CON QUESTA PAGINA ERAVAMO NEL 1996 !
(ma è cambiato poco )

L'OECD (Organization for Economic Co-operation and Development) ha presentato la prima panoramica completa sui prezzi dei servizi Internet nei Paesi che fanno parte dell'organizzazione, fra cui l'Italia.

Secondo il rapporto, esiste una chiara relazione fra la presenza di mercati competitivi e gli accessi a Internet, la cui crescita è stata sei volte più veloce che nei Paesi con mercati monopolistici delle telecomunicazioni.

Sembra quindi dimostrato che nei casi in cui gli operatori pubblici detengono il controllo in regime di monopolio delle infrastrutture per la telecomunicazione, il prezzo e la disponibilità dei servizi Internet sono negativamente toccati con la conseguenza di penalizzare dai futuri competitivi mercati globali il Paese stesso.

Lo studio Information Infrastructure Convergence and Pricing dell'OECD è consultabile in rete

Inoltre

Da un indagine condotta da una consociata Nielsen su incarico dall'americana CommerceNet (un consorzio attivo nelle applicazioni commerciali dove vi aderiscono 130 grandi aziende operanti nei settori dell'elettronica, dei servizi finanziari e d'informazione) ha ottenuto dei risultati - sulle grandi opportunità e all'espansione del business attraverso l'utenza mondiale di Internet - che sono stati definiti "una vera pietra miliare", tali da "modificare le prospettive delle aziende circa le opportunità commerciali offerte dalla rete" e suggeriscono questi risultati, lungi dall'aver dispiegato le loro piene potenzialità, che le applicazioni commerciali di Internet saranno praticamente illimitate in un futuro molto prossimo. E a sostegno di questa tesi c'è già un dato eclatante che è il prologo a questa grande rivoluzione economica: 3 milioni di americani, utenti di Internet acquistano già tramite la rete, 24 milioni sono effettivi utenti, altri 13 milioni dichiarano di aver accesso alla rete e 9 milioni hanno una propria e-mail.

Chi lo desidera i risultati sono disponibili al sito: http://www.commerce.net

In conclusione non lamentiamoci noi surfisti se paghiamo cara con la famigerata TUT la nostra (per gli scatti) apprensiva navigazione in rete per (come ci dicono ) curiosare, fra poco tale politica limitativa, non certo incentivante, sarà un boomerang sull'intera economia italiana e a pagare le cambiali firmate ora in bianco sarà tutto il comparto produttivo, che se non troverà sbocchi sul mercato globale mondiale, con l'invecchiamento della popolazione italiana e di conseguenza la riduzione di prodotti edonistici normalmente mirati a quella fascia tipicamente giovane e consumistica sempre di più carente (causa metà nascite rispetto agli anni 60-70') vedrà ridurre l'intero mercato dei consumi interno. In poche parole ci mancano i leader che non vedono questo futuro sulla rete come opportunità.

Ed è molto triste!

Questo è il preambolo (E SIAMO NEL 1996 !)

 e se vuoi ancora leggere alcune mie considerazioni, seguimi:

SUL FUTURO DI INTERNET

Sappiamo, lo abbiamo visto sui motivi e le origine delle guerre, che la nascita di alcuni monopoli in una società avanzata conduce nel medio periodo alla dittatura, e seppure questa viene poi abbattuta da un consenso democratico liberale alle volte non indolore, il libero mercato che subentra se non guidato intelligentemente porta sempre, alla fine di un utopistico percorso -apparentemente senza ostacoli- alla selvaggia frammentazione e infine all'anarchia. In entrambi i casi, il primo perché era l'indisturbato signore, il secondo perché dopo un breve periodo inizia a pensare per se stesso e sempre di più in piccolo, e questo gli provoca frequentemente una reazione di chiusura col mondo circostante che invece si muove molte volte sì in apparente cooperazione ma è sempre pronto a fagocitarlo, e con lui il Paese, entrambi isolazionisti per loro scelta, nella politica, nell'economia, nella cultura. Paesi, popoli o semplici città non molto attenti alle informazioni proveniente da Paesi vicini o lontani, dopo una lenta e irreversibile decadenza sono scomparsi o sono stati integrati al vincitore. Ne è piena la Storia Umana.

Da più parti oggi ci giungono segnali che stiamo vivendo in una fase molto critica sul piano delle attività informative che si muovono oggi sul pianeta a velocità (proprio) della luce; e una di queste è Internet che sta abolendo barriere geografiche, barriere linguistiche, barriere politiche, barriere culturali. Con la rete molti Paesi assetati di sapere emergeranno, altri convinti di sapere già tutto,  o convinti di dominare un mercato (ma che per le stesse ragioni di isolamento ne perdono poi il controllo ) andranno in decadenza.

