TABELLA I
( dall'anno 5.000.000 all'anno 3500 a. C - 178 pagine )
TABELLA II
( dall'anno 3500 al 550 a.C. - 133 pagine )
TABELLA III
( dall'anno 550 a.C. al 1180 d.C. - 137 pagine )
TABELLA IV
( dall'anno 1202 - al 1598 - 141 pagine )
TABELLA V
( dall'anno 1600 al 1737 - 180 pagine )
TABELLA VI
( dall'anno 1738 al 1795 - 152 pagine )
TABELLA VII
( dall'anno 1796 al 1830 - 149 pagine )
TABELLA VIII
( dall'anno 1830 al 1848 - 134 pagine )
TABELLA IX
( dall'anno 1850 al 1868 - 143 pagine
TABELLA X
( dall'anno 1869 al 1885 - 154 pagine )
TABELLA XI
( dall'anno 1885 al 1899 - 155 pagine )
TABELLA XII
( dall'anno 1900 al 1915 - 165 pagine )
TABELLA XIII
( dall'anno 1916 al 2004 - 285 pagine )

TABELLA 8
( dall'anno 1830 al 1848 )

PRINCIPI DI GEOLOGIA - ETA' DELLA TERRA - PARAFFINA - CAMPANELLO ELETTRICO - FIAMMIFERI - PIEZOELETTRICITA' - CRISTALLI PIEZOELETTRICI - ACCENDINO PIEZOELETTRICO - CLOROFORMIO - ELETTROLISI - DIASTASI - ENZIMA - LIEVITO - MIETITRICE MECCANICA - CELLULOSA - GHIACCIO - GHIACCIO SECCO - RIVOLTELLA - PEPSINA - STENOGRAFIA - CEMBALO SCRIVANO - STENOGRAFIA A MACCHINA - TASTIERA QWERTY - ERA GLACIALE - GRANDEZZA DELL'UNIVERSO - TEORIA CELLULARE - PROTEINA - TELEGRAFO - ALFABETO MORSE - FOTOGRAFIA DI NIEPCE - PILA A IDROGENO - BICICLO - GOMMA - GOMMA PER CANCELLARE - IMPERMEABILI - GOMMA VULCANIZZATA - GOMMA SINTETICA - GOMMA DA MASTICARE - CHEWING GUM - GOMMAGUTTA - GOMMAPIUMA- GOMMALACCA - FRANCOBOLLO - TERMOCHIMICA - OZONO - FUNE METALLICA - FUNICOLARE - FUNIVIA - MIETITRICE - TREBBIATRICI - MIETITREBBIATRICE - FOTOGRAFIA - DAGHERROTIPO - NEGATIVO FOTOGRAFICO - LASTRE FOTOGRAFICHE - OBIETTIVO FOTOGRAFICO - PELLICOLA FOTOGRAFICA - MACCHINA FOTOGRAFICA (KODAK) - MACCHINA FOTOGRAFICA (LEICA) - PELLICOLE A COLORI - OBIETTIVO ZOOM - POLAROID - FOTOGRAFIA DIGITALE - MICROFILM - FERTILIZZANTI - EFFETTO DOPPLER - MACCHIE SOLARI - FAX - MANOMETRO - TRANSATLANTICO - TELEGRAFO A RELE' - COCAINA - MORFINA - DROGHE - SASSOFONO - ROTATIVA - NITROCELLULOSA - FULMICOTONE- NEBULOSE SPIRALI - GALASSIE (KANT) - GAS PERMANENTI - ANENOMETRO - ANESTESIA - PIANETA NETTUNO - MACCHINE PER CUCIRE - CONSERVAZIONE DELL'ENERGIA . PARTO INDOLORE - NITROGLICERINA- LOGICA SIMBOLICA - ZERO ASSOLUTO - SECONDO PRINCIPIO TERMODINAMICA - SPILLA DI SICUREZZA

ANNO 1830

____ PRINCIPI DI GEOLOGIA - La geologia storica detta anche "geogenia", ha per scopo di ricostruire la storia del pianeta terrestre in ordine cronologico, dalle sue origini fino al presente. Gli avvenimenti che compongono questa storia sono le condizioni fisiche della superficie delle varie epoche, le faune e le flore che l'anno abitata ed i fenomeni dinamici esogeni o endogeni a cui è andata soggetta. Appare da questo l'importanza della geografia fisica e della dinamica terrestre. Ma tale ordinata ricostruzione è fatta con frammenti dispersi e disordinati, quali vengono forniti dalle rocce e dalle diverse formazioni geologiche. E' necessario quindi conoscere i criteri con cui quei frammenti possano riordinarsi. Inoltre trattandosi di una vasta sintesi, e quasi di un solo avvenimento generale e continuato, non si può ricomporlo se prima non si determinano le origini parziali di ciascun fatto o formazione geologica. Come un libro a caratteri enigmatici del quale rimangono le pagine sconnesse, per ricomporlo occorre non solo riordinare le pagine ma saperle decifrare. Così prima di procedere alla "storia della Terra" si deve stabilire le basi sulle quali ricomporla, quali sono 1° l'origine delle singole formazioni geologiche; 2° i criteri per definire l'età relativa. E fino a questa data non si era fatto nè una cosa nè l'altra.
Dobbiamo qui tornare al 1795 (vedi) quando era uscita dalla penna di un filosofo James HUTTON , "Theory of the Earth" che alcuni indicano come il primo comprensivo trattato che possa propriamente essere considerato una sintesi geologica invece che un opera filosofica o un esercizio di immaginazione. La sua opinione era chiamata "uniformismo", in opposizione ai "creazionisti ". Ma pur creando la vera scienza della geologia, non si occupò molto della "formazione del mondo", devoto com'era cercò di sorvolare la questione. Poi venne nel 1811 (vedi) George Cuvier. Era uno scrupoloso osservatore dei fossili, quindi delle specie viventi scomparse. Sembrava quindi sottintendere che vi era stata - come andavano affermando gli evoluzionisti - l'esistenza di alcuni animali in tempi preistorici. Lui affermava che erano importanti, interessanti, anche perchè quando scavava si rendeva conto che più scavava e più antichi erano i resti, e che non assomigliavano in nulla agli organismi moderni.
Ma era fermamente convinto del creazionismo e quindi diede una risposta singolare in un libro pubblicato nel 1812: "Ricerche sulle ossa fossili". Avanzò l'idea che non vi era stata una sola creazione, ma numerose creazioni, ognuna scomparsa a seguito di qualche catastrofe planetaria, seguita da una nuova creazione. Questa opinione fu chiamata "catastrofista", in opposizione a quella "uniformista" di Hutton ricordata all'inizio.
Hutton era scomparso da oltre trent'anni, ma aveva lasciato un un degno erede. Nel 1830 esce infatti l'opera di Charles Lyell (1797-1875), "Principi di Geologia", con le prime ipotesi-rivelazioni sulla origine dei fossili e si azzarda anche a formulare una datazione, mettendo così in discussione l'Età della Terra, la Bibbia e perfino la leggenda" del biblico Diluvio Universale (quest'ultimo per alcuni era la testimonianza di quel castigo divino, e quindi i fossili erano appunto quelli che erano stati sommersi dalle apocalittiche acque purificatrici). I tre volumi di Lyell spiegavano invece così bene l'argomento, che non solo gli studiosi ma anche la gente comune, resero popolare l'opera. Delle empiriche tesi catastrofiste di Cuvier non rimase traccia.
Ovviamente Lyell mise a rumore anche il mondo ecclesiastico che seguitava caparbiamente a sostenere (e con loro tutti gli "scienziati" cattolici o a loro servizio) che i fossili pietrificati erano scherzi della natura, e che ogni scheletro di uomo o animale non poteva datare oltre il 4004 a.C. cioè dalla Creazione Biblica del mondo, quella cioè che il teologo Lightfoot nel 1675 aveva fissato (dopo discussioni di secoli) con una sua certezza matematica: "Dio aveva creato il mondo alle ore 9 del mattino del 26 ottobre del 4004 a.C.
"

____ PARAFFINA - Derivata da una miscela di idrocarburi saturi, viene prodotta per la prima volta nel 1830 in Moravia dal tedesco Karl von Reichenbach. Verrà utilizzata da varie industrie per la produzione di candele, fiammiferi, detersivi.

____ CAMPANELLO ELETTRICO - Con l'utilizzo dell'elettricità non potevano mancare anche delle invenzioni modeste, che però ben presto diventarono di universale impiego. Una di queste fu appaunto il campanello elettrico inventato dall'americano Joseph Henry.

____ FIAMMIFERI - Come abbiamo visto all'inizio di questa storia delle invenzioni, il fuoco all'inizio era stato possibile ottenerlo tramite o l'accidentale autocombustione di sterpaglie secche o per la caduta di un fulmine. E solo conservandolo acceso lo si poteva prolungare a lungo. In seguito lo si ottenne per lo sfregamento di bastoncini di legno dolce, e forse, ancora prima di questa tecnica lo si otteneva con le scintille delle tante pietre scheggiate. La prima rimase ben presto relegata all'epoca paleolitica, mentre la seconda più pratica oltre che veloce, fu l'unica maniera per accendere un fuoco fino all'inizio del 1800. Particolari pietre focaie, come la selce piromaca (o della calcedonia) era l'unico attrezzo per accendere un fuoco. Nel 1669 i chimici scoprirono qualità infiammabili in alcune sostanze chimiche. Queste messe vicine alla scintilla di una pietra focaia si poteva ottenere una piccola fiamma da usarsi per accendere ogni tipo di fuoco. Verso la fine del '700, i chimici fra le tante sostanze ne trovarono alcune che se spalmate su un bastoncino e poi sfregate su una superficie ruvida, si incendiavano; anzi si incendiavano così facilmente che questo antenato del fiammifero non era molto raccomandato per i fini pratici. Ma poi proseguendo su questa strada, un chimico francese - Charles Sauria - nel 1831, utilizzando dei piccoli bastoncini di cartone o di legno con all'estremità una capocchia formata da una miscela di clorato di potassio, solfato di ammonio, gomma arabica
mischiate ad un altra sostanza frenante, riuscì a ottenere tramite un piccolo sfregamento l'accensione. Uno molto simile fu realizzato nello stesso anno dall'inglese John Walker utilizzando il fosforo. Lo si battezzò "fiammifero" (dal lat. flamma=fiamma, e da ferre=portare - "portatore di fiamma", ma anche "lucifero" per il fetido odore). Era sì pratico, ma quando si accendeva era decisamente tossico, soprattutto per chi lo produceva.
Un po meno tossico furono quelli realizzati con lo zolfo (chiamati "zolfanelli"), ma anche se si diffusero immediatamente, non erano pure questi sicuri. A renderli tali ci pensò uno svedese - Lorenz Pasch - nel 1855 (invensione contesa da un tedesco - Rudolf Boetterger che vantò la priorità fin dal 1851), che lanciò sul mercato gli "svedesi", con la capocchia priva di fosforo che si accende solo se sfregata su una superficie rivestita di una pasta contenente una piccola quantità di fosforo rosso (anche qui le fonti sono diverse; sembra che Boetterger, la sua invenzione la brevettò vendendola allo svedese Lundstrom, e fu lui a dare il via alla produzione).
Più tardi, , una volta scoperto gli idocarburi (benzina, gas butano ecc.) messi in piccoli contenitori, paradossalmente si è ritornati alla antica pietra focaia: la cosiddetta "pietrina" sulla quale a contatto con una rotellina zigrinata, fatta velocemente girare con un colpo di pollice, provoca una scintilla e accende la sostanza infiammabile.
Un altro sistema moderno, molto casalingo è quello che sfrutta la...

____ PIEZOELETTRICITA' (vedi sotto)
____ CRISTALLI PIEZOELETTRICI - (vedi sotto)
____ ACCENDINO PIEZOELETTRICO - Un arnese per accendere i fornelli domestici, che sfrutta la proprietà di alcuni cristalli, che si polarizzano elettricamente quando vengono deformati elasticamente. La piccola scarica elettrica ha la stessa funzione di una scintilla della pietra focaia. A scoprire la caratteristica del cristallo di quarzo (che diventarono parti essenziali di apparecchi elettronici di riproduzione del suono come i microfoni e i giradischi) fu un chimico francese nel 1880 - Pierre Curie. Si accorse che se veniva messo sotto pressione manifestava un potenziale elettrico. Se al contrario il cristallo veniva assoggettato a un potenziale elettrico si comprimeva come se fosse stato sotto pressione. Se il potenziale elettrico cambiava rapidamente, il cristallo si comprimeva e si espandeva in sincronia con il cambiamento, e la vibrazione del cristallo provocava onde sonore che oscillavano troppo rapidamente per essere udite. Curie aveva così scoperto un modo per produrre "vibrazioni ultrasoniche". (il prefisso "piezo" , preso dal greco significa "pressione".)

