STATI UNITI


George Bush Jr
43° Presidente (2000-2004; 2004-2008)

affrontò una delle crisi più gravi degli USA
BENE o MALE ?

SOTTO - DUE TESI A CONFRONTO

 

GEORGE BUSH Jr, Nasce a New Haven in Connecticut il 43esimo presidente degli Stati Uniti, in una famiglia di grandi tradizioni politiche: il padre, George Bush senior, è stato presidente degli Stati Uniti dal 1988 al 1992 e il fratello della madre Barbara governatore della Florida.

Si laurea nel 1968 presso l'università di Yale, proprio come suo padre; in più, consegue un master in business administration presso l'università di Harvard.

La sua carriera politica inizia nel 1978 , in cui si candida nel partito Repubblicano per farsi eleggere alla Camera dei rappresentanti del Texas, cosa che gli riesce, anche con discreta facilità. Nel 1988, ormai esperto di questo mondo, cura come consigliere la campagna elettorale per le presidenziali del padre. Nel 2000, invece, si candida alle elezioni presidenziali, contro l'attuale vicepresidente, il democratico Al Gore.

Mai una campagna elettorale Americana era stata così sofferta: non solo per l'esiguo scarto di voti fra i due, ma anche per alcune errori del sistema elettorale che in alcuni paesi hanno costretto a una nuova verifica delle schede, e quindi interminabili polemiche e sospetti di brogli. Si presenta così una situazione inedita, quasi paradossale, con ricorsi da una parte e dall'altra ai vari gradi di giudizio e con il rischio di una delegittimazione della carica presidenziale.
Alla fine a spuntarla è Bush jr. , anche se inizialmente Al Gore era favorito, i voti sanciscono, dopo mesi di polemiche e di conteggi la vittoria allo scadere di Bush jr.

Nel Gennaio 2001 quindi, la Casa Bianca è occupata dal neo-presidente. Il suo programma si basa su una riduzione delle tasse, una riforma della scuola, vari progetti sull'inquinamento, una campagna contro l'aborto e vari ricerche petrolifere in Alaska.

George Bush jr, inoltre, si è trovato soprattutto ad affrontare una delle crisi più gravi a cui sia andato mai incontro il suo Paese, ossia gli squilibri derivanti dagli attacchi terroristici (dell' 11 settembre 2001) e dalla loro lotta.


Naturalmente non sono mancate le polemiche e le critiche sulla politica che il Presidente ha portato avanti contro il fenomeno del .....

TERRORISMO ISLAMICO
E L'INTERVENTO MILITARE IN M. ORIENTE

QUI DUE TESI A CONFRONTO

TERRORISMO ISLAMICO VISTO DAGLI OCCIDENTALI

 

 Giovanni De Sio Cesari
www.giovannidesio.it
(QUESTO E ALTRI ARTICOLI SULL'ISLAM
RIPORTATI QUI SU "STORIOLOGIA"
SONO STATI TRADOTTI E
PUBBLICATI ANCHE IN AMERICA)


Indice.
Il problema  l'America  Il terrorismo    Interventi militari   Dopo gli interventi 
Sinistra occidentale e araba

 

IL PROBLEMA

 

I pareri e le interpretazioni sugli attuali avvenimenti connessi al “terrorismo islamico “ e all’intervento militare americano in Medio Oriente sono moltissime in tutto l’Occidente. Praticamente ciascuno osservatore ( e non osservatore) ha una sua opinione, come d’altronde è naturale che sia su un argomento tanto complesso e coinvolgente.  Tuttavia, malgrado la diversità pressocchè infinita delle posizioni  tutte comunque tendono a polarizzarsi in due precise direzioni.

La prima polarizzazione si ha intorno  concetto che il “cosi detto terrorismo islamico” è essenzialmente un pretesto colto  dagli Americani per portare avanti una politica che mira a interessi di potenza,  economici, anche ad affari privati 

 Una seconda polarizzazione si ha invece intorno al concetto che gli Americani stanno combattendo una guerra difensiva contro una minaccia  potenzialmente distruttiva e globale costituita dal terrorismo


Nell’ambito di ciascuna   delle polarizzazioni sono possibili infinite variazioni e gradazioni: tuttavia fra le due polarizzazioni è estremamente difficile trovare una posizione  mediana di sintesi se non, forse. a livello pratico,operativo  Ci troviamo  cioè di fonte a una di quelle situazioni storiche in cui due concezioni, due universi mentali inconciliabili si trovano al confronto. Cosi è avvenuto fra liberalesimo e Reazione nella prima meta dell’800 o fra comunismo e democrazia borghese nella prima metà del secolo successivo : si poteva essere  liberali o reazionario, comunista o democratico non l’uno e l’altro insieme. La profonda differenza però sta che poi in effetti la distinzione delle due diverse posizioni sugli avvenimenti legati al terrorismo  non prefigurano affatto due diverse società come avveniva per i movimenti ora ricordati: in realtà nessuno mette in dubbio le istituzioni parlamentari, o il laicismo, nessuno soprattutto, fra gli Occidentali, condivide  neppure un pò i fini e gli ideali di al-Qaeda.

 In questa sede noi cercheremo di presentare con la maggiore oggettività possibile, gli elementi essenziali delle due polarizzazioni   senza alcuna intenzione di manifestare preferenze per una di esse. Nell'ultimo paragrafo invece esprimiamo il nostro parere sulla validità della prospettiva occidentale.

