in breve I MOVIMENTI CULTURALI dell'Età Moderna
 che hanno interessato e influenzato la letteratura, la filosofia, l'arte, la musica, le varie forme di spettacolo


ROMANTICISMO -  NATURALISMO - VERISMO - SCAPIGLIATURA 
VERISMO E NATURALISMO IN ITALIA

ROMANTICISMO 1790 - 1870

Il termine non era nuovo, nel Seicento l'inglese romantic aveva il significato di romanzesco, per indicare le narrazioni desunte dal romance, romanzo cavalleresco medievale; sinonimo di pittoresco per designare gli aspetti selvaggi e malinconici della natura, sia in senso spregiativo, per definire tutto ciò che è irrazionale.

Ma del "Romanticismo" dell'Ottocento, dato che l'estrema complessità del movimento interessa tutti gli ambiti della scienza e della cultura, non è possibile formularne una definizione precisa . Quello che è importante sottolineare  è il periodo storico in cui nasce. Fra la Rivoluzione francese e la formazione dello Stato Tedesco, con in mezzo tante sensibilità irrequiete, nella Rivoluzione Francese, nelle guerre napoleoniche, nella Restaurazione, nelle repressioni, nelle lotte liberali indipendentiste, per finire nelle rivoluzioni europee, dentro gli stessi stati assolutisti (vedi Austria), in quelli liberali (vedi Inghilterra), in quelli in lentissima formazione (vedi l'Italia dei piccoli "cortili"), in quelli in accelerata formazione (vedi Russia).
In ognuna di queste fasi, nelle coscienze dei popoli coinvolti nei grandi conflitti, si creano delle profonde fratture; con le varie disillusioni, tradimenti, frustrazioni, miti nella polvere, aspirazioni stroncate, umiliazioni, ritorno a un nuovo tipo di stoicismo che è spesso falso; c'è l'attrazione per la morte, le malattie, le esperienze oniriche, le droghe, le fughe dalla perfezione dell'uomo, le evasioni nel trascendentale infinito o gli autoimposti isolamenti

Dopo il culto della libertà universale, si ritorna con i cocenti insuccessi, al sentimento nazionale, recuperando ogni popolo il suo storicismo partendo dalle origini, alla ricerca della propria identità.
In Germania si esalta il valore della propria storia (Idealismo tedesco), della religione e dell'arte stessa.
Il Romanticismo è in antitesi all'Illuminismo e vuole sostenere una nuova concezione della vita. Contro il razionalismo dell'età precedente si afferma il concetto della creatività dello spirito;  all'ateismo degli ideologi si contrappone il ritrovamento dei valori religiosi; contro l'antistoricismo illuministico, che respingeva la storia del passato, ritenendola colma di superstizioni e di errori, viene sostenuto un nuovo storicismo rivalutando le tradizioni; infine viene affermata l'autonomia della fantasia rispetto all'intelletto. Nella letteratura il Romanticismo diventa una bandiera, e sotto di essa respinge tutta la poetica classicistica e aristotelica, il culto dei poeti raffinati, si afferma vigorosamente il concetto di poesia popolare. 
Diversi furono gli aspetti del romanticismo letterario nei vari paesi, ma le tendenze erano sempre e solo due: quella lirico-soggettiva, volta all'indagine interiore, da cui scaturì poi i decadentismo;  e quella  oggettivo-realistica, volta alla rappresentazione della realtà storica, pura narrazione che preparerà il naturalismo di fine secolo.
Le prime esperienze, quindi l'origine, sono da ricercare nell'opera di Herder e nello Sturm und Drang, ove fanno le prime esperienze Schiller e Goethe. L'inizio ufficiale è però del 1797 quando esce a Berlino la rivista Athenaum, con una tendenza prevalente al misticismo e all'irrazionale (NOVALIS, HOLDERLIN) mentre l'opera di Goethe è volta alla ricerca di un nuovo equilibrio, detto poi classico-romantico. 
I generi privilegiati sono il poema (filosofico, epico, idillico), il romanzo (storico, psicologico), il diario, la ballata, la novella.
In Inghilterra sorge ufficialmente l'anno dopo, nel 1798,  ad opera di Wordsworth, Coleridge, ed ha come massimi esponenti GEORGE GORDON BYRON (1788-1824); PERCY BYSSHE SHELLEY (1792-1822); JOHN KEATS (1795-1821); WALTER SCOTT (1771-1832) che si afferma nel romanzo storico. In Francia, ove la sensibilità romantica  è stata preannunciata da ROUSSEAU , la data d'inizio è segnata da M.ME DE STAEL (1766-1817) con la pubblicazione nel 1813 di Germania, poi seguirono FRACOIS RENE' DE CHATEUBRIAND (1768-1848); ALPHONSE LAMARTINE (1790-1869); VICTOR HUGO (1802-1885); ALFRED DE VIGNY (1797-1863); ALFRED DE MUSSET (1810-1857); ALEXANDER DUMAS (1802-1870); SAINT-BEAUVE (1804-1869) e altri. 
In Italia (pur con il tinanismo dell'Alfieri e il neoclassicismo del Foscolo che presentano entrambi già aspetti tipicamente romantici) il Romanticismo inizia nel 1816 con una lettera a una rivista italiana, della già citata M.me de Stael, che scatena la polemica classico-romantica; ma il seme è messo a dimora e inizia a germogliare creando nella pianta due rami, due correnti: quella del gruppo più realista CARLO PORTA (1776-1821);  GIOACCHINO BELLI (1791-1863); GIUSEPPE GIUSTI (1809-1850); IPPOLITO NIEVO (1831-1861) che culmina con MANZONI (1785-1873) e quella del sentimentalismo (TOMMASO GROSSI (1790-1853); SILVIO PELLICO (1789-1854); GIOVANNI PRATI (1814-1884); ALEARDO ALEARDI (1812-1878) che trova la sua più alta espressione nella poesia dI GIACOMO LEOPARDI (1798-1837); in parte  UGO FOSCOLO (1778-1827).

