RELAZIONE DEL GENERALE GEORGE C. MARSHALL
Capo di Stato Maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti


PARTE SECONDA

RELAZIONE BIENNALE DELGENERALE GEORGE C. MARSHALL

Capo di Stato Maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti,al Ministro della Guerra
1° Luglio 1941-30 Giugno 1943

La presente relazione riassume gli importanti avvenimenti che hanno avuto una ripercussione sull'esercito degli Stati Uniti dal 1° luglio 1941 al 30 luglio 1943. E' un riassunto di quello che è
stato fatto e delle ragioni per cui è stato fatto, e viene presentato in questo momento, mentre l'America è in guerra, per meglio illustrare le grandi operazioni offensive attualmente in corso.

Non abbiamo ancora ricevuto relazioni particolareggiate sulle operazioni nelle Filippine, nel Nord-Africa e nel Pacifico SudOccidentale; la presente relazione è basata su messaggi, relazioni giornaliere, e documenti ufficiali del Ministro della Guerra, che sono abbastanza completi, da offrire un quadro accurato della situazione.

Egregio Signor Ministro:
Mentre il paese si trova in stato di guerra, mi permetto presentarle la Relazione Biennale, riferentesi al periodo compreso tra il I° luglio 1941 ed il 30 giugno 1943.
Nella mia prima relazione, che si riferiva al periodo tra il 1° luglio 1939 ed il 30 giugno 1941, avevo suddiviso gli avvenimenti in due fasi distinte. La prima fase includeva la caduta della Francia e si riferiva ad un periodo d'incertezza circa l'influenza della guerra europea sugli Stati Uniti. La seconda fase, che cominciava con la cosiddetta "Battaglia della Gran Bretagna" e terminava con la dichiarazione di guerra della Germania alla Russia, fu caratterizzata da una crescente sapevolezza della gravità della situazione
internazionale. Durante quel periodo ebbe luogo una mobilitazione limitata alle necessità del tempo di pace, ma il Congresso stanziò fondi considerevoli per lo sviluppo dell'organizzazione militare, e gl'industriali si resero conto della necessità di affrettare pure in tempo di pace la produzione di munizioni di guerra.

Il periodo iniziale, a cui la presente relazione si riferisce, costituisce una terza fase, che fu bruscamente terminata dall'attacco giapponese del 7 dicembre 1941 (Pearl Harbor.). Con la nostra entrata in guerra, si iniziò la quarta fase, in cui ebbe luogo la completa mobilitazione di tutte le forze degli Stati Uniti e la nostra potenza dovette essere coordinata con quella dei nostri alleati.

Durante la quarta fase, gli Stati Uniti e le Nazioni Unite furono costretti ad assumere un attegiamento difensivo, mentre provvedevano a mobilitare tutte le loro risorse per lo sforzo globale e finale. Durante questo periodo i nostri sforzi furono diretti a spiegare il più rapidamente possibile tutte le forze e le risorse disponibili, per fermare l'impeto degli assalti nemici, mentre si stabilivano linee di comunicazione in tutto il mondo e si iniziava al tempo stesso lo sviluppo di tutte le nostre organizzazioni militari e navali.

I governi democratici dedicano le loro risorse soprattutto al benessere quotidiano dei cittadini; è quindi inevitabile, che, quando vengono attaccati da paesi che hanno concentrato tutte le loro risorse su una guerra di conquista, i primi successi vadano all'aggressore. Così avvenne per le democrazie dell'Europa Occidentale, e così avvenne più tardi per gli Stati Uniti. Occorsero circa otto mesi all'America, coadiuvata dai suoi alleati, per accumulare le munizioni necessarie, istruire i primi uomini e trasportarli nelle varie zone di guerra, dove poterono essere impiegati in azioni offensive contro il nemico. Questa fase di massima emergenza ebbe termine nell'agosto 1943 con l'attacco, coronato da successo, alle posizioni giapponesi di Guadalcanal e di Tulagi nelle Isole Salomone.
La quinta fase, quella in cui ora ci troviamo impegnati, implica il lanciamento di tutte le forze militari alleate contro i nostri nemici in una serie di attacchi offensivi sempre più potenti, fino alla vittoria finale.