Per semplice comodità di esposizioni e senza alcuna altro intento o sottinteso indicheremo con il termine “1^TESI”   la prima polarizzazione (guerra imperialistica degli USA ) e con “ 2^ TESI”  invece la seconda polarizzazione (guerra difensiva contro il terrorismo).

Le due tesi divergono sulla interpretazioni dei singoli avvenimenti,danno più importanza ad alcuni e non ad  altri, valutano diversamente l’entità di ciascuno elemento. Ci sembra pure  essenziale alla comprensione di tutte le posizioni tener conto  che, in effetti, ciascuna delle due prospettive si iscrive all’ interno di un universo concettuale che valuta differentemente la politica americana in generale nell’ultimo secolo e, in particolare,  la sua politica nel Medio Oriente. La differenza di valutazione sulla reale minaccia del  terrorismo, su interventi militari in Afganistan e in Iraq è profondamente influenzata  dall’dea generale che si ha della funzione  dell’America e della sua politica. Inizieremo quindi da queste ultime per poi esaminare la valutazione del terrorismo, degli interventi militari e e del dopoguerra in Iraq.  

SU

LA FUNZIONE DELL’AMERICA

 

LA POLITICA  AMERICANA  

Si tratta della valutazione generale della politica americana nell’ultimo secolo che coinvolge indirettamente anche la funzione del capitalismo, della borghesia, del liberismo in generale. Si tratta di una funzione sostanziata dallo sfruttamento dei più poveri  e dal conseguente uso della forza per reprimere i loro diritti o  al contrario la politica americana ha permesso il progresso ,la libertà la democrazia nel mondo ?  E’ dissenso sulla  visione propria di tutta la storia recente 

 

 1^ TESI

La politica americana è stata sempre finalizzata agli interessi economici dell’America o meglio dei grandi trust  ( multinazionali)  e per sostenerli  gli USA sono sempre intervenuti in tutti i paesi del  mondo attraverso la corruzione dei ceti dirigenti, oscuri complotti  orchestrati dalla Cia e alla fine, se questi non sono stati sufficienti, con interventi armati diretti. La difesa della democrazia  è stata sempre  solo un pretesto. Si fa una puntigliosa ricostruzione di tutti gli interventi americani, dallo sterminio degli indiani all’intervento in Iraq.

 

2^ TESI

A parte le esagerazioni e falsificazioni  si sostiene che vi è stata  coincidenza fra gli interessi americani e il progresso in generale. La democrazia e il benessere in qualunque paese sono un vantaggio anche per gli USA. Corruzione , guerre civili, instabilità politica e miseria dipendono da cause  locali ( soprattutto per mancanza di democrazia  e modernità), non dagli Usa. Si nota come vi sia negli Usa una forte tendenza isolazionista (riluttanza a intervenire nelle due guerre mondiali) che è venuta meno con la constatazione che il mondo è  tutto interdipendente  e quindi  a volte non si può non intervenire.  

Si rileva pure che i due  mostri del '900,   il Nazismo e il comunismo reale sono stati  debellati proprio dall’impegno americano. In particolare, contro il comunismo, si è combattuto in  molte guerre locali e l’intervento americano va visto nell’ambito di una politica di contenimento alla espansione armata del comunismo.

 

POLITICA MEDIO ORIENTALE

Anche in questo caso le tesi guardano un insieme non  facilmente definibile  di fatti avvenuti negli ultimi 50 anni. Per alcuni  gli americani hanno condotto una politica solo rivolta  ad accaparrarsi il petrolio, per i secondi invece hanno cercato di stabilizzare una  situazione difficile  

 

1^ TESI

Tutto l’assetto politico del Medio Oriente è stato studiato al fine di agevolare il predominio europeo ( da Francia e Inghilterra da cui poi gli USA  avrebbero ereditato il predominio). Per accaparrarsi il petrolio gli Usa hanno appoggiato i peggiori dittatori e fatto alleanza con i governi più retrivi. Anche l’appoggio ad Israele è in   funzione di una politica che vuole contenere gli arabi. In questo modo si sono impadroniti delle ricchezze petrolifere lasciando nella miseria gli arabi che quindi motivatamente odiano  gli USA  e a volte insorgono.

2^ TESI

 L’instabilità del Medio Oriente dipende da fattori interni (lotte fra le varie fazioni, reciproche rivalità) non dalla politica occidentale che invece sarebbe interessata alla sua stabilità. Gli USA non vogliono impadronirsi del petrolio ma semplicemente  vogliono assicurarsi che il suo flusso non si interrompa per motivi politici. Il petrolio non è importante solo per gli USA ma per tutto il mondo (anche per i paesi poveri) e comunque esso viene venduto  a prezzi di mercato. La maggior parte dei governi arabi ( quelli nazionalisti ) si appoggiarono sempre più a Mosca e si considerarono in contrasto con gli USA ma non per questo il prezzo del loro petrolio fu più caro per gli Occidentali. Non è colpa degli USA se poi i proventi vengono usati in spese folli e per armamenti invece di essere usato per  il benessere dei popoli. L’appoggio ad Israele non favorisce in nessun modo gli USA ma viene dato per motivi ideali o di contiguità civile.

