ANNO 1923 (6 bis)

LE ASSOCIAZIONI

L'OSSATURA DEL CONSENSO

ASSOCIAZIONE COMBATTENTI - ASSOCIAZIONE UFFICIALI IN CONGEDO - FEDERAZIONE ARDITI D'ITALIA - ASSOCIAZIONE BERSAGLIERI - ASSOCIAZIONE ALPINI D'ITALIA - ASSOCIAZIONE DEL FANTE - FEDERAZIONE GARIBALDINI - ASSOCIAZIONE GRANATIERI - FEDERAZIONE CARABINIERI - L'OPERA NAZ. INVALIDI - L'OPERA NAZ. COMBATTENTI - OPERA NAZ. ORFANI
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L' ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMBATTENTI

L'Associazione Nazionale Combattenti d'Italia, ente ufficialmente riconosciuto e nella sua attività organizzativa ed assistenziale largamente favorito dal Governo Fascista, conta oggi 93 Federazioni Provinciali con 5.489 Sezioni e 12 Federazioni all' Estero con 177 Sezioni. Fu fondata nel 1919. Il numero complessivo dei suoi soci s'aggira annualmente sul mezzo milione.

L'Associazione Nazionale Combattenti operò sempre nel campo dell'ordine e della Nazione, ma la sua imponenza numerica e la insinuazione nei suoi ranghi di elementi politici diversi resero talvolta scarsa l'efficacia dell'imponente organizzazione. Fu perciò che il Capo del Governo Fascista, con Decreto 2 marzo 1925, vi nominò un Triunvirato di Reggenza che, sotto la Sua Alta vigilanza, ne ordinasse il funzionamento in perfetta armonia col Regime. Di tale triumvirato è ora Presidente la Medaglia d'Oro prof. Amilcare Rossi e sono Membri gli On. Luigi Russo e Nicola Sansanelli.
Forza preziosissima e fedele del Regime, oggi l'Associazione Nazionale Combattenti svolge un'intensa attività etico-assistenziale in favore non soltanto dei suoi associati ma di tutti quanti parteciparono alla grande guerra.
La funzione assistenziale dell'Associazione si svolge in modo particolare nel campo economico, con l'esercizio del piccolo credito ai combattenti; nel campo agrario e professionale; in quello sanitario ed igienicosociale; nonchè in quello legale. Ma l'Associazione aiuta i combattenti tutti anche in altri bisogni e li protegge quando abbiano da far valere i diritti acquisiti in trincea.

La creazione del piccolo credito si è rivelata di immensa utilità per i combattenti, e questa forma di assistenza è specialmente curata e sviluppata. L'assistenza agricola è pure quella che risponde ad un maggiore e più sentito bisogno dei combattenti italiani ed a questa l'Associazione ha rivolto le più sollecite premure non lesinando i mezzi per l'acquisto di macchine e di attrezzi agricoli e per l'attuazione di numerosi Corsi Agrari, che si svolsero e si vanno svolgendo ovunque con grande successo.
Non minore cura l'Associazione rivolse all'assistenza professionale dei combattenti. Così furono tenuti, in ogni località, importantissimi Corsi Professionali furono offerti modi e mezzi per l'avviamento al lavoro e si disciplinarono la qualificazione e la specializzazione operaia dei combattenti. Il Governo Nazionale, accogliendo i desiderata degli organi. dirigenti l'Associazione, provvide infine alla definitiva sistemazione giuridica ed economica di tutti i combattenti avventizi od effettivi alle sue dipendenze ed al riconoscimento in loro favore del servizio prestato in guerra, agli effetti economici e di carriera. Notevoli privilegi in tal senso furono riconosciuti ai combattenti in tutte le Aziende parastatali e private.

L'Associazione, preoccupata di quelle che saranno domani le esigenze dei reduci per le loro menomate condizioni fisiche, ha cercato di risolvere l'importante problema dell'assistenza sanitaria ed igienica a favore dei combattenti e delle loro famiglie. Perciò ha creato speciali Ambulatori medico-chirurgici; ha stipulato una convenzione con la Croce Rossa Italiana ed ha ottenuto l'inserzione nell'Opera Nazionale maternità e infanzia. Inoltre ha svolto una speciale assistenza ai malarici di guerra e premurosa azione assistenziale sta ora svolgendo a favore dei combattenti divenuti tubercolotici dopo la guerra (e perciò privi di ogni riconoscimento medico-legale agli effetti di una pensione) ed a favore dei figli di excombattenti predisposti alla tubercolosi.
Alcune Mutue sanitarie hanno trovato nell'A. N. C. tutto il possibile favore ed incoraggiamento, sì che le medesime funzionano con cospicui risultati mutualistici e morali in molti centri d'Italia.
L'attività igienico-sociale così mirabilmente svolta ha posto l'Associazione Nazionale Combattenti in prima linea fra le organizzazioni che si occupano di tali problemi e la sua fattiva collaborazione è assai apprezzata dalle Autorità e dagli Enti che s'interessano della salute pubblica italiana.
Qualche dato statistico basta a dimostrare 1' imponente opera compiuta dall'A. N. C. nel campo dell'assistenza legale, specialmente per ottenere ,il riconoscimento del diritto alla pensione a numerosissimi minorati e congiunti di Caduti in guerra.
Il numero delle pratiche legali svolte nel solo anno 1927 è di 2500: fra cui 280 ricorsi alla Corte dei Conti per pensioni; 785 ricorsi già pendenti; 576 discussioni e 222 ricorsi di carattere vario. Il risultato di questi atti, svolti presso la Corte dei Conti, presso il Consiglio di Stato, il Tribunale Supremo Militare, le diverse Commissioni locali e le Amministrazioni pubbliche e private (e per questioni le più svariate, sia di carattere generale che particolare) è stato in gran parte favorevole e soddisfacente per i combattenti.
L'educazione e la cultura è pure stata favorita con la istituzione di speciali Biblioteche. Di queste Biblioteche ne sono state sinora distribuite 707 ed hanno tutte avuto un numero straordinario di lettori.
Alla complessa attività collettiva o sociale dell'A. N. C. va unita quella di carattere individuale, che è stata veramente generosa e pronta in tutti i casi, sia in Italia che all'Estero. Le pratiche individuali svolte nel solo anno 1927 ammontano a 47.500, tra cui, di particolare rilievo, 27.000 istruttorie per concessioni di Croci al merito di Guerra; 5000 domande di polizze gratuite di assicurazione per 'ex-combattenti; 5500 domande di visite medico-legali per aggravamento di ferite e malattie contratte in guerra e, infine, 8000 pratiche per concessioni di pensioni.
Questa, nelle sue linee generali e schematiche, l'imponentissima attività che l'A. N. C. ha svolto in pro dei reduci tutti, con ritmo ognora più accelerato. E i benefici che da essa derivano ai combattenti ed alle loro famiglie si riverseranno nel Paese per il bene comune di tutti gli italiani fra i quali i combattenti sono una delle parti migliori.
Questa complessa e vasta opera di carattere assistenziale e morale ha servito a maggiormente cementare, con i vincoli della fede comune e della fraternità trincerista, la grande massa dei reduci della guerra. Massa che ha portato al Regime fascista il contributo preziosissimo del suo inestimabile patrimonio morale, della sua operosità silenziosa e della più fedele disciplina; massa orgogliosa di collaborare con indomita fede ed ardente passione all' opera ricostruttrice a cui tende il Fascismo; fiera di potere ancora servire la Patria ed il Re agli ordini del grande Capo Benito Mussolini.

