TABELLA I
( dall'anno 5.000.000 all'anno 3500 a. C - 178 pagine )
TABELLA II
( dall'anno 3500 al 550 a.C. - 133 pagine )
TABELLA III
( dall'anno 550 a.C. al 1180 d.C. - 137 pagine )
TABELLA IV
( dall'anno 1202 - al 1598 - 141 pagine )
TABELLA V
( dall'anno 1600 al 1737 - 180 pagine )
TABELLA VI
( dall'anno 1738 al 1795 - 152 pagine )
TABELLA VII
( dall'anno 1796 al 1830 - 149 pagine )
TABELLA VIII
( dall'anno 1830 al 1848 - 134 pagine )
TABELLA IX
( dall'anno 1850 al 1868 - 143 pagine
TABELLA X
( dall'anno 1869 al 1885 - 154 pagine )
TABELLA XI
( dall'anno 1885 al 1899 - 155 pagine )
TABELLA XII
( dall'anno 1900 al 1915 - 165 pagine )
TABELLA XIII
( dall'anno 1916 al 2004 - 285 pagine )

 

TABELLA 7
( dall'anno 1796 al 1830 )

VACCINAZIONE - VACCINI - VAIOLO - IPOTESI NEBULOSE - CROMO - PARACADUTE - LITOGRAFIA - MASSA TERRESTRE - ANATOMIA COMPARATA - TEORIA MALTUSIANA - PRESSIONE DEMOGRAFICA - AMMONIACA - PEZZI DI RICAMBIO - PRODUZIONE DI SERIE - BERILLIO - GEROGLIFICI - STELE DI ROSETTA - PILA DI VOLTA - PILA DI DANIEL - ELETTROMAGNETISMO - ESPERIENZA DI OERSTED - GALVANOMETRO - AMPEROMETRO - H2 O - SCOMPOSIZIONE DELL'ACQUA - RADIAZIONE INFRAROSSA - RADIAZIONE ULTRAVIOLETTA - ILLUMINAZIONE - GAS ILLUMINANTE - LAMPADE A GAS - LAMPADA AD ARCO - LAMPADINA - LAMPADA AL NEON - LAMPADE FLUOROSCENTI - LAMPADE DI SICUREZZA - LAMPADA A PETROLIO - FOOT BALL INGLESE - CAMPIONATO DI CALCIO - TELAIO JACQUARD - ASTEROIDI - CAFFE' - CAFFETTIERA DI KARLSBAD - CAFFETTIERA NAPOLETANA - CAPPUCCINO - KRAPFEN - CORNETTO - CAFFETTIERA MODERNA - MOKA - CAFFE ESPRESSO - CAFFE' SOLUBILE - ACCUMULATORE - TEORIA ATOMICA - LOCOMOTIVA A VAPORE - MORFINA - CARTA CARBONE - ELETTROCHIMICA - SODIO E POTASSIO - ILLUMINAZIONE STRADALE - EVOLUZIONE LAMARKIANA - APRISCATOLE - GIROSCOPIO - LEGGE DI AVOGADRO - LEGGE SUI GAS - METRONOMO - EVOLUZIONE CATASTROFISTA - NOMENCLATURA CHIMICA - SIMBOLI CHIMICI - SPETTROSCOPIA - RIGHE SPETTRALI - UNITA' ANGSTROM - STETOSCOPIO - ESTINTORE - CLOROFILLA - BICICLETTA DRAISINA - COMETA ENCKE - PESI ATOMICI - PESI MOLECOLARI DI BERZELIUS - CHININO - ELETTROMAGNETISMO DI AMPERE - TERRA DELL'ANTARTIDE - MOTO ELETTRICO - CALCOLATORI - LIQUEFAZIONE GAS - ELETTROCALAMITA - ALFABETO BRAILLE - CEMENTO - CEMENTO ARMATO - CALCESTRUZZO - POZZOLANA - EFFICIENZA VAPORE - TERMODINAMICA DI CARNOT - DISTANZA DAL SOLE - SILICIO . LOCOMOTIVA A VAPORE - ALLUMINIO - ELETTROMAGNETE - ELETTROCALAMITA - ASTIGMATISMO - RETE LETTI - MATERASSI - LEGGE DI OHM - TURBINA - ELICA NAVALE - GAMETI FEMMINILI - CLASSIFICAZIONE DEL CIBO - SCIENZIATO (NOME) - INDUZIONE MAGNETICA - COMPOSTI ORGANICI - CRAKER - GRISSINI - POPOCORN - TERMOSTATO

ANNO 1796

___ VACCINAZIONE (vedi sotto)
____ VACCINI - (vedi sotto)
____ VAIOLO - La prima vaccinazione fu fatta su un ragazzo il 14 maggio 1796 dal medico condotto inglese Edward Jenner (1749-1823) per immunizzarlo dal vaiolo. Ma fu fatta su una conoscenza di base piuttosto empirica, infatti l'inglese non conosceva ancora l'esistenza dei microrganismi. Si basò sul suo intuito e su alcune conoscenze della medicina araba importate in Europa nel 1713 da una nobildonna inglese la poetessa Mary Wortley Montagu (1689-1762), il cui marito era ambasciatore britannico in Turchia e che lo accompagnò in quel paese, riportando poi a casa la notizia di una pratica medica araba che consisteva nell'immunizzarsi da un futuro contagio. La donna - una bella donna - ci teneva a non essere contagiata da questo morbo che fa svanire la bellezza; infatti la malattia nel suo decorso benigno agli scampati lasciava deturpazioni nelle mani e soprattutto nel volto. S
embra che anche lei seguisse questa pratica per immunizzarsi e così tante altre persone che la donna aveva convinto. Era rischioso, tuttavia molti rischiarono e si sottoposero a quella che fu chiamata "vaiolizzazione". Non era praticata dalla medicina ufficiale, era solo voce di popolo, ma ebbe la sua nicchia di validità perchè i risultati erano migliori di ogni altro.
In che cosa consisteva? Da qualche secolo in Oriente per immunizzare questa malattia che colpiva non solo gli animali ma anche gli uomini, gli Arabi usavano leggermente "infettare" un organismo sano con pus prelevato da un malato colpito da vaiolo. Si verificava una piccola infezione con qualche disturbo, ma nel contempo innecava la difesa immunitaria dell'organismo quando questo veniva colpito dalla vera e propria malattia virulenta che avveniva normalmente per contagio. Jenner, essendo medico condotto, nelle campagne, e soprattutto in quelle fattorie dove si mungeva il latte, aveva notato che le persone che vi erano addette (donne, uomini, fanciulli) pur essendo a contatto con le vacche che presentavano quelle caratteristiche pustole infette localizzata ai capezzoli e alle mammelle, nessuno di loro era mai stato colpito da vaiolo, e nessuno di loro aveva deturpazioni sul viso. Le poche croste che si formavano nelle loro mani dopo breve tempo scomparivano, e i contadini attribuivano a questo "disturbo" al "cowpox", che era in sostanza il vaiolo delle vacche o vaccina.
Con quelle notizie riferite mezzo secolo prima dalla nobildonna, fu anche lui portato a pensare che i contadini non si infettavano perchè fin da piccoli a contatto con la malattia nelle vacche, l'avevano sì presa per contagio, ma essendo meno aggressiva l'avevano presa solo lievemente, ma che era più che sufficiente per far nascere nel proprio organismo gli agenti che reagivano e lo rendevano in seguito immune dal contagio. Jenner fece la sua prima vaccinazione sul ragazzo che dopo circa una settimana manifestò disturbi molto lievi da cui però guarì rapidamente, e ad una successiva somministrazione di pus, questa volta di provenienza umana, non ebbe alcuna reazione: era ormai immunizzato. Era alla luce delle conoscenze di oggi un grosso rischio, perchè nel prelevare il pus di un malato non si era in grado di sapere se questo era originato dalla prima fase di incubazione (di quella che sarebbe stata poi virulenta) oppure dopo averla superata (perchè non virulenta) era all'ultima fase.
Jenner effettuò altre 23 "vaccinazioni", riportandone i risultati positivi in un libriccino che stampò a sue spese e che inviò alla Royal Society, la maggior autorità medica del Regno Unito. Gli illustri membri, a conferma del fatto che spesso i profeti non sono tali in patria, gli fecero sapere che i suoi argomenti erano "privi di qualsiasi interesse". Che insomma erano empirici. Per fortuna, non tutti erano ottusi come i "baroni" della medicina inglese dell'epoca, che non si abbassavano a dare ascolto ad un oscuro medico di campagna, sprovvisto di qualsiasi titolo illustre. Più attento e sensibile fu invece Napoleone che nel 1805 già imponeva la vaccinazione obbligatoria alle sue truppe.
____ IPOTESI "NEBULOSE" - Nel 1755 ( vedi ), il giovane Kant, che allora si interessava di astronomia, aveva espresso una ipotesi: se noi siamo uno dei tanti ospiti in questa nostra galassia, al di là della nostra possono esistere altre galassie; e ipotizzò che alcune nebulose altro non sono che "galassie" vicine o lontane, o come le chiamò lui : "Galassie esterne" alla nostra. Kant poi rivolgerà i suoi studi alla filosofia lasciando il segno; ma anche in questa intuizione cosmologica lasciò il segno con molto anticipo sui tempi. Anche Herschel (vedi anno 1783) quando morì alla veneranda età di 84 anni nel 1822, aveva scoperto e descritto 2500 oggetti nebulari; dichiarando che alcune nebulose non erano altro che grandi ammassi di stelle simili alla nostra galassia e che indietro nel tempo anch'essa si presentava come una nebulosa, dalla quale sono poi originate le stelle che vi sono contenute, e queste i pianeti. A ipotizzare qualcosa di simile in questi anni fu lo scienziato francese Pierre Simon de Laplace (1749-1827). Le attuali teorie si ispirano alla sua ipotesi cosmogonica detta anche "ipotesi nebulare".
Laplace ipotizzò che la nostra galassia in forma nebulare vorticando rapidamente, aveva prodotto degli anelli di gas (l'attuale Via Lattea), da questi anelli si erano staccati altri anelli (producendo i soli) che vorticando su se stessi avevano prodotto altri anelli (producendo i pianeti), e questi ultimi sempre in forma di gas avevano generato altri anelli (dando origine ai satelliti). E se così stavano le cose, tutte le altre nebolose erano galassie, alcune nella fase simile alla nostra, altre in via di formazione. Ed è proprio cosi !
ANNO 1797
____ CROMO - Questo metallo di colore grigio lucente con riflessi azzurri, duro e inossidabile, che ha oggi il numero atomico 24, viene scoperto dal chimico francese Louis Nicolas Vauque analizzando un minerale proveniente dalla Siberia. Lo chiamò "cromo" (che in latino significa colore) a causa dei molti colori dei suoi composti. E' oggi usato nella metallurgia per la produzione di acciai inossidabili e come rivestimento di altri metalli tramite la galvanostegia.
____ PARACADUTE - Una calotta a forma di piramide era già stata concepita da Leonardo da Vinci; il principio su cui si fondava era che un oggetto leggero che offre all'aria un'ampia superficie, opponendo resistenza all'aria stessa rallenti la discesa di chi indossa questo attrezzo. Rimase una teoria, nessuno voleva sperimentarla mettendola in pratica. Fin quando un amante del volo aerostatico - francese Jean Pierre Blanchard - lasciò cadere nel 1785 da una mongolfiera una cesta con dentro un cane che giunse a terra sano e salvo. Nel 1783 a Montpellier c'era già stato un tentativo di Louis Lenormand che però si era lanciato da una torre. Mentre il primo tentativo di un lancio umano da una mongolfiera all'altezza di 1000 metri lo effettuò nel 1797 il francese Andrè Jacques Garnerin con una specie di grande ombrello floscio. Di tentativi se ne faranno altri, alcuni finiti anche tragicamente. Devono passare quasi cento anni prima che venga realizzato un vero e proprio paracadute moderno, sicuro a calotta floscia, con un lungo fascio funicolare ben distribuito nella circonferenza della calotta stessa per farla mantenere stabile; fu realizzato negli Stati Uniti nel 1880 con la caduta sempre da una mongolfiera. Gli aerei allora non esistevano ancora, e solo nel 1908 da uno di questi ci fu un primo lancio dimostrativo. Un'altra dimostrazione ufficiale avvenne il 1° marzo del 1912, fu Albert Berry a lanciarsi da un aereo.
Gli strateghi militari erano già poco convinti dell'aviazione come impiego, figuriamoci se prendevano in considerazione il paracadute come tattica. Nella Prima e fino all'inizio della Seconda guerra mondiale, nessun esercito aveva una unità tattica aviotrasportata da lanciare in campo nemico per effettuare - come dicevano alcuni sostenitori del paracadutismo - improvvisi e mirati colpi di mano; meno uno: l'esercito di Hitler, che impiegò questo nuovo corpo speciale addestrato da un certo colonnello Student, per la prima volta a Sedan nel 1939. E se erano già una novità le panzerdivision, le truppe aerotrasportate rappresentarono fin dal primo momento una originalità strategica, anche se sul piano tattico erano lontanamente inimmaginabili come risultato. Lo si ottenne invece clamorosamente e all'improvviso nella conquista dell'isola di Creta, anche se fu pagato un alto prezzo come perdite umane: metà degli uomini impiegati persero la vita, impallinati da terra dai nemici mentre erano ancora in aria. La nuova arma impressionò molto Churchill: "temevo l'invasione dell'Inghilterra con queste audaci divisioni aviotrasportate; tre quattro avrebbero potuto conquistare tutto, e Hitler fu pazzo a non impiegarle più nella lotta mortale con l'Impero Britannico" scriverà poi nelle sue Memorie. Hitler infatti dopo Creta i paracadutisti li impiegò raramente. Anche se in Italia fu allestita a Tarquinia e Guidonia in gran fretta una divisione italiana, quella che andrà poi a immolarsi ad El Alamein: la Folgore. Impararono invece bene la lezione di Creta gli anglo-americani, che allestirono non una divisione ma molte divisioni, e furono poi queste che permisero lo sbarco in Normandia. VEDI PARACADUTISMO >>>
ANNO 1798
____ LITOGRAFIA - Su lastre di pietra ma ultimamente anche su lastre di metalli, viene steso uno speciale inchiostro grasso. Su questa superficie non occorre incidere, ma semplicemente disegnare. Il principio chimico su cui si basa la litografia è quello della repulsione dell'acqua con il grasso. Questo effetto viene così sfruttato nella litografia: so dosegna con una matita grassa sopra una superficie liscia (la pietra litografica" che, copo eseguito il disegno, si bagna con una spugna. L'acqua bagnerà tutta la superficie ma non le parti doce è il tratto della matita grassa. Subito dopo con un rullo si cosparge tutta la superficie con inchiostro grasso. Si può cosi stampare per pressione. Perchè si usa la pietra? se ne usano alcune che hanno particolare caratteristiche: a) devono assorbire l'acqua lentamente; b) deve esser molto compatta e calcarea; c) non deve presentare assolutamente venature; d) deve essere facilmente granibile; e) deve essere resistente alle forti pressioni. Pietre così non sono facili a trovarsi da lavorarsi e da trasportarsi.
Il procedimento fu messo a punto dal tedesco Ludwig Senefelder nel 1798. Si diffuse prima in Germania poi in tutta Europa. Goya la utilizzò per i famosi "Tori di Bordeaux", ma il vero innovatore della litografia fu Henry de Toulouse-Lautrec la cui attività grafica si concentra tra il 1891 e il 1899.