 L’odio  degli arabi più tradizionalisti dipende dl fatto che essi rifiutano la libertà, la democrazia e le altre  conquiste moderne: odiano gli USA non per quello che” fa” ma per quello che “è”: vi sono però moltissimi arabi che invece hanno compreso le conquiste moderne e sono naturali alleati dell’America

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IL TERRORISMO

 

L’11 settembre 2001

Tutti concordano sulla sua gravità e tutti lo condannano senza riserve. La divergenze nascono però quando si affronta il significato e il valore di quell’azione. Per alcuni si tratta di un fatto occasionale,  preso poi a preteso dagli USA, per altri  invece di una manifestazione di un movimento ampio, minaccioso e soprattutto pericoloso. 

 

1^ TESI

Per quanto possa esser grave l’episodio, alla fine si tratta solo di un  piccolo gruppo di fanatici e sconsiderati che non rappresentano  che se stessi e pochi altri. Capita in ogni società e in ogni civiltà  : in Occidente ci sono i terroristi baschi, l’IRA e le Brigate Rosse ma non per questo l’America  è entrata in guerra. Qualcuno si spinge anche a sospettare che, in fondo, i servizi segreti potevano anche evitare la strage  ma non lo hanno fatto proprio per creare questo pretesto.

 

  2^ TESI

L’attentato dell’ 11 settembre è stato solo un anello di tanti altri episodi. Esiste nel mondo arabo una parte consistente  che guarda all’Occidente con odio e ad al-Qaeda come a un modello da seguire.  I terroristi non sono degli isolati: hanno appoggio in  molti  ambienti, controllano alcuni governi  (Afganistan) ,possono avere aiuti da molti governi nemici dell’Occidente. Non si tratta di uno dei tanti  attentati  che purtroppo vi sono nel mondo ma di una vera e proprio attacco militare: gli USA si sentono in guerra, chiedono addirittura che tutta la NATO si senta in guerra.

 

PERICOLOSITA  DEL TERRORISMO

Alcuni ritengono il terrorismo un pericolo  estremamente remoto, per altri invece esso invece è gravissimo, mortale.

 

1^ TESI

Il pericolo non va enfatizzato: non c’è in Occidente un  terrorismo diffuso  Non ci sono stati altri episodi gravi  se non quello di Spagna causato, d’altra parte, dalla guerra in Iraq. I molto allarmi  delle polizie  sono esagerati  o  finalizzati soprattutto a mantenere  un clima di tensione  e paura che giustifichi gli interventi militari 

 

2^TESI

La pericolosità del terrorismo è grandissima: se solo un piccolo  numero di islamici decidesse di seguire gli appelli di al-Qaeda in Occidente ci sarebbe il caos politico ed economico.  I pericoli diventano poi enormi se  si pensa che i terroristi potrebbero usare armi di sterminio di massa (bombe atomiche sporche) che ormai il progresso scientifico rende relativamente agevole procurarsi.

 

MEZZI PER COMBATTERLO

Tutti ritengono che esso vada combattuto: ma le differenze sorgono per quanto riguarda i mezzi.

 

1^ TESI

Bastano i normali mezzi di repressione di reati. Si può intensificare la prevenzione delle forze dell’ordine  ma senza andare al di là dei limiti della legalità democratica : superarli significherebbe una vittoria del terrorismo stesso. Soprattutto però bisogna rivedere la politica verso i paesi  arabi: un atteggiamento più equo, una minore ingerenza , una politica pacificatrice, soprattutto in Palestina, sono la vera arma vincente   nella lotta al terrorismo perché inciderebbe  sulle sue cause profonde. Ogni interventismo bellicista invece alimenta invece le  cause profonde e potrebbe ottenere, al massimo. risultati  momentanei ma alla lunga farebbe solo ingigantire il fenomeno.

 

2^TESI

Il terrorismo nasce al di fuori dell’Occidente e della sua cultura. Non è possibile combatterlo efficacemente senza  intervenire nell’area da cui esso proviene. Nel modo islamico vi è una lotta fra estremisti e moderati e l’America deve sostenere i secondi , abbattere ogni governo che possa aiutare il terrorismo. Si tratta di una vera e propria guerra anche se diversa dalle precedenti, lunga e difficile ma inevitabile. Non si vede d’altra parte realisticamente quale mutamenti dovrebbe assumere la politica americana al di là di enunciazioni vaghe e teoriche. Ogni cedimento americano sarebbe poi visto dai terroristi come una propria vittoria e quindi lo farebbe crescere.

 

LEGGI SPECIALI

Il problema dibattuto è se, per combattere il terrorismo, occorre varare leggi speciali o è sufficiente una corretta e rigorosa  applicazione di quelle esistenti.

 

1^ TESI

Emanare leggi speciali sarebbe una vittoria del terrorismo. Non si deve stravolgere la legalità democratica,lo stato di diritto,  i nostri principi di libertà individuali. Non si può nemmeno considerare gli “islamici”  in generale come persone sospettabili . Questi atteggiamenti in effetti  incrementano il terrorismo non lo riducono.

