Prof. Giovanni Pellegrino

La caduta di Ravenna in mano ai longobardi, fu un evento di straordinaria importanza per l’intera Italia .
Papa Stefano II, diventato pontefice nel 752, dovette prendere atto di un dato di fatto incontrovertibile e cioè che l’impero d’ Oriente, non era più in grado di difendere Roma e occorreva fare appello a nuove forze.
Pertanto il pontefice si dedicò a rinsaldare i rapporti con la monarchia franca, già avviati all’epoca della invasione longobarda.

I Franchi, erano cattolici e la chiesa era presente in modo capillare sul territorio del loro regno .
In particolare la consuetudine di suddividere i territori tra tutti i figli, del re morto, aveva portato a uno smembramento del territorio, in piccoli stati spesso divisi da violenti conflitti.

Alla metà del VII, secolo i territori dei franchi era così diviso in tre regioni principali: Austrafia Neustria e Burgundia. In queste regioni il potere effettivo, era esercitato dai cosiddetti maggiordomi cioè dagli amministratori delle proprietà reali.

I Re merovingi continuavano a regnare, ma il loro potere era poco più che formale. La situazione, iniziò a modificarsi negli ultimi anni del VI secolo quando PIPINO di Heristal, già maggiordomo di Austrafia, riuscì a portare sotto il proprio controllo anche i rimanenti territori franchi.

A questo punto egli era un Re di fatto ma non di diritto, dal momento che il titolo continuava ad appartenere al legittimo discendente, della dinastia merovingia.
Il prestigio della famiglia, aumentò ulteriormente con il figlio e successore di Pipino, CARLO MARTELLO.

Il nome di Carlo Martello è legato soprattutto alla battaglia di Poitiers in cui il condottiero franco riuscì a bloccare, nel 732, un tentativo di sconfinamento degli arabi, la nuova grande potenza mediterranea.

Gli arabi praticavano da tempo, una politica fortemente espansionistica sul Mediterraneo, nei decenni precedenti, dopo la Sicilia, avevano occupato gran parte della penisola iberica.

Nonostante questa e altre campagne militari che gli procurarono gloria e ricchezza, Carlo Martello, non diversamente dal padre di Pipino restava pur sempre un maestro di palazzo.
Comunque Carlo Martello, dopo la sua morte avvenuta nel 741, riuscì a lasciare il potere nelle mani del figlio Pipino III, meglio conosciuto come Pipino il Breve.

Ma nonostante tutto ciò il trono dei franchi, era ancora occupato da un’esponente della dinastia merovingia.
Tuttavia questa situazione, non doveva durare ancora a lungo. Infatti nel 751, Pipino il Breve decise di porre fine nel modo più drastico a questa situazione di ambiguità, destituendo l’ultimo sovrano della dinastia merovingia e assumendo il titolo di RE dei FRANCHI.

Non è chiaro come Pipino, sia riuscito a compiere con successo questa operazione di conquista del potere.
Appare evidente che, essa era una specie di colpo di stato senza nessun dubbio, formalmente illegittima.
In ogni caso è molto probabile che Pipino il Breve, fosse sostenuto dai potenti vescovi franchi sia pure senza un intervento aperto e diretto del papa di allora ZACCARIA.

Ma, aldilà di ogni dubbio, un dato di fatto era certo e cioè che a partire dal 751, la dinastia regnante sul regno dei franchi fu quella dei Pipini.
A sua volta l’ultimo sovrano merovingio, esponente di una dinastia che aveva governato il paese per oltre due secoli e mezzo, finiva i suoi giorni in un convento.

Nelle vicende dei frati decise di inserirsi il nuovo pontefice STEFANO II, che nel 754 compì un gesto clamoroso: primo papa della storia della chiesa, si recò in viaggio da Roma a Parigi e qui nel corso di una solenne cerimonia religiosa, consacrò personalmente Pipino il Breve re dei franchi.
In cambio di questo riconoscimento Pipino il Breve, si impegnò a scendere in Italia contro i longobardi.

Pipino mantenne la parola data.
Egli nelle successive spedizioni, liberò Ravenna e il suo entroterra. Inoltre il re franco non restituì i territori, conquistati all’impero bizantino, ma li donò al papa che vide così notevolmente incrementati i suoi possedimenti, dell’Italia centrale.

