIRCOLO POLARE ARTICO - Il primo uomo che si spense oltre Capo Nord, quindi a doppiare la penisola scandinava per poi continuare a navigare verso est, entrando così nel Mar Bianco, fu un vichingo chiamato Ottar; fu spinto semplicemente dalla curiosità e volle veleggiare costa costa per vedere fin dove finiva la terra.
ANNO 874 d.C.
____ ISLANDA - Sempre spinto dalla curiosità e dall'avventura, un altro vichingo emulo di Ottar - Ingolfur Arnarson - volle navigare verso occidente, e dopo aver coperto la bella distanza di 1046 chilometri (tanto dista l'Isola dalla Norvegia) approdò nell'Islanda, fondandovi la prima colonia, che nel 930 vantava già la presenza di 30.000 abitanti. Pochissimi nel resto d'Europa seppero di questa scoperta. Si narra che fosse già stata scoperta dagli Irlandesi - guidati da un certo Brendan - intorno al 550, altri narrano che furono dei monaci irlandesi che vi si erano anche stanziati. Forse per breve tempo e poi ripartirono. Oppure furono uccisi o cacciati quando vi approdarono i vichinghi chiamando l'aspra isola "la terra della neve" "Ice-land", nome che porta ancora oggi derivato dal ghiaccio che deve aver fatto ancor più impressione che la neve.
ANNO 900 d.C.
____ FINIMENTI (vedi sotto)
____ COLLARI PER CAVALLI (vedi sotto)
____ BRIGLIA (vedi sotto)
____ STAFFA - Fino a questa data per cavalcare il cavallo si era usato il sistema a pelle, e come briglia si usava un pezzo di corda fatta passare intorno alla mascella; questo sistema fin dal 3000 a.C. mentre nel 1400 a.C. già si usava una briglia in ferro molto simile all'attuale. Ma nell'uso in agricoltura soprattutto nell'impiego del tiro dell'aratro, il giogo già usato nei buoi non era possibile applicarlo ai cavalli, ed il sistema più in uso era quello di mettere delle cinghie al collo dell'animale che però nel traino gli comprimevano la trachea, dopo pochi metri doveva fermarsi per respirare. Un tipo di finimenti era già in uso in Cina; es. la staffa - quell'anello in cui viene infilato il piede- era in uso fin dal VI secolo a.C.. In India si diffuse nel IV secolo a.C. - Furono poi gli Unni e gli Avari provenienti dall'Oriente a introdurre in Europa nel IV e V secolo d.C. la sella, le staffe, le briglie, i finimenti; che non solo si diffusero ma furono perfezionati: nelle briglie, nella sella, ma soprattutto verso l'800-900 d.C. fu nella nuova bardatura dell'animale che si ebbero progressi impensabili. Applicata in basso, sulle spalle, la forza del cavallo rese cinque volte di più, cosicchè nelle arature dei terreni, diminuendo notevolmente il tempo, permise di arare e coltivare altri appezzamenti di terreni, facendo così aumentare la disponibilità di alimenti e di conseguenza l'aumento della popolazione.


____ ENCICLOPEDIA ARABA - Intorno a questa data viene pubblicata la grande enciclopedia "al-Havi" (tradotta poi in Europa in latino nel 1279 col titolo "Liber continens"). L'autore è il filosofo e medico islamico Abu Bakr ar-Razi (Razes per gli europei). Nella sua enciclopedia sono raccolte tutte le conoscenze mediche greche, siriache e arabe. E fra queste vi è una prima esauriente descrizione del vaiolo e del morbillo.
ANNO 948 d.C
____ PALERMO ARABA - La città viene elevate nel corso di quest'anno ad "emirato". Subisce una profonda trasformazione culturale, economica, industriale, agricola e nell'edilizia, ma soprattutto diventa una delle più fiorenti città del mondo arabo; culturalmente la migliore in assoluto del continente europeo. Il più grande crocevia marittimo del Mediterraneo, che collega il mondo arabo alla Spagna. Fino al 1200 è la più dotta delle città europee, e anche nella letteratura diventa la progenitrice di quella italiana "sembra proprio che il meglio venga solo e tutto da lì" (Dante).
ANNO 950 d.C.
____ SCUOLA MEDICA DI SALERNO - Uno dei fondatori della celeberrima scuola di medicina di Salerno è il medico ebreo Shabbetai Donnolo (913-982) di Otranto.
Nello stesso anno, il medico arabo Hasdai ben-Shaprut. traduce in arabo l'opera "Sulla materia medica" del medico greco Dioscuride.
ANNO 960 d.C.
____ LINGUA ITALIANA - In un atto giuridico ("Carta Capuana") la lingua italiana fa la sua prima apparizione in una formuletta di testimonianza.
ANNO 970 d. C.
____ TAVOLE TRIGONOMETRICHE - Comprendenti seni e tangenti, le prime tavole trigonometriche compaiono per la prima volta in un opera del matematico arabo Abu l'Wafa.
ANNO 982 d.C.
____ GROENLANDIA - Come abbiamo visto in precedenza, nell'anno 874, i vichinghi partendo dalla Norvegia erano sbarcati in Islanda e vi avevano creato una base dopo aver navigato in mare aperto per 1046 km. Erano passati circa cento anni da allora, nel frattempo nell'isola si parlava sempre di un'altra grande isola a occidente. Leggenda o no, un certo Erik Thorvaldson Rauda (meglio conosciuto come "Erik il rosso" per il colore dei suoi capelli) non sappiamo per quale motivo (si racconta perchè commise un omicidio) fu punito con tre anni di esilio. Alcune saghe narrano che partendo su una nave fu trascinato da una tempesta, altri invece narrano che volle impiegare quei tre anni per recarsi in esplorazione in occidente per cercare la grande isola di cui si parlava da decenni. Quello che sappiamo è che nel 982, dopo appena 322 chilometri, approdò presso l'odierna Julianehaab, che essendo estate si presentava piuttosto verde, e tale nome gli diede "Isola Verde" (Groen-land). Vi rimase un paio d'anni poi nel 985 fece ritorno in Islanda per cercare gente disponibile a seguirlo per colonizzare la nuova isola. Raccontò meraviglie di questa nuova terra, tanto che convinse una nutrita schiera di suoi compatrioti a trasferirvisi. Nel 986 un primo gruppo partì e si insediò sulle rive sud-occidentale dell'isola stabilendo una colonia a capo della quale fu posto Erik stesso. La vita dovette assumervi una notevole attività, poichè scambi continui furono iniziati e mantenuti con la terra d'origine. Ma un mistero grava su questa colonia, che dopo l'esistenza di circa tre secoli scomparve. E anche in questo caso (come per l'Islanda) l'Europa nulla sapeva della scoperta della grande isola. Si racconta di un viaggio nei mari del nord di due fratelli veneziani (Nicolò e Antonio Zeno) ma sembra che si tratti di fantasie di uno zelante monaco italiano che aveva sentito dire forse qualcosa in Irlanda; forse voleva solo vantare una priorità di possesso a carattere religioso rispetto ad altri monaci irlandesi che sembra si fossero già insediati prima in Isalnda poi in Groenlandia.