LA TERZA FASE

II 1° luglio 1941 la situazione internazionale era estremamente grave. L'intera forza dell'esercito tedesco, che aveva ottenuto strepitosi successi in tutte le precedenti campagne di conquista, era stata appena lanciata contro la Russia e nell'impeto dei primo assalto aveva occupato vaste zone del territorio russo. Notevoli concentramenti di truppe tedesche lungo le coste della Manica costituivano sempre una serie minaccia alla sicurezza della Gran Bretagna; oltre a ciò, le operazioni tedesche nelle acque dell'Atlantico settentrionale e meridionale minacciavano la sicurezza dell'emisfero occidentale.*
* Nell'agosto 1940, dopo la caduta della Francia ed in vista della gravità della minaccia alla Gran Bretagna, gli Stati Uniti ed il Canadà avevano formato una Commissione permanente di difesa, composta di sei memorie di ognuno dei due paesi. Il Sindaco F. H. LaGuardia e attualmente il presidente della delegazione americana della Commissione. Il vice ammiraglio A. W. Johnson è il più elevato in grado fra i rappresentatanti della Marina degli Stati Uniti ed il maggior generale Guy V. Henry è il più elevato in grado fra i rappresentanti dell'esercito.

Intanto forti contingenti italiani si andavano ammassando in Africa. Nel Pacifico, si riteneva che i minacciosi preparativi del Giappone preludessero ad attacchi contro i possedimenti inglesi ed olandesi in Estremo Oriente e contro le Filippine, la Malesia, le Hawaii ed il Canale di Panama. L'atto di aggressione contro l'Indocina era prova evidente che il Giappone mirava ad espandere il suo impero a scapito di altri paesi più deboli.

PROLUNGAMENTO DEL PERIODO DI SERVIZIO MILITARE

In questa grave situazione, nell'estate 1941, il Ministro della Guerra temeva di veder disintegrarsi l'esercito, che aveva raggiunto un effettivo di più di 1.500.000 uomini, a meno che non intervenisse un'azione legislativa a salvare la situazione. In base alla legge sulla costrizione obbligatoria, le reclute non potevano essere tenute in servizio più di un anno, tranne in caso di emergenza nazionale. Oltre a ciò, la Milizia Statale e gli ufficiali di complemento dovevano essere mandati a casa dopo un anno di servizio. La grave situazione internazionale richiedeva che questi uomini e queste organizzazioni fossero mantenute in piena efficienza, se si voleva provvedere alla sicurezza dell'Emisfero Occidentale. Il Presidente infatti, ai primi di luglio, raccomandò al Congresso precisamente la legge sul prolungamento del periodo del servizio militare (Selective Service Extension Act) che fu approvata alla fine di agosto, quattro mesi prima dell'attacco a Pearl Harbor.

ESPANSIONE DELL'ESERCITO

A quell'epoca l'esercito degli Stati Uniti consisteva di un contingente parzialmente equipaggiato di 28 divisioni di fanteria, un gruppo di quattro divisioni corazzate di nuova costituzione, due divisioni di cavalleria, le difese portuarie degli Stati Uniti, ed una forza aerea di 90 squadriglie incomplete. Esisteva un certo numero di centri d'arruolamento, centri di rimpiazzo, scuole di allievi ufficiali e specialisti, ecc. che costituivano la base necessaria per una rapida espansione dell'esercito in caso di guerra.
Durante l'estate del 1941 continuarono grandi esperimenti di operazioni belliche, con circa 900.000 uomini partecipanti alle manovre dell'agosto, settembre, e novembre. Furono accelerate l'organizzazione e l'istruzione delle unità extra-divisione (artiglieria pesante, genio, ecc.) necessarie ad appoggiare le divisioni, con riguardo speciale allo sviluppo ed all'allenamento delle forze motorizzate e delle organizzazioni antiaeree, destinate entrambe ad essere enormemente accresciute. Alcune unità scelte ricevettero un'istruzione speciale per la guerra in montagna e nella giungla e per operazioni anfibie; fu creato altresì un centro di istruzione per reparti anticarro (Tank Destroyer Center).