Altre forti influenze romantiche le riscontriamo nel Teatro, nell'Arte, nell'Architettura, nella Pittura, ma la manifestazione più alta della spiritualità e del sentimento romantico, capace di esprimere l'inesprimibile, pur struggendoci l'anima, la troviamo nella MUSICA strumentale tedesca con i due grandi precursori: WOLFANG AMEDEUS MOZART (1756-1791) e LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827); seguiti da MENDELSSOHN (1809-1847); SCHUMANN (1810-1856); BRAHMS (1833-1897); WAGNER (1813-1883); CHOPIN (1810-1849); LIZT (1811-1886); BERLIOZ (1803-1869); SCHUBERT (1797-1828); BRUCKNER (1824-1896); MEYERBER (1791-1864);
In Italia: CHERUBINI (1760-1842); - SPONTINI (1774-1851); - DONIZETTI (1797-1848); - BELLINI (1801-1835); - VERDI (1813-1901).

L'ARTE del Romanticismo ha una concezione mistica e idealistica; In Inghilterra la PITTURA domina prediligendo i grandiosi spettacoli naturali, spesso con scorci sull'orrido, sulle tempeste, su cieli minacciosi o inondati da raggi di  luce fantasmagorici a più colori o scegliendo luoghi spirituali; si impone WILLIAM TURNER (1775-1851); indi WILLIAM BLAKE (1757-1827); JOHN CONSTABLE (1776-1837); HEINRICH FUSSLI (1741-1825);
In Francia primeggia EUGENE DELLACROIX (1798-1863);
In Italia: FRANCESCO HAYEZ (1791-1882); ANTONIO FONTANESI (1818-1882); IL PICCIO (1804-1873).


REALISMO - ca. 1830-1879 (Europa)