UNIONE NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D' ITALIA

L'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d Italia, per preciso volere del Duce, è un Istituto tipicamente militare per l'addestramento spirituale e tecnico degli Ufficiali in congedo.
L' Unione, posta sotto la diretta sorveglianza. del Ministero della Guerra che la esercita di intesa cogli altri Ministeri Militari, deve attenersi, anche nelle relazioni con Autorità od Enti, alle stesse norme che vigono per gli Istituti e Scuole degli Ufficiali in servizio.
Conta Sezioni nelle principali Città e vi aderiscono quasi la totalità degli Ufficiali in congedo italiani, aventi i requisiti voluti dal Regolamento che ne disciplina le funzioni e gli scopi.

LA FEDERAZIONE NAZIONALE ARDITI D'ITALIA

La Federazione Nazionale Arditi d'Italia raccoglie coloro che in guerra appartennero ai Reparti d'Assalto, alle Compagnie Arditi Reggimentali (V. E.) e alle formazioni legionarie fiumane.
Il Sodalizio ha la sua origine nei primi Nuclei di Arditi, reduci dal S. Gabriele, dalla Sernaglia, dalla Libia e dall'Albania formatisi, nell'immediato dopoguerra, in quei centri italiani ove era più minacciosa ed insolente la lotta politica contro la Patria vittoriosa; Patria rappresentata dal popolo che ritornava dalla guerra, e dai nuovi ordini ideali e civili che riaffermavano le ragioni del nostro intervento e della Vittoria.
Si sa che nel 1919 un pugno di Arditi, in Milano, agli ordini di Benito Mussolini, forti di fede nazionale e illuminati di gloria guerriera, tennero a rispetto le masse definite bolsceviche, nonché i deboli ed ambigui ceti della borghesia cittadina. E lo stesso avvenne nelle altre città italiane similmente turbate.
L'impresa di Fiume é impresa di Arditi.

Non é necessario enumerare le vicende che dalla prima Associazione conducono all'attuale ordinamento degli Arditi d'Italia, ordinamento voluto dal Capo del Governo e Duce del Fascismo; basti sapere che la famiglia di tutti gli Arditi sempre desti mantiene, nella disciplina associativa, il commovente spirito di solidarietà e il fierissimo ed orgoglioso sentimento di aver dato sangue generoso e ideali precursori alla causa della grandezza nazionale.
Sciolte le formazioni militari degli Arditi, queste non decaddero, e nell'animo di tutti coloro che portarono la giubba aperta con le fiamme nere rimase l'ardore del passato guerriero; la fierezza dei sacrifici compiuti; l'orgoglio d'una distinzione, insomma, che é ormai tradizione, storia e poesia. E gli studi recenti sulla prima unità militare hanno oggi espresso una formazione che é una formazione d'assalto.
La Federazione Nazionale Arditi d'Italia, con la sua Sede Centrale in Roma, aduna in Sezioni e Nuclei, sparsi in ogni regione e nelle Colonie, il più ardente e dinamico combattentismo italiano. Essa ha scopi assistenziali.
Per volere del Duce é degnissimo e fattivo Presidente della Federazione Nazionale Arditi d'Italia il Colonnello G. A. Bassi, deputato al Parlamento colui, cioè, che nel 1917 fu chiamato a costituire il primo Battaglione delle « fiamme nere ». Detto ciò é inutile aggiungere altro su questa Associazione fedelissima al Regime.

L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERI

L'Associazione Nazionale Bersaglieri fu fondata a Roma nel 1927 ed é importantissima per le tradizioni gloriosissime del Corpo dal quale provengono i suoi aderenti. Essa ha scopi altamente morali e mantiene sempre desti il culto dei morti, degli eroismi compiuti, lo spirito del più schietto cameratismo fra coloro che ebbero la ventura di appartenere ai valorosi Reggimenti di Lamarmora.
Benito Mussolini é Presidente onorario della bella Associazione, che ha la sede centrale in Roma, che conta fiorentissime sezioni nei maggiori centri d' Italia e che ha avuto l'adesione di quasi tutti gli ex-Bersaglieri, che vi sono accolti purché abbiano i necessari requisiti morali politici.
Fra le Associazioni di Corpo é fra le più simpatiche al popolo per le leggendarie gesta compiute dai Bersaglieri in guerra e per la fedeltà che essa porta al Regime.
Ne é Presidente il comm. Alessandro Melchiori, Vice segretario del P. N. F.; Asvero Gravelli, vecchia Camicia nera, ne é il Segretario generale. Il Gravelli pure dirige Il Bersagliere, organo ufficiale dell'Associazione.
L'ultimo Convegno nazionale dell'Associazione fu tenuto il 14 ottobre 1928 a Perugia e riuscì solennissimo.


L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI

Fu costituita a Milano, ove tuttora ha sede, nel 1919. È fra le più grandi organizzazioni a tipo militare che esistano nel Paese. Conta oltre 25.000 soci, 60 sezioni, 250 gruppi.
Inserita nei quadri dell'Esercito per volere di S. M. il Re, suole chiamarsi il X Reggimento Alpini. Ne possono far parte quanti hanno appartenuto al Corpo degli Alpini e, per una provvida disposizione del Ministro della Guerra, anche gli Alpini in attività di servizio, sia ufficiali che militari di truppa. L'Associazione non si basa perciò soltanto sulla solidarietà fra coloro che fecero la guerra, ma va oltre tali limiti. Essa infatti accoglie nel proprio seno dai « veci » del 1872 tutti gli Alpini fino ai giovani « bocia » delle classi alle armi «vecchie quercie provate a tutte le tempeste i primi; giovani e saldi virgulti dell' Italia rinnovata i secondi ».

