( UNA CURIOSITA' : "LA CITTA DIO" )

L’ascesa della Macedonia con Filippo, poi le grandi conquiste del figlio Alessandro

 


L’instabilità e i conflitti tra le poleis nella prima metà del IV secolo a.C. crearono le condizioni per una svolta storica di enorme importanza ovvero l’ascesa della Macedonia.

Il regno di Macedonia con capitale Pella si era costituito a partire dal VII secolo a.C. nella regione montuosa a nord della Grecia.
Si trattava di un paese povero di risorse naturali che aveva tuttavia cresciuto la propria ricchezza espandendosi verso settentrione nei territori dei Traci e degli Illiri.
Tali territori conquistati dai macedoni erano ricchi di miniere d’oro e d’argento.


All’inizio del IV secolo a.C. la monarchia macedone si presentava come uno stato fortemente centralizzato. Tale stato era solido dal punto di vista economico e dotato di un robusto esercito composto di nobili-cavalieri contadini-fanti e mercenari greci.
Struttura di base dell’esercito era la falange macedone con le schiere di obliti armati di lunghe lance dette sarisse disposte obliquamente e protette ai fianchi dalla cavalleria.
Nei confronti dei greci i macedoni avevano sempre avuto un atteggiamento di rispetto e ammirazione cosicché fortissima era l’influenza della cultura greca sul mondo macedone. I macedoni avevano scelto di restare neutrali nei numerosi conflitti tra le città greche.


Tuttavia con l’ascesa al trono di Filippo (359°a.C) sovrano intelligente e energico divenne sempre più evidente che la monarchia macedone aveva intenzione di ampliare la propria influenza sulla Grecia. In estrema sintesi possiamo dire che Filippo voleva candidarsi a guidare le città greche contro il nemico di sempre i persiani. I greci si divisero di fronte a tale progetto di Filippo.
Alcuni vedevano in lui il sovrano che avrebbe potuto mettere fine alle logoranti guerre tra le città greche per unirle nella lotta contro i persiani. Per altri come il grande oratore ateniese Demostene Filippo era solo un “barbaro” che costituiva un gravissimo pericolo per la libertà dei greci.

Quando Flippo con il pretesto di intervenire in uno scontro tra poleis invase in armi la Grecia centrale prevalse il partito anti macedone rispetto a quello che credeva Filippo un re in grado di guidare i greci contro i persiani.
Per opporsi a Filippo Atene costituì una lega con Tebe e altre città.

Ma la superiorità militare dei macedoni ebbe la meglio sulla volontà di resistenza dei greci. Infatti Filippo sconfisse i greci nell’importantissima battaglia di Cheronea in Beozia (338.C).
Tuttavia Filippo dimostrò di essere in tale occasione un validissimo uomo politico dal momento che trattò i greci vinti con moderazione.
Pertanto nel 337 a.C. Filippo riuscì a unire greci e macedoni nella lega di Corinto.
Tale Lega aveva lo scopo dichiarato di unire greci e macedoni allo scopo di combattere uniti contro i persiani. Come era facile prevedere Filippo riuscì a ottenere l’egemonia cioè il comando della Lega.

I greci si impegnavano a non farsi guerra tra loro e a rispettare il regno di Filippo e dei suoi discendenti. Ciò significava che era dunque Filippo ad assumere il ruolo di garante della pace e comune un’ideale a lungo perseguito e mai raggiunto dai greci.
Per molto tempo gli storici si sono chiesti se la battaglia di Cheronea rappresentò la fine della libertà greca e dell’autonomia delle polis.
A lungo gli storici hanno sostenuto che la battaglia di Cheronea segnò la fine della libertà delle città greche.

Tuttavia questa tesi sostenuta dagli storici del passato che identificavano la civiltà greca con quella dell’età classica oggi non è più seguita.
Il sovrano macedone più che a una conquista della Grecia aveva l’obiettivo di assumere la guida di una federazione panellenica allo scopo di realizzare il suo vero obiettivo cioè l’espansione a danno dei persiani.

Pertanto egli regolò il suo dominio con grande elasticità privilegiando la strada del controllo indiretto attraverso la Lega di Corinto. Pertanto le poleis non ebbero fine con Filippo ma sopravvissero fino alla conquista romana e oltre.