____ MASSA TERRESTRE - Nella "Legge Gravitazionale" di Newton, rimanevano due incognite: la massa della Terra e la costante gravitazionale. A risolvere la questione fu Cavendish. Il fatto di poter misurare l'attrazione gravitazionale tra due oggetti, conoscendo la massa di entrambi e la loro distanza reciproca, avrebbe consentito di calcolare la costante gravitazionale e, da quella, la massa della Terra. Con un esperimento banalissimo - ma Cavendish, bizzarro, misogino, che con l'ossessione perfezionista realizzava esperimenti di alta precisione - e grazie all'equazione di Newton, calcolò la forza gravitazionale tra due oggetti (due sferette appese a un filo metallico), e a sua volta questa gli fornì la massa della Terra;
che risultò avere una massa di 6.600.000.000.000.000.000.000. Una densità 5,58 quella dell'acqua. Molto vicino al valore oggi accettato (5,976 x 10/24 kg).

____ ANATOMIA COMPARATA - Dopo l'introduzione della classificazione tassonomica di Linneo ( vedi anno 1736 "tassonomia") che aveva diviso gli animali in "classi", l'anatomista francese Georges Cuvier (1769-1832) raggruppò le varie classi in "tipi" in un libro pubblicato nel 1798, studiando alla perfezione l'anatomia degli animali viventi, e perfino quelli estinti presenti nei resti fossili che riteneva fossero importanti e interessanti. . Ciononostante rimase un convinto oppositore della teoria evoluzionista. Tuttavia è considerato il fondatore dell'"anatomia comparata" e della "paleontologia" cioè lo studio di antiche forme di vita estinte. Nel 1812 espose anche una singolare teorie sulla "creazione" con la cosiddetta opinione "catastrofista". ( vedi anno 1812 )

____ TEORIA MALTUSIANA - (vedi sotto)
____ PRESSIONE DEMOGRAFICA - E' la teoria che un economista britannico - Thomas Robert Malthus espose quando nel 1798 pubblicò un libro "Saggio sul principio della popolazione", in polemica con i teorici della perfettibilià indefinita del genere umano. Nel suo vreve scritto Malthus sosteneva come mezzo per elevare il tenore di vita dei Paesi sottosviluppati, il controllo delle nascite. La popolazione - aggiungeva - aumenta in progressione geometrica (2..4..8...16...) mentre le provviste di cibo aumentano solo in progressione aritmetica (2..3..4..5... Quindi bisogna ridurre l'indice di natalità. Altrimenti l'immane catastrofe era dietro l'angolo, a breve scadenza. Se non intervengono fattori in senso contrario, com'è fatale che avvenga, la popolazione raddoppierà ogni 25 anni.
Nella società umana ne deriva un periodico peggioramento delle condizioni di vita delle classi inferiori: un aumento di miseria che limita momentaneamente l'incremento demografico, il quale però riprende a causa del relativo miglioramento che in seguito a ciò si produce; e così via ciclicamente. I provvedimenti a favore dei poveri si ritorcono perciò a loro danno in breve tempo, in quanto favoriscono appunto l'aumento della popolazione.
In alternativa, Malthus suggeriva l'educazione all'estensione volontaria della procreazione; la continenza sessuale; consigliava il matrimonio in età avanzata.
Attaccata tanto da economisti liberali quanto, successivamente, da quelli socialisti, l'analisi di Malthus ebbe tuttavia importanza per la formazione della "Teoria ricardiana", che a sua volta influenzò K. Marx.
Era il 1800, la rivoluzione tecnologica era appena all'inizio, Malthus non immaginava certo che le macchine e la chimica avrebbero prodotto quantità enormi di cibo. Nel 1800 si calcola che la popolazione mondiale fosse circa 800 milioni; nel 1850, 1,222 miliardi; nel 1900, 1,522 miliardi; nel 1950, 2,480 miliardi; nel 1975, 4,075 miliardi; nel 2000 circa 6 miliardi. Le conseguenze catastrofiche di Malthus non si sono verificate, ma non è che il problema non ci sia, e nemmeno si è tentato di risolverlo. Anche se Malthus commise un clamoroso errore; i paesi ricchi che hanno molte risorse tendono a non fare figli e quindi a non aumentare la popolazione, mentre i Paesi sottosviluppati e senza risorse di cibo hanno un tasso di natalità molto alto, e non perchè vi è stato un miglioramento o provvedimenti a loro favore, semmai molti sono stati "rapinati" delle loro risorse.

____ AMMONIACA liquida. Fino a questa data conosciuta soltanto come gas, il chimico francese Louis Bernard Guyton de Morveau (1737-1816) la rende liquida abbassando la temperatura del gas fino a -33°. L'ammoniaca in questo nuovo stato, fatta evaporare assorbe calore dall'ambiente e di conseguenza produce un forte raffreddamento: per questo che è usata nell'industria del freddo.
L'ammoniaca sintetica (per sintesi da azoto e idrogeno) fu ottenuta per la prima volta dal chimico tedesco Fritz Haber nel 1913 (vedi "ammoniaca" anno 1918).

____ PEZZI DI RICAMBIO - (vedi sotto)
____ PRODUZIONE DI SERIE - Prima di questa data, ogni meccanismo dal più semplice a quello più complesso, se una parte si rompeva, una nuova doveva essere prodotta manualmente. Eli Whitney (che aveva inventato la sgranatrice del cotone) concepì un metodo di produzione che rappresentò un momento importante nello sviluppo della rivoluzione industriale. Aveva ricevuto dal governo americano una commessa di 10.000 fucili. L'idea per costruirli fu quella di produrre ogni congegno del fucile in 10.000 pezzi. Una volta completato questo tipo di produzione, si aveva due vantaggi: il primo, sarebbe bastato fare il montaggio di ogni parte in un insieme per ottenere interamente il fucile; il secondo, qualsiasi pezzo che si rompeva, ce n'era già pronto uno uguale - "di ricambio " che lo sostituiva. Era nata la produzione in serie. O l'assemblaggio di parti che spesso iniziarono ad essere prodotte da altre industrie prive di identità, mentre era sola la casa madre a immettere sul mercato il prodotto finito con il proprio marchio. Ma oltre questo fenomeno puramente economico-produttivo, si ebbe anche la perdita o privazione delle qualità e delle caratteristiche distintive di un persona, della sua identità psicologica; l'uomo cominciò a non essere più un artigiano, ma una appendice della stessa macchina, spesso non sapendo nemmeno a cosa serviva il pezzo che lui fabbricava nell'intera giornata.

____ BERILLIO - Metallo alcalino terroso, bivalente, col numero atomico 4. Lo si ricava da vari minerali provenienti da rocce granitiche; il più diffuso è il silicato di berillo, cristallizzato nel sistema esagonale, opaco e di colore verdastro; quelli limpidi e trasparenti, incolori o di varie tinte sono aprezzati come gemme; quelli verdi sono gli smeraldi, l'azzurra sono le acquamarine. Lo scoprì lo stesso chimico che aveva individuato il "cromo" l'anno prima (1797): Vauquelin.
ANNO 1799
____ GEROGLIFICI - (vedi sotto)
____
STELE DI ROSETTA - Quando Napoleone nel corso di quest'anno, decise di fare la campagna in Egitto, prima di partire si era documentato moltissimo su questo Paese, e non si portò dietro solo reggimenti di soldati, ma un vero e proprio reggimento di scienziati di ogni genere: linguisti con conoscenze delle lingue orientali, artisti, architetti ecc. ecc. Mentre si trovava in Egitto vicino a una città che gli europei chiamavano Rosetta, un soldato francese trovò una stele nera con varie scritte. Un esperto osservandola trovò inciso un iscrizione in greco che risaliva al 197 a.C. Accanto vi erano altre due iscrizioni che occupavano all'incirca quasi lo stesso spazio, ma erano incise in due lingue del tutto sconosciute; erano in geroglifici che fino allora nessuno era mai riuscito a decifrare. L'ipotesi fu che doveva trattarsi della traduzione del testo che appariva in greco; se così fosse veramente stato, trattandosi di un lungo testo, procedendo a comparazioni si poteva per analogia decifrare l'antica scrittura egiziana. Ed infatti in base a quella che si comincerà a chiamare "la stele di Rosetta" ( oggi conservata al Museo di Londra ) dopo oltre trent'anni di studi, Jean Francois Champollion, si preoccupò in modo particolare di risolvere l'enigma della lingua egiziana, e nel 1824 diede alle stampe il "Sommario del sistema geroglifico degli antichi Egizi". La lingua egiziana non era più un enigma.
Lo studioso si rese conto che alcuni segni erano alfabetici, alcuni sillabici, e alcuni rappresentavano un'intera parola o un'idea. Divenne il fondatore della moderna egittologia.
ANNO 1800
____ PILA DI VOLTA - L'idea che l'elettricità avesse origine dai metalli venne al fisico italiano Alessandro Volta (1745-1827) nella famosa disputa accademica con Galvani - che invece ne sosteneva l'origine dal muscolo della rana (vedi anno 1780) ignorando che la stimolazione a contrarsi non era dovuto al muscolo ma ai due metalli del suo arco conduttore che usava nell'esperimento. Volta nella sua prima dimostrazione a fine anno 1799, utilizzò una serie di dischi sovrapposti gli uni agli altri nell'ordine seguente: un disco di rame, un disco di zinco ed una rotella di panno bagnata in acqua acidulata, poi ancora un disco di rame, un disco di zinco ed una rotella di panno, e così di seguito sempre nello stesso ordine, come mostra la figura: la cosiddetta "pila a colonna". Qualche risultato lo ottenne, ma questa presentava qualche inconveniente che le rotelle di stoffa, compresse dal peso dei dischi, lasciavano affruire il liquido acido di cui erano inzuppate. Dopo aver cercato diverse disposizione, nella sua seconda dimostrazione del 20 marzo 1800, adottò la "pila a troguoli" (simile a quella realizzata nel frattempo da Cruikshank che aveva avuto la sua stessa idea dei metalli): una cassa orizzontale di legno intonacata internamente di un mastice isolante. Le lastre di zinco e di rame saldate tra loro a due a due, formano delle coppie che hanno una grandezza uguale alla sezione interna della cassa, e sono fissate nel mastice in modo che una coppia e l'altra vi sia un piccolo intervallo, onde risultano altrettanti compartimenti o troguoli, la quale produce l'effetto delle rotelle nella pila a colona; i due poli comunicano fra loro per mezzo di fili metallici fissati alle due lastre di rame immerse nei due ultimi troguoli. Questa idea della cassa in orizzontale fu poi migliorata con la "pila a tazze" o "pila di Wollaston"; che a sua volta fu migliorata da Munch, che gli diede una disposizione più semplice, e altrettanto fece nel 1836 il chimico britannico John Frederic Daniel con la sua ....

____ PILA DI DANIEL .... facendo immergere tutte le coppie in un sol troguolo di legno rivestito internamente di mastice, utilizzando una serie di vaschette con dentro delle soluzione saline per produrre il flusso. Le vaschette erano collegate per mezzo di archi di metallo con le estremità immerse nei recipienti. Una estremità dell'arco era in rame l'altra in zinco. Se un filo metallico veniva attaccato alla sommità e alla base di questa serie di archi, quando il circuito veniva chiuso passava e generava una corrente elettrica continua per trasformazione di energia chimica in energia elettrica. Dato che la serie di vaschette lavorava come un tutt'unico, quella che era stata chiamata inizialmente Pila, venne poi chiamata "batteria", e meglio ancora "batteria elettrica"; la prima della storia. (Vedi anche "Accumultore elettrico" anno 1803)
____ ELETTRO-MAGNETISMO - (vedi sotto)
____ ESPERIENZA DI OERSTED - Oersted, professore di fisica a Copenaghen, fece conoscere, nel 1819, una scoperta che collegava intimamente il magnetismo e l'elettricità (esistono infatti delle somiglianze; entrambe presentano poli opposti (positivo e negativo nell'elettricità, polo nord e polo sud nel magnetismo). In entrambi i casi poli di nome contrario si attraggono e poli dello stesso nome si respingono, e in entrambi i casi la forza d'attrazione o di repulsione è inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.
La scoperta di Oersted, per opera di Ampere e di Faraday, diventò ben presto sorgente di un nuovo ramo della fisica. Il fatto scoperto da Oersted è l'azione direttrice che una corrente fissa esercita a distanza sopra un ago magnetizzato mobile. Poco dopo si riconobbe che reciprocamente una calamita fissa esercita un'azione direttrice sopra una corrente mobile, e si diede il nome di "elettro-magnetismo" alla parte della fisica che tratta delle azioni mutue che si esercitano fra le calamite e le correnti.

____ GALVANOMETRO - L'invenzione di questo strumento usato per misurare correnti molto piccole fino a 10-12 ampere è attribuita allo scienziato tedesco Johann Salamo Christofh Schweigger (1779-1857) (Ma altri dicono inventato da Ampere) che lo realizzò nel 1820 ( vedi ) dandogli il nome del grande scienziato italiano.
Con questo apparecchio Becquerel ha poi diffuso, sullo sviluppo dell'elettricità nelle azioni chimiche le seguenti leggi:
"1.a Nelle combinazioni dell'ossigeno con un altro corpo, l'ossigeno prende l'elettricità positiva, e il combustibile l'elettricità negativa.
2.a Nelle combinazioni di un acido con una base, o con un corpo che funziona come questa, il primo prende l'elettricità positiva e il secondo l'elettricità negativa.
3.a Quando un acido agisce chimicamente sopra un metallo, l'acido si eleettrizza positivamente e il metallo negativamente, ciò che è una conseguenza della seconda legge.
4.a Nelle decomposizioni, gli effetti elettrici sono inversi dei precedenti.
5.a Nelle doppie decomposizioni, l'equilibrio delle forze elettriche non sono per nulla turbate.

"Quanto alla quantità di elettricità sviluppata nelle azioni chimiche, essa è enorme". Bequerel, infatti, giunse a un suo risultato che spaventava l'immaginazione di qualsiasi scienziato di allora, ed è che "l'ossidazione di una quantità di idrogeno che può dare 1 milligrammo di acqua, sviluppa tanta elettricità da caricare "ventimila volte una superficie metallica di un metro in superficie".
In onore di Ampere, più tardi nel 1837, - Antoine Bequerel- dàrà il suo nome al suo....

____ AMPEROMETRO.... strumento per misurare l'intensità della corrente elettrica, sia per correnti alternate sia continue. Utilizza gli "ampere", unità di misura del Sistema internazionale dell'intensità della corrente elettrica, concepita dal,omonimo fisico francese Andrè Marie Ampere (1775-1836).

____ H2 O - (vedi sotto)
____ SCOMPOSIZIONE DELL'ACQUA - La geniale Pila di Volta a qualche scienziato fece sorgere degli altri interrogativi. Non erano passate nemmeno sette settimane dalla scoperta del fisico comasco, ed ecco che il 3 maggio un nuovo scienziato, costruendo una pila simile a quella di Volta, scoprì ciò che all'inventore italiano era sfuggito. Infatti l'italiano aveva mostrato che la reazione chimica che aveva luogo tra rame e zinco poteva produrre una corrente elettrica; mentre il chimico inglese William Nicholson in un suo esperimento ottenne l'incontrario e dimostrò che una corrente elettrica poteva produrre una reazione chimica. Facendo passare una corrente elettrica attraverso l'acqua lievemente acidificata, questa si scomponeva in idrogeno e in ossigeno (è il procedimento che noi oggi chiamiamo "elettrolisi", cioè decomposizione in ioni chimici di alcune sostanze in fusione o in soluzione, prodotta da una corrente elettrica).
Nel corso dello stesso anno, un fisico tedesco - Johann Wilhelm Ritter - intensificò gli esperimenti, ripetè quello di Nicholson, e riuscì questa volta a separare i due gas in un contenitore, scoprendo che l'acqua era formata da due parti di Idrogeno e una parte di Ossigeno: era nata la formula chimica "H2 O"; sostanza essenziale per la vita e con un comportamento chimico-fisico molto particolare.
____ RADIAZIONE INFRAROSSA - Herschell (l'ex insegnante di musica) non cessava di stupire. Questa volta osservando il Sole. Nella "teoria sulla luce e sull'origine dei colori" Newton aveva dimostrato per la prima volta che la luce del Sole era la sovrapposizione di un "miscuglio eterogeneo di raggi" . Il prisma aveva infatti dimostrato questo rivelando una fascia di colori che andavano dal rosso all'arancione, dal giallo al verde, dall'azzurro al viola. Fino allora era sempre stato dato per scontato che la luce del Sole fosse "pura"; ma non è che cambiò molto nel sapere che era composta di colori; tutti erano d'accordo che la luce era quella visibile, altrimenti che luce era.
Herschell oltre a usare lo spettro usò anche il termometro, e scoprì quello che sembrava potesse essere ovvio, che la luce più calda era quella rossa. La sorpresa venne quando spostando il termometro oltre il margine dove terminava il rosso, cioè dove non c'era più nulla, il termometro invece di scendere saliva ancora; chiamò quella zona "infrarossa" (al di sotto del rosso), e anche se non capì esattamente che cos'era, la sua ipotesi fu che si trattasse non di luce ma di "raggi di calore" che dalla Terra insieme alla luce giungevano sulla Terra. Era Herschell anche qui in anticipo sui tempi. Nulla sapeva sull'elettromagnetismo, che Maxwell presenterà nel 1864 introducendo il concetto di campo elettromagnetico che si propaga nello spazio sotto forma di onde che trasportano energia e da cui dipendono tutte le forze e i fenomeni elettrici e magnetici.