____ CLOROFORMIO - Fu scoperto nel corso di quest'anno (1831) dal chimico americano Samuel Guthrie. Fu impiegato pochi anni dopo nelle operazioni chirurgiche per le anestesie, ma bisognerà però giungere al 1846 per la prima anestesia con una nuova sostanza più sicura: l'etere, utilizzata dal dentista americano William T.G. Morton. Tuttavia conoscendo le esperienze americane l'anno dopo (1847) l'inglese James Y. Simpson tornò nuovamente a utilizzare il cloroformio (che era un po' più pericolose dell'etere) utilizzandolo per ridurre i dolori di una partoriente, sollevando scandalo (vedi 1847 "parto indolore")
ANNO 1832
____ ELETTROLISI - Quando Faraday - poco più che ventenne, lasciato il lavoro di rilegatore di libri - era entrato come assistente da Davy, lo scienziato stava già conducendo esperimenti di elettrochimica (Davy con il metodo dell'elettricità aveva separato diversi elementi dai minerali). Dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1829, l'allievo con ormai una certa padronanza in laboratorio, aveva portato avanti l'opera del maestro; in particolare si era applicato al suo metodo rendendolo chiaro, quando annunciò nel corso di quest'anno le sue "leggi dell'elettrolisi". Faraday chiamò "elettrolito" la soluzione in grado di condurre l'elettricità; chiamò "elettrodi" le bacchette metalliche inserite nel liquido; chiamò "anodo" l'elettrodo caricato positivamente; e chiamo "catodo" l'elettrodo caricato negativamente.
Sono ancora oggi tutti nomi attuali.

____ DIASTASI - (vedi sotto)
____ ENZIMA - (vedi sotto)
____ LIEVITO - Il lievito fin dall'antichità come abbiamo visto all'inizio del nostro percorso (Tab. 1) era conosciuto e usato, ma non sapevano esattamente cos'era. Probabilmente la prima volta alcuni microrganismi (un catalizzatore organico, vivente, ricavato dalla birra) si insinuvano nella pasta del pane, che fermentando produceva anidride carbonica, formando così minuscole bolle di gas nell'impasto. Quest'ultimo lasciato per un po' di tempo da parte prima della cottura, cioè a lievitare quanto bastava, nel cuocerlo il pane ottenuto aveva quella fraganza che ancora oggi tutti conosciamo. Essendo quello della fermentazione un processo avvenuto accidentalmente, per riprodurlo deliberatamente si mobilitarono sempre tutti i "chimici" del tempo con scarsi risultati. Il metodo più comune rimase per secoli quello di usare "quella materia serbata del dì innanzi". Cioè conservare una piccola quantità di pasta fermentata e incorporarla nell'impasto del giorno successivo.
Un chimico francese - Anselme Payen (1795-1871) che dirigeva una fabbbrica che raffinava lo zucchero dalle barbabietole, intorno a questa data (1833) volle indagare sulle proprietà chimiche di alcune piante. Nel 1833 riuscì a ottenere una sostanza separandola dall'estratto di malto. La chiamò "diastasi" (che in greco significa "separare"). Fu il primo catalizzatore organico a essere isolato dal materiale vivente, che mostrasse un'attività catalitica senza essere di per sè un organismo vivente. Da quel momento non ci fu più bisogno di "quella materia serbata del dì innanzi". Anche se non avevano ancora risolto la questione del lievito, anzi proprio la scoperta di Payen fece dubitare che non fosse vivente. Lo scoprirà sei anni più tardi Charles Cagniard, osservando al microscopio cellule di lievito vive che si riproducevano.
"Diastasi" è anche sinonimo di "amilasi", ciè l'"enzima" presente in organismi vegetali e animali che scinde l'amido in maltosio e destrine.
In seguito "diastasi" venne infatti chiamato "enzima"; e tutti gli enzimi successivi conservarono il suffisso di -asi. - Payen l'anno dopo - sempre indagando su alcune proprietà chimiche di alcune piante, fece un'altra grossa scoperta. (vedi 1834 "cellulosa").
ANNO 1834
____ MIETITRICE MECCANICA - (vedi anno 1840)

____ CELLULOSA - Dopo aver scoperto l'"enzima" o "diastasi", Payen continuò a indagare sulle proprietà chimiche di alcune piante, in particolare sul legno. E proprio dal legno nel corso di quest'anno (1834) ottenne una sostanza che certamente non era amido, ma poteva essere scomposta in unità di glucosio. Avendola ottenuta dalle pareti delle cellule (la sostanza organica fibrosa è infatti un polimero del glucosio) la chiamò "cellulosa". Inoltre conoscendo molto bene la composizione chimica dello zucchero (ricordiamo che Payen lavorava in un zuccherificio), questa sostanza entrò a far parte dei "carboidrati" (ricordiamo: tutte le sostanze che possono essere scomposte in zuccheri, sono costituiti da atomi di carbonio, idrogeno e ossigeno, con gli atomi d'idrogeno e ossigeno in rapporto di 2 a 1, come nell'acqua). Da questo momento si diffuse l'uso del suffisso - osio per indicare ogni composto della classe dei carboidrati, distinti in due gruppi, i monosaccaridi, tra cui il glucosio e il fruttosio, e i polissaccaridi, formati dall'unione di due o più molecole, tra cui il saccarosio e il lattosio.

____ GHIACCIO - Solidificando l'acqua in ghiaccio (che è una delle varie forme cristalline (5 note) dell'acqua allo stato solido) l'ingegnere statunitense Jacob Perkins con una macchina di sua invenzione ottenne per la prima volta il ghiaccio.
ANNO 1835
____ GHIACCIO SECCO - (è il nome dell'anidride carbonica solida, usata come agente refrigerante). Il chimico francese Thilorier, utilizzando il metodo di Faraday che col freddo aveva ottenuto la liquefazione dei gas, lui ottenne invece il freddo facendo evaporare i gas. Il suo primo esperimento lo fece con l'anidride carbonica liquida. Quando Thilorier la lasciava fuoriuscire facendola evaporare da uno stretto beccuccio, quella che rimaneva nel cilindro abbassava sempre di più la temperatura fino al punto di congelamento che raggiungeva i -78,5. Fu chiamato "ghiaccio secco", poichè quando cambia di stato non forma un liquido. Quando ripetè lo stesso procedimento con l'etere etilico ("etere" usato poi nell'anestesia) ottenne temperature sotto i -110°. Per la prima volta l'uomo raggiungeva una temperatura più bassa di qualsiasi altra mai registrata sul nostro pianeta, neppure in pieno inverno al polo antartico.

____ RIVOLTELLA - Intorno a questa data viene costruita la prima efficace pistola con un cilindro che teneva sei pallottole e ruotava automaticamente a ogni sparo. Fu realizzata e brevettata dallo statunitense Samuel Colt, che battezzerrà i suoi due primi modelli The peacemaker (Il paciere) e The great equalizer ("Il grande livellatore"). Due nomi molto significativi per i successivi programmi; e forse per pudore le chiameranno solo più "Colt"; ma la funzione rimase legata al secondo nome. (vedi argomento in "pistola" anno 1540).
ANNO 1836
____ PEPSINA - Se Payen aveva scoperto il primo enzima vegetale indagando sulle proprietà chimiche di alcune piante, il fisiologo tedesco Theodor Ambrose Hubert Schwann (1810-1882) indagando sui corpi viventi scopre - a soli 26 anni - nel corso di quest'anno (1836) il primo enzima animale: la "pepsina" (in greco significa "digerire) , che è un enzima del succo gastrico che avvia alla digestione delle proteine. Fino a questa data era convinzione comune che fosse l'azione dell'acido cloridrico nei succhi gastrici (scoperto da Prout nel 1823) a disgregare e a digerire il cibo nello stomaco.
ANNO 1837
____ STENOGRAFIA - L'idea di un metodo definitivo per scrivere velocemente lo si fa risalire a questa data ma ha diverse paternità; iniziò l'inglese Isaac Pitman nel 1837; lo migliorò il tedesco Franz Gabelsberger nel 1850; fissò un vero e proprio metodo l'irlandese John Gregg nel 1888, e fu lui ad aprire le prime scuole per l'insegnamento della stenografia. Ma sembra che quello di Pitman sia il più veloce: il primato è di 350 parole in 2 minuti. Quello di Gabelsberger, adattandolo all'italiano fu introdotto in Italia nel 1900 dall'insegnante Enrico Carlo Noè. In seguito altri due metodi furono quelli creati da Vincenzo Cima e da Erminio Meschini.
Ma non era una cosa nuova quella di trovare un sistema veloce di scrittura; si hanno le prime notizie nel 63 a.C. di un certo Marco Tullio Tirone, liberto romano, che usava una scrittura abbreviata per registrare i discorsi di Cicerone.

____ CEMBALO STENOGRAFO (vedi sotto)
____ STENOGRAFIA A MACCHINA - Un discorso a parte merita una singolare macchina, realizzata per scrivere non con le lettere dell'alfabeto ma con la stenografia con una velocità straordinaria. Fu realizzata da un piemontese nel 1860 - Antonio Michela nato a Corteggio nel 1815. Il geniale apparecchio assomiglia a un cembalo (non sappiamo se Ravizza seguì l'idea di Michela oppure se fu l'incontrario), o alla mezza tastiera di un pianoforte; con venti tasti fra bianchi e neri; consente di stenografare qualsiasi discorso con precisione e celerità ed in qualunque lingua. Il Senato di Torino alla viglia dell'Unità d'Italia, adottò l'apparecchio per registrare i discorsi dei deputati in aula. Continuò e continua ancora oggi ad essere usato nel Parlamento italiano, ma dell'inventore non si seppe mai più nulla, si sa solo che morì nel 1886, povero e ignorato da tutti. Ebbe la stessa sorte di Ravizza, morto l'anno prima; povero e incompreso pure lui, sconsolato di non aver potuto far comprendere i pregi della sua macchina da scrivere "il cembalo scrivano", una macchina (ne aveva costruite 16 esemplari sempre migliorandole) dove non c'era più nulla da inventare, solo da modificare qualche cosa qua e là. La realizzò l'anno dopo il giornalista americano Christopher Latham Sholes, molto simile a quella di Ravizza. Gli aggiunse la...
____ TASTIERA QWERTY .... (che è poi ancora l'attuale, compresa quella del computer - cioè le prime cinque lettere in alto a sinistra). Sholes la brevettò e vendette l'idea per 120.000 dollari alla Remington una ditta di armi, che diversificando la sua attività, inizia a produrla e la lancia sul mercato mondiale con grande successo.

____ ERA GLACIALE - Alla disputa dei sostenitori della tesi "uniformista" di Hutton (vedi 1785), contro i sostenitori della tesi "catastrofista" di Cuvier (vedi anno 1811 e 1830) si aggiunse un naturalista svizzero che da tempo studiava i ghiacciai delle Alpi - Luois Agazziz; con una sua propria opinione, respingeva quella degli altri, che sostenevano che in lontani tempi geologici i ghiacciai delle Alpi erano molto più estesi e coprivano oltre che le valli anche le pianure; la colossale morena come La Serra che va da Ivrea a Cavaglià, un muro alto seicento metri lungo 40 chilometri, era una delle tante testimonianze. Quando poi Agazziz iniziò ad approfondire, non solo si convinse anche lui, ma si spinse anche oltre, affermando che un tempo lontano nella parte settentrionale dei continenti, vaste zone erano ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio. Si recò anche in Nordamerica, qui ebbe la stessa conferma; tenne poi un ciclo di conferenze, e per la prima volta la sua ipotesi di un "era graciale" della Terra cominciò ad essere presa in considerazione. Ma questa tesi poneva un altro quesito: perchè si era formata quest'era glaciale e perchè poi era scomparsa? Indubbiamente si era verificata qualche catastrofe, e qui i conservatori furono tutti pronti a sostenere nuovamente la quasi dimenticata tesi "catastrofista", perchè la tesi "uniformista" si basava su una teoria che ogni mutamento geologico era avvenuto con molta lentezza e che anzi era ancora in corso.
La disputa continuò, ma avevano un po' ragione tutti e due, perchè oggi sappiamo che i mutamenti ci furono, ma non furono certo catastrofici come quelli sostenuti da Cuvier da porre fine alla vita. Nè che ci sono state sulla Terra diverse "creazioni". Perfino il Diluvio Universale non fu affatto universale ma locale; non vi è infatti traccia di simile cataclisma in America, in Australia, in Estremo Oriente, in Africa compreso lo stesso Egitto.
ANNO 1838
____ GRANDEZZA DELL' UNIVERSO - Fino a questa data si conoscevano in modo abbastanza preciso le distanze dei pianeti, della Luna e quella del Sole; mentre le altre stelle era quasi impossibile misurarne la distanza, gli strumenti disponibili non erano ancora in grado di poter rilevare maggiori distanze, troppo minima era la parallasse. Cionostante di astronomi di questo periodo fecero miracoli. Se lo strumento era piccolo la Terra era grande, quindi in perfetta sinergia uno partì per il Sud Africa (Thomas Henderson), l'altro lavorava in Russia (Friedrick Georg Wilhelm), un altro ancora in Germania (Friedrick Wilhelm Bessel).
Scelsero per fare i calcoli con la parallasse, le tre stelle più brillanti nel cielo, apparentemente più vicine.
Fu poi Bessel nel 1838 a pubblicare i risultati di tutti i calcoli da tre astronomi ottenuti. La stella Cigno '61 risultò trovarsi a 56,3255 quadrilioni di chilometri di distanza, tale da impiegare la sua luce 6 anni per arrivare fino alla Terra; la stella Vega risultò a 11 anni luce; Alfa Centauri che è la stella più vicina a 4, 3 anni luce.
Per i nostri non lontani antenati, tale distanza era immensa; considerando che la nostra stella Sole è a soli ca. 8,3 minuti-luce, il sistema solare si riduceva a un puntino nello spazio. (ricordiamo qui che la nostra galassia ha un diametro di circa 100.000 anni luce, e che altre stelle con i potenti telescopi di oggi le distanze sono dell'ordine di milioni di anni luce).

