1944
SBARCO IN NORMANDIA

6 GIUGNO - "IL GIORNO PIU' LUNGO"
che decise il destino dell'Europa


Alcuni precedenti fatti, allo sbarco in Normandia, erano avvenuti in Italia, dove dopo lo sbarco in Sicilia, le coste adriatiche le stava risalendo il Maresciallo Montgomery (con destinazione Pescara indi Roma), quelle tirreniche le doveva risalire il gen. Patton (anche lui puntando su Roma, ovvero Anzio, zona di un eventuale previsto sbarco alleato). - (ma poi Patton dovette lasciare al più "raccomandato di ferro" ma "anomalo" generale Clark (voleva lui fare la trionfale entrata a Roma) - Fa la gara con Montgomery, stravolgendo i piani, che costò un ritardo di 5 mesi.

Sempre in Italia, nello stesso tempo sul fronte politico,
a
ssieme agli USA Churchill propone a tutti i componenti del governo italiano (rifugiatosi a Brindisi) di sottoscrivere l'Armistizio Lungo, il cui testo dei vari articoli viene mantenuto a loro segreto. "Prendere o lasciare". E si rimanda la lettura dei contenuti e la questione istituzionale a conflitto finito. E' dura e umiliante simile condizione ma bisogna accettare, l'Italia é una nazione sconfitta e ha sopra la testa 13.000 bombardieri pronti a raderla al suolo.

Contemporaneamente nella strategia delle operazioni di guerra che gli anglo americani stanno sviluppando nell'Italia Meridionale, ci sono improvvisamente delle sostanziali modifiche.
Il Maresciallo Montgomery dopo il suo sbarco in Sicilia aveva raggiunto abbastanza velocemente la valle del Sangro, in Abruzzo (contava di arrivare a Pescara a fine novembre e a Roma a fine dicembre '43). Ma non fu facile. Dopo la furiosa battaglia di Ortona (dal 24 al 28 dicembre - una delle più sanguinose battaglie in Italia, con moltissime perdite) non ha ottenuto i risultati che i vertici delle due Potenze si attendevano.

Churchill in persona - in gran segreto - piombato a Tollo l'ultima notte del 1943, decise di portarsi via e sostituire il Maresciallo Montgomey (che destinerà al futuro sbarco in Normandia) con il generale Leese, e lasciare la VII armata, compiti di attacco meno sanguinosi e restare se necessario solo in difensiva (fare melina). Rimarranno così bloccati nei dintorni di Orsogna per circa cinque mesi, fermati dalla forte difesa tedesca della Linea Gustav, con il comando a palazzo Mezzanotte, a Chieti, guidato da Kesserling e - sceso dal Brennero - anche Rommel. In effetti anche Kesserling, molto impegnato nella parte tirrenica, a Orsogna fece fare anche lui melina. Per 5 mesi tedeschi e americani si guardarono reciprocamente su una fascia divisioria di poco più di un chilometro, sparando solo qualche schioppettata.

Gli alleati fanno altrettanto nell'altro versante. Il gen. Patton lascia il comando della V armata USA al gen. Clark; che si attarda molto rispetto alle previsioni dei piani, che però lo stesso Clark ha lui stesso stravolto, credendo ingenuamente di poter arrivare anche lui - prima di Montgomery - in pochi giorni a Roma. Tuttavia nonostante molte critiche e perfino il rischio di essere destituito, mantiene (è un raccomandato di ferro) il comando della V armata, che dovrebbe puntare - superato il Volturno- non su Roma, ma su Anzio dove è previsto l'appoggio a Clark con uno sbarco di anfibi e un aviolancio di paracadutisti per occupare gli aeroporti. Nei piani ("Piano Shingle") questo congiungimento era stato organizzato per attaccare subito i tedeschi in ritirata, inseguirli, non dare loro il tempo di organizzarsi, di stabilire e rafforzare una linea di difesa sull'Appennino Tosco-Emiliano ("Linea Gotica"). Errore grave che commise Clark.

NARRIAMO QUI BREVEMENTE
QUESTE DUE ANNULLATE OPERAZIONI IN ITALIA
Churchill è una vecchia volpe, è in disaccordo con Roosevelt, rema controvento; lui vede i fantasmi dall'Est, e più che accelerare la risoluzione del conflitto in Italia con una grande offensiva, intende renderla blanda sulla Linea Gustav (con un forte disimpegno sul Sangro, togliendo dal comando il gen. Montgomery ch'era risalito dalle coste adriatiche, con destinazione Roma),  e blanda anche quella di Clark che dovrebbe - risalendo le coste tirreniche liberare Roma e riversarsi poi sulla Linea Gotica. Ma le sue 7 divisione (oltre quelle di Montgomery) fin dall'inizio anno sono dirottate in Inghilterra per lo sbarco in Normandia. A Churchill gli basta che nello stesso giorno dell'operazione in Normandia, programmata il 5 o il 6 giugno, che una divisione, quella di Clark liberi le zone di sbarco laziali, ma non Roma - su questa arbitrariamente punterà invece Clark. (per ambizione, con nessuna utilità strategica. Ma Clark non era un politico).

Anche se nello sbarco in Normandia le forze saranno imponenti come vedremo più avanti, la liberazione o meglio "la presa di Roma" (così ragionava Clark, ma anche perchè ci teneva ad arrivare per primo a Roma, tralasciando di inseguire i tedeschi nella loro caotica ritirata) era un obiettivo importante oltre che spettacolare che avrebbe ottenuto un tremendo effetto psicologico in tutto il mondo e una forte demoralizzazione sui tedeschi. Insomma faceva più notizia la caduta di Roma che non i 2.800.000 uomini, 13.000 aerei e 6000 navi che sbarcavano in Francia; e la faceva ancora di più se Clark rubava in tempo i titoli dei giornali di tutto il mondo (possibilmente prima che da Pescare vi giungesse Montgomery.

Clark quando poi giunse nelle vicinanze di Roma (mattino del 4 giugno) fece la scena dell'infuriato, se la prese con un comandante che non aveva spinto a fondo l'attacco per liberargli la strada per Roma, e chiedeva perchè e per come. L'altro si difese dicendo che i tedeschi erano agguerriti, e che era pericoloso spingersi in avanti, verso Roma, che c'erano i cecchini (fra l'altro come detto Roma non era nel programma. La sua destinazione era Anzio, per coprire lo sbarco programmato)
Si narra che Clark, notando il cartello stradale "Roma", si mise in posa per farsi fotografare. Per poco non ci lasciò la pelle; una sventagliate di mitra di un gruppo di paracadutisti tedeschi appostati sulla terrazza di un edificio, lo costrinse a buttarsi e a ripararsi dentro un fosso. L'altro che aveva appena ricevuto la sfuriata, fu pronto a fargli notare beffardamente "ha capito ora perchè non ci siamo spinti in avanti?".
La foto fu rimandata al giorno dopo, ma per sicurezza Clark non andò a mettersi in posa sotto il cartello, ma lo fece staccare, si fece la foto e se lo portò pure a casa come souvenir.
Il 5 mattina, all'alba di una giornata di sole, Clark manda avanti i carri armati a presidiare i punti strategici, poi sale su una Jeep, imbocca la Casilina e cerca - sbagliando cinque volte strada - di arrivare al Campidoglio per passare da trionfatore sotto l'arco di Tito e poi fare la parata davanti al Colosseo.
Poi - fa scena- fa l'impaziente, si lamenta - non avendo forze abbastanza - di poter inseguire i tedeschi in rotta verso la Linea Gotica dove quasi indisturbati vi rimarranno per oltre sei mesi; "a cosa serve mai questa vittoria?" si chiedeva (o recitava) sconsolato. Molto più ù tardi, arrancando con i suoi pochi uomini fino a Firenze e poi a metà strada verso Bologna, qui dovrà fermarsi per l'intero inverno; il percorso lo coprirà con una avanzata da lumaca: due chilometri al giorno. Dando così il tempo a Kesselring di predisporre un'altra formidabile difesa sulla linea gotica.
Un'operazione quella di Clark così anomala, che però costerà all'Italia del Nord un altro intero anno di guerra e un intero anno di bombardamenti fino al 25 aprile del '45. Questi ultimi senza una motivazione strategica, ma solo per "far cuocere nel suo brodo l'Italia". Infatti i danni bellici ai tedeschi saranno quasi irrisori, ma costeranno ai civili 135.000 morti, pari a quelli che morirono in guerra nell'intero conflitto in cinque anni (di cui circa 80.000 morti e dispersi in Russia). Un prezzo altissimo per la popolazione italiana,  fatto pagare con molto cinismo. Per non parlare del danno ai tesori artistici e archeologici; ma l'ordine era "bombardate, bombardate, bombardate" e, "Se necessario buttate giù anche il Colosseo".