____ RADIAZIONE ULTRAVIOLETTA - La scoperta di Herschell se destò stupore provocò anche ulteriore interesse da parte di altri scienziati. Uno di questi - Wilhelm Ritter - l'anno dopo (1801) volle riprovare l'esperimento non utilizzando il termometro ma striscioline ricoperte del bianco nitrato d'argento (che se esposte alla luce scurisce fino al nero le striscioline - come la carta fotografica di cui e progenitrice). L'esperimento non solo confermò "oltre il rosso" la presenza "della "luce invisibile", ma ponendo le striscioline dove proprio non c'era nulla, oltre il violetto, diventavano scure in un modo ancora più rapido. Era dunque anche questa una radiazione invisibile alla retina dell'occhio umano, che Ritter battezzò "ultravioletta" . (Una radiazione elettromagnetica di frequenza superiore a quella del violetto, limite dello spettro percebile da ochhio umano, e appunto rilevabile soltanto con lastre fotografiche . Avendo un forte potere ionizzante e un elevato potere battericida trovano largo impiego in medicina, nella ricerca scientifica e nell'industria.).

____ ILLUMINAZIONE - L'illuminazione a partire dalle arcaiche caverne rappresentò sempre un serio problema per l'uomo. Altre alternativa al fuoco prima, alle torce poi, o ai vari lumi ad olio o candele di resina o di grasso animale e vegetale, non avevano permesso più di tanto di far svilluppare la vita di società. Ancora alla fine del '700 la maggior parte della popolazione fin dalle prime ore notturne finiva a letto, o al massimo rimaneva un paio di ore davanti alla debole fiamma del focolare domestico, che diventava anche l'unica fonte di illuminazione per guardarsi in faccia. Nei focolari si bruciava legna, ma nei luoghi con poche foreste, bruciavano carbon fossile, ma nessuno aveva notato che nella combustione entrambi i due combustibili emanavano un gas, i chimici di cui abbiamo parlato fino ad ora non esistevano ancora. Abbiamo detto nessuno, meno uno, un certo Stephen Hales, inglese. Nel 1727, raccogliendo questi gas in un recipiente, scoprì nel farli uscire lentamente erano infiammabili. Tuttavia dovettero passare ancora molti anni prima della sua applicazione pratica, prima che si trasformasse quel gas del carbone in....

____ GAS ILLUMINANTE - Nel 1792, un geniale britannico, William Murdock (1754-1839) di professione meccanico, iniziò a raccogliere anche lui i gas ottenuti dal carbon fossile o dal carbone di legna, convogliandoli in un grosso recipiente. Da questo con un piccolo tubicino alimentava una cannella posta al centro di una stanza. Aprendo il flusso di gas con una chiavetta, all'estremità della cannella accendeva il gas che fuoriusciva formando una stabile azzurra fiammella che illuminava l'ambiente. Operando con la chiavetta, una minore o maggiore quantità di gas davano la corrispettiva intensità alla fiamma e quindi una maggiore luce a piacimento. Fu così il primo a illuminare le proprie pareti domestiche, ma non andò oltre. Ne approfittò invece quasi subito un ingegnere francese, Philippe Lebon che nel 1799 inventa la sua prima....

____ LAMPADA A GAS - Oltre la luce erogata dalla fiamma, nella stessa inserì degli elementi che riscaldandosi, aumentavano l'illuminazione.
La tecnica e l' attrezzo si diffusero in un baleno. Fare gas per l'illuminazione divenne un lucroso business e ben presto in molte grandi città sorsero industrie che producevano lampade e che erogavano gas attraverso tubazioni stradali. Londra già nel 1807 poteva inaugurare una strada con l'illuminazione a gas.
A rendere ancora più efficiente la fiammella, ci pensò nel 1886 un barone: Von Welsbach Auer (1858-1928), costruendo un becco ("becco Auer") con attorno una reticella ("reticella Auer" o "calzetta") di fibra tessile ricoperta da ossido di torio o di cerio, che diventando incandescente permette una illuminazione con un colore non azzurrino ma bianco, quindi una maggiore illuminazione (becco e reticella sono ancora oggi utilizzate per fabbricare i lumi da campeggio, che hanno alla base una bomboletta di gas metano).
L'elettricità ai tempi di Auer era già conosciuta, ma non si era ancora trovato un sistema valido per ricavarci un marchingeno capace di dare l'illuminazione. E mentre a Londra si diffondevano i scintillanti becchi a gas, un altro inventore nel 1808 utilizzando l'elettricità - il chimico inglese Humprhry Davy - aveva inventato una ....

____ LAMPADA AD ARCO - ... una luce senza alcuna fiamma. Consisteva in un "traferro" (uno spazio che separa due elementi di circuito magnetico), la corrente che vi passava produceva fra i due elementi con una differenza di potenziale una continua scintilla luminosa, bluastra, molto sgradevole, inoltre poco sicura (per fare un banale esempio erano dei piccoli e continui fulmini). Rimase un esperimento, anche se la lampada fu perfezionata nel 1844 dal fisico francese Leon Foucault e nel 1876 dall'inglese Paul Jablochkoff. Come aveva fatto Londra, Parigi nel 1877 con le lampade ad arco illuminò una strada; ma fu solo uno spettacolo, ebbe infatti breve durata.
I tentativi di inserire un filo conduttore metallico tra i due elementi naufragarono sempre; l'elettricità che passava dal filo conduttore a causa della resistenza del filo stesso, il calore che poi si sprigionava lo rendeva sì incandescente erogando una buona illuminazione, peccato però che dopo pochi secondi il filo fondeva proprio a causa dell'incandescenza. Che l'aria favorisse questa incandescenza non vi era alcun dubbio, ed infatti si tentò di creare un bulbo di vetro sotto vuoto con dentro il filamento. Ma anche questi tentativi - pur resistendo il filamento più a lungo- non ebbero i frutti sperati dai ricercatori, che nei tentativi passarono in rassegna i vari tipi di metallo.

____ LAMPADINA - Fra questi ricercatori c'era lo statunitense Thomas Alva Edison. Pur avendo depositato un vago brevetto nel 1878, Edison la lampadina la doveva ancora inventare convinto che la soluzione non poteva che essere prossima. Anche lui con ostinazione iniziò a passare in rassegna per il filamento 6000 materiali d'ogni genere, ma solo l'anno dopo, il 21 ottobre 1879 (in America lo celebrano come l' "Edison Day"), scoprì che il banale filo da cucire di cotone bruciato, era quello che faceva al caso; al passaggio della corrente (usato come resistenza) il filo non brucia perché già (carboni(o)zzato), pur restando un buon conduttore dell'elettrcità. Nasceva cosí un prototipo di lampadina a filo di carbonio, che senza bruciare funzionava per circa 45 ore. Nello stesso anno nella notte di San Silvestro invece di fare i fuochi artificiali, Edison illuminò la strada principale di Menlo Park con una serie di lampadine che rimanevano accese un lunghissimo tempo. Più tardi (vedi anno 1909) con un filamento in tugsteno, più resistente (inoltre sotto vuoto) anche la soluzione al problema della durata fu trovata. La forte domanda e la tecnologia usata per fabbricarle, furono in breve tempo in grado di abbattere i costi, da rendere la lampadina un prodotto di universale consumo presso tutti i ceti.
In America a Edison vengono attribuite tante invenzioni, anche quelle che Edison non inventò mai. Se un merito si deve attribuire a Edison è il grande acuto senso e spirito pratico, e i larghi mezzi che riuscì a farsi mettere a disposizione che gli permisero di risolvere un gran numero di problemi pratici, per i quali la corrente elettrica potè entrare con sicurezza nella case ed ottenervi una diffusione enorme. Alcuni storici dicono che Edison non inventò la lampadina, tuttavia inventò l'avvitatura a passo universale, le valvole fusibili, vari tipi di interruttori e commutatori, varie spine di attacco, e tante altre muniterie che dovevano assumere grande importanza nello sviluppo pratico degli impianti elettrici in uso ancora oggi.
Quanto all'origine della lampadina con il filamento al carbonio, poi al tugsteno, dobbiamo qui ricordare - senza voler fare dello sciovinismo ad ogni costo - l'opera di tre italiani. Nel 1868 il professor Brusotti di Pavia aveva già fabbricato una eccellente lampada a filamento di carbone, anche se non curò l'applicazione industriale. Immediatamente dopo, il torinese Cruto, partito alla ricerca dell'utilizzo del diamante sintetico, utilizzò poi un filo di platino, lo fece arroventare in una atmosfera ricca di idrocarburi, questi si decomponevano e depositavano sul filo di platino il carbonio, sotto forma di grafite. Realizzò un filamento di grafite che utilizzato nella lampada per il passaggio di corrente, consumava solo 2 Watt per candela. (quella di Edison del 21 ottobre 1879 ne consumava 4). Infine Rocco, un compagno e collaboratore di Cruto perfezionò il filamento a pasta carboniosa.
Vogliamo qui ricordare che All'Esposizione di Torino del 1884, le lampade di Cruto e di Edison, erano entrambi presenti, ed ottennero ciascuna un identico premio. Quella dell'italiano contese il primato a quella di Edison per ventisette anni; scomparve solo di fronte alle lampade con il filamento al tugsteno, ma anche perchè Edison - come abbiamo ricordato già sopra - ottenne un decisivo successo in molte altre applicazioni pratiche degli impianti elettrici, che rapidamente si diffusero in tutto il mondo. Prima di ogni altra invenzione, Edison aveva inventato se stesso. Grande osservatore, ostinato nelle sue idee, infaticabile nel curare le sue o migliorare le altrui invenzioni, l'ex giovane telegrafista, pur dopo aver ottenuto strabilianti successi, lavorò fino all'ultimo giorno del suo 84mo anno di vita.

____ LAMPADA AL NEON - (più correttamente si chiamano "lampade a scarica di gas". Un chimico francese, George Claude (1870-1960) nel 1910 riuscì a dimostrare che se una scarica elettrica avveniva dentro un vetro tubolare riempito di gas nobile rarefatto, sottoposto a una conveniente differenza di potenziale questi gas emettevano radiazioni luminose. Passandone in rassegna diversi gas, la luce più bianca e spettacolare era prodotta dal gas neon. Rispetto alla lampadina c'era il vantaggio che con il vetro si potevano produrre tubi di qualsiasi forma e colore, fare interi caratteri e perfino scritte in corsivo. E furono proprio i tubi con la "luce al neon" i preferiti per fare spettacolari insegne pubblicitarie.

____ LAMPADE FLUORESCENTI - Le prime furono realizate nel 1938 da due ricercatori statunitensi della General Electic, Arthur Compton e George Unman. Si ispirarono alle lampade tubolari di Claude. Il tubo di vetro contenitore è rivestito internamente da polveri fluorescenti dette fosfori, e contiene piccole quantità di mercurio gassoso e di argo. Il mercurio colpito da una scarica elettrica emette radiazioni ultraviolette che colpendo i fosfori ne eccitano la fluorescenza nel campo della luce visibile.

____ LAMPADA DI SICUREZZA - Quando nei primi anni '800 (per fornire gas illuminante dal carbon fossile) iniziarono i massicci sfruttamenti delle miniere di carbone, nei profondi cunicoli si era costretti a lavorare al buio. Impossibile accendere qualsiasi torcia nelle gallerie, perchè nelle stesse erano presenti sacche di gas combustibili (detto "grisu") formati dal 77 al 99 % di metano o idrocarburi omologhi, anidride carbonica, azoto e ossigeno. In presenza del fuoco ma anche alla minima scintilla, il grisu incendiandosi provocava esplosioni e tragedie, seppellendo nelle gallerie i minatori. A risolvere il grave disagio fu il chimico inglese Humphry Davy, inventando una lampada ad acetilene; che è poi esso stesso un gas, però ottenuto dalla reazione provocata in un serbatorio annesso alla lampada stessa, tra carburo di calcio e acqua. La fiamma che si ottiene protetta da una reticella metallica che non la fa propagare all'esterno è viva, bianca, ben resistente al vento; ma la cosa più importante è che la fiamma non incendia nè fa esplodere le sacche di gas presenti in miniera.