Prima ancora che termini il periodo del Romanticismo, quasi a metà dello stesso, sorge una corrente che abbandona le enfatizzazioni romantiche e guarda alla vita realistica.
 In senso generico (lasciamo stare quello filosofico, un po' più complesso, che è quell'indirizzo che sostiene l'esistenza dei concetti universali, indipendentemente dal fatto che tali concetti vengano pensati e dai nomi che vengono loro attribuiti dagli uomini; a partire da Kant in poi, e quindi più complesso in questa sede commentare) nel mondo letterario REALISMO è la rappresentazione della vita quotidiana, senza tante concessioni al sentimentalismo e alle interpretazioni soggettive. In senso più specifico il termine designa movimenti, tendenze, orientamenti di alcuni precisi periodi della storia letteraria oltre che artistica. 
Anche se tutto il romanzo moderno del primo Novecento, tende a forme realistiche, il termine venne usato per la prima volta nella letteratura francese intorno al 1825. Quando HONORÉ DE BALZAC (1799-1850)  giovandosi di una non comune capacità d'osservazione  e d'una potente immaginazione, pur vivendo una vita tumultuosa e sregolata, dà vita con una fecondità prodigiosa al più compiuto quadro della società francese del suo tempo: dell'800, proprio lui che era nato nel 1799, e ha appena intravisto la meteora napoleonica. Siamo infatti in piena Restaurazione, con una Francia in ginocchio dopo la grande avventura sull'intera Europa. Alla corte di Versailles le luci sono spente, ma sulla stessa  riva della Senna - il crogiuolo delle idee progressiste-  vive una dura realtà. "...se non possiamo far nulla con le armi, facciamolo allora qualcosa con la penna" dicono i seguaci del  grande che sta emergendo, che in brevissimo tempo influenzerà l'intera Europa.
 
 Sotto il titolo generale La Commedia Umana, Balzac scrisse ben 96 romanzi, con quell'arte che viene chiamata d'ispirazione "realista",  che fanno di lui uno dei più grandi romanzieri moderni.
Balzac sceglie di rappresentare le condizioni di vita e i moti interiori (sempre più spesso deformanti) di una quotidianità borghese,  secondo i criteri di fedeltà alla realtà, abbandonando il sentimentalismo e le enfatizzazioni romantiche, che non era più il caso. Descrive la vita e la società, qual'è. Quindi materia della sua opera è la storia contemporanea, mettendo a confronto personaggi delle varie classi sociali (le vincenti come le soccombenti)  servendosi di volta in volta di un linguaggio rispondente alle loro diverse realtà. Realtà che sono diverse, come sono diversi gli ambienti dove gli uomini vivono.
Per Balzac e lo scrive nella sua prefazione "La società fa dell'uomo, secondo gli ambienti in cui la sua azione si svolge, tanti uomini diversi quante varietà ci sono nella zoologia".

Abbiamo detto "sceglie", ma Engels giudicando l'opera di Balzac come un capolavoro, afferma che il realismo di Balzac si manifesta a dispetto delle idee dell'autore. Ed in realtà questa sua geniale inventiva  in Balzac straripava. Perfino capace non di scrivere, ma di dettare ai suoi scrivani  contemporaneamente quattro romanzi, spostandosi da una stanza all'altra, pur essendo romanzi così singolari e nuovi per i suoi tempi, uno dall'altro. Più che inventare, Balzac sciorinava la realtà; riportava la nuda cronaca, come in un "documentario". 
   Illusioni perdute è ad esempio un'implacabile fedele "film" analisi non solo dell'800, ma è così concatenato alla "commedia dell'uomo", con la sua doppiezza, il suo spregiudicato arrivismo e servilismo,  da essere ancora oggi attuale (ma forse è stato sempre così, soltanto che prima era tutto camuffato, nascosto, alterato, non raccontato; non era cronaca, ma una vita-fantasia degli autori).

La tendenza si diffonde in tutta Europa: in Francia con STENDHAL (1783-1842); GUSTAVE FLAUBERT (1821-1880); In Inghilterra con  GEORGE ELIOT (1819-1880), CHARLES DICKENS (1812-1870), WILLIAM THACKERAY (1811-1863); negli Stati Uniti con HERMAN MELVILLE (1819-1891); in Russia con LEV NIKOLAVIC TOLSTOJ (1828-1910); FEDOR DOSTOEVSKIJ (1821-1881); NIKOLAJ GOGOL (1809-1852); IVAN TURGENEV (1818-1883); MICHAIL LERMONTOV (1814-1841); ALESSANDR PUSKIN (1799-1837): ANTON CECHOV (1860-1904):  in Germania con  THEODOR FONTANE (1819-1898): GUSTAV FRYTAG (1816-1895); GOTTFRIED KELLER (1819-1890); WILLHELM RAABE (1831-1910); In Italia con IPPOLITO NIEVO ( 1831-1861); RENATO FUCINI (1843-1921); MARIO PRATESI (1842-1921); LUIGIA CODEMO (1828-1888): EMILIO DE MARCHI (1851-1901) e altri.
Con intonazioni già naturalistiche in America con THOREAU (1817-1862); WHITMAN (1819-1892), MARK TWAIN (1835-1910).