ANNO 1000
____ VINLAND - Varie saghe s'intrecciano su questa avventura che avrebbe portato i vichinghi a scoprire l'America 500 anni prima di Cristoforo Colombo. Dalla Groenlandia appena da qualche anno colonizzata da Erik il rosso, un tale Bjarni Herjulfson, nell'anno 1000, navigando verso occidente dell'isola, trascinato da una tempesta approdò nella regione del Capo Cod -a S E dell'odierna Boston- girando nei paraggi vide i picchi meridionali nella od. Nuova Scozia ed una parte della od. Terranova. Non era curioso, e in nessuno dei luoghi vi sbarcò, aveva solo fretta di trovare la via di casa. Quando riuscì a tornare in Groenlandia "non sapeva dire nulla di queste terre", cionostante aveva compilato un preciso "diario di bordo" che in seguito sarà inserito nella "Saga della Groenlandia". Curioso era invece Leif Erichsonn, il figlio di Erik il rosso, che appresa quella storia allestì una spedizione per andare a verificare cosa c'era di vero nei racconti di Bjarni. Leif anche lui trovò la terra, toccando prima l’isola di Terranova, poi costeggiarono anche il Labrador, per loro Markland (terra delle foreste) si spinsero fino al 42° parallelo che è a cavallo fra Boston e Newport - dove un tedesco non stava nella pelle per aver trovato l'uva, ed è per questo che Leif chiamo la nuova terra il "Vinland". "Quando provarono a insediarsi dovettero scontrarsi con la ferocia degli indigeni, di molto superiori di numero, che li ricoprirono di frecce; decisero che il gioco non valeva la candela. Perciò com'erano arrivati tornarono indietro". Ma questo lo dissero gli altri in Europa, dopo che fu scoperto da Colombo il Nuovo Mondo, mentre in seguito spuntarono dai polverosi conventi delle dettagliate precedenti relazioni; e sembra che a Roma queste notizie le conoscessero molto ma molto prima che Colombo iniziasse il suo viaggio. Infatti nel 1480, giunse a Roma un vescovo proveniente dall'Irlanda, dall'abbazia di Stratflur, che aveva con sé alcune relazioni di viaggi fatti dai vichinghi in "America" nel corso di un secolo che prova che i vichinghi con vari viaggi andavano e venivano.
Per molto tempo storici e appassionati cercarono prove della presenza vichinga nel Nord d’America e finalmente negli anni ’60, dopo decenni di ricerche fu scoperto un campo di sicura origine nordica sull’isola di Terranova. Confermerebbero le relazioni di Leif Erichsonn che alcuni storici definiscono le più straordinarie fra tutte quelle esistenti nelle esplorazioni del mondo.
In una Storia ecclesiastica di Amburgo del 1070, compilata da Adamo da Brema, nel quarto volume, accennando alle isole settentrionali si dice " il re dei danesi riferisce che oltre queste isole fu scoperta "da molti" un'altra grande isola chiamata Vinland, perchè ricca di viti selvatiche che producono un ottimo vino. Che vi prosperano frutti spontanei in abbondanza; tutto questo da veridiche relazioni danesi". (dunque a Roma sapevano)
Se riflettiamo, la vite non poteva prosperare nè in Groenlandia, nè sulle prime coste del Canadà, perchè il suo limite coltivativo in America si trova solo al 47° parallelo. Che corrisponde al golfo di San Lorenzo. Si accennava anche a un "grano selvatico", un "grano indio", e questo sappiamo ha il suo limite al 44° parallelo, che corrisponde a una regione fra la Nuova Scozia e New York. Parlavano di salmoni e il limite meridionale del salmone è al 41° parallelo. Citavano un grande fiume che proveniva da un grande lago, e davanti a Terranova sbuca il San Lorenzo che scende dai grandi laghi. Era quindi da più di un secolo che i vichinghi, esploravano e andavano e tornavano dal Vinland.
Negli "Annali d'Islanda" dell'anno 1121, c'è anche una nota "Erickr bykop leitadi Vinlandz"; il vescovo Erich va in visita nel Vinland". C'era dunque già un villaggio di vichinghi nel Vinland come narrano alcune saghe nordiche? Ma anche antiche saghe precolombiane - quella azteca di Quetzalcoatl- parlavano di uomini bianchi, biondi, con occhi azzurri, che da mari molto lontani, su barche come serpenti e draghi (e le navi vichinghe sulla prua avevano teste di serpenti e di drago) approdarono alcuni secoli prima nella loro terra . Ma come sapevano gli aztechi che esistevano uomini dagli occhi azzurri e dai capelli biondi? Di uomini simili in America non sono mai esistiti!

Tutti questi viaggi saranno poi confermati storicamente dal 1900 in poi, quando in America verranno ritrovate pietre runiche (per molto tempo ritenute false) e oggetti gotici proprio in quelle zone che erano state sommariamente descritte in quelle "relazioni nautiche" fatte dai vichinghi; e comunque esattamente individuabili da molti indizi. A Leif Erichsonn la città di Boston gli ha dedicato uno splendido monumento, perchè ha validi motivi di credere che il primo uomo europeo a mettere il piede sul suo territorio sia stato proprio lui, il figlio di Erik il rosso.
A quanto pare presso i vichinghi, anche i bambini sapevano cos'era il Vinland. Nella "Saga della Groenlandia" o in quella di Erik il Rosso o di Leif, c'era di tutto" e come leggeremo ora nello "Specchio dei Re" norvegese, compilato nel 1250 c'era anche qualcosa di più.

____ LA TERRA? E' SFERICA! - Gli arabi con i Paesi del nord avevano secolari contatti, conoscevano la sapienza in fatto di geografia, matematica, astronomia dei maestri arabi e non c'è da meravigliarsi se il re di Norvegia scelse nell'anno 1250 come precettore di suo figlio, proprio un sapientone arabo della eclettica corte di Baghdad, città che già possedeva le università, policlinici, immense biblioteche con testi di ogni tempo.