____ LAMPADA A PETROLIO - Non vogliamo dimenticare questa tipo di lampada che nello stesso periodo dell'uso del gas illuminante (metà '800) era diventata anch'essa molto diffusa, grazie alla scoperta e allo sfruttamento di questo nuovo liquido oleoso, infiammabile, avvenuta nel 1859.
Per molto tempo - fin dall'antichità- si erano usati i lumi ad olio di vario genere, vegetali o di animali, in seguito ricavato dalle balene; consistevano in un recipiente che conteneva olio e al centro semisommerso un lucignolo (stoppino in fibra vegetale) che assorbendo l'olio per capillarità saliva fino al beccuccio e qui lo si accendeva . Il primo utilizzo del petrolio ancora allo stato grezzo fu quello di sostituire l'olio. Più fluido dell'olio, esso saliva più facilmente nei capillari del lucignolo, offrendo una fiamma più vivace oltre che più illuminante. (vedi "petrolio" anno 1859).
____ FOOT BALL INGLESE - Dopo le antiche e medievali esperienze del gioco della palla (vedi 2000 a.C.) il calcio con una fisionomia simile all'attuale cominciò ad essere praticato in Inghilterra verso la fine del 1700. Soprattutto in alcuni campus di scuole dove si accese la disputa per alcune regole, soprattutto quelle che dovevano decidere se giocare solo con i piedi o utilizzare anche le mani. Lo scontro portò a due correnti: Quella dell'Università di Rugby impose il suo regolamento "mani e piedi" e il contatto anche violento con l'uomo,  mentre l'altre, più portata all'eleganza che non alla irruenza,  per distinguerlo nettamente lo chiamarono come gli antichi romani "piede-palla", cioè "foot-ball". Come obiettivo della palla, cioè il tiro in "rete," il primo scelse come nome "meta" nome greco, il secondo "goal" che significa sempre la stessa cosa, meta, tradotto  in inglese. Nelle maggiori Università ebbe molta più fortuna il secondo regolamento. A Cambridge nel 1846 nacque la prima squadra di vero calcio moderno, il Cambridge Club Football.  Quella di Harrow la imitò; sorta nel 1855 il suo regolamento fu di un "RIGORE"  bizzarro: per evitare che qualcuno toccasse la palla con le mani, fu imposto ai giocatori di indossare guanti bianchi.
Nel 1857 nacque l'Hallam Club Football, nel 1859 il Forest Club Football, nel 1862 a Nottingham il Nott County Football. All'inizio del 1863 si contavano 11 squadre. Un giorno (il 26 settembre) gli undici rappresentanti si riunirono alla Taverna Massonica del quartiere londinese di Lincoln.
Il 26 OTTOBRE 1863 diedero vita al Football Association. Seguirono altre riunioni "tecniche" per stendere un regolamento. Ma qui iniziarono le accese discussioni su vari punti discordanti; finchè il successivo 9 dicembre ci fu una scissione fra chi voleva il rugby e chi il calcio. Noi seguiamo questi ultimi.
Scrissero il regolamento: misura del campo (max 120x90), misura e peso della palla (0,71 di circonferenza), numero dei giocatori (11), il tempo di gioco (90 minuti diviso in due tempi), i falli, le punizioni. Rimaneva l'annoso problema dell'uso delle mani. La soluzione fu quella di punire "rigorosamente " questo tipo di fallo, e nello stesso tempo fu deciso (un compromesso tra i due giochi) l'uomo che poteva utilizzare piedi e mani per parare la palla: il portiere, ma solo nella sua area (detta appunto poi di rigore).
In Italia il "foot ball" comparve sul finire dell'Ottocento, dopo la proclamata Unità del 1861 e soprattutto con Roma capitale nel 1970. Si può dire che la breccia di Porta Pia apri la strada al football di origine inglese giocato da inglesi residenti o che comunque avevano a quel tempo interessi di lavoro nel Bel Paese. Questo tipo di Calcio conobbe subito grande popolarita e diffusione, finchè nel 1893, a Genova venne fondata la prima società italiana, dal nome anglofilo Genova Cricket and Atletic Club.
La data di nascita della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) é del 15 marzo 1898, a Torino., presidente Enrico D'Ovidio. Prenderà poi nel 1909 il nome di Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC).
Il gioco nel frattempo  era divenuto molto popolare anche in Sudamerica, infatti, nel 1893 era già nata la federazione Argentina, nel 1895 quella Cilena, poi subito dopo  la Uruguaiana. Nella Olimpiade del 1908 che ebbe luogo a Londra, il calcio fu inserito nelle discipline olimpiche. S'imposero naturalmente gli inglesi, i "maestri" del calcio, che ripeterono il successo nel 1912 e fino al 1920. Nel frattempo la scuola calcistica sudamericana aveva fatto grandi progressi.  Balzò in primo piano nel 1924 l'Uruguay, che ripetè il trionfo nel 1928, anno in cui l'Italia di Mussolini si classificò al terzo posto. Nel 1930 alle Olimpiadi, si affiancarono i Campionati del Mondo. Nella prima edizione confermò  il predominio l'Uruguay vincendo sull'Argentina, un'altra emergente nel calcio d'oltre oceano, confermando  così il predominio e l'"alta scuola" sudamericana. Non rimase indietro la "scuola italiana", quella guidata da POZZO;  nel giro di quattro anni s'impose,  vincendo la Coppa del Mondo 1934, poi quella del 1938 e i Giochi Olimpici del 1936, regalando a Mussolini  un grande successo d'immagine. Continuando in questa storia, in anticipo sui tempi, accenniamo anche al...

___ CAMPIONATO DI CALCIO - Non era ancora un torneo nazionale, erano delle semplici competizioni che iniziarono nel 1898, quando nacque la Federazione: vi parteciparono quattro squadre e si svolse in una sola giornata. Vinse il Genoa. Aumentando la popolarità del gioco del calcio, alla squadra ligure e a Milan, Juventus, Internazionale si aggiunsero altre squadre cittadine e provinciali come la Novese, il Casale, la Pro Vercelli, l'Alba, e molte altre. Tutto era affidato alla passione di alcuni gruppi di sportivi locali, che spesso furono in grado - con quasi nessuna spesa di gestione -  far nascere nelle piccole cittadine un tifo maggiore che non nelle grandi città urbane. Presto il fenomeno non passò inosservato agli attenti operatori economici: le manifestazioni iniziavano a spostare molti tifosi o creavano nella sede della partita un indotto commerciale, con l'entusiastica partecipazione della folla, pari se non superiore alla festa annuale del paese. Scoperto il grande business, volendo fare le cose per bene (impianti, attrezzature, manifesti stampati, ingaggio allenatore a tempo pieno ecc.)  per far assistere alla partita si cominciò a far pagare agli spettatori un biglietto per coprire  alcuni costi,  come il viaggio degli atleti nelle trasferte o dare un compenso ai giocatori  reclutati  fuori provincia. (Un vezzo che inizia a diffondersi per rendere più agguerrita la propria squadra locale). In questo clima,   nel 1925 la tifoseria torinese, pur avendo già una squadra (la Juventus)  creò un'altra squadra, il Torino, meno aristocratica, più popolare, perfino antagonista all'altra. Come del resto era già accaduto a Milano. Poi comparve nello stesso anno anche il Bologna, in seguito le altre. Alcune emersero in sordina, altre in un modo strepitoso, dovuto non ai mezzi a disposizione ma per la presenza nel vivaio locale di alcuni fuoriclasse, subito  bramati dalle grandi squadre che così a colpi di compensi sempre maggiori, assicurandoseli, iniziarono la loro incontrastata supremazia sulle piccole città; salvo qualche eccezione. Ma la vera storia del Calcio Italiano, comincia con l''istituzione del Torneo a girone unico, la cui prima edizione si svolse nel 1929-30 con la partecipazione di diciotto squadre (poi sedici, ventuno, e poi ancora sedici a partire dal 1967-68). Fu proprio da questa competizione professionistica che nacque una grande potenzialità agonistica e quindi  una ampia selezione dei giocatori, che dopo appena quattro anni permisero all'allenatore della nazionale italiana  Pozzo di mietere successi uno dietro l'altro in campo mondiale. Dal 1949 la Federazione consentì il tesseramento di giocatori stranieri, che migliorò lo spettacolo grazie all'apporto di elementi stranieri, ma nello stesso tempo trasformò subito in una grande   industria il calcio, con le società modificate da club dilettantistico, in società per azioni,  la cui pubblicità della squadra va indirettamente a vantaggio delle altre attività economiche dell'azionista. Spesso è una personalità del mondo economico - che sfrutta la popolarità della squadra per dare valore aggiunto ai suoi prodotti, o, come ai tempi di Pompei, conquistare simpatie dai tifosi, avere consensi dalla folla, quando decide di "scendere in campo" anche in una competizione  politica. Servirsi delle insegne del calcio per scopi personali ed elettorali, era già duemila anni fa una furbesca risorsa nel costume greco e poi in quello romano. Il tifo del calcio, anche allora era sfruttato dall'ambizione di qualche arricchito, che senza molti riguardi, sponsorizzando una   squadra, mercificava per i suoi scopi economici o politici, la manifestazione, i giocatori, i tifosi. Le iscrizioni venute alla luce a Pompei, offrono delle testimonianze inequivocabili. Esempio: il "Palazzinaro" arricchito Aulo Vettio, grande mecenate del calcio, decise di "scendere in campo" anche nella politica e opportunisticamente si mise a cercare i voti con la propaganda elettorale murale presso i tifosi della squadra che   sponsorizzava, dichiarando di essere meritevole di  voti per il lodevole e munifico piacere e per il godimento che lui "donava"  al "popolo" con la "sua" "squadra di palla"  molto   famosa. Per ottenere questo consenso, utilizzò nella sua  propaganda   elettorale il nome, le insegne e i colori della squadra per farsi eleggere senatore. Come uomo politico non é rimasto di lui nulla, é passato  alla storia solo per aver scalato il Senato utilizzando i piedi e non la testa. (Facciata della Casa di Giulia Felice - documento al  Museo di Pompei CIL, IV, n. 1147). Insomma Nulla di nuovo! Anche oggi, sappiamo come iniziò in Italia un noto partito politico.
Oltre a questo il bisogno e all' esigenza di aumentare il numero degli spettatori (oltre all''indotto - oggi Tv, giornali, supporter) ha trasformato quindi il meccanismo della gestione e della composizione delle squadre in un'impresa, quindi in un "valore" aziendale, e spesso in una "proprietà" personale, rappresentata da attrezzature e da un "parco giocatori".  A questo proposito si può osservare che il calcio   è l'unica attività economica che ancora oggi si basa su un sistema di compravendita di uomini: i giocatori. Ma di quest'aspetto etico-economico-sociale-politico non ne parliamo, è troppo ingarbugliato inoltre non vogliamo fare nessuna morale.
ANNO 1801
____ TELAIO JACQUARD - L'invenzione era di una semplicità enorme, ma fu l'intelligente e ingegnosa applicazione a rivoluzionare la tecnica di una lavorazione: quella della tessitura, o meglio la produzione di tessuti con disegni. Gli aghi di un telaio che col loro filo di vari colori dovevano formare un semplice disegno sul tessuto, erano fino allora manovrati a mano. Bisognava fare molta attenzione se si voleva eseguire il disegno; cioè introdurre o non introdurre l'ago in un certo punto per far risaltare il disegno. Ma oltre all'attenzione, nel fare questa operazione occorreva molto tempo. Un francese Joseph Marie Jacquard (1752-1834) trovò la soluzione al problema; fare una scheda con vari fori in modo che se l'ago trovava un foro scendeva a fare il suo lavoro, se non lo trovava proseguiva il suo cammino rimanendo fermo. Il vantaggio era che con la stessa scheda si poteva ripetere l'operazione una infinità di volte senza mai sbagliare, perchè il tutto procedeva automaticamente.
Se ci vogliamo riflettere sopra, l'istruzione data agli aghi era quella del si-no, il futuro on-off dei calcolatori, che chiudendo e aprendo un circuito, vanno a creare quella sequenza di numeri binari utilizzando solo 1 e lo 0. Hollerit in seguito utilizzerà proprio il principio di questa scheda Jacquard per realizzare i grandi calcolatori elettromeccanici, precursori di quelli elettronici (vedi anno 1971 "CALCOLATRICE")
ANNO 1802
____ ASTEROIDI - Il problema delle meteoriti era stato risolto nel 1794 (vedi) dal fisico tedesco Ernst Florens Friedrick Chladni, che in un libro ne illustrò la composizione, affermando che provenivano da uno spazio vicino alla terra, in una fascia orbitante come un pianeta tra Marte e Giove. Questi "oggetti celesti" che da sempre avevano dato origine alla popolare "notte delle stelle cadenti" non erano altro - disse - che detriti di un pianeta che in un tempo lontanissimo si era disintegrato. Nel 1801, per caso, Piazzi scoprì quel pianeta che (in base alla empirica "legge di Bode" - sulle distanze medie dei pianeti) mancava e che tutti cercavano tra Marte e Giove. Ma non era un normale pianeta, ma un puntino che orbitava tra le orbite dei due pianeti. Dunque la "legge di Bode" era giusta, e quello era il pianeta che mancava. Piazzi gli diede perfino un nome, Cerere, come la dea romana. Ora noi sappiamo che Cerere ha un diametro di soli 1000 chilometri e non è un pianeta, ma fa parte di una fascia di numerosissimi "pianetini" che ruotano intorno al sole, mantenendosi per lo più tra le orbite di Marte e Giove. Attualmente se ne conoscono poco meno di 5000, ma il loro numero è destinato a salire a seguito delle analisi di alcuni satelliti che ne hanno rivelati molte migliaia, con dimensioni molto contenute; e fatta eccezione per Cerere, e una decina di altri (Pallade, Vesta, Giunone ecc.) con un diametro di poco o meno di 300 km., si valuta che ve ne siano ben 100.000 con un diametro superiore al chilometro, e un numero considerevole che sono così piccoli da risultare inosservabili non solo dalla Terra ma anche dai satelliti artificiali (come l' "Iras").

____ CAFFE' - La leggenda narra di un pastore arabo che vedendo le sue pecore più vivaci del solito dopo aver mangiato alcune bacche di certi arbusti, volle provare a bere un infuso fatto con queste bacche. L'effetto fu uguale, un discreto stato d'eccitazione e la fatica del suo lavoro più sopportabile. Il caffè contiene infatti non solo la caffeina, una sostanza che eccita il sistema nervoso, ma circa altre 600 sostanze chimiche molto complesse, alcune gratificanti come gli oppiacei. Duqnue servono anche queste all'organismo umano. Perché mai allora esisterebbero nel nostro cervello le "endorfine", i recettori degli oppiacei? Forse perché Dio o la natura costruendo questi recettori pensava all'esistenza delle bacche di caffè o ai semi dei papaveri che avremmo mangiato poi in questi anni? Una domanda insolita rivolta ai creazionisti.
A parte la leggenda e le mie considerazioni appena fatte, questi arbusti crescevano spontaneamente nell'araba Kahvè, in Etiopia; qui nel piccolo regno di Kaffe (e da quì prese il nome) si diffuse questa bevanda, ottenuta dopo aver abbruscato e pesto le bacche per farne con l'acqua bollente un infuso. Non essendo consentito ai musulmani bere il vino, la bevanda a partire dall'anno 850, presto si diffuse come alternativa di bere acqua bollita (priva di germi, come facevano i cinesi con il Tè). Passeranno comunque molti anni, prima che l'uso del caffè raggiunga l'Europa tramite i Turchi. Questi aprirono la loro prima caffetteria a Costantinopoli nel 1453, quando Maometto II la invase. Poi turchi e arabi, risalite le coste slave, fecero conoscere il caffé agli europei solo nel 1517. Una prima grande quantità di caffè presso i veneziani compare nel 1590 (sembra proveniente dalla cattura di un bastimento, o da un pagamento fatto in natura) quando a Venezia i tanti mercanti e marittimi turchi-arabi si erano portati dietro questa abitudine che ben presto contagiò anche i locali. Infatti, la prima bottega del caffè a Venezia é del 1683 alle Procuratie Vecchie. Il Caffe Florian a Piazza San Marco aprì nel 1720, il Caffè Quadri l'anno dopo. In pochi anni il caffé si diffuse in tutta Europa, trasformando le neo-caffetterie in locali alla moda o punto di ritrovo di uomini d'affari e intellettuali che apprezzarono il gusto e l'aroma della nuova bevanda calda. Nel 1759 a Venezia già si contavano 206 locali che servivono caffè, di cui 27 erano nella centrale piazza San Marco.
Il sistema di preparare la bevande non sempre fu uguale. I turchi usavano mettere la polvere di caffè in fondo a un bricco poi vi versavano sopra acqua calda. I veneziani fecero l'incontrario, quando bolliva l'acqua versavano la polvere, toglievano il bricco dal fuoco e quando la polvere si depositava in fondo, il caffè era pronto a bersi. Un altro metodo fu quello della cosiddetta...

_____ CAFFETTIERA "NAPOLETANA" - Coppia di due recipienti cilindrici sovrapposti con al centro un filtro interposto contenente il caffè macinato; dopo aver portato nel recipiente inferiore l'acqua in ebollizione il tutto viene capovolto, l'acqua bollente dopo aver attraversato il filtro con la polvere di caffè passa dal primo al secondo recipiente che raccoglie così la bevanda pronta da bere. Ma la "napoletana" non nacque come si potrebbe pensare a Napoli ma in Cecoslovacchia nel 1750 conosciuta con il nome della omonima città dove vide la luce la "Caffettiera di Karlsbad".
L'uso del caffè inizialmente era di berlo amaro, ma a renderlo più gradevole ci pensò un austriaco, aprendo nel 1683 un Caffé davanti il duomo di Santo Stefano a Vienna. Il sig. Lolschitzky aggiunse due cucchiaini di miele (lo zucchero di canna era ancora una rarità) in ogni tazza. L'anno dopo, utilizzando sempre il caffè creò il...

____ CAPPUCCINO - Il sig. Lolschitzky aggiunse un po' di latte al caffè inventando quest'altra famosa bevanda; ma non finì lì, perchè subito dopo fu il primo a permettere ai suoi clienti di inzuppare nel cappuccino il suo "Kipfel", (il tradizionale cornetto) e l'altrettanto famoso KRAPFEN o CORNETTO.

