RUSSIA
LO STAKHANOVISMO
per spiegarlo e capirlo,
chi meglio di Stalin?

(discorso di Stalin del 17 nov. 1935)
(Qui in versione originale, stampato in italiano, a Mosca,
a cura delle "Edizioni Politiche di Stato per l'Estero")

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PARLA STALIN



1 ) - L'IMPORTANZA DEL MOVIMENTO STAKHANOVISTA
2 ) - LE RADICI DEL MOVIMENTO STAKHANOVISTA
3 ) - UOMINI NUOVI, NUOVE NORME TECNICHE
4 ) - I COMPITI IMMEDIATI
5 ) - DUE PAROLE

l.
L'IMPORTANZA DEL MOVIMENTO STAKHANOVISTA

Compagni! Si è parlato tanto, qui, in questa conferenza, e così bene, degli stakhanovisti, che a me rimane insomma ben poco da dire. Ma dal momento che mi avete chiamato alla tribuna, devo pur dire qualche parola.
Non si può considerare il movimento stakhanovista alla stregua di un comune movimento di operai e di operaie. Il movimento stakahnovista è un movimento di operai e di operaie che entrerà nella storia della nostra edificazione socialista come una delle sue pagine più gloriose.

In che cosa consiste l'importanza del movimento stakhanovista?
Prima di tutto nel fatto che esso segna un nuovo slancio dell'emulazione socialista, una tappa nuova, più alta, dell'emulazione socialista. Perchè nuova, perchè più alta? Perchè esso, il movimento stakhanovista, come espressione dell'emulazione socialista, si distingue vantaggiosamente dalla vecchia tappa dell'emulazione socialista. In passato, circa tre anni fa, durante la prima tappa dell'emulazione socialista, questa non era di necessità legata con la tecnica nuova. Del resto, in quel momento non avevamo quasi ancora una tecnica nuova. La presente tappa dell'emulazione socialista, il movimento stakhanovista, è legata invece di necessità con la tecnica nuova. Il movimento stakhanovista non sarebbe concepibile senza una tecnica nuova, più alta. Ecco qui, davanti a voi, degli uomini come i compagni Stakhanov, Bussighin, Srnetanin, Krivonos, Pronin, le Vinogradova e molti altri uomini nuovi, operai e operaie che si sono pienamente impradroniti della tecnica del loro lavoro, l'hanno dominata e le hanno fatto fare un balzo in avanti. Uomini come questi non ne avevamo o quasi non ne avevamo tre anni fa. Sono uomini nuovi, d'un tipo particolare.

Inoltre il movimento stakhanovista è un movimento di operai e di operaie che si prefigge il fine di sorpassare le norme tecniche attuali, di sorpassare le capacità di rendimento previste nei piani, di sorpassare i piani e i preventivi di produzione esistenti. Di sorpassarle, queste norme, perchè esse sono già invecchiate per i nostri giorni, per i nostri uomini nuovi. Questo movimento sconvolge le vecchie opinioni sulla tecnica, sconvolge le vecchie norme tecniche, le vecchie capacità di rendimento previste dai progetti, sconvolge i vecchi piani di produzione ed esige l'introduzione di norme tecniche, di capacità di rendimento, di piani di produzione nuovi, più elevati. Esso è chiamato a compiere una rivoluzione nella nostra industria. E appunto perciò il movimento stakhanovista è, nella sua essenza, profondamente rivoluzionario.

Si è già detto qui che il movimento stakhanovista, come espressione di norme tecniche nuove, più elevate, rappresenta un modello di quell'alta produttività dei lavoro che soltanto il socialismo può dare e che non può dare il capitalismo. È del tutto giusto. Perchè il capitalismo sconfisse e sorpassò il feudalesimo? Perchè creò norme più alte di produttività del lavoro, perchè dette alla società la possibilità di ottenere prodotti in quantità incomparabilmente maggiore che non sotto il regime feudale. Perchè rese la società più ricca.
Perchè può e deve il socialismo vincere e inevitabilmente vincerà il sistema economico capitalista? Perchè può dare forme più alte di lavoro, una produttività del lavoro più elevata che non il sistema economico capitalista. Perchè può dare alla società una quantità maggiore di prodotti e rendere la società più ricca di quanto essa non sia nel sistema economico capitalista.