L'Associazione Nazionale Alpini vive in lieta e serena povertà, con i suoi pochissimi mezzi, ma respira nel clima politico dell' Italia fascista l'aria pura dell'Alpe, mantenendo fra le genti della montagna la più fraterna e rude disciplina, la più gioconda sanità di spirito e di corpo e la più alta devozione alla Patria, che sono spiccate caratteristiche alpine in pace, che furono alpine virtù di altissimo valore in guerra. L'A. N. A. mantiene intatta e granitica la famiglia « scarpona » per ogni evento di dolore e di fatica in pace; per ogni sacrificio in guerra. Così provvede alla costruzione di rifugi in montagna, promuove l'educazione fisica, organizza escursioni alpine e porta il suo valido contributo di tecnica e di esperienza in ogni manifestazione e in ogni opera che tenda al bene ed al progresso delI' Italia alpina.
Nel giugno 1928 il Capo del Governo chiamò a reggere l'A. N. A. l'Onorevole Angelo Manaresi, Presidente dell'Opera Nazionale per i Combattenti. E l' On. Manaresi, Capitano degli Alpini in guerra, chiamò a suo coadiuvatore il Maggiore Gabriele Parolari.
Nel periodo di reggenza straordinaria, l'Associazione ha dato al Paese cinque particolari prove della sua efficienza

a) l'adunata degli ex Alpini, il 12 luglio a Bolzano, in occasione della celebrazione della Vittoria (sfilarono in quell'occasione parecchie centinaia di alpini venuti da tutte le montagne);
b) l'adunata dei capi delle Sezioni e dei Gruppi per accogliere S. E. Turati al rifugio « Contrin », costruito dall'A. N. A. sulle pareti della Marmolada (adunata convocata telegraficamente e riuscita imponente); c) la già iniziata costruzione del secondo rifugio « Contrin »; d) il IX Convegno-Congresso sulle Alpi occidentali e la consegna delle drappelle alla fanfara del 3e Reggimento Alpini, sul Colle di Sestrieres, alla presenza di S. A. R. il Principe Umberto Alto Patrono dell'Associazione. (Sfilarono in quell'occasione circa 3000 Alpini dietro i 130 gagliardetti di Sezioni e di Gruppi);
e) l'accresciuta importanza de "L'Alpino", originale e brillante giornale scarpone, diffuso in tutte le montagne, che ha raggiunto una tiratura di oltre 20.000 copie.
Così l'Associazione Nazionale Alpini vive ed opera nel clima rinnovato della Patria agli ordini del Re e del Duce.

L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL FANTE

L'idea di costituire un'Associazione che riunisse tutti gli ex-fanti venne ad alcuni giovani entusiasti che nell'ultima grande guerra avevano appartenuto alla Fanteria e per essi la sera del 7 luglio 1920 venne fondata a Milano l'Associazione Nazionale del Fante. I reduci della « Regina delle Battaglie » non avrebbero potuto davvero vedere meglio di così interpretato il voto formulato per le fortune della Nazione e nello stesso tempo l'elogio più alto rivolto ai fanti: e .... Con l'umiltà che é vanto del Fante, con la tenacia che é forza del Fante, col sacrificio che è gioia del Fante, dobbiamo restaurare l' Italia »
Gli scopi dell'Associazione, semplici e precisi, furono consacrati nell'atto costitutivo:
1° ravvivare lo spirito di corpo e conservare le tradizioni della Fanteria;
2° riaffermare i vincoli di fratellanza stabilitisi nei turni di trincea e nelle caserme;
3° ricordare al Paese i sacrifici compiuti dai fanti ed esaltare la Vittoria.

Questi tre capisaldi dello Statuto stabiliscono in modo inequivocabile, fin dal suo sorgere, gli ideali, le finalità ed i limiti programmatici del sodalizio: riagitare la fiaccola del ricordo e risuscitare i più nobili ideali di Patria.
L'Associazione, alla quale possono inscriversi quanti hanno appartenuto od appartengono a reparti di fanteria di linea, sia ufficiali che militari di truppa, in congedo od in attività di servizio, é retta da un Comitato Centrale con sede in Milano, e si compone di sezioni e di nuclei costituiti in ogni località. In seno ad ogni sezione dell'Associazione sono costituiti i gruppi di brigata; gruppi che hanno reso possibile l'inserimento in essa delle Associazioni di brigata che si erano costituite al di fuori dell'Associazione del Fante.
Questi gruppi dipendono direttamente dai Consigli direttivi delle rispettive sezioni.
La prima manifestazione d'indole nazionale, alla quale l'Associazione del Fante prese ufficialmente parte, fu alle adunate di protesta per l'ignobile assassinio del comandante Gulli e del motorista Rossi, perpetrato in Spalato dalla teppa jugoslava.
Poi l'Associazione dava tutta la sua adesione al movimento in favore dell'annessione di Fiume e della Dalmazia. E Gabriele D'Annunzio le inviava, da Fiume d'Italia, un vibrante messaggio. Più tardi l'Associazione del Fante riceveva, quale ambito riconoscimento della sua opera di illuminato patriottismo, la concessione Augusta del Patronato di S. M. il Re.

Durante le giornate della Rivoluzione Fascista, il Presidente dell'Associazione del Fante rivolgeva ai soci queste chiare parole: « Restare spettatori inerti e muti equivarrebbe a distruggere quanto creammo col sangue e tradire la Patria, che ancora una volta chiama tutti i suoi figli a raccolta perché oggi col fervore delle opere, così come ieri con quello delle armi, contribuiscano alla conquista della sua pace Vittoriosa al fine di permetterle di ascendere trionfalmente verso i suoi alti destini ».
Il 5 ottobre 1924 avvenne l'inaugurazione della nuova sede centrale di Milano dell'Associazione del Fante ed in quella occasione, S. E. Mussolini bersagliere e Capo del Governo, rivolse all'Associazione il più alto elogio ed il più ambito riconoscimento, affermando « .... Si può ben dire che il fante rappresentava e rappresenta la Nazione. Io non amo le specializzazioni ma riconosco un solo privilegio: quello del fante. Ri
conosco che se vi è una associazione che ha ragione di essere, questa è l'Associazione del Fante.... ».