____ CAFFETTIERA MODERNA - Quella classica in un unico recipiente con il filtro al centro, a pressione (detta anche Moca o MOKA ) fu ideata e costruita dallo statunitense Benjamin Thomson verso questa data (1802).

____ CAFFE' ESPRESSO - Seguendo il principio di entrambe le due caffettiere, fu un italiano - il milanese Giuseppe Bezzera nel 1902 - a realizzare la prima macchina del caffè espresso soprattutto per gli esercizi pubblici (oggi ne esistono anche piccole per uso familiare): invece di far entrare nel filtro acqua bollente, è un getto di vapore che attraversa il caffè macinato posto in un contenitore; alla base di questo un piccolo condotto condensa il vapore e fa scendere in una tazzina la bevanda con una fragranza decisamente superiore ad ogni altro sistema di infusione. La macchina "espresso" fu poi lanciata sul mercato dall'industriale Desiderio Pavoni.

____ CAFFE' SOLUBILE - Nacque per una esigenza del Brasile, che in alcune buone stagione nei magazzini veniva a trovarsi con un raccolto superiore alla domanda. Per alcuni anni si interessò la Svizzera Nestle con le sue ricerche, fin quando nel 1938, trovata la soluzione mise in commercio il primo caffè solubile. In seguito fu trovato anche il sistema per decaffeinarlo.
ANNO 1803
____ ACCUMULATORE elettrico al piombo - è la comune "batteria" che usiamo nelle automobili - Johann Ritter ne presenta un prototipo nel 1803. In seguito, nel 1860 il francese Gaston Plantè ne costruisce una, usando come elementi delle piccole lastre di piombo rame o zinco immerse in una soluzione salina. Ed è quasi quella attuale anche se perfezionata, e si chiama "pila a piombo acido": le piastre positive e negative di piombo, separate da setti porosi di plastica, sono immerse in acido solforico. L'acido reagisce a contatto con le piastre, fornendo l'energia elettrica (una molto simile era stata già realizzata come principio da Volta, poi messa in pratica da Wollaston ( vedi anno 1800 "pila di Volta").

____ TEORIA ATOMICA - Con tutte le scoperte che si erano in questi anni verificate, sui gas e su i vari elementi scoperti, un'idea chiara non era stata ancora definita. Sui vari comportamenti della sostanza oggetto dis studio, chimici, fisici spesso tornavano ai concetti greci di Democrito, parlando di particelle indivisibili, di atomi e di molecole spesso anche a sproposito; infatti di queste particelle di cui si parlava non si conosceva la consistenza, nè quando si parlava di molecole in che proporzione gli elementi si combinano.
Il chimico inglese Jhon Dalton (1766-1844) decise di presentare un sunto su tutte le indagini fatte in un secolo e mezzo. Nel 1803 pubblicò "New System of Chemical Philosophy", che contiene la teoria secondo cui ogni elemento, solido, liquido o gassoso, è composto da particelle che chiama "atomi" , e stabilisce che gli elementi si combinano tra loro in proporzioni multiple dei loro "pesi atomici". Fece alcuni esempi che però alcuni erano molto lontano dal vero. Tuttavia
Dalton è l'antesignano dei pesi atomici. Un aspetto che sarà poi sviluppato da Avogadro, quando presentando la sua "legge sui gas" introdusse la distinzione fra atomi e molecole (vedi anno 1811)

____ LOCOMOTIVA A VAPORE - (vedi anno 1738 "ferrovia" )
ANNO 1805
____ MORFINA - Viene scoperta quest'anno dal chimico tedesco Friedrich Serturner (1783-1841) isolandola dal laudano (un preparato a base di oppio) molto più efficace del preparato stesso per lenire il dolore e nell'indurre al sonno; proprio per quest'ultima caratteristica fu chiamata "morfina" dal termine greco che significa "sonno" ( Vedi anno 1846 "anestesia").

____CARTA CARBONE - I primi fogli furono realizzati a questa data dall'inglese Raph Wedgewood. Su un supporto di carta sottile, stese una sostanza fatta con nerofumo: una polvere nera ricavata dalla fuliggene del legno di faggio, mista a resina o in sospensione con vari olii minerali. In seguito si utilizzò la gomma e, con qualche variante, oggi si realizza anche il "bistro" usata dalle donne come matita cosmetica per gli occhi. sospensione di nerofumo con vari oli minerali. In seguito si realizzarono inchiostri sintetici, anche in vari colori.
ANNO 1807
____ ELETTROCHIMICA - (vedi sotto)
____ SODIO E POTASSIO - Dopo che William Nicholson aveva dimostrato che una corrente elettrica poteva produrre una reazione chimica, e dopo il risultato di Johann Wilhelm Ritter che scoprì con lo stesso metodo che l'acqua era formata da due parti di Idrogeno e una parte di Ossigeno, i ricercatori che fino allora non riuscivano con i metodi chimici consueti, a scoprire nuove elementi, intensificarono i loro esperimenti proprio con la corrente elettrica, spesso costruendosi una propria batteria. Uno di questi chimici ne costruì una enorme con duecentocinquanta dischetti; era il chimico Humphry Davy (1778-1829 - che nel 1800 aveva già scoperto il "protossido d'azoto"). Il 6 ottobre 1807, con le forti scariche della sua batteria in alcune sostanze (già tastati inutilmente dai soliti metodi chimici) scoprì il "potassio", l'anno seguente il "bario", lo "stronzio", il "calcio", il "magnesio", e nel 1810 il "cloro". Furono successi che in pochi anni fece fare passi da gigante -stimolando enormemente il mondo scientifico- all' "elettrochimica", la scienza e tecnica delle trasformazioni reciproche fra energia chimica ed energia elettrica.

____ ILLUMINAZIONE STRADALE - (la prima a Londra in questa data, con lampade funzionanti con il gas ricavato dal carbone (vedi "illuminazione" anno 1820)
ANNO 1809
____ EVOLUZIONE LAMARKIANA - Dopo Linneo (vedi 1736 "tassonomia") vi erano stati pochi a ritornare sull'argomento "evoluzione"; nella sua opera Linneo non è che discesse molto, tuttavia fu lui a definire gli esseri umani membri della specie "Homo sapiens". Nel fare inoltre una esemplificazione, seguì il sistema dell'albero, in cui i rami più grandi si dividevano in piccoli rami, questi in altri rami piccoli, e questi in rami piccolissimi.
Un simile concetto dell'"Evoluzione biologica" la si poteva applicare forse oltre che alla zoologia anche all'uomo? No, perchè non era stata questa l'intenzione di Linneo, essendo credente lo scienziato rimase legato al racconto della Genesi: gli animali e l'uomo così come li vediamo sono stati creati da Dio. Dunque fino a ora nessuno aveva avanzato l'idea di un meccanismo evolutivo. Il primo a farlo quest'anno (1809) è il naturalista Jean Baptiste de Lamarck (1744-1829) che nel 1801 aveva classificato i "Vermes" di Linneo in "vertebrati" e "invertrebrati"; dando anche vita al termine "biologia", la scienza che studia le forme e i modi in cui la vita si manifesta; a livello generale, rivolti ai fenomeni comuni a tutti gli esseri viventi, animali e vegetali.
Lamarck non è che si espose troppo, partì dalla zoologia. Nel 1809 pubblicava "Filosofia zoologica" cercando di elaborare la prima teoria "evoluzionista"; scientificamente però non corretta, quando espose il concetto sintetizzandolo il "l'uso crea l'organo" sostenendo che i caratteri di ogni specie non sono fissi ma si modificano nel tempo, originando specie diverse (es. la giraffa ha il collo lungo perchè non trovando alimenti in basso è obbligata a mangiare in alto). L'errore è che sosteneva che vi era la possibilità di modificare un carattere a secondo l'uso che si fa di alcune parti del proprio corpo, e nel farlo parlava di "ereditarietà delle caratteristiche acquisite". Mentre sappiamo che le modifiche somatiche di un animale non si possono trasmettere ai discendenti. A farlo sono incaricate sole le cellule con i loro cromosoni. Tuttavia, nonostante errata, la teoria di Lamarck servì molto a porre agli scienziati del suo tempo il problema evoluzionista. Che verrà sviluppato mezzo secolo dopo da Darwin.

____ APRISCATOLE - Le prime scatole non erano certo le attuali; per aprirle i soldati usavano la baionetta; e simile a una baionetta fu il marchingegno che inventò nel 1855 l'inglese Yates; in effetti era una piccola baionetta ad uncino che una volta penetrata nella latta, facendo leva sù e giù ripetutamente, avanzava lungo il bordo del coperchio tagliandolo; sono ancora oggi molto diffuse. Nel 1930 in Olanda un altro inventore realizzò quello a farfalla che ormai tutti conosciamo: una rotellina dentata munita di una lama avanzando lungo il bordo della scatola taglia il coperchio.

____ GIROSCOPIO - L'idea iniziale venne prima a un tedesco a questa data, un certo Jacob Bohnenberger. Forse fino al 1852 fu ritenuto poco più che un curioso giocattolo. A interessarsi nuovamente a questo marchingeno fu il fisico francese Leon Foucault, realizzando nel 1852 un volano montato su sospensioni in modo da ruotare sul proprio asse in qualsiasi direzione (un po' come il pendolo, che proprio Foucault, perfezionò con le "leggi di oscillazioni"). (vedi anno 1180 "bussola").
ANNO 1811
____ LEGGE DI AVOGADRO (vedi sotto)
____ LEGGE SUI GAS - Dopo Dalton che era stato nel 1803 (vedi ) l'antesignano dei pesi atomici, a sviluppare la sua teoria atomica fu il fisico italiano Amedeo Avogadro (1776-1856). Indubbiamente l'ipotesi che formulò era in anticipo sui tempi, perchè venne fortemente contrastata e ampliamente ignorata per mezzo secolo. Di modo che i chimici in tutto questo periodo seguitarono ad essere confusi, non avendo afferrato "l'ipotesi di Avogadro". Il chimico italiano nel 1811 aveva enunciato la legge secondo cui volumi uguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di temperatura e pressione, hanno lo stesso numero di molecole. Introducendo così la distinzione tra atomo e molecola e formulando il primo, importante concetto di peso molecolare, prendendo quello dell'idrogeno come riferimento.
Avogadro distinse tra singoli atomi e queste combinazioni di atomi che costituivano le particelle dei composti. Chiamò le combinazioni di atomi "molecole" ("piccole masse"). Così, c'era un atomo d'ossigeno e c'era anche una molecola d'ossigeno costituita da due atomi di ossigeno. C'era una molecola d'acqua costituita da un atomo di ossigeno e due atomi d'idrogeno. E così via. Cioè che esistono piccole molecole di pochi atomi (i gas nobili costituiscono molecole monoatomiche) e molecole organiche con milioni di molecole.

Abbiamo detto sopra che non fu molto seguito, molti scienziati seguitarono per oltre mezzo secolo in una grande confusione sulle strutture molecolari. Quello che mancava era il determinare con certezza il peso molecolare dei vari gas; la questione fu risolta quattro anni dopo la morte di Avogadro (vedi 1860 "Legge di Avogadro").

____ METRONOMO - Strumento che serve nella pratica musicale per battere il tempo. E' costituito da un pendolo azionato da un meccanismo a orologeria, il cui braccio può compiere mediante lo scorrimento di un peso mobile che ne modifica la lunghezza e quindi la velocità di oscillazione, da 40 a 208 battiti al minuto. Un versione ancora poco precisa fu inventata nel 1812 dall'olandese Dietrich Winkel. Quello attuale fu in seguito perfezionato dal tedesco Johann Maelzel.

____ EVOLUZIONE CATASTROFISTA - Sull' "evoluzione" trattata nel 1809 da Lamarck, volle dire la sua George Cuvier (il più grande anatomista dell'epoca, che nel 1798 (vedi) studiando vari animali, introducendo una nuova classificazione dopo Linneo, fu il fondatore dell' "anatomia comparata"). Era uno scrupoloso osservatore dei fossili, quindi delle specie viventi scomparse. Sembrava quindi sottintendere che vi era stata - come andavano affermando gli evoluzionisti - l'esistenza di alcuni animali in tempi preistorici. Lui affermava che erano importanti, interessanti, ma quando scavava si rendeva conto che più scavava e più antichi erano i resti, che non assomigliavano in nulla agli organismi moderni.
Ma lui era fermamente convinto del creazionismo e quindi diede una risposta singolare in un libro pubblicato nel 1812: "Ricerche sulle ossa fossili". Avanzò l'idea che non vi era stata una sola creazione, ma numerose creazioni, ognuna scomparsa a seguito di qualche catastrofe planetaria, seguita da una nuova creazione. Questa opinione fu chiamata "catastrofista", in opposizione a quella "uniformista" espressa da James Hutton. Gli scienziati successivi esclusero tale ipotesi, anche se ammisero che qualche episodio può esserci stato, ma in tempi lontanissimi, quando non esistevano tracce di vita sulla Terra.
Tuttavia Cuvier per le sue accurate osservazioni, cercando anche di classificarle, fu il fondatore della "paleontologia" , cioè lo studio di antiche forme di vita estinte.
ANNO 1813
____ NOMENCLATURA CHIMICA - (vedi sotto)
____ SIMBOLI CHIMICI - Proseguendo gli studi di Dalton (vedi 1803) e di tanti altri che parlavano di atomi, di elementi, di molecole in una grande confusione di nomi latini, greci e in ogni lingua, sorse l'esigenza di dargli un nome preciso. Propose un sistema per una sistemazione anagrafica della materia, il chimico svedese Jons Jacob Berzilius (1779-1848) in lettere ma anche in simboli utilizzando le lettere iniziali, utili nella rappresentazione di formule: C per un atomo di carbonio, H per idrogeno, O per ossigeno e così via.... Mentre per i composti, se erano abbastanza semplici, al simbolo far seguire il numero di atomi: esempio la molecola dell'acqua H2 O, l'acido solforico H2 SO4, e così via.
Berzelius oltre a scoprire lui stesso numerosi elementi, espresse anche il concetto di "isomeri" , fenomeno per cui due o più composti di uguale composizione hanno proprietà chimiche e fisiche differenti; cioè due sostanze che hanno la stessa formula chimica, lo stesso numero di atomi ma godono di differenti proprietà a secondo del modo con i quali questi ultimi sono rappresentati.
ANNO 1814
____ SPETTROSCOPIA - (vedi sotto)
____ RIGHE SPETTRALI - (vedi sotto)
____ UNITA' ANGSTROM - Come abbiamo visto nei precedenti anni, la luce ottenuta attraverso lo spettro ottico era rimasta immutata nelle sue gradazioni di colori. Newton non ne aveva notate altre, ma dopo di lui con migliori prismi, molti avevano notato alcune righe scure tra un colore e l'altro, inizialmente sette come i colori, e quindi avevano immaginato che si trattasse delle linee di confine tra i colori. A volerci veder chiaro fu un fisico tedesco Joseph von Fraunhofer; per prima cosa realizzò meticolosamente le migliori lenti e i migliori prismi, poi si mise all'opera, e ben presto scoprì che le linee scure non erano sette ma erano circa 600, ognuna delle quali conteneva una banda di lunghezza d'onda estremamente stretta.
Fraunhofer iniziò a contrassegnarle con delle lettere dalla A alla K, rappresentando su carta varie centinaia di queste righe ("righe di Fraunhofer"). In seguito Davide Brewster ha portato il numero delle righe a 2000 attraverso diversi prismi analizzatori. Ma entrambi erano troppo in anticipo sui tempi e servirono poco agli scienziati loro contemporanei. Devono passare oltre cinquant'anni prima che chimici e astronomi daranno importanza a queste righe dando origine in chimica all'"analisi spettrale" (ad es. uno stesso metallo portato in incandescenza produce costantemente delle righe identiche di tinta e di posizione, mentre le righe mutano di tinte, di posizione e di numero se osserviamo altri metalli; e che finalmente delle quantità infinitamente piccole di un metallo bastano per scoprirne la presenza in un altro metallo), e in Astronomia dando origine all'"astrofisica", la scienza applicata allo studio dei corpi celesti per spiegarne le caratteristiche chimico-fisiche e i processi evolutivi. Se consideriamo gli spettri delle stelle di altre galassie (cioè di stelle esterne alla Via Lattea cui appartiene il nostro sitema solare:) si è constatato che esse si spostano rispetto al sistema solare e precisamente se ne allontanano, in quanto i loro spettri "vanno verso il rosso". Ciò implica un Universo in espansione: è sulla causa di un tale movimento che gli scienziati hanno formulato molte teorie, dette teorie cosmogoniche, nelle quali essi cercano di spigarsi l'origine dell'Universo.
La luce è un onda, anzi un insieme di onde che si spostano nello spazio con una ben determinata periodicità o, come normalmente si dice, con un ben determinato periodo (il periodo è direttamente proporzionale alla lunghezza d'onda e inversamente alla frequenza). All'occhio umano onde di periodicità diverse appaiono come luci di differenti colori. Nel campo del visibile le luci a periodicità maggiore sono le rosse, quelle a periodicità minore sono le violette. Come abbiamo già visto, i corpi possono emettere anche onde invisibili all'uomo: a queste appartengono a) i raggi infrarossi (o onde termiche) che noi avvertiamo perchè ci forniscono calore, b) i raggi ultravioletti (quelli che ci fanno abbronzare), c) i raggi X, onde penetranti che svelano il mistero del nostro corpo umano, in quanto riescono ad attraversarlo e a imprimere l'immagine dei suoi organi interni su una lastra fotografica. La spettroscopia analizza tutte queste radiazioni. Nell'immagine sopra: spettro di emissione dell'idrogeno (H) e spettro di emissione a bande dell'azoto (N).
La vera e propria "spettroscopia astronomica" iniziò con una memoria presentata alla Accademia delle Scienze di Stoccolma, presentata dall'astronomo svedese Anders Joanas Angstrom, oltre che annunciare per la prima volta la presenza di idrogeno nel Sole, nella sua relazione affermava che dallo studio degli spettri luminosi delle stelle è possibile risalire alla composizione e alla quantità degli elementi chimici che formano la loro atmosfera. Da questo momento nasce la "spettroscopia astronomica" che permette di studiare la composizione chimica dei corpi celesti lontanissimi.
Lo stesso Angstrom portò lo spettro a un migliaio di righe e misurò le lunghezze d'onda rappresentate da ciascuna di esse in unità pari a un decimiliardesimo di metro; una misura che prese da lui il nome "amstrong", usata per la misura delle lunghezze d'onda e delle distanze tra atomi e molecole. (vedi anche anno 1859 )
Rowland già nel 1882 aveva portato le lunghezza d'onda a circa 14.000 righe.
ANNO 1816
____ STETOSCOPIO - Un rudimentale strumento per ascoltare con l'orecchio sulla parete del petto il battito cardiaco era stato realizzato dal medico francese Renè Laennec (1781-1826); l'idea gli venne per caso, dovendo ascoltare il battito del cuore di una donna piuttosto prosperosa, per delicatezza invece di appoggiare l'orecchio su uno dei suoi seni, con il notes che aveva in mano fece un cilindro, una parte l'appoggiò in corrispondenza dello sterno e l'altra al suo orecchio; scoprì così che il battito del cuore si sentiva ancora meglio che non appoggiando direttamente l'orecchio come allora si usava fare. Il giorno dopo realizzò un piccolo cilindro in legno che chiamò "stetoscopio" che significa in greco "esaminare il petto". In seguito, nel 1828, fu migliorato dal medico francese Pierre Adolphe Poirry, che lo realizzò in metallo e gli aggiunse all'estremità una coppa per l'orecchio. Nel 1850 il medico statunitense Canimann sostituì la coppa inserendo due canne rigide che terminano con due auricolari che si inseriscono negli orecchi del medico.