In questi ultimi è chiaro che chi fondava qualche potere sulla distanza, sul monopolio dello spazio che sempre i produttori di informazione hanno detenuto (gli Egizi nella Nubia, i Romani poi nel Mediterraneo, gli Arabi nella orientale Via della Seta, gli Inglesi e Spagnoli in tempi più recenti sulle rotte Atlantiche e via discorrendo) paventa l'eventualità che Internet affossi le roccaforti del flusso informativo. Sono questi i catastrofisti che ogni tanto leggiamo o ascoltiamo quando viene enfatizzato un fatto negativo accaduto sulla rete. Patetici poi quei richiami a non lasciarsi coinvolgere dalla spazzatura che c'è in rete, la pornografia, le banalità, la pseudoscienza. Un giornalista del Corriere , sulle pagine della Scienza (!), scriveva il 12 maggio, "la rete imprimendo allo scambio comunicativo un'accelerazione incontrollabile in assenza di filtri (!?) potrebbe impedire la sedimentazione e l'assimilazione delle conoscenze e potrebbe essere gravido di conseguenze sul modo di fare scienza, anzi a quel punto, sarebbe la rete a fare scienza. "

Sono parole medievali, pari pari, alle stesse che scrisse S.Bernardo di Chiaravalle nel 1121, il Cardinale Dominici nel 1404, e saltandone tanti altri, Silvio Antoniano nel suo Trattato sull'Educazione Civile e Politica del 1831 (!!!); dove scrive sull' "uso pernicioso di libri che appaiono in commercio e che vanno a creare senza la illuminata guida di uno di noi, gravi conseguenze e scempio delli menti giovini; libri che pretendono essi di fare scienza, anzi dicono di quelli essere e fanno la scienza; bruciateli!". Commentate voi!

Che dire poi quando nello stesso articolo si afferma " Internet non può arrivare dove la rete telefonica manca o è inadeguata". Significa (che paradosso) che questa scienza della comunicazione, che la tecnologia che la sostiene, contenuta nelle riviste tecniche informatiche (comprese quelle in rete) da quel giornalista non sono mai state lette, tanto meno assimilate, ne' sono mai arrivate a destinazione a chi scrive queste cose. Da 12 anni io stesso (e sono un povero tapino) sono in grado di trasmettere dati e immagini in digitale tramite la fonia, quindi senza cavi, senza doppino, senza fibre ottiche e perfino senza la corrente. 
Nel frattempo, tra l'ultima informazione di quel giornalista, sono nati, i ripetitori di microonde, i telefonini satellitari collegati a un computer portatile a batterie( e io ne ho uno anche senza queste, perché viaggia a celle fotovoltaiche). Insomma già da qualche anno anche se siamo in cima al M. Bianco o nel deserto possiamo dialogare con il computer ed entrare nella rete all'altro capo del mondo. Eppure si fanno queste affermazioni! 

Poi fra le tante affermazioni eccoci poi ai denigratori che parlano di confusione di notizie, di caotiche pagine, di siti infernali; ma nessuno finora si è mai sognato di dire che nelle edicole c'è confusione, eppure troviamo negli scaffali, la rivista Le Scienze, Nostradamus, la cassetta erotica, Famiglia Cristiana, Buddha, Liana, Confucio e tanti altri accanto. Come ci comportiamo? Per questo motivo eliminiamo tutte le edicole? La prima volta che entriamo ci guardiamo attorno, ci aggiriamo nella confusione, poi scopriamo i nostri scaffali-siti con i giornali e le riviste che ci interessano, poi nelle successive visite sappiamo benissimo dove andare, non siamo affatto scemi, i bookmarks sono nati per questo.
Nessuno finora ci ha detto che dentro in un ipermercato con i suoi 30.000 articoli c'è confusione; nella nostra prima visita all'inizio c'era per davvero, poi ci siamo orizzontati. Nessuno ci ha fatto notare finora sulla televisione che c'è confusione, che pretende essa di dirci in stracotti spot, da venti anni (e senza filtri), quale cotto prosciutto dobbiamo mangiare, e che dopo dieci minuti ne consiglia un altro e poi un altro ancora. Anche qui la Tv si è sostituita al droghiere, anzi pretende di fare il droghiere e nessuno si è scandalizzato, eppure ci impediscono  di fare con gli affrettati spot la vera conoscenza qualitativa organolettica del prodotto. In pochi secondi e con tre messaggi di marche diverse tutti ci dicono "il mio prodotto ti fa felice la vita", e sono enfaticamente decantati da umiliati conduttori nel ruolo di (sorridenti ma penosi) imbonitori, che per vivere (alcuni hanno fatto l'accademia sognando di emergere!) hanno dovuto prima passare a un'attenta selezione al corso di salesmen. Una Magnani oggi non gli farebbero condurre una trasmissione se prima non dimostrasse di saper convincere e saper vendere pentole, pannoloni e un waternet.

A cosa sono dovute queste prese di posizione? Di perdere il potere informativo, pubblicitario, di corrente politica? Già abbiamo visto nella pagina precedente che a bassi livelli tariffari corrisponde una maggior penetrazione, quindi il gioco che stiamo subendo è semplice, mantenendo appunto alte le tariffe tale penetrazione non viene ne' incentivata ne' accelerata. Questo ricorda quando  la corporazione dei traghettatori sulle varie sponde del Po fecero guerra a chi voleva costruire i ponti; li bruciarono; guardavano il loro piccolo interesse, e non importava che due sponde, un intero Paese fosse isolato, non comunicante.

La guerra in atto attualmente sul "diritto di cablatura" delle nostre città da parte dell'unica azienda che può -in clima di monopolio farlo (non perché lo vuole, e' una scelta politica), va sempre di più facendosi aspra non solo con gli utopisti di Internet che ci intravedono un cappio perpetuo, ma perfino alcune amministrazioni civiche (lo hanno intuito) potrebbero vedere tramontare - se scavalcate - le loro autonomie di potere locale; e questa eventualità esiste; una volta cablata tutta l'Italia, basta abbassare una semplice leva alla centrale operativa per far cessare o pilotare le informazioni che si vogliono non dare o dare, così come fa l'Enel con la luce.

