in breve I MOVIMENTI CULTURALI dell'Età Moderna
 che hanno interessato e influenzato la letteratura, la filosofia, l'arte, la musica, le varie forme di spettacolo


ASTRATTISMO


Opera di Franco Gonzato

Non è una corrente artistica ma una maniera di concepire l'arte in contrapposizione all'arte figurativa. Il « fondatore » di questo genere è Kandinskij che nel primo decennio di questo secolo per primo tagliò con l'arte che rappresentava l'oggetto. L'importante con l'astrattismo è non la composizione che si rivolge all'oggetto (nature, morte, paesaggio, etc.) ovvero alla realtà oggettiva, ma la realtà interiore, non visibile quindi e non riconducibile a forme conosciute. Da qui gli scarabocchi, le macchie di colore, le composizioni appunto, « astratte », senza alcun collegamento con il mondo di oggetti che siamo abituati a « vedere ».

Nel 1911 viene fondato a Monaco il Blaue Reiter, i cui membri, tra i quali l'esule russo Kandinskij, daranno origine pochi anni dopo al primo nucleo di astrattisti. La pittura, come la scultura, era stata sempre considerata un'arte di rappresentazione. Questi artisti si chiesero invece se essa non potesse, come la musica, cercare solo in se stessa le forme di espressione, e nell'animo e nell'intuito dell'artista i contenuti.

In una fase iniziale (1910-16) viene operata la scomposizione dell'oggetto; le macchie disordinate dei primi acquerelli astratti di Kandinskij hanno colori riferibili a quelli dei Fauves, di una carica emozionale tipica degli espressionisti. Si passerà poi all'astrazione completa dove l'oggetto non è più nemmeno scomposto o semplificato, ma scompare del tutto. La fantasia corre a briglia sciolta per rappresentare soltanto « il mondo interiore ».
L'analogia con la musica è comunque molto importante per comprendere il modo di pensare degli astrattisti. Modo di pensare che ha influito sulle correnti artistiche successive e tutt'oggi condiziona molto il « prodotto artistico » per il fatto che ha determinato un radicale cambiamento di gusto.
Per capire meglio come sia avvenuto questo « cambiamento di gusto da parte della critica maggiormente che non del pubblico (poiché il pubblico non lo ha quasi mai accettato con quella benevolenza che in genere ha sempre elargito alle correnti storiche) dovremmo analizzare molte componenti: il momento socio-economico-politico, la mentalità che si era venuta a creare per l'esasperante ricerca della novità ed il susseguirsi frenetico di istanze pittoriche che non riuscivano a dare il tempo necessario per l'assimilazione e la comprensione di ogni corrente. In questo nostro mondo tecnologico (occidentale naturalmente) io penso che dobbiamo ancora finire di strabiliarci per la velocità del Concorde. E considerato banale il fatto che un missile possa staccarsi dalla forza gravitazionale terrestre. Raggiungere la luna è diventato ormai facile. Se domani l'uomo sbarcasse su Venere o Marte, sarebbe eccezionale, ma non tanto.
E così la nostra vita è tutto un susseguirsi di avvenimenti eccezionali che nonostante la loro forza non provocano quel senso di esaltazione, di euforia che ogni Uomo (con la U maiuscola ovvero Homo « Sapiens ») dovrebbe avere per ciascuno di essi. Di un fatto eccezionale possiamo parlare due o tre giorni, ma dopo non ci pensiamo più, incalzati da una nuova emozione.

Analoga situazione si è avuta quando le arti da figurative sono divenute non figurative. Simbolismo, Sintetismo, Fauvismo, Espressionismo, Cubismo, Futurismo, e perché no? Astrattismo!
Una corrente dopo l'altra senza che il pubblico abbia la possibilità di tirare un sospiro di sollievo. Ed il pubblico, non rapido come la critica a recepire nuove istanze, è rimasto sconcertato da quest'ultima ed a tutt'oggi, frastornato dalle tante correnti, dai tanti... ismi, non ha capito un'acca.
L'Italia in questo secolo è sempre stata indietro di decenni sui paesi a massimo sviluppo economico-industriale; non è proprio tanto male, intendiamoci, se pensiamo che ci sono tanti popoli indietro di secoli e molte tribù indietro di millenni.

Anche in arte abbiamo segnato il passo. La prima mostra d'arte astratta data il 1934 con la personale di Kandinskij; un anno dopo a Torino si ha la prima mostra collettiva ed a Roma, nella seconda quadriennale, vi sono opere astratte di Bogliardi, Reggiani e Ghiringhelli, Licini (partecipò anche Magnelli, ma non era ancora astratto).
E' proprio Magnelli che indipendentemente riusciva ad inventare quella pittura astratta che altrove un Kandinskij realizzava. Partendo infatti dalla stesura di campiture di colore puro, delimitate da una linea matissiana, Magnelli passa infatti all'astrazione pura con grande audacia inventiva e si dedica all'elaborazione di ritmi anche di una certa eleganza.
Soldati, con le sue dichiarazioni, ci aiuta a capire il loro modo di pensare: « Per esprimere il dramma - diceva - non c'è bisogno di coltelli, di cannoni, di sangue; ma semplicemente di linee, di colori, di superfici, come dire di tutti i mezzi propri della pittura ».


La 2nda Guerra Mondiale (vista e vissuta) di Franco Gonzato

Nelle opere astratte in genere non si trova un « perché » logico; per esempio delle righe bianche che attraversano un campo nero, o un ammattonato policromo che colma un nitido rettangolo, o elementi (leggi ghirigori) diversi, senza capo né coda. Ma... « un perché di natura lirica si può sentire che esiste nel capriccio di chi anela al recupero di una innocenza infantile che agita un piccolo mondo di carte lucide, etc... » (Dal linguaggio figurato pro-astrattismo).
Ovviamente non tutti possono avere quel « capriccio di chi anela al recupero, etc. ).

Questa è l'arte astratta, ma ciò che è ancor più astratto è il linguaggio di tanti critici che si sforzano di cercare « discorsi semplici » per il vantaggio ed il godimento di tutti. « Discorsi semplici » che suscitano in noi qualche perplessità poiché si identificano con un modo generico di giudicare e persino di discorrere e con un malcelato impaccio che con frequenza dà nel garbuglio.

fine

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