____ ESTINTORE - L'invenzione risale a questa data, per merito dell'inglese George Manby. Via via fu perfezionato. Inizialmente in questo apparecchio atto a spegnere inizi d'incendio, come sostanza si impiegaca acqua, e ancora oggi la si usa per combustibili solidi come legno, carta ecc. In seguito negli incendi in luoghi con spesso presenza di fili elettrici (quando cioè vi è pericolo di folgorazioni) si iniziò a usare gas inerti (azoto, anidride carbonica, elio ecc.) . Usate anche polveri adatti a metalli, quali sodio, potassio ecc.
ANNO 1817
____ CLOROFILLA - Quando prima Priestley, poi Ingenhousz, fecero l'esperimento sulle piante ( vedi anno 1779) avevano scoperto solo la "fotosintesi" ("mettere insieme per mezzo della luce"), ma restava il mistero come la luce agiva in questo processo, qual'era la sostanza che conferiva alle piante tale proprietà (che assomigliava alla combustione, uso dell'energia solare per crescere, mettere le molecole dei propri tessuti). Molti si erano dedicati a queste ricerche, fin quando due appassionati a queste ricerche - due giovani chimici francesi Pierre Joseph Pelletier (1788-1842 e Joseph Bienaimè Caventou (1795-1877), dopo tanti esperimenti utilizzando un certo numero di alcaloidi, nel 1817 isolarono un composto verde dalle piante, che ciamarono "clorofilla" (dal greco - foglia verde). Non andarono molto al di là del processo, ma in seguito si capì che era la "clorofilla" a trattenere la luce solare, ed era essa a trasformare l'anidride carbonica e l'acqua, in tessuto vegetale e in ossigeno.
Nel 1837 il chimico francese Renè Jachim Henri Dutrochet (1776-1847) fu poi in grado di dimostrare in modo definitivo che la fotosintesi aveva luogo soltanto nelle cellule di quelle piante che contenevano clorofilla. E pensare che proprio lui - Dutrochet - era un oppositore convinto del vitalismo. Credeva che tutti gli aspetti della natura, animati e animati, fossero soggetti alle stessi leggi fisiche e chimiche.
____ BICICLETTA DRAISINA - I primi rozzi prototipi li abbiamo già visti (vedi anno 1610 - "VELOCIPEDE"). Un miglioramento dell'idea continuò con tanti altri progetti piuttosto grezzi, fino a quando il barone Karl Friedick Drais nel corso di quest'anno (1817) costruisce e brevetta quella che già appare come linea molto simile alla moderna  bicicletta. Su un telaio di legno ci sono due ruote uguali,  ha un manubrio snodabile sulla prima ruota, mentre sulla seconda  un lungo sedile in legno; é la DRAISINA. Di modelli "draisienne" (in italiano draisina) nel corso degli anni ne appaiono moltissimi, sempre con alcuni perfezionamenti;  ma uno in particolare é quello con il telaio in acciaio costruito da un meccanico inglese: Birch. Da questo momento lo si chiama bi-ciclos dal greco bi e kri-kos = doppio cerchio. Pensare di aggiungere i pedali sembrava inutile, perchè si riteneva impossibile mantenere l'equilibrio. Ma non avevano fatto i conti col nostro straordinario cervello, che dopo un certo periodo inizia a reagire allo squilibrio tramite i riflessi incondizionati con delle compensazioni spaziali equilibristiche di una complessità tale che per la matematica sono ancora tuttora incomprensibili. Con tutta la tecnologia che possediamo - i super computer - nessuno al mondo é riuscito a costruire  un "ciclista automa". C'e' in palio un miliardo di dollari chi risolve questo complesso problema. Ma i matematici ritengono che sia estremamente più facile mandare un uomo su Marte che non mandare un qualsiasi pupazzo su una bicicletta.
Le tappe successive portano  la bicicletta sotto certi aspetti quasi all'evoluzione non proprio definitiva, perchè ci fu anzi un regresso rispetto alla foggia della "draisina" che possedeva già una linea piuttosto slanciata come l'attuale (vedi anno 1839 ).
ANNO 1818
____ COMETA ENCKE - Dopo la cometa di Halley, che l'omonimo scopritore aveva previsto il ritorno calcolando la sua orbita, di comete non erano più apparse in cielo, salvo una l'anno precedente a questo (1818) scoperta e osservata da un astronomo francese Jean Luis Pons. In base a queste osservazione l'astronomo tedesco Johann Franz Encke (1791-1865) determinò l'orbita, dandogli anche il suo nome "cometa di Enke" e non quello di chi l'aveva scoperta.

____ PESI ATOMICI (vedi sotto)
____ PESI MOLECOLARI di BERZELIUS - Dalton era stato l'antesignano dei pesi atomici, pubblicando nel 1803 (vedi) una tabella dei pesi atomici; Avogadro poi la sviluppò nel 1811 (vedi) ma la sua tabella (sulla legge dei gas) venne fortemente contrastata e ampliamente ignorata per mezzo secolo. Tuttavia vi era uno scrupoloso chimico svedese che fin dai tempi di Dalton, e nei successivi sedici anni, effettuò duemila analisi per risalire ai pesi atomici. Non si sa per quale motivo anche lui ignorò le ipotesi di Avogadro; tale lacuna non gli permise - quando volle pubblicare i suoi risultati in questo 1818 - di essere preciso, anche se la sua tabella era di molto migliore di quella di Dalton e permise di individuare molti valori che sono oggi attuali. Infatti, nella sua tabella dei "pesi molecolari" le sue osservazione erano abbastanza valide, affermando che si ottenevano facilmente conoscendo il peso dei singoli atomi e sapendo quali atomi e quanti di ogni tipo siano necessari per costituire le molecole di un composto. La lacuna era questa, che Avogadro affermava che esistono piccole molecole di pochi atomi (i gas nobili costituiscono molecole monoatomiche - di questa ipotesi pochi erano convinti) e molecole organiche con milioni di molecole.

ANNO 1820

____ CHININO - Alcaloide contenuto nella corteccia di china, fu usato come antipiretrico e analgesico, ed ebbe grande fama nell'800, soprattutto perchè sotto forma di solfato basico, fu largamente usato per sconfiggere la malaria nelle zone malsane. Fu inventato da due medici francesi Pierre J. Pelletier e Joaseph B. Caventou.

____ ELETTROMAGNETISMO - A pensare che potesse esistere un collegamento fra magnetismo (quello dei poli -con la bussola che li indicava - presentando poli opposti) e elettricità (polo positivo e negativo) erano molti scienziati. Questo fu l'anno decisivo per giungere a questa scoperta. La prima esperienza, fu quella del fisico danese Hans Christian Orsted (1777-1851) con una dimostrazione molto semplice: utilizzando l'ago della bussola e un filo dove passava corrente. L'ago della bussola puntò non sul filo ma in direzione opposta. Quando poi invertì la direzione della corrente avvenne l'incontrario. Orsted si fermò a questa dimostrazione e non andò più in là. Ci andò invece il fisico francese Andrè Marie Ampere (1755-1836) che lasciò perdere la bussola, e utilizzò solo i fili elettrici dove passava la corrente. Quando i fili recavano corrente nella stessa direzione, si attiravano reciprocamente, quando s'invertiva il flusso si respingevano. Se poi i fili si piegavano ad arco in una forma a spirale, rafforzavano l'effetto magnetico. E se il filo era libero di ruotare, quando le correnti passavano in direzioni opposte, il filo ruotava compiendo un semicerchio. Agiva come una vera e propria bussola, ma non erano i poli terrestri ad attirare e a far girare la spira metallica, ma era semplicemente la corrente elettrica; dunque questa aveva una forza "magnetica". Noi oggi sappiamo che in entrambi i casi la forza d'attrazione o di repulsione è inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.
A queste esperienze si aggiunse quella del fisico francese Francois Arago (1786-1853), che dimostrò che la semplice corrente elettrica poteva attirare della limatura di ferro come una normale calamita (di magnetite naturale). Infine giunse l'esperimento
del fisico tedesco Johann Salamo Christofh Schweigger (1779-1857) che ripartendo dagli esperimenti di Orsted, e passando da quelli di Ampere e di Arago, iniziò a misurare quanta corrente era necessaria per ottenere questi fenomeni. Costruì un aggeggio (altri affermano inventato da Ampere) che chiamò "galvanometro", strumento che serve a misurare l'intensità delle correnti elettriche a bassa intensità.
La scienza dell'"elettromagnetismo" (cioè lo studio delle relazioni tra elettricità e magnetismo - ovvero l'insieme dei fenomeni elettromagnetici), iniziò a fare i primi passi che l'avrebbero portata a stupefacenti conquiste. ( vedi anche "Esperienza di Oersted" anno 1820 in "pila di Volta")

____ TERRA DELL'ANTARTIDE - Dopo le supposizioni di Cook ( vedi anno 1766) più nessuno era andata a verificare se veramente ciò che aveva riferito era vero; cioè su l'esistenza di una terra dopo essersi spinto oltre i 60° di latitudine (quasi al circolo polare antartico) dove poi il ghiaccio gli impedì di proseguire. Da allora nella zona della Terra del Fuoco a caccia di foche e balene si erano spinti molti cacciatori; e questi il 15 novembre 1820, guidati da un certo Brown Palmer, spingendosi ancora più a sud avevano confermato che vi era una terra; contemporaneamente un capitano inglese - Edward Branfield - spingendosi anche lui nella stessa zona, fece la stessa scoperta. Idem nello stesso anno un esploratore russo, Fabian von Bellinghausen. In effetti i tre non avevano ancora avvistato l'antartico, ma solo quella lunga penisola che oggi chiamiamo "Penisola Antartica". Tuttavia questi tre li possiamo considerare scopritori dell'Antartico.
Spedizioni sistematiche si succedettero e confermarono la natura continentale dell'Antartico. Nel 1823 con James Weddel, nel 1832 con John Biscoe, nel 1838-40 con Jules Sabastien Dumont d'Urville, nel 1840-43 James Clark Ross. Poi solo verso la fine del secolo iniziò quella serie di viaggi esplorativi dell'interno che condussero Ernest Shackleton (1908) a 88° 23' di lat. S, e Roald Amundsen (14 dicembre 1911) a raggiungere il Polo Sud. L'anno dopo tentò l'esploratore Robert Scott che raggiunse anche lui il Polo ma sulla via del ritorno perse la vita con i suoi quattro compagni.
ANNO 1821
____ MOTO ELETTRICO - Le singolari esperienze sull'elettromagnetismo fatte nel 1820 (vedi) provocarono un'ondata di altri numerosi esperimenti. Dai due fili del fisico francese Andrè Marie Ampere, si passò ad un vero e proprio circuito elettrico che includeva due fili metallici e due magneti. Condotto dall'autodidatta di fisica Michael Faraday (1791-1867) (imparò la scienza leggendo i libri che rilegava), l'esperimento consisteva da una parte un filo fisso e un magnete mobile; e dall'altra il magnete fisso e il filo mobile. Quando la corrente passava attraverso il filo, il filo mobile ruotava intorno al magnete fisso, e il magnete mobile ruotava intorno al filo fisso.
Faraday dimostrò per la prima volta che le forze elettriche potevano produrre un moto.

____ CALCOLATORI - ( vedi argomento in anno 1971 "calcolatrici")
ANNO 1823
____ LIQUEFAZIONE - (vedi sotto "gas liquidi")
____ GAS LIQUIDI - La liquefazione è il passaggio dallo stato di gas a quello di liquido, che si ha con l'abbassamento della temperatura o di compressione. In questo secondo caso ha luogo solo al di sotto di una certa temperatura caratteristica di ogni gas, detta temperatura critica. Nel caso dei vapori -aeriformi con temperatura critica superiore a quella ambiente- si parla di condensazione). Con l'abbassamento della temperatura si privano i gas di energia, e le sue molecole scendono l'una verso l'altra e si uniscono tra loro. Con la compressione le molecole sono spinte le une contro le altre finchè si uniscono.
A utilizzare il primo sistema - del raffreddamento - fu dall'autodidatta di fisica Michael Faraday nel 1823. Ottenne la liquefazione del cloro, uno dei più facili a liquefare, perchè occorrono solo -34°, una temperatura facilmente ottenibili. Ma ormai quella era la tecnica, ben presto migliorando la refrigerazione si riuscì a liquefare vari altri gas, alcune volte combinando insieme la pressione.