TORNIAMO SULLA MANICA

Come Montgomery in Normandia, anche Patton viene incaricato di dedicarsi alla preparazione di un piano di sbarco (l'“Anvil”), previsto dagli Alleati sulle coste della Francia meridionale. Sarà proprio Patton a sfondare il fronte tedesco e puntare con l'audacia nel cuore della Francia, ma il 24 agosto la sua 3a armata si fermò alle porte di Parigi, cavallerescamente Patton desiderava che fossero i reparti francesi ad entrare in Città.

6 GIUGNO - SBARCO IN NORMANDIA - In questa data avviene il più imponente ma anche il più tecnologico sbarco della Storia. Dall'Inghilterra, via mare, via cielo, raggiungono la Francia su 6000 mezzi navali di ogni tipo 2.800.000 uomini, mentre sopra le loro teste come protezione volano contemporaneamente 13.000 aerei. Il 28-8 arriveranno a Parigi, il 7-3-'45  sul Reno. Ma in Italia dalla stampa che abbiamo visto all'inizio nella nostra prima pagina, sembra quasi che stia vincendo la Germania, mentre questa in effetti sta subendo la piu' grande disfatta della sua storia, aggredita con la  stessa  tecnica e la stessa strategia che Hitler ha insegnato a tutto il mondo: le truppe aereotrasportate (paracadustisti e alianti)   i blitz fulminei, i genieri che ricostruiscono i ponti in un istante, e alle Ardenne aggirano il Vallo Sigfrido come i tedeschi avevano aggirato a suo tempo la Maginot.

L'operazione "Overlord" fu un vero capolavoro di ingegneria.
In rete vi sono descrizioni molto approfondite (che vi segnaliamo), mentre noi qui evidenziamo solo alcune date e alcuni aspetti del famoso sbarco.

14 agosto 1943 Si apre a Quebec la Conferenza Quadrant, cui partecipano Roosevelt, Churchill, il premier Canadese MacKenzie King e i rispettivi capi di Stato Maggiore.
30 novembre 1943 Vengono emanate le direttive per la pianificazione di "Overlord".
6 dicembre 1943 Il generale Eisenhower viene nominato comandante delle forze alleate di invasione
1 gennaio 1944 - Lasciano il fronte italiano sia il gen. Montgomery che il gen Patton. Entrambi destinata all'operazioni del piano "Overlord" in Normandia.
17 gennaio 1944 Il comando supremo delle forze di invasione alleate (SHAEF) si stabilisce a Londra.
1 febbraio 1944 Presentazione del piano "Overlord", viene disposto l’inizio della pianificazione della fase anfibia dell’invasione (piano "Neptune").
18 sprile 1944 Iniziano i bombardamenti in preparazione dello sbarco.
8 maggio 1944 D-day fissato per il 5 Giugno.
4 giugno 1944 D-day posticipato di 24 ore a causa delle condizioni metereologiche sulle aree di sbarco. Eisenhower commenterà: "Le invasioni sono come le partite di calcio, se piove molto, si rimandano!".
5 giugno 1944 - Alle 21.30 decollano gli aerei della prima ondata dell’assalto.


In Normandia, era necessaria una soluzione differente da quella fatta in Sicilia e ad Anzio. I soldati dovevano giungere sulla spiaggia di corsa, guadagnare un riparo al più presto possibile e dovevano essere appoggiati da mezzi corazzati già nei primi minuti dell’invasione che altrimenti si sarebbe trasformata in un disastro. Il primo problema ottenne una soluzione americana grazie alle cosiddette “Higgins Boat” che dovevano il loro nome a un geniale costruttore statunitense. Di piccole dimensioni (solo 11 m) seguivano in linea di massima il disegno degli LCT, ma avevano un grande portello anteriore che al momento dello sbarco si apriva in avanti trasformandosi in una rampa da cui gli uomini potevano scendere a grande velocità. Sarebbero diventati i mezzi protagonisti dello sbarco. Il secondo problema fu invece risolto in Gran Bretagna, con l’invenzione dei DD tanks. Essi erano carri armati a doppia propulsione (Double Drive) che erano resi impermeabili grazie a un rivestimento in tela. In questo modo potevano percorrere galleggiando diverse centinaia di metri e appena raggiunta la spiaggia ricominciare a marciare nel modo tradizionale. Fu proprio per ottenere un numero sufficiente di questi due veicoli che si posticipò la data definitiva per l’inizio delle operazioni di sbarco dal 1 Maggio al 1 Giugno.

Esisteva tuttavia un ulteriore pericolo per la buona riuscita dell’operazione Overlord. Esso consisteva nella possibilità che le divisioni impiegate inizialmente non riuscissero a conquistare un grande porto in un tempo ragionevole. Si sarebbe così concesso tempo sufficiente al nemico per riorganizzarsi e contrattaccare. Gli ingegneri inglesi seppero allontanare anche tale minaccia con la preparazione di porti artificiali galleggianti denominati Mulberry. Il sistema era essenzialmente semplice. Le banchine galleggianti, chiamate Whales, balene, erano trainate fino al luogo dove si voleva collocare la struttura portuale e poi ancorate al fondo marino con quattro piloni, i quali potevano muoversi in su e in giù a seconda dell’altezza della marea. Il collegamento con la terra era garantito da passerelle mobili e la protezione dal mare aperto si otteneva affondando delle vecchie navi ( Gooseberries ) e dei frangiflutti artificiali ( Phoenix ) per formare un’insenatura di protezione. Sebbene nella realtà questi piccoli capolavori di ingegneria navale funzionarono solo per due settimane, poiché sia il Mulberry americano sia quello inglese furono gravemente danneggiati da una tempesta atlantica, essi garantirono il continuo afflusso di mezzi e uomini anche in quel breve periodo che fu uno dei più difficili di tutta la campagna. Per ciò che concerne l’approvvigionamento di carburante, fu ideato un ingegnoso sistema denominato Pluto (Pipe-Line-Under-The-Ocean, condotta sotto oceanica) che servì le truppe alleate fino alla conquista di strutture portuali più efficienti dei Mulberry che potevano ospitare solo navi fino a 10.000 t.