____ TEORIA CELLULARE - A questa data della cellula si sapeva ancora molto poco. Hooke (nel lontano 1665) scoprendo quella del sughero aveva dato il nome di "cellula" ("piccole camere"); da allora molti ricercatori avevano individuato cellule nelle piante e negli animali. Quelle delle piante contenente cellulosa erano racchiuse in "pareti cellulari"; quelle degli animali erano racchiuse in "membrane cellulari". Il botanico Brown nel 1827, osservando meglio una cellula vegetale aveva scoperto che all'interno del guscio vi era una "piccola noce" (in latino "nucleo" in seguito "nucleo cellulare" per distinguerlo dal "nucleo atomico"). Intorno a questa data (1838) il 34enne botanico tedesco Matthias Jakob Schleiden, annunciò solennemente che tutto il tessuto vegetale vivente era costituito da cellule. E altrettanto - l'anno dopo - sentenziò il giovane 28enne fisiologo tedesco Schwann riferendosi al mondo animale. Con i modesti microscopi che avevano a disposizione non potevano andare oltre, cioè vedere cosa c'era dentro la cellula. Tuttavia - riferendosi alla riproduzione - entrambi ritenevano che i nuclei fossero importanti. Mai più pensavano che la cellula racchiude quasi un intero universo.

____ PROTEINA - Nel 1827 (vedi) William Prout (1785-1850) volendo dare per la prima volta una classificazione al cibo, lo divise in tre vaste classi, che ancora oggi chiamiamo "carboidrati", "grassi", e "protidi"; ma riguardo ai "protidi" non è che si sapesse cos'erano effettivamente. Dieci anni dopo (1838) lavorando alla struttura chimica che sembrava consistere di molecole più complesse di quelle dei carboidrati e grassi, fu il chimico olandese Gerardus Johannes Murder (1802-1880) a dare definitivamente il nome al blocco costitutivo che gli sembrava la base delle primaria importanza per il tessuto vivente: chiamandolo col nome "proteina" (un termine greco che significa "primo").
Complesse lo erano veramente, tuttavia Murder lavorando su molecole di sostanze albuminose, diede un particolare contributo alla conoscenza della "proteina".
La "proteina" è ancora oggi il nome di un gran numero di sostanze organiche, dette anche protidi", formate da catene di amminoacidi uniti tra loro. Svolgono un ruolo fondamentale per la struttura e le funzioni delle cellule e costituiscono le entità molecolari attraverso le quali viene espressa l'informazione genetica. Tutte le proteine contengono carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, molte anche lo zolfo e alcune il fosforo, lo zinco, il ferro, il rame. Molti enzimi, ormoni, vitamine, sono proteine. I vegetali si costruiscono le loro proteine partendo da sostanze inorganiche (nitrati, acqua, anidride carbonica), gli animali scomponendo mediante la digestione le proteine del cibo in amminoacidi, questi successivamente vengono trasformati nelle proteine necessarie all'organismo.
____ TELEGRAFO - Sarebbe lungo riportare alcuni sistemi primitivi telegrafici, questi non rappresentano altro che un ricordo puramente storico. Gli ultimi di inizio '800, erano tutti impostati su sistemi visivi a distanza che usavano 196 figure l'una distinta dall'altra, mediante le quali si possono segnalare in lontananza tramite stazioni intermedie ("celle" ripetitrici come gli odierni cellulari, soltanto che le "celle" erano umane) non soltanto cifre e lettere ma anche alcune frasi. E fra questi antichi sistemi un "telegrafo" italiano che porta il nome del suo inventore "Claudio Chiappe"; intorno a Parigi nel 1793 vi erano 22 di queste stazioni. Un "telegramma" poteva giungere da Parigi a Lilla in 2 minuti, da Parigi a Tolone in 14 minuti, a Strasburgo in 6 minuti. Altre stazioni sorsero in Inghilterra nel 1796, in Svezia nel 1795, in Danimarca nel 1802, in Germania nel 1798, in Austria nel 1835, in Russia nel 1839, e perfino nelle Indie Orientali ed in Turchia.
L'invenzione della telegrafia elettrica segna un nuovo periodo della storia del progresso umano. Per il mondo dell'informazione si apre l'era delle notizie trasmesse in "tempo reale". La velocità con cui si trasmette - quasi istantaneamente- con l'elettricità da un luogo all'altro, fece sorgere nella mente l'idea di poterla utilizzare nelle trasmissioni. Di progetti ne nacquero tanti, con l'elettricità per strofinamento, con il galvanismo, ed infine con l'elettromagnetismo. Quest'ultimo servì come principio di base all'americano ex pittore Samuel Morse (1791-1872) per la costruzione della "telegrafia elettrica" concepita già da alcuni anni; ma pochi si interessarono alla sua invenzione. Solo nel 1838 alcuni suoi "amici" politici spinsero il Congresso a interessarsi alla sua invenzione riuscendo a fargli ottenere un finanziamento per la realizzazione di una linea a Washington.
Più che amici erano interessati allo sfruttamento dell'invenzione e non all' inventore; infatti Morse era stato messo sotto accusa da un altro inventore che voleva far valere il proprio diritto di priorità. Costui era Joseph Henry, l'uomo che aveva scoperto l'unità di induttanza. I suoi studi sulle elettrocalamite lo avevano portato alla scoperta del dispositivo oggi chiamato relè. Eseguì esperimenti sui comandi a distanza ed installò un vero e proprio telegrafo sperimentale all'Università di Princeton. Non chiese però mai alcun brevetto, infatti il brevetto del telegrafo fu chiesto da Samuel Morse. A quel punto anche Henry, forse spinto da qualcuno (anche questi interessati allo sfruttamento della stupenda invenzione) volle far valere i propri diritti: inutilmente. Quando gli fu chiesto perchè non avesse lui brevettato il telegrafo, visto che lo aveva inventato molto prima, rispose di "non ritenere compatibile con la dignità della scienza attribuire ad un solo individuo i benefici che da essa derivano". Una persona forse troppo "candida" ? Ma come sarebbe davvero felice una umanità che fosse costituita da sole persone candide come Henry !
Henry inoltre aveva inventato nel 1835 il "relè", e Morse se non li avesse avuti a disposizione, impiegandolo nel 1844, il suo segnale su lunghe distanze sarebbe svanito sui fili. In altre parole un segnale elettrico può percorrere qualsiasi distanza purchè ci sia un numero sufficienti di relè (che sono degli interruttori o commutatori comandati elettricamente che permettono l'apertura e la chiusura di un circuito). Nel momento in cui un segnale elettrico si indebolisce ma ha sufficiente forza da produrre una forte attrazione elettromagnetica, scatta il relè che rinforza il segnale fino al prossimo punto di indebolimento dove trova un altro relè, così per il terzo, quarto, e così via.


____ ALFABETO MORSE - L'idea di un alfabeto per il suo telegrafo venne allo stesso inventore delle trasmissioni telegrafiche ottenute tramite l'elettricità, l'americano Samuel Morse . Dopo aver definito per ogni lettera dell'alfabeto un corrispondente impulso (segnale) corto o lungo (punto o linea), l'emissione di una sequenza di questi segnali costruiscono una parola o una e più frasi. Il primo messaggio fu effettuato con la trasmissione da Washington a Baltimora il 24 maggio del 1844 e provocò un enorme interesse, in prima linea giornali, ambienti militari, marittimi. Famosa in quest'ultima è la sequenza del S.O.S., che corrisponde all'emissione di tre punti (la lettera S) e di tre linee (la lettera O), e corrisponde alla frase inglese Save Our Souls (salvate le nostre anime) che nell'uso internazionale non solo marittimo significa "chiamata di soccorso". E a proposito di marina, prima ancora dell'invenzione del telefono furono installati i primi cavi sottomarini per i collegamenti telegrafici. Del 1851 è il primo collegamento di Inghilterra-Francia con un cavo sottomarino posato nel fondo del Canale della Manica, da Dover a Cap Gris Nez. Non fu facile invece l'ardita impresa di posare un cavo nell'oceano Atlantico per collegare l'Europa all'America. L'idea era già nata nel 1843; la prima posa iniziò nel 1856, ma fra rotture più volte del cavo e imprevisti vari il collegamento fu ultimato il 27 luglio del 1866.
Nel 1872 l'americano J. B. Stearns, scoprì che nello stesso filo si poteva trasmettere contemporaneamente messaggi nelle due opposte direzioni; la singolare scoperta la brevettò pure come "telegrafia bidirezionale" , ma il Francese Jean Maurice Emile Baudot, nello stesso anno aveva scoperto qualcosa di meglio: la "telegrafia multipla", cioè sullo stesso cavo si potevano trasmettere più messaggi contemporaneamente (che scoprirono più tardi anche quelli che inventarono poi il telefono).
Una curiosità: il sistema telegrafico di Morse ha resistito ed è rimasto in funzione negli Usa per 149 anni, fino al recentissimo 10 agosto 1993.
ANNO 1839
____ FOTOGRAFIA DI NIEPCE - Molti chimici, cercarono con tutti i mezzi di riuscire ad ottenere una sostanza che si alterasse se esposta alla luce già. Una già da qualche anno la si conosceva, ed era il bitume della Giudea. Con questo il fisico francese Joseph Necephore Niepce ottenne alla fine del 1827, delle discrete immagini servendosi di lastre sensibili cosparse di bitume di Giudea. Conosciuto quest'anno (1839) un artista che era anche lui appassionato dell'arte della "camera oscura" e stava facendo le medesime ricerche ....(prosegui l'argomento nell' anno 1841 )

____ PILA A IDROGENO - Fino a questa data la pila di Volta (vedi anno 1800) aveva fatto molti progressi, soprattuto con quella realizzata da un chimico e che porta il suo nome "Pila di Daniel" . Ma tutte bruciavano dei metalli (zinco, rame ecc.) e i metalli erano piuttosto costosi. Nessuno aveva ancora provato o tentato di utilizzare dei gas. In anticipo di centocinquant'anni, l'idea venne a un fisico britannico - William Robert Grove (1811-1896). Utilizzando idrogeno e ossigeno ideò una pila che produceva elettricità combinandosi all'interno dell'acqua. Era rivoluzionaria, eppure non ebbe la dovuta attenzione, nè allora, nè nel corso di questi ultimi anni pur essendo oltre la soglia dell'anno 2000. Vi è in giro attualmente non proprio una pila ma un motore a idrogeno, ma sembra che anche quest'ultimo - pur non inquinando - non è visto bene dai petrolieri né dai governi che dal petrolio ricavano le accidie. Lascio al lettore riflettere perchè vi siano così tanti ostacoli; e altrettanto ostacoli nella produzione di energie alternative, come il "fotovoltaico", l' eolica" ecc. (vedi anno 1954)

____ BICICLO - Inspiegabilmente dopo venta'anni si abbandona la linea della "draisina" (che era già slanciata come quella attuale) (vedi 1818) e viene realizzata da un fabbro inglese - Kirkpatrick Macmillan - una goffa bicicletta che ha sì due ruote ma quella anteriore si presenta molto più grande di quella posteriore; ma ha il vantaggio che ha una pedaliera sul mozzo della prima ruota, dove è posto pure un seggiolino. Un'altra molto simile fu quella realizzata dal francese Michaux
Essendo queste piuttosto goffe oltre che poco pratiche, l'evoluzione del "biciclo" avviene sulla classica "draisina" di aspetto più gradevole. Nel 1868 due meccanici Guilmet e Mayer lavorano su quel modello, mettono la pedaliera al centro fra le due ruote e con la trasmissione a catena fanno girare il mozzo della ruota posteriore con un ingranaggio fissato sullo stesso mozzo; nel 1869 Surinay la migliora aggiungendo i cuscinetti a sfere all'interno del mozzo di entrambe le due ruote; ed infine Dunlop (che di mestiere fa il veterinario) per eliminare i fastidiosi contraccolpi delle ruote di gomma piene di questa nuova specie di "draisina" regalata al figlio, studia la situazione, poi il 7 dicembre 1888 (vedi anno 1888 - "PNEUMATICO"), sperimenta la sua idea: una camera d'aria al posto delle rigide gomme piene; nasce così il pneumatico. Dunlop vista la sorprendente scorrevolezza che la sua invenzione procura alla bicicletta, propone ad una squadra di ciclisti inglesi che stavano preparandosi ad una gara, di montare le "sue gomme". Ovvio dire che la squadra vinse la gara, il pneumatico  ebbe un successo strepitoso, ed altrettanto é ovvio che Dunlop non si dedicò più alla veterinaria, ma a costruire stabilimenti per fabbricare pneumatici di ogni genere.
ANNO 1840
____ GOMMA - Colombo e i suoi uomini nel secondo viaggio, quando sbarcarono nell'isola di Haiti, trovarono gli abitanti che giocavano con strane palle che rimbalzavano.
Più tardi gli Spagnoli di Crtes in Messico notarono che gli abitanti calzavano una specie di sandalo che aveva una suola fatta di una sostanza morbida, elastica, che gli indigeni ricavavano da una specie di resina da una pianta, chiamata Hevea Brasiliensis. Una pianta quasi simile era già conosciuta nell'antichità. In India nel 2000 a.C. col nome di "lacca", in Egitto col nome di "Kuma" o "Komè", in greco divenne Kommi, in latino Gummi, in italiano Gomma. Erano tutte resine quasi simili, e quella scoperta in america per similitudine prese poi questo nome.
Questa resina lattiginosa (chiamata "lattice") coagulandosi fornisce un materiale (inizialmente chiamato "caucciù" da Cautchouc) per vari usi. Ma sia Colombo come pure trent'anni dopo gli spagnoli, non gli prestarono molta attenzione. Ad interessarsi più tardi fu un francese, Condamine, che reduce da un viaggio in Amazzonia nel 1735, descrisse al suo governo le proprietà di questa sostanza, insieme ad alcuni oggetti fabbricati dagli indigeni. Ma anche a lui non gli prestarono molta attenzione. Furono poi gli inglesi a scoprirne alcune proprietà. Un certo John Prietsley (altri affermano essere Nairn) nel 1770, realizzò la prima ...

