TABELLA I
( dall'anno 5.000.000 all'anno 3500 a. C - 178 pagine )
TABELLA II
( dall'anno 3500 al 550 a.C. - 133 pagine )
TABELLA III
( dall'anno 550 a.C. al 1180 d.C. - 137 pagine )
TABELLA IV
( dall'anno 1202 - al 1598 - 141 pagine )
TABELLA V
( dall'anno 1600 al 1737 - 180 pagine )
TABELLA VI
( dall'anno 1738 al 1795 - 152 pagine )
TABELLA VII
( dall'anno 1796 al 1830 - 149 pagine )
TABELLA VIII
( dall'anno 1830 al 1848 - 134 pagine )
TABELLA IX
( dall'anno 1850 al 1868 - 143 pagine
TABELLA X
( dall'anno 1869 al 1885 - 154 pagine )
TABELLA XI
( dall'anno 1885 al 1899 - 155 pagine )
TABELLA XII
( dall'anno 1900 al 1915 - 165 pagine )
TABELLA XIII
( dall'anno 1916 al 2004 - 285 pagine )

TABELLA 4
( dall'anno 1202 - al 1598 )

NUMERI - CARBONE - TIMONE - LENTI - OCCHIALI - MARTINETTO - TAVOLE ALFONSINE - POSTA - MARCO POLO IN CINA - FILATOIO A RUOTA - ACIDO SOLFORICO - LA COMETA DI GIOTTO - OROLOGIO MECCANICO - COLORI A OLIO - PROSPETTIVA - ARTIGLIERIA - CARTE DA GIOCO - CAMBIALE - BOMBARDA - MORTAIO - OBICE - CANNONE - BOMBE - GRANATE - BOMBE A MANO - ( BOMBE AEREE - BOMBA ATOMICA - BOMBA IDROGENO - BOMBA VOLANTE - BOMBARDIERI )- ARCHIBUGIO - STAMPA - STAMPA A COLORI - ROTATIVA - LINOTYPE - FOTOCOMPOSIZIONE - INCHIOSTRO - CARILLON - CATENE - CAPO DI BUONA SPERANZA - NUOVO MONDO - DECLINAZIONE MAGNETICA - SFILIDE - AFRICA DOPPIATA - VARTA VETRATA - PROTESI - ARTI ARTIFICIALI - FEMORE ARTIFICIALE - SCOPERTA DELL'AMERICA - AMERIGO VESPUCCI - VOCABOLARIO - ENCICLOPEDIA - DIZIONARIO - DRAGA - MARI DEL SUD - FLORIDA - XILOGRAFIA - ACQUAFORTE - MESSICO - MAYA- TOLTECHI - ATZECHI - CIRCUMNAVIGAZIONE DELLA TERRA - PERU' - INCAS - PISTOLA - RICOLTELLA - COLT - REVOLVER - MISSISSIPI - RIO DEGLI AMAZZONI - SISTEMA ELIOCENTRICO - NUOVA ANATOMIA - TAVOLE PLANETARIE - TROMBA D'EUSTACHIO - PASSAGGIO A NORD EST - MINERALOGIA - TABACCO - ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE - MOSCHETTO - MATITA - PLANISFERO TERRESTRE - ATLANTE - PLANISFERO MERCATORE - STELLE SUPENOVE - COMETE - PREFABBRICATI - EDILIZIA MODULARE - TERRA DEL FUOCO - STRETTO DI DRAKE - PENDOLO - SIBERIA - CALENDARIO GREGORIANO - WATER A SIFONE - FRAZIONI DECIMALI - IDROSTATICA - NICOTINA - PIPA - SIGARETTA - MARTINETTO - CADUTA DEI CORPI - MACCHINA MAGLIERIA - MICROSCOPIO - CANNOCCHIALE - TELESCOPIO SPAZIALE - TERMOMETRO - PRESSIONE ATMOSFERICA - BAROMETRO - TERMOMETRO A MERCURIO - SCALA FAHRENHEIT - SCALA CELSIUS - TERMOMETRO CLINICO - TERMOMETRO ASSOLUTO - ARCHEOLOGIA - POMPEI - PI GRECO - ALCHIMIA MEDIEVALE - GIORNALE - GAZZETTA - QUOTIDIANO - PERIODICO -

ANNO 1202

____ NUMERI - arabi - Nozione matematica di primaria importanza, furono introdotti, più o meno consapevolmente, fin dall'antichità al fine di poter operare su quantità di elementi costituenti insiemi o su quantità esprimenti misure di entità materiali. La prima numerazione scritta risale al 3500 a.C. presso i Sumeri, in Mesopotamia. La numerazione posizionale attuale, con nove cifre e lo zero, è stata elaborata in India intorno al V secolo d.C., ma da come vediamo in tabella il decimale non era sconosciuto agli egiziani, ai babilonesi, ai cinesi e persino ai maya.
I numeri presso i Greci, come già presso i Fenici, venivano espressi con le lettere attribuendo loro il valore corrispondente al posto occupato nell'ordine alfabetico (alfa = 1, beta = 2, gamma = 3 ecc.). Le lettere usate come numeri erano fatte seguire da una specie di apostrofo. Solo i Romani usarono per la numerazione segni speciali diversi dalle lettere dell'alfabeto; ma la fortuna di questi caratteri venne meno nel Medio Evo quando i primi Europei, traducendo le opere matematiche orientali, adottarono anche il modo di rappresentare i numeri, che presero perciò il nome di cifre arabiche.
La prima esposizione è del matematico indiano Brahmagupta nel VII secolo d.C. Furono poi gli Arabi - con il matematico Muhammad ibn Al-Khwarizimi (780-850) - durante la loro dominazione a utilizzarli e a importare le cifre e i procedimenti di calcolo dall'India (come concetto ma non come scrittura) dove il sistema decimale era applicato fin dal 500 d.C., mentre i segni numerali da 1 a 9 erano noti già nel Ill secolo a.C.
I numeri arabi occidentali, detti « ghubar » (che ebbero diversa scrittura da quelli dei Paesi arabi orientali), furono poi introdotti con la dominazione musulmana in Spagna e da qui verso il Mille si diffusero negli altri Paesi dell'Europa. In Italia e nell'Europa medioevale furono diffusi da Leonardo Fibonacci (1170-1230), con il suo trattato "Liber abaci" pubblicato alla data riportata sopra (1202). Essendo notoriamente "usati" dagli arabi, impropriamente si chiamarono "numeri arabi", invece la scrittura vera e propria era quella indiana. Da notare che i Maya utilizzavano già la numerazione decimale, con una singolarità: sono espressi in due modi, come i cinesi, perfino più elegantemente: in punti e linee (vedi immagine sopra)
L'arabo Muhammad ibn Al-Khwarizimi già intorno all'810 utilizzando i "numeri indiani", divenuti "arabi", aveva già scritto un libro di matematica coniando un termine che in italiano divenne "algebra". (per altri notizie vedi anche "abaco" anno 5000 a.C.)
ANNO 1228
____ CARBONE - L'uso del carbone iniziò in Inghilterra, per un motivo molto semplice: per avere legna per il riscaldamento ma soprattutto per alimentare i forni delle numerose fonderie che erano sorte a partire dall'anno 1000. Gli inglesi avevano ormai disboscato l'intera isola; il poco legname che era ancora disponibile aveva raggiunto prezzi esorbitanti. Bisognava quindi trovare delle alternative, e queste potevano venire solo nell'utilizzare il carbone. Non era una cosa nuova, l'uso di questi sassi neri, lucenti (ne parla anche Marco Polo nel suo "Il Milione") che bruciavano quasi meglio della legna, in Cina fin dall'anno 1000 a.C. era conosciuto. Tuttavia non si era mai diffuso in occidente, nè mai alcuno si mise a scavare per cercare il carbone fossile. Del resto non era poi tanto facile trovare dei giacimenti di carbone nè a cielo aperto nè tantomeno nel sottosuolo, non tutti i Paesi avevano questi giacimenti derivanti dalla naturale e progressiva decomposizione di antiche foreste. Spinti dalla necessità gli inglesi - si diedero da fare e scoprirono un giacimento nella zona nord orientale dell'isola - presso Newcastle - dove il carbone si trovava quasi in superficie, ma ben presto anche questi naturali giacimenti alla luce del sole, si esaurirono. Se l'Inghilterra voleva trovarlo doveva scavare nel sottosuolo; fu così creata nel 1228 la prima miniera di carbon fossile proprio a Newcastle. Iniziava da quel momento una nuova era che avrebbe portato l'inghilterra a sviluppare le sue fonderie, le sue acciaierie, e a far nascere l'era delle macchine. All'inizio fu proprio il carbone il principale combustibile per generare vapore, e a far nascere le ferrovie, e in seguito fu ancora il carbone a far funzionare le centrali termoelettriche per generare elettricità. Un processo che finirà per caratterizzare storicamente l'Inghilterra con quel processo di trasformazione economica che va sotto il nome di "rivoluzione industriale". (vedi "carbone coke" anno 1640)
ANNO 1241
____ TIMONE - In occidente - nonostante tante migliorie apportate negli scafi dai Fenici, dai Greci e dai Romani - per governare una nave vi era un solo modo: quello di avere una specie di grande remo sul retro dello scafo, manovrato costantemente da uno o più addetti, che volgendolo da una parte all'altra deviava la traiettoria della nave oppure tenendolo fermo manteneva la direzione della rotta che impartiva il capitano. Gli Arabi grandi navigatori non solo del Mediterraneo, avevano durante la loro dominazione marittima inventato un altro sistema, quello di costruire un "timone" incernierato sul dritto di poppa manovrabile all'interno della stessa nave. Anche questa novità gli europei la scoprirono nel corso delle Crociate. Era questo il noto periodo delle storiche repubbliche marinare, ma più potenti di queste era la federazione commerciale che era nata nei mari del nord col nome di "Lega anseatica". E furono proprio alcune navi della federazione ad utilizzare per primi nelle loro navi il "timone". In seguito tutte le nuove navi si adeguarono.
ANNO 1249
____ LENTI - Hanno un origine molto incerta; alcuni fanno risalire l'invenzione ai Cinesi della Mongolia. Risalendo nella storia, noi sappiamo come Nerone, essendo miope, si servisse di un occhialino di smeraldo, per osservare nell'anfitetaro gli spettacoli dei gladiatori. Il principio delle lenti è legato alla struttura delle funzioni dell'occhio e quando questo ha dei difetti il rimedio sono gli espedienti ottici. Se gli occhi sono miopi, l'immagine si forma davanti alla retina, ed allora si usano lenti che hanno per effetto di rimuoverla fino alla retina; se invece gli occhi sono presbiti, ed in conseguenza l'immagine si forma dietro alla retina, si adoperano delle lenti che hanno l'effetto di far avanzare l'immagine fino alla retina stessa.

____ OCCHIALI - Con le nuove tecnologie della fusione del vetro, il calcio fu sostituito dal piombo, il sodio dal potassio. Si ottennero cristalli di alta qualità e furono questi che permisero di ottenere un vetro "ottico" usato per lenti e prismi. Ne parla l'inglese Roger Bacon (1220-1292) nel 1249 accennando ad una specie di occhiali con "lenti convesse" per far migliorare la vista ai presbiti. Sembra che la notizia provenisse dalla Cina ma testi cinesi successivi affermano che un tipo di occhiali furono importati nel XIV secolo da missionari italiani. A realizzarne un prototipo in Europa nel 1270 alcuni testi lo attribuiscono a un frate di Pisa, Alessandro della Spina; altri lo attribuiscono a Salvino degli Armati di Firenze nell'anno 1278. Sappiamo da un codice fiorentino che in un discorso pronunciato dal Pergamo di Santa Maria Novella nel 1306, frate Giovanni da Rivalto disse fra l'altro "...Non è ancor vent'anni che si trovò l'arte di far gli occhiali che fanno veder bene...". Ma alcuni affermano che l'arte di costruire buone lenti fosse già conosciuta nel XII secolo dai veneziani, i più grandi esperti in Europa dell'arte vetraria.
Mentre i primi occhiali per miopi li si attribuisce all'umanista tedesco Nicola Cusano (1401-1464) nell'anno 1450, che usò un tipo di lenti appena inventate: cioè concave, che in sostanza sono lenti più sottili al centro rispetto ai margini. Le convesse erano invece all'incontrario. La popolazione con entrambi i due difetti della vista era molta, moltissima nell'età matura, quindi la diffusione degli occhiali si diffuse prestissimo soprattuto fra i ceti benestanti. (vedi poi "microscopio" e "cannocchiale" anno 1590 )

Una curiosità:
nel 1727 l'ottico inglese Edward Scarlett inventa la montatura con le stanghette per gli occhiali, che fino a questo momento venivano portati a "pince-nez".

