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anni 1 - 222
222 - 336
336 - 432
432 - 530
530 - 606
607 - 640
640 -752
752-816
816-882
882-928
928- 999
999-1048
1048-1119
1119-1292
1294-1455
1455-1691
1691-1831
1831- 2005

ANNI DALL' 816 ALL'882


STEFANO IV, romano (816-817)

Di nobili origini romane, il diacono figlio di Marino fu consacrato papa il 22 giugno 816, dopo dieci giorni dalla morte di Leone III ed assunse il nome di Stefano ( la numerazione ordinale fu abbinata solamente secoli dopo, per riuscire ad idendificare ognuno dei pontefici che assunsero il nome del santo a cui la loro opera si sarebbe improntata o a riferimento del loro patrono personale; da qui il perchè le successioni non sono sempre state rigorosamente fedeli nella consecutio).
Considerati i rapporti divenuti ormai sempre più tesi tra impero e Stato Pontificio, il nuovo papa tentò sin da subito la carta della riconciliazione e la lettera di comunicazione a Ludovico, dell'avvenuta consacrazione, in effetti potè essere letta come una lettera di scuse per l'affrettata elezione stessa.
A quella lettera seguì il viaggio di Stefano IV e l'incontro con l'imperatore a Remis, già nel settembre dell'anno in corso. Fatto di importanza storica rilevantissima perchè nella cattedrale di Remis il papa reincoronò l'imperatore con la stessa corona usata per l'incoronazione di Costantino e, l'imperatrice Ermengarda. Ludovico fu appellato "il secondo Davide..."

Stefano IV fece ritorno a Roma portando a casa un colpo diplomatico magistrale, in altre parole era riuscito a compiere il disegno del predecessore, nominando e costringendo ad assumere la carica di braccio armato della Mater Ecclesia, l'imperatore e i suoi eserciti.

Il pontefice però non ebbe modo di gratificarsi di quel successo perchè il 24 gennaio 817, a soli tre mesi dal suo rientro egli moriva.
Le sue spoglie furono sepolte in San Pietro.

A Venezia goverNò il doge Anhelo Particiaco, mentre da Bagdad Ibrahim (817-819) governò le terre di ormai mezzo del mondo conosciuto.

PASQUALE I, romano (817-824)

Pasquale I, abate della basilica di Santo Stefano fu consacrato il 25 gennaio 817, vale a dire : nemmeno un giorno dalla morte del suo predecessore. D'altro canto il timore di ingerenze esterne permaneva sempre forte.
Il "legato" (ambasciatore) pontificale Teodoro fu subito inviato presso la corte di Ludovico con la missiva del nuovo annuncio; ritornò recando in una mano una semplice lettera di felicitazioni, dall'altra una sorta di diploma imperiale definito "Pactum cum Paschali pontefice".
La storia volle che quest' ultimo documento dovesse assumere un valore immenso proprio perchè Ludovico, detto il "Pio", non impugnò le "false riproduzioni", artatamente spacciate dal clero romano , di volta in volta presso le piccole signorie feudali in maniera tale da riuscir a recuperare non solo le promesse di Pipino e Carlomagno ma anche importantissimi feudi quali le odierne Calabria, Sicilia, Sardegna, Corsica e Napoli.
Una ulteriore concessione fu fatta ai romani e di conseguenza al clero, da Ludovico: la libertà di scelta del proprio pontefice con la sola presenza di alcuni legati esentati dal dover imporre la conferma e con il solo obbligo di rinnovare il patto di alleanza tra l'imperatore attraverso il pactum fidelis ....
L'imperatore fu per altro occupato in questioni ben più gravi e fondamentali per doversi anche interessare del solo potere romano, ad ogni buon conto quello che doveva essere sembrato un'atto di magnanimità nei confronti del papato, si dimostrò subito esattamente il contrario, tantè che il "patto fidelis" fu ratificao dalla nobiltà imperiale nel luglio 817 ad Aquisgrana, ed assunse il nome di Ordinatio Imperii, che di fatto limitò quasi totalmente il potere temporale della Chiesa.
Il resoconto del disinteresse verso la penisola italica fu costituito da caos più totale con scorribande di predoni e banditi da ogni angolo della penisola stessa.
Le cose si metterono per il peggio perchè la nobiltà romana filo-franca si dovette confrontare con i nobili dissidenti che si erano visti espropriati di ogni autorità temporale.
Capi della rivolta antimperiale furono il primicerio Teodoro ed il nomenclatore Leone (genero del pontefice). La rivolta fu stroncata dalle stesse truppe papaline rinforzate dalle squadre provenienti dai quartieramenti dei nobili filo-franchi.
Sbaragliate le ultime resistrenze i due furono catturati, accecati e poi decapitati, correva l'anno 821.
Solamente nel 818 Ludovico si era deciso a nominare re d'Italia il proprio primogenito Lotario. il quale giunse però solamente nel 822, fermandosi a Pavia.
Le suppliche del pontefice Pasquale lo portarono comunque a Roma solamente la Pasqua dell'anno successivo (823), quando con il consenso di Ludovico il Pio fu consacrato imperatore Augusto del popolo romano.
A seguito dei continuati malumori, Lotario ordinò un'inchiesta sui fatti precedentemente accaduti. Il Pontefice si sottomise spontaneamente al giuranmento di purificazione attraverso il giuramento di fede a Dio, maledendo contemporaneamente i sobillatori giustiziati.
I legati tornarono ad Aquisgrana e riferirono a Ludovico quanto accaduto e quanto sentito. L'inchiesta fu archiviata dallo stesso imperatore.
A Pasquale I si debbono i primi interventi sociali, oltre che a due giustiziati.
Fu dichiarato santo perchè la leggenda vuole che durante una messa sia caduto in "trance" ed abbia rivelato il punto esatto della sepoltura di Santa Cecilia e di suo marito Valeriano, martirizzati durante l'impero romano. I corpi furono estratti dal cimitero di San Callisto con abiti interamente ricoperti d'oro.
Pasquale I morì il giorno 11 febbraio del 824, il popolo romano, nonostante il suo interessamento sociale impedì la sepoltura a San Pietro e si ritiene che le sue spoglie giacciano in San Prassede.
San Pasquale viene festeggiato lo stesso 11 febbraio assieme ad un martire di Aversa.