____ GOMMA PER CANCELLARE - Era molto utile, perché allora (in alternativa all'inchiosto) si scriveva con bastoncini di grafite (la matita non era ancora stata inventata - lo sarà nel 1795). Quel piccolo attrezzo la chiamò "rubber" dall'inglese "to rub" che significa "sfregare", "cancellare"; curiosamente in inglese l'ancora sconosciuta gomma prese proprio il nome di "rubber". Ma era poca cosa quel piccolo oggetto in confronto alla potenzialità di impiego che aveva questo lattice. Fu poi un chimico scozzese a scoprirne un'altra di queste proprietà - Charles Macintosh nel 1823, sciogliendo il "caucciù" in un soluzione di trementina, trattò con il liquido ottenuto alcuni tessuti, rendendoli impemeabili. (in seguito contese anche il brevetto della vulcanizzazione - vedi più avanti). Fu infatti il primo a confezionare dei veri e propri ....

____ IMPERMEABILI , mantelline, teli, stivali, suole per scarpe, palle per giocare, ecc. Con questi e altri prodotti il lattice iniziò ad essere molto richiesto, e ben presto gli inglesi misero gli occhi sulle piantagioni in Brasile dove la pianta Hevea allora era molto diffusa. In quegli anni stava decollando la bicicletta con le ruote ricoperte di lattice, ancora piena, poi Dunlop nel 1880 si era inventato la "camera d'aria" , cioè il "pneumatico" ( vedi anno 1888 ); dell'invenzione se ne avvantaggiarono subito le prime automobili, e la domanda di lattice si fece improvvisamente molto sostenuta. Il Brasile che aveva cominciato un lucroso export, temendo che qualcuno si impossessasse dei semi mise una rigorosa sorveglianza. Cionostante un inglese - un certo Wickham- riuscì ad impossessarsi di 70.000 semi e portarli in patria. I tentativi di ottenere piante di lattice gli inglesi li fecero primi in patria, poi tentarono nei loro domini in Asia, infine riuscirono a far germogliare i semi, far crescere la pianta e raccogliere il lattice (dopo sette anni - tanto impiega la pianta prima di essere produttiva - una media di circa 3 chili all'anno per ogni pianta) in Malaysia che presto diventò il secondo paese produttore di lattice al mondo; più tardi il primo.

____ GOMMA VULCANIZZATA - Prima ancora che Dunlop inventasse il pneumatico, la gomma era già in commercio, perfino vulcanizzata, cioè resa dura alle varie temperature di impiego. A inventare il procedimento nel corso di quest'anno (1840) fu un venditore di ferramenta statunitense Charles Goodyear (1800-1860). Vendendo vari oggetti in caucciù, aveva notato che d'inverno la sostanza induriva, mentre d'estate diventando molle deformava quasi tutti gli oggetti. Per venti anni il suo pensiero fisso era come rendere il caucciù stabile, cioè flessibile in inverno e rigido in estate. Fu il caso a venirgli in soccorso. Cadutogli un oggetto in caucciù vicino al focolare, il calore del fuoco prima lo sciolse lentamente, poi nel raffreddarsi il caucciù era molto consistente pur conservando la sua elasticità. E, cosa strana, sottoposta nuovamente al calore, la consistenza rimaneva immutata; e se esposta al freddo conservava ancora la sua elasticità, cioè non induriva. Con diversi esperimenti a varie temperature, mischiando il lattice con diverse sostanze (in particolare lo zolfo) trovò la temperatura ideale per fonderla senza bruciarla, e fluida abbastanza per fargli assumere, lentamente con il calore - se messa dentro uno stampo- la forma desiderata. Il processo di vulcanizzazione della gomma era stato inventato ! Goodyear andò subito a brevettarlo. Macintosh - quello dell'impermeabile - che aveva fatto anche lui moltissimi esperimenti- avanzò la pretesa di aver lui inventato il processo. Ma la spuntò il primo, che in breve tempo, costruì uno stabilimento per produrre oggetti di "gomma" ( e fra questi le prime scarpe di gomma, simili a quelle oggi da tennis). Ma era solo l'inizio. Stava decollando la motorizzazione, i cavi sottomarini del telegrafo; la domanda si fece altissima. Goodyear e più tardi Dunlop, diventarono presto miliardari, con stabilimenti in tutto il mondo.
(Ma per la gomma rivelatasi "affare del secolo" QUANTO SANGUE ! vedi )
Ma anche i due fratelli Michelin nel 1895 avevano dimostrato, gareggiando nella corsa Parigi-Bordeaux-Parigi con una Panhard dotata per la prima volta di "pneumatici", che quegli strani tubi di gomma, fino a quel momento usati da Dunlop per le biciclette, erano ben in grado di sopportare il peso di un autoveicolo, migliorandone anzi le prestazioni.
A questo punto, con la forte domanda, gli stabilimenti se volevano produrre avevano bisogno di materia prima: il lattice. E questo nonostante le grandi piantagioni che nel frattempo erano nate (pari a 300 milioni di alberi) non riuscivano a soddisfare la domanda. Entrarono allora in scena i chimici di tutti i paesi industriali, cercando di realizzare una ....

____ GOMMA SINTETICA - ... ci riuscirono nel 1923 due chimici Russi - Ostro Nisleskij e Maksimov- e più tardi nel 1931 gli Stati Uniti con Wallace Hume Carothers. I primi ottennero il sovprene, i secondi il neoprene. Più tardi i tedeshi la buna. Termini indicanti polimeri e capolimeri di varia natura chimica. Tutti questi non erano prodotti uguali alla gomma naturale, bensì prodotti chimicamente molto simile e con proprietà quasi analoghe. Ma una soluzione di compromesso fu quella di miscelare i prodotti sintetici con quelli naturali, a seconda dei prodotti da fabbricare.

____ GOMMA DA MASTICARE - L'Idea venne a uno statunitense, John Curtis. Fra le tante piante di lattice, non vi era solo la Hevea Brasiliensis; ne esistevano altre con un lattice migliore. Alcuni nel masticarli avevano sapori diversi, certi erano sgradevoli altri quasi neutri. Uno di questi ultimi era il lattice della "Acras sapota" che cresce nell'America centrale. John Curtis inserendo degli aromi realizzò la cosiddetta "gomma americana", o....
____ CHEWING GUM .... (to chew= masticare, gum=gomma). In seguito si dimostrò migliore un tipo di lattice ricavato da una pianta araba, la "acacia", anche questa conosciuta fin dall'antichità. Gli attuali "Chewing-gum" sono confezionati appunto con la "gomma arabica".

____ GOMMAGUTTA - Come la precedente la si ricava dal lattice di diverse specie di piante tropicali. E' commestibile e viene usata insieme a piccole quantità di olio essenziale in medicina, come diuretico ed emostatico. Impiegata anche nelle vernici come colorante. E' di antiche origini.

____ GOMMAPIUMA - Con il processo della vulcanizzazione si ottiene questo prodotto commerciale brevettato nel 1929 da due ricercatori della Dunlop -Murphy e Chapman- incorporando nella gomma allo stato schiumogeno aria o altri prodotti atti a sviluppare gas. Se ne ricava un tipo particolare di gomma espansa soffice e leggera che viene utilizzata per imbottiture, cuscini, materassi, imballaggi.

____ GOMMALACCA - La sostanza non ha nulla a che vedere con il lattice delle piante; è una polvere resinosa di colore rosso fornita dai semi di certe piante leguminose, utilizzata per produrre appretto (lacca per capelli), vernici, isolante elettrico. Il suo uso sembra molto antico, l'etimo proviene dalla Persia-Arabia "lak", e si avvicina alla radice "Raksha" ("Colorirsi, arrossarsi") pertanto non vi è un vero e proprio scopritore nè tantomeno inventore.
____ FRANCOBOLLO - La sua nascita fu molto laboriosa, con molte polemiche, di chi fino allora - i soliti privilegiati- non avevano mai pagato nulla per far pervenire la propria posta ai destinatari. (vale la pena di leggersi la storia del recapito corrispondenza in queste altre pagine) . Nacque per merito di Rowland Hill, in Inghilterra con la grande Riforma postale. La prima tariffa uniforme per tutto il Regno, in vigore dal 5 dicembre 1839 fu di 4 pence ogni mezza oncia (15 grammi). Il successo fu tale che già il 10 gennaio 1840 fu ridotta a un penny, come volevano ormai tutti.
Il primo francobollo del mondo è di colore seppia scuro, ha un valore nominale da un penny, reca il profilo della regina Vittoria ed è universalmente conosciuto come "Penny black" (nell'immagine di apertura) Qualcuno fece subito dell'ironia sui francobolli, illustrati con l'effigie della Regina Vittoria: per incollarli occorreva infatti leccare Sua Maestà sul di dietro! Ne venne così ideato uno speciale «a ferro di cavallo» in modo che la timbratura non insozzasse la sacra effigie di Sua Maestà riprodotta nel francobollo.
In Italia quasi tutti gli staterelli che allora si dividevano la penisola introdussero francobolli e tariffe uniformi tra il 1850 e il 1852: il 1º giugno 1850 il Regno Lombardo-Veneto, in contemporanea con l'Austria-Ungheria, il 1º gennaio 1851 il Regno di Sardegna e il 1º aprile seguente il Granducato di Toscana, il 1º gennaio 1852 lo Stato della Chiesa e il 1º giugno dello stesso anno i ducati di Parma e di Modena. Nel Regno delle due Sicilie le novità postali arrivarono solo molto più tardi; il 1º gennaio 1858 nei domini «di qua dal faro» (Campania, Abruzzo, Puglie, Calabria e Basilicata) e un anno dopo, in Sicilia.

____ TERMOCHIMICA - Da Lavosier in poi molti ricercatori si erano dedicati allo studio della combustione e del calore sviluppato nelle reazioni chimiche, ma pochi erano giunti a risultati apprezzabili. Del meccanismo "scambio-calore" nelle reazioni chimiche poco si sapeva. Ad interessarsi al problema con la massima attenzione su un'ampia varietà di rezioni chimiche fu un chimico russo - Germain Henry Hess. Nel corso di quest'anno (1840) pubblicò i suoi risultati e annunciò quella che è oggi conosciuta come la "Legge di Hess". Che è alla base della scienza della "termochimica", ramo della chimica fisica che studia gli scambi di calore che accompagnano le reazioni chimiche. Una reazione che produce calore si dice "esotermica"; una che assorbe calore "endotermica". In parole semplici: la quantità di calore sviluppata (o assorbita) nel passaggio dalla sostanza A alla sostanza B è sempre costante, indipendentemente dal numero degli stadi in cui è provocato il cambiamento.
Hess diede così una dimostrazione che le leggi della termodinamica potevano essere universali; leggi applicate sia alle macchine termiche, sia alle reazioni chimiche.

____ OZONO - La scoperta di questo gas la si deve a un chimico tedesco - Christian Friedrich Schonbein (1799-1868) - scoprendolo causualmente. Lavorando in un laboratorio non ventilato ma saturo di elettricità dovuta alle apparecchiature, l'ambiente iniziò ad avere uno strano odore; indagando a fondo scoprì trattarsi di un gas che chiamò "odore" ma con il termine greco "ozono". Non andò oltre, e solo più tardi un fisico irlandese lo identificò come una forma di ossigeno. Infatti l'"ozono" è una forma ollotropica (che si presenta in diverse forme) dell'ossigeno. Si trova nell'aria in quantità minima (0,02 mg per metro cubo); si forma per azioni di scariche elettriche (classico l'odore dopo un temporale) e di raggi ultravioletti, che convertono le molecole biatomiche di ossigeno in quelle triatomiche di ozono intorno ai 25 chilometri sal suolo è concentrato uno strato di ozono che assorbe i raggi ultravilotti e costituisce un vero schermo protettivo (ozonosfera).
La diminuzione della quantita di ozono nell'atmosfera, riscontrata negli ultimi anni del nostro secolo (1987) e che sembra legata alle attività umane che liberano nell'aria ossidi di azoto e cloro-fluoro-carburi (normalmente contenuti nelle bombolette spray, ma anche nelle apparecchiature della refigerazione e condizionamento dove viene utilizzato il freon. E' il tanto discusso (ma senza risultati) "buco nell'ozono" che ha fatto scattare l'allarme ambientale.