 

2^TESI

La minaccia terroristica è nuova, non prevista sufficientemente nelle leggi. Come punire o anche  detenere persone come gli aspiranti shaid (Kamikaze) che desiderano morire in attentati suicidi  nella convinzione di raggiungere cosi il paradiso? Le deterrenze previste dai nostri ordinamenti giuridici  (praticamente la detenzione) non hanno alcuna potere dissuasorio su di essi. L’ergastolo può intimorire  un rapinatore non certo un kamikaze.  Soprattutto poi  la presunzione di innocenza, la non punibilità delle intenzioni, le misure alternative, non sono efficaci con i terroristi. E’ stato rilevato che se i dirottatori dell’11 settembre fossero stati arrestati un momento prima di iniziare la loro azione sarebbero stati imputati di reati minori, probabilmente avrebbero riottenuto subito la libertà. E non è possibile processarli dopo

Trovare poi prove, testimonianze, che reggano in tribunali  sarebbe difficilissimo e gli attentatori possono poi agevolmente fuggire all’estero

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INTERVENTI MILITARI

 

INTERVENTO IN AFGANISTAN

In realtà, di fronte all’atteggiamento di al-Qaeda, le proteste furono piuttosto deboli e su questioni di principio  più che su motivazioni specifiche. Comunque nessuno stato vi si oppose veramente.

 

1^ TESI

Non ci sono prove che la responsabilità sia di al-Qaeda. Comunque la guerra è uno strumento inaccettabile e controproducente. Si potrebbe ottenere la collaborazione degli Afgani con mezzi politici e pacifici. La pronuncia dell'assemblea dei notabili afgani in pratica invita  bin Laden a lasciare il paese. Si dovrebbe insistere su questa strada.

 

2^TESI

Anche se al-Qaeda non fosse il mandante certamente  ha approvato l’azione terroristica che si è ispirata ai suoi principi. è una base di pericolosi terroristi, controlla indirettamente il governo afgano  e quindi è indispensabile eliminarla.

 

INTERVENTO IN IRAQ

Per quanto deboli furono le opposizioni all’impresa afgana tanto forti furono le opposizioni all’invasione dell’Iraq. Imponente furono le manifestazioni contro l’intervento americano in tutto il mondo e la maggioranza degli stati, fra cui anche importantissimi alleati come Francia e Germania, si dichiararono assolutamente contrari.

 

1^ TESI

Non vi è nessun motivo per l’attacco. Saddam Hussein è un dittatore esecrabile ma non c’entra con il terrorismo, anzi è sempre stato contrario violentemente  all’estremismo religioso. Non possiede armi di sterminio di massa e comunque è compito dell’ONU accertarsene. L’interevento è del tutto al di fuori della legalità internazionale , un atto di banditismo e un sopruso del più forte  La guerra in Iraq finirebbe con fare esplodere maggiormente il terrorismo. Essa è dovuta alla volontà imperialistica americana e soprattutto è funzionale ad alcuni interessi economici di  grandi trust americani a cui sono strettamente collegati uomini chiave dell’amministrazione americana. 

 

2^TESI

Saddam Hussein comunque costituisce  un pericolo per gli USA perchè può dare aiuto ai terroristi , può fornire soprattutto loro le tanto temute armi di sterminio di massa che nascostamente possiede anche se l’ONU non è riuscita a scoprirle. Soprattutto si vuol creare in Iraq una democrazia  nella convinzione che solo se in Medio Oriente essa si affermerà  il terrorismo perderà la sua base politica e culturale . Non si può parlare sostanzialmente di aggressione perchè sono stati gli Americani ad essere stati  aggrediti l’11 settembre ed ora essi conducono una legittima guerra difensiva per la propria sicurezza e sopravvivenza.

 

LEGALITA' DELL’INTERVENTO E ONU

 A prescindere da cavilli legali, appare chiaro che l’ONU non ha affatto  autorizzato l’intervento USA  in Iraq come invece fece nel '92 e lo stesso segretario dell’ONU ha parlato di “illegalità” dell‘intervento americano.  Le due tesi danno diverso valore a questi fatti

 

1^ TESI

Gli USA, agendo contro l’ONU, hanno dato un colpo gravissimo a quell’ordine internazionale che essi affermano di voler difendere.  Come possono poi pretendere il rispetto del diritto internazionale se essi per prima lo violano. Come parlare di “paesi canaglia” ( che aiutano il terrorismo) se proprio essi per primi agiscono fuori della legalità, e propongono semplicemente il  diritto del più forte. L’ONU. sia pure con  tutti i suoi limiti, è pur sempre  il massimo organo internazionale e comunque l’intervento americano è contrario a tutte i suoi principi che gli USA stessi hanno sottoscritto e sostenuto ( almeno teoricamente )  fin dalla sua fondazione che ammettono guerre di difesa ma non guerre preventive ( sarebbe concetto troppo vago e indefinito). 

 

2^TESI

Al di là della pura  formalità, nella sostanza, gli USA sono gli aggrediti (dal terrorismo ) e la loro azione è una difesa. Le guerre preventive sono necessarie per la presenza di armi di sterminio di massa. Non è pensabile che PRIMA i terroristi ne facciano uso  e DOPO  gli USA possano reagire ( sarebbe troppo tardi). Soprattutto però si contesta che l’ONU da sempre non ha mai risolto i problemi . non ha mai fatto veramente cessare una guerra. Non è riuscita a fermare i massacri in Ruanda o nei Balcani , non ha poteri effettivi Che  forse l’ONU sarebbe in grado di difendere gli USA dai terroristi? Sarebbe bello che l’ONU  garantisse tutti i paesi ma poichè non è in grado di farlo ogni paese ha il diritto di difendersi autonomamente. Il diritto internazionale è in ritardo sulla realtà effettiva perchè tiene conto delle guerre tradizionali ma non di quelle fatte attraverso il terrorismo.