A Bagdad si succedettero i seguenti califfi: Abd Alah Al Mamun (813-817), Ibrahim (817-819), Abd Allah Al Mamun II (819-833), mentre a Venezia era sempre "in sella" Anhelo Particiacio.

La citta di Genova non aveva ancora assunto una sua connotazione vera e propria anche se prima sotto l'influenza longobarda e poi franca stava assumendo sempre più una sua connotazione autonoma come ducato, così come Amalfi che fino all'anno 1000 fu solamente una diocesi vescovile sotto l'influenza bizantina. Mentre per sentir parlare di Pisa si dovrà addirittura aspettare il XII-XIII sec, quando il centro marittimo si svilupperà sulla via romana che da Roma portava alla Gallia la Aemilia Scauri.

EUGENIO II, romano (824-827)

Le diarchie e le trame di palazzo avevano ormai pervaso anche la Chiesa oltre a tutte le altre realtà economico-politiche. Dopo la morte di Pasquale I si aprì di fatto una crisi senza precedenti tra i sostenitori di Sisinnio o Zizimo fortemente acclamato dal clero e dal popolo cristiano e quelli che vollero sostenere la candidatura del "cardinale" rettore di Santa Sabina in Aventino, sin dall' anno 816, ovvero Eugenio Savelli.
La candidatura di sua "Eminenza" Eugenio fu dichiaratamente sostenuta dalla nobiltà filo imperiale capitanata da Wala consigliere diretto di Lotario.

Con il nome di Eugenio II il pontefice fu eletto nel maggio del 824 o forse, addirittura, il 5 giugno 825.

Lotario arrivò a Roma da Aquisgrana nell'autunno del 824 accompagnato da un vero e proprio esercito, con la missione di dirimere lo scisma in atto e di riappacificare le popolazioni.
La missione riuscì perfettamente perchè da buon diplomatico riuscì a comprendere gli abusi precedentemente fatti cosicchè, agli eredi dei perseguitati sostenitori di Leone III e di Pasquale I sostenitori furono restituiti tutti i beni precedentemente confiscati, con buona pace di tutta la cittadinanza.
E, il giorno 11 novembre dello stesso anno fu promulgata la "Costitutio Lotharii", impostata su nove articoli tra i quali l'inviolabilità dei diritti di quei cittadini posti sotto tutela dell' impero o dello Stato Pontificio e soprattutto la riamissione all'elezione papale di "cittadini laici", nonchè il gradimento imperiale all'elezione stessa.
Vennero così ristabiliti i confini tra le pertinenze temporali e quelle religiose ed ecclesiastiche.

Ma se con Lotario, in occidente le cose si misero per il verso giusto, in oriente si riaprì una nuovamente la piaga dell' iconoclastia ( abiura della rappresentazione di immagini sacre o semplicemente immagini), attraverso l'imperatore Michele II "il balbuziente" .
Le controversie si estero sino ad indurre Eugenio II ad un' ulteriore convocazione conciliare, avvenuta nel 826 a Roma in Laterano alla presenza di 62 vescovi. Il concilio si arenò su questioni totalmente diverse e più attinenti alla moralità dei vescovi che non al vero e proprio principio per il quale fu convocato, anche perchè sull'argomento dell'iconoclastia già dal concilio di Nicea del 787 si espresse Carlomagno e dal punto di vista imperiale nulla era cambiato.
In effetti quel concilio, al di la della moralizzazione ecclesiale, fu utilizzato dal pontefice per poter far riappropriare la Chiesa delle proprie anime sparse sul territorio, attraverso la scolarizzazione delle genti, per le quali fu sancito il diritto allo studio delle sacre scritture e delle belle arti.
La leggenda vuole che ad egli sia stata attribuita la cosidetta "prova dell'acqua fredda", la quale consisteva nel gettare in una fonte d'acqua gelida, preventivamente "benedetta", gli indagati o indagate.La prova di innocenza a tale supplizio veniva considerata superata quando gli inquisiti andavano a fondo, mentre rappresentava prova di colpevolezza qualora questi riuscissero a mantenersi a galla... con il semplice ed ineluttabile conseguenza che in ambo i casi si perdeva la vita!
Eugenio II si spense nell'agosto del 827 e presumibilmente fu sepolto nel sagrato di San Pietro.