____ MARTINETTO - Inventato per sollevare pesi inizia ad essere usato in questo periodo realizzato dal francese Villard de Honnecourt. Ovviamente erano azionati a mano, mentre oggi pur con la stessa tecnica funzionano con un motore elettrico.
ANNO 1283
____ OROLOGIO A SCAPPAMENTO - Nel monastero inglese di Dunstable compare il primo orologio meccanico a scappamento (a ruote dentate ingranate fra loro per la trasmissione del moto). Non ha né quadrante né lancette, segna il tempo suonando le ore.
ANNO 1252
____ TAVOLE ALFONSINE - Fino a questa data, le tavole planetarie di Tolomeo realizzate nel II secolo d.C. erano quelle universalmente accettate; che qualcosa non andasse lo dissero alcuni astronomi spagnoli della corte di Alfonso X di Castiglia, e amante anche lui di astronomia, volle finanziare l'impresa di creare nuove carte. Non si fidò molto dei suoi astronomi, e chiamo a redigerle Alfonso il Saggio; ci fu qualche miglioramento, ma basandosi ancora sul geocentrismo tolemaico gli errori furono identici. Passarono comunque alla storia come le "Tavole Alfonsine".
ANNO 1290
____ POSTA - Il trasporto dei messaggi era sempre esistito da tempi immemorabili, e avvenivano tramite funzionari dei vari governi. Ma un vero e proprio servizio postale privato, usufruibile da tutti, fu quello organizzato da un italiano, il bergamasco Omodeo Tasso, nel 1290, che appaltò il servizio di trasporto di messaggi nei principali stati europei. Ma una vera posta regolare nei propri domini fu istituita nel 1361 da Galeazzo II Visconti. Tutti quelle successive si basarono su qusta anche se con rudimentali mezzi più o meno organizzati, spesso abbinati ad altri servizi che potevano essere privati o dello stato. Bisognerà attendere i primi anni del 1600 per vedere il recapito della corrispondenza con un tipo di organizzazione che iniziò ad usare le cosiddette "diligenze" ("carrosse de diligence" "vetture di fretta" - "dilligere" significa anche "separare" ma anche cosa fatta con "sollecitazione e sicurezza") per il rapido trasporto contemporaneo della posta e dei passeggeri. In moltissimi casi queste ditte erano private ma in alcuni casi in modo rudimentale erano anche governative.
L'organizzazione di vere poste governative nacque poi in Inghilterra, quando nella grande Riforma postale voluta da Rowland Hill, questi iniziò il servizio il 5 dicembre 1839 con una novità: il "francobollo". In Italia quasi tutti gli staterelli che allora si dividevano la penisola introdussero pure loro francobolli e tariffe uniformi tra il 1850 e il 1852: il 1º giugno 1850 il Regno Lombardo-Veneto, in contemporanea con l'Austria-Ungheria; il 1º gennaio 1851 il Regno di Sardegna; il 1º aprile dello stesso anno il Granducato di Toscana; il 1º gennaio 1852 lo Stato della Chiesa e il 1º giugno dello stesso anno i ducati di Parma e di Modena. Nel Regno delle due Sicilie le novità postali arrivarono solo molto più tardi; il 1º gennaio 1858 nei domini «di qua dal faro» (Campania, Abruzzo, Puglie, Calabria e Basilicata), e un anno dopo, in Sicilia. (vedi anche "francobollo" anno 1840) (e vedi anche la storia delle "diligenze" anno 1620)
ANNO 1298
____ MARCO POLO - La data sopra è l'anno in cui fu pubblicato "Il Milione", che ebbe molto successo ma fu accolto anche con molto scetticismo. Tutto era iniziato nel 1260 quando due fratelli, Niccolò e Matteo Polo, ricchi mercanti veneziani, intrapresero un primo viaggio commerciale dall'Europa alla Cina e tornarono in patria nel 1269. Nel 1275 ne effettuarono un altro portandosi dietro Marco (1254-1324), figlio poco più che ventenne di Niccolò. Giunsero fino alla Cina Settentrionale, lì c'era la capitale presso Pechino, lì la residenza imperiale del Kublai Khan. Marco vi rimase per circa venti anni. Nel suo soggiorno aveva imparato la lingua, imparò a conoscere il paese in numerosi viaggi intrapresi al servizio del Gran Khan, che lo condussero attraverso la immmensa pianura cinese nello Sciansi e verso il lontano Iunnan, e persino in Birmania e in Cocincina. Per tre anni fu governatore di una città. Viaggiò e osservò tutto con grande coscienziosità. Darà col suo libro una chiara rappresentazione della Cina e dei Cinesi, anche se nel riportare alcune cifre, le sue valutazioni sulle distanze farà sembrare agli europei una Cina molto più grande di quella che era, per aver spinto troppo avanti i confini orientali. Tuttavia nel leggere le tante descrizioni di quel mondo - la popolazione, la ricchezza, la tecnologia, l'organizzazione statale e tutte le amenità di una società civile qual'era allora la Cina e la Persia, il lettore rivive in certi momenti il mondo delle Mille e una Notte, e pare quasi di respirare l'aria densa di vapori e di esalzioni delle città orientali; quasi ognuno di noi è preso dal desiderio di quelle remote lontananze, meta meravigliosa per i sognatori europei. Marco Polo ritornò a Venezia nel 1295, in un momento critico, e si trovò invischiato in una sfortunata guerra marittima di Venezia contro Genova. Venne fatto prigioniero, e mentre si trovava in carcere, iniziò a dettare le sue memorie. Dove fu poco credibile è quando riferisce alcune terre che non aveva mai avuto occasione di vedere di persona, e la fantasticheria in certe narrazioni prese il sopravvento, rendendo incredibile anche ciò che invece era vero. Tuttavia il viaggio di Marco Polo aprì la strada ai traffici con l'Estremo Oriente e spalancò una porta per la quale commercianti e missionari poterono giungere in Cina. Tutti costoro nei successivi anni hanno lasciato dei libri più o meno interessanti per la conoscenza geografica di un mondo che fino allora era poco conosciuto.
____ FILATOIO A RUOTA - Il metodo per filare era rimasto ancora alla semplice rocca. La fibra prima veniva ridotta dallo stoppino in filo manualmente con le due dita pollice e indice, veniva posto sulla rocca per formare un filo ritorto facendo girare il fuso. Era un lavoro lento, affidato quasi sempre alle donne, e da ogni operazione si ottenevano poche spanne di filo. Un sistema rivoluzionario venne dall'Oriente, alcuni dicono dalla Cina altri dall'India. Consisteva in una grossa ruota fatta girare all'inizio con una manovella. La ruota era collegata tramite una cinghia al fuso, la prima faceva girare il secondo. Fu il primo esempio di "Trasmissione a cinghia". Un processo molto rapido che fece aumentare la produzione del filato, moltiplicare i telai degli artigiani e quindi abbassare i prezzi dei tessuti.
In seguito il "molinello per filare" fu fatto funzionare a pedali, sembra progettato da Leonardo, che inventò anche un fuso ad alette. Un sistema che poi fu in seguito adottato anche nelle macchine moderne (per quelli moderni che hanno rivoluzionato l'industria tessile vi rimandiamo all'anno 1769 "Filatoio meccanico" e "Filatorio Jenny")
ANNO 1300
____ ACIDO SOLFORICO - Dopo il primo acido, quello acetico realizzato dal famoso Gerber (vedi anno 750), un altro alchimista volendolo emulare, e forse per avere una fama di riflesso, assunse il suo nome come pseudonimo o chissà per quali altre ragioni; si firmò "Gerber" e di lui non sappiamo quasi nulla (per distinguerlo dal primo lo si indica "Falso Gerber"). Eppure aveva fatto una delle più grandi scoperte alchimistiche descrivendo questo acido inodore, incolore, di consistenza oleosa, che attacca tutti i metalli a eccezione di oro e platino. Ebbe da allora grandissima importanza industriale e lo si usa ancora oggi nelle industrie di fertilizzanti, coloranti, esplosivi, raffinazione di benzine. (prosegui con l'anno 1597 "alchimia medevale")
ANNO 1301
____ LA COMETA DI GIOTTO (HALLEY) - Nacque quest'anno la leggenda della Cometa di Betlemme che la tradizione a partire da questa data la indica come la Cometa della Natività. Prima di allora non vi era stato mai un accenno a questo fenomeno celeste. Tutta la storia della cometa nasce da un quadro di Giotto, che nel 1301 alla Cappella degli Scrovegni; accanto alla Natività, dipinge l'Epifania e inserisce sopra la capanna una cometa; per un motivo molto semplice, realistico, contemporaneo al suo tempo, infatti proprio in quell'anno 1301, a Dicembre, poco prima della data della tradizionale natività, apparve in cielo la famosa cometa di Halley (allora molto luminosa e appariscente) e che continuò a risplendere in cielo anche nei primi giorni di gennaio del 1302; un fenomeno celeste che nulla ha però a che vedere con la famosa data della nascita di Gesù Cristo, e che oggi con la ricostruzione computerizzata dei movimenti celesti, sappiamo che la Halley era comparsa 66 anni prima della nascita di Cristo, e ricomparve poi nell'anno 10 d.C. Del resto il racconto sulla Natività ci narra solo ciò che scrisse Matteo quando nel suo Vangelo parla di una grande stella luminosa in cielo. Ma si trattò più semplicemente della congiunzione tra Giove e Saturno, che per diffrazione della luce (5 volte di piu' della somma delle due sorgenti luminose prese singolarmente) appare in cielo quasi come una unica stella; un fenomeno che avviene ogni 854 anni. Non era insomma una cometa! Poi fu l'astronomo inglese Edmund Halley (1656-1742) a determinare i calcoli delle orbita delle comete, e in particolare quella che pur non potendola più vedere ritornare (l'aveva infatti vista nell'apparizione del 1682) porterà poi il suo nome. Cometa che ricompare ogni circa 76 anni e qualche mese. Halley, dopo aver vista in gioventù, iniziò a sfogliare tutti quei libri di antiche storie che parlavano di comete. Dalle caratteristiche fatte dai narratori, riuscì a capire che erano sempre le stesse. Iniziò così lo studio sistematico di questi particolari corpi celesti che secondo le leggende erano portatrici di sventure, ma anche segni divini per purificare il pianeta. I calcoli Halley previdero che la cometa sarebbe ricomparsa in cielo nel 1758. Cosa che 16 anni dopo la sua morte puntualmente avvenne casualmente proprio nei giorni di Natale di quell'anno ma anche nei successivi giorni del gennaio 1759. Ovviamente gli astronomi in attesa, per loro quella era la cometa di Halley, e tale nome rimase. Mentre per i credenti quella era la conferma che era la cometa della divinità, non prestando nessuna attenzione ai calcoli.
ANNO 1335
____ OROLOGIO MECCANICO - I primi, antenati della successiva "pendola" casalinga furono costruiti intorno a questa data. Si abbandonò il vecchio movimento azionato dall'acqua e si impiegarono dei pesi applicati a una catena o a un fune; i pesi per la forza d'attrazione verso il basso, provocavano lo svolgimento della fune e la rotazione di un tamburo; questo con una serie di ruote dentate ( e altri congegni, quali lo "scappamento", "bilancere" ecc.) metteva in azione le lancette che su un quadrante indicavano le ore. Si trovò anche un sistema che quando la sfera piccola e la grande indicavano l'ora, una campanella suonava. L'idea piacque ai religiosi (si ha notizia che questa novità nacque proprio dentro un monastero - vedi anno 1283 ); iniziarono a costruire grandi orologi sui campanili dotati di una campana sulla quale un martelletto batteva le ore. Nel 1335 ne fu costruito uno a Milano offrendo così ai milanesi con i rintocchi della campana la prima percezione del tempo. Nel 1389 la cattedrale di Ruen, ne allestì un altro nel suo campanile con due martelletti e due campane una piccola e una grande, che battevano non soltanto le ore ma anche i quarti. (vedi "orologio" anno 270 a.C. con i vari modelli)
ANNO 1430
____ COLORI A OLIO - L'uso di questi particolari colori, come invenzione sono attribuiti ai due fratelli pittori fiamminghi, Jan e Herbert van Eyck (1390-1441).
ANNO 1436
____ PROSPETTIVA - La prospettiva insegna a rappresentare figure ed oggetti su un piano in modo da conservargli lo stesso aspetto che hanno quando sono guardati nella realtà. Disegnare un oggetto in prospettiva significa perciò rappresentarlo nello stesso modo in cui esso appare ad un osservatore che lo esamina da un punto determinato. Nella visione diretta di un oggetto tridimensionale si può infatti costatare che le linee orizzontali che corrono parallele o inclinate rispetto alla direzione di ossservazione, sia affiancate che sovrapposte, appaiono sempre convergenti (classico esempio nell'osservare dei binari). Nella pittura per tutto il medioevo dalle varie botteghe furono tramandate forme empiriche di rappresentazione prospettica. Dal punto di vista della ricerca di un metodo scientifico per la rappresentazione piana della profondità spaziale, la storia della prospettiva inizia col Rinascimento, a Firenze, agli inizi del Quattrocento. L'inventore del metodo della corretta costruzione prospettica fu Brunelleschi. Il suo metodo di riduzione prospettica con punto di fuga, fu codificato nel 1453, da Leon Battista Alberti (1404-1472) nel suo trattato "De Pictura", non a caso dedicato a Brunelleschi, e che trattò con scrupolosità matematica che costituiva una perfetta fusione tra scienza e arte e corrispondeva in pieno alla volontà razionalizzatrice del Rinascimento. Questo metodo si rivelò il precursore della "geometria proiettiva" che venne sviluppata quattro più tardi.
ANNO 1439
____ ARTIGLIERIA (vedi più avanti - anno 1453 "Cannone").
ANNO 1440
____ CARTE DA GIOCO - Il gioco delle carte era già antichissimo, il Cina sono presenti durante la dinastia Liao, nel 950 a.C.; anche se hanno poca somiglianza con quelle Europee, erano già stampate su cartoncini in serie. Le carte classiche le "numerali", sono originarie della Provenza e compaiono e si diffondono nel resto d'Europa intorno al 1200 sembra importate dagli Arabi. Probabilmente erano già utilizzate per i giochi d'azzardo, visto che nel 1277 a Firenze il gioco delle carte fu interdetto. Altri bandi proibitivi sono registrati nel 1400 in Francia, Germania, Svizzera, Olanda. Nello stesso periodo compaiono i "tarocchi". Il giuoco italiano dei tarocchi precede quello tutto francese che nella tradizione si racconta essere stato inventato da Gaetano Vignoles detto La Hire e ha infatti tutti i caratteri del regno di Carlo VIII. Queste carte andarono sotto quattro colori o semi, cioè quadri, fiori, picche e cuori, inoltre rappresentavano varie figure allegoriche, tratte dall'antica storia, a cui poi si sostituirono re, cavalieri, dame. Nelle carte italiane invece prevalsero i segni dei denari, delle coppe, dei bastoni e delle spade; si vuole che simboleggiassero i denari i mercanti, le coppe il clero, i bastoni la plebe, le spade i nobili e i cavalieri. L'asso dicono fosse il simbolo dello stipendio dei soldati.
Da tutte queste carte - con alcune modifiche- presero origine nelle varie regioni le attuali, variando anche il gioco locale, con il tressette (era questo il giuco della buona società, che poi passò nelle taverne), la briscola (detta anche Percossa, Bussa), la scopa (originato dal fatto che chi vince si prende tutte o la massima parte delle carte, che sono in tavola "scopandola".

____ CAMBIALE - Una lettera contenente ordine di pagamento di una somma, era già usata dai commercianti arabi (che in fatto di transizioni bancarie erano piuttosto avanti nell'VIII e XI secolo - loro ad inventare lo che-kè (cheque-assegno), e le banche perfino a Canton in Cina con i relativi depositi bancari). Più tardi la "lettera" fu usata anche dai mercanti veneti nel XII secolo nel periodo delle crociate quando accaparrandosi i porti in Medio Oriente, probabilmente lì la scoprirono. Ma un vero e proprio "pagherò", viene attribuita a Francesco di Marco Tadini, mercante di Prato.
ANNO 1453
____ BOMBARDA (vedi sotto)
____ MORTAIO (vedi sotto)
____ OBICE (vedi sotto)
____CANNONE - Utilizzando la polvere da sparo cinese da tempo conosciuta, fu inizialmente inventata nel XIII secolo la "BOMBARDA", una rudimentale bocca di fuoco, poggiante prima su un affusto su cassa, poi con affusto su ruote per poterlo muovere dove occorreva; lanciava palle di pietra o di metallo con nella culatta una retrocarica di polvere. Con la tecnologia della metallurgia (ghisa e bronzo) fu realizzato una canna massiccia dando vita al vero e proprio cannone. La canna permetteva alla gittata dei proietti grande velocità, una più precisa direzione e con la traiettoria "a tiro arcuato" erano più adatti a colpire obiettivi lontani non visibili, soprattutto in presenza di colline (curiosamente le bombarde - col nome di "mortaio" o "obice" tornarono di moda e furono usate durante la prima guerra mondiale sul fronte austro-ungarico, essendosi svolta principalmente il conflitto nella accidentata catena alpina).
Alcuni storici affermano che quello che si può definire già un vero cannone fu usato da Edoardo III d'Inghilterra quando entrò in guerra nel 1337 combattento nella battaglia del 26 agosto a Crecy. Erano questi ancora grezzi, primitivi, ma la tecnologia di quest'arma rivelatasi allora subito possente era ormai tracciata; l'evoluzione del cannone fu inarrestabile sia presso l'esercito inglese come in quello francese. In quest'ultimo fu Carlo VII nel 1439 a voler creare uno specifico reparto di "artiglieria". Nel farlo ingaggiò due fratelli Jean e Gaspard Bureau per dotare questa nuova unità di cannoni e proietti migliori, oltre che preparare specialisti. Una volta concluso l'allestimento, impiegati i reparti sul campo, si vide ben presto che la cavalleria era diventata più soltanto un'arma ausiliara. Ed anche gli arcieri inglesi (fino allora un vanto)- che di solito erano impegnati negli assedi - di fronte ai risultati che otteneva l'artiglieria con il bombardamento - furono anch'essi relegati ad essere un'arma ausiliaria. Gli arcieri dopo le armi da fuoco sopravvissero ma rimasero un simbolo coriografico, e lo sono ancora oggi: "Arcieri della Regina".
Con delle migliorie nella canna e nei proietti, i cannoni dell'artiglieria furono impiegati massicciamente nel 1453 sempre verso la fine della guerra dei cent'anni (che i francesi vinsero), usando le ....
____ BOMBE ... che non erano più palle di pietra o di metallo (chiamati "proietti") ma cilindri metallici cavi riempiti nomalmente di salnitro e zolfo. Il lancio avveniva dopo aver acceso una miccia e dopo aver sistemata la bomba nella canna del mortaio. Una operazione piuttosto pericolosa per chi la doveva eseguire. In seguito la miccia fu sostituita dalla spoletta (alcune poste dietro la bomba altre poste davanti), che con la sua carica lanciava la bomba senza correre il rischio di farla esplodere nel momento del lancio. Più tardi si fece uso di un'altra spoletta sulla punta che faceva esplodere il proiettile solo nell'impatto innescando così la vera e propria esplosione con risultati devastanti sull'obiettivo.
Ancora più devastanti furono poi le...
____ GRANATE - un tipo di bomba inventata nel 1803 dal colonnello inglese Henry Shrapnel. Quando esplodevano le "shrapnel", poco prima del vero e proprio bersaglio, contenendo all'interno frammenti di ferro o piccole palle, queste colpivano un vasto raggio uccidendo quanti si trovavano in questo raggio. Con lo stesso sistema si costruirono in seguito, granate incendiarie, oppure contenente micidiali sostanze chimiche, quali i gas asfissianti. Per quanto riguarda il cannone, anche questo fu perfezionato e per dare maggiore precisione alla traiettoria del proiettile all'interno della canna furono praticate delle scanalature elicoidali; la granata non era più sospinta nell'aria, ma gli si avvitava nell'aria mantenendo una più corretta traiettoria.
I primi cannoni in acciao fuso, con canne scanalate e vivoli di volata, molto resistenti furono realizzati dalla acciaierie Krupp in Germania nel 1847.
____ BOMBE A MANO - Dalle grosse bombe dei cannoni alle piccole bombe da affidare al singolo soldato il passo fu brevissimo. Nel XVI secolo già esistevano piccoli contenitori di metallo riempiti di polvere nera. Ma un massiccio impiego di quest'arma con innesco a miccia (bisognava quindi accenderla) fu fatto durante la guerra fratricida di secessione americana. La perfezione della bomba a mano si raggiunse verso la fine della Grande Guerra, nel 1917, quando un inglese John Mills ne inventò una con un dispositivo di sicurezza (prima di lanciarla veniva tolta una linguetta, dopo alcuni secondi necessari al lancio, una sostanza chimica -fino allora tenuta separata dalla linguetta- si unisce innescando lo scoppio. Ovviamente occorre essere tempestivi per non vedersela scoppiare nelle mani o fra i piedi). Le prime erano molto semplici, con un rivestimento di lamiera di alluminio: fanno un gran botto e solo qualche danno: seguirono poi quelle corazzate, con un involucro di metallo fuso, con una superficie a diamante; le schegge che si disseminano attorno sono micidiali per più persone se si trovano nel raggio dell'esplosione.
____ BOMBE AEREE - A inziare il bombardamento dall'alto furono gli austriaci nella famosa resistenza di Venezia nel 1849. Utilizzarono palloni aerostatici caricati con delle rudimentali bombe a miccia. Mentre le prime lanciate dai primissimi aerei, furono gli italiani che parteciparono alle operazioni della Guerra in Libia, nel 1911. Erano anche queste bombe rudimentali, contenitori che contenevano nitroglicerina, un esplosivo che detona con il semplice impatto a terra. Sono pericolose anche nel semplice trasporto.
Utilizzando altri esplosivi più sicuri nel trasporto, furono realizzate quelle a "caduta". Cilindri cavi con un congegno d'innesco: una capsula a una estremità con la funzione di detonatore, e all'altra estremità il percussore e le alette per stabilizzarle nella caduta dopo averle sganciate da alcune migliaia di metri di altezza. Dentro il cilindro - come quantità, da un Kg fino a 10 t. - vi sono vari tipi di esplosivi: a scoppio ritardato (al TNT); penetranti; incendiarie come quelle al Napalm o al fosforo bianco o alla termite; lacrimogeni o asfissianti; oppure caricate con varie altre sostanze chimiche. Quelle incendiarie usate dagli anglo-americani nell'ultima guerra mondiale, incenerirono in Germania la città di Dresda e trasformò in torce umane tutti i suoi 200.000 abitanti. Quelle usate in Vietnam contenevano invece un semplice concime fogliare, micidiale però perchè aveva la proprietà di defogliare il brevissimo tempo intere foreste dove si svolgeva la guerriglia; e per questo dette "defoglianti".
Infine ci sono le bombe a "reazione nucleare" altamente distruttiva, detta anche....
_____ BOMBA ATOMICA - Impiegano energia di fissione (le bombe A), oppure energia di fusione nucleare dell'idrogeno (le bombe H).
Nella prima bomba (la A a fissione) si impiega come materiale fissionabile l'uranio (235) o il plutonio (239). L'innesco lo si ottiene collocando due masse critiche fissionabili (ognuna delle quali sotto un valore inferiore a quello critico, la reazione esplosiva non ha luogo). Il decorso esplosivo di entrambe liberano rapidissimamente enormi quantità di energia, con effetti devastanti. Tale potenza distruttiva si misura in kiloton, cioè in migliaia di tonnellate di TNT (circa 20.000). Impiegando uranio fu quella lanciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima. Impiegando plutonio fu quella lanciata tre giorni dopo, il 9 agosto, su Nagasaki. Entrambe le due città assieme ai rispettivi abitanti (oltre 200.000) furono incenerite.
_____ BOMBA IDROGENO - La seconda bomba (la H, a fusione, detta anche termonucleare) utilizza l'energia sviluppata nel corso della reazione di fusione di nuclei di idrogeno con formazione di nuclei di elio. La iniziale reazione perchè avvenga ha bisogno di alte temperature e pressioni elevatissime (detta appunto, reazione termonucleare) che si ottengono usando come detonatori bombe atomiche. La potenza distruttiva della bomba H, non si misura in kiloton (migliaia di tonnellate di TNT), ma in megaton (milioni di tonnellate di TNT). Le prime bombe H sperimentate, avevano una potenza pari a circa 50.000.000 di tonnellate di TNT, 2500 volte più potente della bomba che devastò Hiroshima. . L'uomo si è costruito con le sue mani un potente vulcano sotto i piedi; un pazzo anche se governante di uno Stato (ne abbiamo nella storia tante testimonianze) potrebbe accendere la miccia facendo esplodere a catena l'intero pianeta. Chissà che spasso quando un abitante di un lontanissimo pianeta dell'universo vedrà nel suo firmamento non più la Terra ma un puntino luminoso!
____ BOMBA VOLANTE - cosiddetta V1 o V2. Sono quel tipo di bombe costruite dal tedesco von Braun durante la seconda guerra mondiale. L'arma a razzo in cui credeva ciecamente Hitler per distruggere la grande isola chiamata "Gran Bretagna". Fu un fallimento colossale, anche se il genio (incompreso) che le aveva costruite aveva tutte le carte in regola per realizzare qualcosa di molto superiore alle V1 (qui l'intera sua affascianante storia "Dalla V1 allo sbarco sulla Luna") .