In questi dibattiti si vedono schierate le due fazioni, quella che ci vede un business di opportunità e di potere e chi invece intravede una minaccia anche politica ed economica. In questi scontri si assiste ad una totale incompetenza della materia, e a nessuno è venuto in mente di far intervenire in queste discussioni la comunità di utenti di Internet, chi la usa, chi la conosce, o almeno chi "sa" quanta potenzialità avrà questa nel prossimo futuro piaccia o non piaccia. Questo non per dare delle indicazioni a carattere imprenditoriale o manageriale, ma solo per far ricordare che è inutile fare una cablatura che ci costerà 25 mila miliardi, quando alle porte vi sono soluzioni tecnologiche che renderanno obsoleta questa scelta e sono quasi inutili questi investimenti. Il Giappone si dissanguò per inseguire in 18 anni il caparbio sogno dell'Alta Definizione analogica, e volle ignorare fino alla fine i progressi del digitale; e la conseguenza fu catastrofica; nelle spazzatura capitali immensi. Sembra che nessuno in Italia sappia cosa sia il nuovo chip set transceiver; quella tecnologia che si può applicare alle normali linee telefoniche con una velocità 200 volte superiori a un modem di 28,800 kbps. 
Sapete qual'è la paura? Di perdere il broadcasting audio e video. Sembra che tutti ignorano che sta nascendo anche Internet satellitare che  presto  dovrebbe essere proposto (se lo permetteranno) a prezzi stracciati;  che in Germania a Darmstadt e' stato installato un uplink satellitare;   per rimanere vicini  in Italia, a Bergamo si sta facendo altrettanto, e fra breve una soluzione (SCPC) innovativa, consentirà una trasmissione simmetrica, cioe' da e verso il satellite.

Si fanno dibattiti sui giornali, sulle televisioni, nei palazzi di governo sulla cablatura se si o no e intanto in Germania hanno smesso di cablare, ritengono che le fibre ottiche possono oggi andar bene al massimo per il Terzo Mondo, dove non esistendo linee col doppino conviene appunto mettere le fibre ottiche. Insomma non capiscono neppure ad alti livelli che se occorre investire in queste -a loro poco conosciute- tecnologie e nuove filosofie della telecomunicazione bisogna lasciarlo fare a chi lo sa fare, che conosce gli strumenti operativi e soprattutto quelli attualissimi. L'elettronica non è l'agricoltura che fa i suoi passi innovativi ogni mille anni, ma li fa dalla sera alla mattina e magari non rivoluzionandosi in una grande mastodontica azienda multinazionale piena di ingegneri, ma venendo fuori da un sottoscala, da un garage. E tutti sappiamo cosa è successo negli ultimi 20 anni dentro due o tre garage. E per rimanere nell'attuale, due ventenni stanno preoccupando la più grande compagnia telefonica del mondo  che -con quanto appena accennato sopra-  corre ai ripari.

Se fino a ieri in tutti gli altri settori la visione e la conduzione politica di una programmazione era slegata da una visione e una conduzione tecnica, cioè non era affatto necessario che un ministro dei trasporti conoscesse le problematiche tipicamente tecniche legate agli stessi, in questa rivoluzione che stiamo vivendo è invece indispensabile una conoscenza globale condotta in sinergia; perché qui si tratta non più di conoscenze tecniche ma si tratta di imparare nuovamente a leggere e scrivere e tutta una nuova filosofia che queste due attività comporteranno in tutti i settori che ne saranno investiti ; e lo saranno tutti. Quelli economici, quelli politici, quelle della formazione scientifica-culturale, il mondo finanziario, quello strategico militare.

Sappiamo come cambiò il mondo dopo il segnale di Morse, di Bell, di Marconi, dopo la radio, la televisione, quindi il broadcasting in generale. E quest'ultimo sia ben chiaro sta cambiando, è fra di noi, e da un momento all'altro sarà su Internet (o altro che si chiamera' in un altro modo) nonostante si cerchi di arginare le falle con tanti sacchetti pieni di sabbia per scrivere con la stessa inutili parole su un terreno che da un momento all'altro sara' spazzato da un'onda ciclonica dall'oceano chiamato rete.

Ma ci sono già storici precedenti fatti: Guglielmo Marconi cammino' invano nei corridoi del Ministero (allora) delle Poste per farsi ricevere e comunicare le sue scoperte, e per fortuna sua che era figlio di una inglese che gli preparò la valigia e lo mandò nientedimeno che dalla Regina Vittoria d'Inghilterra, e lì Marconi il 2 giugno 1995, a venti anni brevettò tutte le sue invenzioni sul suolo britannico. La reazione dell'Italia? Come per Internet; i sociologi, i politici, i posatori di cavi intercontinentali, gli spaventati editori della carta stampata (come oggi) dissero che la radio era per gli imbecilli, per i sognatori, che erano le "ali per la fuga dalla realtà", "per i soggetti con problemi nei rapporti interpersonali", e gli intellettuali la disprezzarono per venti anni, fin quando venne Mussolini e fu il primo a capire che tremendo mezzo di propaganda era la radio, e fu il primo a sfruttarne tutta la potenzialità sulle masse; richiamò Marconi, gli fece ponti d'oro, e sappiamo poi come andò a finire parlando da un certo balcone e arrivando in tutte le piazze.