A Venezia dal 827 al 829 governò il doge Giustiniano Partecipazio, mentre l'Islam iniziò a mettere piede in Italia con lo sbarco a Mazara, la battaglia di Corleone e l'assedio pluriennale di Siracusa, fino a giungere al''occupazione di Agrigento del 828.

VALENTINO I, romano (827-827)

Arcidiacono della chiesa di Via Lata ( o forse Latina). Venne menzionato dal Liber Pontificalis solo in virtù di essere stato Consacrato, infatti la cattedra di San Pietro per quanto gli riguardò, durò circa 40 giorni. La leggenda volle che Valentino fosse stato eletto tra agosto e settembre del 827.

La sua breve storia fu sintettizata in poche righe, così come la sua bontà d'animo. La sua consacrazione avvenne nella basilica di Santa maria Maggiore e prima, durante e dopo l'investitura declinò sempre la propria responsabilità, perchè nonostante tutto si definiva un servo di Dio, non la sua massima espressione terrena.

Ciò nonostante in San Pietro fu portato in trionfo tra molteplici ali di folla.

Ma da li a pochi giorni si spense, senza aver avuto nemmeno il tempo di comunicare erga omnes la propria elezione.
Le spoglie di Valentino I furono probabilmente sepolte in San Pietro.

GREGORIO IV, romano (827-844)

Di nobile famiglia romana , figlio di Giovanni, già cardinale in San Marco ( nell' abside della basilica vi è tuttora un mosaico raffigurante il suo ritratto), il pontefice fu consacrato solamente l'anno successivo alla morte del suo predecessore Valentino, a causa dell' attesa nella conferma imperiale come previsto dalla legge lotariana.
Tra gli anni 827 ed 833 il pontificato proseguì quasi autonomamente dato che le attenzioni imperiali non furono tanto verso l'esterno, quanto verso il proprio interno, infatti Ludovico il Pio sposò in seconde nozza Giuditta dalla quale ebbe il figlio Carlo, per il quale l'imperatrice chiese all'imperatore un nuovo regno.
Questo bastò a scatenare una vera e propria congiura dei figli di primo letto contro l'ultimo nato. Ludovico fu deposto con l'assenso del pontefice, il quale però pensando di barattare l'indipendenza della Chiesa contro gli altri fratelli sbagliò completamente diplomazia, tanto da dover fare un passo indietro. Questo avvenne a Colmar in Gallia che fu anche definito " il campo della vergogna".

Lo smembramento dell'impero d'occidente si stava avviando verso il suo destino. Lotario prigionò il padre a Soissons, presso il monastero di San Medardo, mentre il fratello Carlo fu segregato nel monastero di Prum.
Solo il pentimento di Ludovico il germanico fratello di Lotario e figlio di Ludovico riuscì a riportare al trono il proprio padre su approvazione di Gregorio IV.
Il "tradimento" del fratello e del papa scatenò le ire dello stesso Lotario che mise a ferro e a fuoco tutte le terre pontificie.

Ludovico morì nel 840, le lotte intestine durarono fino al 843 e si conclusero con il trattato di Verdun, dal quale nacquero le odierne realtà etniche e nazionali: Francia, Germania e Italia.
Gregorio IV non ebbe alcuna influenza su queste ulteriori scelte. Ad egli fu riconosciuto il rafforzamento delle difese a mare contro i saraceni, la più importante delle quali fu Ostia, in un primo tempo ribattezzata Gregoriopolis ed il ripristino di acqua corrente in città con il ripristino dell' acquedotto "acqua traiana", ovvero "sabatino" a quel tempo semidistrutto.
Gregorio IV spirò nel gennaio del 844 e fu sepolto in San Pietro.

A Venezia governarono, nel frattempo ben tre dogi: Giustiniano Partecipazio (827-829), Giovanni Partecipazio I (829-836) e Pietro Tradonico (836-864)... (VEDI CRONOLOGIA!)

Ad oriente l'Islam che si stava sempre più avvicinando alle coste italiane fu governato da altri tre condottieri : Al Mamun (813-833), Muhammad al Mutassim (833-842) e da Haurn al Watiq (842-847).
L' odierna Sicilia, allora Trinacria subì allora i primi attacchi e le prime invasioni:

- 827 sbarco a Mazara del Vallo , battaglia di Corleone, inizio dell'assedio cinquantennale di Siracusa;
- 828 occupazione di Agrigento;
- 831 occupazione di Palermo;
- 838 assedio di Enna e di Cefalù;
- 840 conquista di Platani, Caltabellotta, Corleone. L'isola è divisa in 2 parti delimitate a Nord da Cefalù e a Sud dal fiume Salso;
- 842/43 conquista di Messina, Modica, Lentini, Ragusa.