Piuttosto furono messe di fronte al loro grande limite storico cioè quello di non essere riusciti a creare un’autorità comune rinunciando a una parte della loro autonomia. Alla sua morte avvenuta nel 336 a.C. Filippo lasciò un figlio appena ventenne ALESSANDRO che sarà poi chiamato Magno per l’eccezionalità delle sue imprese.


Nascita: luglio 356 avanti Cristo - a Pella
Morte: giugno 323 avanti Cristo - a Babilonia

 

ALESSANDRO perseguì un obiettivo assai più ambizioso di quello del padre e cioè costruire un impero universale che riunisse le grandi civiltà di quel periodo storico in un unico organismo politico. Un sogno questo che era stato degli assiri poi dei persiani e che ora si riproponeva per opera di un giovane educato alla cultura greca. Infatti non dobbiamo dimenticare che Alessandro aveva avuto come precettore il grande filosofo greco Aristotele.

Appare evidente che per realizzare il suo grandioso progetto Alessandro doveva necessariamente entrare in conflitto con l’impero persiano.
Ed infatti questo fu il successivo passo di Alessandro. Nella primavera del 334 a.C. il re macedone partì da Pella la capitale della Macedonia alla testa di 35.000 uomini tra cui 12.000 macedoni e 7.000 greci.

Alessandro occupò la Lidia liberò le città greche dell’Asia Minore nonché conquista la penisola Anatolica. Poi il re macedone sconfisse i persiani nella grande battaglia di Isso (333 a.C.). Tale importantissima vittoria riaprì la strada della conquista della Siria della Fenicia della Palestina e dell’Egitto. Proprio in Egitto alle foci del Nilo egli fondò la città di Alessandria la prima di una serie di città situate lungo il suo percorso di conquista che porteranno il suo nome.

Dall’Egitto Alessandro ritornò verso la Mesopotamia attraversò l’Eufrate e il Tigri e nel 331 a.C. sconfisse nuovamente Dario a Gaugamela nei pressi di Ninive l’antica capitale degli assiri. Il Gran Re fuggì verso est inseguito da Alessandro che conquistò via via le capitali dell’impero persiano: Babilonia, Susa, Persepoli, Pasargadae, Bactriana.
Inseguendo Dario che fu però ucciso da un satrapo orientale che voleva usurparne il titolo Alessandro riuscì a conquistare le satrapie nord orientale.

Tali satrapie alla fine si sottomisero ad Alessandro nel 327 a.C. Dopo tali conquiste Alessandro prese una delle sue più importanti decisioni politiche. Il re macedone sposò Rossane figlia del satrapa di bactriana e iniziò il reclutamento di 30000 giovani persiani da inserire nel suo esercito. Alessandro prese queste decisioni evidentemente allo scopo di farsi riconoscere come legittimo erede dei re persiani.
Questa linea politica fu ribadita con ancora più forza tre anni dopo con le cosiddette nozze di Susa dove Alessandro sposò Satira figlia di Dario.

Nello stesso tempo oltre 10.000 macedoni presero in spose donne persiane. Appare evidente che Alessandro voleva tentare di creare un’aristocrazia mista di persiani e greco macedoni, l’unica che nella visione di Alessandro avrebbe potuto rappresentare la classe dirigente dell’impero da lui creato. Ma Alessandro non si fermò qui.

Infatti a tale politica il sovrano macedone accompagnò una trasformazione della propria figura di re sul modello orientale. Infatti Alessandro reclamò onori divini per la propria persona e introdusse nel cerimoniale di corte atti come la “prosternazione “che nelle monarchie orientali costituiva l’atto di deferenza al re.
Queste scelte provocarono però una profonda frattura tra il sovrano e l’aristocrazia macedone che si sentiva minacciato dalla politica di favore verso i persiani e non poteva accettare la nuova concezione orientaleggiante di regalità imposta da Alessandro.