Taluni pensano che si possa consolidare il socialismo mediante un certo qual livellamento materiale degli uomini sulla base di una vita misera. Non è giusto. Questa è una concezione piccolo-borghese del socialismo. In realtà, il socialismo non può vincere che sulla base di una produttività del lavoro elevata, più elevata che non sotto il capitalismo, sulla base di un'abbondanza di prodotti e d'ogni genere di oggetti di consumo, sulla base di una vita agiata e civile per tutti i membri della società. Ma affinchè il socialismo possa raggiungere questo suo fine e fare della nostra società sovietica la società più agiata, è necessario che nel nostro paese la produttività del lavoro sorpassi la produttività del lavoro dei paesi capitalistici più progrediti. Se no, non si può neppure pensare a un'abbondanza di prodotti e di oggetti di consumo d'ogni genere. L'importanza del movimento stakhanovista sta nel fatto che esso è un movimento il quale sconvolge le vecchie norme tecniche (*), come insufficienti, sorpassa, in casi molto numerosi, la produttività del lavoro dei paesi capitalistici progrediti, e in questo modo rende praticamente possibile l'ulteriore consolidamento del socialismo nel nostro paese, rende possibile la trasformazione del nostro paese nel più agiato dei paesi.

( *) Qui Stalin sembra voler ignorare, il Taylorismo (o fordismo) americano, cioè la "catena di montaggio, e i cottimi praticati da tempo in America, e già in quetsi anni '30, abbondantemente introdotti anche in Europa, compresa l'Italia. Ndr.)

Ma l'importanza del movimento stakhanovista non si limita a questo. La sua importanza sta anche nel fatto che esso prepara le condizioni per il passaggio dal socialismo al comunismo.
Il principio del socialismo consiste nel fatto che nella società socialista ognuno lavora secondo le sue capacità e riceve degli oggetti di consumo non secondo i suoi bisogni, ma secondo il lavoro che ha fornito alla società. Ciò vuol dire che il livello della cultura tecnica della classe operaia continua a non essere alto, che l'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico continua a sussistere, che la produttività del lavoro non è ancora abbastanza elevata per assicurare un'abbondanza di oggetti di consumo e che, per conseguenza, la società è costretta a distribuire gli oggetti di consumo non a seconda dei bisogni dei membri della società, ma a seconda del lavoro da essi fornito alla società.

Il comunismo rappresenta un grado di sviluppo più elevato. Il principio del comunismo consiste nel fatto che nella società comunista ognuno lavora secondo le sue capacità e riceve oggetti di consumo non secondo il lavoro che ha fornito, ma secondo i suoi bisogni di persona civile ed evoluta. Ciò significa che il livello culturale e tecnico della classe operaia è divenuto abbastanza alto per minare le basi dell'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico, che l'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico è già scomparso, che la produttività del lavoro è stata elevata a un'altezza tale da poter assicurare un'abbondanza generale di oggetti di consumo e che, per conseguenza, la società ha la possibilità di distribuire questi oggetti a seconda dei bisogni dei suoi membri.

Taluni pensano che la soppressione dell'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico possa essere raggiunta mediante un certo livellamento culturale e tecnico dei lavoratori intellettuali e manuali, che si otterrebbe abbassando il livello culturale e tecnico degl'ingegneri e dei tecnici, dei lavoratori intellettuali, fino al livello degli operai di qualifica media. Questo è assolutamente sbagliato. Soltanto dei chiacchieroni piccolo-borghesi possono avere un'idea simile del comunismo. In realtà, la soppressione dell'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico può ottenersi soltanto elevando il livello culturale e tecnico della classe operaia fino al livello degl'ingegneri e dei tecnici. Sarebbe ridicolo pensare che questo elevamento è irrealizzabile. Esso è pienamente realizzabile nelle condizioni offerte dal regime sovietico, nel quale le forze produttive del paese sono liberate dai ceppi del capitalismo, nel quale il lavoro è liberato dal giogo dello sfruttamento, nel quale è al potere la classe operaia, e la giovane generazione della classe operaia ha tutte le possibilità di assicurarsi un'istruzione tecnica sufficiente.

Non c'è nessuna ragione di mettere in dubbio che soltanto un tale elevamento culturale e tecnico della classe operaia può scalzare le basi dell'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico, che esso soltanto può assicurare quell'alta produttività del lavoro e quell'abbondanza di oggetti di consumo che sono necessarie per iniziare il passaggio dal socialismo al comunismo.
Da questo punto di vista il movimento stakhanovista è degno di rilievo, in quanto porta in sè i primi germi, ancora deboli è vero, ma purtuttavia i germi di tale slancio culturale e tecnico della classe operaia del nostro paese.
Guardate infatti i compagni stakhanovisti. Chi sono? Sono soprattutto operai e operaie giovani o di media età, uomini colti e tecnicamente ferrati, che danno l'esempio della precisione e dell'accuratezza nel lavoro, che nel lavoro sanno apprezzare il fattore tempo e hanno imparato a calcolare il tempo non soltanto a minuti, ma a secondi. La maggior parte di loro è passata per i corsi cosiddetti di preparazione tecnica minima e continua a completare la propria educazione tecnica. Essi sono immuni dal conservatorismo e dal tradizionalismo di alcuni ingegneri, tecnici e dirigenti dell'industria, vanno arditamente avanti, capovolgendo le norme tecniche invecchiate e creando delle norme nuove, più elevate, apportano delle correzioni alle capacità di rendimento previste e ai piani economici stabiliti dai dirigenti della nostra industria, completano e correggono spesso gl'ingegneri e i tecnici, non di rado insegnano loro qualche cosa e li spingono avanti, perchè sono gente che possiede a fondo la tecnica del proprio lavoro e sa ricavare dalla tecnica tutto ciò che da essa si può ricavare.