____ FUNE METALLICA - L'idea di fare delle funi, chiamate anche corde (dal greco kar - avvolgere) risale agli uomini di ogni civiltà antica. Usando arbusti sottili o fibre vegetali, facevano delle trecce di fili, poi attorcigliati realizzavano lunghissime corde di spessore vario. Con la stessa tecnica ma usando sottile fili d'acciaio, l'americano John Roebing nel 1840 realizza una fune metallica, molto fressibile e resistente che permise di realizzare la prima ....

____ FUNICOLARE ... Le prime indubbiamente furono realizzate per agevolare il movimento o il trasporto di materiale vario su per erte di forte pendenza. L'idea di farne una per trasportare anche persone in luoghi interessanti ma ai più inaccessibili, venne a un geniale napoletano il cui nome è sconosciuto. Utilizzò prima due cavi in acciaio portanti per sostenere due cabine, poi un cavo per la trazione della 1a cabina, e uno per il rilascio della 2a cabina, fornendo rispettivamente il moto alterno di salita-discesa. La prima funicolare fu installata sul Vesuvio nel 1890. Si chiamò funicolare, perchè il diminutivo di fune in napoletano è funicola. Ne nacquero altre (sempre su forti pendenze) appoggiate su rotaie a "cremagliera" (una rotaia centrale dentellata sulla quale si muove un a ruota dentata della cabina passeggeri -realizzata da uno svizzero nel 1862 - Niklaus Riggembach) che impropriamente seguitano a chiamarsi "funicolare" perchè alcune non hanno del tutto abbandonato la fune, anche se funzionano con un motore elettrico. Ne esistono ancora oggi in Italia, quella che sale al Piazzo a Biella e quella che sale a Genova alla Madonna della Guardia. Più tardi quelle veramente sospese a un cavo teso fra due stazioni si chiamarono ...

____ FUNIVIA .... con le stesse caratteristiche di quella napoletana, con le due funi portanti e due cabine (o anche più cabine), però senza un binario al suolo, ma sospese. La prima con questo nome fu installata nel 1907 sui Pirenei, a San Sebastiano. Ne fu inaugurata un'altra nel 1908 in Svizzera, a Wetterhom. L'anno dopo in Alto Adige, a Lana con salita al monte San Vigilio. Nel dopoguerra vi erano già a Cervina i primi tronconi di funivia per salire al Plateou Rosà; pochi anni dopo quella che attraverso il massiccio del Monte Bianco, salendo a oltre 4000 m. che collega l'Italia e la Francia.
Seguendo sempre il principio delle due funi, dagli anni '50 in poi, con la diffusione dello sporto dello sci, sono poi stati realizzati nei maggiori centri turistici di montagna, anche i numerosi skilift, le cabinovie, le ovovie, le seggiovie.
____ MIETITRICE - Tramonta il falcetto e la falce, l'americano Cyrus Mc Cormick nel 1840 realizza una macchina con un sistema di lame, capace di eseguire il taglio dei culmi delle graminacee (frumento ma anche erba per fieno). Ma non era questa una novità, in Francia fin dal I secolo d.C., i contadini usavano un carro con alte ruote, che dietro montava delle lame che tagliava la spiga, la sollevava e la faceva ricadere dentro il carro.
In seguito con l'avvento dei potenti motori a combustione interna, sfruttando in parte la vecchia e la nuova precedente idea, viene migliorata la mietitrice e compare anche la...

____ TREBBIATRICE (vedi sotto)
____ MIETITREBBIATRICE ... che in una sola operazione miete e trebbia il grano. A realizzarla è ancora l'americano Cyrus Mc Cormick nel 1885, utilizzandola nelle grandi piantagioni di grano in Virginia.
ANNO 1841

____ FOTOGRAFIA - La storia della fotografia è la storia del graduale perfezionamento tanto del processo inteso a ottenere l'immagine nella "camera oscura", quanto quello inteso a fissare fotochimicamente questa immagine. Lo sviluppo dei due procedimenti non è stato parallelo, e quello della camera oscura ha preceduto di moltissimi anni quello del materiale sensibile, la cosiddetta "pellicola" che ora con l'avvento della ripresa digitale, all'inizio del nuovo millennio sta avviandosi al tramonto.
Partiamo dall'inizio della sua storia. La prima descrizione di una "camera oscura" ha quasi mille anni, e risale ad Alhazen di Basra (965-1038), studioso di ottica nel Medio Evo, che la impiegò per osservare l'immagine del Sole durante l'eclisse. Ne fanno poi un accenno Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci, ma una buona descrizione fu quella di Giovanni Battista della Porta nel suo libro IV Magiae naturalis (1553). Sul principio dell'immagine riflessa all'interno della "camera" tramite un foro sulla medesima, nel 1568 Daniello Barbaro a una grossa "scatola" applicò una lente, ottenendo immagini più nitide proiettate su uno schermo posto all'interno. Seguendo questa idea ne furono realizzate diversi modelli che con un sistema di riflessione permettevano di eseguire disegni su un foglio di carta posizionato su un piano di vetro trasparente. Da quel momento molti chimici, inventori, cercarono con tutti i mezzi di riuscire ad ottenere una vera e propria copia su una lastra cosparsa di sostanze sensibili all'azione della luce; di alcuni di queste sostanze che si alteravano se esposte alla luce già si conoscevano, come il bitume della Giudea, ma una in particolare era forse la ideale soluzione: i sali d'argento che il chimico Heinrich Schultze nel 1727 aveva scoperto che si alteravano se esposti all'azione della luce. Ma ci vollero molti anni prima che si mettesse in atto un buon procedimento. Lo realizzò nel 1813 il fisico francese Joseph Necephore Niepce che ottenne alla fine del 1827, delle discrete immagini servendosi di lastre sensibili cosparse di bitume di Giudea. Conosciuto un artista che era anche lui appassionato dell'arte della "camera oscura" e stava facendo le medesime ricerche, Niepce costituì con lui una società con l'intento di unire gli sforzi per giungere a dei buoni risultati. Il socio era Louis Jacques Mandè Daguerre, che era sì un suo rivale, ma deluso dagli insuccessi pensò che gli conveniva collaborare. Pochi anni dopo - nel 1833 - morto Niepce, alla società subentrò il figlio Isidore. Daguerre quasi da solo era andato molto avanti nella ricerca, abbandonando il bitume di Giudea usato da Niepce.
Lavorando invece su sali d'argento e con una soluzione di iposolfito di sodio, dopo tanti tentativi, Daguerre nel 1837 coronava il sogno nel veder realizzata la sua idea: inventò la "luce scrittura", cioè la "foto-grafia" . Malgrado fossero immagini molto nitide, avevano però un inconventiente ed era che queste "fotografie" si potevano ottenere in un unico esemplare. In suo onore il prodotto ottenuto fu chiamato....

____ DAGHERROTIPO ...e il procedimento prese ilnome "dagherrotipia". Era sì nata la fotografia nella sua essenza, ma era un oggetto di pochi, inoltre era un unico esemplare, come un quadro di un grande artista.

____ NEGATIVO FOTOGRAFICO - Ad offrire la possibilità di poter ottenere da un "dagherrotipo" un gran numero di stampe, fu un inventore inglese: William Henry Fox Talbot. Nel 1841 brevettò un procedimento molto semplice, banale, ma ingegnoso. Invece di usare un supporto, come le lastre di rame o di peltro, come si era fatto fino allora, spalmò la sostanza su una lastra di vetro, ottenendo sì l'immagine come il "dagherrotipo", ma rivoltando il vetro questo presentava una faccia in negativo. Usandolo su carta sensibilizzata, il vetro, che assumeva ora la funzione di matrice, lo si poteva usare più volte, stampando così una copia dopo l'altra ... in positivo. Era nata la fotografia ! Nel 1844 usciva un libro già illustrato con fotografie.
Altri affermano che a inventare la lastra di vetro, spalmata con collodio e sali d'argento, fu lo scultore inglese F. Scott Archer .
Per impressionare queste lastre (piuttosto grandi - circa 25x25), si usava un camera oscura, dotata di alcune lenti che convergevano sulla superfice sensibilizzata delle lastre l'immagine fotografata.

____ LASTRE PER FOTOGRAFIA - Le lastre usate, avendo una soluzione morbida spalmata sulla superficie, erano poco maneggevoli e da usarsi con delicatezza per non rovinare l'immagine ottenuata. A idearne una con una emulsione secca fu un chimico inglese, Joseph Wilson Swan, che con sorpresa essiccando l'emulsione scoprì che il calore aumentava la sensibilità della stessa. Con il risultato che i tempi di esposizione venivano ridotti a pochissimi secondi, e perfino a frazioni di secondi; non era più necessario stare impalati davanti agli obiettivi per evitare una immagine mossa, inoltre si potevano riprendere anche oggetti in movimento.


____ OBIETTIVO FOTOGRAFICO - Nel 1878 un tedesco di Jena, Karl Zeizz, abile artigiano nella costruzione di lenti, realizza con le stesse un efficiente obiettivo che elimina non solo alcune distorsioni, ma sono così perfette nel convergere l'immagine da fotografare che le lastre e la stessa macchina fotografica possono essere ridotte di molto nella loro dimensione. Il fastido resta sempre quello di dover caricare la macchina con le lastre.

____ PELLICOLA FOTOGRAFICA - Nel 1888 avviene la più grande svolta nella fotografia! La celluloide era ormai a disposizione da vent'anni, fin dal 1869 inventata da John Wesley Hyatt, e ven'era di tutti i tipi, come spessore e come trasparenza ormai simile al vetro. L'idea di utilizzarla come supporto per farne delle "lastre emulsionate" venne all'americano George Eastman (1854-1932). Risultata all'esperimento pratica, essendo la celluloide flessibile, l'idea di arrotolarla fece capolino nel cervello di Eastman. E se si poteva arrotolare, anche la....

____ MACCHINA FOTOGRAFICA (KODAK) ...poteva essere ridotta di dimensione, e allora perchè -si chiese Eastman- non realizzare contemporaneamente anche la macchina? Pensato e fatto, ecco nascere una scatoletta parallelopipeda nera con davanti un obiettivo e all'interno sul retro due rullini che svolgevano e riavvolgevano un rotolino di pellicola emulsionata. Realizzata l'una e l'altra invenzione, convinto che entrambe avrebbero avuto un grande successo, fondò una società per la produzione della pellicola e della macchina fotografica, dandogli un nome facile da ricordare: Kodak. Il successo ottenuto a livello planetario non abbiamo qui bisogno di ricordarlo; dopo cinque generazioni il marchio Kodak è tuttora universale.
La macchina fu perfezionata, resa sempre più semplice; all'inizio vi erano negozi attrezzati che -oltre che sviluppare e stampare le foto- provvedevano a scaricare e caricare nuovamente la macchina con una nuova pellicola da impressionare (le prime davano un negativo del formato 6x6 cm, in seguito 6x9 cm).

____ MACCHINA FOTOGRAFICA (LEICA) - Anno 1925 - Mentre Eastman (Kodak) da anni commercializzava le sue scatolette parallellopipede e vendeva pellicole in tutto il mondo, in Germania non erano rimasti con le mani in mano. Il prestigio dell'ottica tedesca era ormai un fiore all'occhiello dei tedeschi, si era sviluppata in ogni campo. Nè poteva essere assente negli obiettivi fotografici, sempre più piccoli e perfetti. A utilizzarli ci pensa una nuova società, la Leica, che lancia sul mercato una macchina fotografica portatile, piccola, maneggevole, con un rullino con i negativi altrettanto piccoli formato 24x36 mm. comunemente chiamata la ....
____ 36 ....Alcune sono semplici, altre variano l'otturatore, l'esposizione, il diaframma, altre più sofisticate più avanti avranno incorporati il telemetro, l'esposimetro, la messa a fuoco variabile e come accessori, flash, obiettivi intercambiabili grandangolari o per le riprese ingrandite. La Leica per la sua maneggevolezza oltre che per la qualità delle immagini, divenne ben presto la macchina per eccellenza dei reporter di tutto il mondo, ed anche il formato della pellicola 24x36 divenne sinonimo della pellicola e della stessa macchina, entrambe chiamate "la 36".

____ PELLICOLE A COLORI - Anno 1936 - Anche se era morto (nel 1932) il suo fondatore, la Kodak nell'evoluzione della fotografia non si fece prendere in contropiede dal successo tedesco. Si adegua al mercato con la pellicola 24x36; fabbrica anch'essa le macchine compact, ma lancia sul mercato quello che era il sogno di tutti i fotografi: avere una pellicola per realizzare fotografie a colori. La Kodak soddisfa la domanda ponendo sul mercato planetario la pellicola "kodacolor", che diventa sinonimo di "fotocolor". Non divenne subito di massa, ancora negli anni '50 per ottenere le fotografie stampate a colori bisognava inviare il rullino della pellicola a un centro sviluppo (in Italia al centro Kodak di Milano), ma all'inizio degli anni '60, in quasi tutte le città sorsero dei centri dotati della macchina stampa-sviluppo, e a partire da questa data le fotografie a colori entrarono nelle pareti domestiche, cominciarono a diventare di massa.