L'Associazione del Fante ha organizzato riuscitissimi pellegrinaggi ai luoghi della guerra e, nel 1926, in un rito suggestivo, recò un'offerta simbolica di pane e di munizioni alla sentinella del Brennero. Infine si é fatta promotrice di feste reggimentali, provvedendo alla distribuzione di premi alle reclute.
L'Associazione del Fante, attualmente retta da una Commissione di Reggenza straordinaria: Fontana, Fasani, Sesti e Conte, seguendo l'indirizzo spirituale impresso dal Governo Fascista a tutte le manifestazioni dell'attività combattentistica, tende alla realizzazione di nuovi scopi, e promette di diventare una forte istituzione per il potenziamento militare della Nazione italiana.
L'Associazione del Fante, fin dalla sua costituzione, pubblica un bollettino mensile: Il Fante, diretto dal dr. Giuseppe Fontana, che compie opera di serena propaganda patriottica, culturale e militare.
Insomma, l'Associazione del Fante, vuole tenere alte le ragioni ideali e gli eroismi della guerra: per l'Italia, per il Re e per il Duce.

LA FEDERAZIONE ITALIANA GARIBALDINI

La Federazione Italiana Garibaldini venne fondata in Roma il 20 novembre 1924, per iniziativa del Generale Ezio Garibaldi. Essa svolge una costante opera italiana, garibaldina e fascista che la rende veramente benemerita della Nazione. Ha per scopo l'assistenza morale e materiale di tutti i reduci della Camicia Rossa
e vi aderisce la quasi totalità dei garibaldini italiani. Il numero attuale dei suoi soci é di circa undicimila, raggruppati in trenta sezioni nelle principali Città d' Italia. Sezioni della Federazione esistono anche ad Atene, Parigi, Marsiglia e Montevideo.
Fra i soci della Federazione sono i pochi superstiti delle Campagne garibaldine del 1848, 1849 (difesa di Roma); 1859-60, dei Mille di Marsala; e quelli, assai più numerosi, di Aspromonte, 1862; Bezzecca, 1866 e Mentana, 1867. La Federazione ha pure fra i suoi soci diversi superstiti della Campagna di Francia del 1870-71.
Fanno anche parte della Federazione Italiana Garibaldini i reduci delle Campagne di Grecia del 1897 del 1912, e quelli della Campagna delle Argonne.
Inoltre, alla Federazione fanno capo per il disbrigo delle pratiche inerenti a pensioni, sussidi, assistenza ecc., circa un centinaio di associazioni di reduci delle Patrie Battaglie.
Il settimanale Camicia Rossa, diretto dal Generale Ezio Garibaldi, porta un notevole contributo spirituale all'azione della Federazione con scritti di grande interesse sui garibaldini e il garibaldinismo.
Mercé gli aiuti ottenuti dal Governo fascista, la Federazione Italiana Garibaldini é oggi in grado di svolgere una vasta e proficua opera assistenziale in favore delle più vecchie camicie rosse, fino a qualche anno fa completamente abbandonate. Essa provvede al completo mantenimento del Pensionato Garibaldino di Gaeta; concorre alle spese di quello di Arezzo, sorto per iniziativa del Municipio di quella Città, provvede al pagamento delle quote per quei garibaldini che sono ricoverati presso i Pensionati gestiti dalI' Istituto Pro Mutilati di Torino o altrove. Ai veterani direttamente, o alle loro vedove, distribuisce sussidi vari e provvede ad integrare, con un assegno fisso mensile, quello di « riconoscenza nazionale n stabilito dal Governo per tutti i superstiti delle campagne dell' Indipendenza. Questo assegno mensile è stato fino ad oggi concesso a circa 800 soci. Altre attività assistenziali della Federazione sono quelle di procurare ai soci bisognosi aiuti da parte dei comuni; di provvedere decorosi funerali agli estinti; loculi nei cimiteri, ecc.
A cura della Federazione Italiana Garibaldini il 2 giugno di ogni anno viene effettuato un Pellegrinaggio Nazionale alla Tomba di Giuseppe Garibaldi in Caprera.
Così la Federazione Italiana Garibaldini - che ha l'alto onore di avere per Presidente Onorario S. E. Mussolini - mantiene alta la tradizione del garibaldinismo e si prepara, nel nome dell' Italia, del Fascismo e dell'Eroe, alle battaglie e alle conquiste dell'avvenire.

L' ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI

È stata fondata nel maggio 1912 a Milano da un gruppo di vecchi reduci della Brigata Granatieri, per l'esaltazione delle glorie e delle battaglie dei due valorosi reggimenti.
Nel 1913 sorse, autonoma, l'Associazione fra i reduci Granatieri del Piemonte, organizzazione questa che ha limitato fino ad oggi la sua attività nella vecchia Torino.
Dopo la guerra, e cioè dal 1920 al 1923, la Sezione Madre di Milano dell'A. N. G. iniziò un intensissimo lavoro di propaganda, riuscendo a creare parecchie sezioni in tutta Italia, fra le quali fiorentissime quelle di Genova, Roma, Trieste, Vicenza, Verona, Napoli e Cagliari.
Nel 1926 l'A. N. G. contava già 22 Sezioni regolarmente inquadrate e nel maggio 1927 teneva in Genova il primo Congresso Nazionale, in cui, fra l'altro, fu deliberato di trasferire la sede del Comitato Centrale a Roma, presso il Museo Storico di S. Croce in Gerusalemme.

Nel marzo 1928 il Capo del Governo nominava Commissario straordinario dell'A. N. G., con pieni poteri, il Capitano Arturo Dell'Orto.
Oggi le sezioni sono salite a 31 con un numero complessivo di 6040 soci, reduci granatieri.
L'A. N. G. è oggi una delle più forti associazioni di corpo d'Italia, se il numero dei suoi soci si proporziona ai reggimenti dai quali essi provengono, che sono due, di stanza a Roma.
Fra le diverse opere dell'A. N. G. sono degne di particolare rilievo: la costituzione di un Comitato per l'erezione di un Monumento al Granatiere, da erigersi in regione Fornaza (Carso); l'opera assistenziale svolta dalle singole sezioni; le diverse adunate patriottiche a Brescia, Padova, Roma e Como; il leale inquadramento dell'Associazione nel Regime; i pellegrinaggi storici compiuti; ed un complesso di iniziative che hanno avuto il pieno appoggio di Casa Savoia e del Capo del Governo.
Questa, in breve, l'Associazione Nazionale Granatieri che è fra le migliori per organizzazione e per la fede e la disciplina di tutti i suoi associati, i quali sentono con orgoglio e fierezza i doveri che ogni buon reduce deve sempre compiere verso la Patria e verso il Littorio rinnovatore.