Oggi gli stakhanovisti sono ancora pochi, ma chi può dubitare che domani saranno dieci volte più numerosi? Non è forse chiaro che gli stakhanovisti sono nella nostra industria dei novatori, che il movimento stakhanovista rappresenta l'avvenire della nostra industria, che esso reca in sè i germi del futuro slancio culturale e tecnico della classe operaia, e ci apre la sola strada per la quale si possono raggiungere i più alti indìci della produttività del lavoro, quegl'indici che sono indispensabili per passare dal socialismo al comunismo e per distruggere l'antagonismo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico?

Tale, compagni, è l'importanza del movimento stakhanovista nella nostra opera di edificazione socialista.
Pensavano a questa grande importanza del movimento stakhanovista Stakhanov e Bussighin quando si accingevano a sconvolgere le vecchie norme tecniche? Certo, no. Essi avevano le loro preoccupazioni, miravano a chiudere le falle nella produzione del loro stabilimento e a sorpassare il piano economico. Ma per ottenere questo scopo essi dovettero sconvolgere le vecchie norme tecniche e sviluppare un'alta produttività del lavoro, superiore a quella dei paesi capitalistici progrediti. Sarebbe tuttavia ridicolo pensare che questa circostanza possa intaccare minimamente la grande importanza storica del novimento degli stakhanovisti.

La stessa cosa si può dire di quegli operai che per primi, nel 1905, organizzarono nel nostro paese i Soviet dei deputati operai. Essi, è ovvio, non pensavano che i Soviet dei deputati operai sarebbero serviti di base al regime socialista. Creando i Soviet dei deputati operai, essi si difendevano soltanto dallo zarismo, dalla borghesia. Ma questa circostanza non è per nulla in contraddizione col fatto incontestabile che il movimento per i Soviet dei deputati operai, iniziato nel 1905 dagli operai di Mosca e di Leningrado, ha condotto in ultima analisi alla disfatta del capitalismo e alla vittoria del socialismo in un sesto del mondo.


2. LE RADICI DEL MOVIMENTO STAKHANOVISTA

Assistiamo attualmente ai primi passi del movimento stakhanovista, alle sue origini.
Bisognerebbe mettere in rilievo alcuni tratti caratteristici di questo movimento.
Prima di tutto, salta agli occhi il fatto che questo movimento è incominciato spontaneamente, quasi da sè, dal basso, senza nessuna pressione di nessun genere da parte delle amministrazioni dei nostri stabilimenti. Anzi, questo movimento è nato e ha incominciato a svilupparsi, in una certa misura, malgrado la volontà delle amministrazioni dei nostri stabilimenti e persino in lotta contro di esse. Il compagno Molotov vi ha già detto quali fastidi dovette sopportare il compagno Mussinski, segantino ad Arcangelo, quando, di nascosto dagli organismi economici, di nascosto dai controllori, elaborava delle norme tecniche nuove, più elevate.
La sorte dello stesso Stakhanov non è stata migliore, giacchè egli si è dovuto difendere, nella sua marcia in avanti, non soltanto da alcuni funzionari dell'amministrazione, ma anche da alcuni operai che lo deridevano e lo prendevano di mira per le sue "innovazioni".

Quanto a Bussighin, è noto che le sue «innovazioni» per poco non gli sono costate il licenziamento, e che soltanto l'intervento del capo reparto, compagno Sokolinski, gli ha permesso di restare nell'officina.
Come vedete, se vi è stata una reazione da parte delle amministrazioni delle nostre aziende, questa reazione non ha favorito, ma ha ostacolato il movimento stakhanovista. Cosicchè il movimento stakhanovista è nato e si è sviluppato come un movimento venuto dal basso. E appunto perchè è nato spontaneamente, appunto perchè viene dal basso, esso è il movimento più vitale e più incoercibile del nostro tempo.

