LETTERATURA

ANTONIO FOGAZZARO

Antonio Fogazzaro nacque a Vicenza nel 1842 da un'agiata famiglia, da cui ricevette un'educazione di stretta osservanza cattolica. Sulla sua formazione influì profondamente lo Zanella, suo insegnante al Liceo di Vicenza, il quale non solo stimolò in lui la vocazione letteraria ma gli comunicò anche l'interesse per il problema, destinato a diventare centrale nella sua ideologia, del rapporto tra fede religiosa e progresso scientifico.

Sui suoi interessi letterari e sulla sua sensibilità influirono decisamente gli scrittori e i poeti del secondo romanticismo e alcuni fra i più noti scrittori stranieri, come Victor Hugo. Dopo un periodo di inerzia e di dissipazione trascorso tra Padova e Torino, dove si laureò in legge nel 1864, e dopo una breve attività forense, si dedicò completamente all'attività letteraria.


Nel 1866 sposò la contessa Margherita di Valmarana; si trasferì a Milano dove maturò la propria vocazione letteraria: tornato a Vicenza dopo 3 anni (dove visse fino alla morte nel 1911) si propose di dar voce alla sua concezione mistico-idealistica dell'arte. Esordì con la novella in versi "Miranda" e la raccolta di poesie "Valsolda", ma fu soprattutto autore di romanzi quindi si stabilì a Vicenza, 

OPERE PIU' SIGNIFICATIVE
Sebbene ad un livello più basso, rispetto a Pascoli e D'Annunzio, anche Antonio Fogazzaro fu interprete di un nuovo modo di sentire, pur nella volontà di rimanere nel solco della tradizione, che è il manzonismo in letteratura e l'ortodossia cattolica nell'ideologia.
Di famiglia e di cultura cattolica, ostile al positivismo materialistico ma sensibile al discorso evoluzionistico di Darwin, Fogazzaro tentò una conciliazione tra questo e le concezioni ufficiali della Chiesa incorrendo nella condanna sancita da papa Pio X contro il modernismo.
Sul piano letterario, la duplicità dell'atteggiamento di Fogazzaro, mai compiutamente risolta, si riflette nell'adesione al manzonismo, soprattutto vivo nella descrizione degli ambienti e dei personaggi minori dialettalmente lombardi, e insieme nella ricezione delle ansie e delle turbe psichiche che sono al centro dell'interesse della sua epoca, presenti nei protagonisti a partire dalla Marina di Malombra, nello stesso anno della pubblicazione dei Malavoglia di Verga.

"Malombra"
(1881): La trama sviluppa l'allucinante vicenda di Marina di Malombra, che immagina di essere la reincarnazione di un'antenata morta folle che, in un attimo di violenta esaltazione, aveva ucciso Corrado Silla, un giovane scrittore innamorato di lei, Fogazzaro offre un campionario delle esperienze patologiche dell'animo umano, da inquadrare in in quel gusto del medianico e dell'occulto che era molto diffuso nel clima della scapigliatura.

Seguirono:
"Daniele Cortis", in cui una torbida passione d'amore fa da sfondo a un sogno di rinnovamento sociale ispirato a valori cristiani; la raccolta di novelle "Fedele altri racconti"; "Il mistero del poeta" un altro romanzo di amore e morte, che ha per protagonista un poeta.

Il dualismo tra fede e ragione è al centro del successivo romanzo, universalmente considerato il suo capolavoro, che narra la vicenda di due sposi di ideologie diverse, messi a confronto con la realtà della morte della figlia Ombretta.
Quest' opera di maggior rilievo del Fogazzaro è:

 "Piccolo mondo antico" (1891), romanzo che, muovendosi su uno sfondo risorgimentale, mette in conflitto dapprima spirito patriottico e conservatorismo austriacante, poi fede cattolica e razionalismo ateo.
In questa cornice storica trovano equilibrio i diversi ingredienti della narrativa di Fogazzaro: l'ambientazione aristocratica, la rappresentazione macchiettistica e dialettale delle classi inferiori, i contrasti sentimentali di anime nobili e raffinate, la mescolanza di religione e sensualità, il tentativo di conciliare la fede con la scienza. 
(In particolare su questo terreno Fogazzaro si impegnò in un'opera di propaganda anche teorica che la portò a discutere in numerose sedi le tesi della filosofia positivistica e dell'evoluzionismo darwiniano).
Il suo programma di un rinnovamento cristiano lo portò a condividere le posizioni, guardate con sospetto dalla Chiesa Cattolica, dei modernisti, che ispirano largamente gli ultimi romanzi.

La trama di "Piccolo mondo antico": Sullo sfondo della guerra d'indipendenza del 1859, vi è narrata la storia di un contrasto ideale tra Franco e Luisa, che si sono sposati senza il consenso della marchesa Maironi, la nonna austriacante di Franco, e sono costretti a vivere a Oria, sul lago di Lugano, in ristrettezze economiche: Luisa, dotata di un carattere energico e volitivo, biasima la debolezza e il sentimentalismo del marito.
Il contrasto tra i due coniugi si acuisce quando la loro figlia, Ombretta, muore annegata nelle acque del lago: Franco saprà reagire al dolore cercando un conforto nella fede, mentre invece Luisa si chiuderà in una cupa disperazione.
Solo quando Luisa rivedrà il marito in procinto di partire per la guerra, reso forte dalla sua passione patriottica, si riconcilierà con lui. Il romanzo, al di là della vicenda coniugale che vi è raccontata, si risolve nell'esortazione a ritornare al "piccolo mondo" dell'intimità familiare e nel vagheggiamento nostalgico della "vita calma e sonnolenta di quella generazione, di quella gente campagnola, che passava buona parte del suo tempo a giocare a tarocchi e a pescare con l'amo".

"Piccolo mondo moderno"
(1900), ideale continuazione del capolavoro in cui la passione amorosa è espiata con una scelta di vita ascetica; seguì 

"Il Santo"
(1905) dove il medesimo protagonista, fattosi monaco benedettino, espone le sue idee sulla rigenerazione morale della Chiesa; infine..

  "Leila" (1911), in cui la protagonista omonima è divisa tra fedeltà al fidanzato morto e l'insorgere di una nuova passione. Vi appare irrisolto il contrasto tra presente e passato, tra Decadentismo e Romanticismo, che fu tipico di Fogazzaro.
La reazione antimodernista di Papa Pio X determinò la messa all'Indice de "Il Santo" e di "Leila". Dopo un lungo travaglio spirituale Fogazzaro fece atto di pubblica sottomissione alla Chiesa. 

Morì a Vicenza nel 1911.
Narratore ancora tardo-romantico per i temi e i modi tradizionali della sua scrittura, Fogazzaro predilige la terza persona, contrariamente all'uso sempre più incalzante della prima nel romanzo dell'epoca, ma nello stesso tempo nei suoi romanzi la dimensione del reale va perdendosi nelle sfere impercettibili di una sensibilità diffusa, nei modi appunto del Decadentismo. Infine, il misticismo cui Fogazzaro approda soprattutto ne Il santo altro non è che una dimensione inconscia della propria decadente impotenza, incapace di fondere il reale con l'ideale.

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