____ BOMBARDIERI - L'aereo che usarono gli italiani in Libia nel primo bombardamento della storia non erano certo bombardieri; ma ben presto scoperta quella che già alcuni ritenevano essere l'arma vincente del futuro - l'Aviazione - , iniziarono subito la costruzione di aerei che avevano solo la funzione di bombardare. Iniziarono i russi prima ancora dell'inizio della Grande Guerra, con un aereo progettato da Igor Sikorsky. Furono seguiti dai tedeschi, ch'ebbero subito un netto predominio sui nuovi mezzi e sulle nuove strategie; classificando perfino già le operazioni aeree in quattro fasi: a) ricognizione, b) assalto, c) combattimento aereo, d) bombardamento. Realizzando i tedeschi nel 1917 il bombardiere "Gotha" capace di trasportare un carico di bombe pari a 300 kg applicarono queste strategie bombardando e terrorizzando Londra. Ma non rimasero indietro neppure gli italiani quando (nonostante i giudizi della marina e dell'esercito che ) Progettarono i famosi aerei Caproni (vedi "Caproni" Biografia).
Fulminato come Caproni dai voli di Wright, un colonnello italiano con una fervida mente, GIULIO DOUHET, aveva subito visto molto lontano ed era uno dei pochi ufficiali in Europa a sostenere la necessità di formare "una terza branca delle arti delle guerre"; il futuro delle nazioni -affermava- risiede unicamente nel "Dominio dell'aria". Titolo che diede poi a un suo trattato militare d'avanguardia. In Italia Douhet fu poco ascoltato, e fin dai suoi primi interventi (non proprio graditi) fu sempre osteggiato dentro lo Stato Maggiore dell'Esercito e della Marina italiana (a loro volta reciprocamente insofferenti - ritenevano i risultati aviatori "pessimi e marginali") .
Mentre
influenzati dalle teorie di Douhet non rimasero a guardare nemmeno Francia, Stati Uniti e Inghilterra. Ognuna adattando i propri studi alle proprie situazioni particolari.
In America già nel 1911 predisponendo una grossa nave mercantile, il pilota Ely decollava da una specie di piattaforma appositamente predisposta. L'anno dopo venne realizzata appositamente la corazzata Pennsylvania. L'idea di una "portaerei" non poteva non interessare gli inglesi (posti su un isola e da sempre a vocazione marinara su "altri" mari) ed infatti nel 1917-18 mettevano in mare una apposita nave per il decollo degli aerei, la Argus progettata da Hermes. Douhet profeticamente aveva scritto che il dominio dell'aria avrebbe potuto spezzare "le risorse morali e materiali di un popolo". Mentre il romanziere inglese Wells nove anni prima della terrorizzante incursione aerea tedesca sull'isola, anche lui profeticamente aveva scritto che "la potenza aerea avrebbe provocato una guerriglia universale, che avrebbe inestricabilmente coinvolto civili e abitazioni". Profetizzò in difetto; nel 1943, più che una guerriglia proprio con i bombardieri inglesi, sull'Europa si abbattè una catastrofe; metropoli distrutte, città polverizzate, paesi inceneriti, migliaia di aerei inglesi (come i Lancaster) scaricavano ognuno 6.350 kg di bombe; si unirono altre migliaia di bombardieri gli americani B 17 (fortezze volanti), ed infine comparvero i B. 29 capaci di caricare e sganciare bombe atomiche. ( vedi nei rispettivi anni )
ANNO 1450
____ ARCHIBUGIO - Furono queste le prime armi da fuoco portatili, anche se questi primi esemplari non erano ancora chiamati fucili, ma "schioppi" ed erano piuttosto pesanti. Sembra sia stato inventato in Spagna in questo periodo. Il sistema di sparo era molto simile al cannone; quello di dare fuoco ad una miccia che accendeva la polvere da sparo posta in un bacinetto (fornello, in seguito con un coperchietto detto copribacinetto) dietro a una lunga canna con il "buco" (prese appunto il nome di archi-buso). Perfezionandoli nel XVI secolo l'accensione della polvere era provocata da una scintilla di un acciarino: una "pietra focaia" (di solito selce) che veniva urtata con una specie di grilletto da un pezzo d'acciaio. E proprio dalla pietra focaia prese nome il fucile (dal latino focus, fuoco, pietra focaia). - (vedi anno 1565 "moschetto" e vedi anno 1650 - "fucile")
ANNO 1454
____ CARATTERI MOBILI - (vedi sotto)
____ STAMPA - Se vogliamo considerare stampini anche i cilindri sumerici e egiziani che venivano impressi come contrassegno su argilla, dobbiamo retrodatare la stampa al 3000 a.C. Con un sistema molto simile nel 1500 a.C. i cinesi perfezionarono la tecnica trasferendola non sull'argilla ma su una superficie piana; erano avvantaggiati dal fatto che alcune espressioni erano i classici simboli della scrittura cinese che permettono di scrivere con un solo segno anche una intera frase. Intagliavano su legno, giada, avorio questi simboli al contrario in bassorilievo, poi inchiostrando le formine questi "stampini" (normalmente sigilli o bolli reali) venivano impressi su un foglio. Questi fogli dovevano essere delle bollette di esattori, dei bandi, o avvisi vari alla popolazione. Con la stampa il vantaggio era di non dover ripetere la scrittura molte volte, ottenendo velocemente con gli "stampini" un numero illimitato di fogli stampati tutti uguali. Se il contenuto era ampio le "formine" diventavano una "forma" (ancora oggi nella stampa l'insieme di caratteri che formano una pagina si chiama "forma"); cioè contenevano una serie di uno o più simboli, e stampandola si otteneva un'unica pagina con un lungo testo. Tale sistema in Cina era ancora in uso nell'anno 868 d.C. Lo testimonia un vero e proprio libro stampato (il più antico che si conosca): il Sutra del Diamante, rinvenuto a Tun-Huang, stampato con tavolette incise su un lungo rotolo di carta serica.
In seguito forse sbagliando uno dei tanti simboli, invece di nuovamente incidere una intera pagina, facendo un tassello su questa e inserendo il simbolo corretto, venne l'idea di fare tutti i simboli in singoli "stampini", senza correre il rischio di sbagliare l'intera pagina, in modo da poterli usare in altri testi e sistemarli in altre combinazioni. Erano in sostanza dei "simboli mobili" che nel 1450 erano usati normalmente, perfino fatti con matrici in metallo. In Europa sembra che in alcuni monasteri si usasse già questa tecnica, ovviamente non con i simboli cinesi, ma con i caratteri dell'alfabeto, soprattutto quelli di capoverso molto grandi, fino allora normalmente dipinti dai monaci per fare messali o libri di contenuto religioso. Ad applicare l'idea fabbricando le matrici dei 22 caratteri dell'alfabeto con piombo fuso ottenendo caratteri più piccoli, e iniziando a comporre e a stampare interi testi, fu il tedesco Giovanni Gutemberg (1390-1468) di Magonza, nel 1435, dando il noto nome di "caratteri mobili". Questi, realizzati (lui era un artista dell'oreficeria) sempre più piccoli, nitidi, e sempre più belli, nel 1454, Gutemberg mettendo a punto anche il procedimento di stampa, consistente in un torchio che comprimeva la carta sulla "forma" (insieme dei caratteri che formano una pagina) dava alle stampe la "Bibbia"; 300 copie. Ognuna della quali era composta da 1282 pagine. Il primo libro stampato, oggi il più prezioso libro ottenuto con il procedimento detto "tipografico".
Pare tuttavia che in precedenza le prime stampe del Gutemberg non fossero altro che stampati con tavole di legno incise. Aveva sì raggiunto una certa perizia, essendo orefice, ma non è che aveva modificato di molto il metodo già noto ai cinesi. Ad un tratto lui inizia a fare caratteri mobili in piombo, finanziato da un certo Fust. Questo a un certo punto vedendo che Gutemberg andava troppo per le lunghe abbandonò perfino l'impresa, lasciando l'orefice in cattive acque economiche. Gutemberg solo dopo qualche anno riuscì a completare una certa quantità di caratteri, tali da potersi permettere di stampare l'opera che si proponeva.
In questa ricostruzione c'è però un velo di mistero. Sembra che il vero inventore dei caratteri mobili sia stato un italiano di Feltre: Panfilo Castaldi. Ma siccome non ci sono giunti libri stampati da lui, ma solo la fama, manca un solido elemento probatore della priorità ed una rivendicazione in piena regola (salvo accenni di una rivendicazione appassionata fatta da A. Cambruzzi, nella sua cronaca settecentesca di Feltre; le dotte ricerche di Alfeo Pozzi nel 1860; quelle dell'Abate Bernardi nel 1864; infine notizie sulla scorta di documenti scoperti nell'Archivio di Stato di Milano, nel 1880)
Però c' è quest'altro singolare elemento: Gutemberg, con alle spalle il finanziatore Fust, ad un certo punto -come abbiamo già detto- si mette a fare i caratteri mobili. Ma questo avviene soltanto dopo che Fust ha compiuto un viaggio in Italia. Dove? Ma guarda caso proprio a Feltre, dove la fama di Castaldi come stampatore di caratteri mobili era già nota. Con il ritorno a casa di Fust, l'invenzione di Castaldi indubbiamente entrò in Germania, a Magonza, e dove si reca Fust? da Gutemberg, lo finanzia pure, salvo poi abbandonarlo.
Nel 1471 in Italia operavano già diversi stampatori, che pubblicarono edizioni perfette: A Lucca, Simone Niccolò; a Firenze, Bernardo Cennini, e a partire dal 1472 molti altri in diverse regioni. Spesso senza aver mai visto carte stampate da altri, ma per semplice sentito dire. Visto che l'idea si era diffusa in un lampo in tutta Europa.
Una grande diffusione della stampa in Italia fu dovuta a un veneto Aldo Manuzio (1450-1515), stampando dal 1502 in poi, moltissimi titoli in libri di piccolo formati, popolari, ad alte tirature e quindi a basso costo. Veri e propri "best sellers" dell'epoca, che entrarono in moltissime biblioteche private. Non è difficile ancora oggi trovarne qualche esemplare nelle bancarelle di Piazzola sul Brenta, dove libri antichi si possono trovare nelle fornitissime 1000 bancarelle.
____ STAMPA A COLORI - Fu inventata nel 1719 da Jacob Christof Le Bion, di Francoforte. Scomponendo l'immagine in 3 o 4 cliche (in tre colori base più il nero), sovrapponendo la stampa dei tre colori principali, rosso, giallo e blu, otteneva l'immagine definitiva con le varie gradazioni a colori.
____ ROTATIVA - Nel 1847 si abbandona il torchio (era stato inventato dall'inglese Stanhope nel 1880) e dopo le macchine tipografiche piane già funzionanti con motore a vapore o con l'elettricità, viene realizzata la "Rotativa": la matrice (che normalmente è la "forma" che contiene l'insieme di caratteri) non è più su un piano dove su questo scorre un rullo portandosi dietro ad intermittenza un singolo foglio, ma è direttamente su un grande rullo; questo - dopo essere stato inchiostrato da un altro piccolo rullo affiancato- compiendo un intero giro trasferisce (stampa) ciò che è riportato sulla lastra flessibile (in gomma o in metallo) aderendo su una bobina di "carta continua": il procedimento è chiamato appunto "offset", che in inglese significa "trasferire". Con questa invenzione fu possibile stampare anche 30-50.000 copie all'ora. Se ne avvantaggiarono i giornali quotidiani che devono uscire con le notizie di cronaca nell'arco di un brevissimo tempo.
____ LINOTYPE - Nel 1886 il tedesco Otmmar Mergenthaler, a Baltimora, inventa la Linotype. Manderà in soffitta la lunga schiera di compositori intenti a riunire nelle tipografie i caratteri nel compositoio per fare righe, e con queste fare le "forme". La macchina dotata di crogiolo di piombo fuso, dopo aver riunito le matrici di caratteri (scesi da un "magazzino" tramite una normale tastiera che l'operatore usa velocemente come una macchina da scrivere) crea quasi all'istante con il piombo fuso le righe desiderate, che poi riunite formano in pochi secondi il testo di una pagina. Ma nel 1939 già appare la....
____ FOTOCOMPOSIZIONE - stampa rotocalcografica inventata dall'americano William Huebner, che ben presto manda in soffitta anche la Linotype. Infatti i caratteri non vengono nemmeno più composti, il testo realizzato (poi a partire dal 1965, utilizzando il computer) nella cosiddetta "fotocoposizione" assieme alle immagini, fornisce immediatamente la lastra sul rullo della macchina "offset". Con questo sistema a partire dal 1839, prendono il via le numerose riviste, chiamate anche "rotocalchi".
____ INCHIOSTRO - Fino a questa data l'inchiostro di tipo egiziano ha poche variazioni. Fatto a caldo, con il nerofumo (prodotto dalle lampade a olio), acqua e alcune resine vegetali come collante era quello normalmente usato nella scrittura con le penne d'oca. Troppo fluido per la stampa; si dice che fu lo stesso Gutemberg a realizzare un composto denso per le sue impressioni al torchio, esso consisteva in una sospensione di nerofumo con vari oli minerali, resine o bitumi. In seguito si realizzarono inchiostri sintetici a vari colori piuttosto densi. Ma tornarono nuovamente molto fluidi quando si usarono le veloci macchine tipografiche piane, le offset e le velocissime rotative.
ANNO 1487
____ CARILLON - I primi compaiono in questa data nelle Fiandre, realizzati dagli abili artigiani fiamminghi di Alost. Un soprammobile composto da un congegno che produce semplici motivi musicali, mediante vibrazioni di lamelle metalliche toccate da un cilindro che ruota e che porta sul tamburo delle sporgenze disposte in un modo da ricreare in sequenza il motivetto.

____ CATENE - Con lo scopo di sbarrare una città, un porto, o luoghi inviolabili, le catene erano conosciute fin dall'antichità appena le antiche civiltà appresero la metallurgia. Fino al medioevo si usavano sostituendo le corde nelle primitive macchine utensili. Anche l'orologio a pendolo se ne avvalse. In epoca leonardesca, il genio di Vinci, oltre a una serie di ingranaggi, ne disegnò alcune sul suo Codice Atlantico, articolate. Sembrarono cose di nessuna utilità, e le varie idee di utilizzo in quelle pagine rimasero, fin quando nel 1800 tali idee furono riscoperte per trasmettere i movimenti da una ruota all'altra sostituendo le varie cinghie che nelle nuove macchine realizzate, piuttosto pesanti, avevano il grosso difetto di slittare prima di farle muovere. La rivoluzione industriale, dando inizio all'era delle macchina, approfittò subito sia della catena che degli ingranaggi. Entrambe permisero il funzionamento dalla semplice bicicletta fino alle catene che usano i veicoli e tutte le macchine in generale

____ CAPO DI BUONA SPERANZA - Ci fu in quest'anno la scoperta che in fondo all'Africa c'era il mare che si univa a quello orientale, ma la scoperta non fu utilizzata. Il portoghese Bartolomeo Diaz aveva deciso di navigare e spingersi fin dove terminava l'Africa. Quando giunse nella punta estrema, si rese conto che si poteva navigare verso oriente, e nel farlo dopo non poche miglia (la costa a sud è di circa 100 km) scoprì pure che si poteva risalire l'Africa volgendosi a nord. Ma non potè farlo, prima una tempesta poi l'ammutinamento dell'equipaggio l'obbligò a far ritorno in patria ripercorrendo le acque dell'Atlantico da dove era sceso. Diaz lasciò con amarezza quel luogo, che battezzò Capo delle Tempeste, comunque ripromettendosi di farvi prima o poi ritorno. Quando fece la sua relazione a Re Giovanni II di Portogallo riferendo il passaggio in oriente quasi a portata di mano, il suo sovrano - convinto che da quel momento la via delle Indie era stata scoperta - cambiò il nome del capo con un nome più propiziatorio: Capo della Buona Speranza. Dieci anni dopo la speranza divenne realtà con Diaz ( vedi anno 1497 "Africa doppiata")
ANNO 1492
____ NUOVO MONDO - Mentre Diaz cercava di doppiare l'Africa per trovare una via per l'Oriente, in Portogallo un navigatore genovese - Cristoforo Colombo - ardeva dal desiderio di raggiungerlo l'Oriente navigando a occidente. Dopo numerosi tentativi fatti alla Corte del Portogallo e in Spagna, Colombo é riuscito a convincere i sovrani spagnoli a finanziare ed allestire la spedizione per trovare una nuova rotta per le Indie navigando ad ovest. Nominato Ammiraglio del Grande Oceano, il 3 agosto Colombo salpava da Palos con tre caravelle, la Nina, la Pinta e l'ammiraglia Santa Maria.
Rispettivamente di 100, 140 e 200 tonnellate di stazza. Piccole se pensiamo che c'erano navi da 600-700 tonnellate (i carrak o caracche).
Con lui il mastro cartografo Giovanni de la Cosa, il fratello Francesco, due bravi capitani Alonso Pinzon sulla Pinta, Vincenzo Pinzon sulla Nina, e 90 marinai come "compagni d'avventura". Solo la Santa Maria ne aveva 50, le altre due caravelle 20 ognuna. Dopo 12 giorni giunsero alle Canarie, il 7 settembre ripresero il viaggio. Dopo altri 30 di navigazione, la Terra promessa da Colombo non appariva. La leggenda narra che ci fu l'ammutinamento di alcuni marinai. Il Giornale di bordo di Colombo non ne fa menzione, ma qualcosa accadde: ad un'attenta osservazione del diario, traspare inoltre una velata inquietudine. E vi appare anche un inferiore riporto del numero di miglia percorse per non allarmare troppo gli equipaggi. Colombo era sì inquieto tuttavia era determinato, anche perchè tornare indietro sarebbe stato un suicidio.
Finalmente all'alba del 12 ottobre, scorse la Terra. Sbarcò in una delle isole Lucaie cui dette il nome di San Salvador. Il 15 approdò ad un'altra isola, S. Maria, il 16 alla Grande Exuma, il 28 scoprì le isole poi dette delle Grandi Antille, ed il 6 dicembre nell'isola di Haiti che chiamò Hispaniola. La scoperta e l'ardimentosa traversata sulle terre che si reputavano far parte dell'Estremo oriente, si diffuse in un baleno in tutto il mondo. Al grande ricevimento alla corte di Barcellona era presente PIETRO D'ANGHIERA, e fu lui a leggere la notizia ufficiale del resoconto del viaggio; lo fece con tanto entusiasmo, poi volle commentare ed aggiunse anche d'altro oltre la notizia, disse che sospettava che non si fosse raggiunto il lembo più orientale dell'Asia, ma scoperto un NUOVO MONDO.
Non ci fecero tanto caso, ma la coniazione delle "nuove terre" era ormai cosa fatta; ma perchè "nuove" lo fossero di fatto ci sarà da attendere qualche anno per confermarlo.
Infatti Colombo non era giunto nelle Indie, ma nel continente americano, scoprendo un nuovo mondo, lasciandosi alle spalle il "vecchio" che da quel giorno non sarebbe stato più lo stesso.
(vedi ampia documentazione del viaggio di Colombo, compresa la sua prima realzione a Re di Spagna in originale)