Ma non è finita! L'ottusità tecnologica nelle menti eccelse dei nostri governanti la ritroviamo nel 1970, quando il mio amico Federico Faggin, alla Olivetti, e in altre aziende, rimasto inascoltato, dovette emigrare in quella valle californiana che divenne poi con la costruzione del SUO microprocessore su una scheggia di silicio, la Silicon Valley. In Italia, Faggin immeritatamente viene ricordato poco, quando invece bisognerebbe proporlo come minimo minimo per il Nobel e, se avessimo vedute più planetarie, richiamarlo in patria ed offrirgli la gestione di TUTTA la telecomunicazione italiana; Stet, Telecom e compagnia bella. Potremmo organizzare con le risorse tecniche produttive e umane che abbiamo, un mercato d'esportazione via rete mondiale enorme, e non solo di prodotti, ma far conoscere a tutto il mondo quello che nessun altro Paese (nessuno) ha in un così ristretto territorio come l'Italia.

Ma continuiamo gli errori dei nostri amministratori. Nel 1984 (!!) ancora una volta dimostrarono di non capire e di non sapere utilizzare con efficacia i mezzi innovativi che avevano già a portata di mano.
Infatti Stet, Sip, Cset e Ministero delle Poste, parteciparono al seminario di Telecomunicazioni detta "Alta Velocità" tenutosi a Como, assistettero alla ISS di Firenze e alla Centrale di Turro a Milano agli esperimenti (i primi al mondo) che fecero i bravissimi tecnici scienziati (i migliori al mondo) della Italtel, e poi, senza averci capito un bel nulla, dicendo che era tutta roba da fantascienza, se ne tornarono tutti a casa. E sapete cosa fu presentato quel giorno? L'ISDN, la trasmissione digitale, la centrale di commutazione fonia e dati digitalizzati, la progettazione e la pianificazione della comunicazione ad alta velocità. Se qualcuno vuole documentarsi su tutta la dimostrazione fatta quel giorno, la relazione, il progetto, l'invito ai politici e industriali di interessarsi a questa tecnologia rivoluzionaria (ancora oggi), apparve (intanto erano passati altri tre anni) sulla rivista telematica "Trasmissioni Dati e Comunicazione" nell'Ottobre 1987, sul numero 30. Un numero storico, da conservare in bacheca, in bella vista nel museo degli (o)errori politici.

Nonostante siano passati dieci anni da quel giorno, siamo nei confronti di tutti i Paesi industrializzati ancora in un abissale ritardo. Siamo agli inizi della cablatura in fibre ottiche quando altri Paesi hanno già smesso di farla. Si punta sui telefonini (siamo i primi al mondo- puntando più sulla vanità che sul pragmatismo tecnologico, come quando negli anni '60 costruivamo auto ma non camion) mentre si ignora che in America l'audience su Internet con American On Line è già al quarto posto dopo i tre più diffusi canali televisivi; Discovery Chanel, MTV e CNN. E un'altra sorpresa (che dovrebbe far riflettere molto, subito, i media) questa audience si riferisce in prima serata, invece noi italiani per pagare un po' meno, per non farci dissanguare, siamo costretti a collegarci dopo le 22. E anche qui per questa semplice e ottusa ragione economica andremo fra poco a creare cittadini di seria A e cittadini di serie B, con il classico paradosso sempre presente in tutta la nostra Storia, che chi ha i soldi potrà accedere alle informazioni, chi non li ha resta ignorante. (e' chiamato liberismo)

Insomma qualcuno da noi ha le idee confuse, crede che Internet sia un divertimento tipicamente notturno, da pruriginosi, ignora che in America con questo mezzo si stanno moltiplicando gli acquisti a distanza; e ignorano che 45 banche si stanno consorziando per creare una unica banca collegata alla rete, abolendo le filiali fisiche, gli sportelli, le scrivanie e gli impiegati. E attenzione! Non sarà necessario avere ubicata la banca in un certo luogo, ma questa potrà essere in qualsiasi punto del globo e ricevere il mio stipendio o gli utili che prendo in Italia e pagare gli acquisti che ho fatto in Germania o in Giappone. Il saldo e gli estratti conto ogni mattina aggiornati sulla mia e-mail. Ecco cosa sta succedendo! Sia ben chiaro! E le conseguenze sull'occupazione le lascio immaginare. La rarefazione del salario ci portera' nuovamente a fare gli scambi in natura ! E non ridete, C'e' qualcosa di vero in questa situazione. Basta un crash nei computer delle banche fatto da un pirata e la moneta perde il suo valore.

Stiamo tornando in un ambiente dalle caratteristiche medievali; siamo ritornati ai pedaggi, alle gabelle nei sentieri, come alla transumanza ; nelle linee, siamo fermi ai distretti che erano nati quando non esisteva l'elettronica ma i relè manuali! Se vogliano connetterci a Internet dobbiamo pagare la "decima" a tempo alle compagnie telefoniche nazionali che lo possono fare solo perchè ne hanno il monopolio (una scelta politica non della Telecom) e noi dobbiamo per motivi di tariffe collegarci di notte, e se proprio vogliamo fare delle ordinazioni o acculturarci, informarci, studiare, scoprire l'attualità del pianeta sulla rete, lo possiamo fare solo quasi nascondendoci nei notturni vicoli bui delle nostre città ritornate feudali e dove nei grandi palazzi vivono i due potenti: quello della compagnia telefonica che vuole stabilire il prezzo di accesso e a tempo (che non ha nessuna ragioni di esistere sia come distanza che come TUT - ma alle finanze fanno comodo), e quello dei governanti che vogliono stabilire le regole su cosa possiamo vedere, dove possiamo vedere, chi deve vedere, sfuggendo loro quello che in rete sta andando  ben altro di quello che immaginano. Sta decollando un'economia nuova, più rivoluzionaria dell'agricoltura diecimila anni fa, cento volte più importante della scrittura e della stampa.