Infatti per i macedoni e per i greci in generale il re poteva essere al massimo “un primo tra i pari “ma un dio o un semidio.
Vi furono gravi episodi di dissenso che Alessandro mise a tacere con il denaro o con la violenza facendo uccidere chiunque fosse sospettato di tramare contro di lui.
Ma nell’estate del 326 a.C. dovette arrendersi: oltrepassato il Lindo le truppe sfinite rifiutavano di proseguire fino al Gange come il re avrebbe voluto. Alessandro si vide costretto a fare ritorno.

Nella primavera del 323 a.C. Alessandro concluse bruscamente la sua avventura dal momento che mori a Babilonia dopo una una febbre maligna, forse dovuta a una banale zanzara della malaria .
(lui si era già infettato durante una di queste epidemie che si era diffusa molto tre anni prima; ma allora ne era uscito indenne. Con la sua morte l'impero si dissolse e fu diviso tra i suoi successori, i diadochi e gli epigoni, dove poi emerse il mondo dei cosiddetti regni ellenistici.

Concludiamo il nostro discorso mettendo in evidenza che Alessandro con la campagna militare contro i persiani riuscì a costruire il più vasto impero della storia prima di quello romano.
Tuttavia la morte impedì ad Alessandro di portare al termine ulteriori imprese militari che con tutta probabilità avrebbe voluto compiere.


Prof. Giovanni Pellegrino

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MOLTE ALTRI PARTICOLARI SUL PERIODO DI ALESSANDRO ......

VEDI I 12 LINK DELLA TABELLA QUI SOTTO CONTENUTI IN
STORIA DELLA GRECIA >>>>>>>>>>>

che sono .....

DA FILIPPO AD ALESSANDRO FINO AI REGNI ELLENISTICI
Autore dei testi "da Filippo ai Regni Ellenistici" (392-304 a.C.) è ALESSANDRO CONTI
scritti e concessi gratuitamente a Storiologia.

ANNO 392 - 343 a.C.
Da Filippo ad Alessandro
ANNO 343 - 336 a.C.
Morte di Filippo - Alessandro Re
ANNO 336 - 334 a.C.
Alessandro - Le prime conquiste
ANNO 333 - 330 a.C.
Verso il Grande impero
ANNO 330 - 327 a.C.
La "Grande Spedizione" in Asia
ANNO 327 - 325 a.C.
L' invasione dell'India
ANNO 325 - 323 a.C.
Marcia nel deserto - La morte di A.M.
ANNO 323 - 322 a.C.
Successione, Satrapie, lotta Greci.
ANNO 322 - 319 a.C.
La Prima guerra dei Diadochi
ANNO 319 - 315 a.C.
La Seconda guerra dei Diadochi
ANNO 315 - 311 a.C.
La Terza guerra dei Diadochi
ANNO 310 - 304 a.C.
Nascita monarchie ellenistiche

 

UNA CURIOSITA' - la citta' DIO

Quando Alessandro per le sue conquiste partì da Pella, riunì il suo esercito in una grande città, molto singolare per il nome. Questa città sorgeva nella Tessaglia già diventata un possesso di suo padre Filippo quando vinse i Greci e iniziò la sua unione con Atene. Ma questa città non faceva ancora parte allora della Grecia. Questa territorio 3 millenni prima era un zona dei Traci. (di questi ne abbiamo scritto in altre pagine accennando ai "Palafitticoli Traci" nel link "Preistoria e la Storia " >>>>>.
Da loro sicuramente era stata qui fondata una grande città
(appunto DIo - ne parliamo più avanti) . Ed era questa città ai piedi dell'Olimpo, dove vi erano tutti i Dei Traci (prima che subissero nell'VIII e Vl secolo l'invasione dei Greci; da qui in seguito questi stessi greci adottarono l'Olimpo e i dai traci adottarono anche i loro dei.
Dionisio greco era già trace, e così suo padre Zeus. In lingua trace dio significa proprio zeus, e nysos significa giovinetto. Dunque, Dionisio é il giovinetto figlio di Zeus. Dei che solo nell'VIII-VII secolo a.C., iniziarono a penetrare in Grecia, quando nei primi commerci scoprirono le sponde e le città trace del Mar Nero; e lì trovarono il "mondo degli dei traci" (diventati poi greci). Compreso Dionisio (Bacco per i Romani (
ma la vite era presente in Tracia nel 4000 a.C.) - Ce ne parla Omero "giungevano a Troia giare d'argilla sigillate con il dolcissimo vino trace di Taso") Ed era comprespo anche Cibele (culti introdotti ufficialmente poi a Roma solo nel 205 a.C. dopo le guerre di cui ci siamo occupati in questi anni) Culti entrambi NON di origine greca ma trace. La statuetta della Dea "Madre Terra", ritrovata nel Karanovo, è stata scolpita nel 4000 a.C. (3000 anni prima di arrivare come culto in Grecia. E 3800 anni prima che arrivassero i Romani nella stessa Grecia.