Bisogna inoltre rilevare un altro tratto caratteristico del movimento stakhanovista. Questo tratto caratteristico è il propagarsi del movimento stakhanovista su tutta l'estensione della nostra Unione non gradatamente, ma con una rapidità senza precedenti, come un uragano. Com'è incominciata la cosa? Stakhanov ha elevato di cinque o. sei volte, se non più, la norma tecnica di estrazione del carbone. Bussighin e Smetanin hanno fatto lo stesso, l'uno nelle costruzioni meccaniche, l'altro nell'industria delle calzature. I giornali hanno reso pubblici questi fatti. E di colpo, la fiamma del movimento stakhanovista è divampata per tutto il paese. E perchè? Donde veniva una tale rapidità di propagazione del movimento stakhanovista? Stakhanov e Bussighin sarebbero forse dei grandi organizzatori, provvisti di ampi contatti colle regioni e colle diverse zone dell'Unione Sovietica e avrebbero organizzato essi stessi questa cosa? No.

E' chiaro che no! Stakhanov e Bussighin hanno forse la pretesa di essere delle grandi figure del nostro paese e hanno forse propagato essi stessi la scintilla del movimento stakhanovista in tutto il paese? Neanche questo non è vero. Avete visto qui Stakhanov e Bussighin. Essi hanno preso la parola alla conferenza. Sono uomini semplici e modesti, senza la minima pretesa di conquistare il lauro di personalità conosciute in tutta l'Unione dei Soviet. Mi sembra persino che siano alquanto sorpresi delle dimensioni del movimento che si è sviluppato nel nostro paese in modo per loro inatteso. E se, nonostante questo, il fiammifero gettato da Stakhanov e da Bussighin è bastato a far divampare la fiamma, vuol dire che il movimento stakhanovista è cosa del tutto matura. Soltanto un movimento del tutto maturo e che non attende che una piccola spinta per manifestarsi liberamente, soltanto un movimento simile poteva propagarsi con tanta rapidità e crescere come una valanga.

Come spiegare il fatto che il movimento stakhanovista è sorto come cosa completamente matura? Per quali cause ha esso avuto una diffusione così rapida? Quali sono le radici del movimento stakhanovista?
Queste cause sono per lo meno quattro:

1) Alla base del movimento stakhianovista vi è stato prima di tutto il miglioramento radicale della situazione materiale degli operai. La vita si è fatta migliore, compagni. La vita si è fatta più gioconda. E quando la vita è gioconda, il lavoro ferve. Di qui le alte norme di produzione. Di qui gli eroi e le eroine del lavoro. Qui, innanzi tutto, si trova la radice del movimento stakhanovista. Se nel nostro paese vi fosse crisi, se vi fosse disoccupazione, - il flagello della classe operaia, - se la vita fosse cattiva, stentata, triste, non avremmo nessun movimento stakhanovista (Applausi). La nostra rivoluzione proletaria è l'unica rivoluzione al mondo che sia riuscita a mostrare al popolo non soltanto dei risultati politici, ma anche dei risultati materiali. Di tutte le rivoluzioni operaie, ne conosciamo soltanto una che, bene o male, abbia raggiunto il potere. Essa è la Comune di Parigi. Ma la sua esistenza non fu lunga. Essa tentò, è vero, di spezzare le catene del capitalismo, ma non riuscì a spezzarle, e a maggior ragione non riuscì a mostrare al popolo i beneficii materiali della rivoluzione.
La nostra rivoluzione è l'unica che non soltanto ha distrutto le catene del capitalismo e ha dato la libertà al popolo, ma è anche riuscita a dare al popolo le condizioni materiali per una vita agiata. In questo sta la forza, l'invincibilità della nostra rivoluzione. Certo, è una buona cosa cacciare i capitalisti, cacciare i grandi proprietari fondiari, cacciare i sicari zaristi, prendere il potere e ottenere la libertà. Questo è molto bene. Ma purtroppo la libertà, da sola, è lungi dall'essere sufficiente. Se il pane non basta, se la carne e i grassi non bastano, se non bastano i manufatti, se le abitazioni sono cattive, con la sola libertà non si fa molta strada. E' molto difficile, compagni, vivere di sola libertà (Voci di consenso, applausi in aula). Perchè si possa vivere bene e giocondamente è necessario che i benefici della libertà politica siano completati dal benessere materiale. La particolarità caratteristica della nostra rivoluzione sta nel fatto che essa non ha soltanto dato al popolo la libertà, ma anche il benessere materiale, ma anche la possibilità di una vita agiata e civile. Ecco perchè da noi la vita si è fatta gioconda, ed ecco su quale terreno si è sviluppato il movimento stakhanovista.