Intanto questa Italia come ho già detto, questa area geografica di questa piccola dimensione, unica al mondo a possedere tanti artisti, stilisti, industrie, monumenti, musei, bellezze naturali, tanti ingegneri, scienziati e fior fiore di tecnici: ATTENDE LE GRANDI DECISIONI.

Sia ben chiaro che quello che sta succedendo ora e in questi tre anni, MENTRE SCRIVO SIAMO AL 1996, sarà decisivo per il futuro. Non ci sono alternative ne' vie d'uscita. L'economia globale è una realtà e questa realtà è legata alla.... nuova informazione planetaria, che stiamo vedendo nascere paradossalmente in mezzo a tanta .....non informazione.

Sull'alfabetizzazione informatica, nelle tecnologie della comunicazione che saranno i motori trainanti di ogni tipo di economia prossima futura, si riproporrà il danno che fece nella scuola la Legge Casati nel 1859 e la Legge Coppino nel 1886; la "scuola per tutti" ma poi la si lasciò nell'anarchia quando alla stessa furono delegati i Comuni a provvedere alle strutture e ai costi, e solo quelli ricchi ci riuscirono; solo 2000 mentre altri 9000 Comuni di scuola nemmeno parlarne. Con il risultato che se avete visto le tabella dell'"Analfabetismo in Europa", erano umilianti fino a poco tempo fa nei confronti dell'Europa, e che ancora oggi come un fantasma non ha terminato a distanza di cent'anni di aggirarsi sul territorio dove la tecnologia e' ignorata.

Insomma stiamo forse in questo periodo scrivendo un'altra pagina nera della nostra storia, pochi ne sono consapevoli, perché molti ignorano ( e mi ripeto all'infinito) che queste tecnologie stanno allargando il loro regno, e lo ignorano perché a malapena conoscono il funzionamento della radio a galena; del resto la formazione culturale scientifica degli attuali amministratori, quelli che stanno decidendo le nostri sorti future (estremamente tecnologiche) non dimentichiamolo mai, hanno ancora appiccicati gli insegnamenti formatisi nella vecchia scuola antiscientifica gentiliana-crociana, dove nelle scienze sperimentali negò ogni valore conoscitivo, le declassò a pseudo scienza e solo legate a momenti economici passeggeri. (Quelli di adesso non sono passeggeri, sono rivoluzionari!!)

Chi ha 50-60 anni non riesce a scrollarsi di dosso quel plagio culturale paradossalmente favorito dal fascismo stesso con la sua ottusita' a ogni moto di idee proveniente dall'estero e destinato a isolare in pochi anni dal mondo l'Italia. Sono uscito ieri da una grande banca, dove avevo conferito con il direttore generale per un reclamo. Ha preso un foglio, ha tolto il cappuccio dalla sua stilografica, ha iniziato a scrivere lentamente 8 righe, ha chiamato poi la segretaria per farne una fotocopia. Nel lasso di tempo ho parlato di computer. Ne era a digiuno completamente, conosceva solo i terminali ; Internet ? , ne aveva sentito parlare ; Intranet non sapeva cos'era. Un direttore generale di una grande banca ! ! ! Pur avendo accanto a lui giovani impiegati che sapevano benissimo cos'erano i computer, cioè quelle "cose", definite da lui "diavolerie". ! !

Per fortuna alcuni lo hanno fatto, hanno superato certe barricate culturali, autodidatticamente (assenti le istituzioni- a una dimostrazione di computer in una scuola superiore nel 1985 gli insegnanti mi risero in faccia) alcuni hanno lavorato negli scantinati, hanno diretto i loro sguardi all'esterno, hanno lavorato sodo, sacrificato ore e giorni, studiato, si sono informati, e in silenzio attendono da anni e da un momento all'altro di emergere, e vi posso assicurare che questo avverrà quanto prima. Chi ha vissuto questi 20 anni come me in prima linea nell'informatica è rimasto affascinato da queste menti giovani, e certe volte sconvolto, tanto era l'immediatezza nel comprendere (in un modo biologico più che educativo, figurativo invece che scritto), a capire il nuovo. Ma non sono stati valorizzati, capiti, e nessuno chiede loro un parere, una indicazione; intanto loro fanno con le loro conoscenze alle volte delle performance destabilizzanti, da codice penale, quasi una sfida alle istituzioni, sorde alla loro preparazione, capacità, ingegno, abilità.
A Vicenza qualcuno ha clonato (in barba a tutti i servizi segreti americani) il cellulare del Generale del Comando della Setaf (South Europe Tanks Force), e non ne ha fatto uno ma una decina, che poi sono stati ceduti e chiamati "cellulari paga Clinton", infatti in pochi mesi alla Setaf sono arrivate bollette Telecom per centinaia di milioni.
E' un atto criminoso, certo, da non imitare, ne' tanto meno plaudire, ma sta a significare che non esiste protezione che tenga, anche nei settori più nevralgici, più protetti, più sofisticati. Basta uno di quei ragazzini cui ho venduto il computer 10 anni fa, per decodificare e riprodurre dopo cinque minuti qualsiasi circuito integrato, scheda magnetica; e dovrebbe far riflettere chi punta sulle tariffe esorbitanti, chi vuol, mettere bavagli, chi vuole regolamentare cavi, doppini e bande, mettere i decodificatori per la TV a demaind. Basta un ragazzino arrabbiato per far saltare tutto.