Nell'ARTE una ventata di realismo in Francia è quella di  GUSTAVE COURBET (1819-1877) e quella di JEAN MILLET (1814-1875); in Belgio COSTANTIN MAUMIER (1831-1905); In Germania ADOLF VON MENZEL (1815-1905); In Italia GIUSEPPE PALIZZI ( 1812-1888); DOMENICO INDUNO (1815-1878).


NATURALISMO - 1860-1900 - In Europa

Il movimento è di origine anche questo francese, legato alla cultura positivista e all'evoluzionismo darwiniano; vuole riprodurre con oggettività scientifica  il comportamento dell'uomo nel suo ambiente sociale. Vuole nella descrizione seguire alcune metodologie scientifiche. Il romanzo diventa uno strumento di indagine che si interessa ai vari ceti, a quelli inferiori, al mondo operaio, mettendolo in relazione alle condizioni ambientali, in quelle del degrado e anche in quelle più sordide. Vuole cogliere i fatti nella loro obiettività. Lo scrittore fa lo sperimentatore e l'osservatore come lo scienziato, ma diversamente da questo lui diventa anche giudice degli uomini e delle loro passioni.
Non lo fa in prima persona, ma all'interno della trama del romanzo, è lui che da' la parola ai protagonisti, non crea, ma riporta i dialoghi di una realtà scomoda, spesso difficile e ipocrita in lotta con quella semplice e autentica. E quando è dominante una o l'altra, l'autore dentro il suo romanzo diventa il giudice istruttore.

Nel naturalismo c'è già il germe che contiene tutta l'evoluzione successiva, perchè è una corrente di opposizione, anche se è lo stile di una piccola minoranza.
La fonte principale, inutile negarlo, è l'esperienza negativa della generazione del 1848; l'insuccesso della rivoluzione, le repressioni, il colpo di stato di Luigi Napoleone, diversamente dal Romanticismo, non c'è il rifiuto di sfuggire la realtà (e mettersi, anzi sono stati messi ma non lo sanno in una gabbia d'oro da quella borghesia che ha fatto proprio il principio dell'arte per l'arte, esaltando la natura ideale dell'arte e la posizione dell'artista al di sopra dei partiti politici) ma si sente l'esigenza di una assoluta onestà nel riprodurre i fatti.
Il sociologo direbbe che il Naturalismo comincia come movimento del proletariato artistico, e che il suo primo maestro fu GUSTAVE COURBET (1819-1877), uomo del popolo; il maestro del Realismo del secolo; è lui che dipinge vigorose e incisive opere di contenuto sociale, come Lo spaccapietre, Funerale a Omans, L'atelier del pittore (1849).
Quello che turba nel Naturalismo, nell'arte e nella narrativa,  è l'oggetto dell'imitazione. Courbet riporta fedelmente nelle sue tele la deformità dei contadini e la volgare corpulenza dei borghesi; è quindi una protesta contro la società esistente.
Lo segue JEAN FRANCOIS MILLET (1814-1875) che ritrae anche lui con un realismo pervaso di sentimento romantico, che sembra una sincera espressione della umile e onesta vita dei contadini, ma nei suoi quadri c'è anche la desolazione e la miseria. 
Nel Naturalismo, quel che è veramente nuovo è la tendenza politica, il messaggio sociale, la vita del popolo ritratta o raccontata; anche se cerca la critica (di potere) di dissimulare sotto un manto dell'estetica i pregiudizi sociali e politici che determinano il suo negativo atteggiamento. Loro parlano di una consolidata estetica violentata, resa gretta, miserabile. Alcuni forse pensano ancora all'opulento barocco di stucchi e lustrini dorati