SERGIO II, romano (844-847)

Romano, già arcibresbitero (nda: antica classe gerarchica paragonabile in qualche modo all' attuale arciprete) e cardinale della diocesi intitolata ai Ss Silvestro e Martino ai Monti, Sergio fu eletto alla fine di gennaio del 844.
La sua consacrazione fu contratrastata dal diacono Giovanni il quale, forte del plauso popolare si impadronì del palazzo in Laterano insediandosi sul trono pontificio.
La milizia della nobiltà organizzata fu però comandata ad intervenire : Sergio (non cambiò nome) fu scortato fino al palazzo pontificio, sbaragliati i piccoli tumulti di piazza ed abbandonato a se stesso, il diacono Giovanni fu incarcerato, successivamente condannato a morte, ed in fine fu invece esiliato per intercessione dello stesso pontefice.
Il tutto avvenne naturalmente senza l'autorizzazione dell' imperatore Lotario, anche perchè da ambo le parti stava regnando il caos più totale.
La risposta di lotario non si fece attendere: Nella primavera del 845 inviò il figlio Ludovico, già re d'Italia a verificare la situazione.
Ludovico accompagnato dall'arciprete e vescovo di Mertz arrivò fino ai pressi delle mura ma tramite quest'ultimo, accolto peraltro con tutti gli onori, fu fatto sapere che l'esercito avrebbe dovuto accamparsi fuori dalle mura stesse in prossimità dei Prati Neroniani.
Ludovico fu accolto dal papa sulla gradinata di San Pietro e all' inno di " benedictus qui venit in nomine Domini" il re confermò la sudditanza religiosa al pontefice ed ai suoi rappresentanti di tutto il proprio regno, con il conseguente riconoscimento di re d' Italia e la sua consacrazione, avvenuta il 15 giugno dello stesso anno.
Successivamente, anche per continuare ad accativarsi le pur disfatte simpatie reali ed imperiali, Sergio II fu munifico nell'argire apostolati, cariche e prebende nepotistiche sia su di un versante che nel proprio.
Tra le corruzioni ed i patti non rientrò però, la protezione di Roma.
La prima incursione saracena avvenne i primi di agosto del 846 e penetrarono in Roma il 25 dello stesso mese appoggiati da una flotta di 75 navi armate con 10.000 uomini.
La riva destra del Tevere comprese le basiliche di San Pietro e San Paolo furono letteralmente saccheggiate, mentre la riva sinistra protetta dal grosso della milizia papalina e dalle mura Aureliane riuscì a respingere l'attacco.

Il potere temporale, in virtù del mancato riconoscimento della propria influenza su Roma caput mundi, non si mosse.

Sergio II morì il 27 gennaio del 847, lasciando una città in preda alla carestia, alla miseria e all'abbandono più totale.
Fu sepolto in San Pietro.

A Bagdad fu Califfo Harun al Watiq (842-847), contemporaneo del poeta Abu al-'Atahiya (748\c.825), personalità ascetica, poeta in una lingua semplice e accessibile al popolo e del poeta Habib ibn 'Aws Abu Tammam (800\c.845), siriano di origine cristiana ma ritenuto della tribù dei Tayyi', autore di elaborate poesie e raccoglitore della tradizione araba classica. Quest'ultimo fu precursore, insieme al conterraneo al-Buhturi, del neoclassico Mutanabbi; deve la sua fama alla Hamasa, raffinata antologia di poesie antiche. La sua produzione personale ha uno stile carico di immagini artificiose e di retorica sentenziosità, ma è utile per lo storico poichè celebra importanti eventi dell'epoca

Mentre Venezia fu governata dal doge Pietro Tradonico ( 836-864)


LEONE IV, romano (847-855)

Dopo la morte di Sergio II, l'elezione del nuovo pontefice avvenne in tutta fretta. L'imperatore ne fu informato non si attese la conferma "pro forma", il pericolo delle invasioni saracene era diventato ormai una priorità assoluta, ma la consacrazione avvenne solamente il 10 aprile 847.
( Saraceno = denominazione generica degli arabi durante il periodo medievale – l’etimologia del lemma deriva probabilmente dal greco “sarakneios” e quindi trasferita al latino saracenus”. Il vocabolo derivato dal greco era riferito alla denominazione di quei popoli stanziali nel sud della penisola del Sinai dalla parte del golfo di Aqaba, ovvero poco più a nord dello stretto di Tiran , dove ora sorgono i complessi turistici di Sharm el Sheik.
I saraceni, stanziali con origini nomadi e nomadi sul mare, divennero essi stessi sinonimo di pirateria e di predazioni inenarrabili, soprattutto nei confronti delle popolazioni cristiane più ricche, ma non solo.

Il loro credo islamico ortodosso, utilizzato dai vari califfati per scopi cosiddetti di”evangelizzazione armata”, finirà per ritorcersi contro il sistema stesso fino ad inghiottire la propria cultura e scienza dalle quali lo stesso cristianesimo ed occidente trassero insegnamenti ancora oggi di tutto rispetto (nda: una sola nota per tutte basti pensare: << iI sistema numerico decimale arabo!>>).