Così Apollo ( Dio della musica, delle arti e della luce, ritrovato a Dupljaja nel Banato) era venerato a DELO, un isola era già abitata sulla cima del monte-collina Cinto dai traci fin dal 3000 a.C. Nel 422 a.C. gli Ateniesi l'aggredirono e (dissero) "purificarono" l'isola, esiliando tutta la popolazione locale. L'isola che fu interamente distrutta è oggi visitandola é piena di monconi e reperti archeologici di un periodo di 3000 anni.
Il tanto venerato Apollo Liceo ad Atene lo scolpì Prassitele ma solo verso gli anni 300 a.C.

La scultura di Apollo abbiamo detto era stata eretta 2000 anni prima di quello greco, ma sempre figlio di Zeus-trace era. Ad Apollonia sul Mar Nero (allora anche questa Trace) fondata nel V sec., proprio i greci - magnamini o per farsi perdonare l'invasione - eressero una statua ad Apollo alta tredici metri (scultore Calamide), in onore del dio trace affinché proteggesse a sud della Tracia la loro Grecia conquistatrice.
Omero dice il vero quando ci parla del culto di Apollo praticato dai Traci a Maronea sulla costa Trace, all'epoca della guerra di Troia, quindi molto prima della colonizzazione greca e la nascita di Atene.

Lo stesso Orfeo e l'orfismo era trace. Infine lo stesso MONTE OLIMPO (in seguito "dimora degli dei greci") era trace, ed era posto in Tessaglia, nell'antichissimo territorio un tempo trace, prima di diventare con Filppo (prima macedone, poi greco) quindi l'Olimpo era la "dimora degli dei traci".
Tutta la storia scritta impostata sull'antica tradizione greca (storici come Erodoto, Tucidide, Timeo, Apollodoro) e la stessa storicità dei Dori diventerebbe tutta errata. I Dori erano null'altro che Traci, abitanti anche loro in Tessaglia
(Omero non ce ne parla, che allora era Tracia. Ma anche Samotracia, Nasso, Imbro e Coo erano stanziamenti di popolazioni trace).

Nell' Iliade, Omero, quando parla dell'eroe "trace" Reso, che ha "un armatura e un cocchio tutto d'oro, il cavallo più bello del mondo e veloce come il vento"; lo fa spuntare fuori come un mitico eroe di tempi remoti. Ma non sbagliava Omero con i "tempi remoti"! Accenna a un già leggendario antico eroe Trace, e proprio a Varna è stata scoperta una necropoli con oggetti
(monili, scettri ecc. "Tesoro di Varna") in puro oro a 24 carati, e armille a lamine d'oro battuto, non fuso, simili a quelle di Troia e Micene, come la maschera di Agamennone. Soltanto che.... queste di fatture Trace sono di 2000 anni prima della caduta di Troia, 1000 anni prima della colonizzazione della Grecia, dell'Argolide, dell'Attica e di Creta.

La città trace di cui stiamo parlando, posta ancora oggi in Tessaglia, ai piedi dell'Olimpo, porta un nome singolare:
Sulla strada che da Tessalonicco
(che in precedenza era macedone) porta ad Atene, quando si giunge nella Tessaglia, c'è un bivio e vi è un cartello stradale, che indica" a 6 km. DIO". (possiamo immaginare - questo nome- come diede fastidio ai cristiani quando iniziarono a diffondersi su Roma).


Quando Alessandro vi riunì l'esercito, DIO era già una città trace imponente. Tre volte più grande di Atene di allora. Ed era circondata da mure impressionanti, quasi nascosta. Era infatti racchiusa da una cinta muraria da blocchi di pietra grandi 4-5-6 metri cubi.
(in nessuna zona del mondo antico esiste una cinta muraria così imponente e con blocchi così possenti).