____ OBIETTIVO ZOOM - In precedenza le macchine fotografiche montavano quasi tutte normalmente un obiettivo (detto a fuoco fisso) di 45 mm. Ma esistevano dei blocchi intercambiabili con inserite varie lenti adatte a riprendere scene grandangolari o per riprese ravvicinate. Ogni blocco si distingueva con i millimetri dell'obiettivo; da 28 mm, fino ai grandi "tubi" di 200 mm. che agivano come un cannocchiale per le riprese lontane. Intercambiabili fin quando nasce lo Zoom, un obiettivo unico, telescopico che varia le dimensioni dell'immagine mantenendola costantemente a fuoco. Lo realizzò lo statunitense Frank Back nel 1945, messo poi sul mercato nel 1948 dalla Zoomar Company.

____ POLAROID - Per quanto si era fatto per accelerare lo sviluppo dei negativi, soprattutto con l'avvento del colore, la stampa era rimasta circoscritta a pochi negozi di fotografia. Ancora nei primi anni '60 esistevano pochi centri per lo sviluppo e stampa del colore. Si portava la pellicola impressa al negoziante e provvedeva lui a inoltrarla al Centro. In seguito i Centri si diffusero in quasi tutte le città, ma sempre da questi centri il cliente dipendeva. A voler togliere questa dipendenza ci pensò il fisico statunitense Edwin Land, realizzando la macchina con lo sviluppo e stampa automatica immediata. Fu inventata nel 1947, ma non scosse più di tanto il mercato. In un certo senso si era ritornati al "dagherrotipo"; cioè non si poteva avere altre copie della stessa "istantanea" nè si poteva ingrandirla a piacimento (anche se un moderno procedimento - ma più costoso - permette di duplicare l'immagine ottenuta). La eroica "36" insomma non tramontò e visse indisturbata fino agli albori della....

____ FOTOGRAFIA DIGITALE - ... Un durissimo colpo inferto alla gloriosa pellicola di celluloide è stato l'avvento dell'elettronica applicata alla fotografia. La macchina, gli obiettivi, certi accessori sono rimasti, ma per registrare le immagini a partire dagli ultimi anni del XX secolo, si cominciarono a usare i Bit, i microprocessori per l'elaborazione dell'immagine e in sostituzione della pellicola l'impiego di una scheda di memoria. Ci restituiscono tramite un collettore Usb le immagini sul monitor di un computer, e per la stampa le collaudate stampanti laser o a getto d'inchiostro provvedono a sfornarci quante copie desideriamo, nella risoluzione e nei formati più graditi. Alla fine degli anni '90 sono immessi sul mercato degli scanner che hanno una particolare sede per introdurre non la fotografia ma direttamente la pellicola sviluppata dando la possibilità di stampare le proprie fotografie su una stampante collegata. Se inoltre trattiamo l'immagine in bit con un programma grafico, possiamo ottenere ingrandimenti, composizioni o la manipolazione dell'immagine stessa. L'invenzione della fotografia digitale non ha come paternità un nome preciso, e nata quasi contemporaneamente con le numerose innovazioni che le potenzialità dei computer hanno espresso. Chi scrive qui, un po' pioniere sull'uso del computer nei primissimi anni '80, con una semplice videocamera da portone, aveva anche realizzato sul computer e poi stampate, discrete immagini con un digitalizzatore fatto in casa con banalissimi componenti allora già presenti su tutti i mercati del mondo.

____ MICROFILM - Dopo soli pochi anni (10) dall'invenzione di Daguerre (il "dagherrotipo") l'idea di riversare su delle immagini cartacee importanti documenti, e quindi farne uno schedario, venne all'inglese John Benjamin Dancer. Ma non ebbe gran successo. Quando però si iniziò ad usare la pellicola cinematografica da 16 mm, e quindi il negativo, conservando così in piccolo le immagini, l'idea fu ripresa in seria considerazione negli anni '20. Obiettivi sempre più perfetti e pellicole a grana sottilissima permisero di creare pellicole di 4 mm. Non solo utili alla schedatura di documenti, ma nel corso della seconda guerra mondiali divennero uno dei principali strumenti dello spionaggio delle forze in campo. Dal dopoguerra in poi fu usata la stessa tecnica per la riproduzione di enormi schedari in uffici pubblici e privati (come le banche). Con l'avvento del computer e della digitalizzazione con gli scanner, il microfilm è subito tramontato, per lasciare spazio ai capienti CD-ROM o alle gigantesche memorie degli stessi computer.
ANNO 1842
____ FERTILIZZANTI - Per dare fertilità ai campi nelle varie coltivazioni, da tempi immemorabili il metodo era quello di usare il concime animale, che restituisce al terreno i minerali assorbiti dalle colture. Dove nacque l'agricoltura il problema del terreno poco fertile quasi non esisteva. In mesopotamia regolarmente straripava il Tigri e l'Eufrate, e in Egitto altrettanto regolarmente straripava il Nilo. Le alluvioni ritirandosi lasciavano sui campi uno spesso strato di limo, ricco di sostanze minerali oltre che organiche. Quando però i popoli cominciarono a emigrare e a coltivare i campi dove erano assenti le alluvioni e quindi mancava il benefico limo, sorse il problema di come far tornare il terreno fertile. Intorno al 1000 a.C. il sistema fu forse scoperto per caso, notando che dove normalmente pascolava il bestiame il terreno produceva l'erba migliore. Ci volle poco per appropriarsi del letame e provare a metterlo nei terreni dove si seminava o si coltivavano ortaggi. Sappiamo da Senofonte che in Grecia chi coltivava vigneti senza aver prima sparso sul terreno del letame, non solo i raccolti li faceva miseri, ma andavano in rovina gli stessi terreni. Purtroppo non avendo molti pascoli, ne grosse mandrie di bestiame, sulla qualità del letame eccedettero un pochino, perchè iniziarono a convogliare nelle letamaie anche i liquami delle fognature delle città ( e si narra che vi buttassero anche i nemici uccisi). Questo sudicio sistema fu in voga anche nelle campagne dei Romani, in quelle del Medioevo, e continuò fino a metà Ottocento, quando con l'aumento della popolazione la produzione degli alimenti iniziò ad essere scarsa, nè la si poteva aumentare con i pochi concime naturali che c'erano a disposizione. E nulla si potè fare applicando la tecnica della rotazione delle colture.
Inoltre, ltre che essere puzzolenti, gli escrementi animali - usando quelli dei ruminanti spesso assieme a escrementi di animali carnivori o umani - erano fonte anche di malattie; ma a quei tempi poco si sapeva di batteri patogeni. Cosicchè chi non moriva di fame moriva di pesti, che spesso erano vere e proprie pandemie. Ma a metà Ottocento ci fu la svolta.
Dopo aver studiato quali erano i minerali principali e necessari al terreno per farlo tornare fertile dopo l'uso, un inglese, scienziato agronomo - Bennet Lawes (1814-1900)- brevettò nel 1842 il primo fertilizzante chimico: il superfosfato di calcio. I grandi risultati ottenuti nelle coltivazioni - senza dover ricorrere al solito letame - furono così incoraggianti che fu lo stesso agronomo a creare una fabbrica per produrli e immetterli nel mercato.
In seguito a questo primo fertilizzante - opportunamente dosati - si aggiunsero altri elementi indispensabili allo sviluppo di determinate colture, come il fosfato monocalcico, gli azotati, il potassio ecc. Tutti contribuirono ad aumentare considerevolmente la produzione di derrate alimentari. Purtroppo assieme a questi fertilizzanti furono aggiunti categorie di composti chimici per combattere parassiti e altri organismi dannosi alle colture; ma i risultati ottenuti si sono raggiunti al prezzo di gravi contaminazione dell'ambiente oltre a contaminare i prodotti stessi. L'indiscriminato utilizzo hanno fatto nascere (vere o presunte) fobie presso i consumatori; ne hanno approfittato zelanti coltivatori, strombazzando a destra e a manca (senza alcuna verifica da parte dei consumatori e tantomeno veritiere informazioni) che loro sono tornati alle "coltivazioni organiche", cioè alla produzione di "cibi biologici". Che insomma siamo tornati al letamaio! Che però non è più quello di un tempo, agli stessi bovini oggi si danno come alimentazione pastoni che spesso sono confezionati non con prodotti vegetali ma creati con altri animali, e spesso con le carcasse degli stessi bovini (il caso più sconcertante all'inizio del nostro nuovo secolo, è stato quello della "mucca pazza") Possiamo allora solo immaginare di che tipo sono i famosi "letami naturali biologici".


____ EFFETTO DOPPLER - Fu il fischio delle locomotive con il classico fenomeno che quando si avvicinano il suono è elevato, e quando si allontanano il suono è smorzato, a sollecitare gli studi di un fisico austriaco - Christian Johann Doppler. Nel corso di quest'anno (1842) dopo due anni di verifiche sperimentali, in un saggio dimostra che il fenomeno ondulatorio (dal suono alla luce) di una sorgente in movimento (o con una sorgente fissa e l'osservatore in movimento) la frequenza viene alterata per effetto del moto relativo. Infatti, il fischio del treno (o di un'autoambulanza) presenta un tono più alto quando si avvicina ed un tono più basso quando si allontana. Ma l'"effetto doppler" non fu utile solo per spiegare una curiosità, ma avrà in seguito una enorme importanza in astrofisica e in medicina. In astrofisica perchè permetterà di stabilire la velocità di stelle o altri corpi celesti (o la rotazione delle galassie) osservando in che modo i loro spettri luminosi si spostano verso il rosso nel loro moto relativo alla Terra. In medicina sarà utilizzato per una forma di ecografia.

____ MACCHIE SOLARI - Si conoscevano ancora da Galileo, quando le osservò e le scoprì per la prima volta con il suo cannocchiale, ma nulla si sapeva della loro origine e tantomeno della loro periodicità. La loro origine verrà molti anni dopo, mentre riguardo alla periodicità, fu un farmacista, dilettante di astronomia - il tedesco Samuel Heinrich Schwabe a rivelarla. Di giorno lavorava, quindi la notte non poteva passarla al telescopio. E proprio per questo si mise a osservare metodicamente con una costanza incredibile (cosa che nessuno aveva mai fatto prima) il Sole, per diciassette anni!!. Si era messo in testa di voler scoprire un pianeta tra il Sole e Mercurio. Non scovò il pianeta, ma fece una strana scoperta; le macchie solari aumentavano e diminuivano nel ciclo di circa 11 anni. Hanno inoltre un andamento caratteristico che tocca prima un massimo e poi un minimo, per poi ripartire nel ciclo successivo in modo quasi analogo, forse modulato da un ciclo più lungo con periodo di circa 80 anni. Questa regola ciclica undecennale, e questo andamento, fu trovata come abbiamo visto per via empirica, e anche se non si ha ancora tutt'oggi una spiegazione precisa del loro significato, tuttavia ha dato vita ai moderni studi della fisica solare e dell'astrofisica in generale. Le macchie solari sono infatti associate a forti campi magnetici. A perturbazioni sull'elettromagnetismo. Alcuni neurologi le ritengono responsabili di alcune modificazioni anche psichiche.
ANNO 1843
____ FAX (vedi sotto)
____ PANRELEGRAFO - Il Fax sono in molti a credere che sia una invenzione recente, mentre invece fu brevettato fin dal lontano 27 maggio 1842 da uno scozzese - Alexander Bain, utilizzando tempestivamente il semplice telegrafo di Morse (prima ancora che questi inaugurasse la prima linea telefonica fra Washington e Baltimora il 24 maggio 1844). Il principio era quello di scomporre un'immagine in punti, inviarle con il telegrafo elettrico di Morse, e all'arrivo ricomporre i punti. Il principio era buono ma poco pratico. A renderlo tale fu un'abate piemontese in Francia - Giovanni Caselli (1815-1891)- che inventa nel 1860 una macchina - "il pantelegrafo" -
un pantografo a pendolo, che si muoveva scorrendo su una vite senza fine, sopra una lastra di rame in cui scritti e immagini venivano dipinti con un inchiostro isolante cerato; la teletrasmissione veniva realizzata in quanto il pendolo era accoppiato con un “rele” e, per mezzo di un pennello di ferro strisciante sulla lastra di rame, si apriva e chiudeva il circuito elettrico rispettivamente quando veniva a contatto con il metallo e quando toccava l’ inchiostro isolante; cosi venivano trasmessi impulsi elettrici i quali riproducevano a distanza un fax simile del disegno o degli scritti, la’ dove un sistema ricevente analogo montato con un altro rele’ accoppiato ad una penna, che si alza e si abbassa, riproduce su carta l’ immagine registrata ed inviata come impulsi elettrici dal sistema trasmittente a pendolo.  A decretargli il successo a Caselli fu il musicista Rossini, che il 22 gennaio 1860, trasmise da Parigi a Lione un suo spartito di musica, e nel 1865 sulla stessa linea fu inaugurato un servizio pubblico di teletrasmissione, che però durò poco, cinque anni. Il Fax tornerà prepotentemente a farsi vivo nel 1920; ormai perfezionatasi la telegrafia e la telefonia, a utilizzarlo ssaranno soprattutto i giornali per trasmettere i testi di agenzia e le cosiddette "telefoto".
Utilizzando sempre la stessa tecnica, della scansione, con l'avvento dell'elettronica, dei computer, dei modem, e ultimamente con la telefonia cellulare, le immagini viaggiano ora in miliardi di digit e arrivano sul nostro schermo o sulla nostra stampante in milioni di colori.