2) La seconda fonte dei movimento stakhanovista è che nel nostro paese non esiste sfruttamento. La gente non lavora, da noi, per gli sfruttatori, nè per l'arricchimento dei parassiti, ma per sè, per la propria classe, per la propria società, per la società sovietica, in cui sono al potere i migliori uomini della classe operaia. E per questo che il lavoro ha per noi un'importanza sociale, è oggetto di onore e di gloria. Sotto il capitalismo il lavoro ha carattere privato, personale. Se hai prodotto di più, ricevi di più e vivi per conto tuo, come puoi. Nessuno ti conosce nè vuole conoscerti. Lavori per i capitalisti, li arricchisci? E come potrebbe essere diversamente? Ti si è arruolato appunto perchè tu arricchisca gli sfruttatori. Se non sei d'accordo, va nelle file dei disoccupati e vegeta come puoi: ne troveremo degli altri, più trattabili. E per questo che il lavoro umano non è molto apprezzato sotto il capitalismo. È chiaro che in simili condizioni non vi può esser posto per un movimento stakhanovista. Le cose vanno ben diversamente in regime sovietico. Qui l'uomo del lavoro è al posto d'onore. Qui egli non lavora per gli sfruttatori, ma per sè, per la sua classe, per la società. Qui l'uomo del lavoro non può sentirsi abbandonato e solo. Al contrario, l'uomo del lavoro, da noi, si sente libero cittadino del suo paese, come fosse un uomo pubblico. E se lavora bene e dà alla società ciò che può dare, è un eroe del lavoro ed è circondato di gloria. E chiaro che soltanto in simili condizioni poteva nascere un movimento stakhanovista.

3) Come terza fonte del movimento stakhanovista bisogna considerare il fatto che possediamo una tecnica nuova. Il movimento stakhanovista è organicamente legato alla tecnica nuova. Senza di essa, senza le nuove fabbriche e officine, senza ile nuove attrezzature, il movimento stakhanovista non sarebbe potuto sorgere. Senza la tecnica nuova si possono aumentare le norme tecniche di una o due volte, non di più. Se gli stakhanovisti hanno aumentato le norme tecniche di cinque o sei volte, ciò significa che essi si appoggiano in tutto e per tutto alla tecnica nuova. Cosicchè risulta che l'industrializzazione del nostro paese, la ricostruzione delle nostre fabbriche e officine, l'esistenza d'una tecnica nuova e d'un nuovo attrezzamento sono state una delle cause che hanno dato origine al movimento stakhanovista.

4) Ma con la sola tecnica nuova non si va lontano. Si può avere una tecnica di prim'ordine, si possono avere delle officine e delle fabbriche di prim'ordine, ma se non ci sono gli uomini capaci di dominare questa tecnica, la tecnica rimane mera tecnica. Perchè la tecnica nuova possa dare i suoi risultati bisogna avere anche gli uomini, i quadri di operai e di operaie, capaci di mettersi alla testa della tecnica e di spingerla avanti. La nascita e lo sviluppo del movimento stakhanovista significano che sono già nati tra di noi questi quadri tra gli operai e le operaie. Circa due anni fa il partito diceva che, costruendo nuove fabbriche e nuove officine e dando ai nostri stabilimenti un attrezzamento nuovo, non eravamo che alla metà dell'opera. Il partito diceva allora che all'entusiasmo per la costruzione delle nuove officine bisognava aggiungere l'entusiasmo per la loro assimilazione, che soltanto in tal modo si potevano portar le cose a buon fine. È evidente che in questi due anni l'assimilazione di questa tecnica nuova e la nascita dei nuovi quadri si son venute compiendo. Oggi è chiare che questi quadri li abbiamo già. È ovvio che senza questi quadri, senza questi uomini nuovi, - operai e operaie che hanno assimilato la tecnica nuova, - non avremmo nessun movimento stakhanovista. In questo modo gli uomini nuovi, gli operai e le operaie che hanno assimilato la nuova tecnica sono stati la forza che ha formato e fatto avanzare il movimento stakhanovista.
Tali sono le condizioni che hanno generato e fatto avanzare il movimento stakhanovista.

3. UOMINI NUOVI, NUOVE NORME TECNICHE

 