Nessuno ha mai pensato nei grandi saloni della finanza che la televisione digitale, quella a demaind, criptata, ricevuta da un computer (e lo saranno fra breve tutti i ricevitori) lo stesso computer con un banalissimo programma riesce (in parole povere creando un filtro decodificatore in grado di simulare il chip della carta) a decriptare qualsiasi scheda in pochi secondi. Inserirsi dentro una comunicazione SCM basta un secondo. Un lavoro che fra breve, appena questo tipo di televisione sarà diffusa, diventerà lo sport nazionale di qualsiasi ragazzino, scambierà le schede o il programmino come le figurine; addirittura lo invierà in Attachment Converted con l'E-mail; posso immaginare quali saranno le ripercussioni su tutto il comparto economico e imprenditoriale oggi legato all'informazione televisiva; i media, i pubblicitari, il copyright di film, libri, musica etc. etc. Insomma basta che qualcuno cominci in qualche garage (e secondo me sono in grado di farlo in Italia almeno in 10.000, in grado di far collassare tutto il sistema, almeno un centinaio) e tutti quei capitali investiti nelle infrastrutture franano, crollano, mettono nella disperazione e nell'angoscia i potenti, persino Sua Emittenza, che si agita e si fa, stravolto, fotografare con in mano una miscrospia da terzo mondo, da quattro soldi, che corrisponde esattamente passo passo alla obbystica realizzazione pubblicata a pagina 28 di "Radio Elettronica" n. 8 dell'agosto 1982 (!!!!!!!), parola per parola. Una banalissima costruzione-realizzazione amatoriale ad alta frequenza il cui costo dei componenti è di circa 12 mila lire, cioè un modesto circuito dal costo di 4800 lire che veniva regalato con la rivista, e occorreva un transistor 2N 2926 giallo a basso rumore, uno PNP 2N 2905 montato come oscillatore VHF che lavorano con una corrente di collettore molto debole, un modulatore con due diodi Varicap in opposizione, un banalissimo avvolgimento stampato, un condensatore 39 nF; e l'antenna uno spezzone di filo (un pezzo di corda da pianoforte) di alcuni centimetri idoneo al collegamento-ascolto a distanza dai 50 ai 300 metri).

Al putiferio che ne è seguito posso fare solo tre considerazioni. a) Se i servizi segreti (come qualcuno ha temuto) operano e spiano con questo materiale siamo da Terzo Mondo. b) se il padrone dell'impero dell'informazione si fa spiare da un simile banalissimo aggeggio deve rivedere tutta la professionalità dei suoi tecnici perche' l'aggeggio lo si individua con un altrettanto banalissimo rivelatore del costo di 40mila lire che molti ragazzini sono in grado di costruire i poche ore. (

(ma io penso che lo abbiano preso in giro, o che qualcuno lo ha truffato; gli ha fatto vedere lucciole per lanterne. E lui ci e' cascato dentro in pieno.)

Se non conoscete Markus Kuhn, cercatelo in rete, con il suo Season 7, un programma micidiale, dove per ironia della sorte le TV piu' facili da mettere in chiaro sono quelle che trasmettono con il sistema di codifica EuroCrypt-M, basato su tecnologie DES, il piu' impenetrabile ( !) algoritmo di crittografia. E se non vi basta andate a conoscere il terribile ragazzino Paul Max, per lui non esiste chiusura. Li trovate entrambi in rete;  non vi basta ? e allora collegatevi al sito (omissis...)  rimarrete sconcertati. Insomma non puntereste una lira sulle televisioni a demaind,  che ancora resistono agli attacchi,  c'e' una sfida in rete per riuscire nell'intento, e non e' detto che non ci riescono, forse fra cinque minuti, un'ora, un giorno, un mese ; non di piu'.
Il codice a prova di bomba di 80 cifre di una famosa  credit-card a chips, di una nazione a noi vicina, è stato violato. Non scopiazzando la card, ma operando sulle macchine che accettano le card. Un dipendente disonesto si può sempre celare dentro le aziende che preparano le apparecchiature.  I codici-fonte li ha pur creati qualcuno no?