Le unità addette al servizio di rifornimento e di amministrazione vennero attrezzate in modo da poter affrontare le esigenze logistiche grandemente aumentate delle forze di combattimento; tuttavia, non avemmo mai la possibilità di istituire un numero di unità sufficienti a permettere l'impiego, in operazioni, di tutte le unità tattiche. Durante questo periodo furono aumentati gli impianti portuari per facilitare eventuali operazioni d'oltremare.

RINFORZI PER GUARNIGIONI D'OLTRE OCEANO

La mancanza di equipaggiamento moderno, ed in particolare di aeroplani e di cannoni antiaerei, nonchè la mancanza di unità perfettamente allenate costituiva un serio inconveniente, tanto nell'istruzione delle truppe (incluse le forze d'aviazione), quanto nei preparativi necessari ad affrontare eventuali attacchi in entrambi gli oceani. Le Isole Hawaii, essendo state considerate come la nostra base più importante fin dal 1935, avevano una guarnigione più numerosa e depositi di munizioni maggiori di qualsiasi altra guarnigione d'oltre oceano. Ma ora era assolutamente necessario provvedere subito alla difesa del Canale di Panamà e dell'Alaska. Oltre a ciò, l'incertezza della situazione europea, che minacciava le Isole Britanniche e la flotta inglese (*), ci imponevano l'assoluto dovere di assicurare la difesa dell'Emisfero Occidentale con l'istituzione di basi aeree e guarnigioni difensive in tutta la zona delle Antille e di Terranova.
(*) Questa nota aggiuntiva non fu inizialmente divulgata nella relazione di Marshall per ovvie ragioni di sicurezza - "Subito dopo Dunkerque, nel 1940, le Isole Britanniche si trovavano assolutamente indifese, quanto a forze di terra organizzate ed equipaggiate. L'Inghilterra aveva perduto quasi tutto l'equipaggiamento del suo esrecito, e la minaccia dell'invasione appariva imminente. In questa situazione, mettemmo immediatamente a disposizione degli Inglesi fucili tipo Lee Enfield. fucili automatici tipo Browning, mitragliatrici, pezzi d'artiglieria da 75mm. con una limitata quantità di munizioni ed esplosivi conservati dal tempo della Guerra Mondiale, in cambio di contratti da stipularsi subito negli Stati Uniti per la produzione di materiale moderno. Per gli Stati Uniti si trattava soprattutto di assicurare alla flotta inglese il dominio dell'Atlantico. Ma questi cessioni all'Inghilterra ci lasciarono con materiali dei tipi summenzionati (provenienti dalla Guerra Mondiale) in quantità sufficiente a equipaggiare 1.800.000 uomini; e la produzione di ulteriori quantità di materiale avrebbe dovuto far fronte ad esigenze future. Si noti che a quell'epoca non si prevedevano le grandi consegne di materiale alla Gran Bretagna, alla Russia, alla Cina e ad altri alleati, che poi furono effettuate in base alla Legge di Prestito e Affitto".)

Con i limitati mezzi che avevamo a disposizione, si trattava di stabilire l'ordine d'importanza dei vari problemi da risolvere. Non fu possibile quindi, prima del febbraio 1941, inviare alle Hawaii aeroplani, materiale antiaereo, ed equipaggiamento moderno. Un po' più tardi furono spediti alle Filippine i primi apparecchi moderni e fu raddoppiato l'effettivo degli Esploratori Filippini (Philippine Scouts), prelevando gli effettivi necessari dai quadri del nuovo esercito filippino adeguatamente allenato. Gli aeroplani da caccia adibiti a questo scopo vennero tuttavia sottratti al numero già limitato di squadriglie in corso d'istruzione negli Stati Uniti.

Nel luglio 1941, grazie allo sviluppo della produzione in serie, fu possibile per la prima volta destinare alle Filippine un numero considerevole di apparecchi. Il 28 agosto ebbero luogo i primi voli delle Fortezze Volanti sulla rotta dei Pacifico passando da Midway, e dalle Isole Wake poi a sud per Rabaul, Port Moresby o Port Darwin e di lì a nord fino alle Filippine. Il 1 ° novembre circa 35 Fortezze Volanti avevano compiuto questo volo. Un ritardo nelle consegne di aeroplani da parte delle fabbriche ed un periodo di venti avversi tra San Francisco e le Hawaii impedirono il trasferimento alle Filippine di altre 48 Fortezze Volanti prima dell'attacco a Pearl Harbor.