Grazie alle donazioni di Liutprando e Pipino, la chiesa controllava oramai una striscia di terra che si estendeva dal Lazio fino al litorale romagnolo: nasceva così per aggiunte successive, il cosiddetto Patrimonio di san Pietro ossia il primo nucleo del futuro Stato della Chiesa, una entità politica che sarebbe sopravvissuta fino al 1870.

Per la chiesa di Roma il bilancio era positivo poiché, l’intervento dei franchi era riuscito ad arginare l’espansionismo dei longobardi e soprattutto il papa aveva definitivamente acquistato, un nuovo e potente alleato. In tal modo nasceva il rapporto privilegiato tra Roma e Parigi.

Del resto anche i sovrani franchi avevano tutto da guadagnare dall’alleanza con la chiesa, dal momento che grazie alla consacrazione papale il loro potere riceveva il riconoscimento della più importante autorità religiosa europea.

Ma da dove traeva il papa il diritto di incoronare il re? E con quale autorità il vescovo di Roma, governava città castelli e campagne nel Lazio, nelle Marche, in Romagna, tutti territori, ancora appartenenti in linea di principio all’impero bizantino?

 

LE FALSE DONAZIONI ALLA CHIESA DI COSTANTINO


Più il ruolo e l’importanza del pontefice in Europa occidentale crescevano, e più diventava urgente elaborare risposte credibili a tali domande.
Fu probabilmente in questo contesto, che venne creato all’interno della cancelleria papale, uno dei falsi più clamorosi e insieme più efficaci mai prodotti nella storia, ovvero la cosiddetta Donazione di Costantino.

Venne condizionato dal nulla e attribuito a Costantino un documento nel quale, egli sul punto di trasferirsi a Costantinopoli affidava al vescovo di Roma, e ai suoi successori, l’intera parte occidentale dei domini romani e soprattutto riconosceva il papa come suprema autorità politica, oltre che religiosa su tutti quei territori.

Il falso fu predisposto per dare un fondamento giuridico, alle iniziative del papato, alla metà dell’VIII secolo.

Non per nulla nel documento, si proclamava anche la superiorità del papa su tutte le altre autorità religiose ivi compreso il patriarca di Costantinopoli.
Appare evidente, che una dichiarazione di tale genere non avrebbe avuto senso all’epoca di Costantino.

Tale dichiarazione evidentemente, fu concepita espressamente per respingere qualsiasi pretesa dell’imperatore d’Oriente di condizionare ed influenzare le azioni della chiesa di Roma.

Ma per la chiesa la Donazione di Costantino si rivelò preziosa anche nei secoli successivi dal momento che i papi del Medioevo poterono rivendicare il primato del potere “spirituale” ( quello appunto esercitato dalla chiesa ) sul potere "temporale" esercitato da re e imperatori.

Per tutte queste ragioni la falsa Donazione di Costantino creata la metà dell’VIII secolo fu in grado di condizionare pesantemente una intera epoca della storia europea.
Infatti i papi del medioevo poterono giustificare proprio con la falsa Donazione di Costantino la propria ingerenza nelle vicende politiche.

Dobbiamo mettere in evidenza che ci vollero sette secoli per smascherare la clamorosa falsa Donazione di Costantino. Infatti come tutti sanno solo nel 1440 il famoso umanista italiano Lorenzo Valla riuscì a dimostrare che tale documento era falso.

((((( ma era ormai radicato il "Potere Temporale", nelle genti e nei governanti; tuttavia resistette fino al 1870. E come Stato fino al 1929, quando con il Vaticano ci furono i "Patti Lateranensi", dove potè prendersi cura solo del suo piccolo territorio, denominato comunemente e ufficialmente...... Stato della Città del Vaticano. Il più piccolo Stato del mondo sia per popolazione (825 abitanti) sia per estensione territoriale (0,44 km²)))))

Prof. Giovanni Pellegrino

Bibliografia

Longobardi, Franchi e Chiesa romana Tamassia Nino e altri , Edizione Reprint 2016
Italia longobarda , il regno, i Franchi, il papato , Gasparri Stefano, Editore Laterza 2014
Le origini dello stato della chiesa , Crivellucci Amedeo , Editore Utet 01.01.1987
Lo stato della chiesa . Gli antichi stati italiani: Tabacchi Stefano, Editore il Mulino2023

VEDI ANCHE
IL CRISTIANESIMO NELL'EUROPA >>>>
Di Franco Savelli
(5 capitoli)

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