LA FEDERAZIONE NAZIONALE DEL CARABINIERE REALE

Dall'Associazione Naz. Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri Reali in congedo, con Sede in Roma, sorse l'idea di federare in un solo fascio tutte le associazioni di CC. RR. in congedo esistenti nei maggiori centri d'Italia. Questa opportuna iniziativa ebbe l'approvazione di S. M. il Re e del Capo del Governo. Così il 26 giugno del 1926 si costituì, con Sede in Roma, la Federazione Nazionale del Carabiniere Reale.
La Federazione CC. RR. conta oggi 172 associazioni federate con un numero di oltre 15 mila aderenti, di tutti i gradi dell'Arma benemerita. È stata eretta in Ente Morale con Decreto del 16 febbraio 1928, vanta l'Alto Patronato di S. M. il Re ed ha per Presidente onorario S. E. il Conte Enrico Asinari di San Marzano, attuale Comandante generale dell'Arma dei CC. RR.
Presidente effettivo della Federazione è il Grand'Uff. Conte Luigi Morcaldi, Generale di Divisione dei Carabinieri in Ausiliaria.
La Federazione ha scopi altamente morali, patriottici ed assistenziali. Perciò svolge una benefica attività nel Paese, tenendo ognora deste le più nobili tradizioni di fedeltà alla Patria, di cui i Carabinieri Reali furono e sempre saranno sicuro presidio, e curando uno stretto affiatamento fra congedati e commilitoni dell'Arma in servizio attivo.
Fra gli scopi assistenziali, importantissimo quello dell'istituzione di una Cassa di Previdenza a favore di tutti gli associati.
Il Duce ed il Segretario generale del P. N. F. ebbero ad esprimere il loro vivissimo plauso ed il compiacimento per i fini e l'attività di questa bella associazione.

L'OPERA NAZIONALE INVALIDI DI GUERRA

« L' Italia fu tra le prime Nazioni cui si affacciò; nella sua completezza, il problema assistenziale e fin dall'inizio delle ostilità fu ovunque in Italia un pullulare di Comitati di assistenza civile, intesi a soccorrere le famiglie dei combattenti. Successivamente altri Comitati crearono floridi istituti, che posero a disposizione dell'Autorità sanitaria militare, allo scopo di offrire luoghi di convalescenza ai minorati della guerra e di munirli dei necessari apparecchi ortopedici.
« Meravigliosa fu l'azione esplicata, in tutto il Regno, da tali Enti, i quali non si limitarono ai compiti ora accennati, ma si dedicarono, con generoso impulso e grandiosità di mezzi, alla rieducazione professionale dei mutilati, fondando ben attrezzate e ben dirette scuole, ove migliaia di minorati appresero quei mestieri che meglio si adattavano alla loro particolare mutilazione, perfezionandosi in questi sino al punto da ritornare alle loro case con una rinnovata e completa capacità lavorativa ».
Lo Stato italiano, poi, nel marzo 1917, creò le due Istituzioni pro Ivalidi ed Orfani di Guerra, avocando successivamente a sé, alle dipendenze del Ministero dell' Interno (oggi della Presidenza del Consiglio dei Ministri), la tutela degli orfani e costituendo a parte, come ente parastatale, l'Opera Nazionale Invalidi di Guerra.
Dire delle precise finalità dell' O. N. I. G. o stabilirne i limiti, sarebbe far cosa incompleta. Il succedersi degli anni che pongono di continuo il minorato nelle condizioni più varie di fronte alla primitiva menomazione; il presentarsi di nuove necessità che superano o scartano le antiche; il sorgere e il delinearsi di nuove forme di assistenza; lo scomparire di categorie di assistiti, per il fatto che talune forme assistenziali debbono esaurirsi perché definite nel tempo; particolari esigenze del bilancio, infine, dimostrano come male si possano circoscrivere in determinati limiti i compiti dell' O. N. I. G. che, come ogni buona Istituzione dello Stato Fascista, deve essere agile, adattabile e dinamica. E c'è il fatto che 1' O. N. I. G., istituita per soccorrere le vittime della grande guerra, ha potuto e voluto accordare la sua assistenza agli invalidi delle altre guerre, estendendo in seguito le proprie provvidenze, in base alla legge 24 dicembre 1925, anche ai minorati della Causa Fascista, che della Grande Vittoria furono gli eroici confessori.
Ma se è difficile stabilire i limiti dell' O. N. I. G. é doveroso, per la verità, subito affermare che essa, pur essendo stata fondata nel 1917, solo con l'avvento del Governo Fascista ha potuto assumere uno sviluppo adeguato ai grandi compiti che le sono assegnati.

* * *

L'ASSISTENZA SANITARIA - E' quella che doveva, sin dalla sua fondazione, richiamare più particolarmente l'attenzione e le cure dell' O. N. I. G. Infatti, mentre altre forme di protezione per necessità di tempo potranno cambiare e magari esaurirsi, non così può avvenire dell'assistenza sanitaria che trae la sua giusta origine dalla stessa natura delle singole invalidità. L'O. N. I. G., in questo campo, provvede a proprie spese:

1° al ricovero in ospedali comuni degli invalidi di guerra, in rapporto alla infermità per cui godono la pensione, tutte le volte che sia necessario. Riportandosi al solo esercizio finanziario 1927 1' O. N. I. G. spese per questo titolo 1.519.021 lire;
2° al ricovero dei tubercolotici di guerra in sanatori convenzionati (parte di quali fondati con capitali propri), per l'importo di 5.000.000 di lire, circa;
3° al ricovero dei tubercolotici in ospedali specializzati, con la spesa di 1.620.000 lire;
4° alle cure balneo-termali, per 992.824 lire;
5° all'assistenza ambulatoria, domiciliare e farmaceutica con una spesa di 2,453.735 lire.


Tutti gli anzidetti dati si riferiscono, al solo esercizio 1927, né bisogna omettere qualche notizia sopra l'assistenza sanatoriale, che può dirsi un giusto vanto della Opera Nazionale Invalidi di Guerra. È suo merito infatti se sono stati fondati ex novo i sanatori di Arco ed Ancarano d' Istria, e se, fra poco, sorgerà in Aspromonte il primo grande Sanatorio del Mezzogiorno.
Fra le varie assistenze minori, in materia sanitaria, va particolarmente ricordata la creazione di COLONIE climatiche estive, montane e marine, dove gl'invalidi trovano un giusto conforto ed un meritato riposo in ambienti di villeggiatura; ambienti che vengono ad integrare e sussidiare l'opera di assistenza antitubercolare.