Ed ecco cosa troviamo di stupefacente nel Konnungsskuggsja alla corte norvegese, nel 1250!
Rivolgendosi appunto al suo allievo il "professore" precettore arabo scrive:

"....Ora devi comprendere che la terra è sferica e non ugualmente vicina al sole in tutti i suoi punti. E là dove l'arcuato anello della traiettoria solare più s'avvicina alla terra il calore è massimo, e i paesi esposti all'ininterrotta irradiazione sono parzialmente inabitabili: sono invece abitabili quelli che il sole colpisce con i raggi obliqui... Ho già detto che una zona calda avvolge la terra come un anello (l'equatore - Ndr) da est a ovest. Se questo corrisponde a verità è certo che alla estremità meridionale deve far freddo esattamente come all'estremità settentrionale. Ritengo utile che tutti i paesi vicini a quella zona calda, tanto a sud quanto a nord, siano caldi; mentre quelli che ne distano maggiormente sono freddi. Se tu obbiettassi, o figlio, che tutti asseriscono i paesi essere tanto più caldi quanto più a meridione ci si spinge, potrei risponderti che non hai mai trovato nessuno il quale si sia spinto tanto a sud da avere a nord di se stesso i paesi caldi. E quanto hai detto che i venti provenienti da sud sono più caldi degli altri, ebbene, è naturale che il vento si scaldi giungendo a noi anche se provenisse dalla gelida estremità meridionale del mondo perché spira attraverso il curvo anello della zona ardente e giunge a nord riscaldato, anche se da sud soffiava freddo. Se in quella fredda zona della parte australe abitano uomini , come i Groenlandesi abitano quella boreale, tengo per certo che il vento del nord giunga a loro caldo come a noi quello del sud, perchè essi debbono guardare il sole a nord, come noi, che abitiamo a nord del sole, dobbiamo guardare a sud per vederne i movimenti. ...E quando il sole si trova all'estremo limite meridionale del suo obbliquo cammino, quelli di laggiù hanno l'estate e giornate assai lunghe, mentre noi abbiamo l'inverno e siamo poco esposti ai raggi solari. Quando invece il sole si volge verso il limite boreale, noi abbiamo l'estate ed essi l'inverno; e accade sempre che esso salga all'orizzonte nei paesi nordici quando il medesimo discende per quelli meridionali".

ANNO 1025
____ MUSICA (vedi sotto)
____ NOTE ( vedi sotto)
____ NOTAZIONE MUSICALE - Aristosseno (detto l'Armonico) nel 350 a.C. scrive e ci lascia tre libri di Elementi di armonia, e a differenza delle teorie pitagoriche, viene istituito a giudice supremo l'udito e non le leggi matematiche; come più tardi (200 a.C.) Alipio, un frammento del quale sembra contenere un sistema di notazione musicale con lettere; come più tardi fece Plutarco (49 d.C.).
Alla Grecia è riservata anche la gloria di essere la prima a occuparsi di estetica musicale e a studiare la sua influenza sull'animo, sull'educazione e sullo sviluppo del carattere. Platone ascrisse alla musica una potenza morale, Aristotele pur d'accordo con lui riconobbe altresì che aveva anche lo scopo di dilettare (negato però da Platone) e, dilettando, di nobilitare l'animo. Il sistema musicale greco si fondava sul tetracordo, serie di quattro toni corripondenti a quella della lira. Esso consisteva in due toni e un semitono. La scala greca era composta di due tetracordi o congiunti da un tono comune o con un intervallo di un tono intero fra l'uno e l'altro.
I Greci avevano sette gamme, o toni, da essi chiamate modi; questi comprendevano due tetracordi separati, ossia otto note, o una estensione d'ottava, e servivano a determinare se non la tonalità nel senso che noi attribuiamo oggi a questa parola, almeno il punto di partenza di ciascun tono o frammento della scala.Il metodo di notazione era formato col mezzo di lettere dell'alfabeto distese, capovolte, modificate in vari modi e variava secondo le voci e gli strumenti. L'esecuzione comprendeva la musica vocale accompagnata da strumenti a corda pizzicati (i Greci non conoscevano l'archetto) o da strumenti a fiato. L'antica questione se i Greci abbiano conosciuto l'armonia nel senso moderno della parola sembra essere decisa negativamente.
Questa opinione ormai universalmente accettata, ebbe la miglior conferma nella scoperta (1893) dell' Inno ad Apollo, trovato a Delfo, probabilmente del II secolo a.C.: esso è inciso su una pietra e contiene oltre al testo anche i segni musicali sopra ogni sillaba, corrispondenti a quelli che abbiamo di Aristosseno citato all'inizio.
Nel 300 d.C. Flaviano un prete, e Disdoro un laico, mutuando dai riti del culto giudaico, mettono a punto un sistema musicale del canto detto antifonale, quello che in pratica è il canto alternato da due semicori. Siamo quindi agli inizi della musica occidentale e il percorso sarà ancora molto lungo. Mentre nello stesso periodo si sta sviluppando la musica indiana, che non ha e non avrà mai in seguito fino ai giorni nostri un sistema di notazione che permetta di trascrivere un brano, pur essendo molto più complesso di quello occidentale.
Con il canto AMBROSIANO, che S. Ambrogio aveva introdotto dall'Oriente, era sempre comunque costruita con l'antifonia, che ereditò e mutuò poi in parte il canto GREGORIANO. La Schola Cantorum fu voluta da Gregorio Magno, e non era una semplice appendice alla sua normale attività di modificazione della liturgia, ma la fece diventare una scuola di cantori ufficiali della Chiesa e con il potere che gli venne dopo come Papa, riuscì con i suoi vescovi a divulgarla su tutta l'Europa. Inizialmente trasmesso per tradizione orale in loco, mentre per la diffusione a lunga distanza fu necessario una notazione che all'inizio fu riportata su fogli in forma chironomica (gesti di una mano che indicava il crescere e il decrescere della melodia) , successivamente si perfezionò con l'adozione di lettere dell'alfabeto e, finalmente in "neumi", cioè di segni corrispondenti pressoché alle attuali note; dapprima disposti su un solo rigo e poi su di un tetragramma (quattro righi =tre spazi).
Nel nel periodo carolingio la musica acquista sempre maggiore importanza, e le scuole dei monasteri di Metz e di San Gallo diventano centri di studi musicali. Vi giungono anche i primi manoscritti bizantini che contengono una singolare notazione musicale. La notazione è ecfonetica e si serve di un piccolo numero di simboli, ognuno dei quali rappresenta una formula musicale stereotipa.