DIO, prima della conquista di Filippo - ripetiamo - era stata una città Trace. Posta alla base dello stesso Olimpo.
(che vediamo qui sotto)

La città di Dio - lo vediamo dai resti - era una città con un grande corso centrale tutto lastricato in pietre, lungo... un chilometro !!!.

Con ai due lati le abitazioni e le "basiliche" tutte edificate anch'esse in pietra.
Qui sopra e sotto durante una mia visita con i figli, durante gli scavi.
Scavi che sono iniziati in gran segreto solo da alcuni anni e che stanno riportando alla luce questa città di DIO.
(ho detto in segreto e chiusa ai turisti. Infatti accortosi della mia presenza...
( un custode dandogli una bella manica, mi aveva fatto entrare quasi di soppiatto)
....sono stato allontanato, impedendomi di fare altre fotografie, dopo quelle da me già fatte e che vediamo sopra.


Forse sarebbero stati zitti e avrebbero ignorato la mia presenza; ma quando improvvisamente disotterrarono
una grossa lapide su un pilastro-ricordo, tutti si precipitarono a vederla, io compreso; ma quando inziai a fotografarla

a quel punto infastiditi reagirono e mi fecero allontanare.
Ma devo dire che mi emozionai molto anch'io quando in quella scritta (di 2000 anni fa) apparve il nome di Lucio Emilio Paolo
e di suo figlio. Era una dedica su un grosso pilastro quadrangolare fatta incidere da lui nell'antico santuario dedicato dai traci all' Apollo dio trace.
Mentre l' Apollo Liceo, la famosa opera di Prassitele, è di quando lui era attivo. Morì nel 326 a.C.n


Questa città scomparsa, da nessuno storico in 2000 anni venne mai più citata. Anche perchè era scomparsa alla vista sotto una coltre di metri di polvere. Ma anche perché oltre ad Atene (che aveva sempre odiato questo territorio macedeone), anche i Romani avevano calato un velo pietoso per la fine che Dio aveva subito. Da chi? da loro stessi, con il romano Lucio Emilio Paolo
(detto il Macedone per aver conquistato e annientato l'imbattibile re macedone Filippo). .Lucio era entrato dopo la vittoria nel territorio proprio nella stessa grande citta DIO.

La città doveva contare un numero considerevole di abitanti. Forse 200.000-300.000. Sappiamo da Strabone che dai soldati romani di Lucio Emilio Paolo, fu immediatamente spopolata, gli abitanti uccisi a migliaia, molti i deportati, 150.000 come schiavi imbarcati per l'Italia. A Delo in un solo giorno - destinazione Roma - ne furono imbarcati diecimila. Poi la città la saccheggiarono totalmente e trasferirono a Roma ogni ricco bene, compresa una grandissima biblioteca trace e macedone. DIO la distrussero interamente, spianandola. La città sorgendo su un terreno che è formato da una finissima terra bianca che sembra borotalco, questa in pochi anni la ricoprì interamente le macerie fino ad oggi, per 2000 anni.

Oggi vicino a Dio sorge la bellissima spiaggia di Gritsa Beach e un antico piccolo porto dove Alessandro Magno dopo aver allestito il suo grande esercito in città, e dopo aver fatto i sacrifici agli dei ai piedi dell'Olimpo, era partito da questo piccolo porto per il suo straordinario viaggio senza ritorno, all'interno dell'Asia.

DIO l'accennava nel VIII secolo a.C., pure Omero. Ma allora, sia DIO come il MONTE OLIMPO era terra dei Traci (una civiltà di cui - ancora oggi - si sa molto poco - ma dalle prime recenti scoperte sembra essere una civiltà antecedente perfino a quella sumera, ivi compreso la scrittura.
(vedi le recenti scoperte della "Tavole di Tartaria" - La cui scrittura sembra essere la più antica del mondo. Prima ancora di quella Sumera e anche di quella Egizia).

vedi tutto il resto su ALESSANDRO MAGNO
contenuto nella tabella qui sotto sulla GRECIA

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