Altra speciale forma di assistenza é quella prestata agli ultra-invalidi di guerra, che vengono accolti in istituti adatti e che fruiscono di ogni conforto risiedendo in amene ville (Firenze - Villa Demidoff; Arosio - Casa per grandi invalidi nervosi).
La questione dei dementi di guerra occupa pure un capitolo nel bilancio dell' O. N. I. G., che li soccorre con un'assistenza integrativa presso i manicomi.
L'assistenza protetica dev'essere in particolar modo ricordata per il suo alto valore, perché devoluta a favore di una classe di minorati che rappresentano il fior fiore degli invalidi, dal momento che conservano nelle loro mutilazioni la prova tangibile della guerra veramente combattuta.
Ecco delle cifre eloquenti: attualmente l' O. N. I. G. ha affidato le forniture ortopediche a ben 34 officine, esistenti nel Regno, che forniscono di apparecchi più di 34 mila mutilati e che possono dividersi in 18 sedi principali, in 13 succursali e 3 calzaturifici. A tali officine per mutilati in genere vanno aggiunte altre particolari forme di assistenza protetica, fra le quali la fornitura di protesi oculari. Così a ben 14 mila anoftalmi (tra bilaterali ed unilaterali) esistenti nel Regno provvedono due fiorenti officine. - L' O. N. I. G. fornisce poi i mutilati della bocca di protesi boccale, mediante la collaborazione dei più valenti dentisti. - Vengono infine a rientrare nel capitolo delle pròtesi gli apparecchi acustici per i sordi di guerra e le forniture di carrozzine ai paraplegici.
A questo importante capitolo assistenziale fa riscontro una cifra di spesa che, per l'anno 1927, raggiunse il cospicuo importo di 5.228.500 lire.
L'Assistenza rieducativa venne esplicata su ben 14 mila invalidi, con un totale complessivo di spesa di 5 milioni di lire. Il massimo sviluppo di questa forma di assistenza fu raggiunto negli anni 1921-22; dopo di allora declinò e le scuole istituite o sovvenzionate diminuirono e via via si chiusero.
L'avviamento al lavoro impegna anche attualmente notevoli fondi dell' O. N. I. G. Essa concede i più disparati arnesi, macchine e attrezzi, necessari per le singole professioni ai minorati che ne abbisognano e confacentemente alla natura delle loro minorazioni. - Le borse di studio, che sono state negli anni scorsi concesse ampiamente, al fine di far conseguire licenze di scuole e titoli professionali, vanno pure ad estinguersi avendo ormai gli invalidi, a dieci anni dalla guerra, superata l'età normale per gli studi.
L'O. N. I. G., al principale scopo di alleviare al mutilato il problema della casa, ha provveduto con una triplice azione: lo con la costruzione di « Case del mutilato »; 20 con le « Cooperative edilizie»; 30 con le « Casette di abitazione».
La prima di dette iniziative, sviluppata insieme all'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, tende a dare agli invalidi dei centri popolosi edifici che in un primo tempo servano come luoghi di riunione e in un secondo tempo come locali di abitazione per i vecchi privi di famiglia. La seconda trae origine dalla legge 17 gennaio 1926, con la quale lo Stato istituiva un fondo di finanziamento di 200 milioni a favore delle Cooperative Edilizie tra minorati di guerra. Con queste provvidenze può considerarsi risoluto il problema edilizio per i grandi centri; non però per le campagne. Ma l'O. N. I. G., ha istituito dei premi di incoraggiamento per chi avesse, fra gli invalidi residenti in campagna, acquistata o costruita una modesta casetta. Questi premi sono di 5.000 lire ciascuno, e dal 1925 al 1927 furono elargiti a tal fine 2.283.000 lire.
Per merito del Governo Fascista, fu risolta anche l'ardua questione dei « Mutui agrari per gli invalidi di guerra rurali ». Il limite massimo di ciascun mutuo fu stabilito in 30.000 lire, da garantirsi con vincolo ipotecario e con un pagamento di modesti interessi ai quali concorrono lo Stato, l'O. N. I. G., e l'Opera Nazionale Combattenti. Alla fine del 1927 erano stati concessi mutui per la cifra di 38.641.257 lire.

Il collocamento degli invalidi é stato e sarà sempre un alto compito assistenziale dell'O. N. I. G., che é stata dallo Stato investita dell'applicazione delle leggi sul collocamento obbligatorio degli invalidi di guerra. Ad oggi é stato procurato un decoroso collocamento a circa 100 mila invalidi di guerra, di cui circa 45.000 in impieghi statali, parastatali, provinciali, comunali o comunque soggetti a vigilanza governativa. In virtù di ciò si può con sicurezza affermare che più non esiste in Italia un minorato (a prescindere dai gravissimi) che non occupi decorosamente un posto nella vita sociale.
L'Assistenza ai ciechi di guerra viene fatta quasi senza limite, e questo ha pure ammesso il Governo concedendo loro pensioni con generosa larghezza. Perciò parecchi Istituti sorsero in Italia per dare occupazione ai ciechi e donare ad essi la sensazione della loro capacità lavorativa. Attualmente, oltre le Case di Lavoro, esistenti nell'Alta Italia ed a Firenze, é stata creata a Roma la Casa di Lavoro dei Ciechi di Guerra» che provvederà ad assistere i ciechi dell' Italia Centrale e della Sardegna.
L'O. N. I. G., dal 1917 al 1927, con varie e provvide forme ha assistito ben 267.000 invalidi di guerra. Meritano quindi encomio i suoi dirigenti e particolarmente il Presidente, sen. prof. Alessandro Lustig; il Vice-presidente, dott. Aurelio Nicolodi, grande mutilato di guerra, ed il direttore capo, dott. Caravaggio, che bene hanno saputo attuare tanta opera di assistenza voluta a prò degli invalidi dal Governo Fascista.