In vista dei possibili sviluppi della situazione nelle Filippine, nel febbraio 1941 fu ordinata l'evacuazione delle famiglie dei militari di stanza in quelle località; si decise altresì di far rimanere nelle Isole tutti gli effettivi dell'esercito regolare anche oltre il periodo di due anni in servizio.
Il 26 luglio il generale Douglas MacArthur, che prestava servizio fuori ruolo presso il governo delle Filippine, fu richiamato in servizio attivo e nominato Comandante dell'Esercito degli Stati Uniti in Estremo Oriente. Essendo perfettamente al corrente della situazione nelle Filippine, egli cominciò immediatamente ad accelerare i preparativi di difesa, entro i limiti concessi dalla scarsa disponibilità di munizioni e di truppe allenate.
(Verso la fine dell'estate 1941 erano stati predisposti i lavori per il miglioramento dei campi d'atterraggio a Rabaul, Port Moresby, e Port Darwin. Il generale Comandante in Capo della Filippine ebbe inoltre l'ordine di consegnare benzina e bombe alle suddette basi, ed a Balikpapan, Borneo e Singapore; le consegne a tutte queste località, fatta eccezione per le ultime due, erano state effettuate quando i Giapponesi presero l'offensiva il 7 dicembre).

Unità antiaeree e reparti di carri armati della Milizia Statale, che avevano avuto sufficiente istruzione e per cui fu possibile provvedere il necessario equipaggiamento moderno, furono inviate alle Filippine durante questo periodo di preparazione. Anche 100 carri armati leggeri e 50 cannoni automontati, consegnati dalle nostre fabbriche, furono spediti alle Filippine ed arrivarono prima dello scoppio della guerra.
In agosto il presidente Roosevelt emanò un proclama, col quale mobilitava l'Esercito Nazionale Filippino. Si cominciarono pertanto a gettare le basi per rifornire queste forze parzialmente allenate di tutto il materiale disponibile negli Stati Uniti, in aggiunta a quello tenuto in riserva nelle Filippine. Il generale MacArthur, in una lettera del 30 agosto al Capo di Stato Maggiore così si esprimeva circa la mobilitazione delle forze filippine e gl'invii già effettuati o in corso di truppe, aeroplani e munizioni dagli Stati Uniti:
"Desidero esprimerle la mia personale gratitudine per la magnifica collaborazione Sua e di tutto il Ministero della Guerra in ogni fase del nostro lavoro, dopo la istituzione di questo comando. Con un siffatto spirito di cooperazione, l'organizzazione di un'attrezzatura difensiva perfettamente adeguata sarà rapidissima!".

Ai primi di settembre il Ministero della Guerra raccomandò al Congresso un emendamento alla Legge del 1934 sull'indipendenza delle Filippine allo scopo di autorizzare l'utilizzazione, per la difesa delle Isole, di certi fondi ricavati dalla tassa sullo zucchero nonchè dei fondi che pervenivano alla Tesoriera degli Stati Uniti per la svalutazione della moneta.
Questi fondi, che ammontavano a circa 52 milioni di dollari, dovevano servire soprattutto ad ingrandire i campi d'aviazione. In attesa delle deliberazioni legislative il Ministero della Guerra ottenne la somma di 10 milioni di dollari provenienti dal Fondo di Emergenza a disposizione del Presidente, da essere impiegati per la difesa delle Filippine. Tale somma, più altri 10 milioni di dollari tratti dai fondi destinati all'aviazione, fu rapidamente esaurita, e, durante la discussione in Congresso, furono devoluti allo stesso scopo altri 5 milioni di dollari tratti dal Fondo di Emergenza a disposizione del Presidente.