NATURALISMO-VERISMO IN ITALIA  

Nella letteratura, queste forme di naturalismo si evolvono in Europa, ancora con FLAUBERT, con i fratelli EDMOND (1822-1896) e JULES DE GOUNCOURT (1830-1870); ALPHONSE DAUDET (1840-1897); GUY DE MAUPASSANT (1850-1893): ed EMILE ZOLA (1840-1902) che è il caposcuola del Naturalismo, il suo interprete maggiore, che eserciterà una grande influenza su tutta la cultura letteraria italiana, come testimonia l'opera critica di Capuana e il massimo critico dell'Ottocento italiano Francesco De Sanctis.  Infatti, in Italia, pur guardando al naturalismo francese, questo movimento prende però il nome di VERISMO per il fatto che l'interesse dello scrittore italiano è prevalentemente rivolto solo alla società contadina e non al mondo operaio non essendoci ancora in Italia uno sviluppo industriale. 
Primo teorico ma anche primo autore è LUIGI CAPUANA (1839-1915) che nella sua Storia della letteratura italiana del 1882 (dopo aver letto con molto  interesse Balzac e Zola)  egli afferma che l'artista deve richiamarsi  direttamente al "vero"; "il valore dell'arte nello scrivere consiste nella sua efficacia documentaria"; "il linguaggio deve essere fedele ai personaggi, riflettendo il loro mondo culturale e umano e non quello dello scrittore". Engels parlando di Balzac aveva dunque ragione!

Capuana segna il primo momento consapevole del VERISMO italiano che con GIOVANNI VERGA (1840-1922) conosce i suoi esiti più alti; poi RENATO FUCINI (1843-1921); MARIO PRATESI (1842-1921);  infine  FEDERICO DE ROBERTO (1866-1927) che con il suo Viceré,  è un antecedente del Gattopardo  di Tommaso di Lampedusa.

Perchè anche nel Novecento il Naturalismo trova numerose interpretazioni  con quello che viene chiamato "realismo critico"  sulla lucida autocoscienza della crisi borghese, come THOMAS MANN (1875-1955); e fra il 1930-1940  ANDRE' MALRAUX (1901-1976); JEAN PAUL SARTRE (1905-1980); ALBERT CAMUS (1913-1960).
Mentre nel quadro italiano si possono aggiungere gli "spaccati" di vita umana e sociale di  ITALO SVEVO (1861-1928); LUIGI PIRANDELLO (1867-1936); MATILDE SERAO (1856-1927); infine GRAZIA DELEDDA ( 1871-1936) che è già tra il Verismo e il Decadentismo.

Il NATURALISMO e il  VERISMO italiano
LO ESAMINEREMO MEGLIO PIU' AVANTI

SCAPIGLIATURA (realismo estremo)
1861-1890 (Italia)

Parallelo al Naturalismo e al Verismo (gli autori sono della stessa epoca, e quasi anticipano le due tendenze) si sviluppa solo in Italia  questo movimento sia artistico che letterario  soprattutto nell'ambiente Milanese. Prende il nome dal francese boheme (che significa appunto scapigliato), ed è una rivolta contro la morale corrente, la religione, la retorica risorgimentale, in una parola vogliono essere anticonformisti. Prediligono osservare e lavorare sui temi funebri e su quelli ossessivi, sugli erotici e gli ironici, sull'alcol e la droga. Si interessano alla vita quotidiana di una popolazione emarginata. Si aprono anche alle espressioni dialettali, polemizzando contro i Manzoni, i Verga ecc., ritenendoli esponenti della tradizione.
Precursore GIUSEPPE ROVANI (1818-1874);  poi EMILIO PRAGA (1839-1875); CLETTO ARRIGHI (è lui a pubblicare l'omonimo romanzo del termine Boheme- Scapigliatura); UGO TARCHETTI (1839-1869); CARLO DOSSI ( 1849-1910); ARRIGO BOITO (1842-1918).

Paralleli ai letterati, anche nell'ARTE questo rifiuto alla tradizione accomuna i pittori, che vogliono un più diretto contatto con la vita quotidiana, e volendo mettersi al passo con gli europei, desiderano uscire dal quel provincialismo tutto italiano. Troviamo FEDERICO FARUFFINI (1833.1869); DANIELE RANZONI (1843-1889; e troviamo TRANQUILLO CREMONA (1837-1878) con il suo intenso colorismo, che nel dare forma per approssimazione, nel "giocare" con pennellate veloci, nel raffigurare scene di vita e personaggi contemporanei, anticipa quella corrente pittorica che si svilupperà tra il 1860 e il 1880 in Francia: gli impressionisti, che si formano proprio in ambito realista, ma che poi si distaccano dalla realtà, non più puntando sul soggetto (pur essendo scene di vita contemporanea, anche la più banale) ma sullo stile, e sugli effetti di luce e colore per dare solo più "emozioni" e non più "raffigurazione della natura".