Ho detto che il movimento stakhanovista non si è sviluppato in modo graduale, ma è stato come un'esplosione che rompa un argine. È evidente che esso ha dovuto sormontare degli ostacoli. Taluno lo ostacolava, altri lo comprimeva: ed ecco che, accumulate le forze, il movimento stakhanovista ha spezzato questi ostacoli e ha inondato il paese.
Di che cosa si tratta? Chi, precisamente, era di ostacolo?
Erano di ostacolo le vecchie norme tecniche e gli uomini che stavano dietro a queste norme. Alcuni anni fa i nostri ingegneri, tecnici e dirigenti dell'industria avevano stabilito certe norme tecniche, adeguate all'arretratezza tecnica dei nostri operai e delle nostre operaie. Da allora sono passati alcuni anni. In questo tempo la gente è cresciuta e si è ferrata dal punto di vista tecnico. Ma le norme tecniche sono rimaste immutate. Si capisce che oggi queste norme sono invecchiate per i nostri uomini nuovi. Oggi tutti se la prendono con le norme tecniche in vigore. Ma esse non sono piovute dal cielo. E non si tratta nemmeno del fatto che queste norme tecniche siano state stabilite, a suo tempo, come norme ridotte. Si tratta anzitutto del fatto che oggi, quando queste norme sono già invecchiate, si tenta di conservarle come se fossero rispondenti al nostro tempo. Ci si aggrappa all'arretratezza tecnica dei nostri operai e delle nostre operaie, ci si orienta verso questa arretratezza, si parte dall'arretratezza e, infine, si giunge al punto che s'incomincia a giocare all'arretratezza. E allora, che fare se questa arretratezza sta entrando nel dominio del passato?

C'inchineremo forse davanti alla nostra arretratezza e ne faremo una icone, un feticcio?
Che fare se i nostri operai e le nostre operaie sono già riusciti a svilupparsi e a munirsi della tecnica? Che fare se le vecchie norme tecniche hanno cessato di corrispondere alla realtà, e i nostri operai e le nostre operaie sono già riusciti a sorpassarle di cinque e di dieci volte? Abbiamo forse mai prestato giuramento di fedeltà alla nostra arretratezza? Pare di no, compagni (ilarità generale in aula). Siamo forse partiti dal presupposto che i nostri operai e le nostre operaie resteranno per sempre e malgrado tutto arretrati? Parrebbe che non siamo partiti da questo presupposto (Ilarità generalein aula). E allora? Non ci basterà l'ardire -di spezzare lo spirito di conservazione di alcuni nostri ingegneri e tecnici, di spezzare le vecchie tradizioni e le vecchie norme e di dare libero corso alle forze nuove della classe operaia?

Si parla di scienza. Si dice che i dati della scienza, i dati dei repertori e delle istruzioni tecniche sono in contraddizione con le esigenze degli stakhanovisti quanto alle norme tecniche nuove, più elevate. Ma di che scienza si tratta, in questo caso? I dati della scienza sono sempre stati messi alla prova della pratica, dell'esperienza. Una scienza che abbia rotto i legami con la pratica, con l'esperienza, che razza di scienza è mai? Se la scienza fosse quale la dipingono alcuni nostri compagni conservatori, essa sarebbe da molto tempo andata perduta per l'umanità. La scienza si chiama scienza appunto perchè non riconosce feticci, non teme di levar la mano sulle cose che hanno fatto il loro tempo, sulle cose vecchie, e presta un orecchio attento alla voce dell'esperienza, della pratica. Se le cose stessero altrimenti, non avremmo nessuna scienza, non vi sarebbe, poniamo, l'astronomia e continueremmo ad accontentarci del vetusto sistema tolemaico, non vi sarebbe la biologia e continueremmo a consolarci con la leggenda della creazione dell'uomo, non vi sarebbe la chimica, e continueremmo ad accontentarci dei vaticinii degli alchimisti.

Ecco perchè penso che i nostri ingegneri, tecnici e dirigenti dell'industria, che sono già riusciti a restare abbastanza addietro al movimento stakhanovista, farebbero bene se desistessero dall'aggrapparsi alle vecchie norme tecniche e riorganizzassero veramente il loro lavoro, in modo scientifico, secondo un metodo nuovo, stakhanovista.
Bene, ci si dirà. Ma che fare delle norme tecniche, in generale? Occorrono esse all'industria o si può fare a meno di ogni e qualsiasi norma?
Gli uni dicono che non ci occorre più nessuna norma tecnica. Questo non è giusto, compagni. Anzi, questo è sciocco. Senza norme tecniche non è possibile un'economia regolata da un piano. Le norme tecniche ci occorrono, inoltre, al fine di portare le masse arretrate al livello di quelle avanzate. Le norme tecniche sono una grande forza regolatrice, che organizza nella produzione le grandi masse degli operai attorno agli elementi avanzati della classe operaia. Per conseguenza ci occorrono delle norme, ma non le norme che esistono oggi, bensì delle norme più elevate.