Più tardi, non essendo stata approvata dal Congresso la proposta circa i fondi della tassa sullo zucchero, il Ministero della Guerra stanziò 269 milioni di dollari della Terza Legge Supplementare sulla Difesa Nazionale del 1942 (Third Supplemental National Defense Appropriation Act, 1942) per sviluppo dell'esercito delle Filippine, ma questa somma non fu disponibile prima dell'approvazione della legge del 17 dicembre 1941.

Nell'ottobre 1941 eravamo riusciti a raccogliere 500.000 tonnellate di rifornimenti e 20.000 uomini pienamente equipaggiati ed abbastanza ben istruiti come rinforzi per le Filippine. Avevamo a disposizione poche navi da trasporto di truppe, ma in seguito a rapide trasformazioni di piroscafi per passeggeri, undici navi da trasporto di truppe dovevano partire tra il 21 novembre ed il 9 dicembre. Dodici piroscafi da carico dovevano partire tra il 21 novembre ed il 6 gennaio. Sei navi da trasporto di truppe e nove da carico erano in alto mare, quando giunse la notizia dell'attacco a Pearl Harbor.

Ordinammo per radio a tutte queste navi di dirigersi al più vicino porto amico o neutrale e di mantenere assoluto silenzio radiofonico. Quattro navi da trasporto di truppa tornarono a San Francisco; le altre due, che avevano oltrepassato Honolulu, con a bordo 4500 uomini, riuscirono a raggiungere Brisbane, in Australia, dopo 15 giorni di silenzio e d'incertezza. Tutti i piroscafi da carico, tranne uno, raggiunsero porti amici o neutrali. Si ritiene che quell'unico piroscafo sia stato catturato, dopo aver radiografato il 1° gennaio da una posizione a 600 miglia a sud di Tahiti, che un aeroplano non meglio identificato gli aveva ordinato di fermarsi, ma che esso procedeva verso la Nuova Zelanda. Un altro piroscafo, carico tra l'altro di apparecchi da caccia P-40, di autoveicoli, di fucili, munizioni e benzina si trovava all'Isola Christmas al momento dell'attacco giapponese; prese immediatamente il largo e non diede più notizie fino al 23 dicembre, quando giunse a Los Angeles col suo carico intatto.

La perdita dell'Isola di Wake ostacolò ulteriori consegne di materiale alle basi dell'Estremo Oriente ed impose la necessità di sviluppare immediatamente una nuova rotta attraverso il Pacifico per l'Isola Christmas, l'Isola di Canton, Fiji, e la Nuova Caledonia. La nuova rotta fu aperta al traffico durante il gennaio 1942. Nel frattempo tutti i trasferimenti di bombardieri pesanti venivano effettuati da Miami, in Florida, attraverso il Brasile, l'Africa Equatoriale, l'India, e giungevano in Australia per Sumatra e Giava. La perdita di Sumatra nel febbraio pose fine anche alle consegne effettuate per questa via.

Mentre questo improvviso cambiamento di rotta da un emisfero all'altro dimostrava la mobilità degli aeroplani, esso dimostrava altresì la mancanza di mobilità delle forze aeree, fino a quando non fosse terminata la laboriosa preparazione di unità per i servizi a terra e di rifornimenti, trasportati per via aerea, o su piroscafi passeggeri e da carico, questi ultimi due mezzi di trasporto assai lenti. Si trattava infatti di provvedere meccanici, personale tecnico d'artiglieria, radiotelegrafisti, reparti radiolocalizzatori antiaerei, unità mediche e d'intendenza, truppe destinate ad impadronirsi di campi d'aviazione ed a difenderli da attacchi terrestri, nonchè pezzi di ricambio, benzina, bombe e munizioni. Gli aeroplani arrivavano in volo in Australia in 10 giorni; ma occorrevano circa due mesi e mezzo, o anche più, per trasferire le unità per i servizi a terra ed il materiale necessario alla manutenzione degli apparecchi.

IL FATTORE TEMPO

II nostro problema più importante durante tutto questo periodo era dato dal fatto che, mentre eravamo consci dell'urgenza della situazione, da un'altra parte stavamo appena ottenendo le munizioni, le armi, e l'equipaggiamento necessario, in base a stanziamenti autorizzati uno o due anni prima; inoltre avevamo a disposizione soltanto truppe parzialmente allenate in base alla recente mobilitazione ed espansione della Milizia Statale e delle poche unità dell'esercito regolare, ed alla legge sulla coscrizione obbligatoria approvata nell'autunno precedente.