VERISMO 1870 - 1900
(in Italia - Una ulteriore analisi e le opere)

IL QUADRO STORICO

L'Italia era appena costituita in unità e i problemi esistenti diventavano più acuti e pressanti perché il nuovo stato era prima diviso in tanti staterelli diversissimi tra loro per condizioni politiche, economiche e culturali.  
In Italia la questione sociale dei rapporti fra patronato e masse lavoratrici era complicata:

  1. dalle differenze sociali ed economiche fra Nord e Sud (la "questione meridionale");
  2. dalla scarsa partecipazione della plebe rurale al Risorgimento che aveva sentito come un fatto borghese, estraneo ai suoi interessi;
  3. dalla riluttanza delle masse contadine alla nuova struttura politico–sociale (il "brigantaggio" dell'Italia meridionale);
  4. dalle difficoltà di bilancio;
  5. dalla tendenza delle classi egemoni e dei gruppi industriali a costituire, a spese delle masse meridionali e contadine, l'accumulazione del capitale per fondare l'industria italiana.

DEFINIZIONE DEL VERISMO

E' un movimento letterario e artistico italiano che ispirandosi al Naturalismo francese e al Positivismo teorizza una rigorosa fedeltà alla realtà effettiva (al «vero») delle situazioni, dei fatti, degli ambienti, dei personaggi e una corrispondenza con il sentire e il parlare dei soggetti che vengono rappresentati.

  • Richiamandosi al Naturalismo francese delle opere di Emile Zola, ma anche ad Alessandro Manzoni e alla Scapigliatura, il movimento tende a descrivere la vita della gente umile, dei reietti dalla società che si affannano nella lotta per la sopravvivenza, contro la fatalità del destino.
  • Si sviluppa negli anni successivi all'Unità e prosegue fino al primo decennio del Novecento, raggiungendo la piena maturità nell'ultimo trentennio dell'Ottocento.
  • Fu elaborato nell'ambito del vivace ambiente milanese dove erano assai forti gli influssi della cultura europea ma si allargò a tutta l'Italia diffondendosi in alcune regioni più che in altre: Sicilia (de Roberto; Capuana; Verga)
    Campania (Serao; Di Giacomo); Sardegna (Deledda) Calabria (Misasi) Toscana (Fucini; Pratesi; Lorenzini) Piemonte (Cagna; Giacosa; De Marchi; De Amicis) Friuli e Veneto  (Dall'Ongaro, Caterina Percoto)
  • La diversa diffusione del verismo dipende dalla posizione delle regioni in Italia, in quanto la scoperta della realtà dei veristi riguarda le due situazioni socio-geografiche estreme presenti sul piano nazionale: da un lato Firenze, capitale provvisoria fino al 1871 e centro politico italiano, dall'altro la Sicilia arretrata, semifeudale e a un livello ancora rurale. Successivamente a Firenze, dove sono nate le prime pagine dei tanti romanzi veristi, si affianca Milano, che è la città più importante dell'economia imprenditoriale nazionale.
  • E' assai caratteristico che i maggiori veristi siano siciliani (Verga e Capuana) e, nel contempo, la loro formazione avvenga in ambiente settentrionale, soprattutto a Milano: nel centro culturale più attivo della penisola vengono a contatto con le proposte del naturalismo francese e prendono coscienza della loro autentica vocazione di scrittori.

LE CARATTERISTICHE

  • Accettazione delle leggi scientifiche che regolano la vita associata e i comportamenti: lo scrittore cerca di scoprire le leggi che regolano la società umana, muovendo dalle forme sociali più basse verso quelle più alte, come fa lo scienziato in laboratorio quando cerca di scoprire le leggi fisiche che stanno dietro ad un fenomeno.
  • attenzione alla realtà nella dimensione del quotidiano: lo scrittore predilige una narrazione realistica e scientifica degli ambienti e dei soggetti della narrazione;
  • piuttosto che raccontare emozioni, lo scrittore presenta la situazione quotidiana come una indagine scientifica, ricercando le cause del suo evolversi, che sono sempre naturali e determinate (determinismo o darwinismo sociale); anche la vita interiore dell'uomo, spiegabile in termini psico–fisiologici, può essere oggetto di uno studio scientifico o sociale:

DECADENTISMO -  SIMBOLISMO - IMPRESSIONISMO - 
AVANGUARDIE ST. -ESPRESSIONISMO - FUTURISMO > > > 

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