La non conoscenza, il non adeguarsi a una realtà così estremamente tecnologica può far crollare imperi economici e forse (e senza tanti forse) anche politici (ormai ai primi legati); e questo avviene sia quando c'è una dittatura egemonica (i monopoli) che quando c'è il libero mercato; talmente liberale da trasformarsi in anarchia, in ostracismo, con una presunzione che poi diventa un boomerang. Ognuno insomma sotto l'ombrello del liberismo fa quello che vuole, senza una guida, indicazioni, delle strategie concordate con una comunità, senza una politica generale attenta al nuovo (e che nuovo!), e senza mai mettere piede dentro un negozio di elettronica, dove pur capendoci qualcosa, io stesso rimango esterrefatto nell'udire i discorsi di certi Dilettanti. Non parliamo della rete dove alcuni casi dovrebbero (si spera) far molto riflettere coloro che sono a digiuno di queste tecnologie. Ne ho conosciuti alcuni in rete che sono in grado (come è stato del resto già fatto a spese del Provider Panix di New York) di paralizzare i provider di un intero Paese, di bloccare la centrale di una banca, di un giornale, di una televisione. (pensate cosa succederebbe se fosse attaccato il cuore della finanza, il ministero, la Banca d'Italia, colpendo e resettando il computer centrale che ha in memoria tutti i Bot, i Cct, le obbligazioni. Ci vorrebbero anni e anni per ricostruire su carta e con lungaggini burocratiche i valori. (Qualcuno sarebbe forse contento, il debito pubblico sarebbe cancellato in poche ore). Se non abbiamo nulla da temere per il momento è solo perché questi stessi ragazzini si nutrono della rete, elimirebbero cosi' male agendo il loro giocattolo preferito. Ma comunque siamo legati ai loro umori. Pensate se un malato di Aids e con queste conoscenze e capacità si comportasse come un Sansone. Al Computer Emergeny Response Team, a Pittsburg, di questi attacchi ne hanno registrati almeno una dozzina e prima o poi qualche pazzo frustrato o arrabbiato, al primo torto che gli facciamo per una ragione o per l'altra (leggi bollette, attacchi della stampa, criminalizzazione della rete) si scatenerà. Dice uno di loro incontrato sulla rete, la paralisi sarà un male necessario, con tutti gli inconvenienti che ne deriveranno, se necessario anche per noi, faremo un grande sacrificio collettivo. Piano quindi con le museruole. Scatenerebbero una guerra dove tutti capiremmo in ritardo cosa sono le telecomunicazioni e dov'è arrivata una certa tecnologia.

Ricordatevi che con un banale Data Base Relazionale (costato 100.000 lire) in mano a un magistrato una volta visto come funzionava (i controlli incrociati) ha sconvolto l'Italia politica, ne ha modificato l'aspetto, ha portato al suicidio alcuni potenti, altri nella polvere e altri ancora in esilio. Nel 1986, in tempi non sospetti, insegnando le potenzialità di alcuni Data Base ad alcuni magistrati, a quelli della Scuola di Polizia e alla Finanza, intuii e trasecolai quando vidi dai loro dossier dove volevano arrivare, che tipi di incroci relazionali desideravano fare e con un mio articolo su un giornale misi in guardia i politici di allora, impegnati sotto gli occhi di tutti in tante "dazioni ambientali", e scrissi "attenzione, vivete in trasparenza, e adeguatevi prima di tutto su queste conoscenze; quella politica che non terrà conto di questa rivoluzione silenziosa che sta avvenendo dentro quattro mura domestiche, sarà spazzata via immediatamente; e non con la violenza ma con l'arma che tutti i potenti hanno sempre temuto, la conoscenza". Nessuno lesse quell'articolo, che veniva da chi aveva già intuito cosa sarebbe successo da li' a poco; cioè incroci di conti bancari, fatture, nomi che ricorrevano in questa o in quella colonna, donazioni a tizio, versamenti all'estero a caio. Insomma si sono fatti beccare come dei polli. Al processo Cusani abbiamo ascoltato perfino una intercettazione dove un politico candidamente diceva " per queste cose ti telefono dal cellulare che non ha fili", cioè era convinto che non avendo fili il cellulare funzionasse come la lampada di Aladino. Cosa vi dicevo?, cultura da radio a galena!

Ma da allora, da quel 1986, tanti Bit sono passati "sopra" i ponti delle autostrade telematiche, e oggi non serve nemmeno più una intercettazione in una centralina, ma basta un intercettatore a distanza a microonde, all'infrarosso per catturare tutti i vostri dati che avete in questo momento sul vostro computer. Poche migliaia di lire di componenti per farlo da una stanza all'altra, qualcosina di più per farlo dalla strada, sotto casa vostra.

Scrive Edmund X.Dejesus su Byte in America "Probabilmente vi siete persi il primo messaggio battuto con mano trepidante da Samuel Morse, l'urlo trionfante di Alexander Graham Bell e anche quello di Marconi a Sasso, vedete di non perdervi l'Apocalisse sui computer dei potenti (purtroppo anche i nostri). Tenete i browser accesi!" Da un momento all'altro ( e speriamo che Dio ce la mandi buona) sui monitor televisivi o dei computer ne vedremo delle belle! Fuochi artificiali, "botti" telematici, e tutti i filistei come mosconi paralizzati dentro nella "rete".

In sostanza abbiamo iniziato la pagina col pessimistico nero nell'esporre la situazione Telecomunicazione, Internet, - e ho sorvolato su Intranet perché sembra proprio che le imprese italiane non conoscono affatto questa tecnologia che fa risparmiare loro una montagna di soldi - e chiudo con un fiocco rosa, perché stiamo assistendo nonostante tutto alla nascita di intelligenze straordinarie che stupiscono. E non è affatto una rivoluzione, ma è un'evoluzione (leggi l'ultima parte nella "presentazione"). La prima la si può combattere, stroncare, soffocare, la seconda invece alle volte ritarda di qualche secondo ma poi le ore le batte tutte; è' l'evoluzione discontinua di Eldredge, a salti, e non quella darwinista continua. E lo abbiamo visto! E' bastato un chip per far compiere a tutto il mondo un grande balzo; ed è bastato un banalissimo convertitore da digitale in analogico e all'inverso per avvolgere (col banalissimo doppino) in una "rete" il pianeta ; una rete che piaccia o non piaccia impiglierà tutti i mosconi che daranno fastidio alla stessa; e fra poco, pochissimo, ritornando ai primordiali segnali di luce, su questa, sui fotoni, ci appiccicheremo anche i bit e li trasmetteremo a 7 miliardi al secondo con un semplice archimedico specchio, o meglio con un banalissimo e piccolissimo laser (è la multiplazione ottica), in barba a tutti i cavi, cavetti, onde hertziane e relative concessioni di bande, che i mandarini di turno hanno escogitato per imbrigliarci senza conoscere la materia.