La nostra prima preoccupazione era stata quella di far sì che le truppe raccolte in America possedessero sufficiente equipaggiamento (circa dal 30 al 50 percento per ogni divisione) a per essere allenate e messe in grado di operare dovunque lo richiedesse la difesa dell'Emisfero Occidentale. Ci eravamo preoccupati anche di far sì che avessimo guarnigioni ed armamenti sufficienti, per impedire uno sbarco del nemico nella regione del Canale di Panamà, alle Hawaii, ed in Alaska. Tutto ciò richiedeva tempo, ed era appunto quello che ci mancava.

Le deficienze di armi, equipaggiamento, e specialmente di munizioni e di aeroplani necessari all'immediata difesa dell'Emisfero Occidentale * del Canale di Panamà e dell'Alaska, nonchè ai bisogni dell'esercito regolare e della Milizia Statale si dimostrarono così gravi, che il provvedere adeguati rinforzi per le Filippine avrebbe lasciato il territorio degli Stati Uniti in grave pericolo, nel caso che avessero ceduto le difese della Gran Bretagna.
(*) Il Brasile, che presenta il punto di accesso di questo emisfero più vicino per uno sbarco dall'Est, è d'importanza vitale per la difesa strategica degli Stati Uniti. È vitale altresì per la sicurezza del Canale di Panamà che le varie vie di accesso attraverso il territorio brasiliano siano in mano di governi amici e siano abbastanza difese. La tradizionale amicizia tra il Brasile e gli Stati Uniti ed il completo accordo dei due popoli in tutte le questioni riguardanti gl'interessi dell'Emisfero Occidentale hanno avuto notevole influenza sui nostri preparativi di difesa. La stretta collaborazione tra gli Stati Uniti ed il Brasile è stata cementata dalla formazione, nel maggio 1942, di una Commissione Mista di Difesa per il Brasile e gli Stati Uniti. (Joint Brazil-United States Defense Commission). Tale commissione ha elaborato vari progetti e si è interessata di questioni riguardanti lo sforzo bellico comune dei due paesi.

Fu soltanto verso la fine dell'estate del 1941, quando cioè nuovi contingenti di truppa erano stati istruiti ed equipaggiati e quando la produzione di Fortezze Volanti, apparecchi da caccia, carri armati, cannoni e munizioni per armi leggere aveva cominciato ad assumere un ritmo regolare, che fu possibile inviare rinforzi alle nostri basi più distanti, senza pregiudicare la sicurezza del territorio continentale. Per dare un esempio della misura delle nostre deficienze, basterà citare il caso in cui ci trovammo costretti a rifiutare le richieste delle Indie Orientali Olandesi. Dopo varie pressioni attraverso urgentissime richieste rivolteci per vario tramite, alcuni rappresentanti del governo delle Indie Olandesi vennero a trovarmi personalmente alla fine di agosto 1941, chiedendomi con insistenza, tra le altre cose, una dotazione iniziale di 25 miiloni di proiettili per armi portatili del calibro di 7.6 mm. Mi dissero che temevano la disintegrazione delle loro forze terrestri, qualora non si potesse fornire immediatamente almeno una piccola quantità di munizioni. La situazione degli Stati Uniti era molto grave, ma il dilemma di questa brava gente di fronte alla minaccia giapponese era così tragico, che decidemmo di correre il rischio di ridurre la riserva di munizioni per le truppe in via di trasferimento in Islanda e di cedere sette miloni di proiettili agli Olandesi.

Quattro milioni di essi dovevano essere subito spediti da Manilla, mentre doveva partire immediatamente da San Francisco un carico di cartuccie per rimpiazzare quelle cedute agli Olandesi. (Tra parentesi, una fabbrica che doveva essere inaugurata ai primi di ottobre, si era impegnata a consegnare sette milioni di proiettili al giorno, ma tutto ciò non arrivò in tempo ad arrestare la tempesta che si stava addensando in Estremo Oriente).