Altri dicono che le norme tecniche sono necessarie, ma che fin da oggi bisogna portarle all'altezza dei risultati ottenuti dagli Stakhanov, dai Bussighin, dalle Vinogradova e da altri. Neanche questo non è giusto. Norme simili sarebbero irreali per il presente, perchè gli operai e le operaie tecnicamente meno addestrati degli Stakhanov e dei Bussighin non potrebbero applicare queste norme. A noi occorrono delle norme tecniche che stiano pressa a poco a metà strada tra quelle oggi esistenti e quelle raggiunte dagli Stakhanov e dai Bussighin. Prendiamo, per esempio, Maria Demcenko, nota a tutti per aver ottenuto più di cinquecento quintali di barbabietole per ettaro. Si può fare di questo risultato la norma di produttività per tutta la coltivazione delle barbabietole, poniamo, nell'Ucraina? No, non si può. È ancora presto per parlare d'una cosa simile. Maria Demcenko ha ottenuto più di cinquecento quintali di barbabietole per ettaro, mentre il raccolto medio delle barbabietole, per esempio, in Ucraina, è stato quest'anno di 130-132 quintali per ettaro.

Come vedete, la differenza non è piccola. Si può fissare come norma per la produzione delle barbabietole 400 o 300 quintali? Tutti gli esperti della questione dicono che per adesso, non si può farlo. È evidente che converrà fissare per il 1936 una norma di rendimento in Ucraina di 200-250 quintali per ettaro. E questa norma non è bassa perchè, se verrà applicata, ci darà una quantità di zucchero doppia di quella che abbiamo avuto nel 1935.
Lo stesso si deve dire per l'industria. Stakhanov ha sorpassato la norma tecnica in vigore, sembra, di dieci volte e anche più. Prendere questo risultato come nuova norma tecnica per tutti coloro che lavorano col martello automatico non sarebbe ragionevole. È evidente che bisogna dare una norma che stia press'a poco a metà strada tra la norma tecnica esistente e la norma raggiunta dal compagno Stakhanov.
In ogni caso, una cosa è chiara: le norme tecniche attuali non corrispondono più alla realtà; esse ritardano è si sono convertite in un freno per la nostra industria, e per non frenare la nostra industria è necessario sostituirle con norme tecniche nuove, più elevate. Uomini nuovi, tempi nuovi, - nuove norme tecniche.


4. I COMPITI IMMEDIATI

Quali sono i nostri compiti immediati dal punto di vista degl'interessi del movimento stakhanovista?
Per non disperdere l'attenzione, limitiamoci a due compiti immediati.
Primo. Abbiamo il compito di aiutare gli stakhanovisti a sviluppare ulteriormente il movimento stakhanovista e a diffonderlo in estensione e in profondità in tutte le regioni e in tutte le zone dell'Unione Sovietica. Questo da una parte. E dall'altra parte, mettere un freno a tutti quegli elementi, dirigenti dell'industria, ingegneri, tecnici, che si aggrappano con ostinazione all'antico, non vogliono andare avanti, e inceppano sistematicamente lo sviluppo dei movimento stakhanovista. Per diffondere risolutamente il movimento stakhanovista su tutto il territorio del nostro paese i soli stakhanovisti non bastano di certo. È necessario che le nostre organizzazioni di partito prendano in mano la cosa e aiutino gli stakhanovisti a spingere a fondo il movimento. Da questo punto di vista l'organizzazione regionale del Bacino del Donez ha incontestabilmente dato prova d'una grande iniziativa. Bene lavorano anche le organizzazioni regionali di Mosca e di Leningrado. Ma le altre regioni? A quanto pare esse stanno ancora «mettendosi in movimento». Per esempio, non si sente dir nulla o quasi nulla dell'Ural, quantunque, com'è noto, l'Ural sia un immenso centro industriale. Lo stesso si deve dire della Siberia occidentale, del bacino del Kusnietsk, dove, secondo tutte le apparenze, non sono ancora riusciti a «mettersi in movimento». Tuttavia si può esser certi che le nostre organizzazioni di partito si metteranno all'opera e aiuteranno gli stakhanovisti a superare le difficoltà.