 

 

INTERESI ECONOMICI

 

La guerra in Iraq è mossa dai motivi che vengono addotti oppure è solo la copertura di interessi economici dei grandi trust?

 

1^ TESI

Gli interessi economici in  gioco sono grandissimi e sono il vero ed unico motivo della guerra. Gli Usa vogliono semplicemente controllare il petrolio del Medio Oriente anche in relazione agli interessi cinesi e dell’ Asia centrale russa. Si tratta quindi di una guerra per il petrolio quindi, non per il terrorismo. In particolare, puntigliosamente, si sottolineano  gli interessi personali di singoli e importanti esponenti dell’Amministrazione  americana che configurerebbero almeno un conflitto di interessi ma più specificamente  una vera e propria conduzione politica per interessi personali. Da questa prospettiva quindi i morti  in Iraq dall’una o dall’altra parte  sono vittime degli interessi petrolifici  ( blood  for oil) o peggio di interessi privati; assassinati per il bussiness  più che caduti in guerra!. L’indignazione che solleva questa interpretazione va al di la di qualunque altra interpretazione in chiave politica. 

 

2^ TESI

Effettivamente gli USA sono interessati al libero commercio del petrolio ma è interesse legittimo non solo degli USA ma di tutto il mondo  (compreso il terzo modo che sarebbe ancora più drammaticamente colpito ) che tale vitale fonte non diventi arma di ricatto in mano a terroristi  o altri potentati irresponsabili. Non avrebbe senso per gli USA fare una guerra per impadronirsi del petrolio iracheno: costerebbe molto meno comprarlo a prezzi di mercato. Certamente ogni guerra (come qualsiasi altro avvenimento importante ) sposta enormi interessi economici ma questo non significa che gli interessi economici ne siano la causa. Certamente  la Seconda Guerra Mondiale ha portato a  rivolgimenti economici incalcolabili ma non si può dire che

essa sia esplosa per calcoli economici. Sono falsità o esagerazioni gli interessi personali di esponenti dell’Amministrazione. Bisogna tener conto che negli USA, in genere, gli esponenti  politici provengono  ( a differenza dell’Europa) da famiglie ricche, inserite nell’economia internazionale.

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DOPO GLI INTERVENTI

 

 

LE ARMI DI STERMINIO DI MASSA

Costituirono il motivo  specifico della guerra ma di esse non si è trovata alcuna traccia e quindi ormai si è sicuri che Saddam non le  possedesse affatto

 

1^ TESI

Le autorità american hanno mentito al loro popolo e al  mondo. Si è accertato quindi che la guerra era del tutto inutile e pretestuose le sue motivazioni 

 

2^TESI

 Anche se  è vero che Saddam non possedeva le armi tuttavia le autorità americane credevano che le avesse: la colpa ricade su i servizi segreti che hanno sbagliato. Ma a parte ciò la guerra  era ugualmente indispensabile: le strutture dello stato potevano agevolmente procurare armi da consegnare ai terroristi, E vero che nel passato erano stati avversari di Saddam ma è anche vero che il comune odio per gli  USA creava fra di essi una alleanza strategica pericolosissima.  In ogni caso la caduta di Saddam ha creato una maggiore sicurezza per tutto il mondo arabo .

 

LA DEMOCRAZIA IN IRAQ

Gli USA dichiarano che intendono portare la democrazia in Iraq con la prospettiva che essa si allarghi a tutto il modo arabo con un effetto domino la qualcosa è stata violentemente contestata.

 

1^ TESI

Se fosse vero allora la tesi dell’instaurazione della democrazia,  gli Usa dovrebbero portare la guerra a tutte le infinite dittature del mondo. moltissime delle quali invece sono apertamente sostenute proprio dagli USA che d’altra parte, in tempi anteriori e non lontani, appoggiarono Saddam Hussein e lo stesso bin Laden. Inoltre non è pensabile che  la democrazia possa essere imposta  con la guerra che è proprio la negazione della democrazia. Essa si potrà instaurare in Medio Oriente quando i tempi saranno maturi con un processo interno, spontaneo  e graduale cosi come è avvenuto in Occidente. In Iraq, in particolare, per  la frammentazione etnico religiosa è di difficile attuazione.

 

2^TESI

Gli USA non possono imporre la democrazia in tutto il mondo ma vogliono promuoverla in Medio Oriente perchè la sua mancanza la minaccia direttamente in quanto sviluppa il terrorismo e non si può aspettare magari dei secoli  perchè essa si maturi.  Non è vero che la guerra non possa instaurare la democrazia: in Germania, Italia e Giappone si è proprio affermata in seguito a una guerra che le ha liberate alle dittature. In Iraq potrebbe avvenire lo stesso anche perchè si tratta di un paese abbastanza evoluto e laico.

 

EFFETTI SUL TERRORIMO

Quali sono stati gli effetti sul terrorismo degli interventi militari in Afganistan e soprattutto in Iraq? La valutazioni divergono radicalmente anche perchè non è possibile saper cosa sarebbe accaduto se quegli interventi non si fossero verificati.

 

1^ TESI

Gli interventi sono stati disastrosi: il terrorismo è aumentato a dismisura. In Iraq in particolare non era si era mai manifestato e invece ora ha assunto aspetti imponenti. Le vicende quindi confermano le conseguenze nefaste delle guerre.