____ DECLINAZIONE MAGNETICA - Nel corso del suo viaggio Colombo fece un'altra scoperta, che annotò nel suo famoso diario, ma anche questa senza rivelarla all'equipaggio. Questo e Colombo stesso, ma anche allora tutti i naviganti, la bussola la conoscevano, ma nessuno sapeva ancora perchè l'ago puntasse sempre verso Nord. Tuttavia tutti la utilizzavano da oltre due secoli, convinti che qualunque fosse il motivo, l'ago faceva sempre il suo dovere puntando sempre a nord permettendo così ad ogni navigante di orientarsi con le stelle. Prima di Colombo nessuno si era spinto così lontano, e ciò che lui scoprì in pieno oceano e che non sempre l'ago puntava sempre e solo a nord ma anche un po' a est. Ma determinato com'era, annotò solo il fatto, e andò comunque avanti. E il fatto era che non è che sbagliava la bussola, ma non si aveva ancora conoscenza della "declinazione magnetica".
ANNO 1495
____ SIFILIDE - Con la scoperta dell'America si diffuse la voce che dal nuovo mondo i marinai dopo aver contratto una terribile malattia l'avevano al ritorno diffusa in Europa. Questo perchè nell'anno 1495 a Napoli era scoppiata una nuova malattia, che essendo in quel periodo assediata dai francesi, questi nel far ritorno in patria l'avevano diffusa prima in Francia e da qui nel resto d'Europa. Le accuse furono reciproche: i francesi lo chiamarono il "Mal napoletano" e l'attribuivano ad alcuni marinai che erano stati con Colombo e che erano poi scesi a Napoli; il resto d'Italia lo chiamarono il "Mal francese", perchè erano questi che l'avevano diffuso portandolo da un luogo all'altro. Come andarono le cose nessuno lo sa, anche perchè in seguito, quando nel Nuovo continente sbarcarono in massa gli spagnoli, molti indigeni morirono proprio di questa malattia fino allora sconosciuta e che probabilmente furono gli europei a portarla. Forse in Europa la malattia non era del tutto nuova, ma non essendoci ancora nell'antichità e nel medioevo una efficiente diagnostica, molto probabilmente questo tipo di contagio era assimilato alle tante pesti, che allora andavano sotto vari nomi, colera, lebbra, vaiolo, ecc. e alcune sintomatologie narrate dagli storici qui e là lo confermerebbero. Ma essendo questa temuta e diffusa dall'attività sessuale era vergognoso parlarne e quindi sappiamo poco dagli antichi, non è mai menzionata nelle cronache della buona società.
A dargli questo curioso nome non fu un medico, ma un astronomo - Girolamo Fracastoro (1478-1553). Preso da una vena poetica scrisse dei versi in latino narrando le vicissitudini di un pastore che aveva contratto questa sudicia malattia venerea che deformava. Al protagonista di questa storia gli diede un nome inventato "Syphilus", utilizzando la parola greca "Syphos" che significa "porcile" o da "Siphlos" che significa "deforme". Il mondo intero usò questo nome per indicare questa malattia.
ANNO 1497
____ AFRICA DOPPIATA - Dieci anni dopo il fallito tentativo di Diaz - comunque aveva riportato preziose notizie (vedi 1487) - intenzionato a cercare la via delle Indie doppiando l'Africa, il navigatore portoghese Vasco de Gama salpa da Lisbona l'8 luglio del 1497 con quattro vascelli e 160 uomini. Abile navigatore, con buone cognizione dei mari della zona equatoriale, quando raggiunse la Nuova Guinea, sdegnò il viaggio lungo la costa e puntò direttamente a sud, evitando così le tempeste ma anche le lunghe bonacce entrambi frequenti nel grande golfo della Guinea. Il 4 novembre giungeva a Capo di Buona Speranza, alla baia S. Elena. Qui fecero il primo incontro con gli ottentotti, piccoli e bruni, viventi di carne di foca e balene e qualche radice. Dopo diciotto giorni di permanenza in quei luoghi, il 22 novembre proseguendo il viaggio e facendo varie soste, De Gama risalì un tratto di costa orientale dell'Africa fino all'attuale Mozambico superiore dopo aver lasciato alla loro destra il Madagascar. All'altezza di Mombasa e Melinda incontrarono naviganti arabi che si mostrarono però mal disposti a dare delle informazioni, anzi ne diedero di false, o drammatizzando ciò che volevano fare. Meno uno, che conosceva bene la rotta per l'India e si offrì di accompagnarli assumendo la funzione di pilota. Il 24 aprile iniziarono il viaggio navigando in aperto oceano Indiano; il 20 maggio raggiungevano Calcutta in India. Fu un viaggio lungo durato 10 mesi, drammatico perchè quasi metà dei marinai erano morti di scorbuto nell'ultimo lungo balzo durato 26 giorni. Poi ci fu il ritorno altrettanto drammatico per i monsoni. L'intero viaggio durò 24 mesi su una distanza complessiva di 24.000 miglia. Ma ebbe delle conseguenze incalcolabili. Era stata scoperta la via marittima verso l'India! Prima ancora di aver scoperto il continente americano e quindi una qualsiasi rotta per le Indie (così chiamavano allora tutto l'estremo Oriente), il viaggio di Vasco de Gama fece all'improvviso declinare le 4 potenze marinare mediterranee (Venezia in testa). D'ora in avanti saranno le potenze atlantiche a prendere il sopravvento nei commerci e nella dominazione in Oriente con ripercussioni tanto in Asia che in Europa; ma anche a dominare, a procurarsi ricchezze e a guadagnare potere con la scoperta del Nuovo Mondo. Il Mediterraneo tornò ad essere solo un grande lago come al tempo dei Cartaginesi, dei Greci e dei Romani.
____ CARTA VETRATA - Se ne ha notizie in questa data, inventata e usata in Svizzera
ANNO 1500
____ PROTESI (vedi sotto)
____ ARTI ARTIFICIALI - Già lo storico Erodoto nel V secolo a.C. ci narra di alcuni arti artificiali, menzionando una gamba di legno dove si appoggiava un moncherino e a una specie di uncino al posto di una mano, attaccato a un braccio monco. Non si andò oltre per altri venti secoli. Fu poi un geniale chirurgo militare francese - Ambroise Pare' - a inventarsi una pratica gamba con un anima di legno modellata come una gamba vera e rivestita con cuoio; realizzata questa protesi non gni mancò l'occasione di realizzare anche un braccio artificiale dotato di gomito e dita mobili. Era ancora primitivo ma contribuì moltissimo a far sviluppare le ricerche nel campo degli arti artificiali, sempre di più perfezionati fino al punto da non distinguersi da quelli veri.
Oggi poi con l'impiego dell'elettronica e con una maggiore conoscenza del sistema nervoso si possono costruire arti artificiali che funzionano mediante gli impulsi capatati dai muscoli o dai nervi che sono rimasti nel moncherino, e che sono comunque collegati al cervello. Oltre le protesi degli arti un'altra conquista si è ottenuta applicando nel sistema scheletrico danneggiato il ....
____ FEMORE ARTIFICIALE ... quando o per un trauma (abbastanza frequente le cadute) o per una malattia artritica (altrettanto frequente) si perde la funzionalità dell'articolazione coxo-femorale. Con l'intervento si rimuove la testa del femore, lo si sostituisce con un innesto metallico (normalmente in vitalium, un metallo che non ossida) che ha una sfera rivestita in materiale plastico (normalmelnte in teflon) che va ad inserirsi nel cavo (acetabolo) a sua volta preparato anche questo con il materiale plastico. L'applicazione di queste prime protesi sono apparse all'inizio degli anni '60 per merito del chirurgo inglese John Charnley. Il successo subito ottenuto, ha reso questa operazione abbastanza semplice e molto diffusa, e per i particolare materiali usati non si è mai avuta dall'organismo la cosiddetta "reazione di rigetto".
ANNO 1502
____ SCOPERTA DELL'AMERICA (vedi sotto)
____ AMERIGO VESPUCCI - Mentre Colombo era ancora impegnato nel terzo e quarto e ultimo viaggio, un fiorentino addetto alla casa commerciale dei Medici con sede a Siviglia, si era interessato molto ai viaggi di Colombo e pare che avesse avuto con lui rapporti. Certo è che un ottimo marittimo allievo di Colombo - Alonzo de Hojeda- comandò nominalmente la prima spedizione di Vespucci nel corso del 1499-1500 con alcune caravelle spagnole. Toccarono la Guaiana, scesero verso mezzogiorno fino a quella terra dove sulla costa vi erano case poste sul mare, e che per analogia chiamarono Piccola Venezia (Venezuela). Percorsero oltre 3000 chilometri di costa cercando un passaggio. Tornato in Spagna, passò al servizio del Portogallo, che organizzò un'altra spedizione, questa volta con Vespucci pilota e cosmografo, partita il 13 maggio 1501. La destinazione uguale alla precedente, principale scopo quello di cercare un passaggio per le Indie che Colombo non aveva ancora trovato. Cosicchè compì una memorabile discesa a mezzogiorno. Nel gennaio del 1502 fu raggiunto il Rio de Janeiro, nella brama di cercare il passaggio marittimo per l'Ovest, si spinse ancora ancora più a sud, raggiungendo - come asserì lo stesso navigatore -il 50° di latitudine sud (ma molti geografi non sono concordi - anzi molti critici lo negano recisamente), ma che il Magnaghi ritiene sia il Porto di San Giuliano nell'attuale provincia di Santa Cruz. E se così fosse, ancora un poco che egli avesse proseguito, avrebbe trovato il passaggio anticipando di venti anni la scoperta di Magellano.
Si sia spinto o no fino a questa latitudine, sta il fatto che la navigazione di Vespucci rivelò la vastità impensata di quello che da allora si incominciò a riconoscere senza più dubbi come un Nuovo Mondo. Le sue relazioni diventarono i vangeli della nuova geografia del mondo, dandogli una fama mondiale, suscitando osservazioni vivaci ma sempre più approfondite. Ma più che i viaggi, di primaria importanza furono le importanti deduzioni che Vespucci faceva. Lui era colpito dal fatto che nessuna delle terre che aveva visto, o di quelle di cui avevano parlato altri esploratori, compreso Colombo, assomigliasse minimamente all'Asia descritta da Marco Polo, e fu il primo a concludere che non si trattava dell'Asia. Anzi senza averlo scoperto faceva riferimento a un secondo oceano che doveva trovarsi tra il nuovo continente e l'Asia. Quando fece ritorno in Spagna, e nel 1502 pubblicò queste sue asserzioni, molti si convinsero che quelle terre erano davvero un nuovo mondo. Ma come chiamarlo? Dell'ingiustizia verso Colombo non fu Vespucci il responsabile. Il cosmografo tedesco Martino Waldseemuller, detto classicamente Hylacomylus, nel 1507, propose in un suo famoso scritto "Amerigen, quasi Americi terram, sive American". E il nuovo continente si chiamò America !!!
Vespucci fu poi sollecitato dalla Spagna ad abbandonare il Portogallo, fu nominato Pilota Mayor della marina spagnola, indi organizzatore e direttore di tutte le spedizioni che Vespucci continuò a fare fino al 1512 (quand'egli morì) e in seguito continuò a fare la Spagna ispirandosi sempre ai concetti vespucciniani.

____ VOCABOLARIO - (vedi sotto)
____ ENCICLOPEDIA - (vedi sotto)
____ DIZIONARIO - Negli scavi archeologici compiuti nella seconda metà del XIX secolo, presso Ebla, sono stati rivenute migliaia di tavolette di argilla contenuti in una antica biblioteca, con innumerevoli iscrizioni di testi sumerici di vario genere; ma anche una serie di tavolette (oggi esposte al Louvre di Parige) che contengono i vocaboli di una lingua con la definizione del loro significato (si chiamano monolingue) o con la loro traduzione in una lingua diversa . Veri e propri vocabolari delle lingue dei vari popoli fino allora conosciuti. Questo genere di opere in seguito non si diffusero molto; ogni letterato, storico, insegnante, curava da se un suo personale vocabolario. Anche Leonardo ci ha lasciato nei suoi codici innumerovole pagine con la descrizione di moltissimi vocaboli; e chi voleva imparare le lingue l'unico mezzo oltre che parlare con chi conosceva la lungua, doveva lui annotare e farsi dei personali vocabolari. All'inizio del Rinascimento era comunque divenuta una esigenza, ed infatti con l'avvento della stampa, uno dei primi dizionari alfabetici compare in Italia nel 1502 stampato e pubblicato in Italia da Ambrogio Calepino. Ne seguirono altri. Il più famoso quello realizzato a Firenze dall'Accademia della Crusca, nel 1591-1612, con lo scopo di purificare la lingua italiana. Ed infatti era così autorevole che dettò legge ai letterati italiani fino a tutto il XVIII secolo.
Un dizionario corposo con 50.000 vocaboli comparve a Londra nel 1755: due volumi compilati dall'inglese Samuel Johnson. In Francia nel frattempo, il filosofo Denis Diderot e il matematico Jean le Rond D'Alembert nel 1743 avevano dato il via a un'opera singolare, proponendosi di offrire al pubblico più vasto - non un dizionario - ma in maniera ragionata tutto lo scibile umano. Il primo volume della famosa "Encyclopedie" uscì nel 1751, fu completata con il 28mo volume nel 1772.
In Italiano, anche se si erano già molti diffusi, un dizionario famoso, monumentale, in 7 volumi fu quello realizzato nel 1858 (ma completato nel 1879) da Niccolo Tommaseo e Bernardo Bellini, fu il primo vero Dizionario della Lingua Italiana, nato proprio nel corso degli anni dell'Unità nazionale. Altra monumentale opera fu poi realizzata nel periodo mussoliniano, quando - per garantirne l'impresa sotto il profilo economico - con un decreto del Governo fu fondato l'Istituto omonimo che realizzò l'Enciclopedia Italiana, curata da Giovanni Treccani, da una equipe di illustri filologi, con presidente Guglielmo Marconi, anche se la direzione effettiva fu affidata al filosofo Giovanni Gentile. Nel dopoguerra, fu invece creato l'altro grande strumento di consultazione: il Dizionario Enciclopedico Italiano, curato da Umberto Bosco, edito nel corso degli anni 1955-1961, periodicamente aggiornato con appendici.

____ DRAGA - Una macchina per scavare in mare o fiumi a piccole profondità apparve per la prima volta nelle Fiandre, quando fu usata per lo scavo del canale Rupel-Scheide. Il marchingegno era stato realizzato dal fiammingo Pieter Brughel
ANNO 1513
____ MARE DEL SUD - Dopo che Colombo nel suo ultimo viaggio si era spinto fino alla costa dell'odierno Panama, mentre lui cadeva in disgrazia e il 20 maggio 1506 moriva a Valladolid nella dimenticanza generale, la via da lui aperta fu percorsa in pochi anni da un gran numero di navigatori, di cui alcuni senza scrupoli. Da questo momento le spedizione nel Nuovo Mondo non hanno più nulla di scientifico, iniziano le spedizioni di guerra e di rapine. Comincia l'epoca dei "Conquistadores", bande di audaci e spesso selvaggi avventurieri che si scagliarono sui popoli di alta civiltà, inermi, o costretti a difendersi con frecce e lance, contro armi di gran lunga superiori a quelle degli Atzechi, Inca, Maya, giacchè agli europei non doveva essere troppo difficile sterminarli con cannoni e fucili.
Il primo esempio che farà scuola, lo abbiamo quest'anno. Un nobile decaduto della Castiglia - Vasco Nunez de Balboa - con 300 suoi complici organizzò in Spagna una spedizione privata di conquista. Giunto all'odierna Panama, partito dalla costa di Darien, il 25 settembre 1513 giunse sulle rive dell'Oceano Pacifico. Essendo giunto da nord attraverso istmo gli diede nome Mare del Sud. Nell'esaltazione della conquista entrò in acqua vestito della sua armatura, spiegò la bandiara e (anche se disse "in nome della Corona") prese possesso della costa "dal polo Nord al polo Sud". In breve tempo seppe crearsi una certa potenza con il terrore, non solo con gli indifesi indigeni, ma seppe anche stroncare diversi ammutinamenti con esemplari esecuzioni capitali; e più che fondare una comunità creò una banda di rivoltosi pronti al momento opportuno a colpire lui. Il 9 gennaio 1514, Balboa ritornò sulla costa dell'Atlantico, allestì una nave piena di ricche ruberie, e fece ritorno in Spagna per portare la lieta novella della sua conquista. Quando vi giunse lo aspettava una corte marziale, e tanti nemici, lo accusarono degli orrendi delitti, fu condannato a morte.
Ma le cose in America non cambiarono, dopo Balboa fu inviato il nuovo governatore della provincia "Castilla de Oro", Pedrarias Davila (uno degli implacabili accusatori dello stesso Balboa), che fece di peggio, giacchè le crudeltà e le infamie contro gli indigeni diventarono per lui un gioco; un gioco al massacro. Il guaio è che i capi minori si comportavano come il loro capo supremo. E quando vi arrivò Pizzarro, imparò qui il suo metodo di colonizzazione, poi partì anche lui alla "conquista".

____ FLORIDA - Fu la prima parte degli odierni Stati Uniti a essere scoperta e colonizzata a partire dal 3 marzo 1513, quando lo spagnolo Jaun Ponce de Leon un commerciante di schivi, partendo da Portorico (luogo scoperto da Colombo nel primo viaggio), volle cercare a nord altri territori da conquistare. Per la sua lussureggiante vegetazione primaverile la battezzò "Florida" (fiorita).

____ XILOGRAFIA - (da "xilon" = legno) Inventata dai cinesi in tempi antichissimi si diffuse in Occidente verso la seconda metà del Trecento, precisamente in Germania intorno al 1370. E' la più antica tra le tecniche incisorie e l'unica che originariamente abbia avuto carattere popolare sia come mezzo espressivo, (completamento del testo dei rarissimi libri copiati a mano) sia come destinazione. Prima dell'avvento della stampa ma anche dopo, la xilografia creò perfino un linguaggio, che, attraverso l'evoluzione imposta dal tempo e dal gusto, doveva tuttavia restare fondamentale per l'arte, anche se fu messa un po' da parte dalla ...

____ ACQUAFORTE - Tra i primi a servirsene furono l'orafo basilese Urs Graf, autore della prima stampa datata 1513, e Durer, che incise sei lastre in ferro tra cui il "Cannone" (1518), ma fu il Parmigianino a intuirne le possibilità e a perfezionarne la tecnica. Soppiantata la xilografia e in parte il bulino, l'acquaforte raggiunse il suo apogeo con Rembrandt.
E' una tecnica di incisione su lastre di metallo (comunemente di rame o zinco ma anche di acciaio), preventivamente ricoperte di una vernice (es. di cera, bitume, asfalto, ecc.) resistenti agli acidi. Incidendo la vernice con una punta di acciaio a mo' di matita (quindi senza tanta pressione come si fa col bulino), i segni tracciati, sottoposti alla corrosione (morsura) dell'acido nitrico (volgarmente chiamato "acqua forte") diventano dei veri e propri solchi nel metallo. Eliminata la vernice se spargiamo inchiostro tipografico sulla lastra e la puliamo meticolosamente, l'inchiostro rimane incuneato nei solchi, pronto a trasferirsi su un foglio leggermente inumidito di carta a mano, se lo stesso viene sottoposto ad una forte pressione, normalmente con un torchio tipografico a stella o a cilindro. Molti artisti dal Rinascimento in poi, si sono cimentati con l'acquaforte, lasciandoci dei veri e propri capolavori.
ANNO 1519
____ MESSICO - Da Portorico gli Spagnoli che si erano precipitati massa nella zona, per circa venti anni avevano perlustrato tutta la zona del Mar dei Caraibi. In particolare nel 1517 Francisco Fernandez de Cordoba, partendo da Cuba navigando sulla costa interna fino all'attuale Havana, non fece molto fatica a scoprire di fronte la penisola dello Yucatan; era abitata da un gruppo della antica civiltà Maia, residuo di un più folto gruppo che due secoli prima l'avevano abbandonata per andare a fondare all'interno del golfo la civiltà Azteca. Cordoba fu il primo essere vivente che vide tracce di quel popolo, e fu il primo a scoprire anche presso di loro un po' di oro (quello che un po' tutti cercavano) e a riportarlo a Cuba, confermando così che in quei luoghi doveva esserci tanto altro oro e, forse da notizie raccolte dagli indigeni, all'interno dovevano esistere grandi città, o meglio un favoloso impero. Non si sbagliava, perchè in Messico gli Atzechi erano in quel periodo circa 5 milioni, l'impero piuttosto fiorente, e sul trono c'era un re, Montezuma II (1466-1520).
____ MAYA E TOLTECHI - Le prime forme di vita civile si ebbero nel Messico circa 8000 anni fa. Queste popolazioni quasi certamente vennero dall' Asia attraverso lo stretto di Bering, poi andarono a sud fino a raggiungere le Ande. Tra il III ed il XV secolo i Maya espressero il meglio della loro civilta', che ebbe come centro di diffusione lo Yucatàn e il messico meridionale. Tocco' poi ai Toltechi sopraffare i Maya e coglierne l'eredita' culturale e spirituale che poi trasmisero a loro volta agli Aztechi, i quali si affermarono tra il XIV ed il XVI secolo d.c., fino alla conquista spagnola.
Attualmente, nelle enormi caverne Lultun, nello Yucatàn, ancora non completamente esplorate, vi sono statue colossali di pietra calcarea, di eta' antichissima, che non hanno alcun rapporto con gli schemi culturali delle civilta' indoamericane. Oggi si trovano a parecchie centinaia di metri sotto il livello del mare, ma, come dimostra la fauna oceanica incastrata tra le pieghe di queste statue, sono state scolpite sopra l'acqua.