Così racconta i preparativi, uno dei grandi protagonisti del leggendario sbarco:

"WINSTON CHURCHILL - La seconda guerra mondiale - Ed. Mondadori - 5° vol, -Pagg. 670-671"

"Durante tutta l'estate 1943 il generale Morgan e il suo stato maggiore misto, composto di tecnici di tutte le armi, avevano atteso all'elaborazione del piano. In un precedente capitolo ho narrato come il piano mi venisse presentato durante il viaggio alla volta di Quebec per la conferenza Quadrant. In tale occasione lo si era approvato in via di massima, ma un aspetto di esso richiedeva ulteriori studi. Gli effettivi e gli obiettivi del primo assalto alle spiagge della Normandia erano necessariamente limitati dal numero dei mezzi da sbarco disponibili. Secondo le proposte del generale Morgan avremmo dovuto effettuare un primo assalto con tré divisioni, tenendo due divisioni di riserva come immediato rincalzo. Coerentemente con tale idea egli proponeva di sbarcare le tre divisioni sul tratto di costa tra Caen e Carentan; Morgan avrebbe desiderato sbarcare una parte delle forze impiegate a nord di Carentan, più vicino a Cherbourg, ma ritenne inopportuno frazionare un corpo di spedizione così piccolo. L'estuario del nume Vire a Carentan era paludoso e ciò avrebbe reso diffcile il congiungimento alle due ali attaccanti. Senza dubbio, egli aveva ragione: personalmente, avrei certo preferito attaccare con forze maggiori su un fronte più ampio, ma a quell'epoca, dieci mesi prima dello sbarco, noi non potevamo esser certi di disporre di mezzi da sbarco a sufficienza.
L'assenza di porti notevoli in tutto questo tratto di costa indusse lo stato maggiore di Mountbatten a proporre l'impiego di porti artinciali: le decisioni di Quebec confermarono tale necessità e chiarirono il problema. Io seguii da vicino lo sviluppo di tale progetto, che venne realizzato sotto il controllo di un comitato di tecnici e di rappresentanti delle varie armi, presieduto dal generale di brigata Bruce White del Ministero della Guerra, eminente ingegnere civile. Fu un'impresa straordinaria, il cui merito è dovuto a parecchie persone, ma soprattutto al maggior generale sir Harold Wemher, il quale provvide al coordinamento dei vari interessi in gioco.
A questo punto si dovrebbe anche ricordare il "Pluto", l'oleodotto sottomarino che trasportò la benzina dall'isola di Wight alla Normandia e più tardi da Dungeness a Calais. Quest'idea e parecchie altre ebbero origine allo stato maggiore di Mountbatten. Lo spazio m'impedisce di descrivere i molti accorgimenti cui si ricorse per superare i formidabili ostacoli e i campi di mine che proteggevano le coste nemiche. Alcuni apparecchi furono adattati ai carri armati per proteggerne gli equipaggi; altri servirono ai mezzi da sbarco. Tutti questi problemi attirarono il mio interessamento personale e, quando parve necessario, provocarono il mio diretto intervento.
Il generale Morgan e il suo stato maggiore furono assai lieti dell'approvazione data a Quebec alle loro proposte. Le truppe potevano ora iniziare l'addestramento, mentre si poteva provvedere alla fabbricazione dello speciale equipaggiamento necessario. A tal fine Morgan disponeva di poteri assai più grandi di quelli di cui dispone normalmente un ufficiale di stato maggiore. (
nel 5° volume - Pagg. 673-674)

"A questo punto venni a sapere che i porti artificiali (detti convenzionalmente Mulberry) incontravano alcune difficoltà di ordine tecnico. Indissi perciò una riunione per il 24. gennaio. Si aveva intenzione di collocare un frangiflutti (nome convenzionale Goosberry) in ciascuna delle zone in cui avrebbero dovuto sbarcare le nostre divisioni. Occorrevano perciò complessivamente cinque frangiflutti, due dei quali avrebbero poi dovuto essere inclusi nei porti artificiali. Su proposta dell'ammiraglio Tennant, che aveva la responsabilità della costruzione dei porti artificiali, si decise che i frangiflutti venissero creati mediante l'affondamento di navi scelte appositamente, anche se ciò implicava l'impiego di un numero maggiore di navi. Movendosi con i loro mezzi, le navi avrebbero potuto raggiungere rapidamente la costa nemica ed essere affondate nel punto prestabilito, cosi da assicurare quasi subito una certa protezione agli attaccanti. Tutto ciò poteva essere attuato nello spazio di quattro o cinque giorni. I cassoni pieni di cemento destinati alla costruzione dei porti artificiali sarebbero stati rimorchiati in più volte, ma ciò avrebbe richiesto per lo meno un paio di settimane. Si lamentava infatti una certa scarsità di rimorchiatori; io diedi istruzioni per un censimento. L'Ammiragliato aveva bisogno di quasi 8000 metri di navi da affondare: la richiesta venne soddisfatta quasi integralmente con l'impiego di 70 vecchie navi mercantili e di 4 navi da guerra antiquate. Dal momento che gli inglesi costruivano la maggior parte dei porti artificiali, ritenni di poter ragionevolmente contare sul contributo americano per quanto riguardava le navi da affondare: su mia richiesta, i nostri alleati accettarono di fornirne quasi la metà".

Questi i preparativi. Ora il vero e proprio sbarco.

La battaglia

La battaglia di Normandia è stata l'ultima grande operazione militare preordinata dal mondo occidentale. Tra il giugno e l'agosto del 1944, a seguito della più imponente invasione di mezzi anfibi della storia, eserciti composti da oltre un milione di uomini decisero il destino dell'Europa. Noi ora ci soffermeremo sul giorno dello sbarco in Normandia, il D-Day, il "giorno più lungo" di tutta la battaglia.

Tra gli alti comandi Alleati vi era molta incertezza su dove avrebbe dovuto aver luogo lo sbarco. Gli americani puntavano su Calais, concordando, senza saperlo, con le supposizioni tedesche; gli inglesi preferivano la Normandia che -in base alle loro informazioni- aveva le difese più deboli. Nell'agosto del 1943, alla conferenza di Quebec, si decise per la Normandia, e il piano relativo venne approvato da Churchill, da Roosevelt e dai capi di Stato Maggiore delle due potenze.

Furono avviate azioni per convincere i tedeschi che lo sbarco sarebbe avvenuto là dove essi lo aspettavano, nella zona di Calais. I bombardamenti si infittirono sulla città e sul territorio circostante. Si giunse al punto che, quando già la flotta di invasione navigava verso la Normandia, un'altra flotta "finta", scortata da aerei, si stava dirigendo verso Calais.

L'inganno riuscì tanto bene che i tedeschi continuarono a credere che lo sbarco in Normandia fosse soltanto una finta e che la vera invasione avrebbe avuto luogo a Calais, dove essi continuarono ostinatamente a mantenere il grosso delle forze.

I tedeschi dispongono di 49 divisioni di fanteria, 10 divisioni corazzate, 1600 carri armati, 198 aerei da bombardamento, 125 aerei da caccia, 3 cacciatorpediniere, 36 siluranti e 34 sommergibili. Dall'altra parte gli Alleati mettono in campo 6 divisioni di fanteria, 55 divisioni motorizzate, 25 divisioni corazzate, un numero incalcolabile di carri armati, 3476 aerei da bombardamento, 5409 aerei da caccia, 6 navi corazzate, 27 incrociatori, 164 cacciatorpediniere e 6500 mezzi da sbarco. In totale, il 6 giugno 1944, gli Alleati contano su una forza di quasi tre milioni di uomini. Di questo imponente esercito, 1.700.000 sono americani e il resto inglesi, francesi, canadesi, norvegesi, belgi, polacchi e cecoslovacchi.