 

2^TESI

ll terrorismo è stato  fondamentalmente battuto . Esso non si è più manifestato in Occidente  tranne che negli attentati di Madrid. Le minacce di  bin Laden sono rimaste senza effetto. Soprattutto si è dimostrato che l’America interverrà con estrema decisione e quindi è tramontato del  tutto il sogno degli estremisti di conquistare il potere nelle nazioni islamiche. Bin Laden  controllava una nazione, ora è un fuggitivo e ricercato che  controlla solo qualche caverna. L’estremismo islamico è combattuto con vigore non solo in  Occidente ma anche e soprattutto nei paesi arabi dove l’intervento americano ha dato sicurezza e forza ale correnti  contrarie e moderate. Ci vorranno ancor anni perchè il terrorismo si spenga dappertutto ma è stato tolto ad esso l’elemento fondamentale: la speranza della vittoria.

 

LE VITTIME CIVILI

Gli  interventi militari hanno causato  un gran numero di vittime civili del tutto innocenti. Può  aver questo fatto qualche giustificazione? Ovviamente i pareri divergono

 

1^ TESI

È del tutto inaccettabili che tanti civili e soprattutto bambini siano stati uccisi negli interventi americani. Si fa molto scalpore e giustamente per le vittime del terrorismo  ma non si contano i morti innocenti fatti dalle armi americane genericamente considerati “ danni collaterali” 

 

2^TESI

Le vittime in Afganistan e Iraq sono in numero molto minore rispetto a quelle che ci sarebbero state, per la guerre civili in Afganistan  e per la repressione in Iraq, La morte dei civili è dovuta essenzialmente al fatto che i terroristi deliberatamente  si mescolano  ai civili in modo che sia impossibile colpirli senza far delle vittime civili. Se si spara su truppe americane  da un palazzo o da un ospedale queste non possono rispondere senza colpire gli abitanti civili o i malati: la colpa ricade sui terroristi non sugli americani che non colpiscono mai deliberatane dei civili, cosa che invece fanno i terroristi. Gli americani sono dispiaciuti ma non sempre riescono a non fare vittime civili. 

 

TORTURA

Grandissimo impressione hanno fatto le notizie sulle torture usate dagli americani nel carcere di Abu Ghraib . Tutti le hanno condannato ma con importanti distinguo.

 

1^ TESI

Si tratta di fatti che svelano la vera natura dell’intervento americano. Non è imputabile a poche persone  deviate ma è l’esecuzione di direttive che vengono dall’alto, fino dalle massime autorità che non potevano non sapere come invece fingono. Hanno minato la credibilità degli USA  e compromesso irrimediabilmente  la possibilità di un appoggio dei moderati iracheni. Anzi hanno giustificato poi ogni altro eccesso dei terroristi. La punizioni per i responsabilità sono solo formali, assolutamente inadeguate e si fermano solo ai primi gradini.

 

 

2^TESI

Si articola su due direttrici. Da una parte si limita la responsabilità a pochi  esecutori e  mandanti che avevano  ecceduto. Certi eccessi sono quasi inevitabili in una guerra  ma non vanno imputati a tutta la nazione se essa è in grado di individuare e punire i responsabili . Si accentua il fatto che le democrazie possono autocorreggersi. Da un’altra direttrice , sia pure a livello non ufficiale, si fa presente che le convenzioni internazionali fanno riferimento a guerre tradizionali con eserciti chiaramente individuabili. Il terrorismo. la guerriglia richiedono metodi diversi che sono stati sempre utilizzati in tutti questi tipi di guerre. Pure in questo caso in fondo si tratta di un ritardo del diritto internazionale sulla realtà effettiva. 

 

GUANTANAMO

Dopo l’intervento in Afganistan un certo di numero di prigionieri furono portati a Guantanamo , base militare USA a Cuba. e qui  detenuti in condizione di massima sicurezza ma in una situazione giuridica assolutamente anomala.: non sono prigionieri di guerra e quindi non si applicano ad essi  le convenzioni internazionali (andrebbero soprattutto  liberati a fine guerra)  e nemmeno detenuti comuni e quindi non hanno le garanzie previste per essi dalle leggi ordinarie Le divergenze nascono sulla valutazione di questi fatti. 

 

1^ TESI

Si tratta di un fatto che non ha precedenti  nella storia recente. A distanza di tre anni queste persone restano detenute  in una situazione assolutamente illegale. Non hanno  imputazioni specifiche vere e proprie , nè giudici, nè avvocati , nessun controllo della pubblica opinione  sulla loro reale situazione ma sono in balia delle autorità militari. Per la maggior parte non si tratta di terroristi ma di semplici persone prese con le armi in mano in un paese in cui tutti portano armi. Non solo non vi sono giustificazioni giuridiche ma nemmeno  politiche. Le condizioni sono allucinanti, molti sono ormai affetti da gravi turbe mentali. Le condizioni di prigionia sono tanto insopportabili che in effetti equivalgono alla tortura. Tutto quello che si ricava dalle loro”confessioni” non ha valore perché  è come se fosse stato estorto con la tortura.