Anche leone non cambiò il proprio nome già di nobili origini romane, sin da giovane era conosciuto fra i suoi concittadini romani, come un uomo d’esempio di purezza e maestro di vita interiore, fama che travalicò le mura del monastero benedettino di S. Martino, vicino alla Basilica di S. Pietro, di cui fu monaco stimato, fino a diventare cardinale della basilica dei "Ss Quattro Coronati".
Il suo pontificato non inizio proprio bene perchè oltre che avere i saraceni costantemente alle porte, Roma fu scossa da un violento terremoto , un incendio divorò il quartiere dei sassoni fino ad arrivare al porticato di San Pietro. La leggenda vuole che a porre fine a tanto scempio siano state le preghiere di Leone IV ed il suo gesto benedicente in nome della Santa Croce.
Intanto i Saraceni avevano preso Gaeta e si apprestavano ad un nuovo assalto a Roma. Tra l'anno 847 e 849, il pontefice con l'accordo imperiale di Lotario, riuscì a trattenere a Roma le tasse erariali e con le collette aggiuntive fortificò tutte le mura della citta, con una costruzione di quindici torri, ponti levatoi alle porte che furono dotate di celate ed inferiate.
Inoltre con un accordo tra le città di Napoli, Amalfi e Gaeta, Leone IV riuscì a far convergere le flotte all'imboccatura di Ostia; il comando dell'intera flotta fu affidato a Cesario, figlio del duca di Napoli.
I saraceni furono sconfitti e l'opera di fortificazione continuò creando la " città leonina", cioè fortificò con mura di difesa tutto il quartiere intorno a S. Pietro, da Trastevere a Castel S. Angelo.
Quest’opera grandiosa fu realizzata con il contributo dell’imperatore Lotario, della Francia e della Germania, alla sua costruzione furono adibiti i saraceni catturati nella battaglia navale di Ostia, avvenuta nell’849, vinta dalla Lega promossa dal papa tra Napoli, Amalfi, Gaeta e la flotta romana, la costruzione fu inaugurata il 27 giugno 852.
Inoltre, furono ricostruite "Centumcellae" che prese il nome di Leopoli (oggi Civitavecchia), Tuscia, Orte ed Ameria. Non mancarono poi gli addobbi alle ricostruite basiliche di San Paolo San Pietro il cui altare fu nuovamente rivestito da 206 libre di oro tempestato da gemme preziose ed entrambi arredati da calici, candelabri ed arredi in metalli e pietre preziose.
Sul piano prettamente teologale e religioso, Leone IV indisse due concili, ambedue romani, quello tenutosi nel 850 e del 853, ambedue attinenti al rientro nella protezione imperiale d'occidente e di conseguenza alla ricomposizione di faide interne sia all'impero che alla Chiesa stessa.
San Leone IV cessò la sua vita terrena il 17 luglio 855 e fu sepolto in San Pietro. Ancora oggi viene festeggiato nello stesso giorno della sua morte.

Da Bagdad governò la situazione mediorientale e saracena il califfo YA'FAR AL-MUTAWAKKIL (847-861).

BENEDETTO III, romano (855-858)

Romano di nascita, già cardinale di San Callisto (nda: probabilmente del sito catacombale perchè non risulta esservi stata diocesi).
Fu consacrato il 29 settembre dopo una travagliatissima vicissitudine perchè, diversamente dai suoi predecessori, Benedetto III scelse la strada della conferma imperiale che ricercò inviando due legati presso la corte di Ludovico II.
Gli incaricati furono Nicola vescovo di Ananagni e Mercurio magister militum e recarono con loro il decreto dell'avvenuta elezione del pontefice.
Ma appena fuori Roma, ad Orte i due incontrarono il vescovo di Gubbio Arsenio il quale intrapprese il viaggio di ritorno in loro compagnia convincendoli, strada facendo, di perorare la causa del proprio nipote Anastasio rifugiato ad Aquileia, cardinale già deposto da San Leone IV, con la scusa che egli era comunque ben introdotto presso la casa imperiale.
I due legati si presentarono all'imperatore, consegnarono il protocollo contenente l'elezione di Benedetto III ma perorarono la causa di Anastasio.
Ludovico II insoddisfatto del comportamento dei due legati, poco dopo la partenza di questi ultimi, decise di inviare a Roma i conti Bernardo ed Adalberto per sincerarsi di come fossero avvenute le elezioni papali.
Nuovamente ad Orte si reincontrarono i due conti, i due legati, Anastasio e suo zio Arsenio, nonchè i vescovi Ronaldo, di Porto ed Agatone, di Todi a loro volta in viaggio verso Roma.
Il conciliabolo non pensò di meglio che eleggere pontefice Anastasio e di dirigersi verso l' urbe. Nel frattempo il pontefice inviò il secondicerio Adriano, il capitano dell'esercito Graziano ed il duca Gregorio quali messaggeri per ricevere gli inviati imperiali. A cinque miglia dalla città, presso la basilica di San Leucio i due gruppi si incontrarono. I messaggeri pontificali furono presi prigionieri e trascinati attraverso i Prati Neroniani fino al palazzo in Laterano.
Il 21 settembre 855 Anastasio entrò a San Pietro, preso dall'ira fece a brandelli le tele dov'erano impresse le sentenze dei due concili tenuti da San Leone IV, tra le quali quella dov'era iscritta la sua scomunica e danneggiando le immagini di Cristo e della Madonna.
Anastasio si spostò poi in Laterano dove ad attenderlo vi era Benedetto III seduto sul soglio, attorniato dal clero a lui fedele. Una milizia armata del vescovo di Bagnorea, aggregatosi ad Anastasio tolse di peso il pontefice dal proprio trono, gli strappò il pallio e lo affidò ad altri due cardinali scomunicati dal suo predecessore.
Il 25 settembre 855 il popolo venuto a conoscenza degli scempi e dell' usurpazione fatta da Anastasio scese in piazza, i messi imperiali convocarono impensieriti dalla situazione, e quello stesso giorno convocarono un'assemblea generale.
L'assemblea popolare capitanata dai vescovi di Ostia ed Albano dichiarò che Benedetto III era stato eletto secondo i dettami del diritto canonico.
Gli inviati imperiali non poterono far altro che prendere atto della situazione, liberare Benedetto III, allontanare Anastasio e, con "mille scuse" portarlo in processione sul cavallo di Leone IV fino alla cattedrale di Santa Maria Maggiore in transtevere.
Le "mille scuse" furono ben gradite ma per contro il pontefice dovette riammettere Anastasio nel clero e guarda caso fu proclamato abate del monastero di Santa Maria Maggiore in Transtevere, mentre per gli altri congiuri il non luogo a procedere.
Ma come spesso accade la sorte non giovò a Ludovico II, imperatore in pectore ed effettivo imperatore per un solo giorno, infatti il padre Lotario, ritiratosi a vita monastica nel convento di Prum, presso Treviri morì il 28 settembre 855 lasciando il lascito testamentario della suddivisione dell'impero tra i figli: a Ludovico II l' Italia, a Lotario II le terre del Nord chiamate successivamente Lotaringia e a Carlo la Provenza.
Benedetto III papa semplice ed umile, probabilmente già in avanti con gli anni non si rese conto dello schiaffo morale inferto al potere imperiale e pertanto non se ne seppe giovare, nè per se nè per la comunità romana.