L'OPERA NAZIONALE COMBATTENTI

L' Opera Nazionale Combattenti fu costituita con lo stesso Decreto Luogotenenziale 10 dicembre 1917, n. 1970, che autorizzò I' Istituto Nazionale delle Assicurazioni ad emettere speciali polizze d'assicurazione a favore di militari e graduati di truppa combattenti.
Ma l' O. N. C. non poté essere concretata nel suo ordinamento e nelle sue funzioni e dare inizio alla sua attività se non verso l'aprile dell'anno 1919.
L' O. N. C. ha lo scopo di concorrere allo sviluppo economico e al migliore assetto del Paese, mediante l'elevazione morale e materiale dei combattenti. L' O. N. C. provvede principalmente alla trasformazione fondiaria delle terre ed all'incremento della piccola e media proprietà, in modo da accrescere la produzione e favorire l'esistenza stabile sui luoghi di una più densa popolazione agricola. L' O. N. C. ha personalità giuridica, gestione autonoma ed é sottoposta all'alta vigilanza del Capo del Governo.
L' O. N. C. fu costituita con un capitale di 300 milioni di lire, oggi tale patrimonio ascende a circa 365 milioni. In questa cifra é compreso il valore dei beni già appartenenti alla dotazione della Corona, oltre 7700 ettari di terreno, donati all' O. N. C. perché fossero da essa portati al più alto rendimento col lavoro dei combattenti.
Nel marzo 1926, il Duce affidò l'amministrazione dell' O. N. C. all'On. Angelo Manaresi, il quale ne indirizzò tutte le forze alla rinascita agricola del Paese riformandone, in questo senso, la carta costitutiva. Il nuovo Regolamento fu promulgato con R. D. L. 16 Settembre 1926. Con esso l'attività agraria é divenuta l'attività centrale dell'Istituto.
Per lo svolgimento dell'attività economico-sociale, e per l'assistenza morale, economica, finanziaria e tecnica dei combattenti l' O. N. C. ha erogato, in questi due ultimi anni, circa 13 milioni di lire. L'azione finanziaria dell' O. N. C. attualmente é limitata alla concessione di mutui per la costruzione di casette rurali e per impianti di acqua potabile o d'irrigazione. In questi ultimi anni, l'Opera ha erogato oltre 17 milioni in prestiti a singoli agricoltori e per partecipazione al capitale di altri Enti esercenti il credito agrario. Tuttavia, col nuovo orientamento, l' O. N. C. non ha soppresso la funzione di assistenza diretta a favore degli ex combattenti: essa continua ad essere esercitata dall'Associazione Nazionale Combattenti. A tal fine una speciale convenzione regola i rapporti fra i due Enti.
Per lo svolgimento della sua azione agraria, l' 0. N. C. dispone di un patrimonio terriero costituito da terreni acquistati nelle forme del diritto comune, da terreni trasferiti all'Opera mediante espropriazioni e dai terreni già appartenenti alla dotazione della Corona. Il patrimonio terriero dell' O. N. C., che nel 1922-923 - primo dell'Era fascista - misurava 37 mila ettari circa, ha raggiunto nell'anno VI l'estensione di oltre 50 mila ettari. Ma la gestione terriera dell' O. N. C. comprende, oltre i 50 mila ettari di sua proprietà, altri 24.600 ettari assunti in amministrazione fiduciaria e 1800 in affitto. In tal modo l'attività agricola dell' Istituto si estende su un territorio di 76.500 ettari. Il patrimonio zootecnico, che nel 1922-23 era rappresentato da 2500 capi, ascende nel VI anno ad oltre 10.000 capi. Quanto al valore del patrimonio in macchine ed attrezzi, alle date stesse, sale da 6500 lire, a oltre otto milioni.
Le spese per i miglioramenti fondiari a tutto il 1927, ammontavano a circa 23 milioni di lire.
Il comprensorio delle bonifiche idrauliche che l'O. N. C. ha eseguito o ha in corso di esecuzione nelle varie regioni d'Italia, misura complessivamente oltre 67 mila ettari. Ed il comprensorio delle sistemazioni idraulico-forestali si estende su una zona di oltre 181 mila ettari. Le spese per le bonifiche idrauliche hanno sorpassato - a tutto il 1927 - la cospicua cifra di 52 milioni di lire. Nelle opere di trasformazione fondiaria eseguite, l' O. N. C. ha finora erogato la somma complessiva di 75 milioni di lire.
Il procedimento che l' O. N. C. segue per la valorizzazione delle terre che man mano entrano a far parte del suo patrimonio, può riassumere schematicamente così:
Le opere essenziali di bonifica, che richiedono una organizzazione sistematica e validi mezzi tecnici e finanziari, vengono compiute direttamente dall' Istituto.
Resi i terreni suscettibili d'immediata coltura, essi vengono assegnati a Combattenti coltivatori diretti, o a cooperative di agricoltori formate in maggioranza di Combattenti. I terreni sono concessi, di norma, in fitto a miglioria con diritto di acquisto; acquisto consentito soltanto dopo un periodo di tirocinio nel quale viene sperimentata la capacità dell'utente alla conduzione diretta.
Dei 76 mila ettari di terreno gestiti dall' O. N. C., circa 29 mila sono direttamente condotti dall'Opera stessa. I restanti 47 mila ettari sono stati concessi in fitto o in vendita ad agricoltori ex combattenti coltivatori diretti. Da tale azione deriva un notevole accrescimento della ricchezza e del benessere nazionale, e la formazione di un nuovo nucleo di piccoli proprietari consapevoli della funzione sociale della proprietà. Infatti, sui terreni riscattati dalla bonifica, oltre 20 mila braccianti agricoli si stanno trasformando in piccoli proprietari terrieri, moralmente e tecnicamente preparati, amanti dell'ordine, difensori della Patria e del Regime.
Fra gli innumerevoli esempi di valorizzazione terriera del]' O. N. C. ricordiamo quello tipico di Casanova, azienda agraria dell'estensione di circa 2586 ettari, situata com'é noto nei Comuni di Carmagnola e Poirino (Torino).
Quando, nel 1920, tale azienda venne trasferita dall' O. N. C. presentava un aspetto di grande squallore - terreni depauperati, case cadenti, pochissime strade a fondo naturale, rare cisterne d'acqua potabile, poche e logore piantagioni legnose, assoluta mancanza di acqua per irrigazione. L' O. N. C. dissodò la tenuta con una spesa di circa 57 mila lire; costruì 20 chilometri di strada, spendendo circa 1.300.000 lire; impiantò nove stazioni di estrazione d'acqua, per un importo di quasi 1 milione e mezzo di lire; eresse 36 case coloniche e 33 fabbricati di uso comune, con una spesa di cinque milioni di lire; restaurò vecchi fabbricati per un importo di oltre un milione. Trasformata così, la tenuta fu divisa in 87 poderi, 38 dei quali di ettari 30 ciascuno e 49 dell'estensione variabile fra i 9 e i 20 ettari. Nell'azienda, dove prima dell'intervento dell' O. N. C. vivevano stentatamente poche famiglie, oggi prosperano 140 famiglie di contadini combattenti con oltre 1550 componenti.
Con la riforma fascista dell' Istituto, l'azione agraria dell' O. N. C. ha avuto un poderoso sviluppo, e importantissime iniziative sono state assunte. La bonifica dell'Alto Adige é quella che sulle altre sovrasta per la sua portata economica e politica. Nella regione AltoAtesina l' O. N. C. ha intrapreso la realizzazione di un programma di trasformazione che prevede la bonifica idraulica della zona di fondo valle da Merano a Lavis; la sistemazione idraulico-forestale dei corrispondenti bacini montani e la costruzione di borgate rurali destinate a raccogliere i lavoratori e i coloni ex-combattenti.
Dopo l'Alto Adige, l'Istria. L'Amministrazione Fascista ha dato uno sviluppo particolarissimo all'azione agraria dell' Istria, dove possiede - presso Pola -due importanti tenute e dove inizierà, fra breve, la bonifica del Quieto.
Ed ancora: nella tenuta « Alberese » (Grosseto), già dei Lorena, grandi lavori di sistemazione saranno completati entro l'anno 1928; negli Abruzzi la sistemazione del bacino inferiore del Trigno e la bonifica dei terreni adiacenti (aventi un comprensorio di oltre 12 mila ettari) sono in via di attuazione. La bonificazione idraulico-forestale della zona boschiva di Val Sellustra (Bologna); la sistemazione a valle chiusa da pesca di due ampie valli salse in territorio di Caorle (Venezia); la costruzione in San Cesario, a pochi chilometri da Roma, di un'intera borgata rurale per accogliervi gli abitanti di uno squallido villaggio di capanne di stoppia, che costituiva un'intollerabile offesa alla civiltà, saranno presto un fatto compiuto !
Dal 1919 al 1925 sono stati tenuti complessivamente 200 corsi d'istruzione agraria. Nel 1926-1927 ne vennero organizzati ben 534, che furono frequentati da 7296 allievi. Dal 1922, in cui 1' O. N. C. istituì la prima bibliotechina, a tutto il 1925 ne vennero fondate 350; nel 1926, 300; nel 1927, 250 che hanno trovato un numero di lettori grandissimo. Complessivamente vennero distribuiti 200 mila volumi.