La zona scelta per lo sbarco si estende per circa un centinaio di chilometri, tra Le Havre e Cherbourg. E stata divisa in cinque spiagge, contrassegnate con nomi di fantasia. Agli americani sono toccate le due più occidentali, e cioè Utah tra Quinèville e Grandcamp-les-Bains, e Omaha tra Vierville e Port-en-Bessin. Agli inglesi le spiagge più orientali: Gold tra Arromanches e La Rivière, Juno tra La Rivière e Saint-Aubin, Wword tra Langrune e Ouistream.

La preparazione allo sbarco è stata accurata fino alle minuzie. I bombardamenti quotidiani a tappeto sulle linee e sulle difese tedesche hanno messo in crisi l'intero Vallo Atlantico. L'aviazione tedesca è stata praticamente distrutta negli aeroporti.

L'operazione di sbarco, denominata "Overlord", si mette in moto dopo la mezzanotte del 5 giugno del 1944. Venti minuti dopo la mezzanotte sei aerei della RAF si alzano in volo. Faranno da battistrada alla 6a divisione aerotrasportata britannica che si lancerà nella zona di Caen. Sono sessanta specialisti di "commando" e del genio, esploratori destinati a consentire con le loro segnalazioni da terra il lancio di due brigate di paracadutisti, la 3a e la 5a. La prima aveva il compito di distruggere i ponti della valle del Dives, mentre la seconda doveva assumere la difesa dell'Orne e dei ponti sul canale, eliminando il nemico dalla zona di sbarco di Ranville.

Alle ore 3.30, 72 alianti carichi di cannoni e di equipaggiamento cominciarono ad atterrare nella zona. Nell'impatto col terreno, al buio, molti si sfasciarono e i carri e le jeep che contenevano andarono distrutti. Molti uomini rimasero feriti e alcuni persero la vita. In seguito si constatò che 49 dei 72 alianti destinati all'operazione erano scesi bene, e le perdite umane e in mezzi erano state modeste.

L'occupazione dei ponti fu un capolavoro di cui si resero protagonisti gli uomini di sei plotoni del 2° battaglione di fanteria leggera dell'Oxfordshire e del Buchinghamshire del maggiore John Howard. Essi riuscirono nell'impresa di sfasciare, nel giro di tre soli minuti, sei alianti, tre per ogni ponte, esattamente all'imbocco, in modo da balzar fuori armi in pugno e impadronirsi del passaggio eliminando gli sbigottiti difensori. Fulmineamente, i ponti sul fiume Orne erano finiti in mano alleata.

Non altrettanto bene aveva funzionato la mossa degli esploratori mandati a contrassegnare la zona di lancio per le due brigate di paracadutisti. Il vento li aveva spinti verso oriente, sparpagliandoli, e così i 2.200 uomini della 5a brigata paracadutisti del brigadiere Poett, privi di segnalazioni, finirono lontani dall'obiettivo prefissato. Tuttavia la maggior parte della brigata riuscì a ricongiungersi. Peggio andò alla 3a brigata paracadutisti del brigadiere Mill, finita disseminata in una vasta zona di boschi e di paludi tra Merville e Troarn, undici chilometri nel retroterra. Nonostante tutto, i cinque ponti loro assegnati da distruggere furono fatti crollare.

Già prima dell'alba il generale Gale, comandante della divisione aerotrasportata, poteva stabilirsi nel conquistato castello di Ranville. Ora restava da eliminare la potente batteria costiera di Merville, vicino alla foce dell'Orne e il compito fu affidato al 9° battaglione paracadutisti del tenente colonnello Terence Otway. La batteria si trovava in casematte in cemento a prova di bomba, la difendevano 180 uomini. La copertura era fornita da una decina di mitragliatrici e da un campo di mine profondo dieci metri. Sembrava imprendibile. Otway prevedeva di calare nel perimetro della difesa, quasi sopra le casematte, tre alianti, mentre lui avrebbe attaccato da terra. Era un piano quasi suicida, eppure riuscì, anche se più della metà dei 150 uomini che avevano condotto l'assalto erano morti o feriti. Alle cinque del mattino il generale Gale poteva dire che tutti gli obiettivi assegnati alla sua 6a divisione aerotrasportata nella zona di Caen erano stati raggiunti.

Contemporaneamente, sul fianco occidentale dello sbarco, anche la 82a divisione aerotrasportata americana del generale Matthew Ridgway e la 101a divisione trasportata Usa del generale Maxwell Taylor, avevano raggiunto gli obiettivi prefissati, tra cui l'occupazione di Sainte-Mère-Eglise, che ebbe così l'onore di essere la prima città francese liberata dalle truppe alleate.

Intanto l'immensa flotta, la più formidabile mai riunita nella storia dell'umanità, si stava avvicinando alla Normandia. Su 2727 navi di ogni tipo erano caricati 2500 mezzi da sbarco. La scorta era formata da 700 navi da guerra, tra cui 23 incrociatori, 6 navi da battaglia e oltre 104 cacciatorpediniere. A bordo dei trasporti vi erano gli uomini della Prima armata americana del generale Bradley e della Seconda armata britannica del generale Dempsey. Il bombardamento aereo delle spiagge cominciò alle 3 e 14 del mattino del 6 giugno.

Sotto la protezione di questo gigantesco ombrello aereo, con i capisaldi a oriente e a occidente già tenuti dai paracadutisti, alle 6 e 30 del mattino comincia a sbarcare il XXI Gruppo di armate del feldmaresciallo Montgomery. Come si è già detto, alla Prima armata di Bradley toccano le spiagge di Utah e di Omaha, alla Seconda armata britannica di Dempsey, le spiagge di Juno, Sword e Gold.

Dall'altra parte del fronte, il Comando Gruppo Marina d'Occidente, che avrebbe dovuto controllare la Manica, ritiene che non si tratti di un'invasione su larga scala. Del contrario invece era convinto il generale Pemsel, che era il capo di Stato Maggiore della Settima armata tedesca, il quale avvertì immediatamente il generale Speidel, capo di Stato Maggiore dell'assente feldmaresciallo Rommel, che secondo lui si trattava di un'operazione su larga scala. Ma né Speidel, né il comandante supremo del fronte occidentale von Rundstedt, gli credettero.

Mentre si succedevano questi avvenimenti al quartier generale di von Rundstedt, a Saint-Germain-en-Laye, regnava la confusione. Nessuno aveva idea di dove fossero scesi i paracadutisti alleati. Alle 4 la situazione per i tedeschi rimaneva oscura. Il generale Blumentritt, capo di Stato Maggiore di von Rundstedt, chiese di poter impiegare contro gli sbarchi in Normandia la 12a divisione SS e la Panzer Lehr, ma si sentì rispondere che il Fuhrer vietava di ricorrere prima del tempo alla riserva strategica.

Sulla spiaggia di Utah, alle 6 e 30 in punto, mettono piede per primi sul suolo di Francia gli uomini della 4a divisione del generale Roosevelt, appartenente al 7° Corpo d'armata del generale Collins. Le prime azioni sono coronate da successo. Alle 9 del mattino, il reggimento di testa e i suoi carri avevano già infranto la fascia esterna del Vallo Atlantico e a mezzogiorno le avanguardie della 4a divisione si trovavano in vista di Pouppeville e di Sainte-Marie per collegarsi con i paracadutisti del generale Taylor.