____ MANOMETRO - E' l'apparecchio che misura la pressione di un fluido, oppure della differenza di pressione fra due fluidi o fra due punti dello stesso fluido. Il primo realizzato fu progettato dallo svizzero Rudolf Schinz nel 1843.

____ TRANSATLANTICO - Si costruisce in Inghilterra e viene varato il 19 luglio 1843, il primo grande transatlantico in ferro e a elica, il "Great Britain" , lunga 90 metri, con equipaggio di 130 persone, in grado di ospitare 360 passeggeri, interamente alimentato a vapore. Pochi anni dopo nel 1854 sempre in Inghilterra nel 1854 viene varato il gigantesco "Great Eastern" 211 metri di lunghezza, 27.000 tonn., 14 nodi di velocità.
ANNO 1844
____ TELEGRAFO A RELE' - (vedi argomento anno 1838 ) Morse utilizza i relè di Henry (per non indebolire il segnale su lunghe distanze). Solo a partire da questo momento - potendo giungere il segnale anche a lunghe distanze - il telegrafo si diffonde, creando un intreccio di fili nelle nazioni per comunicare istantaneamente con le altre. Proprio quest'anno, Morse riuscirà a inviare un messaggio da Baltimora a Washington. Con questa prima linea si apre l'era delle comunicazioni in tempo reale (a 300.000 chilometri al minuto secondo).

____ COCAINA - Quando gli europei sbarcarono nel Nuovo Mondo, fra le tante altre cose sconosciute, mai viste, scoprirono che gli Incas masticavano alcune foglie di una pianta locale chiamata cola, per eliminare le sensazioni del dolore, la stanchezza, le avversità della vita. Passarono molti anni, prima che la sostanza diventasse nota come un anestetico; nel 1844 fu il medico Heinrich Emmanuel Merck a isolare la sostanza. Ma sarà William Halsted (1852-1922) al Johns Hopkins Hospital di Baltimora a impiegarla nel 1884 come anestetico spinale. Contemporaneamente la utilizzava anche l'austriaco Karl Koller nel corso di una operazione chirurgica all'occhio di un paziente. Dunque valido anestetico locale, ossia in grado di eliminare il dolore su una particolare zona del corpo senza causare incoscienza (come l'etere). Ma fu usata anche come antidolorifico, e purtroppo non si capì subito che dava assuefazione, e che era utilizzato come stupefacente al pari della morfina, pertanto pericolosa.
____ MORFINA - ( Vedi anno 1846 "anestesia").
____ DROGHE- All'inizio con questo nome venivano indicate tutte quelle sostanze aromatiche per insaporire cibi e bevande; era sinonimo delle cosiddette "spezie" provenienti dall'Oriente. Fino a pochi anni fa in Italia vi erano negozi con l'insegna "drogheria".
In seguito il nome "droga" fu traslato (usato e abusato) a tutte quelle sostanze psicoattive dannose per la salute, suscettibili di provocare tossicomania, e ben presto "droga" divenne sinonimo di "stupefacente" (sostanze che provocano nell'organismo torpore, eccitazione o un'alterazione della percezione e il cui uso prolungato produce assuefazione e gravi danni psichici e fisici).
In Italia droga significa "eroina" (sostanza che non è stata inventata da Totò Riina ma sintetizzata nel 1889 dal dott. Heinrich Dreser della Bayer nell'ambito delle ricerche su analgesici alternativi all'"oppio" (usato negli sciroppi per la tosse e dato anche ai bambini fino a pochi anni fa) e alla "morfina" che non dessero dipendenza ed era in libera vendita nelle farmacie all'inizio del secolo e fu poi sostituita dall'aspirina realizzata sempre dalla Byaer nel 1897.
( Vedi anche anno 1846 "anestesia").

____ SASSOFONO - (o Sax-ofono) Questo strumento musicale a fiato, fu realizzato dal fabbricante di strumenti musicali belga Antoine Joseph Sax. Generalmente in ottone, è composto da un tubo conico a un ancia semplice che termina ncon un becco. Attualmente ne esistono quattro tipi principali: soprano, contralto, tenore e baritono. Molto usato nella musica Jazz.
ANNO 1845
____ ROTATIVA - Se l'anno prima con la prima linea telegrafica si era aperta l'era delle comunicazioni lanciando così la diffusione del telegrafo, quest'anno la costruzione della prima rotativa per la stampa dei giornali permette la diffusione della carta stampata e in parallelo la nascita di molti giornali. La nuova macchina da stampa, basata su cilindri rotanti , permette di raggiungere tirature di 18-20.000 copie all'ora. L'abbattimento dei costi, la rapidità di arrivare i giornali nei vari punto vendita, le notizie che ora giungono da tutto il mondo tramite i telegrafi, (vedi anno 1454 "Stampa")

____ NITROCELLULOSA - (vedi argomento anno 1866 "dinamite")

____ FULMICOTONE - (vedi argomento anno 1866 "dinamite)

____ NEBULOSE A SPIRALI - (vedi sotto)
____ GALASSIE - Kant prima di diventare "grande filosofo", si era nei suoi anni giovanili interessato di problemi scientifici e cosmologici. Intorno ai trent'anni (nel 1755 - vedi) seguendo alcune teorie che circolavano in questi tempi sull'universo, volle avanzare un ipotesi: che la Terra con il Sole e gli altri pianeti faceva parte di un sistema planetario, che questo era inserito in un conglomerato di stelle a forma di spirale; che la Via Lattea era un braccio della spirale visto dalla terra; e questo conglomerato lo si poteva chiamare "galassia" (tanto per rimanere in tema di latte). Cominciò ad avanzare un altra ipotesi: che se noi eravamo uno dei tanti ospiti in questa nostra galassia, al di là della nostra potevano esistere altre galassie; e ipotizzò che alcune nebulose altro non erano che galassie vicine e lontane, e una di questa più vicina a noi (visibile a occhio nudo anche se indistinta - è la M 31) poteva benissimo essere la "Nebulosa di Andromeda" e così tante altre. O come le chiamò lui : "Galassie esterne" alla nostra.
All'osservazione diretta gli astronomi del suo tempo ma anche quelli successivi con i limitati telescopi che disponevano, quelle che chiamavano "nebulose" riuscivano a vederle solo come macchioline confuse. Nel corso di quest'anno (1845) l'astronomo irlandese William Parsons, conte di Rosse (1800-1867), riuscì a terminare la costruzione del più grande telescopio mai progettato, con uno specchio di quasi due metri di diametro. Quando lo punto su una cosiddetta "nebulosa", riuscì chiaramente a distinguere la forma a spirale; fu la prima, ma poi negli anni successivi ne trovò altre quattordici. Le chiamò "nebulose a spirali" extragalattiche. L'ipotesi di Kant cominciava ad essere una realtà, il piccolo nostro Universo cominciava a presentarsi come un grande Universo.
Infatti le Galassie sono sistemi composti da miliardi di stelle, oltre che da nubi di gas e polveri, del tutto simili alla nostra Galssia. Ai telescopi appaiono come deboli oggetti nebulari per via della grande distanza reciproca che è nell'ordine dei milioni di anni luce. Normalmente sono associate in gruppi, più o meno numerosi, in "ammassi " e in "superammassi". Le galassie vengono classificate per la forma in tre grandi categorie: spirali, ellittiche e irregolari. E. Hubble scoprì negli anni Venti del nostro secolo che le galassie si allontanano reciprocamente con velocità che sono proporzionali alla distanza reciproca ("Legge di Hubble"). Questa realzione è oggi la base di ogni tepria cosmologica moderna e rappresenta il dato osservativo su cui si basa l'idea dell'espansione dell'Universo. Come sono nate le galassie? La questione è tuttora aperta con due indirizzi principali di pensiero che si fronteggiano. In un'ipotesi si valuta che le singole galassie si siano formate a partire da piccole fluttazioni di densità che hanno portato al collasso di frammenti del gas universale. Aggregandosi, tali frammenti avrebbero dato vita ai sistemi galattici e successivamente l'attrazione gravitazionale reciproca avrebbe portato alla formazione degli ammassi e dei superammassi. L'altra scuola la propone invece un processo inverso. Il collasso avrebbe interessato inizialmente regioni molto vaste, dove si sarebbero formati i supeammassi; collassi su scale minori avrebbero poi originato gli ammassi e le singole galassie.

____ GAS PERMANENTI - Fu il nome che i chimici di questo tempo diedero a sei gas conosciuti, che per quanto si impeganssero negli esperimenti non riuscivano a liquefare; erano l'ossigeno, l'idrogeneo, l'azoto, l'ossido di carbonio, l'ossido nitrico e il metano. A liquefare molti altri gas fu quest'anno (1845) il solito instancabile Faraday, che ne riuscì a liquefare un buon numero utilizzando una mistura di anidride carbonica solida ed etere come refrigerante, con pressioni molto più elevate rispetto ai primi esperimenti.
ANNO 1846
____ ANENOMETRO Strumento per determinare la velocità del vento. Formato da un asta con all'estremita superiore delle palette (in seguito concave) fu realizzato dall'irlandese Thomas Robinson.

____ ANESTESIA. Fin dall'antichità si usavano alcuni anestetici naturali per lenire il dolore di gravi malattie o per compiere operazioni chirurgiche locali. In questi ultimi casi veniva usato anche l'alcool, ma anche sistemi psichici come l'ipnotismo, o in oriente l'agopuntura. Nel 1799, con già una buona conoscenza della chimica, usando il protossido d'azoto, la prima anestia (con la perdita di conoscenza totale) fu praticata dall'inglese Himphrey Davy che la sperimentò su sè stesso. Bisognerà però giungere a questo 1846 per la prima anestesia con l'etere utilizzata dal dentista americano William T.G. Morton. L'anno dopo l'inglese James Y. Simpson utilizzò invece il cloroformio (scoperto nel 1831) per ridurre i dolori di una partoriente; suscitò scandalo (vedi anno 1847).
Più tardi utilizzarono le sostanze alcaloidi (vedi cocaina e morfina, eroina - anno 1884) Nell'attuale, gli anestetici sono numerosi e normalmente si ricorre spesso ad associazioni con lo scopo di ottenere i migliori risultati ed evitare il più possibile gli effetti tossici. Non dimentichiamo come anestetico gli alcaloidi, come la "morfina" ricavata dal tedesco Ferdinand Serturner nel 1805 isolandola dal "laudano" (che è un estratto alcolico di fiori d'oppio, conosciuto fin dall'antichità -descritto dal famoso medico greco Dioscoride nel 50 a.C - il primo "farmac-ologo" ( significa studioso dei medicinali); nella sua "De Materia Medica", descrisse circa un migliaio di piante medicinali). La morfina è una sostanza che lenisce il dolore e induce al sonno, ma ha l'inconveniente della assuefazione o della dipendenza. Fu chiamata appunto "morfina" dal termine greco che significa sonno (da Morfeo- Dio dei sogni, figlio della Notte e del Sogno); già Omero citava nell'Odissea i mangiatori di alcune piante che mitigavano la sofferenza, davano una sensazione di benessere, facevano dimenticare ogni cosa, e non desideravano altro i "drogati" che continuare a mangiarne.