Al fine di diffondere i moderni sistemi di lavorazione del terreno l' O. N. C. ha costituito, negli anni 1927-28, 58 depositi di macchine e attrezzi agricoli ad uso dei contadini ex combattenti.
L' O. N. C. ha pure istituito uno speciale servizio di istruzione e propaganda agraria mediante cinematografie. Le proiezioni vengono eseguite a mezzo di « cinemambulanti », cioè di autovetture appositamente attrezzate. I cinemambulanti, nel 1927, hanno percorso 60 mila chilometri effettuando 1470 proiezioni in altrettanti centri rurali. Centinaia di migliaia di ex combattenti vi hanno assistito col più vivo interessamento.
Nell'Alto Adige, per contribuire all'opera decisiva del Governo Fascista per la completa italianizzazione delle zone redente, l' O. N. C. ha rilevato dal Ministero delle Finanze per 100 milioni di proprietà ex nemiche, che essa vende a cittadini italiani a condizioni vantaggiosissime.
Questa, la enorme, diligente e benefica azione dell'O. N. C., che per merito del Regime fascista é una formidabile molla di propulsione e di progresso dell' Italia agricola e proletaria.

OPERA NAZIONALE PER L'ASSISTENZAAGLI ORFANI DI GUERRA ANORMALI PSICHICI

Questa Istituzione ha avuto il suo massimo sviluppo nel 1925, e porta importante contributo alla soluzione di un problema che, per le speciali caratteristiche dei soggetti da curare ed educare, é di profilassi sociale e bonifica umana oltre che di tutela sanitaria.
Sua Eccellenza il Capo del Governo la onorò del Suo personale interessamento, e, per rendersi conto da vicino dei risultati ottenuti, visitò l'Istituto di Roma, e fece visitare da Funzionari della Presidenza l' Istituto di Fornaci di Barga (le due sedi, cioè, di questa Istituzione).
Incoraggiata dal volere del Duce, la organizzazione si é così perfezionata che venne additata come esempio nei Congressi Internazionali di assistenza alla Infanzia in Roma ed a Ginevra.
Gli Istituti dell' Opera sono anche stati menzionati dal Procuratore Generale della Cassazione nel discorso inaugurale dell'anno giuridico 1927 come esempio perfetto di quelli che lo Stato deve trovar pronti per la applicazione delle saggissime norme di prevenzione stabilite nella riforma del Codice Penale.
L'assistenza data da questa Istituzione é completa cure generali e specializzate; istruzione elementare con insegnanti specializzati, come prescritta dalla Legge Gentile per fanciulli anormali; educazione professionale.
L'età di inizio della cura e della educazione é dai 6 ai 14 anni.
Tutti i soggetti assistiti vengono messi in grado di essere almeno sufficienti a se stessi. Molti vengono bonificati ad integrum.
I passibili di sufficiente educazione professionale vengono passati dal laboratorio scuola a lavorare nella officina vera, ed incoraggiati con premi di lavoro, tanto che sono ormai settanta i fanciulli che hanno costituito il loro libretto di risparmio che va dalle 100 alle tremila lire.
Nella sola occasione della emissione del Prestito del Littorio sono stati donati premi di incoraggiamento a diversi assistiti per L. 6.000 di cartelle.
Sono stati assistiti in media nel 1923 n. 130 fanciulli, nel 1926 n. 200. Nel 1927 n. 260. Nel 1928 n. 325.
Sono in corso i lavori necessari a portare la capacità di assistenza per l'avvenire a 400 posti ed oltre.
L'Istituzione ha ottenuto le seguenti onorificenze:
Anno V-1927 Encomio di S. E. il Capo del Governo.
Anno VI-1928 Encomio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio Orfani - Mostra nazionale dell'Assistenza agli Orfani di Guerra, Grande Medaglia d'Oro, la più alta onorificenza - Mostra Internazionale di lavori dei fanciulli, indetta dalla Sezione Inglese del « The Save the Children Fund », alla quale ha partecipato per incarico del Ministro della Pubblica Istruzione. Encomio della Presidenza della Mostra (non si distribuirono premi) - Mostra Didattica Nazionale in Firenze, Medaglia d'Oro.
Di questa nobile Istituzione é Presidente S. E. il Maresciallo d'Italia Gaetano Giardino, senatore del Regno, al quale spetta il merito di averla elevata a sì alta e benefica funzione sociale.

Esistono, oltre a quelli citati, altri minori Enti ed Associazioni che svolgono nel Paese utilissima e benefica attività con spirito di devozione alla Patria e di fedeltà al Regime; sono quindi altrettante cellule vitali della grande compagine nazionale tutta tesa alle maggiori conquiste del domani.
Conquiste che riporteranno l' Italia dei Romani, l' Italia di Vittorio Veneto, l' Italia fascista di Benito Mussolini a signoreggiare nel mondo, maestra di forza e di virtù. -

ITALO SPINETTI.
dalla PUBBLICAZIONE NAZIONALE UFFICIALE,
(con l'assenso del capo del governo)

 

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