____ AZTECHI - Intorno alla prima meta' del XIV secolo gli Aztechi si stabilirono su un'isola del lago Tezcoco, fondandovi la capitale Tenochtilan a piu' di 2000 metri di altezza. La creazione di opere esclusivamente religiose soffoco' ogni altra ispirazione e interesse: l'unica scienza veramente approfondita era l'astronomia, in quanto studio degli déi celesti. Nell'agricoltura la tecnica era molto primitiva. Ma questo stesso popolo che non conosceva la ruota, praticava l'irrigazione artificiale, concimava con cenere vegetale, sapeva tingere i tessuti e tagliare benissimo pietre preziose (il cui uso era sacro) come la giada e il turchese.
La maggior parte delle feste e delle cerimonie religiose era regolata da un calendario diviso in 18 mesi di 20 giorni ciascuno, piu' 5 giorni detti "senza nome" che, essendo considerti funesti, non erano contrassegnati da nessuna festivita' (l'anno era comunque composto da 365 giorni).
Il nome degli Aztechi significa popolo di Az. Del resto, quando gli spagnoli invasero il Messico, gli aztechi stessi dissero loro che provenivano da un terra nel mare chiamata Aztlan. Per molti secoli i Maya, i Toltechi e gli Aztechi, come altri gruppi dell' america centrale, e come i Chibcha, gli Aymara (gli eredi degli Incas assieme agli Quechua) e i Quechua del sud america, avevano serbato leggende di misteriosi stranieri bianchi venuti dall'Est che erano stati per loro maestri di arte e di civilta', e che se ne erano poi andati promettendo di ritornare.
Quetzalcoatl (nella lingua precolombiana quetzal: uccello e coatl: serpente), il dio barbuto degli Aztechi e dei loro predecessori, i toltechi, secondo le leggende era salpato verso le sue terre nei mari d'oriente dopo aver fondato la civilta' tolteca. Inoltre, aveva detto che sarebbe tornato per governare ancora quella terra. Secondo la tradizione egli giunse dal mare per insegnare agli uomini l'uso del fuoco, la costruzione delle abitazioni, e tutte quelle conoscenze necessarie alla creazione di una vita civilizzata. A differenza di molte altre divinita' non era un essere antropomorfo ma ci viene descritto come un uomo bianco, alto robusto, una fronte ampia e una folta barba.
Questo stesso Quetzalcoatl, "il serpente piumato" era adorato dai Maya con il nome di Kukulkan, per altri popoli centroamericani il suo nome era di volta in volta Gucumatz, Itzamana oppure Votan. Ma anche il Sud America aveva avuto il suo fondatore di civilta' e cosi' sulle Ande era approdato Viracocha ("Spuma del mare"), la cui descrizione fisica é la stessa di Quetzalcoatl.

A puntare le mire su questo territorio fu il governatore spagnolo di Cuba Diego de Velasques. Trovò l'uomo che faceva al suo caso in Hernan Cortes, allestì nella primavera del 1519 una piccola flotta, vi caricò sopra circa 600 uomini, dieci cannoni e diciassette cavalli (i primi cavalli che sbarcarono nel nuovo mondo) e li mandò a scoprire ciò che si sapeva che c'era ma non era stato ancora scoperto. Cortes, quando sbarcò su un isola dello Yucatan, liberò un suo connazionale che vi era stato fatto prigioniero 6 anni prima: Padre Jeronimo d'Augilar, che in quegli anni stando in mezzo a loro aveva imparato il linguaggio maya, e ovviamente conosceva tutta la storia della civiltà antica e quella che gli era succeduta - gli Atzechi - che ora dominavano in Messico. Il prete fu di grande aiuto a Cortez, che il 22 aprile 1519 sbarcava in Messico e conquistava la "Ricca città della vera croce" (Villa Rica de la Veracruz - ancora oggi il più grande porto del Messico). Da questa città Cortez cominciò presto la sua marcia all'interno. Si dice che a un cero punto da un'altura (alcuni affermano le pendici del Popocatepetl) Cortes vide il gran lago in mezzo al quale era costruita la città lagunare di Messico. La sua emozione fu pari a quella del re Montezuma nel veder arrivare dei bianchi con quegli strani quadrupedi e ordigni lampeggianti e tonanti. Memore di un antica leggenda degli Atzechi usurpatori che narrava che un giorno sarebbe tornato il dio dei Toltechi a riprendersi il regno, Montezuma non sentendosi sicuro tentò di indurre ad allontanarsi quegli uomini con ricchi doni, con oro e pietre preziose. Ma nel farlo commise l'errore più grande: ora Cortez nel riceverli aveva la certezza di trovarsi in una terra piena di tesori. Nel frattempo a Cuba il governatore Velasquez geloso dei successi e delle ricchezze che Cortez stava accumulando, inviò un esercito nel Messico per farlo imprigionare. Ma fu anche questo un altro errore; Cortez era divenuto così potente che i soldati che avrebbero dovuto sottometterlo si unirono a lui. Iniziarono altre scorrerie per procurarsi tesori, ci furono rivolte degli Atzechi, Cortez non andò molto per il sottile; anche senza tante cognizioni tattiche e strategiche, con le armi, i cavalli e i cannoni iniziò lo sterminio, uccise Montezuma, assoggettò tutto il Paese. Il 15 ottobre 1522 Carlo V nominò Cortez governatore della "Nuova Spagna". Della civiltà Atzeca non rimase più nulla; solo qualche imponente monumento in pietra. Per quattro secoli, di fronte a questo genocidio e alla totale distruzione di una cultura, si disse che "dopo tutto il Messico non era Cristiano".
ANNO 1523
____ CIRCUMNAVOGAZIONE DELLA TERRA - Erano passati appena trenta anni da primo viaggio di Colombo, e già tutte le nazioni europee facevano a gara per conquistarsi un pezzo del Nuovo Mondo, tutti in cerca dell'"El dorado". Spagnoli, Portoghesi, Inglesi, Francesi, Tedeschi solcavano l'oceano verso il Nuovo Mondo, chi a sud chi a nord in cerca di nuove terre, che sembravano non finissero mai. Ma il problema più grosso non era stato ancora risolto: restava quello di portare ad effetto il congiungimento delle due vie con la circumnavigazione del continente americano e con ciò della Terra stessa. Ma il passaggio tra l'Atlantico e il Pacifico non era stato trovato. Oppure forse dopo Vespucci (che aveva quasi raggiunto la punta estrema meridionale) qualcuno sapeva ma lo tenne nascosto. Anche in certi ambienti in Portogallo sapevano. Qui il banale diverbio di un ufficiale orgoglioso ma valoroso e pieno d'ingegno fu la causa della sciocca perdita dell'uomo adatto a quell'impresa. L'ufficiale era il portoghese Ferdinando Magellano, che nel settembre 1517 lasciò il Portogallo alla chetichella e si recò in Spagna a Siviglia. Propose l'ardito progetto, lo ascoltarono tutti interessati, l'anno dopo Carlo V conferì a Magellano pieni poteri straordinari per portare a termine lil suo ardito piano che se fosse riuscito avrebbe vibrato un colpo mortale ai Portoghesi (come poi doveva avvenire).
Dopo aver allestita una flotta di cinque piccole navi con 262 marinai, il 20 settembre Magellano salpava da Guadalquivir. Fra bufere, ammmunitamenti, e impedimenti vari, giunse finalmente alla punta estrema dell'America del Sud, solitaria, senza abitanti, con le alture di una terra ancora sconosciuta a sud che fino a notte tarda rilucevano nella notte come dei fuochi, e che per questo fenomeno gli diede il nome "Terra del Fuego", la Terra del Fuoco. Per cinque settimane dovette lottare non solo contro le tempeste ma con gli ammutinamenti della ciurma. Poi quasi a tentoni cercò il passaggio (che porta oggi il suo nome), fin quando un marinaio che era andato in perlustrazione (in mezzo a quelle isole che formano la Terra del Fuoco), tornando disse che a ovest aveva visto il mare aperto. Ripresero la navigazione il 28 novembre, entrando in un mare così calmo e così grande che lo chiamarono Oceano Pacifico. La fortuna volle - cosa insolita per l'infido Pacifico - che lo percorsero interamente fino alla Filiipine, senza incontrare una tempesta. Vi giunsero stremati dopo 99 giorni. Ospiti però non graditi dai locali che in una scaramuccia per non farsi sottomettere ferirono mortalmente lo stesso Magellano. L'impresa fu poi portata a termine da un unica nave capitanata da Juan Sebastian de Elcano, che il 7 settembre del 1522 fece ritorno in Spagna. La circumnavigazione dopo tre anni era un fatto compiuto. Il vicentino Antonio Pigafetta che partecipò all'intero viaggio, ci ha lasciato una delle più interessanti relazioni, del più strano e drammatico viaggio marittimo di tutti i tempi.
ANNO 1531
____ PERU' - Ciò che era accaduto in Messico, accadde anche nell'odierno Perù. Lungo la catena montuosa delle Ande viveva una popolazione di 7 milioni di persone, governate da re Atahualpa, a capo dell'impero. Lo Stato degli Incas manifestava in tutto una fiorente civiltà, ma anche qui gli Spagnoli si scatenarono. Francisco Pizarro aveva ottenuto personalmente da Carlo V il permesso della spedizione. Sbarcò sulle coste peruviane nel 1532 con 180 uomini, ventisette cannoni e due cavalli. Il macello cominciò subito e continuò nei tre anni successivi; essi appartengono agli anni più ripugnanti di tutta la storia della conquista del Nuovo Mondo da parte del civilizzato Vecchio Mondo. Ma come accade spesso, le belve si sbranano a vicenda; un congiura guidata dallo stesso figlio di Pizarro mandò all'Altro Mondo il "conquistatores". Purtroppo dei troppi fiduciosi incas ne rimassero pochissimi, furono sopraffatti da una combinazione di forza e di slealtà.

____ INCAS - Verso il 1400 d.C. la popolazione andina dei Quechua fece il suo ingresso in Peru', stanziandosi nella vallata di Cuzco e via via estendendo la propria sovranita', arrivando ad occupare la zona di Nazca. I Quechua, "popolo della valle calda", furono chiamati Incas dagli europei, ma in realtà con questo termine venivano indicati solamente i sovrani. Il loro dominio pero' duro' poco: nel 1532 Francesco Pizzarro arrivo' a Cuzco. Gli spagnoli non salvarono niente dell'ingente patrimonio artistico: fusero tutto per fabbricare lingotti. Gli Incas adoravano il Sole: il loro fondatore Manco Capac (XI secolo d.C.) secondo la leggenda era l'unico superstite dei quattro figli del sole usciti dalla grotta dell'aurora e diretti verso i quattro punti cardinali. Mama Oclo e il fratello Manco Capac venivano dall'est. Loro padre, Inti, il dio Sole, li aveva spediti sulla terra, secondo la leggenda, impietositosi dello stato miserevole in cui si trovavano gli uomini. Cosi' fondarono Cuzco (oggi Tahuantinsuyo). Gli Incas adoravano inoltre Viracocha ("spuma del mare"), dio bianco e antico signore istruttore del mondo. Egli é il creatore della Terra, del Sole, della Luna e di tutti gli altri esseri viventi. La sua descrizione fisica é molto simile a quella del dio azteco Quetzalcoatl e alla Oannes Babilonese, ma nessun tempio é stato mai innalzato dagli Incas a Viracocha, ed il suo culto é poco diffuso.
Secondo la teologia Inca la creazione del mondo é divisa in cinque fasi. La prima era durata 800 anni ed é molto simile all'eta' dell'oro della mitologia classica. La seconda eta' era durata mille e trecento anni e durante questa fase gli uomini vivevano in abitazioni simili a fornaci e si coprivano con pelli di animali. La terza era durata 1132 anni. Durante questo periodo gli uomini si moltiplicarono, costruirono case di pietra con il tetto di paglia e formarono popolazioni governate dai re e dalle leggi, e difese da guerrieri. A questa era e all'eccessivo aumento demografico della popolazione terrestre vi pose fine una terribile epidemia. La quarta eta' ebbe una durata di 1100 anni e fu caratterizzata da periodi di espansione e di conquista, conclusi da periodi di pace e di prosperita', durante i quali gli Inca svilupparono la coltivazione di mais e di patate. La quinta eta' era ancora in corso al momento dell'invasione spagnola.
ANNO 1540
____ PISTOLA - Fra le varie etimologie, la più verosimile è quella che accenna al latino "Pistoria" Pistoia, dove si fabbricavano armi come desumesi anche dalle voci "Pistolese" o "Pistoria" (e sembra che all'origine fosse il nome di un'arma da taglio e solo poi passasse all'attuale significato, quando un armaiolo di questa città Camillo Vettelli costruì quest'arma con un meccanismo di accensione a ruota.
Nel 1682, un certo Beretta, in Valtrompia, fonda la prima fabbrica di armi da fuoco, compresa un arma non più chiamata pistola ma...
____ RIVOLTELLA ... il cui nome proviene da "revoltar". Armi usate in quasi tutte le 3130 guerre avvenute nel mondo in questi ultimi 320 anni . Una fabbrica sempre attiva! La sua crisi è la pace ! Altrettanto strumento di morte la successiva ...
____ COLT detta anche...
____ REVOLVER - In nome è quello inglese di "revoltar". Una pistola automatica brevettata dallo statunitense Samuel Colt, nel 1835, a tamburo rotante che spara sei proiettili a ripetizione. Visto il grande successo, fondò nel 1852 una propria fabbrica d'armi. La pistola a sei colpi era del resto un mezzo maneggevole soprattutto per il "tiro a segno" sugli indiani locali (che sistematicamente iniziarono proprio in quegli anni). Uno sport che iniziò a coltivare Buffalo Bill, tutti i giorni, fin dalle prime luci dell'alba, mentre gli indiani erano ancora a dormire nelle loro capanne. Colt battezzerrà i suoi due primi modelli The peacemaker (Il paciere) e The great equalizer ("Il grande livellatore"). Due nomi molto significativi per i successivi programmi; e forse per pudore le chiameranno solo più "Colt"; ma la funzione rimase legata al secondo nome.
ANNO 1541
____ MISSISSIPI - Dopo la conquista del Messico, Cortes s'inoltrò anche all'interno di questa regione, a settentrione, scoprendo la penisola della Bassa California. Tornato in patria (dove poi morì in povertà nel 1547), Re Carlo V nel 1539 diede l'incarico a Hernando de Soto di sbarcare in Florida per colonizzarla in nome della Spagna. Giunto sul posto dopo aver assoggettate questa contrada, l'esploratore si spinse anche in oriente e nel 1541 scopriva il grande fiume Mississipì. Ma anche lui fu sfortunato, morì l'anno dopo sulle sue rive.
ANNO 1542
___ RIO DELLE AMAZZONI - Mentre Cortez cadeva in disgrazia nel Nord America rimpiazzato da de Soto (ma pure lui ci lasciò la vita); nell'America del Sud all'altro "conquistadores" Pissarro non gli capitava di meglio rimase ucciso in una congiura capitanata da suo figlio Gonzalo. Che a sua volta fu ucciso da un altra congiura dopo aver ucciso il governatore ed essersi ribellato al suo successore Pedro de Gasca un prete insediato da Carlo V. Quest'ultimo mise pace nelle discorsie, scegliendo la strada più sbrigativa, benedicendo i seguaci di Gonzalo e lo stesso Gonzalo non prima di avergli data la pace eterna al cimitereìo. Prese il posto di Gonzalo un suo aiutante - Francisco de Orellana, assieme al monaco Carvajal. Dal Perù vollero esplorare al di là della catena della Cordigliera. S'imbatterono nelle sorgenti di un fiume (il Napo) e convinto che navigandolo sarebbe sbucato nell'Atlantico, con delle fragili canoe iniziarono l'avventura. Ad un certo punto il Napo sbucò su un altro fiume imponente come una mare. Dovettero fermarsi costruire delle nuove più resistenti imbarcazione per poi riprendere il viaggio. Il fiume navigandolo per settimane, mesi, e per l'intero anno, non finiva mai, ma diventava sempre più enorme come portata d'acqua. Gli ci vollero 15 mesi per percorrerlo fino alla foce. Nella traversata avevano incontrato delle tribù che sembravano guidate da donne, per questo motivo riallacciandosi all'antica leggenda greca, il fiume venne chiamato Rio delle Amazzoni.
ANNO 1543
____ SISTEMA ELIOCENTRICO - Esce "De revolutionibus Orbium Coelestium", dell'astronomo Niccolò Copernico che introduce la concezione eliocentrica del sistema solare, ossia vi sostiene che è il Sole e non la Terra, al centro dell'universo, rovesciando completamente la concezione tolemaica. Questa ipotesi incontrò l'indifferenza della scienza ufficiale anche se alcuni pensatori, come Giordano Bruno e Galileo Galilei, la fecere subito loro e la divulgarono. Nel 1615 a causa delle questioni sorte con Galileo, la teoria venne ufficialmente condannata dall'Inquisizione e il libro messo all'indice.