Il pontefice spirò il 17 aprile 858 e fu sepolto davanti le porte della basilica di San Pietro.

NICCOLO' I Magno, romano (858-867)

Romano di nobile discendenza, figlio di Teodoro e nato intorno ai primi anni del 800, al tempo di Sergio II fu suddiacono, diacono con Leone IV e consigliere di Benedetto III, fu consacrato il 24 aprile 858.
La sua elezione avvenne senza la presenza di Niccolò ma con la partecipazione di Ludovico II, presso il monastero di San Silvestro, dove il clero e rappresentanti del popolo si erano riuniti in conclave.
La partecipazione di Ludovico e l'atto di renitenza ( nda: renitenza = rifiuto) da parte di Niccolò finì comunque per placare le animosità del fratello di Ludovico II: Lotario II, il quale avrebbe inizialmente preferito l'elezione di Adriano, cardinale in San Marco.
La ricomposizione tra i fratelli avvenne grazie al comportamento di Niccolò che in prima istanza incontrò appena fuori Roma Lottario II , nei pressi di San Leucio ( attuale Tor di Quinto), il quale all'arrivo del papa a cavallo, con tutto il suo seguito si premurò di prendere le briglie del cavallo e a piedi condurlo presso l'accampamento dei ricevimenti.
Il rientro a Roma fu invece ripercorso nella stessa maniera con il cavallo papale alle briglie di Ludovico II.
Niccolò I, in effetti, rappresentò la grande rivincita del potere religioso e temporale su quello puramente temporale e politico, ponendo così come un grande punto esclamativo, valido per tutta la comunità mondiale, del mondo fino ad allora conosciuto.
Uno dei suoi consiglieri più preziosi nell'opera di affermazione del suo pontificato fu Anastasio, già cardinale deposto da San Leone IV, congiurato contro Benedetto III, abate del monastero di Santa Maria Maggiore in Transtevere, poi bibbliotecario vaticano ed infine consigliere pontificio. Ad anastasio, San Nicolò dovette la riaffermazione dei principi Decretali pseudosidoriani (Decretali = lettere, successivamente chiamate "Bolle" mediante le quali il pontefice affermava un diritto oppure una legge, che doveva essere osservata in tutti i territori sottomessi, rivendicando il proprio diritto "ex Domini" di INFALLIBILITA').
Ad Anastasio dovette inoltre la riaffermazione totale della Mater Ecclesia sul disfatto impero carolingio.
Uno degli episodi che concorse ad affermare la cattedra di San Niccolò fu sicuramente il suo intervento a proposito di diverse vicissitudini familiari interne alla famiglia imperiale di Lotario II , sulla quali minacciò di far calare la scomunica se non fossero stati rispettati i patti matrimoniali con la moglie Teuterberga .

Ma Mentre in Occidente Niccolò I combattè per affermare il primato del papa sia con gli imperatori e re, sia con i metropoliti, in Oriente dovette combattere contro le pretese delle Autorità politiche ed ecclesiastiche di Costantinopoli.

L’epicentro si ebbe con la questione di Fozio; questi già capo cancelleria del giovane imperatore Michele III, uomo molto erudito ma anche molto ambizioso, fu eletto patriarca di Costantinopoli dal primo ministro Bardas il quale, nel 858 aveva deposto il patriarca Sant' Ignazio.
Fozio, essendo un laico, in soli sei giorni ricevette tutti gli Ordini sacri, provocando ovviamente il sorgere di due contrapposte fazioni.
Michele III invitò il papa ad arbitrare la questione in un Concilio tenuto nell’aprile dell’861.
Ne seguì comunque un lungo periodo di controversie, destituzioni da incarichi, ecc. che deteriorarono anche i rapporti fra l’imperatore e il papa.
Fozio giunse ad ergersi giudice del papa accusandolo di eresia, fu deposto dopo la morte violenta di Bardas e dell'imperatore d'oriente Michele III.
Il pontificato Di San Niccolò I Magno fu tutto impostato sull' energica affermazione della superiorità ecclesiastica sia nelle cose attinenti la religione sia sulle questioni temporali attinenti le proprietà ed i dominii della Chiesa pontificale stessa.

Morì il 13 novembre 867 e fu sepolto nell’atrio della Basilica di S. Pietro davanti alle porte; nel 1630 il suo nome compare nel Martirologio Romano.
La sua commemorazione dovrebbe avvenire ancor oggi il 13 novembre ma, il suo nome non appare nel calendario ufficiale della Chiesa, dopo l'ultima revisione.