Per giungere ad una vera e propria notazione dobbiamo attendere il 1040, quando Guido d'Arezzo fa derivare dalle sillabe dell' inizio di un inno a S. Giovanni Battista attribuito a Paolo Diacono, le note della scala musicale che tutti conosciamo, ponendole su un rigo a 4 linee orizzontali, anche se mancava ancora l'indicazione del ritmo. Tuttavia la possibilità di poter creare dei suoni, codificarli e quindi ripeterli senza che la creatività dell'attimo andasse perduta. Il sistema che proponeva era una scala musicale (ut, re, mi, fa, sol, la,) per indicare i suoni dell'esacordo mediante sillabe. Dalla sua idea nascerà poi il rigo musicale a cinque righe, che inizia a prendere il nome di "pentagramma".
Oggi a scrivere automaticamente le note musicali su un rigo (oltre che registrare in parallelo il suono eseguito da un qualsiasi strumento) è il computer, che agisce anche da sequenzer, modificando i toni, le battute, i tempi; il tutto a piacere. Nemmeno la più banale prova o esercitazione fatta su uno strumento musicale va persa, ogni cosa viene registrata per poi scegliere la migliore; questo modo di scelta si chiama ....
____ CAMPIONAMENTO - ... un dispositivo elettronico in grado di registrare brevi suoni in forma digitale e usarli come timbro nella generazione di note musicali, per simulare strumenti reali o costruire effetti particolari.
ANNO 1050
____ BALESTRE A MANOVELLA - Quella antica (era in effetti un semplice arco azionato dalla muscolatura umana per tendere la corda) veniva usata in Estremo Oriente già nell'anno 2000 a.C. Nel 1000 a.C. i cinesi ne realizzarono un tipo capace di lanciare dardi a ripetizione. La classica balestra nacque invece in Francia intorno al 1050, orizzontale con un marchigegno micidiale; l'arco non veniva più teso dalla muscolatura umana ma una duplice manovella tendeva la corda; liberandola all'improvviso la balestra scoccava un dardo piuttosto corto che aveva una gittata di circa 300 metri. Sembrò un'arma così terrificante che in un concilio ecclesiastico del 1139 si cercò di limitarne l'uso, ovviamente consentendolo soltanto contro coloro che non erano cristiani. L'attrezzo micidiale era composto da un arco semiellittica composta da più fogli di legno per dare elasticità (in seguito perfezionandola fu costruita con fogli di flessibile acciaio). Di archi e dardi ne fecero largo uso e si distinsero in modo particolarie i Gallesi nel XIV secolo nella guerra dei Cent'anni. In seguito molti altri eserciti europei si dotarono di speciali reparti di "arcieri" per tutto il medioevo. Ancora oggi esistono in Inghilterra "Gli arcieri (guardie) della Regina".
ANNO 1071
____ FORCHETTA - Una specie di forchetta ha origine quasi preistorica, insieme ai coltelli quando si iniziarono a utilizzare i metalli. Anche i Romani usavano un attrezzo a due punte per infilzare bocconi di carne e altro. Ma ad usarne una a quattro denti nel "rito" della loro mensa aristocratica furono i Bizantini intorno all'anno mille. In Europa fino allora tutti, di ogni ceto, mangiavano con le mani, o al massimo con il ritorno alla civiltà barbara, usando come posata l'onnipresente coltello. Finchè nel 1069 troviamo sposata a un ricco patrizio veneziano dedito a numerosi commerci con Bisanzio, la principessina bizantina TEODORA DUCAS, insediandosi nel suo grande palazzo a Venezia, creò scandalo in un grande pranzo ufficiale, quando per la prima volta a tavola introdusse un aggeggio per mangiare le pietanze. Cioè fece uso di una forchetta non volendosi sporcare le dita! Fu considerata dalle dame presenti l'eccentricità di una donna troppo snob, perfino commentata con sorrisi di commiserazione, perdonandola solo perchè era una straniera. Ma indubbiamente non sfuggì il lato igienico, e quindi in breve tempo la moda si diffuse presso l'aristocrazia della Serenissima. Mentre nel volgo - abituato sempre a biasimare le raffinatezze dei ricchi - una certa sarcastica commiserazione rimase, e non era raro sentir dire che "Dio la forchetta l'aveva già fatta ed erano le dita". Sembra ora che nel 2000 il mangiare con le dita stia tornando di moda. Ma molti sperano di non dover sedere a mensa con questi seguaci. Dio avrà fatto pure le dita, ma probabilmente non sporche di unto.
ANNO 1137
____ ARCHI GOTICI - Ad usare i cosiddetti "archi rampanti" furono degli architetti francesi, sotto la direzione di Suger, nell'erigere a nord di Parigi l'abbazia di Saint-Denis. Quando comparve questo nuovo stile architettonico, coloro che erano legati alla tradizione delle chiese romaniche ad arco, la chiamarono architettura "gotico", che a quel tempo era un segno di spregio e voleva dire "barbaro". Solo più tardi con la costruzione di imponenti cattedrali gotiche, questa architettura divenne così apprezzata da essere considerata in seguito una delle glorie artistiche del dodicesimo e tredicesimo
ANNO 1180
____ BUSSOLA MAGNETICA - Si ritiene che questo strumento sia stato inventato dai Cinesi intorno al IV secolo d.C. ma forse si tratta solo della conoscenza del minerale metallifero magnetite. Gli Arabi durante la loro dominazione e i frequenti contatti ne appresero sicuramente l'uso. Poi gli Amalfitani - in questo periodo straordinari navigatori in Medio Oriente - a loro volta l'appresero dagli Arabi, perfezionando e diffondendo in Europa come un utilissimo strumento per la navigazione. La tradizione popolare attribuisce l'invenzione alla data che abbiamo messo all'inizio, all'amalfitano Fravio Gioia. Ma molti hanno il dubbio che il Gioia non sia mai esistito che è solo una leggenda.