____ NUOVA ANATOMIA - Nello stesso anno, da una nuova conoscenza del Cielo si passa a una nuova conoscenza dell' Uomo. (alcuni da questo fatidico anno, fanno iniziare la rivoluzione scientifica). Esce "De corportis humani fabrica" (La struttura del corpo umano) dell'anatomista fiammingo (con studi a Padova) Andrea Vesalio (1514-1564). Il libro uscito con la tecnica della stampa riproduceva accurate illustrazioni di elementi anatomici ( vedi "anatomia rudimentale" anno 520 a.C. - vedi "anatomia moderna" anno 280 a.C. - e vedi biografia di Andrea Vesalio )
ANNO 1551
____ TAVOLE PLANETARIE - Il matematico tedesco Erasmus Reinhold pubblica "Tabular Prutenicae". Passando in rassegna l'enorme lavoro matematico di Copernico che aveva sì con la sua teoria indicato i moti planetarie ma non era riuscito a produrre le tavole necessarie.
ANNO 1552
____ TROMBA D'EUSTACHIO - Parallelo agli studi anatomici condotti da Vesalio, proseguendo le ricerche in questo campo, l'anatomista italiano Bartolomeo Eustachio nove anni dopo il trattato di anatomia di Vesalio, pubblica un libro in cui descrive con precisione lo stretto tubo che collega l'orecchio alla gola, che appunto prende il nome "tromba d'Eustachio".
ANNO 1553
____ PASSAGGIO A NORD EST - La corsa per un passaggio verso l'estremo oriente era da circa sessant'anni una corsa delle grandi potenze, scese tutte in campo. Il Portogallo aveva scoperto alla punta estrema dell'Africa il passaggio a sud-est con Vasco de Gama; la Spagna in sudamerica il passaggio a sud-ovest con Magellano; impegnati a cercare un passaggio a nord-ovest i Francesi con Verrazzano che nel 1524 aveva esplorato buona parte della costa orientale del Nordamerica ma poi non andò oltre. Altra esplorazione francese con Jacques Cartier che navigando all'interno tra il Labrador e Terranova (oggi stretto di Belle Isle) era convinto che quel mare portasse al Pacifico, mentre altro non era che l''attuale golfo dove sbocca il fiume San Lorenzo; cioè appena all'inizio di quel grande territorio che è l'attuale Canadà. La Francia anch'essa era convinta di aver scoperto una nuova terra, ed infatti continuando poi la sua colonizzazione ed espansione tramite la Compagnia della Nuova Francia, la rivendicò per oltre due secoli. Non si diedero però per vinti gli inglesi; dopo vari tentativi nel 1553 tentarono un passaggio per le indie navigando non a nord-ovest, ma a nord-est. La nave capitanata da Richard Chancellor attraverso il Mar Bianco riuscì ad approdare sulle coste dell'impero di Ivan IV di Russia. Fu l'inizio di un sodalizio commerciale fra russi e inglesi.
ANNO 1556
____ MINERALOGIA - Si comincia a parlare di questa scienza dopo la pubblicazione postuma di "De Re metallica" (le cose metalliche) scritto da George Bauer (1494-1555 - meglio noto con il nome Giorgio Agricola). Vi si riepiloga tutto il sapere pratico dei minatori tedeschi, è illustrato con molte tavole con macchinari per l'estrazione mineraria, vi sono esposti attentamente i vari procedimenti, compresi quegli studi di alcuni farmaci di derivazione minerale. Fu insomma il primo libro importante sui minerali, ecco perchè lo si considera come base della scienza della "mineralogia".

____ TABACCO - E' l'anno in cui giungono dal Nuovo Mondo in Spagna le prime piantine di tabacco. Inizialmente il tabacco fu usato come medicinale e venduto solo in farmacie per alcune sue proprietà farmacologiche. Ma quattro anni dopo è l'ambasciatore in Portogallo Jean Nicot a inviare alcuni semi in Francia e a far conoscere al suo paese e non solo al suo paese le proprietà del tabacco. Lui a scoprire la sostanza che porta il suo nome "Nicotina". (per altre notizie vedi anno 1586 - "nicotina" - "pipa" - "sigarette" )
ANNO 1560
____ ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE - Molti scienziati che in questo primo mezzo secolo avevano visto stravolgere tante verità pseudo- scientifiche, si erano resi conto che lo scambio delle informazioni non potevano circolare solo più casualmente e verbalmente e spesso solo tramite incontri fortuiti. C'era a disposizione la stampa da oltre mezzo secolo, il mondo era diventato grande più del doppio, tutte le comunità scientifiche premevano per avere informazioni. Nel 1560 fu un fisico italiano - Giambattista della Porta (1535-1615) a prendere l'iniziativa per costituire una "Associazione scientifica" destinata a uno scambio di idee, fondò l'"Academia Secretorum Naturae" (Accademia dei misteri della natura"). Purtroppo in questi stessi anni vi erano stravolgimenti, non solo nella scienza ma anche nel campo religioso. Riforma e Controriforma tennero banco, con le conseguenze che tutti sappiamo. Nei Paesi latini l'inquisizione iniziò la sua opera, che era poi quella di essere intollerante a qualsiasi forma di conoscenze. L'"Accademia" fu chiusa. Ma ormai il seme era stato gettato, e ben presto audaci scienziati (ma molti finirono sul rogo o seppelliti vivi nelle galere) formarono altre accademie, altre società scientifiche e furono queste a dare origine a quella grandiosa "comunità scientifica" e che iniziò a segnare tutti i progressi di una nuova umanità.
ANNO 1565
____ MOSCHETTO - L'archibugio di cui abbiamo accennato nell'anno 1450 (vedi) nell'arco di 150 anni si era molto perfezionato. Le nuove armi sparavano ormai pallottole che penetravano nelle armature e queste - che fra l'altro erano piuttosto pesanti- iniziarono a non essere nemmeno più indossate e nemmeno più fabbricate. Questi nuovi archibugi cominciarono a chiamarsi "moschetti", forse perchè la pallottola sfrecciando produceva lo stesso ronzio di una mosca (l'etimo originale è appunto il francese "mosquet" e ancora più eloquente il francese antico "mouschete"). Erano anche queste armi ancora rudimentali, erano difficili da maneggiare, non facili a caricarsi, ma erano già armi micidiali che continuarono a perfezionarsi e rimasero - con il successivo "fucile" (vedi anno 1650) per quasi due secoli le principali armi portatili usate dai soldati di tutti gli eserciti.

____ MATITA - Un certo Gesner descrive per la prima volta una matita, formata da un cilindro di legno con una mina di grafite all'interno. Ma una vera e propria produzione industriale e quindi la diffusione inizia nel
1795. Un francese - Nicholas Contè - e contemporaneamente un austriaco - Joseph Hardmuth, ebbero l'idea di produrla in serie.
ANNO 1568
____ PLANISFERO TERRESTRE (vedi sotto)
____ ATLANTE - (vedi sotto)
____ PLANISFERO MERCATORE - Intorno a questa data si erano apprese le conoscenze geografiche di settanta anni di esplorazioni, e mentre queste cognizioni erano diventate nella pratica patrimonio dei Paesi che avevano finanziato i viaggi, le carte geografiche esistenti erano rimaste antiche, perchè fatte su conoscenze empiriche, non rappresentavano più il mondo in generale qual'era, troppi gli errori. Inoltre anche con la buona volontà dei cosmografi, vi era la difficoltà di rappresentare una superficie sferica su una superficie piana, perchè se veniva fatta con il vecchio sistema tolemaico si incorreva in notevoli distorsioni. Come abbiamo visto nei precedenti anni, non sempre i grandi navigatori sapevano esattamente dove si trovavano, nè avevano carte precise per raggiungere più facilmente le loro destinazioni. Un grande navigatore arabo che aveva fatto numerosi viaggi nell'oceano Indiano dall'Arabia fino a Canton, affrontando i terribili monsoni, quando gli chiedevano come faceva a trovare la rotta soleva dire "la rotta la so, la so e basta!".
Dopo tredici secoli questo problema fu risolto dal geografo tedesco Gerhard Kremer (meglio conosciuto col nome di Gerardo Mercatore - 1512-1594). Grande riformatore della cartografia, adottò per primo procedimenti scientifici-matematici al posto di quelli empirici fino allora usati. Nel grande mappamondo in 18 fogli del 1568 applicò la proiezione cilindrica isogena a latitudini crescenti; la cosiddetta "proiezione di Mercatore". Partendo da queste carte, con altri numerosi viaggi di esplorazione la cartografia iniziò a riportare sempre più dettagliatamente le contrade dei vari continenti nella giusta distanza senza incorrere in distorsioni. Nel suo primo libro di carte, Mercatore aveva messo in copertina l'immagine di Atlante, il mitologico titano greco, che sorreggeva il mondo sulle spalle. Di conseguenza tutti i successivi libri di carte, sono stati chiamati "Atlanti".
Tutti i miglioramenti di questa nuova rappresentazione del mondo, furono poi realizzati dalle numerose spedizioni geografiche nei vari luoghi della Terra. Ma diventando sempre più conoscenze di carattere strategico a partire dal XVIII secolo la rilevazione topografica passò esclusivamente in mano agli ingegneri militari. Quando poi all'inizio del Nocevento iniziarono ad essere utilizzati gli aeroplani, speciali velivoli sempre militari, con la tecnica fotografica cominciarono a produrre carte geografiche sempre più accurate (
il pilota italiano Piazza insieme al pilota Gavotti il 23 febbraio 1912, furono i primi a realizzare  le prime fotografie aeree della storia, fissando al velivolo delle comuni macchine da ripresa). La tecnica della ripresa si perfezionò nei successivi anni (soprattutto durante la Seconda guerra mondiale) realizzando macchine fotografiche speciali, che per evitare la distorsione fotografavano il sottostante territorio da una stretta fessura in sincronia con la pellicola che avanzava alla stessa velocità di crociera dell'aereo.
Nulla a confronto delle successive rilevazioni fotografiche effettuate poi con l'avvento dei satelliti artificiali a varie altezze, che oggi riescono ad ottenere con precisione dettagli di qualsiasi territorio del globo con un'approssimazione di uno-due metri.
ANNO 1572
____ STELLE SUPERNOVE - Quando nel novembre del 1572 comparve in cielo una grande stella, più luminosa di Venere, un giovane astronomo danese - Tyco Brahe (detto Ticone - 1546-1601) - la osservò per 485 giorni. Fenomeni del genere non erano comuni. Qualcosa del genere era stato osservato nel 1054 ma non si era andati molto al di là di un bizzarro fenomeno celeste, anche perchè allora tutto il creato doveva apparire immutabile, quindi era inutile indagare o fare azzardate supposizioni. Ticone invece la fece, e quando la vide sparire in cielo nel marzo del 1574, dopo aver fatto le sue ripetute osservazioni, pubblicò un libretto osando un titolo non certo comune "De nova stella" (La nuova stella). Ma dov'era poi finita? I telescopi non esistevano ancora. Le conoscenze dell'universo erano ancora quelle dell'antichità. Tuttavia la stella era apparsa, e l'autore della insolita ipotesi ebbe anche una certa fama. E da allora ogni nuovo oggetto celeste apparso in cielo si chiamerà "stella novae", stella nuova. Noi oggi invece sappiamo che più che nuova è sì una stella, ma una stella vecchia che all'improvviso aumenta di miliardi di volte la propria luminosità distruggendosi in una esplosione che produce un resto gassoso in espansione e forse una "stella di neutroni" (o un "buco nero"). (prosegui con il paragrafo sottostante - "comete".)
____ COMETE - Ticone dopo aver avuto la fortuna di vedere la "novae", che lo fece diventare il più famoso astronomo d'Europa, nel 1577 ebbe anche la fortuna di vedere apparire in cielo una cometa molto luminosa. La studiò come aveva fatto con la stella, seguendola ogni giorno, osservandola sempre attentamente. Il sovrano danese non gli lesinò gli aiuti per allestire un vero e proprio osservatorio astronomico all'isola di Hven, dove Ticone vi si installò con tutti i migliori strumenti che vi erano in giro. Gli antichi astronomi greci da sempre avevano affermato che le comete erano fenomeni temporanei atmosferici, e tale tesi (così come per la "novae") nel '500 era ancora sostenuta. Come aveva fatto per la stella, anche per la cometa cercò in tutti i modi la parallasse. Nulla. Dunque - sostenne - la cometa era un oggetto minore del sistema solare, con una sua propria orbita; ed era anche certo che si trovasse a una distanza di gran lunga maggiore di quella della Luna. Gli altri non se ne resero conto, ma Ticone - prima con la stella poi con la cometa - aveva inferto un grave colpo alla vecchia astronomia, non solo a quella greca ma anche a quella a lui contemporanea. - Ticone quando morì nel 1601, lasciò un degno erede, un giovane astronomo tedesco che l'aveva assistito nei suoi ultimi anni: Giovanni Keplero. (vedi "orbite planetarie" anno 1609)
ANNO 1578
____ PREFABBRICATI - L'idea di allestire in appositi luoghi di produzione elementi di una casa per poi farne il montaggio nel luogo preferito dal cliente venne a un Olandese nel 1578; ed esiste ancora: la "Casa Nonesuch". Le tipiche case olandesi - che utilizzavano molto il legno - favorirono questo tipo di abitazione e non ebbe seguito in altri luoghi dove le costruzioni in muratura erano la norma. Salvo l'allestimento di alcuni chalet, prodotti nelle valli altoatesine a partire dagli anni 1930, la vera e propria introduzione del prefabbricato avviene negli anni del dopoguerra, quando ormai il cemento precompresso e la metallurgia ha permesso ad alcune industrie di produrre i vari elementi (dai pilastri in ferro alle pareti) standardizzati che si assemblano in seguito per formare un edificio o qualsiasi altra struttura. Il prefabbricato comunque non era nuovo, con un termine più appropriato si chiama ....

____ EDILIZIA MODULARE - Il principio è molto quasi simile a quello di sopra ed è quello che seguono anche i bambini quando hanno in mano una scatola di cubi tutti uguali; realizzano con questi delle simpatiche casette, ponti, strade, grandi edifici, torri. E se andiamo nel passato gli stessi architetti Greci, nel realizzare le loro grandi costruzioni a colonne (es. il Partenone) utilizzavano dei moduli; cioè prima di iniziare l'opera avevano stabilito in anticipo le colonne che si sarebbero usate nella intera costruzione. Dopo averle realizzate nelle cave di pietra, gli addetti al trasporto delle colonne dovevano solo posarle nel punto indicato dal progettista. Anche gli architetti delle cattedrali gotiche seguirono in parte la tecnica dell'edilizia modulare. Che divenne poi diffusissima quando con a disposizione le grandi acciaierie, la enorme produzione della ghisa permise di approntare negli stessi stabilimenti moduli in serie, che poi assemblati nei luoghi prescelti, in brevissimo tempo creavano un edificio. Proprio con questa tecnica dopo aver costruito in acciaieria 3.300 colonne e le corrispettive travi maestre, tutte identiche, nel 1851 a Londra fu costruito il pochi mesi, il Crystal Palace, un edificio di 563 m di lunghezza e 137 di larghezza.
Con la stessa tecnica modulare, ma utilizzando travi realizzate in acciaio, furono poi costruiti tutti i grattacieli di New York e altre città. Lo stesso Empire State Building di New York, fu "montato" in poco più di dodici mesi.
All'inizio del '900 vi erano ancora scarsi studi sul cemento; nè gli architetti lo usarono per le loro costruzioni. L'utilizzo del cemento più che un'arte era una scienza, nemmeno affidata ai geometri, ma riservata solo agli ingegneri. E questi approfondendo gli studi, adottando nuove tecniche, non solo realizzarono grandi edifici con pilastri portanti in cemento armato, ma in Italia costruirono col cemento anche i grattacieli (il Pirelli di Milano); e come le colonne di ghisa che erano prodotte in acciaeria, anche i pilastri, le solette, le pareti, iniziarono ad essere prodotti presso i cementifici, pronti per essere messi in opera. Oggi perfino i ponti con lunghe campate sono prodotti "in fabbrica", con il cemento precompresso, sperimentato per la prima volta nel 1928 dall'ingegnere francese Marie Eugene Freyssinet. A dare fama ai moduli ( e fu lui ad usare per la prima volta il vocabolo "modulor") fu poi il grande architetto svizzero Le Courbusier, creando a Marsiglia nel 1952 l'"unità di abitazione". Nel 1967 l'architetto israeliano Moshe Safdie, andò oltre e presentò le "unità abitative safdie". Il blocco era un intero cubo (con le dimensioni desiderate) e costituiva una intera stanza o salone, con tutte le rifiniture interne, porte e finestre già montate a piacimento. Con la messa in opera di uno o più cubi, messi a fianco o sovrapposti, si possono creare anche grandi edifici, montandoli e anche smontandoli per portarli dove più ci piace, con una semplice gru e un articolato. Una tecnica simile a quella del bambino accennato all'inizio: una gioco di cubi!
____ TERRA DEL FUOCO - (vedi sotto)
____ STRETTO DI DRAKE - Le imprese di Francis Drake - al servizio di sua maesta Elisabetta I, col nome di "Ammiraglio della Regina" - appartengono essenzialmente non alla storia delle esplorazioni ma alla spedizioni guerresche. E' insomma
passato allo storia come il grande razziatore che ha reso l'inghilterra -all'inizio della sua potenza marittima - grande servigi alle finanze inglesi (leggi tesori, che Elisabetta fece sempre finta di non sapere da dove venivano). Più che un navigatore Drake era un pirata dei mari (anche se uno dei più notevoli ed interessanti eroi del mare). Pirata lo era soprattutto nei mari del Nuovo Mondo dove si erano stanziati gli Spagnoli, con prevalenza nell'America del Sud. Erano soli, indifesi, quindi facile preda di Drake, che decise di intraprendere un viaggio verso quelle terre con il solo scopo di spogliarli delle ricchezze che da Enrico V in poi stavano rendendo la Spagna una grande potenza.
Fu una vera e propria guerra non dichiarata di Drake agli Spagnoli. Primo viaggio nel 1572: raggiunse Panama, e attraverso l'istmo, fu il primo inglese a vedere il Pacifico. Nel 1577, secondo viaggio, più impegnativo: voleva raggiungere l'America del Sud, scendere ancora più a sud e oltrepassare lo stretto di Magellano (dal giorno della scoperta sempre rimasto in mano agli spagnoli). Nell'avventurarsi in quello stretto, una tempesta lo spinse verso le isole della Terra del Fuoco, che oltrepassò, navigando in luoghi dove non era mai passato creatura umana toccando il 60° parallelo dove vi era non solo il vero e proprio naturale passaggio per l'oceano Pacifico, ma un poco più a sud iniziava la punta della penisola (oggi Terra di Graham) del continente antartico che verrà scoperto solo nel 1823 da Weddel e da Biscoe nel 1832 e altri.
L'"Ammiraglio della Regina" chiamò quello stretto che porta ancora oggi il suo nome "Passaggio di Drake", entrò nel Pacifico e costeggiando tutta l'America orientale del sud e parte dell'America del nord giunse fino alla baia di San Francisco. Poi si avventurò nell'oceano Pacifico raggiungendo l'Inghilterra da dove era partito tre anni prima. Drake fu il primo a circumnavigare il globo di persona. Infatti, lo sfortunato Magellano nel 1523 era morto ucciso nelle Filippine senza poter completare il suo viaggio.
ANNO 1581
____ PENDOLO - Abbiamo già accennato agli orologi a pendolo parlando di vari "orologi" nell'anno 270 a.C. (vedi descrizione) E abbiamo anche accennato di sfuggita a Galileo Galilei. A scoprire quella che sarà la "legge dell'isocronismo del pendolo", fu proprio questo ragazzo di Pisa, allora diciassettenne con una mente già indagatrice. Osservando l'oscillazione del grande lampadario della cattedrale, notò che ampio o ridotto che fosse l'arco descritto, il tempo che il lampadario impiegava per completare la propria oscillazione avanti e indietro, sembrava sempre lo stesso. Il ragazzo non aveva un cronometro nel polso, ma ne aveva uno nel polso stesso, ed infatti sul battito del proprio polso scoprì quello che nessuno in migliaia di anni aveva mai notato: un'azione fisica che si ripeteva a un ritmo costante. Tornato a casa realizzò due pendoli della stessa altezza, a uno diede una spinta forte all'altro una spinta debole; entrambi continuavano a muoversi simultaneamente. Il tempo che impiegava uno a descrivere un ampio arco era identico a quell'altro con un arco più ridotto. Galileo però non utilizzò la sua scoperta per farne un orologio, anzi in tutte le altre sue ricerche e fino alla morte paradossalmente continuò a misurare il tempo con i soliti orologi ad acqua. A riscoprire le oscillazioni isocrone del pendolo ( da isos "uguale" e khronos "tempo" - che avviene a intervalli di uguale periodo) fu settant'anni dopo Christian Huygens quando nel 1657 costruì il suo primo orologio a pendolo, che in un baleno si diffuse e seguitò ad essere l'orologio più preciso nei successivi 300 anni. (vedi anno 270 a.C. alla voce "orologio" )
____ SIBERIA - I Russi dopo il primo contatto con gli inglesi avvenuto nel 1553, vollero anche loro entrare nella competizione delle colonizzazioni, spingendosi a Est, nelle terre fredde. Morto re Ivan IV, salì sul trono la dinastia giusta: gli Stroganov che erano diventati potenti proprio con il commercio delle pellicce da quelle quelle zone glaciali che indubbiamente i loro mercanti conoscevano molto bene. Incaricarono un cosacco - Yermak Timofievic - che non solo andò in esplorazione ma si mise a conquistare quelle terre dove di anime vive cen'erano ben poche. Prima il regno mongolo a est degli Urali, poi continuò l'esplorazione verso est dal grande bassopiano, passò all'esteso altopiano; terre grandi quattro volte la Russia, che aggregò all'impero con nome "Siber" (Siberia). Fu solo l'inizio di una più estesa esplorazione che ben presto portarono i Russi fino alla Siberia orientale, sull'oceano Pacifico e fino all'Alaska, esplorata poi da Bering nel 1741, poi venduta dai Russi agli Stati Uniti nel 1867. (vedi a proposito anno 1728 "Stretto di Bering" )
ANNO 1582
____ CALENDARIO GREGORIANO (vedi spiegazione "Anno Lunare" nell'Anno 8000 a.C.)
ANNO 1585
____ WATER A SIFONE - L'invenzione dell'antenato del WC, battezzato Aiax, viene attribuita alla genialità di un inglese - John Harrington - che fu il primo intorno a questa data a dotare la tazza igienica di un serbatoio d'acqua corrente da usarsi a fabbisogno compiuto. Era ancora rudimentale, e qualche storico afferma - su ammissione dello stesso Harrington - copiato in Italia. A migliorarlo nel 1775, mettendoci un sifone fu un matematico inglese - Alexander Cummings - Il congegno permetteva di mantenere sempre una certa quantità d'acqua nella vaschetta, poi con un semplice scatto si svuotava immediatamente il contenuto assolvendo il compito della pulizia e automaticamente si riempiva per un successivo uso utilizzando un galleggiante che interrompeva il flusso una volta ricolmato il serbatoio. Proprio per questo fu chiamato "water closet" (chiusura dell'acqua). Non lo brevettò, ne approfittò tre anni dopo un certo Bramah, inventore di una serratura moderna (la cosiddetta "serratura a pompa").
ANNO 1586
____ FRAZIONI DECIMALI - Dal tempo dei sumeri e degli egiziani, il calcolo delle frazioni era un problema molto complesso. Nemmeno i matematici greci, e poi quelli arabi avevano trovato una soluzione semplice per addizionare, moltiplicare, dividere i numeri; si era sempre proceduto con i vari 1/2, 1/4, 3/5, 7/8 ecc. e questo nonostante l'introduzione dei numeri posizionali. Ancora oggi un matematico farebbe fatica a fare calcoli con queste frazioni. A risolvere questo problema in un modo piuttosto semplice fu il matenmatico olandese Simon Stevin (1548-1620). Alla destra delle colonne delle unità, dopo aver messo una virgola, usò gli stessi numeri decimali procedendo con le colonne delle decine, centinaia, migliaia ecc. Il 2 1/4, sarebbe diventato il 2,25, il 2 7/8 il 2,875. e così via. Unico neo è che alcune frazioni non finiscono mai; un es. il 2 1/3 che fornisce un 2,3333333333.... o un semplice 10 diviso 3 che fornisce all'infinito 3, 3333333333333333333...fino all'infinito.