____ ELETTROCALAMITA - Proseguendo gli studi e gli esperimenti fatti da Andrè Marie Ampere e da Francois Arago (vedi anno 1820) il fisico inglese William Sturgeon (1783-1850) utilizzando una barra di ferro a forma di ferro di cavallo, facendogli passare la corrente, si accorse che il curioso aggeggio attirava e sollevava perfino quattro chili di ferro. Aveva inventato la elettrocalamita ! Fu poi migliorata dal fisico americano Joseph Henry (1797-1878) che nel 1829 avvolse isolandolo al ferro di cavallo di Sturgeon una spira di fil di rame. Più numerose erano le spire di filo metallico, più forte era il campo magnetico quando passava la corrente. Nel 1831 costruendo una grossa calamita riuscì a sollevare una tonnellata di ferro. Ancora oggi nelle acciaierie il prelievo dai cumuli di rottami in ferro viene fatto con la elettrocalamita (detto anche elettromagnete - dispositivo che produce un campo magnetico grazie a un sistema di bobine inserite in un nucleo (solitamente una grande piastra) di ferro e percorse da corrente elettrica).
ANNO 1824
____ BRAILLE - (vedi sotto)
____ ALFABETO BRAILLE - Fu inventato dal francese Louis Braille (lui stesso cieco dall'età di tre anni). E' un sistema che tramite 6 punti (piccoli o grandi) in rilievo formano tutte le lettere dell'alfabeto. Passandoci sopra le sensibili dita permette ai non vedenti la lettura di alcuni testi, realizzati appunto con questo sistema. I testi purtroppo sono stati sempre limitati per l'alto costo e le limitate tirature. Ma il computer oggi ha rivoluzionato il sistema; un apparecchio converte i bit invece che in lettere grafiche come le stiamo vedendo ora sullo schermo - in puntini su una particolare piattaforma. Il non vedente oggi può leggere queste pagine di "Cronologia" abbastanza facilmente. Io che ne sono l'autore sono rimasto particolarmente commosso nel ricevere tante manifestazione di stima e di affetto, per il solo fatto che le mie pagine non contengono banner, pubblicità, frame, e quant'altro che rende molto difficile la lettura a un non vedente; perchè il suo marchingegno esplora ciò che c'è sullo schermo, e se su questo ci sono invadenze e intrusioni varie la cosa diventa molto difficile, oltre che fastidiosa.

____ CEMENTO - Miscelando e cuocendo calcare a marna argillosa l'inglese Joseph Aspdin (1799-1855) intorno a questa data (1824) ottiene il cemento artificiale, noto anche come cemento Portland (il nome deriva dalla pietra che nelle cave appunto di Portland ha una certa somiglianza: il classico grigio del cemento). Impiegato massicciamente nelle costruzioni, più tardi nel 1867 il francese Joseph Monier applica delle armature in ferro soprattutto nei pilastri portanti inserendoli nella gittata di cemento. Prende il nome di...

____ CEMENTO ARMATO ....una tecnica che verrà in seguito maggiormente perfezionata dal francese Francois Hennebique.

____ CALCESTRUZZO - Non era ancora un cemento (che viene realizzato a caldo) ma quello inventato dai romani per le loro colossali costruzioni (compreso proprio il Colosseo) era molto simile. L'arte di preparare la calce nei forni per intonacare o unire pietre e mattoni era conosciuta fin dal 2500 a.C. Di mischiare calce, sabbia e pietrisco per realizzare un discreto calcestruzzo per l'edilizia si hanno notizie certe nel 700 a.C. in Iran. I Romani scoprirono verso il 200 a.C. che se aggiungevano al vecchio composto anche della cenere il calcestruzzo era non solo più duro ma anche più resistente all'acqua che è l'elemento più corrosivo delle costruzioni. Ma la cenere non era una qualunque, ma era la...

____ POZZOLANA (o "polvere di Pozzuoli") proveniente appunto da Pozzuoli, posta quasi alle falde del Vesuvio, quindi una polvere di roccia vulcanica scura a struttura alveolare. Era insomma quasi un "portland" naturale, già cotto dal vulcano nel passato, ma ottimo nel presente, perchè come quello artificiale, conteneva ossidi di alluminio, di silicio e ferro, che reagendo chimicamente con l'acqua dell'impasto legano sabbia, pietrisco e calce. Grazie a questo tipo di "cemento" i geniali costruttori Romani riuscirono a realizzare le grandi costruzioni, i grandi palazzi, gli anfiteatri, le grandiose terme, gli acquedotti, e cupole come quella del Pantheon che vanta un diametro di 43,30 m. Che ancora oggi è un gioiello dell'architettura e dell'ingegneria non solo Romana ma di tutti i tempi.
Tale arte costruttiva e utilizzo di materiali, con la caduta dell'impero Romano, e l'invasione dei barbari furono ben presto dimenticati. Basta vedere alcuni castelli medioevali andati in briciole, che non reggono al confronto con le antiche costruzioni romane. Per ovviare al modesto calcestruzzo impiegato, i costruttori medioevali abbondavano nello spessore dei muri, fino a cinque metri, ma facendone due di muri con all'interno del misero pietrisco e che ovviamente alla fine non era un muro portante in grado di sostenere grosse strutture verticali.
Da notare che la realizzazione dello stesso Portland, prese l'avvio nel 1756, da un ingegnere inglese - John Smeaton. Fu lui a riscoprire e reinventare il sistema romano, utilizzando proprio la "pozzolana" vesuviana. Un altro ingegnere più tardi - nel 1839 - Louis Joaseph Vicat, volle andare a fondo sulla questione del tipo di pozzolana, cercando altri calcari simili. Impiegò trent'anni per scoprirne un tipo, ma era troppo tardi. perchè Aspdin nel frattempo (1824) aveva già trovato il procedimento per realizzarne uno artificiale, ma mica poi tanto. Aspdin fece ciò che aveva fatto il Vesuvio milioni di anni fa: bruciò ad alte temperature un miscuglio di calcare puro, preso alle cave di Portland.

____ EFFICIENZA DEL VAPORE (vedi sotto)
____ TERMODINAMICA - Watt aveva avuto una bella idea (vedi 1679 "macchina a vapore") ma pur con tutte le migliorie apportate da lui e da altri inventori, per far funzionare quel tipo di motore il 93% dell'energia non veniva sfruttata, solo il 7% produceva forza lavoro, il resto andava perduto con gli scarichi del vapore indi del calore. Ci voleva un fisico per risolvere almeno in parte questo problema; infatti, fu il francese Nicolas Leonard Sadi Carnot (1796-1832) ad interessarsi scientificamente alla questione. Poi nel 1824 pubblicò "Reflexions sur la puissance motrice du feu". E fu il primo a prendere in considerazione il modo in cui il calore si trasforma in lavoro. Proprio per questo è considerato il fondatore della scienza della "termodinamica". Primo passo di quella che fu poi chiamata la "seconda legge della termonidamica" (vedi anno 1850 )

____ DISTANZA DAL SOLE - Cassini nel 1672 (vedi) - mediante il calcolo da due luoghi abbastanza distanti con la paralasse - calcolò che il sole si trovava a 140 milioni di chilometri. Da allora nessun altro aveva misurato questa distanza. Fu l'astronomo tedesco Johann Franz Encke (1791-1865) nel corso di quest'anno (1824) a dare una misura quasi esatta di quella che è in realtà; il metodo da lui usato fu quello di misurare un tratto dell'orbita di Venere mentre questo pianeta entrava nel disco solare e ne usciva. Calcolo essere 153.366.290 chilometri. Era piu esatta rispetto a quella di molto inferiore di Cassini, ma anche questa era imprecisa per eccesso (la distanza media della Terra dal Sole è di 149,6 milioni).


____ SILICIO - Nonostate sia l'elemento più comune che si trovi sulla Terra dopo l'ossigeno (sotto forma di sabbia, rocce) non fu in questi tempi di scoperte di tanti altri elementi, facile da isolare perchè rimane legato strettamente ad altri atomi. Infatti questo elemento affine al carbonio, non si trova allo stato libero ma sotto forma di composti. Tuttavia u
n silicio elementare lo ottenne per primo Berzelius nel corso di quest'anno 1824.
Oggi il silicio (n. atomico 14) è il materiale fondamentale per la produzione dei microcircuiti elettronici, dove entra nella costruzione sia di componenti discreti, sia di circuiti integrati.
ANNO 1825
____ LOCOMOTIVA A VAPORE - (vedi argomento nell'anno 1738 )

____ ALLUMINIO - Dopo aver dimostrato l'elettromagnetismo, fu anche il primo a isolare nel corso di quest'anno anche l'alluminio. Ma
il suo era un processo difficile e molto costoso e quindi non se ne parlò più fino al 1886, quando uno studente di chimica americano - Charles Martin HALL (1863-1914) - accennando a questo elemento - sentì dire dal suo professore, che l'alluminio esisteva, aveva molte proprietà, ma costava troppo e aggiunse quando ci sarà qualcuno che riuscirà a produrlo come si fa con il ferro o il rame, quel tale sarebbe diventato straricco e famoso. Lo studente da allora ebbe solo più questo obiettivo, ottenere l'alluminio. Ripassò bene gli studi di Davy (che nel 1807 aveva isolato con la corrente elettrica il sodio e il potassio e lui per la prima volta aveva dato il nome al nuovo elemento "allumina"), approfondì gli studi di Oested, si costruì un laboratorio casalingo, ci mise dentro batterie di ogni tipo, si fornì di ossido di alluminio, di criolite, e provando e riprovando con gli elettrodi, nel 1886 ottenne l'alluminio puro. In un modo abbastanza semplice quindi economico, ma nello stesso anno..... (vedi anno 1886)

____ ELETTROCALAMITA (o ELETTROMAGNETE) - Costruita dal fisico inglese William Sturgeon, è un dispositivo che produce un campo magnetico grazie a un sistema di bobine inserite in un nucleo di ferro a forma di coperchio, percorse da corrente elettrica. E' usata nelle grandi acciaierie, per sollevare i rottami, fino a 20 volte il suo peso. ( vedi anno 1823 )

____ ASTIGMATISMO - Da cinque secoli circa era stato risolto il problema di chi era presbite o miope utilizzando all'inizio delle lenti poi le stesse montate su occhiali; ma nessuno aveva risolto il problema degli astigmatici. A risolvere questo problema - che era anche il suo - fu l'astronomo britannico George Biddell Airy a ideare nel corso di quest'anno (1825) degli occhiali per correggere tale difetto visivo, che è caratterizzato dalla riduzione dell'acutezza visiva sia da lontano sia da vicino; è un vizio di rifrazione, dovuto a un difetto di curvatura della cornea e/o del cristallino, per cui le radiazioni luminose proventienti dall'esterno si rifrangono in misura diversa e non si riuniscono sulle retina nello stesso punto focale. Gli astigmatici fanno fatica a vedere un piccolo punto con acutezza. Con l'uso correttivo di lenti appropriate oltre a migliorare la visione, si eliminano i disturbi dell'astenopia (offuscamento della vista, dolori e bruciori agli occhi e alle palpebre, leggera lacrimazione e mal di testa. E' perfino incredibile che molti soggetti soffrono di questi disturbi ma non sono mai andati da un oculista, attribuendo i disturbi ad altre cause. Una regola è quella di sottoporsi almeno una volta all'anno (soprattutto se superata la quarantina) al controllo di un oculista. Si previene ogni futura malattia degli occhi, e si vive anche meglio il proprio presente.

____ RETE LETTI - (vedi sotto)
____ MATERASSI - Letti e materassi nacquero insieme fin dalla notte dei tempi, e rimasero come giaciglio per dormire quasi uguali fino ai primi anni dell'Ottocento. I primitivi erano inizialmente dei tavolacci in legno con sopra dei contenitori a sacco riempiti di paglia dove ci si adagiava per dormire o per riposarsi. Le sacche rimasero sempre quelle, mentre la foggia del letto nel tempo divenne un vero e proprio mobile di arredamento. Greci e Romani, s'inventarono comodi giacigli per tutte le ore del giorno, ed erano una specie di ampi divani, (il cosiddetto "triclinio"), a tre posti sul quale ci si stendeva non solo per riposarsi, e dormire, ma anche per mangiare. In seguito le case gentilizie si dotarono di veri e propri letti, tornando al tavolaccio però rialzato da terra con dei piedi in legno, e spesso con delle sponde (spalliere) verticali che delimitavano il letto da capo e da piedi, spesso queste sponde erano ornate, intagliate, oppure si utilizzavano vari metalli, il ferro o l'ottone. Gli arabi amanti della grande comodità, dal 700 e fino al 1200, avevano riscoperto il divano romano, ma lo avevano reso ampio, imbottito, damascato, pieno di cuscini policromi, con o senza braccioli e spalliera; presero il nome "ottomana". Ma anche nel letto gli Arabi profusero inventiva e sfarzo, creando quelli a baldacchino con tende pendenti, inizialmente come antizanzariere, poi con broccati vari. I Crociati che ebbero modo di vivere in Oriente nei quasi duecento anni di dominazione, quando cacciati dai saraceni rientrarono in Europa, molti principi e nobili conservarono quelle ostentate abitudini, e ben presto nelle corti si diffuse l'ottomana e il baldacchino, che fino al XVII secolo vennero entrambi considerati un segno distintivo di ricchezza e di potere.
Quanto ai materassi, rimasero più o meno sempre quelli, delle sacche riempite di paglia, di crine, e importata quest'abitudine dai paesi freddi, anche riempite di soffice lana, ovviamente usata dai più ricchi, che avevano anche l'abitudine di "rifare i materassi"; una operazione che consisteva una volta l'anno, aprire la sacca, passare allo "scardasso" (strumento con aghi che serve per sfioccare) il fiocco che con il peso del corpo si era era ridotto in grumi perdendo la originale soffice elasticità.
Nel 1813, con la tela gommata, un certo John Clarck brevettò un materasso gonfiabile. Non era questa una novità, ancora i Romani, avevano trovato un simile rimedio utilizzando il cuoio. Una soluzione migliore la trovò un londinese - Samuel Pratt - che brevettò nel 1826 un materasso che all'interno conteneva fra i due strati dell' imbottitura una serie di molle. O perchè non ebbe fortuna o perchè costavano troppo, lo stesso Pratt subito dopo - nel 1831 - invece che inserire le molle nel materasso, realizzò un telaio che teneva unito una fitta rete d'acciao a molle, da mettere sotto il materasso. L'idea oltre che geniale era anche economica, attecchì subito, il sistema si diffuse, e da allora quasi tutti i letti avevano la loro rete. Ma anche l'altro sistema delle molle dentro il materasso continuò a sopravvivere, e quando furono fatti in serie, quindi a basso costo - tornarono in auge a partire dal 1900. A questi - a partire dagli anni '70 si affiancarono i vari matersassi realizzati in "gommapiuma" un marchio registrato di un tipo particolare di gomma espansa soffice e leggera che viene utilizzata appunto per imbottiture varie e fra queste proprio i materassi moderni. Realizzati in questo modo, il loro migliore impiego, è ora - facendo ritorno quasi al tavolaccio - di appoggiarli su una base rigida, e non più su molle; ma alcuni hanno trovato un compromesso, utilizzando come base un telaio fatto con strisce di legno piuttosto duro, ma anche elastico.
ANNO 1827
____ LEGGE DI OHM - Nota come "Legge sulla resistenza elettrica". A enunciarla fu un oscuro professore di una scuola secondaria, che però era anche un fisico - George Simon Ohm. Con il galvanometro compiendo ricerche sui circuiti elettrici, volendo stabilire le relazioni tra differenza di potenziale, intensità di corrente e resistenza, nel 1827 enuncia la legge che porta il suo nome e con cui viene introdotto il concetto di resistenza elettrica. In suo onore verrà chiamata "ohm" l'unità, che è la misura delle resistenza elettrica pari alla resistenza di un conduttore che, soggetto alla differenza di potenziale di 1 volt, è attraversato dalla corrente di intensità di 1 ampere.
Ohm operando con fili metallici di diversi spessori e lunghezze, scoprì che la quantità di corrente trasmessa era inversamente proporzionale alla lunghezza del filo e direttamente proporzionale all'aerea della sua sezione traversale. Importante anche la conduttività (flusso di elettroni) elettrica del materiale. Per afferrare bene il concetto, si pensi a un grande o piccolo tubo, corto o lungo, attraversato da un liquido molto fluido o molto denso. In tutti gli ultimi tre casi il liquido scorre lentamente; nei primi tre casi invece velocemente, e all'uscita il getto del liquido sarà più potente.