Lo sbarco dei reparti successivi fu più facile, grazie all'intervento delle unità di demolizione della marina che avevano sgombrato la spiaggia dagli ostacoli fatti disseminare da Rommel. Tutti gli obiettivi prestabiliti erano stati raggiunti dalla 1a divisione già alle 13 del pomeriggio e si aspettano notizie altrettanto buone dalle truppe che contemporaneamente sono sbarcate più a oriente, cioè ad Omaha.

Ma qui le cose non vanno bene. Omaha era una spiaggia concava lunga sei chilometri e mezzo, con scogliere alte fino a trenta metri alle due estremità. In quel tratto una forte risacca rendeva difficili le operazioni di sbarco e inoltre il 5° Corpo d'armata del generale Gerow, destinato a conquistare quelle posizioni, non disponeva al momento dei famosi carri anfibi DD.

I tedeschi avevano fortificato molto bene le difese naturali. I capisaldi erano munitissimi. Mitragliatrici, cannoni anticarro e artiglieria leggera battevano la spiaggia dagli scogli, su cui le fortificazioni erano state addirittura scavate in caverna. Contro queste formidabili difese si avventò la 1a divisione statunitense del generale Huebner, finendo subito per trovarsi in gravi difficoltà, anche perché su Omaha era stata spostata la 352a divisione mobile tedesca. Nonostante le alte perdite americane la situazione non si sbloccava. A mezzogiorno le truppe da sbarco erano ancora ferme sulla spiaggia, sotto l'incessante fuoco nemico.

Cominciò allora un bombardamento navale delle difese tedesche e anche gli aerei vennero in soccorso. A terra si combatteva ferocemente. Stava per verificarsi a Omaha un disastro americano. Tuttavia al tramonto la penetrazione americana in questo settore non superava il chilometro e mezzo, benchè fosse stata aperta una via di uscita verso Vierville. I caduti erano più di tremila. Se i tedeschi fossero stati in grado di sferrare un violento contrattacco, gli americani sarebbero stati rigettati in mare.

Nel frattempo, a Gold la 50a divisione britannica è già in marcia verso Arromanches; a Juno, la 3a divisione canadese ha aggirato le difese di Courseulles e ha preso posizione sulle colline all'intorno; a Sword, la 3a divisione di fanteria canadese e tre gruppi di "commandos" si sono spinti a Bièville, fin quasi a quattro chilometri da Caen.

Il compito della Seconda armata britannica era quello di proteggere il fianco della Prima armata americana finchè questa avesse occupato Cherbourg e i porti della Bretagna. Si può dire che tutti gli obiettivi furono raggiunti. Al tramonto, la testa di ponte della 50a divisione misurava dieci chilometri per dieci, la zona di ancoraggio di Arromanches conquistata e La Rivière tenuta saldamente.

Erwin Rommel giunse nel tardo pomeriggio del 6 giugno al suo quartier generale di La Roche-Guyon. L'invasione era cominciata da dodici ore e ormai era troppo tardi per riprendere in mano la situazione. Rommel si gettò con l'impeto di sempre nell'azione, per tentare di tamponare le falle.

Sull'intero fronte la battaglia si placò col sopraggiungere del tramonto. Sia gli Alleati sia i tedeschi erano troppo stanchi per continuare i combattimenti. I tedeschi, poi, non avevano più i mezzi sufficienti per respingere l'assalto nemico e mancavano di truppe per un contrattacco in grande stile.

Non tutti gli obiettivi fissati sulle varie spiagge erano stati raggiunti dagli Alleati nel "D Day"; anzi, quasi nessuno. Eppure "Overlord" si poteva già considerare un grande successo. Centinaia di migliaia di uomini, decine di migliaia di carri armati e di veicoli erano stati sbarcati. Da questo momento diventava impensabile rigettarli in mare. 

Ecco come Cornelius Ryan, nel libro "Il giorno più lungo", descrive la vigilia dello sbarco:
"...Un po' prima delle 21, del 5 giugno, una dozzina di piccole navi apparvero al largo delle coste francesi. Camminavano lentamente, così vicine alla riva che i loro equipaggi potevano vedere chiaramente le case normanne. Quei battelli passarono inosservati. Finirono il loro lavoro e se ne andarono. Erano dragamine inglesi, l'avanguardia della più gigantesca flotta che fosse mai stata riunita.

Perché, in quel momento, solcando le acque grige e tempestose della Manica, una valanga di navi rotolava verso l'Europa hitleriana, la potenza e l'ira del mondo libero finalmente scatenate. Arrivavano, un'ondata dopo l'altra, su un fronte di 30 chilometri, 5000 navi di ogni specie. C'erano trasporti d'assalto nuovi e veloci, "cargos" arrugginiti, piccoli piroscafi, traghetti della Manica, navi-ospedale, petroliere vetuste e sciami di rimorchiatori dalle forme tozze. C'erano interminabili colonne di navi da sbarco a fondo piatto, pesanti e antiestetiche, lunghe più di 100 metri. Molte di esse e le grosse navi trasporto avevano a bordo imbarcazioni più piccole per il vero e proprio attacco alle spiagge: ce n'erano più di 1500. Dragamine, scialuppe a motore, vedette posa-boe, precedevano i convogli, sopra i quali si libravano i palloni di sbarramento antiaereo. Squadriglie di aerei da caccia volavano sopra le nuvole. E, avvolgendo e proteggendo questa fantastica cavalcata di navi zeppe di uomini, di munizioni, di armi e di viveri, di carri armati e di cannoni, una formidabile "armada" di 702 navi da guerra montava la guardia
".

( a cura di ENNIO DALMAGGIONI )
& Francomputer
Bibliografia: 
“MILES” - Fabbri Editori - fondamentale.
" Storia Universale Cambridge" - Garzanti Editori
"Grande storia Universale"-  Curcio Editore
La Seconda Guerra Mondiale - Arrigo Petacco

le operazioni giorno per giorno


6 GIUGNO - Nelle prime ore del mattino, alle 6.30, dopo le prime operazioni di copertura e i primi aviolanci, gli Alleati sbarcano in Normandia, sulle coste settentrionali della Francia: si realizza la gigantesca operazione “Overlord”.

7 GIUGNO - Benché a mezzanotte del 6 gli Alleati non abbiano ancora raggiunto gli obiettivi previsti dal piano “Overlord”, tutti gli sbarchi (ad eccezione di quello sulla spiaggia “Omaha”) sono riusciti bene ed ora le truppe angloo-americane hanno stabilito ampie teste di sbarco.
Col sorgere del sole la battaglia si riaccende: il problema più urgente per gli Alleati è consolidare le teste di sbarco e raggiungere quanto prima la linea che avevano contato di raggiungere entro la sera precedente.
Per i tedeschi è questione di vita o di morte riuscire a respingere gli avversari prima che questi abbiano la possibilità di allargare la breccia aperta nelle loro difese costiere.
Il gen. Eisenhower, in visita al fronte, ordina al V e al VII corpo USA (la armata del gen. Bradley) di convergere, dopo aver conquistato rispettivamente Isigny (29a divisione) e Carentan (101a divisione d’assalto).
La 4a divisione del VII corpo avanza verso nord in direzione della linea Quinéville-Montébourg, ma viene fermata dalla decisa opposizione tedesca sulla linea di fortificazioni di Crisbecq e Azeville. Intanto colonne dell’8° reggimento convergono verso Ste-Mère-Eglise per sostenere le unità dell’82à divisione aviotrasportata nel respingere un pericoloso contrattacco tedesco da nord. Altre unità dell’82à divisione raggiungono la riva orientale del fiume Merderet, ma al ponte La-Fière incontrano una violenta resistenza. A sud di Ste-Mère-Eglise unità della 101a divisione aviotrasportata, che si trovano sulla riva settentrionale del fiume Douve, sospendono temporaneamente gli attacchi per stabilire una testa di ponte al di là del corso d’acqua: in compenso ricevono la resa dei distaccamenti tedeschi di Le Port e La Barquette. Il V corpo USA, con la 29a divisione sulla destra e la 1à sul fianco sinistro, avanza in direzione di Isigny e Bayeux.
Unità della 29a divisione raggiungono la regione di Saint-Laurent e si spingono in direzione sud-ovest verso Louvières e Montigny. Sul fianco destro del settore, in cui opera la 1a divisione USA, elementi del 26° reggimento non riescono a conquistare Formigny; al centro, il 18° reggimento preme in direzione di Engranville, Mandeville e Mosles; il 16° reggimento, sulla sinistra, conquista Huppain.
I tedeschi mantengono saldamente il possesso, lungo il fiume Dròme fino alla sua confluenza con L’Aure, dello stretto corridoio che divide le forze inglesi e americane. Verso sera iniziano a sbarcare le truppe della 2a divisione USA.
Nel settore in cui opera la 2a armata britannica, la 50a divisione (XXX corpo inglese) supera Bayeux (che viene presa miracolosamente intatta) e con alcune unità si spinge a sud della statale 13 che collega Bayeux a Caen: la stessa operazione viene compiuta più a est, vicino a Caen, da una brigata della 3a divisione canadese (Il corpo).