____ IDROSTATICA - Lo stesso Stevin l'anno prima fece anche un'altra scoperta che sta alla base dell'idrostatica. Dimostrò che la pressione di un liquido su una data superficie dipende dall'altezza del liquido al di sopra della superficie e dall'area della superficie, ma non dipende dalla forma del recipiente contenente il liquido.
____ TABACCO (vedi sotto)
____ NICOTINA - Prima di Raleigh - citato sopra- un monaco - THEVET - di ritorno dal Brasile nel 1556 aveva portato con sè in Spagna le prime piantine di tabacco. Inizialmente furono usate come medicinale e venduto solo in farmacie per alcune sue proprietà farmacologiche. Jean Nicot un ambasciatore francese in Portogallo, con la passione della chimica, nel 1560 - per farle coltivare ne aveva inviate in Francia alcune piantine e nello stesso tempo ne scopriva la principale sostanza contenuta che prenderà il suo nome: la NICOT-ina. Che è il principale alcaloide del tabacco, il cui tasso varia dall'1 all'8 % secondo il tipo di foglie delle specie coltivate, che funge da eccitante del sistema nervoso vegetativo. Le foglie di tabacco contengono anche un ammide - la nicotinammide - acido nicotinico o vitamina PP, che svolge funzioni fondamentali nei processi ossido-riduttivi, nel metabolismo dell'emoglobina e delle proteine vegetali. L'acido nicotinico è un acido monocarbossolico che fu usato nella cura della pellagra per le sue proprietà vitaminiche. L'assunzione massiccia o prolungata della nicotina da origine al "nicotismo", una forma di intossicazione cronica. Inoltre crea dipendenza come molti altri alcaloidi.
A parte il primo impiego delle foglie di tabacco essicate, triturate e introdotte nella pipa per essere fumate, un singolare impiego fu quello di ridurlo in polvere e inalarlo attraverso le narici del naso. Nel 1656 papa Alessandro VII - Fabio Chigi (1599-1667) permise la coltivazione di alcune piantine di tabacco nel ricco Orto Botanico, avviato nel 1278 da Nicolò III, sito in Vaticano, presso l'Orto dei Frati Minori, che si trovava dietro il convento di San Pietro in Montecitorio. Introdusse, lui e non la Francia come erroneamente si riteneva, la tassa sul tabacco: il monopolio fu affidato ai farmacisti, poichè inizialmente esso veniva usato a scopo curativo. Ben presto dall'uso si passò all'abuso: i medici si scagliarono contro il suo consumo denunciando i danni che poteva arrecare all'organismo. Per questo motivo lo stesso papa condannò quelli che aspiravano il tabacco in chiesa. Solo con papa Benedetto XIV, accanito fumatore, la tassa sul tabacco, quindi il monopolio, venne abolita: da quel momento chiunque poteva coltivarlo e venderlo anche al di fuori dello Stato Pontificio senza pagare nessuna tassa. La coltivazione del tabacco non conobbe soste nel resto d'Europa e il modo di assimilare nicotina fu vario. Nel 1788 in Germania furono prodotti i primi sigari, mentre nel 1843 in Francia entra in commercio la prima sigaretta (vedi più avanti)
____ PIPA - Non si hanno elementi per poter dire che prima del 1492 si usasse in Europa la pipa. Ma l'uso di fumare alcune erbe diseccate dentro una specie di pipa fatta di legno vegetale (ma anche in terracotta e di bronzo) risale negli ultimi secoli a.C., con presenze di tali oggetti in Germania, Francia, Spagna. Quasi due millenni dopo, quando gli europei sbarcarono nel Nuovo Mondo, gli indios a scopo non solo rituale ma anche quotidianamente, utilizzavano un arnese (chiamato in indios "pipa", formato da un piccolo recipiente dove bruciavano foglie di un tipo di vegetale ricche di nicotina, completamente sconosciuto in Europa: il tabacco (che gli indios masticavano pure). Trascorse quasi un secolo, quando nel 1586-90 l'Inglese Walter Raleigh introdusse in Europa questi strani recipienti uniti a un bocchino che serviva per aspirare la combustione nel cosiddetto "fornello" di foglie di tabacco (tabaco in portoghese, tabaq in indios). La prima pipa era come quella originale fatta in vegetale, ma più tardi nel 1690, in Germania si cominciò ad usare un tipo in porcellana realizzata dall'austriaco Vilarius. Sessant'anni dopo - nel 1750 in Ungheria si tornò al vegetale utilizzando la "schiuma" di una dura radice di un legno particolare piuttosto pregiato: la radica, che però inizia a diffondersi solo a partire dal 1850.

____ SIGARETTA - La prima fu fabbricata dalla governativa Manifacture Francaise des Tabacs. Nel frattempo si era fortemente diffusa la moda di fiutare polvere di tabacco, e i ricchi e i potenti spesso oltre che possederle avevano il vezzo di regalare preziose e ultradecorate tabacchiere. Ben presto annusare e fumare tabacco non fu prerogativa dei ricchi ma si allargò alle classi popolari. Ci provarono anche le donne a fumare, prima in privato poi quando una nota duchessa si mise a fumare anche in pubblico, questa moda cominciò a scandalizzare. Fino al punto che nel 1908 le autorità di New York dichiararono reato per le donne fumare in pubblico. Ma con la prima guerra mondiale, e ancora di più negli anni '30 fumare divenne cosa normalissima. Con la Seconda guerra mondiale nei generi di conforto giornaliero di ogni militare comparvero anche le sigarette, e quando poi finì nel dopoguerra ormai metà della popolazione fumava.
Ma l'uso e l'abuso delle sigarette ha poi allarmato tutti i ministeri della sanità di ogni stato, non solo per l'assunzione dannosa della nicotina dei "tabagisti" (i fumatori accaniti), ma per gli effetti collaterali che provocano alcune sostanze che si sviluppano con la combustione delle sigarette, fra le quali alcune sostanze cancerogene quali la catramina e molte altre sostanze dannose ai polmoni e alla salute in generale, come le bronchiti e altri gravi disturbi dell'apparato respiratorio. Purtroppo i governi sono accusati di fare ipocriti allarmismi, perchè alcuni Stati che detengono il monopolio dei tabacchi ricavano loro stessi una lucrosa "accisia" (una imposta indiretta) sulla fabbricazione o sulla vendita dei tabacchi. Inoltre è una filiera quella del tabacco che si calcola produca nel mondo una occupazione a 50 milioni di persone addette. Spesso si verifica questo paradosso, che i governi stanziano grosse cifre per combattere le malattie provocate dal fumo e nello stesso tempo ne stanziano altrettante per sostenere le industria e le coltivazioni del tabacco.
ANNO 1588
____ MARTINETTO - E' l'attrezzo impiegato per sollevare oggetti molto pesanti, il più conosciuto oggi è quello che usiamo un po' tutti per sollevare l'auto quando occorre sostituire un pneumatico. Un simile rudimentale attrezzo a vite senza fine fu inventato da un ingegnere italiano - Ramelli Agostino - intorno a questa data, quando in una sua opera "Le diverse et artificiose macchine" illustrò con alcuni disegni questo utile aggeggio. In precedenza qualcosa di molto simile era già stato concepito nel 1250 da un architetto francese - Villard de Honnecourt - anche lui illustrando con uno schizzo su un manuale per costruzioni edili. Ma il principio sembra fosse conosciuto anche dai grecie dai romani quando spostavano o mettevano sui basamenti le imponenti colonne.
ANNO 1589
____ CADUTA DEI CORPI - Fino ai tempi di Galileo si era creduto, secondo quanto affermava Aristotele, che i corpi che cadevano si muovessero con velocità costante. Galileo per primo si rese conto che tale velocità aumentava sempre più con l'avvicinarsi del corpo alla terra. La tradizione narra che fece cadere simultaneamente due palle dalla torre pendente di Pisa. Vero o meno che sia questa storia, resta il fatto che non vi erano allora strumenti adatti a misurare con precisione i corpi cadenti. Galileo tuttavia superò queste difficoltà utilizzando dei piani inclinati. Più il piano era pianeggiante, più le palle si muovevano lentamente, sottoposte all'attrazione della forza gravitazionale, e più facilmente poteva essere misurata la loro velocità di caduta. Fu così in grado di dimostrare che le palle rotolavano lungo il piano con un'accelerazione costante - ovvero che acquistavano velocità in un tempo costante, sottoposte a una forza d'attrazione gravitazionale costante.
Questo risolse un altro importante problema: Aristotele aveva sostenuto che per mantenere un corpo in movimento, era necessario che venisse continuamente esercitata una forza. Cioè per mantenerlo in movimento sarebbe stato necessario continuare a spingerlo. Per questo motivo con una tesi piuttosto singolare, si riteneva che i pianeti nel loro eterno movimento intorno alla Terra dovessero venir spinti continuamente da angeli. Galileo invece dimostrò che non era necessaria una spinta costante per mantenere in movimento un oggetto, se veniva eliminato l'attrito. Se la forza di gravità esercitava un'attrazione costante, un oggetto si muoveva a una velocità costantemente maggiore. Di conseguenza non erano necessari gli angeli per mantenere in movimento i pianeti. (con queste affermazioni Galileo inizia ad affrontare il rischio della scomunica da parte della Chiesa, era in grado di troncare con un atto di autorità ogni discussione scientifica).
C'era poi un altro probelma che consisteva nel fatto che gli oggetti leggeri sono ostacolati dalla resistenza dell'aria. Fu piuttosto facile a Galileo dimostrare che finchè le palle erano sufficientemente pesanti da non essere praticamente ostacolate dalla resistenza dell'aria, esse rotolavano lungo il piano inclinato alla stessa velocità.
Enunciò inoltre per primo, in forma moderna, il principio d'inerzia che egli stesso applicò alla spiegazione del moto dei proiettili. Tale principio afferma che un corpo, non sottoposto all'azione di altri corpi, conserva il suo stato di quiete o di moto rettilineo con velocità costante. Galileo costatò invece che i proiettili venivano rallentati dall'aria e attirati verso la Terra.
Più tardi (nel 1657) il fisico inglese Robert Hooke (1635-1701) realizzando un vuoto in un grosso recipiente, con una pompa aspirante aria, migliore di quello di Guerike, fece la dimostrazione che una piuma e una moneta lasciate cadere dall'alto contemporaneamente cadevano alla stessa velocità

____ MACCHINE PER MAGLIERIA - L'invenzione di questa macchina è piuttosto emblematica e ha due risvolti uno positivo e uno negativo. Primo: un pastore inglese - William Lee- osservando le donne a sferruzzare a maglia, si era reso conto che un lavoro così banale e ripetitivo, che impiegava a sproposito l'intelligenza umana, poteva essere fatto da un semplice congegno. Studiò meglio la cosa e, come esisteva il telaio di tessitura, così realizzò un telaio da calza.
Quello negativo fu invece il primo esempio di un intervento dall'alto per ostacolare una tecnologia che avrebbe minacciato il posto di lavoro di tante persone. Lee nel richiedere il brevetto fu la stessa regina Elisabetta a non concederlo temendo che se la macchina si fosse diffusa, avrebbe lasciato senza lavoro migliaia di persone che lavoravano ai ferri. L'inventore emigrò dall'Inghilterra e portò il suo telaio in Francia dove ottenne successo. Questa storia è il primo esempio di come una minaccia della disoccupazione tecnologica possa rallentare il progresso tecnologico. Ma questo idealismo di un governo umano, non ebbe poi seguito; proprio in Inghilterra, pochi anni dopo, telai, filatoi e mille altre macchine, allargando il loro cinico regno, sconvolsero e travolsero con la loro tecnologia (e in modo improvviso) l'intero mondo del lavoro, senza tanto preoccuparsi i nuovi "deus ex machina" di conservare una certa stabilità all'interno della società. Ed era solo l'inizio! In seguito la situazione fu anche drammatica. E lo è ancora oggi, anche se non è più il progresso tecnologico a minacciare l'interno della società di una nazione, ma è la dislocazione delle proprie attività produttive in altri Paesi, e per il solo fatto che sono più renumerative; ma renumerative per pochi, dimenticando la società in generale. Ci si chiede con quali denari potranno acquistare i prodotti i cittadini (disoccupati) di un Paese, se questi prodotti sono fabbricati in un altro Paese e sono poi importati nel proprio Paese.
ANNO 1590
____ MICROSCOPIO - Erano ormai da circa due secoli che si trovavano in commercio lenti di buona qualità sia convesse che concave con le quali si realizzavano gli occhiali da vista. Vero centro del "vetro ottico" erano i Paesi Bassi. E furono proprio due fratelli olandesi che costruivano occhiali - Hans e Zacharia Janssen - a mettere alle due estremità di un tubo due lenti, scoprendo che ciò che si guardava veniva ingrandito. Migliorando questa tecnica il tubo fu maggiormente perfezionato e permise quasi subito - poi in crescendo - agli scienziati di scoprire il meraviglioso piccolissimo mondo della biologia.
Nel 1904 la Zeiss mise sul mercato microscopi binoculari e stereoscopici, che permisero di percepire la terza dimensione. Nel 1931 nascono i primi microscopi elettronici - inventore il tedesco Ernst Ruska - capaci di ingrandire 22.000 volte.
Commercializzati dalla Siemens, nel 1936 questi microscopi permisero di visualizzare i primi virus rivoluzionando così lo studio della biologia. A rivoluzionare invece lo studio della fisica, sono nel 1981, due fisici trentenni Heinrich Roher e Gerd Binnig: realizzano il "microscopio elettronico a tunnel". Si entra con questo nel mondo della dimensione atomica; infatti per la prima volta vengono osservati i singoli atomi. I due fisici nel 1986 riceveranno il premio Nobel

____ CANNOCCHIALE - Passarono soli pochi anni dall'invenzione del microscopio che permetteva di vedere in grande il mondo del piccolo, e già nel 1600 gli scienziati ebbero il primo strumento per vedere in grande anche l'Universo. Jan Lippershey (1570-1619), figlio di un costruttore di occhiali, trastullandosi con le lenti, provando e riprovando, quasi per gioco trovò la giusta distanza dove metterle per costruire con un tubo il primo "cannocchiale", chiamato "telescopio" dal termine greco "vedere lontano". (* vedi poi in fondo). Il ragazzo aveva disposto a una certa distanza una lente concava e una convessa e le aveva puntate sul campanile della città; con somma meraviglia il gallo che serviva da banderuola sul medesimo gli apparve molto ingrandito, vicinissimo. Il padrone intuita la grande importanza dell'oggetto - che poteva essere un valido strumento militare, soprattutto per scoprire navi nemiche lontane - lo proprose al suo sovrano. Ma lo strumento era così semplice a farsi, che in un baleno una volta scoperto come mettere a una certa distanza le lenti se ne diffuse subito la costruzione e l'impiego. La notizia giunse presto a Galileo il quale, con il prodigioso intuito del suo genio, pensò subito all'importanza di uno strumento ottico che rivolto al cielo avrebbe reso grandi scoperte.
Si impegnò a costruire nel 1609 un cannocchiale, apportandovi tutte quelle modifiche e quei perfezionamenti che la sua mente gli dettava, riducendo lo strumento, che fino allora era considerato come un oggetto di pura curiosità, ad uno strumento di ricerca scientifica. Ne costruì diversi applicandovi una serie di lenti speciali. Ingrandivano 20 - 32 volte un oggetto lontano senza alcuna distorsione. Rivolgendolo al cielo scoprì i mari e le montagne della Luna, le fasi di Venere, Giove e i suoi quattro satelliti, le macchie Solari, ed esplorando la Via Lattea con le innumerevoli stelle, le nuove "visioni" diedero a Galileo la piena conferma delle nuove idee copernicane e la costituzione reale dell'Universo che egli come sappiamo con tanto ardore di dimostrazione sosteneva in "Sidereus Nuncius" (scritta subito dopo il 12 marzo 1610) che inizia a preoccupare la Santa Inquisizione perchè in definitiva Galileo comincia ad affermare che la Terra non è l'unico pianeta nel sistema solare copernicano, e che nell'universo esistono moltissimi altri corpi distinguendo le stelle dai pianeti (prima confusi con le stelle).
Un ulteriore miglioramento venne fatto poi nel 1661 dall'astronomo inglese James Gregory; invece di guardare direttamente il cielo con il telescopio, utilizzò un grande specchio riflettente concavo; guardava questo con oculare, ingrandendo centinaia di volte l'oggetto che osservava in cielo. Newton pochi anni dopo - nel 1668 migliorò lo strumento utilizzando un altro tipo di specchio. I telescopi di questo periodo non superarono i 400 ingrandimenti. Un secolo più tardi furono i telescopi costruiti da Guglielmo Herschell nel 1781 a permettere di arrivare ingrandimenti fino a 6000 voltre; che gli permisero al di là di Saturno, di scoprire Urano e i suoi satelliti. Lo specchio misurava 1,47 m di diametro, il cilindro lungo 12 metri, il peso di 10 quintali. Ne seguirono molti altri, anche con 5 metri di diametro. Ma oggi il pù sofisticato è il...