L'origine europea - del magnete- affonda anche questa nella leggenda. Si narrava in Grecia nel VI sec. a.C. che un pastore della Magnesia si accorse che un certo tipo di minerale attirava il ferro. Tuttavia questo minerale -a parte la leggenda del pastore- fu studiato e poi citato da Talete, come Pietra di Magnesia, o Magnete, e il fenomeno di attirare il ferro inizia a chiamarsi "Magnetismo". Non era nemmeno ignoto che se una scheggia di magnetite veniva messa nella condizione di girare liberamente (es. su un sughero che galleggiava) la scheggia puntava verso nord-sud. Questo fenomeno anche i cinesi lo conoscevano, ma non l'usarono mai per farne un vero e proprio strumento di navigazione. Indubbiamente furono gli Arabi che nei dintorni dell'anno 800-1000 erano loro i padroni del mare non solo Mediterraneo ma anche dell'oceano Indiano (i viaggi fino a Canton - grande emporio cinese - erano frequenti) ad apprendere in Cina la caratteristica della magnetite e farne un rudimentale strumento montandolo su un perno. E indubbiamente fu un europeo di ritorno dalle crociate a riportare in patria questa novità, e forse proprio ad Amalfi. Poco prima nel 1180 lo studioso inglese Alexander Nekam (1157-1217) fu il primo a capire la magnetite e la sua proprietà direzionale. In un breve volgere di tempo, compaiono degli aghi magnetici su un perno sopra un cartoncino sul quale erano segnate le varie direzioni dei quattro punti cardinali. Alcuni riportavano perfino la direzione dei maggiori venti. Qualcuno indubbiamente copiando fedelmente lo strumento arabo lasciò (e vi rimase per sempre) un vento; il "grecale". Gli arabi (sul loro territorio) lo avevano chiamato così perchè d'inverno questo vento spirava da Nord-Est, proveniente sì da Nord ma apparentemente dalla Grecia, posta appunto a NE della penisola araba. Per un navigante di Genova, Amalfi o di Venezia questo vento non corrisponde certamente alla direzione Grecia che è posta semmai a Sud-Ovest. Se fossero stati la bussola e i suoi simboli veramente inventati in Italia, quel vento l'avrebbero forse chiamato "baltico", "svedese", "norvegese", ma mai "grecale".

____ BUSSOLA GIROSCOPICA - Questa basa il suo funzionamento sull'effetto dinamico esercitato dalla rotazione della Terra attorno al proprio asse, anzichè sull'azione del suo campo magnetico. Funziona per il principio giroscopico (Il giroscopio era già noto - vedi anno 1810 "giroscopio"). Questo nuovo strumento rimanendo stabile anche durante i bruschi movimenti iniziò ad essere usato nella navigazione marittima e aerea, fu inventato nel 1908 dai tedeschi Hermann Aschutz e Max Schuler. In seguito fu modificato: quello degli aerei prese il nome di "Bussola magnetoelettrica" o "girobussola"; quello delle navi "girostabilizzatore".
RICAPITOLIANO IL MAGNETISMO ANTICIPANDO I VARI IMPIEGHI
CHE GIA' SI TROVANO NEI SINGOLI ANNI


MAGNETISMO, MAGIA E ROGHI

I magneti ai primordi della cultura scientifica vennero considerati “pietre viventi”. Dell’ elettricita’( dal greco antico “elektron = ambra”) nella antichita’ si sapeva poco piu’ del fatto che l’ ambra ed
anche certi vetri se strofinati con un panno di lana producevano percettibili scariche elettriche.
Plinio il Vecchio (23-79 D.C.) nel Libro di Storia Naturale, narra che il nome Magnete proviene dal pastore Cretese di nome “Magnes “ il quale adoperando il suo bastone con una punta di ferro, scoprì la proprieta’ di attrazione e repulsione di alcune pietre che furono chiamate magnetiche. Tali pietre oggi sappiamo contengono la magnetite, un magnete naturale composto di ossidi di ferro (FeO-Fe2O3 - magnetite). Si ha notizia che anche le antiche culture alchemiche della Cina e dell’ India conoscevano le proprieta’ magnetiche prima della cultura filosofico-scientifica della Magna Grecia, ed inoltre erano anche conosciute le proprieta’ di “induzione magnetica” , che si ottengono per contatto di un magnete naturale con un pezzo di ferro; in quanto quest’ultimo temporaneamente assume le proprieta’ magnetiche.
Archimede Pitagorico (287-212 A.C.) cerco’ di utilizzare le proprieta’ di induzione magnetica, magnetizzando le spade dei soldati della sua citta’ (Siracusa) per disarmare piu’ facilmente i nemici. L’ interpretazione del magnetimo per millenni e’ rimasta intrisa di riferimenti cognitivi di indole “antropomorfica- vitalistica”. Nell’ antica Cina gia’ da circa 4500 anni fa’ il fenomeno del magnetismo, venne correlato al dinamismo universale delle forze vitali descritte dal simbolismo della dicotomia YIN//YANG (maschile/femminile), ed in sostanza tale spiegazione delle proprieta’ di attrazione/repulsione tra le polarita’ magnetiche, fu considerata un anello interpretativo tra le relazioni evolutive tra materia inanimata e materia animata. 
La virtu’ di attrarre o respingere di un magnete permanente, in presenza di altre sostanze, ebbe nell’ antichita’ spiegazioni di riferimento animistico fino all’ insorgere della scienza moderna. Spiegare, infatti, significa correlare un evento in un quadro di preconcezioni generali storicamente affermate. Pertanto la natura della attrazione magnetica, in mancanza di una spiegazione scientifica, dette luogo a molte superstizioni utilizzate spesso in campo medico, per interpretare proprieta’ di contaminazione di effluvi funesti e nell’ attribuzione di attrazioni fatali nell’ ambito della preveggenza del destino dell’uomo. 
Durante il Medio Evo la “sacra inquisizione”, condanno’ ogni riferimento a forze misteriose e magiche di indole magnetica nella spiegazione delle leggi che agiscono sulla struttura dell’ universo. 
Ciononostante agli inizi del rinascimento un frate italiano Petrus Peregrinus scrisse (1269) una Epistola sulle proprieta’ dei dipoli magnetici ricercando la possibilita’ di attuare il “moto perpetuo” facendo uso di forze magnetiche, egli , per i suoi studi sul magnetismo, realizzo’ un modello sferico di magnetite denominato “terrella”. 
Cecco d’ Ascoli, docente all’ Universita’ di Bologna , fu bruciato vivo, come eretico a Firenze il 16 Sett. del 1327, perche’ ricercava un determinismo della interpretazione degli eventi, facendo riferimento a forze invisibili di indole magnetica; egli ad esempio attribui’ alla forza magnetica della Luna la oscillazione delle maree, sbagliando perche’ la luna non possiede un forte campo magnetico, ma indicando giustamente nella Luna la sua capacita’ di attrazione delle masse di acqua del mare, che da origine al fenomeno delle maree. 