8 GIUGNO - Unità della 82a divisione aviotrasportata e della 4a divisione (VII corpo USA) iniziano ad avanzare in direzione di Cherbourg. Si rivelano inutili i tentativi del 22° reggimento (4a divisione) di superare la linea di fortificazioni tra Azeville e Crisbecq.
Lungo la riva del fiume Merderet, l’82a divisione aviotrasportata viene impegnata duramente dalla 243a divisione tedesca. Sul fianco meridionale del settore in cui opera il VII corpo, la 101à divisione aviotrasportata inizia la battaglia per la conquista di Carentan nel tentativo di ricongiungersi il più presto possibile con il V corpo americano. Quest’ultimo raggiunge gli obiettivi previsti per il giorno dello sbarco e nella notte conquista, in tutta tranquillità, Isigny; il suo 115° reggimento prosegue a sud del fiume Aure passando attraverso Longueville. Nel settore in cui opera la 1a divisione, mentre il 26° reggimento, nel tentativo di intrappolare il nemico tra le teste di sbarco americana e britannica, supera Tour-en-Bessin e nella notte Ste-Anne, il 16° tenta di bloccare la fuga dei tedeschi da Port-en-Bessin. Questi però riescono a mantenere sgombro un corridoio e a mettere in salvo, nella notte tra l’8 e il 9, buona parte delle loro forze.
Nel settore della 2a armata britannica (XXX corpo), il 47° reggimento Royal Marines entra nelle prime ore del mattino a Port-en-Bessin.

9 GIUGNO - Significativi progressi della 4a divisione americana (VII corpo) nel corso dell’avanzata verso Cherbourg: il 22° reggimento costringe alla resa i 169 uomini che difendono le fortificazioni di Azeville (4 Casematte di cemento armato mascherate da abitazioni civili, collegate con trincee coperte, armate di cannoni da 150 mm e sormontate da mitragliatrici); organizza quindi una Task Force che dirige verso Quinéville attraverso la breccia aperta ad Azeville. La 82a e la 101a divisione aviotraspottata lanciano i loro attacchi rispettivamente sul fiume Merderet e, a sud, verso Carentan.
Nel settore centrale del V corpo USA, il 38° reggimento della 2a divisione entra a Trévières mentre il 9° reggimento, da est, si spinge verso Rubercy. La 1a divisione raggiunge con le truppe del suo fianco sinistro Agy e Dodigny. Comincia lo sbarco della 2à divisione corazzata USA. Nel settore della 2a armata britannica, il I corpo incontra una forte resistenza nella zona di Caen.

10 GIUGNO - Ad Auville-sur-le-Vey avviene il ricongiungimcnto tra il V e il VII corpo della 1a armata USA: la città di Carentan rimane però ancora in mano alla 17a Panzerdivision tedesca. Nel settore del VII corpo USA, unità della 4a divisione conquistano alcune posizioni al di sotto della strada Montébourg-Quinéville e obiettivi lungo la strada Montébourg-Le Ham. La 101a divisione aviotrasportata inizia a circondare Carentan. Primi sbarchi della 9a divisione americana, ultima arrivata.
Sul fianco sinistro del V corpo USA, unità della 1a divisione raggiungono la strada che collega Bayeux a St.-Lò.
Nel settore della 2a armata britannica, continua la pressione del I e del XXX corpo su Caen. Il piano di Montgomery prevede un duplice attacco: da est ad opera del I corpo, che dalla riva destra dell’Orne avanzerà fino a Cagny, a sud-est della città; e da ovest ad opera della 7a divisione corazzata (XXX corpo) che movendo dalla regione di Bayeux e occupate TiIly-sur-Seulles, Villers-Bocage e Noyers-Bocage, occuperà le alture di Evrecy a sud-ovest di Caen.
La 7a divisione corazzata inizia la offensiva in direzione di Tilly-sur-Seulles incontrando la tenace resistenza della divisione Panzerlehr tedesca.

11 GIUGNO - Mentre la 90a divisione USA continua la sua avanzata, anche se lentamente, a occidente del fiume Merderet, la 101à divisione aviotrasportata porta l’attacco decisivo contro Carentan : nella notte, sotto il micidiale fuoco di artiglieria americano, i tedeschi abbandonano la città. Carentan viene occupata, ma i tentativi tedeschi per riprenderla non si fanno attendere.
Nel settore del V corpo USA, unità della 2a divisione corazzata ricevono l’ordine di rafforzare la testa di ponte ad Auville-sur-le-Vey fino a che la 101a divisione aerotrasportata (VII corpo) continuerà ad essere impiegata a Carentan.
Calma sugli altri fronti del V corpo USA.
La 7a divisione corazzata (XXX corpo della 2a armata britannica) è severamente impegnata intorno a Tully-sur-Seulles dalla Panzerlehr tedesca che ha adottato, complici la vegetazione e la natura del terreno, una tattica di guerriglia fatta di imboscate, rapidi avanzamenti e improvvise ritirate. Gli inglesi riescono anche ad impadronirsi di Tilly, ma un repentino contrattacco li espelle dall’abitato. Anche ad est di Caen, dove opera il I corpo britannico, la situazione per gli Alleati non è rosea:i contrattacchi tedeschi dell’LXXXVI corpo hanno bloccato l’avanzata.

12 GIUGNO - Il VII corpo USA (1a armata) non ha ancora raggiunto la linea che avrebbe dovuto occupare il giorno stesso dello sbarco. I suoi reparti avanzano comunque sia nella penisola del Cotentin che in direzione sud verso St.-Lò.
Sulla costa orientale della penisola, elementi della 9à insieme alla 4à divisione entrano a Crisbecq, da cui il nemico è stato costretto a ritirarsi: anche Ozeville viene conquistata dal 22° reggimento americano dopo un violento cannoneggiamento terrestre e navale. L’8° reggimento tenta alcuni attacchi contro Montébourg, ma viene fermato decisamente dai reparti della 243a divisione tedesca. Non riesce neppure un nuovo tentativo di due reggimenti della 9à divisione di proseguire l’avanzata ad ovest del fiume Merderet.
Unità dell’82a divisione aviotrasportata rinforzate e raggruppate attraversano il fiume Douve all’altezza di Benzeville-la-Bastille, nel tentativo di ricongiungersi con la 101a divisione aerotrasportata a Baupte.
Nel settore del V corpo americano, la 29a divisione attraversa il fiume Vire e conquista i ponti sul canale che collega i fiumi Vire e Taute, ma viene fermata nella regione di Monmartin-en-Graignes dalla risoluta resistenza tedesca. Inizia l’assalto delle divisioni del V corpo in direzione di St.-Lò: sul fianco sinistro la 1a divisione raggiunge Caumont, sulla strada St.-Lò-Caen.