Forse non domani mattina, ma che importa, questa tecnologia esiste, viene per tanti motivi ritardata perché sconvolge un mercato, ma c'è. Gli uomini hanno sempre fatto qualcosa che va' al di là di se stessi, e quando questo qualcosa viene prima o dopo impiegato, si volta pagina nel Libro-Agenda della Storia, si inizia un nuovo capitolo e si va a correre una nuova tappa con altri protagonisti, verso chissa' cosa, verso chissa' dove. Alcuni nei loro mille mesi di vita creano e lasciano la traccia del loro ingegno, mentre altri impiegano gli stessi mille mesi per ostacolare, distruggere, ritardare, farci dannare. Per fortuna, che nelle pagine della storia, di tracce, pur sbavando nel loro distruttivo percorso, ne lasciano ben poche, sono sempre ignorati, o se sono ricordati lo sono perché sono stati cattivi ospiti di un pianeta dove la legge primaria è l'evoluzione non l'involuzione e le loro nascite semplici errori della natura.

L'occasione quindi oggi, per un politico audace, intelligente e coraggioso sarebbe quello di proporre di RENDERE GRATUITO NEL PAESE L'ACCESSO A INTERNET. Innestare un processo di auto-apprendimento, di utilizzo e di scambio di informazioni su tutta la nazione, lasciando gestire le stesse, interattivamente, dal singolo cittadino. I Romani crearono un Impero perché principalmente costruirono 84.000 km di strade (senza pedaggio!!!!), permettendo lo scambio, l'integrazione, dando le possibilità di far circolare le merci e soprattutto le idee. Quando cadde questa "apertura" mentale, cadde anche l'integrazione dei popoli, e l'Europa si frantumò in staterelli, si piombò nel Medioevo. Mille anni di oscurità, di isolamento fra Stati che pur essendo a contatto di confine fra di loro crearono distanze culturali enormi, (di lingua, economiche, religiose, scientifiche) che fecero nascere nazionalismi che perdurano ancora e che solo la comunicazione globale che c'è ora all'orizzonte, può far diminuire, annullare, spazzare via.

Francomputer


(Scrivetemi e rispondo anche su questioni più tecniche mentre chi le possiede cerco le ultime notizie sui risultati che MIT, At&T e Digital stanno conducendo su una rete completamente ottica da 100 gigabit al secondo sfruttando proprio l'optoelettronica di cui abbiamo appena accennato; e mi riprometto fra breve con un link in fondo a questa pagina di spiegare a chi è interessato conoscerla, alcuni aspetti di questa scienza che è affascinante! Farà cambiare il modo di pensare di tutta l'umanità)

Inoltre se l'argomento lo ritenete interessante segnalatelo ai vostri amici, soprattutto se fra questi avete politici e giornalisti.

Internet gratis! chi lo fa per primo, passerà alla storia come uomo politico,

Non ho fatto il profeta, ho solo preso atto di quanto ci circonda.

Tanti auguri a tutti, soprattutto ai giovani.
Io sono arrivato a 77 anni, e ho (primo in Italia) iniziato a insegnare e vendere i computer nel lontano 1980 (33 anni fa !!)
Oggi mi rammarico solo che ci sia tanta gente incompetente, e mi rattrista anche che non si fa nulla per migliorare.


La pagina sopra è stata scritta il 20 gennaio 1996 !

AGGIORNAMENTO 17 gennaio 2000 - Corriere della Sera. "Ricatto informatico alle società di credit-card". "Dodici  sono le compagnie del circuito interbancario che gestisce trecento milioni di carte di credito nel mondo, coinvolte nel ricatto. Alcuni pirati informatici sarebbero riusciti ad impossessarsi di alcuni codici-fonte, che vengono considerati cruciali per la programmazione. Fra le altre aziende colpite, la Virgin che la settimana scorsa ha sospeso la spedizione di e-mail di oltre 170.000 abbonati proprio a causa di un tentativo di violazione del suo sistema.

AGGIORNAMENTO19 gennaio 2000 - Corriere della Sera. - Il primo black-out dei telefonini nella storia d' Italia. Proprio il giorno del cambio delle tariffe.  Dalle ore 9,20 alle 11,45.  Per più di due ore i telefonini sono rimasti muti, riuscivano soltanto a ricevere. Un ingegnere addetto al controllo del funzionamento della rete ha fatto venire i brividi al personale dell'ufficio stampa. "Abbiamo un problema. Non sappiamo cosa sia potuto accadere. Ma abbiamo rimesso tutto in funzione in un paio d'ore". Agli utenti è stato inviato un messaggio "Problemi tecnici". Ma che cosa sia successo con precisione non si sa". 
Un brutto precedente quell' "Abbiamo un problema". Per un domani siamo così avvisati.

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