Ancora per molti anni il magnetismo fu considerato un curioso fenomeno naturale: Galileo Galilei (1564-1642) ottenne le magnetiti dalle miniere ferrose dell’ Elba, e studio’ le “calamite” ( magneti coniati forma di U con i poli nord e sud separati) , principalmente per studi tecnici della loro potenza nel sollevare pesi di ferro. 
Fu soltanto nel 1600, che il medico inglese William Gilbert (1544-1603) , considerato il padre del magnetismo, scrisse il Libro intitolato “De Magnete” in cui per primo intui’ la correlazione tra forze magnetiche e forze elettriche, esprimendo l’ insieme come elettromagnetismo. W. Gilbert costrui anch’egli una sfera di magnetite “terrella”, come gia’ aveva fatto Petrus Peregrinus, ad immagine del Globo Terrestre, e delineo’, facendo riferimento a tale modello, le linee di forza del campo magnetico terrestre, dando cosi’ la possibilita’ ...(di capire il funzionamento della bussola) ... sappiamo era in uso almeno dal tredicesimo secolo D.C, ed ai tempi di Gilbert era ormai in utilizzata da vari anni da molti naviganti arabi ed anche europei per riconoscere la direzione del polo nord anche quando il cielo era coperto dalle nubi. 
Oggi similmente a quanto descritto da Gilbert si ritiene che il centro della terra sia composto di materiali ferrosi (ed anche di cobalto e di nichel) allo stato fuso; questi liquidi risentono della rotazione terrestre generando delle correnti elettromagnetiche, che formano un asse dipolare tra il Polo Nord ed il Polo Sud; pertanto la bussola ( denominata anche “ compasso magnetico), orienta per rotazione la punta dell’ ago magnetizzato verso il polo magnetico terrestre dove si trova piu’ prossima. 
Un seguace di W. Gilbert fu l’ americano Benjamin Franklin ( 1706-1790), sviluppo’ la teoria del “fluido elettrico” e, per dimostrare che anche i fulmini erano generati da correnti elettriche che scoccano tra cariche positive e negative originatesi per attrito tra l’atmosfera e la terra o tra diversi strati di nubi, invento’ il “parafulmini”, dimostrando che le correnti elettriche piu’ spaventose, un tempo immaginate in mano al potere del dio Giove dell’ olimpo, potevano essere convogliate e direzionate a piacimento dalle conoscenze dell’ uomo.
Ma anche tali esperimenti sembravano ai piu’ ancora magici ; infatti ancora persisteva una logica vitalistica nella scienza. Tale concettualita’ di base si esauri’ definitivamente nella scienza, in seguito alla disputa tra Galvani professore di medicina alla Universita’ di Bologna e Volta professore di fisica e chimica alla Universita’ di Pavia. Il medico bolognese Luigi Galvani (1737-1798) sperimento’ l’azione della corrente elettrica su una zampa di rana ed osservo’ che essa si contraeva al passaggio delle corrente; pertanto suppose che la contrazione fosse imputabile al magnetismo animale. 
Di parere contrario a tale spiegazione fu il fisico di Como, Alessandro Volta (1745-1827), il quale sostenne che le contrazioni erano causate da una differenza di potenziale elettrico estrinseca al corpo animale , originata dai contatti tra metalli diversi dei fili metallici con cui Galvani collegava la zampa della rana per tenerla distesa. Convinto di cio’, Volta costrui’ la “Pila bimetallica” , che descrisse in una memoria epistolare datata 20 marzo del 1800 . La scoperta della “Pila” e’ da considerarsi una pietra miliare dello sviluppo della scienza, in quanto dette nuove possibilita’ di interpretazione e di successiva utilizzazione industriale della elettricita’. In suo onore la misura dell’ unita’ di potenziale elettrico venne denominata “Volt” ; il voltaggio indica la forza necessaria per produrre una corrente elettrica in un mezzo che a temperatura ambiente ha una definita resistenza al passaggio della corrente.
Colui che dette un fondamento matematico alla elettrostatica fu l’ ingegnere francese Charles-Augustin De Coulomb (1736-1806). Egli studio le leggi dell’ attrito elettrostatico e costruì una bilancia elettrica (1785) ed una bilancia magnetica (1789) di torsione, cioe’ dei dispositivi sperimentali che misurano la torsione di un filo elastico sottoposto alle forze elettrostatiche che si originano tra lamine caricate positivamente e negativamente o tra opposte polarita’ magnetiche. In suo onore la misura della quantita’ di corrente al secondo e’ stata denominata “Coulomb”. La Pila di Volta e gli studi del fisico danese Hans Cristian Oersted (1777-1851) sulle interazioni tra correnti elettriche e magnetiche, ottenute misurando come una corrente elettrica influenzi la rotazione dell’ ago di una bussola, interessarono gli studi di elettrochimica di due chimici inglesi , Humpry Davy (1778-1829) e del suo giovane assistente autodidatta, Michael Faraday (1791-1867; essi studiarono le applicazioni delle elettrolisi per separare i metalli puri dai loro composti disciolti in acqua o resi liquidi per fusione. 
In particolare Faraday dopo aver aver studiato le interazioni magnetiche di molte sostanze e scoperto che tutte quante sono piu’ o meno sono attratte ( sostanze Paramagnetiche e Ferromagnetiche) o respinte (sostanze Diamagnetiche) da un magnete permanente ( Sostanza Ferrimagnetica), formulo’ il concetto di “linee di forza di un campo elettromagnetico”, dando spiegazione dell’ azione propagata nello spazio da un magnete permanente, che determina l’ induzione di polarita’ opposte indotte a distanza in varie altre sostanze. Faraday dimostro’ inoltre (1831) che il movimento di un magnete entro un avvolgimento elettrico induceva per mutua induzione una variazione della corrente elettrica; scoperta che in seguito, nel 1865, dette l’ idea ad Antonio Pacinotti, (1841-1912) Professore di Fisica all’ Universita’ di Pisa, della costruzione della “dinamo”, poi brevettata e perfezionata dal meccanico belga Zenobe Gramme (1826-1901). 
Nel XIX secolo le scoperte sull’ elettricita ed il magnetismo e le loro applicazioni industriali si susseguirono rapidamente . Il chimico-fisico-matematico , francese autodidatta, Andre’ Marie Ampere (1775-1836) dopo appena una settimana dall’ aver ascoltato una conferenza di Oersted a Copenhagen , sperimento’ che correnti parallele si attraggono l’ un l’ altra, come se fossero magnetizzate. Ampere formulo’ matematicamente le sue scoperte sulla elettrodinamica; in suo onore la unita’ di misura della corrente elettrica venne chiamata “Ampere” : per definizione 1 Ampere equivale alla corrente che e’ necessaria per depositare all’ elettrodo la quantita’ di 0,001118 grammi al secondo di argento , quando la corrente passa attraverso una soluzione elettrochimica di nitrato di argento. 