____ TELESCOPIO SPAZIALE ... posizionato su un orbita terrestre a 600 km dalla Terra, portatovi da uno Space Shuttle il 24 aprile 1990. L' "Hubble" così chiamato, è un colosso di 13 metri, pesante 11 tonnellate, con uno specchio di 2,4 di diametro; che permette di fare osservazioni (ottiche e nell'ultravioletto) oltre il filtro dell'atmosfera, quindi capace di individuare oggetti luminosi 40 volte più deboli di quelli percepiti da un osservatorio terrestre.
(*) Sull'idea di disporre le lenti in un certo modo (quindi la scoperta dell'olandese è piuttosto tardiva) abbiamo un testo dell'italiano Giovan Battista Porta, il quale nella sua opera "Magia naturalis" pubblicata nel 1558 (quarant'anni prima dell'olandese), ch'ebbe una larghissima diffusione, tradotta in tutte le lingue europee (compreso l'olandese) e perfino in arabo, scrisse parlando di lenti al Cap. X: "Posto l'occhio nel centro dietro la lente, vedrai gli oggetti farsi così vicini che ti sembrerà di toccarli, e potrai riconoscere gli amici lontani...Se avrai cura di moltiplicare queste lenti, tu potrai distinguere piccole lettere scritte anche a cento passi....Con lenti di vetro concavo vedi gli oggetti in lontananza e piccini, ma limpidi; con quelle convesse li vedi più grandi ma torbidi; se saprai unire convenientemente insieme le due lenti, vedrai gli oggetti lontani vicini oltre che ben chiari". Giovan Battista Porta non fa parola di tubi, ma esprime un concetto che ha indotto altri a "mettere insieme le giuste lenti"; e uno di questi fu indubbiamente - e quindi non "a caso" - l'olandese!
ANNO 1592
____ TERMOMETRO - Fino a questa data, il caldo e il freddo non avevano dei punti di riferimento precisi, non essendoci un attrezzo per misurarne l'intensità, inoltre era una sensazione piuttosto soggettiva. A realizzare un simile strumento fu Galileo Galilei (1564-1642) nel 1592; riscaldò un ampolla vuota di vetro con all'estremità un tubo con all'interno acqua. Notò che mentre l'aria calda presente dentro all'ampolla si raffreddava, essa si contraeva, e l'acqua veniva attirata verso l'alto all'interno del tubo. Man mano che la temperatura cambiava e l'aria all'interno dell'ampolla si raffreddava o si riscaldava, il livello dell'acqua saliva o scendeva di conseguenza, e dalla posizione del livello, era possibile dedurre e quindi si poteva realizzare una scala delle temperature. Galileo aveva così concepito il primo tentativo di fare un "termometro" anche se l'idea era piuttosto rudimentale e non teneva conto della pressione dell'aria esercitata sull'acqua a diversi livelli d'altitudine.

____ PRESSIONE ATMOSFERICA a scoprirla nel 1654 fu Otto von Guericke (già inventore della pompa d'aria - vedi anno 1645). La dimostrazione fu pubblica e spettacolare, davanti all'imperatore Ferdinando III: Geericke unì due emisferi metallici e asportò l'aria interna; la pressione atmosferica li teneva uniti assieme così tenacemente, che nemmeno un tiro di cavalli legati alle due estremità riuscivano a separarli; ma se aggiungeva dell'acqua all'interno senza alcuna trazione autonomamente le due sfere si separavano. Le due sfere sono passate alla storia col nome di "Emisferi di Magdeburgo" (vedi anche anno 1645 "peso dell'aria")

____ BAROMETRO - Nel 1643 Evangelista Torricelli (1608-1647) (discepolo nell'ultimo anno di vita di Galileo Galilei) proseguendo gli studi del maestro inventò il "barometro". Dopo aver creato il "vuoto torricelliano" per altri impieghi, nell'utilizzare la colonnina, Torricelli notò che l'altezza del mercurio - con il quale aveva realizzato la stessa colonnina - variava lievemente da un giorno all'altro, e ne dedusse che l'atmosfera possedesse una pressione lievemente diversa in momenti diversi. Aveva inventato il preciso strumento per misurare con una scala la pressione atmosferica.
Il "vuoto torricelliano" ispirò quasi subito gli studi di un altro fisico tedesco, che dimostrò anche quanto pesava l'aria, la sua densità. (vedi anno 1645 "peso dell'aria").

____ TERMOMETRO A MERCURIO - Quello di Galileo del 1592, che utilizzava acqua, pur migliorato nel 1616 dal medico pavese Santorio Santorio per misurare la temperatura corporea, rimasero entrambi rudimentali. Col primo si ignorava la pressione esercitata dall'atmosfera, era impreciso perchè l'acqua non si espandeva nè si contraeva uniformemente, inoltre era esposto all'aria. Quelli successivi, pur sigillati, e che utilizzarono come liquido l'alcool, erano anche questi poco precisi. Troppo sensibile la sostanza a una discreta alta temperatura (tuttavia ancora oggi -ovviamente modificati - sono utilizzati per misurare bassissime temperature. Il mercurio sotto i -30° diventa poco fluido e quindi poco preciso)

____ SCALA FAHRENHEIT - Nel 1714, fu il fisico tedesco Daniel GabrielL Fahrenheit (1696-1736) a fare un grosso passo avanti; anche lui aveva iniziato con l'alcool, ma poi utilizzò il mercurio, una sostanza che rimane liquida e si espande uniformemente a temperature non troppo basse e alte.
Trovato il liquido ideale, Fahrenheit volle fare anche una scala che fosse standard. Una unità di misura della temperatura definita come la 180-esima parte dell'intervallo tra la temperatura di fusione del ghiaccio a pressione atmosferica (32° F) e la temperatura di ebollizione dell'acqua a pressione atmosferica (212° F). (questa scala viene ancora oggi usata nei termometri degli Stati Uniti).

____ SCALA CELSIUS - A concepire nel 1742 un'altra scala termometrica centigrada, fu il fisico svedese Anders Celsius. L'unità di misura la definì la 100-sima parte dell'intervallo tra la temperatura di fusione del ghiaccio a pressione atmosferica (0° C) e la temperatura di ebollizione dell'acqua a pressione atmosferica (100°C). Ed è quello che normalmente viene oggi usato.
____ TERMOMETRO CLINICO - Dopo che Galileo Galilei aveva realizzato il suo rudimentale "termometro" (vedi anno 1582 "termometro"), l'idea di poter determinare anche la temperatura corporea venne a un medico pavese Santorio Santorio che nel 1616 realizza appunto pure lui un rudimentale termometro. Non era certo quello di oggi; era lungo, imgombrante, e occorreva circa 20 minuti per avere dei dati che non sempre erano precisi. Bisognerà attendere il 1866 per averne uno non più lungo di 15 centimetri e ottenere i risultati in 4-5 minuti. L'inventore un medico inglese Thomas Clifford Allbutt (1836-1925). Era così valido che non subì più nessuna modifica. Misura la temperatura corporea e verifica la presenza di febbre indicandone esattamente i gradi.

____ TERMOMETRO ASSOLUTO (o di Kelvin) - E' l'ultimo nato: le sue unità di misura sono state definite nel 1967. La sua scala è di grande importanza scientifica, assume come origine delle temperature lo zero assoluto, cioè la temperatura corrispondente a - 273,16 °C. Che è la temperatura minima raggiungibile, corrispondente all'assenza di moto, cioè alla mancanza di energia cinetica. Un metodo per raggiungere lo zero assoluto era stato suggerito dal fisico Debye nel 1925, utilizzando e togliendo il campo magnetico alle molecole di elio. Alla stessa conclusione poco tempo dopo arriverà indipendentemente il chimico americano William Francis Giauque.

____ ARCHEOLOGIA - (vedi sotto)
____ POMPEI, LA RISCOPERTA - Prende avvio da questa data l'Archeologia. Non il vero e proprio studio di questa scienza, che si affermerà dopo un secolo, ma già nasce la consapevolezza che per conoscere il presente e il futuro (che sono entrambi eco e continuazione di tempi lontani) bisogna studiare il passato. Fu un caso che l'ingegnere italiano Domenico Fontana (1543-1607) nello scavare un tunnel per un acquedotto nella zona di Pompei-Ercolano, scoprì sepolte ma integre le prime rovine di quelle due città scomparse sotto l'eruzione del vesuvio quindici secoli prima. Lo stimolo primo fu quello di cercare testi con le indicazioni precise di quanto era allora accaduto; cioè la cronaca di una tragedia che per secoli era scomparsa dalla memoria collettiva; solo le buie biblioteche di abbazie conservavano alcuni scritti, e ben presto proprio da queste opere sepolte nelle polveri dei conventi iniziarono i primi studi.
____ PI GRECO - Fino a questa data l'esatto rapporto tra la misura della circonferenza di un cerchio ed il suo diametro era molto approssimativo. La "quadratura del cerchio" non l'avevano risolta gli antichi. Archimede aveva ottenuto una cifra di circa 3,142. Valori più esatti si ottennero nei secoli successivi. Nel 1596, il matematico olandese Ludolf van Ceulun (1540-1610) trovò un valore di pi di venti cifre dopo la virgola. Che perfezionò ancora prima di morire a 35 cifre dopo la virgola (chiamato anche "numero di Ludolf". Ma anche questo non era ancora esatto. Dopo di lui è stato calcolato fino a un numero enormemente maggiore di cifre dopo la virgola, ma anche questo non è ancora esatto. E' un numero trascendente, il cui valore è approssimativamente 3,1415926535....... e ci fermiano qui per non riempire l'intera pagina.
ANNO 1597
____ ALCHIMIA MEDIEVALE - Dopo l'acido acetico di Gerber (vedi anno 750) e l'acido solforico del "falso Gerber", l'alchimia non era andata oltre; anzi gli alchimisti si erano persi nei soliti sogni: come il cercare di tramutare il piombo in oro, oppure a rincorrere i vari elisir di lunga vita. Ma qualcosa di interessante comparve in questo anno 1597 ad opera dell'alchimista tedesco Andreas Linau (1540-1616). Scrisse un libro - "Alchemia" - in cui ricapitolava un po' tutte le conquiste del suo campo, che possiamo considerare un vero e proprio primo manuale di chimica, che pose poi le basi per l'autentica nascita della chimica moderna. Ma oltre che esporre con chiarezza le istruzioni per preparare molti acidi, ne fornì due per preparare due nuovi acidi: l'acido cloridrico, e l'l' "acqua regia", così potente da dissolvere perfino il re dei metalli, l'oro.
ANNO 1598
____ GIORNALE - Prima ancora degli "avvisi a stampa" (così si chiamarono i primi fogli realizzati con la stampa a partire dal 1493) vi erano stati nel passato gli "avvisi manoscritti" dell'epoca romana per informare il pubblico su molti importanti avvenimenti dell'epoca. I "Diurna acta" (anche detti "diurnalem" - che ha già un significato di "giornaliero", e da quelli prese poi il nome "giornale") erano già stati istituiti da Giulio Cesare nell'anno 50 a.C. Ebbe poca vita perchè poi Augusto li soppresse; tuttavia continuarono gli "atti" e i "commentari" che riportavano i fatti più importanti della vita cvile e politica dell'epoca. Inoltre come fanno ancora oggi in Cina, molto diffusi erano i "murales"; a Pompei esiste una nutrita testimonianza di questa forma di diffusione di notizie, e riportano quasi le stesse cose che noi leggiamo oggi sui giornali, compresa la pubblicità, gli annunci economici e i fatti sportivi. Caduto l'Impero Romano, cadde anche l'informazione di ogni tipo; del resto in quella vita così grigia e isolata, con le carestie, le pesti e la calata dei barbari analfabeti c'era poco da apprendere, neppure i governanti, i duchi e gli stessi re, erano capaci di leggere e scrivere. C'era il latino, ma quello era un esclusivo privilegio degli ecclesistici, che avevano tutto l'interesse a rendere incomprensibile ogni cosa.
Nel medioevo nelle corti era comunque in atto un modo di comunicare le notizie importanti, tramite fogli scritti e copiati in serie a mano. Nel 1200 quando ai sudditi, all'improvviso tornò il lume della ragione, e si cominciò nuovamente ad essere attivi, desiderosi di conoscere, di indagare, di discutere, quel sistema delle "circolari" fu esteso non solo nelle corti ma negli ambienti dove iniziavano i primi fermenti dell'età comunale, ma soprattutto furono dettati dall'età del ritorno ai commerci. Ed infatti i primi a compilare dei veri e propri notiziari furono i Genovesi, seguiti dai Veneziani, e dai mercanti fiorentini. Le stesse cose stavano avvenendo nei Paesi di quell'Europa settentrionale dedita ai commerci. Quando poi si arrivò al 1493, già con l'arte della stampa avanzata, il primi "avvisi a stampa" diedero l'avvio anche a veri e propri primi "servizi" giornalistici. A Roma un "corrispondente" fece ad esempio la cronaca e descrisse la scoperta di Cristoforo Colombo. A Bologna un "inviato speciale" nel 1514 con un "avviso a stampa" descrisse la battaglia di Fornovo persa da Carlo VIII. E nel 1514, in un altro "avviso a stampa" il "cronista" locale descrisse i danni che aveva provocato a Roma un terribile tempesta. Non era ancora l'era dei giornali, ma era solo un inizio, quando cominciarono a comparire foglio con nome di....

____ GAZZETTA - (vedi sotto)
____ QUOTIDIANO - (vedi sotto)
____ PERIODICO - Non era ancora come la intendiamo oggi una rivista ma un semplice bollettino di "Cambi mercantili" utilizzato dai commercianti di ogni genere. Lo fondò il fiorentino Paolo Antonio Gigli, pubblicandolo settimanalmente e spedendolo ai mercanti per fornire notizie rapide e precise sui prodotti disponibili e quali erano in quel momento i prezzi correnti di mercato. Qualcosa di molto simile fu pubblicato dai grandi centri commerciali portuali: ad Anversa nel 1605, e quattro anni dopo, nel 1609, ad Amsterdam e ad Amburgo; oltre notizie commerciali, riportavano notizie politiche, culturali e fatti quotidiani di una certa rilevanza.
Nel 1631 un periodico uscì anche a Parigi e fu battezzato "gazzetta", aveva gli stessi contenuti dei periodici tedeschi. Ma "Gazzetta" non era un nome nuovo, a Venezia nel 1563 (lo scrive il Menagio, il Ferrari, il Malm) veniva già pubblicato un foglio periodico di annunzi e di notizie, e per acquistarlo occorreva una "gazzetta", un antica moneta della Serenissima che andò poi fuori corso perchè boicottata dai banchieri di Firenze. Quel nome traslato dal costo del periodico rimase poi al foglio di notizie (e ancora oggi un giornale Veneziano si chiama "Gazzettino")
Dopo Parigi, ci fu Genova, che nel 1639 iniziò a stampare nella tipografia di Pietro Calenzano la sua "Gazzetta". Da quel momento moltissime città (che allora erano piccoli Stati) ebbero la loro "Gazzetta" anche se alcuni presero un nome diverso. All'estero alcuni di questi fogli di notizie varie riportate da periodici iniziarono a chiamarsi "giornale", cioè un foglio che si pubblicava tutti i giorni, un "quotidiano".
Sembra che la palma di questa prima novità sia della Germania, con un foglio giornaliero che fece la sua comparsa nel 1650, col nome "Einkommander Zeitungen" edito dal tedesco Timotheus Ritzsch. Nel 1660 ne nasce un altro a Lipsia ed era una "Gazzetta civica". In Inghilterra il primo quotidiano uscito a Londra nel 1702 fu il "Daily Courant". Più tardi in Spagna il primo quotidiano comparve nel 1758, aveva un nome curioso "Diario Noticioso"; Napoli che allora era sotto la dinastia dei Borboni, con Carlo III, mutuò pari pari questo nome nel creare il primo quotidiano apparso nella penisola italica, uscì il 10 agosto 1759; l'anno della morte di Carlo. Alla Serenissima va il secondo posto, quando il 1° gennaio 1765, pubblica un quotidiano con un titolo lunghissimo "Diario Veneto appartenente al commercio civile e delle curiosità". E in effetti c'era di tutto: notizie spicciole, quelle commerciali, quelle del governo e dato che eravamo in piena fermentazione di idee, non mancavano i temi politici, letterari e storici. Su questo modello si ispirarono anche tutti gli altri giornali che si pubblicarono in Italia: a Milano il Caffè, a Firenze Il monitore Fiorentino, a Roma Il Monitore Italico. Prima durante e dopo la Rivoluzione, il giornale non solo in Francia contribuì moltissimo alla circolazione delle idee politiche, letterarie e scientifiche. Alla Restaurazione ci furono momenti di oscurantismo su quelli ufficiali e semiufficiali; ma furono impedimenti che ebbero l'effetto contrario, favorirono la stampa clandestina, oppure alcune riviste pur presentandosi "letterarie" i contenuti erano palesemente politici e molti subirono sequestri, o il confino dei direttori e dei tanti collaboratori.
Più libertà invece negli Stati Uniti, nonostante i giornali tipicamente "borghesi", i fermenti sociali che già stavano nascendo all'interno della società civile produssero giornali popolari, redatti in modo semplice, a bassissimo costo, e quindi a larga diffusione. Il "Sun" era uno di questi. Lo scopo: “presentare ad un prezzo accessibile a tutti, tutte le notizie del giorno” ( vedi "Breve storia del giornale" dal 1800 al 2000)

FINE TABELLA 5

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