____ TURBINA - Come abbiamo visto nelle ruote idrauliche (anno 3500 a.C. "ruota idraulica") il principio della forza motrice era la caduta dell'acqua che andava a colpire le pale poste sul bordo esterno della ruota. Nel 1822 a rivoluzionare questo principio fu il francese Claude Burdin, quando presentò un progetto all'Accademia di Francia illustrando una ruota idraulica che chiamò "turbina" (da un termine latino che significa "vorticoso"). Lui la espose in teoria ma a metterla in pratica fu un suo allievo: Benoit Foyrneyron (1802-1867) che cinque anni dopo nel corso di quest'anno (1827) costruì la prima turbina "a reazione". L'acqua scendeva giù dal mozzo e usciva esternamente sulle pale, facendo girare la ruota. Più velocemente girava la ruota, più velocemente l'acqua sarebbe stata buttata fori contro le pale. Alla fine la ruota girava molto più rapidamente e trasmetteva una potenza di gran lunga maggiore rispetto a una normale ruota idraulica. Questa prima ruota sviluppava una potenza che corrispondeva ai futuri 6 cavalli vapore; ma ne costruì delle altre che giunsero a sviluppare una potenza di 50 CV. Il vapore fino allora era ai primordi, e l'idea di Foyrneyron di utilizzarlo in un "turbina azionata dal vapore" rimase solo un progetto, non vi erano del resto materiali adatti a sopportare le temperature elevate di un getto di vapore. Di perfezionamenti tuttavia ve ne furono, ma si dovette attendere il 1882 per vederne realizzata una (vedi "turbina a vapore" anno 1883 )

____ ELICA NAVALE - Fu questa una piccola ma importante rivoluzione nelle prime navi a vapore. Fino ad ora (da oltre 30 anni) i "battelli" - che avevano preso il nome di "piroscafi", avevano utilizzato le pale laterali, molto simili al primo battello che John Fitch, il 22 agosto del 1787 aveva varato sul fiume Delaware (vedi "battello a vapore" anno 1787 ). Erano efficienti, ma avevano l'inconveniente di essere esterne, quindi molto vulnerabili. Ecco perchè fino a questa data nessuna marina da guerra aveva preso in considerazione la navigazione a vapore con le pale. A risolvere questo grosso problema fu un ingegnere britannico (altri dicono lo svedese John Ericsson) - Robert Wilson (1803-1882). Ideò un'elica da installare a poppa, sotto la nave, posta sottacqua, invisibile, quindi non vulnerabile. Anche se nel corso degli anni le eliche cambiarono sagoma (cilindrica, a spirale, doppia ecc), fin dal primo momento i governi di vari stati iniziarono a costruire navi da guerra alimentate da un motore a vapore. (vedi una carrellata nell'anno 1787 - "battello a vapore" )

____ GAMETI FEMMINILI - Nel 1676 (vedi) Antoni van Leeuwenhoek, era stato il primo essere umano a vedere uno spermatozoo; lui aveva sì sconvolto un po' le menti, tuttavia ai maschi era venuta da lui la conferma - come affermavano fin dall'antichità - che la riproduzione era una questione unilaterale, che era il maschio che aveva il "seme" e che il ventre della femmina fosse semplicemente il luogo dove si sviluppava, che era un "ricettacolo".
Nel 1779 (vedi) Lazzaro Spallanzani, aveva studiato le "uova femminili", che però l'anatomista olandese Reiner de Graaf scoprendole, aveva dato il nome (sbagliando) "follicoli ovarici" individuandoli appunto come "uova"; inoltre non aveva spiegato a cosa servivano. Spallanzani (pur restando nell'errore del "follicolo" - ignorando il vero e proprio "uovo" il cui nome corretto è "gamete femminile") dimostrò che la fecondazione avveniva solo quando le cellule contenute nello sperma maschile, cioè gli spermatozoi (gamete maschile), entravano in contatto con l'uovo femminile. Era nel giusto, ma non aveva ancora scoperto il vero e proprio "uovo femminile". A sconvolgere nuovamente le menti dei maschi ci pensò un embriologo russo - Karl Ernst von Baer (1792-1876). Lavorò su un follicolo di un cane, e scoprì una piccola struttura gialla che vi si trovava all'interno, molto piccola visibile solo al microscopio. Aveva scoperto il vero "uovo", il "gamete femminile". Ovviamente il processo della ovulazione e della fecondazione non era molto diverso da quello di altri animali, nè era diverso quello umano.
Infatti dopo ogni mestruazione della donna, in una delle particolari cavità delle ovaie, che vengono definiti follicoli di Graaf, ha inizio la maturazione di un uovo, che si conclude circa a metà ciclo mensile, quando ha luogo l'ovulazione, quando cioè il follicolo ovarico si rompe, provocando la fuoriuscita dell'uovo maturo e pronto per essere fecondato da uno spermatozoo. Nel punto dell'ovaia dove è avvenuta la rottura del follicolo, rimane una specie di macchia giallastra, il cosiddetto corpo luteo, che verso la fine del ciclo, se non vi è stata fecondazione, comincia a regredire. Follicolo e corpo luteo producono a loro volta ormoni che stimolano la formazione della mucosa uterina. Quando il corpo luteo regredisce, si ha di conseguenza una riduzione di questa produzione ormonale, fenomeno che al termine del ciclo provoca l'espulsione della mucosa e cioè la mestruazione. Un ciclo mensile si è in tal modo concluso, e ne inizia uno nuovo. Il numero di questi cicli - nel corso della vita di una donna - è pari al numero di "gameti" contenuti nella ovaia; che è in totale nel suo periodo fecondo circa dai 450 ai 500.
Ernst von Baer, scoprendo l'"uovo" aveva scoperto il processo fondamentale della riproduzione sessuata: l'unione del gamete maschile con quello femminile.
Questo accadeva nemmeno duecento anni fa, all'epoca di Manzoni, Carlo Alberto, Garibaldi, Leopardi ecc. ecc..

____ CLASSIFICAZIONE DEL CIBO - Se le informazioni sulla riproduzione erano - fino a questa data - ancora a livelli preistorici, nell'alimentazione non è che si sapesse qualcosa di più. Il cibo lo si riteneva ideale come alimentazione umana solo in base all'aspetto, al gusto, all'odore. Ciò che era molto saporito era buono, se era raro e costoso era ancora più buono, nulla si sapeva il loro effetto sul corpo umano. Indubbiamente una certa selezione nel corso della umana storia era stata fatta, forse prima con l'intuizione poi con l'esperienza. Fin dall'antichità si sapeva cos'era e cosa non era importante mangiare. Cos'era o non era dannoso. E lo sapeva meglio di tutti il contadino che gli alimenti li produceva; in città anche dotti, facoltosi, principi, re e papi, non avevano cognizioni dietetiche. Infatti molti potenti nei loro suntuosi palazzi morivano di gotta o di diabete, s'ingozzavano di alimenti ad alto potere calorico, bevevano vini ad alta gradazione perchè buoni, e i più stupidi per far vedere l'opulenza le bevande e gli alimenti li consumavano su stoviglie d'oro, un metallo che provoca fenomeni neurotossici, più del rame e dello stagno, e altrettanto quelle belle ceramiche decorate, che rilasciano piombo provocando un lente ma micidiale intossicazione (saturnismo).
Con lo sviluppo della chimica di questi anni, era chiaro che certi cibi presentavano una diversa natura chimica, e perciò potevano essere diversi nei loro effetto sul corpo umano.
C'era stata la classifiazione delle piante, degli animali, delle stelle, dei fossili, e perfino dei vermi, ma non esisteva ancora una classificazione degli alimenti.
Il primo ad effettuare questa classificazione fu William Prout (1785-1850). In un lavoro presentato nel corso di quest'anno ( 1827) divise il cibo in tre vaste classi, che ancora oggi chiamiamo "carboidrati", "grassi", e "protidi". Era l'inizio della comprensione della "dietetica". Non era questa classificazione ancora completa, essendo questa scienza molto complessa, ma rappresentò la prima tappa di un lungo cammino che oggi non è ancora del tutto terminato. (sulla "proteina" vedi anno 1838 )

____ SCIENZIATO - (vedi in fondo)
____ INDUZIONE MAGNETICA - Nichael Faraday (1791-1867) che abbiamo cià citato più volte, era un ex legatore di libri con la passione della scienza, e su quei libri che rilegava ne aveva imparata molta di scienza. Decise così di lasciare il suo lavoro e di andare a fare l'assistente dello scienziato Humphry Davy (1778-1829) e lì senza nessuna base teorica iniziò a imparare l'arte e ad applicarsi con grande impegno. Morto Davy nel 1829, l'ex rilegatore di libri passò a fare l'assistente a Joseph Henry (1797-1878) l'uomo che aveva inventato la elettrocalamita. Faraday nel 1831 dedicandosi anche lui agli esperimenti sull'elettricità, scopre il principio del trasformatore elettrico, e scopre che è possibile indurre una corrente elettrica in una spira facendo passare della corrente in un'altra spira. E' l'induzione elettromagnetica, un fenomeno dinamico; in pratica -evitando qui di fornire dettagli tecnici - Faraday ha creato: un "generatore elettrico" che produce corrente elettrica da un moto rotatorio; e la corrente elettrica che a sua volta genera un movimento rotatorio; ed infine induce la corrente a passare da un avvolgimento a un altro avvolgimento.
Fino allora la corrente era stata prodotto solo da batterie utilizzando zinco, e proprio per questo motivo la potenza elettrica era modesta oltre che costosa. Ma anche Faraday pur scoprendo che si poteva ottenere la corrente elettrica da un generatore, si rese ben conto che alla ruota per farla girare occorreva energia, e non solo muscolare, ma non essendoci altre alternative occorreva utilizzare un motore a vapore. Solo più tardi furono costruiti grossi generatori (dinamo) fatti girare dall'acqua in caduta o da pale di mulino a vento.
Il suo "maestro" Henry - studiandoci da anni - era già giunto alle stesse conclusioni del suo allievo nel 1830, ma sembra che impegnato nell'insegnamento, aveva intenzione di continuare i suoi esperimenti nelle vacanze estive del '31.
Faraday invece non aveva smesso di fare esperimenti, era arrivato alle conclusioni e le aveva rese note prendendosi tutti i meriti della scoperta. Ma sembra che Henry non se la prese più di tanto. Anzi migliorò l'idea del suo allievo creando all'interno di un avvolgimento un magnete che ruotava; cioè lo faceva muovere, e proprio dal latino "muovere" gli diede il nome "motore". Faraday e Henry entrambi avevano aperto le porte all'epoca dell'elettricità.
Sia la potenza di questo motore, sia la quantità di energia che esso poteva produrre erano piuttosto limitate. Ma ormai le premesse c'erano, e se motore vero e proprio era ancora limitato, il motore che animava gli scienziati stava invece girando e funzionando a tutto regime.
Anzi il nome "scienziato" nacque proprio in questi anni, coniato dallo studioso britannico William Whewell (1794-1866).
ANNO 1828
___ COMPOSTI ORGANICI - Fino a questa data, nonostante tante conquiste della chimica, i creazionisti avevano una caparbia certezza: solo da sostanze viventi si potevano creare molecole organiche, che la chimica non avrebbe mai fatto il "miracolo". Poi il 22 febbraio 1828, il chimico Woheler compiendo degli esperimenti sull'urea (composto organico azotato, presente nell'urina dei mammiferi come prodotto finale della demolizione delle sostanze proteiche), anche se non stava cercando di formare un composto organico, scoprì che il cianato d'ammonio che veniva considerato inorganico, poteva venir formato in laboratorio. Non era ancora la scoperta di James Watson, di Francis Crick, di Staneley Lloyd Miller e Harold Urey quando a metà Novecento cercarono di stabilire come si era sviluppata la vita organica sulla Terra partendo dalle sostanze chimiche non viventi - vedi 1972 "ingegneria genetica"), ma quella di Woheler era un annuncio clamoroso. Lui stesso uscì dal laboratorio gridando a destra e a manca "la materia è chimica , e la chimica è la vita". Oltre al "botto" immediato, provocò anche i "fuochi artificiali" in tutto il mondo accademico vitalista o non vitalista. Tuttavia da questo momento i chimici iniziarono a cercare di sintetizzare composti organici - e vi riuscirono. I baluardi del vitalismo cominciarono da quel momento a crollare.
ANNO 1829
____ CRAKER - Deriva dall'inglese "to crack" = rompere. Fu un dietologo americano - Sylverster Graham - nel 1829 a inventarsi per una colazione leggera questa piccola sfoglia di pasta croccante e leggermente salata.

____ GRISSINI - Questo piccolo bastoncino di pane croccante e frialibile senza mollica fu inventato a fine ?ottocento dai panettieri piemontesi; e infatti ne prende anche il nome "ghersa" che significa "filoncino di pane", poi diventato "ghersin", e di qui "grissin".

____ POPCORN - (deriva dall'inglese "pop-ped" = scoppiato e "corn"= grano). Soprattutto di granoturco riscaldato a fuoco vivace in un recipiente chiuso con poco olio, fino a determinare lo scoppio dei singoli chicchi. Apparvero nel 1892 confezionati da uno statunitense - Henry Perky, professione avvocato, ma appassionato di cucina. Il lancio commerciale nel 1907 fu poi merito di William Kellog, che oltre creare un'industria in questo settore iniziò a studiare e a fabbricare altri prodotti pronti per la prima colazione, fra i quali i vari cereali in fiocchi.
ANNO 1830
____ TERMOSTATO - Una forma primitiva di termostato (serve per mantenere a temperatura costante un ambiente o un liquido, e ad azionare un interruttore quando si va oltre certi limiti) fu realizzato nel XVII sec. da Cornelius Drebbel, utilizzando la contrazione dell'alcool. Ma il vero "termostato", e fu lui a dargli questo nome, lo si deve al chimico scozzese Anderw Ure. L'idea era geniale: la realizzò nel 1830, utilizzando una lamina bimetallica costituita da due metalli diversi - di solito ottone e rame - saldati l'un sull'altro. Per effetto del calore, l'ottone si dilata più del rame, sicchè la lamina s'incurva, e se messa vicina a un contatto elettrico, la pressione che esercita agisce come un interruttore; cioè interrompe il passaggio della corrente, mentre quando si contrae perchè divenuta fredda, l'interruttore libero consente nuovamente il passaggio della corrente. Quelle odierne pur conservando lo stesso principio della dilatazione, usano oggi nelle lamine altri metalli, come l' "invar" - una lega di nichel e acciaio - inoltre sono inserite in un contenitore di ottone ed è questo ad agire su quella che si chiama "valvola" (che in sostanza è un interruttore). Queste "valvole" iniziarono ad essere applicate nel 1924 nei ferri da stiro; nel 1927 negli impianti di riscaldamento; e con l'avvento dell' elettricità di massa, dagli anni '30 in poi nei più comuni elettrodomestici: forni, lavatrici, scaldabagni, bruciatori del riscaldamento centralizzato, auto, ecc. ecc.

 

FINE TABELLA 7