Colui che riorganizzo’ sistematicamente il vasto insieme di conoscenze dei fenomeni elettro magnetici fu il fisico tedesco, insegnante di scuola secondaria, Georg Simon Ohm (1789-1854) che riassunse nella “legge di OHM” (1827) schematicamente indicata dalla relazione <V=RI>, la quale dice che il Voltaggio (V) e’ proporzionale alla Intensita’ di Corrente (I) per la esistenza del mezzo (R)
. In suo onore la unita’ di “Resistenza elettrica” e’ stata chiamata “Ohm” e corrisponde alla costante di proporzionalita’ <R= V / I>, che si calcola quando un conduttore viene sottoposto alla differenza di potenziale di un Volt ed e’ attraversato dalla corrente di un Ampere. 
Da allora scoperte tecnologiche e scientifiche si susseguirono a ritmo incalzante. Nel 1835 l’ insegnante americano di scuola media, Joseph Henry , inventa il “Rele’ ad induzione magnetica” ; dispositivo che al passaggio della corrente elettrica in un avvolgimento, fa aprire o chiudere l’interruttore di un altro circuito; tale scoperta fu inizialmente utilizzata per costruire campanelli elettrici, ma in vero fu la importante premessa necessaria per la costruzione dei motori elettrici e del telegrafo. 
Il 24 maggio 1844 Samuel Morse ( 1791-1872), invio’ il primo messaggio telegrafico tra Washington e Baltimora in USA inoltrando in tempo reale gli impulsi elettrici nell’ alfabeto Morse, che corrispondevano alla la frase biblica “Cosi’ ha permesso Dio”. Nel 1860 l’ abate piemontese Giovanni Caselli (1815-1891) sperimento’ il Pantelegrafo; un pantografo a pendolo, che si muoveva scorrendo su una vite senza fine, sopra una lastra di rame in cui scritti e immagini venivano dipinti con un inchiostro isolante cerato; la teletrasmissione veniva realizzata in quanto il pendolo era accoppiato con un “rele” e, per mezzo di un pennello di ferro strisciante sulla lastra di rame, si apriva e chiudeva il circuito elettrico rispettivamente quando veniva a contatto con il metallo e quando toccava l’ inchiostro isolante; cosi venivano trasmessi impulsi elettrici i quali riproducevano a distanza un fax simile del disegno o degli scritti, la’ dove un sistema ricevente analogo montato con un altro rele’ accoppiato ad una penna, che si alza e si abbassa, riesce a riprodurre su carta l’ immagine registrata ed inviata come impulsi elettrici dal sistema trasmittente a pendolo. 
Con tale precursore degli attuali fax l’ abate Caselli trasmise il 22 Gennaio 1860 da Parigi a Lione una pagina dello spartito di musica di Gioacchino Rossini. Nel 1849 il fiorentino Antonio Meucci (1808-1889),autodidatta, allora attrezzista al Teatro dell’ Avana a Cuba , fece i primi esperimenti con telelegrafo parlante; strumento che poi il Prof. Alexander Graham Bell (1847-1922) perfeziono’ e brevetto’ (il 7 marzo 1876) con il nome attuale di “telefono”, presentandolo alla esposizione mondiale di Filadelfia (USA), ed in seguito commercializzandolo tramite la Bell Telephon System, da lui stesso fondata. 
Nel 1877. Un altro grande inventore e impresario americano Thomas Alva Edison (1847-1931), invento’ e brevetto’ il fonografo a cilindro. Egli cercava un sistema per memorizzare i messaggi telegrafici e scopri’ che facendo girare velocemente un disco su cui erano stati incisi i punti e le linee dell’ alfabeto Morse, toccandoli con una punta metallica si udivano delle note, che potevano essere amplificate collegando la punta ad un diaframma magnetico. In tal modo incise e riprodusse per la prima volta come suono l’ inizio di una popolare filastrocca :”Mary had a litlle lamb”. 
Nel 1979 T.A. Edison invento’ la “lampadina”; comprendendone il valore commerciale, fondo’ la Edison Electric Light Company, che nel giro di due anni produceva piu’ di 100 mila lampadine all’ anno. 
Edison assieme al suo assistente Nikola Tesla (1856-1943 -fisico americano di origine croata), progetto’ anche le prime centrali elettriche a corrente continua, che entrano in funzione, una a Londra (gennaio 1882) e poi l’ altra a New York (settembre 1992). Tesla entro’ in conflitto con il suo datore di lavoro, perche’ preferi’ progettare centrali elettriche a corrente alternata. Pertanto dette le dimissioni dalla Impresa di Edison e passo’ ad un’ altra societa’ elettrica la Westinghouse, con cui costrui’ e mise in funzione (1991) la prima centrale idroelettrica, convogliando le acque delle cascate del Niagara per azionare motori elettrici, simili a quelli che il fisico piemontese Galileo Ferraris (1847-1897) aveva costruito, sulla base della sua invenzione del “campo magnetico rotante”; invenzione quest’ultima, che fu presentata alla accademia delle Scienze di Torino il 18-Marzo 1888 e che G. Ferraris non volle brevettare perche’ perseguiva l’ idea che la scienza fosse un bene universale. 
In vero ormai le invenzioni tecnologiche sospinte dalla crescita economica della industrializzazione della produzione, sembrano sopravanzare gli sviluppi della scienza pura; al contrario scienza e tecnologia ed economia nell’ epoca moderna divengono sempre piu’ un sistema integrato, dove l’ avanzamento di un fronte coinvolge lo sviluppo dell’ altro e viceversa. 
Una pietra miliare dei fondamenti cognitivi dell’ elettrodinamica e’ da attribuirsi al fisico tedesco Rudolf Henrish Hertz (1857-1894), che il 13 novembre 1886, dimostro’ che era possibile trasmettere onde elettromagneriche a distanza accordando per risonanza le frequenze delle onde elettromagnetiche emesse da generatori. Egli sperimento’ piu’ volte questa possibilita’ con un oscillatore armonico di sua invenzione a distanze di laboratorio ( tra uno e due metri) e tale scoperta e’ stata il fondamento della telegrafia senza fili e della radio inventate in seguito da Guglielmo Marconi. 