13 GIUGNO - Nel settore in cui opera il VII corpo americano continua la lenta avanzata della 4a divisione lungo la costa orientale della penisola del Cotentin e della 90a in direzione ovest oltre il fiume Merderet. Un violento contrattacco della 17a Panzerdivision tedesca per riconquistare Carentan porta gli attaccanti fino alla periferia della cittadina: il pronto intervento della 101a divisione aviotrasportata e di reparti della 2a divisione corazzata USA ferma i tedeschi. Nel settore del V corpo USA, la 1adivisione conquista Caumont mentre il 38° reggimento della 2a divisione, con il determinante appoggio dell’artiglieria, giunge a circa 3 km dal fiume Elle in direzione di St.-Lò. Al calar della sera il gen. Bradley, comandante la 1a armata USA, arresta l’avanzata del V corpo con l’ordine di mantenere le posizioni, alla vigilia del tentativo del VII corpo di “tagliare” la penisola del Cotentin e di conquistare Cherbourg. Nel settore del XXX corpo britannico (2a armata britannica), la 7a divisione corazzata conquista Villers-Bocage, importante nodo stradale tra Caen e St.-Lò, e continua ad avanzare in direzione di Caen fino a Quota 213, a nord-ovest della città: qui deve arrestarsi per la vivace reazione della 2a Panzerdivision appena giunta dalla regione di Beauvais. Il contrattacco tedesco prende di sorpresa le truppe inglesi che si ritirano verso ovest abbandonando Villers-Bocage. La posizione dell’unità britannica è critica.
Alle 3,30, dalle rampe situate sulla costa della Manica, si inizia il lancio delle V1 tedesche (dalla lettera iniziale di Vergeltungswaffen, cioè “armi da rappresaglia”) suI territorio inglese.

La nuova arma, realizzata nella base di Peenemùnde molto simile a un piccolo aereo, è lunga 8 metri e presenta un’apertura alare di 5 metri per un peso complessivo di 2 t, compresi gli 800 kg circa di esplosivo. Lanciata da rampe leggermente inclinate (ma anche da aerei opportunamente modificati), la V1 vola a circa 1000 metri di altezza a una velocità massima di circa 600 km/h. Delle 10 V1 lanciate in questa occasione, solo 4 raggiungono il suolo inglese e di queste una solamente cade su Londra uccidendovi 6 persone.
Fino al 6 settembre ne verranno lanciate circa 8000 (oltre 1200 saranno in seguito lanciate da rampe installate sulla costa del Mare del Nord).

14 GIUGNO - Continua l’avanzata delle divisioni del VII corpo USA verso il nord e l’ovest della penisola del Cotentin, la 4a procedendo lungo il settore costiero orientale della penisola, l’82a aerotrasportata, la 9a e la 90a a occidente del fiume Merderet, nel tentativo di isolare Cherbourg.
Sulla spiaggia “Utah” sbarca la 79a divisione americana. Entra in linea il neoformato XIX corpo USA, che si colloca tra il V e il VII corpo.
Il XIX corpo è costituito dalla 29a divisione (trasferita dal V corpo) e dalla 30a che occupa il settore tra Carentan e Isigny.
Nel settore inglese, l’intervento della 1a divisione americana consente alla 7a divisione corazzata (XXX corpo britannico), premuta da sud dai Panzer tedeschi, di sganciarsi dal nemico e di dirigersi al sicuro verso la regione di Parfourn-l’Eclin.
Viene momentaneamente sospesa la offensiva contro Caen a est e a ovest del fiume Orne.

15 GIUGNO - Viene costituito l’VIII corpo americano al comando del gen. Troy H. Middleton: assume il controllo del settore ovest della penisola del Cotentin.Il gen. Cohlins, comandante il VII corpo USA, ritiene che gli sforzi principali delle sue truppe debbano essere volti a “tagliare” in due la penisola del Cotentin per conquistare quanto prima Cherbourg.

16 GIUGNO - Il VII corpo americano arriva al fiume Douve oltre il quale riesce a stabilire delle teste di ponte; unità della 82a divisione aviotrasportata entrano a St.-Sauveur-le-Vicomte, sulla riva occidentale del Douve, nel cuore della penisola del Cotentin: i tedeschi si ritirano in gran disordine. Nel settore del XIX corpo americano, mentre alcune unità della 30a divisione presidiano il canale che collega i fiumi Taute e Vire, la 29a divisione, in collegamento con la 2a divisione del V corpo, avanza in direzione di St.-Lò.

17 GIUGNO - La 9a divisione del VII corpo USA lancia una poderosa offensiva in direzione di Carteret sulla costa occidentale della penisola del Cotentin. Durante la notte sul 18, una colonna raggiunge Carteret isolando Cherbourg e la parte settentrionale della penisola. Rommel propone di evacuare la penisola, ma Hitler non vuoi nemmeno sentire parlare di sgombero. Non resta che ordinare alle divisioni che si trovano a nord (709a, 243a, 91a 77a) di sacrificarsi per Cherbourg: il resto dell’LXXXIV corpo tedesco (7a armata del gen. Dollmann) viene schierato a difesa della base della penisola del Cotentin. Hitler convoca bruscamente i marescialli Rundstedt e Rommel a Margival, presso Soissons, e si esibisce in una delle sue solite sfuriate. L’armata dell’ovest, dice, “si è lasciata cogliere nel sonno” e accusa le truppe di vigliaccheria. Rommel cerca di controbattere, mette in evidenza la sproporzione tra le forze alleate e quelle tedesche, propone nuovamente lo sgombero della penisola del Cotentin. Hitler però non cede. Contemporaneamente alla conquista di Carteret, l’82a divisione aviotrasportata, passata sotto il comando dell’VIII corpo, riceve l’ordine di stabilire una testa di ponte sulla riva destra del fiume Douve a Pont-l’Abbé. Nel settore del XIX corpo, la 29a divisione, che avanza verso St.-Lò, viene impegnata da paracadutisti tedeschi.

18 GIUGNO - Il comandante del XXI Gruppo d’armate, gen. Montgomery, emana la sua prima direttiva scritta dopo lo sbarco in Normandia, sollecitando la conquista di Caen e Cherbourg. Sul fronte di Cherbourg, il VII corpo americano inizia l’avanzata verso la città con la 9a, la 79a e la 4a divisione, rispettivamente a sinistra, al centro e a destra dello schieramento.
Immutata la situazione nel settore di St.-Lò dove il XIX corpo USA è bloccato a nord della città.

19 GIUGNO - Inizia l’attacco finale delle divisioni americane contro Cherbourg: sulla sinistra avanza la 9a in direzione di Helleville, St.-Christophe-du-Foc e Couville, al centro la 79a divisione dirige verso la linea Golleville-Urville e verso Bois-de-laBrique; nel settore destro dello schieramento USA, la 4a divisione, la più avanzata, incontra una fiera resistenza da parte delle forze tedesche poste a difesa di Cherbourg.
L’82a divisione aviotrasportata e la 90a vengono trasferite dal VII corpo all’VIII.