 

2^TESI

Si tratta di una situazione giuridica anomala perchè la lotta al terrorismo è anomala. Non è possibile lasciare liberi dei terroristi che naturalmente continuerebbero a fare attentati. Non è possibile giudicarli in tribunali ordinari perchè la giurisdizione ordinaria sarebbe del tutto inefficace. Come detenere o punire  degli uomini che desiderano solo uccidersi uccidendo altri ( shaid, Kamikaze), come dimostrare la loro colpevolezza in tribunali ordinari di situazioni assolutamente atipiche. Non è vero che le condizioni siano inumane ma solo di grande sicurezza. Non vi sono torture:i detenuti  ricevano  un vitto conforme alle prescrizioni islamiche, possono liberamente pregare, vi è addirittura  una indicazioni nelle celle per la direzione  della Mecca. Certamente essi si sono comportati   molto peggio per prigionieri della loro stessa fede e popolo. Tutti quelli che collaborano, nella misura in cui dimostrano di essere meno pericolosi, migliorano le loro condizioni di prigionia e poi sono liberati.  Si tratta tutti di pericolosi e fanatici terroristi: coloro che hanno dimostrato nei fatti, collaborando,  di non esserlo, hanno ottenuto la libertà.

 

RESISTENZA IRACHENA

Il problema è se si può parlare di una “  Resistenza “ irachena in qualche  modo paragonabile  a quella dei paesi occupati dalla Germania nella Seconda Guerra Mondiale   o si tratta solo di bande terroristiche più o meno vicine all’estremismo di Al-qaeda: Va notato  che in questo caso vi sono molte posizioni intermedie che sfumano l’uno o l’altro delle due interpretazioni.

 

1^ TESI

Gli americani hanno invaso l’iraq: è del tutto legittimo e naturale  che gli iracheni combattano contro l‘occupazione straniera allo stesso modo che i paesi europei  reagirono e  lottarono contro la occupazione nazista: abbiamo quindi una “Resistenza” irachena alla quale possiamo quindi dare tutti i caratteri (positivi) delle Resistenza italiana  ed europea. Alcuni poi distinguono la presenze di bande legate più o meno ad  al-Qaeda da quelle semplicemente patriottiche. Ritengono quindi che la vittoria della Resistenza Irachena non sia la vittoria di al-Qaeda anzi sia l’unico mezzo per estrometterla dall’Iraq.

 

2^TESI

Guerriglia e  terrorismo sono esplose non quando gli americani hanno conquistato il  paese ( allora avrebbero potuto qualificarsi come resistenza) ma quando gli americani hanno annunziato che  se ne sarebbero andati  dopo la elezione di un governo democraticamente eletto. Che senso avrebbe una  guerra per cacciare gli americani  se questi cercano di andare via?. E’ come se  nella Seconda Guerra Mondiale i tedeschi volessero andare via dall’Italia appena avessimo eletto un governo democraticamente e noi combattessimo  per non fare le elezioni . L’avremmo chiamata resistenza ? Si nota poi che la maggior parte delle vittime sono iracheni. Si tratta solo di  gruppi di al-Qaeda che  perseguono i loro fini o di bande  terroristiche che  cercano di assicurarsi un pezzetto di potere appena gli americani se ne saranno andati : non rappresentano affatto il popolo iracheno. Sono essi, in conclusione, che impediscono il ripristino della sovranità irachena con  elezioni democratiche, che non permettono agli Americani di ritirarsi perchè essi non possono  lasciare una paese preda del caos e della violenza.

 

AUTORITA IRACHENE

 Si può parlare di autorità irachene insediate a Bagdad  o si tratta solo di semplici agenti americani, al soldo della CIA.

 

1^ TESI

Il governo provvisorio è formato da  persone  che  non hanno alcuna credibilità, non rappresentano reali forze irachene. Si tratta di personaggi senza alcun prestigio, di delinquenti comuni ( accusati  anche di truffe  o omicidi), semplici esecutori degli ordini americani, senza alcun prestigio personale , dei “traditori” al soldo degli stranieri

 

2^ TESI

In Iraq non si è avuto mai la democrazia e negli ultimi 20 anni la dittatura di Saddam ha liquidato ogni personalità appena appena indipendente. E’ difficile per questo trovare personaggi che abbiano un qualche rilievo non legati a Saddam. Bisogna ricorrere a fuoriusciti che hanno perso contatto con la realtà irachena da molti anni. Occorre ricostituire  una società civile, formare esponenti che abbiano un minimo di preparazione:  per questo occorrerebbe del tempo. In realtà il popolo sarebbe favorevole alla democrazia ma manca una classe dirigente in  grado di guidare la difficile transizione: l’occupazione americana deriverebbe proprio dalla necessità di  dare un pò di tempo perché questa classe si formi. Effettivamente al potere sono istallati personaggi che hanno collaborato con la CIA ma si fa rilevare che tutta la opposizione fu  aiutata dalla CIA nella speranza, poi fallita, che rovesciasse il regime di Saddam.

I

GLI OSTAGGI E LE DECAPITAZIONI

 Nessuno in realtà giustifica propriamente la presa di ostaggi, soprattutto le decapitazione provocano una generale e genuino orrore. Tuttavia le opinioni divergono su cause e valutazioni.

 

1^ TESI

E’ stato l’intervento militare che ha esasperato  provocando questi orrori che comunque  si respingono. Si fa soprattutto notare che il numero di ostaggi uccisi è ben minore delle tante vittime innocenti  degli attacchi americani che invece non hanno spazio nei media. Qualcuno affaccia anche l’ipotesi che, almeno in alcuni casi, si tratta di provocatori legati più o meno direttamente agli Americani.