L’ elettricita’ fino ad allora, era considerata come fluido di onde elettromagnetiche, ma ancora non si conosceva il fondamento materiale che le generava, fino a che Joseph John Thomson (1856-194 0 -fisico inglese della Universita’ di Cambridge) nel 1897, scopri’ l’ esistenza di una particella sub-atomica di carica negativa, che egli, ricordando il nome dato all’ ambra dagli antichi greci, denomino’ “elettrone”. 
Inizalmente non fu facile credere che l’ atomo che significa “indivisibile” ( dal Greco “a” che indica negazione e temno = tagliare ), fosse ulteriormente scindibile in altre componenti. J.J. Thomson, misurò anche la carica e la massa dell’ elettrone; quest’ ultima risulto’ circa 1800 volte minore di quella del nucleo positivo dell’ Atomo di Idrogeno La scoperta di J. J. Thomson della esistenza di particlle sub-atomiche ( elettroni e nuclei), rappresento’ una rivoluzione scientifica decisiva che fu premessa primaria di un profondo cambiamento del pensiero scientifico nel XX secolo; J. J.Thompson ottenne il premio Nobel per la Fisica nel 1906. 
Sappiamo oggi infatti che la elettricita’ statica e’ causata da correnti superficiali di elettroni su materiali isolanti, mentre quella dinamica e’ generata da insiemi di elettroni che scorrono nelle bande di conduzione dei metalli. Infine le varie tipologie con cui si presentano i fenomeni magnetici, sono imputabili al fatto che gli elettroni come altre particelle si comportano, ruotando su se stesse, come dei piccoli magneti , con un asse di polarizzazione denominato “spin” ( che in inglese significa rotazione). I vari spin degli elettroni possono creare dei campi ( o domini) di magnetizzazione permanente naturale, come nella magnetite (ferrimagnetismo), ovvero magnetizzarsi in presenza di un campo magnetico inducente, come nel ferromagnetismo ( es: Ferro, Nichel, Cobalto) o originare campi indotti deboli e fluttuanti come nel caso delle sostanze paramagnetiche quelle cioe’ che ( come varie sostanze allo stato gassoso), vengono attratte debolmente da un magnete permanente , oppure generare repulsione alla magnetizzazione, ( Diamagnetismo) nel caso in cui le sostanze ( come l’ Alluminio) abbiano gli spin accoppiati a due e due, che pertanto si oppongono alla orientazione indotta dalla magnetizzazione poiche’ l’ uno impedisce all’ alto accoppiato di allinearsi nella direzione del campo magnetico indotto.
Una volta giunti alla comprensione, per merito di J. J.Thomson e di un buon numero di altri scienziati, che gli atomi sono composti da corpuscoli sub-atomici , si capi’ anche che tutti i corpuscoli nel loro movimento di rotazione e vibrazione e traslazione emettono onde elettromagnetiche nello spazio; quest’ ultime possono essere generate appositamente ed anche convogliate da sistemi di ricezione e trasformate in frequenze udibili e visibili da opportuni congegni di trasformazione della energia associata alle vibrazioni delle onde elettromagnetiche. Cio’ e’ quanto comprese Guglielmo Marconi (1874-Bologna- 1937 –Roma), inventore italiano che ottenne il premio Nobel per la Fisica nel 1909, considerato universalmente il padre delle moderne comunicazioni. 
Egli fu un autodidatta, frequento’ a Firenze un istituto tecnico privato, senza conseguire alcun diploma. Fu lettore appassionato di articoli di divulgazione scientifica e conobbe l’ opera di Hertz, cosi’ che entusiasta di tali conoscemze ed intuizioni, volle sperimentare la trasmissione di segnali a distanza. Fece i primi esperimenti del “telegrafo senza fili”, gia’ nel 1894, nelle adiacenze della villa paterna a Pontecchio vicino a Bologna, utilizzado un rele’ connesso ad un martelletto per rendere udibili le vibrazioni. Nel 1995 riusci’ a inviare segnali alla distanza di un chilometro e mezzo. Non riuscendo a trovare chi sostenesse e brevettasse la sua invenzione in Italia, accetto’ il consiglio di sua madre che era Irlandese, di andare a Londra da alcuni parenti. In Inghilterra. Dopo aver dimostrato con successo di saper effettuare trasmissioni telegrafiche senza fili ad una distanza di 15 chilometri, riusci’ a brevettare la sua invenzione in Inghilterra , chiedendo che dal pagamento delle Royalties fosse escusa l’ Italia. 
Nel 1990 fondo’ la Marconi’s Wireless Company ed utilizzando onde lunghe collego’ (1901) in un ponte radio attraverso l’ atlantico il porto di Poldhu in Inghilterra con St. John in Terranova . Dopo di cio’ fu colmato di onori anche in Italia , gli fu conferita la laurea Honoris causa ed in seguito gli fu attribuita la prima Presidenza del Consiglio Nazionale della Ricerche Italiano. 
Concludendo........
questa traccia storico-scientifica, viene spontanea una riflessione. Proprio oggi, mentre stiamo per augurarci una buona fine ed un buon principio dell’ anno 2000, con i nostri GSM e con i computer in internet, .. o semplicemente a voce,.. sappiamo che avanzano le ricerche sullo sviluppo di materiali superconduttori di elettricita’, gli studi sulla inversione del campo elettromagnetico per ottenere lievitazione magnetica, cosi’ come le indagini sul bio-magnetismo e la struttura del DNA , ecc.. ecc.. comprendiamo pertanto che tali studi porteranno a nuove scoperte e nuove invenzioni, che dovremo essere in grado di comprendere, anche per controllarne come cittadini del mondo coscientemente il loro sviluppo. 
Quindi e’ opportuno comprendere a fondo l’ importanza di essere studiosi motivati a conoscere per capire la natura ed apprendere la scienza; da cio’ l’ esigenza di non limitasi ad un comportamento di quegli studenti che si dimostrano piu’ consoni a ripetere passivamente la lezione, solo per superare gli esami o prendere un buon voto alle interrogazioni. Infatti e’ importante conoscere il profilo della storia della elettricita’ e del magnetismo, non tanto per ripeterla nozionisticamente a pappagallo, ma per rielaborarla anche al fine di realizzare degli ipertesti da divulgare in rete, in quanto le conoscenze divengono utili solo se al contempo, terremo sempre ben presente che, pur essendo passato ormai un secolo dall’ epoca in cui Marconi invento’ la Radio, molto e’ ancora da comprendere e da sviluppare per la scienza e la tecnologia del prossimo millennio, quello che sara’ creativamente costruito da quegli e quelle di voi che saranno preparati motivati ed appagati per essere i protagonisti del proprio futuro. 

FINE TABELLA 3

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