Completamente ignari, oppure consapevoli delle debolezze cristiane, i cosidetti "saraceni" continuarono nella loro opera di conquista territoriale e di evangelizzazione armata dell'Islam. Il nord Africa e la penisola iberica furono totalmente sottomesse durante i califfati di Ya far al-Mutautawakkil (847-861), Muhammad al-Mustansir (861-862), Ahmad al-Mustain (862-866), Muhammad al -Mutazz (866-869), regnanti a Bagdad .

A Venezia dopo la morte del doge Pietro Tradonico (836-864), il doge eletto fu Orso I Parteciaco (864-881) ... vedi cronologia dei dogi!

ADRIANO II, romano (867-872)

Romano di nascita, già candidato nel precedente conclave, Adriano II fu eletto pontefice il 14 dicembre 867 quando era arcidiacono e cardinale in San Marco ed ormai in età avanzata.
La sua elezione avvenne all'unanimità nonostante i molteplici contrasti che dividevano il clero, in particolar modo tra i sostenitori delle tesi filo-imperiali e gli autonomisti seguaci della linea politica percorsa da San Niccolò I Magno, forse proprio perchè uomo mite, indulgente e caritatevole, infatti una delle prime cose che fece, fu quello di un'amnistia generale nei confronti degli scomunicati, tra di essi due nomi allora molto conosciuti per le loro costumanze: Zaccaria già vescovo di Anagni e Teutgardo di Trevbiri .
Così come riabilitò Arsenio vescovo di Orte, da lui stesso relegato a dimora coatta il 12 ottobre 868 per essere stato in combutta con il nipote Eleuterio il quale, fallito il tentativo di prendere in sposa la figlia del pontefice, già promessa ad un altro nobile romano, la fece rapire assieme alla madre, per portarle nel proprio palazzo con l'intendo di sedurla ma sentitosi ancora rifiutato uccise entrambe.
Sul piano politico fu praticamente trascurato da tutti gli imperiali non intervennero mai nè in sua difesa nè in difesa di Roma non solo nel rapimento e nella morte della figlia e della moglie ma nemmeno quando Lamberto duca di Spoleto saccheggiò la città confiscando quasi tutto.
I rapporti con la casa imperiale si complicarono ulteriormente con la morte di Lotario II, avvenuta a Piacenza l' 8 agosto 869.Lotario II non avendo figli avrebbe dovuto lasciare l'impero al fratello Ludovico II ma, la lotaringia fu presa dallo zio Carlo il Calvo che si fece incoronare re a Metz da Incmaro, vescovo di Reims il 9 settembre 869 mentre le terre orientali dal Reno fino ad Utrecht passarono all'altro zio Ludovico il Germanico.
A Ludovico II rimase la penisola italica e qualche altra concessione da parte di Carlo il Calvo.
Non meglio andarono i rapporti con la Chiesa e l'impero d'oriente di Basilio I, nonostante le decisioni adottate alla fine dell' ottavo concilio ecumenico ( già convocato a Costantinopoli da San Nicolò I) che si svolse dal 15 ottobre 869 al 28 febbraio 871 e dal quale scaturì la condanna delle dottrine di Fozio, patriarca di Bisanzio , la sua scomunica e quella di tutti i vescovi da lui consacrati ed il ripristino delle funzioni all'urpato Ignazio. Infatti non appena terminato il concilio la questione fu riaperta dai delegati bulgari i quali chiesero ed ottennero, con il consenso di Basilio I , l' autonomia della Chiesa di Bulgaria di poter scegliere se appartenere alla Chiesa Orientale di Costantinopoli o a Roma; la conferenza dei patriarche orientali stabilì l'appartenenza alla chiesa di Bisanzio, cosi' Ignazio consacrò un arcivescovo per la provincia bulgara che si recò inquelle terre seguito da un notevole numero di preti greci scacciando i missionari latini.
I legati pontifici riuscirono a scappare a malapena e a salvare le obbedienze sottoscritte dai greci, prova del tradimento di Bisanzio.
Adriano II riuscì solo a minacciare la scomunica di Ignazio perchè il 14 dicembre 872 fu sepolto in San Pietro.

A Venezia era solidamente insediato il doge Orso I Parteciaco il quale nell'Adriatico arginò l'intromissione saracena con mezzi navali, così come tentò di fare Ludovico II in terraferma difendendo all'ultimo sangue Bari, la Calabria la Sicilia ed il Tirreno fino ad Amalfi, riuscendovi solo parzialmente perchè mentre politicamente riuscì a strappare mezze alleanze con le città marinare di Salerno, Amalfi e Napoli, sottobanco le stesse trattavano accordi commerciali con il "nemico" vanificando di fatto gli sforzi militari del pseudo imperatore.