 

2 ^ TESI

Questi episodi rivelano il vero volto delle bande che operano in Iraq. Non si tratta tanto del numero di uccisi ma del fatto che essi mostrano le esecuzioni con compiacimento, come un azione meritevole di emulazione. Mostrano la barbarie contro la quali si sono mossi gli Americani.

SU

SINISTRA OCCIDENTALE E SINISTRA ARABA 

 

Le due correnti di cui abbiamo sommariamente indicati gli argomentazioni  più comuni , a nostro parere  sono accomunate  dal fatto di essere tutte interne al mondo occidentale stesso. Nella generale ignoranza e disconoscimento dalla cultura , della mentalità, della realtà popolare del modo arabo gli Occidentali  ragionano con le  proprie categorie mentali come se il mondo arabo fosse “in toto” riconducibile a quello occidentale. Si disconosce cioè proprio la causa prima dei tragici avvenimenti del Medio Oriente  e del terrorismo, non ci si cura molto di sapere cosa effettivamente pensino le masse arabe. Pare che per la destra e per la sinistra in fondo nascere a Bagdad o a Cabul non comporta grandi differenze dal nascere a Londra o a Detroit.  Il mussulmano è solo un cristiano che prega in una moschea invece che in una chiesa , che legge il corano al posto del vangelo.: dettagli in fondo di non grande importanza. Ognuno può pregare come gli pare  e leggere quello che gli piace ! Non ci si rende conto di quello che ogni visitatore appena appena attento coglie subito: Parigi è come una  Milano in cui si parla francese ma Il Cairo o Teheran sono un altro mondo.

In realtà nessuno in Iraq si richiama a una coscienza nazionale irachena perchè esistono sciiti e sunniti e Caldei e Curdi, a loro volta divisi in innumerevoli clan e consorterie ma non gli “iracheni “ che sono solo una invenzione delle potenze coloniali europee

Gli americani non sono tanto lo “straniero” come  i Tedeschi per Francesi nel 40, quanto i “cristiani”, in un mondo concettuale che divide tutta l’umanità in due categorie: mussulmani e infedeli.  .

 Moqtaba Sadr non parla di “Resistenza” ma dichiara di voler guidare al martirio i suoi seguaci seguendo l’esempio di Ali  ucciso a Karbela nel 661 d. C.

 Coloro che rapiscono  gli ostaggi non cercano giustificazioni nelle Convenzioni di Ginevra ma nell’esempio delle decapitazioni  avvenute a Badr per ordine di Maometto

Gli sciiti fanno coincidere   democrazia  e  Shari’ah perchè se democrazia significa  governo del popolo allora il popolo è per la shari’ah , laicità e la libertà religiosa sembrano cose  incomprensibili.   

 Nel passato gli occidentali non si resero conto che le correnti integraliste religiose erano nemici del mondo occidentale. Le aiutarono perchè impegnati nella lotta al comunismo e le considerarono loro  alleate. Si ricorda che bin Laden ricevette  aiuti economici da parte del Pakistan (quindi  indirettamente dagli Americani ) fino a pochi giorni prima dell’attacco alle Twin Towers . In realtà i regimi laici che guardavano  verso Mosca erano pur sempre più vicini all’Occidente  perchè comunque il socialismo, la sinistra sono parte del mondo occidentale.

 Analogamente sta avvenendo ora: la sinistra, nella sua opposizione alla politica americana, non si rende conto che in effetti i movimenti antiamericani nel mondo arabo sono movimenti profondamente  nemici di tutto quello che la sinistra indica come valori. L’integralismo arabo è molto più a destra di qualunque  destra europea: pur tuttavia riceve comprensione proprio dalla sinistra europea. Esiste anche una sinistra araba di orientamento socialista ma è praticamente disconosciuta dalla sinistra occidentale e  tende paradossalmente ad appoggiare gli Americani perchè comunque gli Americani sono sempre più vicini alla sinistra socialista dei movimenti islamici integralisti

 Quasi nessuna risonanza ha avuto in Occidente l’atteggiamento dei comunisti iracheni.  Il Partito Comunista Iracheno fa parte del governo provvisorio, ha affiancato anche il governatore americano approvandone praticamente tutti gli atti, compresi gli attacchi a Falluja. 

 L’altra fazione comunista, il Partito Operaio  Comunista ha rifiutato ogni collaborazione con gli Americani ma si oppone ancora con altrettanto  vigore “al fascismo islamico costituito dalle bande di fanatici religiosi   che vorrebbero tornare a una visione oscurantista, da incubo medioevale” commiste a  residui seguaci di Saddam. 

In verità è circolato anche un appello alla Resistenza dei comunisti iracheni ma appare un evidente falso

 In conclusione ci pare che la sinistra occidentale rifaccia gli stessi  errori  che fece la destra americana: appoggiarono quei movimenti intrinsecamente violentemente anti occidentali che una volta affermatIsi poi  si sono rivolti contro l'America stessa. Se nel mondo arabo prevalessero, non dico al-Qaeda  ma  seguaci di Moqtaba Sadr  o di Komeini tutto il mondo si sposterebbe piu a destra, le conquiste civili care alla sinistra arretrerebbero  pericolosamente.

 I comunisti iracheni lo hanno ben compreso, la sinistra occidentale molto meno.

 

settembre 2004
di GIOVANNI DE SIO CESARI
http://www.giovannidesio.it/

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