Per quanto riguarda l'altro lato della questione, - mettere a freno i conservatori che si trovano fra i dirigenti dell'industria, gl'ingegneri e i tecnici, - la cosa sarà qui un po' più complicata. Prima di tutto bisognerà cercare di convincere, di convincere pazientemente e amichevolmente questi elementi conservatori dell'industria, di convincerli del carattere progressivo del movimento stakhanovistà e della necessità per loro di riorganizzare il loro lavoro secondo un metodo stakhanovista. E se l'opera di convinzione non sarà sufficiente, bisognerà prendere delle misure più energiche. Guardate per esempio il Commissariato del popolo delle Vie di comunicazione. Nell'apparato centrale di questo Commissariato esisteva, or non è molto, un gruppo di professori, d'ingegneri e di altri esperti della questione, - fra i quali anche dei comunisti, - i quali assicuravano a tutti che una velocità commerciale di 13-14 chilometri all'ora era un limite oltre il quale era proibito, era impossibile andare, senza mettersi in contraddizione con la «scienza dell'esercizio delle ferrovie». Si trattava di un gruppo abbastanza autorevole, che propugnava le sue opinioni a voce e sulla stampa, che dava istruzioni agli organi competenti del Commissariato delle Vie di comunicazione e in generale era «maestro del pensiero» fra gli addetti all'esercizio ferroviario. Noi, che non siamo esperti in materia, in base alle proposte di numerosi pratici del lavoro ferroviario abbiamo a nostra volta assicurato a questi autorevoli professori che 13-14 chilometri non possono essere un limite, che, con una certa organizzazione del lavoro, si può sorpassare questo limite. Come risposta questo gruppo, invece di ascoltare la voce dell'esperienza e della pratica e rivedere il proprio atteggiamento, ingaggiò la lotta contro gli elementi progressivi che ci sono nelle ferrovie, e intensificò ancor di più la propaganda delle proprie opinioni conservatrici. Si capisce che abbiamo dovuto malmenare un poco queste rispettabili persone e invitarle con tutta cortesia ad andarsene dall'apparato centrale del Commissariato del popolo delle Vie di comunicazione (Applausi in aula). E che cosa è avvenuto? Oggi abbiamo una velocità commerciale di 18-19 chilometri all'ora (Applausi). Penso, compagni, che nei casi estremi bisognerà ricorrere a questo metodo anche negli altri campi della nostra economia nazionale, se, naturalmente, i conservatori ostinati non la smetteranno di ostacolare il movimento stakhanovista e di mettergli dei bastoni fra le ruote.

Secondo. Abbiamo il compito di aiutare a riorganizzare il loro la voro e a mettersi alla testa del movimento stakhanovista quei dirigenti dell'industria, quei tecnici e quegli ingegneri che non vogliono ostacolare il movimento stakhanovista, che considerano questo movimento con simpatia, ma non sono ancora riusciti a riorganizzare il loro lavoro, non hanno ancora saputo mettersi alla testa del movimento stakhanovista. Devo dire, compagni, che di questi dirigenti dell'industria, ingegneri e tecnici ne abbiamo non pochi. E se li aiuteremo, questi compagni diverranno indubbiamente ancora più numerosi.
Penso che se adempiremo questi compiti il movimento stakhanovista prenderà uno sviluppo immenso, abbraccerà tutte le regioni e le zone del nostro paese e ci darà nuove realizzazioni meravigliose.


5. DUE PAROLE

Poche parole a proposito di questa conferenza, a proposito della sua importanza. Lenin ha insegnato che possono essere veri dirigenti bolscevichi soltanto quei dirigenti che sanno non soltanto insegnare agli operai e ai contadini, ma anche imparare da essi. A qualche bolscevico queste parole di Lenin non sono piaciute. Ma la storia dimostra che anche in questo Lenin aveva ragione al cento per cento. Infatti, milioni di lavoratori, operai e contadini, lavorano, vivono, lottano. Chi può dubitare del fatto che questi uomini non vivono invano, che vivendo e lottando accumulano un'esperienza pratica enorme? E possibile avere dei dubbi sul fatto che i dirigenti che sdegnano quest'esperienza non possono essere considerati come veri dirigenti?
Perciò noi, dirigenti del partito e del governo, non dobbiamo soltanto insegnare agli operai, ma anche imparare da essi. Che voi, presenti a questa conferenza, abbiate imparato qualche cosa, qui, alla conferenza, dai dirigenti del nostro governo, - questo non lo negherò. Ma non si può neppure negare che anche noi, dirigenti del governo, abbiamo molto imparato da voi, dagli stakhanovisti presenti a questa conferenza. Ebbene, grazie, compagni, per gl'insegnamenti che ci avete dato, grazie infinite! (Applausi fragorosi).

Infine, due parole a proposito della maniera in cui bisognerebbe celebrare la presente conferenza. Qui, alla presidenza, ci siamo consultati, e abbiamo deciso che bisogna mettere in rilievo in qualche modo questa conferenza dei dirigenti del potere con i dirigenti del movimento stakhanovista. E siamo giunti alla decisione che bisognerà conferire la più alta onoreficenza a cento o centoventi di voi.( Voci in aula: Giusto! Accompagnati da applausi fragorosi).
Stalin: Se voi approvate, compagni, porteremo la cosa a buon fine".

(I partecipanti alla conferenza degli stakhanovisti salutano il compagno Stalin con un'ovazione fragorosa e trionfale. Tutta la sala risuona di applausi; un potente «urrà!» fa tremare la volta. Da tutte le parti acclamazioni innumerevoli salutano il capo del partito, il compagno Stalin. L'ovazione termina col canto possente dell'«Internazionale». I tremila partecipanti alla conferenza cantano l'inno proletario).


FINE

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