I saraceni (nda: ovvero arabi nella radice etimologica greca ma, in effeti arabi e turcomanni pirati di bisanzio) comunque riuscirono ad espugnare ed insediarsi a Malta nell' 869 quando il califfato di Bagdad fu governato da:Muhammad al Mutazz ( 866-869), da Muhammad al Muhtadi (869-870) e da Muhmad al Mutamid (870-892)

GIOVANNI VIII, romano (872-882)

Nato a Roma attorno gli anni 820 da Gundo di origini longobarde, arcidiacono e cardinale a Santa Prisca fin dal 853, fu consacrato papa il 14 dicembre 872.
La scelta cadde su di lui probabilmente per ristabilire i rapporti Stato- Chiesa rifacendosi al periodo di Nicolò Magno e non sicuramente a quello del suo predecessore.
Nel frattempo morto anche Ludovico II senza lasciare eredi, le fazioni romane tornarono a divedersi tra carolingi filo francesi e carolingi filo tedeschi, ovvero chi a favore di Carlo il Calvo chi a favore di Ludovico il Germanico.
La decisione pontificale propese ancora verso i francofoni così, il giorno di natale 875 Carlo fu incoronato imperatore in San Pietro.
L'emorragia di denari per comperarsi l'investitura finì però con lasciare il neo imperatore senza risorse e le continue scorribande saracene portarono al collasso quasi tutte le signorie meridionali e quindi dei loro territori.
Abbandonato da tutti, Giovanni VIII si trovò a dover controbattere prima di tutto la fazione filo-germanica con tutta la loro corrutela. Il 19 aprile 876 fu costretto a convocare un concilio presso il Pantheon per dirimere la questione di Formoso vescovo di Porto apertamentesi schierato con la fazione filo-germanica, assieme al duca Lamberto di Spoleto.
I convocati non si presentarono ed il 30 giugno fu solennemente pronunciata la sentenza di scomunica.
Il pontefice sentitosi ormai in pericolo, decise di passare ai fatti in maniera autonoma, iniziò una ulteriore fortificazione della cinta muraria romana e la costituzione di una propria flotta acquistata da napoletani, amalfitani e salernitani.
Alla fine egli stesso divenne ammiraglio di piccola flotta che nel 877 riuscì a catturare 18 sciabecchi saraceni e a liberare circa 600 schiavi cristiani.
Dopodichè regolò i conti con il duca di Napoli faccendolo imprigionare e morire dallo stesso fratello Atanasio, vescovo della città, in quanto traditore della lega costituita con le tre città marinare: Napoli, Amalfi e Salerno.
Ad ottobre dello stesso anno morì anche Carlo il Calvo, ed il figlio Carlomanno accorso a Roma per l'incoronazione dovette rientrare in Baviera con un esercito decimato da una epidemia che lo coinvolse direttamente. Roma fu saccheggiata ancora una volta da Lamberto duca di Spoleto e da suo cognato Adalberto duca di Tuscia, in nome di una falsa protezione in nome e per conto di Carlomanno. I due furono comunque raggiunti da scomunica dalla città di Troyes, dove il papa fu costretto a trovar riparo e dopo aver indetto l'ennesimo consiglio ( il primo di quella città).
Il 7 settembre 878 incoronò imperatore Ludovico il Balbuziente, secondo erede al trono di Ludovico II.
Da qui in poi le incoronazioni si succedettero a ritmo incessante, alla ricerca frenetica di un esercito che riuscisse ad arginare i saraceni e la nuova dottrina monoteistica costituita dall'Islam.
Carlo il Grosso rappresentò l'ultima illusione di Giovanni VIII.
Scarsamente interessato alle provincie orientali finì poi per riabilitare Fonzio di Costantinopoli, rafforzando così gli intenti dell'imperatore d' oriente Basilio I, il quale probabilmente non vedeva l'ora di far ritornare la propria cattedra in Roma.
La leggenda vuole che il pontefice sia stato dapprima avvelenato da un suo parente e poi finito a colpi di mazza, comunque, la sua morte avvenne il 16 dicembre 882 , mentre della sua sepoltura non si hanno notizie certe.

A Bagdad fu in sella al suo califfato: Ahamad al Mutamid ( 870-892) il quale dopo aver occupato Malta (869) diresse le occupazioni di Messina e Siracusa (878); mentre non si conoscono i nomi dei duchi italici che riuscirono ad affermare la propria indipendenza sulla costa napoletana.

Doge di Venezia fu Orso I Parteciaco (864-881) al quale subbentrò Giovanni II Parteciaco (881-887).

A Pisa dopo la decadenza dell'impero d'occidente e le lotte fra città rivali favorirono gli attacchi corsari. Solo nelll'anno 828, il marchese Bonifacio riuscì ad allestire una piccola flotta per contrastare la pirateria e salvaguardare i commerci della città. La sua prima mossa fu lo sbarco ad Ustica e la conquista della rinata Cartagine con la sconfitta saracena.

La città di Genova nel corso dei secoli precedenti e ad opera dell'occupazione romana d'occidente subì la deportazione di 40.000 persone dirette verso il Sannio, dopodichè il rimanente ceppo etnico ligure riuscì a ripopolare parte della padania centro-occidentale, divenendo "Regio Italica decimo prima".
Dopo i romani arrivarono i longobardi e Genova diede rifugio ai Visconti milanesi, ma quando salì al trono il re Longobardo Rotari (nel 625) anche Genova venne occupata e distrutta.
Nell' 839 iniziarono le scorrerie dei saraceni, rimanendo ulteriormente inerme ed isolata sino al 958.

La città di Amalfi nostante la sua politica ondivaga combattè ripetutamente contro i Saraceni, difendendo Roma il pontefice e la Chiesa, sopprattutto nella battaglia di Ostia (849).

continua PERIODO dall'882 in poi > > >

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