Su tutti i campi di battaglia gli Alleati si trovavano in una situazione disperata, a causa della mancanze di materiale sufficiente, mentre avevano di fronte un nemico che possedeva un'abbondanza di tutto il materiale moderno possibile e immaginabile. Il problema più grave che il Ministero si trovava a dover risolvere era quello di provvedere alle esigenze indispensabili dei vari fronti, senza pregiudicare la sicurezza del territorio continentale degli Stati Uniti. Avevamo a disposizione i fondi necessari, ma non avevamo il tempo di convertire i fondi in armi e munizioni.

Le Legge di Prestito e Affitto fu approvata nel marzo 1941, ma soltanto verso la fine dell'anno se ne cominciarono ad avvertire i risultati. In ottobre fu concluso un accordo, in cooperazione con l'Inghilterra, per fornire aiuti alla Russia, e tale accordo stava cominciando ad entrare in funzione, quando anche noi ci trovammo tra i belligeranti. Nonostante la nostra situazione, era vitale per la nostra stessa sicurezza aiutare tanto la Russia quanto la Gran Bretagna. Infatti, data l'importanza per noi di questi aiuti, la consegna di materiale, in base alla Legge di Prestito e Affitto continuò durante tutto il periodo di crisi della nostra entrata in guerra senza notevoli interruzioni, tranne per il caso di certi articoli particolarmente scarsi.

ALTERNE VICENDE DELLA SITUAZIONE

In relazione a quanto si è detto sopra ed a quanto segue, è difficile valutare ora i continui cambiamenti della situazione internazionale, nonchè le variazioni negli armamenti e nelle truppe specializzate, che ispirarono le nostre successive decisioni. Ad esempio, alla luce della situazione quale appare oggi, cioè nell'estate del 1943, non c'è ragione di mantenere importanti contingenti di forze aeree e terrestri nella zona delle Antille da Trinidad a Cuba e, per quanto riguarda le forze di terra, neppure nella ragione del Canale di Panamà. Ma originariamente avevamo studiato tutto il piano in vista della possibilità che una grave tragedia si abbattesse improvvisamente sulla Gran Bretagna e che risultasse rovesciata la situazione navale nell'Atlantico settentrionale e meridionale.

A quel tempo, come pure molto più tardi, nel considerare la situazione militare delle Antille, dovevamo sempre tener presente la minaccia dell'occupazione tedesca del Marocco e di Dakar, e considerare altresì le attività della Quinta Colonna in tutta l'America-Latina.(*)
(*) Nel marzo 1942 fu istituita la Commissione di Difesa Pan-Americana (Inter-American Defense Board), composta di tecnici militari e navali, nominata dai vari governi interessati, per studiare i vari provvedimenti necessari alla difesa del continente. Il tenente-generale Stanley D. Embrick è attualmente presidente della Commissione e più elevato in grado tra i delegati degli Stati Uniti. Sono rappresentati tutti i paesi sud-americani. Lo statuto della Commissione fu approvato dalla Terza Riunione di Ministri degli Esteri tenuta a Rio de Janeiro nel gennaio 1942.


Quando il pericolo, che allora sembrava probabile, apparve finalmente svanito, tutti i piani militari per le Antille furono riveduti: fu sospesa la costruzione di nuovi impianti, e gran parte delle guarnigioni fu inviata altrove.
Abbiamo eseguito i nostri spiegamenti di forze, tenendo conto delle limitate risorse di truppe e di equipaggiamento, della mancanza di sufficiente tonnellaggio per trasporti oltre oceano e di naviglio da sbarco, dei limitati impianti per operazioni di carico e scarico in molti porti; ed abbiamo dovuto anche considerare il tempo che c'impiegano i piroscafi per compiere i tragitti d'andata e ritorno. Via via che queste condizioni cambiavano, cambiavano anche i nostri piani strategici. Per esempio, il fatto che ora il Mediterraneo è aperto al passaggio di convogli, potrà influire grandemente sugli sviluppi logici di questa guerra, che si combatte su tutti i fronti del mondo.

LA QUARTA FASE - LA DICHIARAZIONE DI GUERRA > >


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