20 GIUGNO - Mentre continua l’offensiva del VII corpo USA contro Cherbourg (la 4a e la 79a divisione sono a circa 7 km dalla città), unità della 29a divisione (XIX corpo americano) tentano inutilmente di avanzare in direzione di St.-Lò.

21 GIUGNO - Le divisioni del VII corpo americano (9a 79a e 4a) si preparano per l’attacco finale contro Cherbourg.
Al calar della sera il gen. Collins, comandante il VII corpo, intima la resa al comandante della guarnigione di Cherbourg, gen. Karl Wilhelm von Schlieben. Da Cherbourg non viene risposta.

22 GIUGNO - Non ricevendo la VII armata nessuna risposta all’ultimatum del gen. Collins, alle 12,40 inizia l’attacco finale a Cherbourg con un intenso bombardamento aereo: le 3 divisioni del VII corpo (la 9a la 79a e la 4a) avanzano con difficoltà su un terreno accidentato, ma l’opposizione che incontrano non sempre è decisa: all’accanimento di alcune unità fa riscontro la resa affrettata di altri reparti.

23 GIUGNO - Le divisioni del VII corpo della 1a armata USA penetrano nelle difese esterne di Cherbourg; sul fianco sinistro, mentre il 60° reggimento (9a divisione) supera il settore di Flottemanville, il 47° completa la conquista di Quota 171; al centro dello schieramento alleato, la 79a divisione avanza in direzione di La-Mare-à-Canards, ma non riesce a superare questo caposaldo. In difficoltà, sulla destra, anche la 4a divisione che avanza verso Tourlaville.
A est, nel settore inglese, la 5a divisione (I corpo) conquista S.te-Honorine, a nord-est di Caen.

24 GIUGNO - Continuano i combattimenti attorno a Cherbourg: elementi della 9a divisione premono sulla città da nord-ovest mentre al centro i reggimenti della 79a divisione raggiungono e superano La-Mare-à-Canards, Hameau-Gringer e puntano su Fortdu-Roule.
Il comandante dellla guarnigione di Cherbourg, gen. Schlieben, fa presente ai suoi superiori che le capacità combattive delle sue truppe diminuiscono rapidamente: dubita che si possa resistere ad un nuovo attacco.

25 GIUGNO - La battaglia per Cherbourg è al suo epilogo: bombardamenti navali e aerei stanno stroncando la resistenza degli uomini del gen. Schlieben il quale, infatti, dopo una giornata di furibondi combattimenti, invia al comando generale di Rommel un messaggio sfiduciato e pessimista: “Le truppe sono sfinite.., e la perdita della città è inevitabile e prevedibile a breve scadenza... Tra i difensori della città ci sono 2000 feriti che non possono essere curati.
Il sacrificio dei superstiti è ancora necessario?”. Rommel risponde seccamente: “Conformemente agli ordini del Fùhrer dovete resistere fino all’ultima cartuccia”. Le unità del VII corpo americano sono ormai nei sobborghi di Cherbourg.
Nel settore in cui operano i corpi della 2a armata britannica, la 49a divisione (XXX corpo) inizia l’offensiva in direzione di Rauray, località a circa 15 km ad ovest di Caen. In difesa della città sono schierate numerose divisioni dell’LXXXVI corpo e del I e II corpo Panzer SS.

26 GIUGNO - Si stringe il cerchio del VII corpo americano attorno a Cherbourg. L’avanzata dei reparti della 9a divisione da ovest si arresta davanti all’arsenale: intanto il 39° reggimento raggiunge Octeville e il sobborgo di St.-Sauveur-le-Vicomte dove prende prigionieri un migliaio di tedeschi, con il comandante la guarnigione gen. Schlieben e l’ammiraglio Waither Hennecke, comandante navale della città, che ha fatto distruggere completamente il porto per evitare che possa essere usato dagli Alleati (per questo gesto viene decorato da Hitler con il cavalierato della Croce di Ferro). Ma la battaglia non è finita.

27 GIUGNO - A Cherbourg capitola anche l’arsenale, mentre unità della 4a e della 9a divisione avanzano in direzione di Cap-Lévy (a est della città) e Cap-de-la-Hague (l’estrema punta nord-occidentale della penisola del Cotentin).
Continua nel settore della 2a armata britannica l’attacco della 49a divisione (XXX corpo) a ovest di Caen con la conquista di Rauray: un contrattacco della 9à divisione Panzer SS viene respinto. A est della 49à divisione, l’VIII corpo britannico riesce a stabilire una piccola testa di ponte oltre l’Odon, aggravando la posizione dei tedeschi nella regione di Grainville (è iniziata l’operazione “Epsom”, che prevede l’aggiramento di Caen da sud).

28 GIUGNO - La 79a divisione americana (VII corpo) lascia il settore di Cherbourg per raggiungere la zona in cui opera l’VIII corpo USA, a sud-ovest della penisola del Cotentin; la 9a divisione continua i preparativi per l’attacco finale a Cap-de-la-Hague.

29 GIUGNO - A Cherbourg si arrende anche l’ultimo caposaldo tedesco nella zona del porto.
e cadono le ultime resistenze tedesche a Cap- de-la-Hague.

30 GIUGNO - Il comando della 1a armata USA emana alle sue divisioni le direttive per una offensiva generale che dovrà iniziare il 3 luglio con l’VIII corpo americano. Anche perchè i tedeschi iniziano ad essere disorganizzati nella resistenza.

L'offensiva degli americani si sposta a St.-Lò, che data la sua importanza quale centro di comunicazione e di commerci, era stata fortemente presidiata dai Tedeschi, tanto più che la difesa della città era molto agevolata da una cerchia di alture e di fitte foreste. A una di queste alture (quota 192) i Tedeschi da mesi avevano fatto lavori erigendo un formidabile fortilizio. Occorsero infatti molte ore di bombardamenti d'inaudita violenza perchè fosse la fortezza espugnata. Furono infatti impiegati non meno di 3000 aeroplani
E fu qui che cadde il generale Teodoro Roosevelt, congiunto del Presidente degli Stati Uniti, mentre nel campo avverso, invece, una bomba colpì l'automobile del maresciallo Rommel mentre stava compiendo un giro d'ispezione (rimase ferito, poi morì - si disse- in seguito alle ferite. Mentre un'altra versione dice che morì per assassinio o per falso suicidio).

Fu necessaria agli americani una settimana prima che potessero impadronisrsi di St.-Lò e quindi continuare la loro marcia verso sud occupando (dal 10 al 15 agosto) l'intera penisola brettone e soprattutto Rennes, centro stradale e ferroviario assai importante, che univa la penisola al resto della Francia. Rennes era la chiave della regione.



Dal giorno dell’invasione, il 6 giugno, gli Alleati hanno sbarcato in Normandia 920.000 uomini, quasi 600.000 t di materiale e 177.000 veicoli. Da 15 a 16 sono le divisioni che ciascuna delle 2 armate alleate (la 1a americana e la 2a britannica) può mettere in linea, mentre altre 15 (9 USA e 6 anglo-canadesi) sono di riserva pronte ad imbarcarsi nel Sud dell’Inghilterra. In 24 giorni di combattimenti, gli Alleati hanno perduto quasi 62.000 uomini tra morti e feriti.

Inizia la grande offensiva sul resto della Francia e con lo sbarco a Marsiglia, congiunte le forze inizia la inarrestabile marcia che si concluderà a Berlino.


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