____ NETTUNO - La scoperta di questo ottavo pianeta del nostro sistema solare, viene considerata la più grande vittoria raggiunta dalla legge gravitazionale di Newton. Questo perchè l'astronomo britannico John Couch Adams lo scoprì senza averlo visto, ma solo analizzando le perturbazioni orbitali subite da Urano, probabilmente da un grande corpo celeste; era forse un nuovo pianeta?. Adams lavorò intorno al pianeta dal 1843 al 1845; con lunghi e pazienti calcoli, basati sulla più ardua matematica e giunse alla conclusione che le irregolarità del percorso di Urano erano dovute ad un altro pianeta sconosciuto fino allora. Ne calcolò la massa, la sua distanza dal Sole e nell'ottobre del 1845 ipotizzò anche una possibile posizione. La comunicò al direttore dell'Osservatorio di Greenwich Airy, che però non gli prestò molta attenzione, prese il manoscritto, non lo guardò neppure e lo ripose in un cassetto come una qualunque pratica d'ufficio. Nel frattempo alla stessa ipotesi era giunto un altro astronomo francese Urbain Jaen Leverrier; ma non si rivolse a Airy, ma volle comunicare i suoi risultati a un suo collega tedesco J. Gottfried Galle incaricandolo di controllare quella zona di cielo dove presupponeva trovarsi questo fantomatico pianeta. Galle il 23 settembre 1846 - scoprì il pianeta che in quel periodo in cielo era abbastanza luminoso . Lo chiamò "Nettuno" come il dio romano del mare perchè la sua superficie si presentava blu-verdastro come il mare. Quando Airy tirò fuori dal cassetto il manoscritto di Adams, vide che la posizione da lui trovata in cielo coincideva esattamente con quella di Galle.
Tuttavia la scoperta - benchè Galle sia stato il primo a vederlo - fu attribuito ai calcoli di Adams e Leverrier. Se lo avessero scoperto loro direttamente forse non avrebbero destato grande clamore e interesse, ma per il fatto di essere arrivati con i calcoli a dire: "Andate, cercate nel tal punto del cielo e vi troverete un pianeta" , anche il pubblico profano li considerò dei "maghi"; con lo stesso metodo del calcolo si scoprì poi anche Plutone. Qualcuno incominciò a dire "questo è il secolo dei "senza"; si scoprono pianeti "senza" telescopi; abbiamo il telegrafo "senza" fili, le carrozze "senza" cavalli, la musica "senza" suonatori, la luce "senza" il sole, si cuce "senza" sartine, le navi "senza" vele, e perfino il telefono è "senza" le signorine! Che mondo pazzo !!!
Tornando a Nettuno, questo pianeta ha un diametro equatoriale di 51.800 km (quattro volte superiore alla Terra), la sua orbita compie una rivoluzione in 164,78 anni-terra, la distanza media dal sole è di circa 4,5 miliardi di chilometri, la sua massa 17,23 (fatta 1 la Terra).
____ MACCHINA PER CUCIRE - Esperienze per realizzare una macchina per cucire ne erano state fatte tante, soprattutto dopo aver visto come funzionavano le spolette dei telai delle tessiture.

(dal Catalogo Rinascente anno 1928)
Un francese nel 1789, ne aveva costruita una che faceva il punto a "catenella" (un punto che forma una serie di anellini che si fa ancora oggi nel ricamo). Era grande, l'operazione macchinosa, quindi poco pratica rispetto a ciò che volevano le cucitrici di professione e con loro tutte le donne molto interessate a una simile macchina. Nel 1830 il sarto francese Carthelemy Thimmonier ne realizza un'altra, piccola domestica a filo continuo, ma anche questa è poco pratica e lenta. Una che destò un certo interesse fu quella realizzata dall'americano Elias Howe (1819-1867) nel 1846. Nell'ago fa il "copernicano", rovescia anche lui un "sistema": la cruna invece di metterla all'estremità opposta della punta dell'ago, la mette proprio sulla punta. Usa due fili per mezzo di una spoletta, e quando si impegna in una gara con cinque cucitrici, è la sua macchina a vincere. Che in qualche modo - forse poco chiaro, o perchè la sua è ancora rudimentale - ha già brevettato. Un discreto successo lo ottiene, pur avendo la macchina certe lacune. L'avanzamento del tessuto che si vuol cucire va fatto a mano, bisogna con una mano girare una ruota con una manovella, e l'ago non è ancora del tutto perfetto.
Qui si ripete la storia di Newcommen e Watt con il motore a vapore. Cioè subentra il caso. Una macchina di Howe si guasta, il cliente la porta da una specie di meccanico, semianalfabeta, che però è un appassionato di meccanica e gli piace mettere le mani su ogni meccanismo che vede. Per dieci giorni studia la macchina che deve riparare; non sa nulla di cucito, ma forse proprio per questo capisce quali sono le lacune: comincia a migliorare l'ago e le due spolette, fa un piccolo binario dentato che si muove insieme all'ago trascinando il tessuto da cucire, ed infine invece della manovella, mette una pedaliera, una piccola biella a un grosso volano, collega questo con una cinghia alla ruota piccola, e alla fine quando entra in funzione la sua macchina da cucire è pronta a gareggiare non con cinque ma cento cucitrici, inoltre con l'avanzamento automatico i punti sono ora perfetti. Terminato e brevettato il suo capolavoro, ne compie un altro industriale. Inizia con una piccola produzione artigianale, e le cose vanno così bene che oltre costruire un grande stabilimento per produrle a migliaia, compie un altro capolavoro: questa volta commerciale.
La sua creatura la reclamizza come un oggetto che ogni promessa sposa non può non avere nel suo corredo. Perfino i sensali di matrimoni consigliavano i genitori che la macchina da cucire non doveva assolutamente mancare nel corredo; la futura donna di casa non avrebbe così gravato sul bilancio della famiglia perchè "si fa i vestiti da sè". I venditori nel fare le vendite "porta a porta" perfino nei più sperduti paesi di montagna, concedevano lunghissime (di anni e anni) rateazioni ai genitori delle future spose, che spesso erano ancora adolescenti. Così l'ex meccanico, con centinaia di migliaia di contratti in mano, non aveva problemi per avere finanziamenti dalle banche. Prima ancora di costruire uno stabilimento in un Paese si era già assicurato il lavoro per anni e anni. Costruì 12 di stabilimenti in brevissimo tempo, milioni e milioni le macchina vendute in tutto il mondo. L'ex semianalfabeta si chiamava Isaac Meritt SINGER (1811-1875).
Nel 1889, la Singer Co. aggiunge alla sua macchina un motore elettrico e bissa nuovamente il successo su tutto il pianeta.
ANNO 1847
____ CONSERVAZIONE DELL'ENERGIA - Laurent Lavosier (1743-1794) nel 1789 per spazzare via certe credenze, mettendo un po' d'ordine nella chimica moderna, definendo le leggi chiare e precise sulle razioni, aveva lanciato il motto "in ogni trasformazione chimica nulla si crea e nulla si distrugge e la massa rimane sempre uguale"; che era poi la frase famosa già detta da Lomonosof vent'anni prima ( nel 1748 vedi ). Dopo di loro James Scott Joule nel 1843 aveva determinato per la prima volta la corrispondenza matematica tra energia meccanica e calore (equivalente meccanico del calore) stabilendo che il "lavoro eseguito dal peso di una libbra lasciata cadere da un'altezza di 722 piedi, se viene utilizzato per produrre calore per attrito d'acqua, fa aumentare di un grado Fahrenheit la temperatura di una libbra d'acqua. Tutti i suoi esperimenti dimostrarono che una quantità fissa di lavoro finiva in una quantità fissa di calore. Fissato questa legge, il fisico tedesco Julius Rombert von Mayer, l'anno dopo ( 1844) aveva dedotto che esisteva una legge della conservazione dell'energia. Lui e Joule (pur avendo nel 1840 formulato la "legge sui circuiti elettrici") non furono molto seguiti, perchè entrambi non erano convincenti forse perchè avevano poco più di 25 anni. Ma nel corso di quest'anno (1847), un altro giovane fisico tedesco - Hermann Ludwig Ferdinand von Helmholz (1821-1894), pure lui poco più 25 enne ma con maggiori credenziali, raccolse quei dati dei due suoi colleghi e pubblicò la sua conclusione, secondo la quale la legge della conservazione dell'energia esisteva. Confermò il motto che abbiamo accennato all'inizio, e confermò che la quantità totale di energia dell'Universo era costante; niente poteva essere creato e niente poteva essere distrutto. Ma aggiunse "anche se l'energia non può essere nè acquisita, nè perduta, può essere trasformata, passando da una forma all'altra. L'elettricità, il magnetismo, l'energia chimica, l'energia cinetica, la luce, il calore possono tutti essere scambiati.
Questa legge della conservazione dell'energia è anche nota come la "prima legge della termodinamica", considerata la più fondamentale di tutte le leggi di natura.

____ PARTO INDOLORE - Nel 1831 era stato scoperto il cloroformio che per le anestesie sostituiva egregiamente la morfina. Fu dunque nei successivi anni largamente impiegato fino a quando si scoprì l'etere meno pericoloso (il cloroformio in seguito verrà usato come solvente). Tuttavia con il largo impiego fatto in America, un ostetrico inglese- James Young Simpson - nel 1847 volle utilizzare l'anestesia con il cloroformio quando gli si presentavano puerpere con parti difficili. Salvo qualche donna con dei pregiudizi (e questi fanno parte del proprio bagaglio culturale) tutte le donne appresero con sollievo questo nuovo metodo. Ma si stracciarono le vesti i predicatori, scandalizzati, obiettando che Dio scacciando Eva dall'Eden l'aveva maledetta gridandogli dietro che avrebbe partorito i figli "nel dolore". E che quindi la pratica dell'anestesia era contro la legge di Dio. Insomma che il dolore la donna se lo doveva portare dietro per l'eternità avendo peccato.
La polemica proseguì per circa sei anni; poi nel 1853 la regina Vittoria che aspettava il suo settimo figlio, ricorse anche lei a Simpson e all'anestesia col cloroformio. Questa scelta della sovrana, "anestizzò" per sempre i predicatori; più nessuno osò fare critiche.

____ NITROGLICERINA - (vedi l'intero argomento in "dinamite" anno 1866)

____ LOGICA SIMBOLICA - Dal tempo di Aristotele, pochi si erano soffermati sulla logica (che sono i procedimenti formali del ragionamento). Nemmeno Copernico (con la scienza che studia le dimostrazioni matematiche) era riuscito a fare soppiantare quella del filosofo greco. Leibniz aveva fatto alcuni tentativi, ma non era andato oltre; tuttavia ad ampliare i suoi concetti fu un altro matematico - l'inglese George Boole (1815-1864) - presentando nel corso di quest'anno (1847) "The Mathematical Analysys of Logic". Riprendendo gli studi del suo predecessore Boole sviluppa la logica matematica basata sul sitema binario (composto soltanto da zero e da uno) e sugli operatori simbolici. Ma anche i suoi risultati come quelli di Leibniz furono presi come una stramberia. Non avevano un impiego pratico.
Solo in seguito le sue enunciazioni saranno utili nello studio delle basi rigorose della matematica e, più avanti, nella programmazione dei computer (vedi ampio argomento nell'anno 1700 "sistema binario" )
____ OTTURAZIONE DENTARIA - Già nell'antichità, alcuni medici si prendevano cura dei denti dei loro illustri pazienti. Nell'antico Egitto, esaminando oggi alcune mummie ai raggi X, o da altri reperti risalenti addirittura al Primo Regno (3000 a.C.) alcuni studiosi affermano che si praticassero abitualmente non solo le estrazioni ma anche le otturazioni da carie. Nei successivi millenni, e anche per tutto il Medioevo ci sono poche notizie se tale pratica continuò e cosa si usava per otturare i denti. Quella che è ancora oggi in uso, cioè l'otturazione utilizzando l'amalgama d'argento, fu introdotta dal dentista americano nel corso di quest'anno 1847, Thomas Wiltberger Evans (1823-1897).
ANNO 1848

____ ZERO ASSOLUTO - (vedi sotto)
____ SECONDO PRINCIPIO TERMODINAMICA - Fu il fisico britannico William Thomson barone Kelvin a proporre di creare una nuova "scala assoluta" di temperatura, fissandola allo "zero assoluto", che calcolò correttamente in -273,15° A (in suo nome fu poi utilizzata la sua iniziale K). Formulò così (assieme a Joule) in maniera più precisa, il "Secondo principio della termodinamica". Lo scienziato sottolineò che non era la perdita di volume a rivestire importanza cruciale, ma la perdita di energia; la perdita di energia incideva su tutta la materia, liquidi e solidi oltre che gas; e il tasso di perdita era tale che lo zero assoluto si sarebbe dovuto raggiungere a -273,15°. Il principio afferma che è impossibile produrre lavoro scambiando calore soltanto con una sorgente a temperatura uniforme; e che il rendimento di una macchina termica è proporzionale all differenza tra le temperature delle sue sorgenti.
Più compiutamente - nell'anno 1865 (vedi) - si esprimerà Clausius con il concetto di entropia.

____ SPILLA DI SICUREZZA - Chiamata anche "spilla da balia", è quel tipo di spilla a molla fornito da una chiusura a fermaglio che copre la punta in modo da non pungere. L'idea venne a uno statunitense - Walter Hunt -, contestata invece dagli inglesi che attribuiscono l'idea al loro concittadino Charles Rowley. Tuttavia non era una novità, risale all'antichità quella di usare un fermaglio in fogge diverse; spille fatte in bronzo, in ferro, in argento e altri metalli. Gli stessi romani utilizzavano una particolare "fibula" per allacciare le abbondanti vesti a drappo. Altrettanto dicasi per le vere e proprie spille, di ogni foggia, usate dagli agiziani fin dal 3000 a.C.. Col tempo quando ci furono diversi metalli, classi nobili e ricche facevano sfoggio di spille ornamentali per le vesti e le donne per trattenere i capelli; questi ultimi erano oggetti realizzati in metalli preziosi come l'oro e l'argento. E continuarono ad esserlo fino ai nostri giorni. Quanto agli spilli anche questi erano conosciuti, ovviamente realizzati a mano. E così si fabbricavano fino al 1820, quando un americano Lemnel Wright inventò una macchina per produrli a getto continuo e quindi in serie. Perfezionati poi quando nei primi anni del '900 si iniziò a produrli in acciaio inossidabile.

FINE TABELLA 8