ANNO 1938 e seguenti

sentenze, motti, dichiarazioni
MUSSOLINIANE
di pace, di guerra, sulla L.d.N., gli USA

"Non bisogna essere preparati alla guerra domani, ma oggi"
(Dal gran rapporto di Mussolini tenuto ai Tre Poggioli, 25 agosto 1934 - S. e D. vol. IX, p. 114)

"La pace, per essere sicura, deve essere armata."
(Discorso di M. a Genova , 14 maggio 1938 - V. e D. XI, p. 287)

"La nostra pace più sicura, sarà all'ombra delle nostre baionette!"
(Discorso di M. in Parlamento, 29 gennaio 1926 - D. e S. vol. V, p. 300)

"Per fare una politica di pace non è necessario passare per gli ambulacri della Società delle Nazioni"

(Disc. di M. a Milano. 1 novembre 1936 - S. e D. Vol. V, p.201-2-3)

"Bisogna che l'Aviazione sia così numerosa e così potente che l'urlo dei suoi motori copra qualunque altro rumore nella Penisola e la superficie delle sue ali oscuri il sole".
(Dal discorso di M. al Parlamento il 26 maggio 1927 - Scr. e Disc. vol VI, pag. 72)

"La guerra dall'alto deve essere condotta in modo da scompaginare i dispositivi del nemico, dominare il cielo, fiaccare il morale delle sue popolazioni."

(Dal discorso di M. pronunciato al Senato, il 30 marzo 1938. - Scr. e Disc. vol. XI, pag 247)

"...io dichiaro perchè tutti intendano che l'Italia segue una politica di pace, di vera pace, che non può essere dissociata dalla giustizia. Di quella pace che deve ridare l'equilibrio all'Europa, di quella pace che deve scendere nei cuori come una speranza ed una fede.....nessuno è nemico peggiore della pace di colui che fa di professione il pacifichista o il paciafondaio....ma la partita è decisa fin dal principio....poichè la vittoria è per noi..."
(Discorso di M. a Torino 23 ottobre 1932)

"Noi non possiamo accettare la morale umanitaria, la morale tolstoiana, la morale degli schiavi. Noi in tempi di guerra, adottiamo la formula socratica: superare nel bene gli amici, superare nel male i nemici"
"Discorso di M. alla "Sciesa" di Milano, 4 ottobre 1922 - S. e D., vol. II, p.328)

"La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna"
(Discorso di M. al Parlamento, 26 maggio 1934 - S. e D. vol. IX, p. 98)

"Il giornalismo italiano è libero perchè serve soltanto una causa e un Regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del Regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione"
(M. "Il giornalismo come missione", 10 ottobre 1928 - S. e D., vol. VI, p. 250)

"Le parole sono bellissima cosa, ma moschetti, mitragliatrici, navi, aeroplani e cannoni sono cose ancora più belle; poichè o Camice nere il diritto, se non è accompagnato dalla forza, è una vana parola..."
(Discorso di M. a Firenze, 17 maggio 1930 - S. e D., vol. VII, p. 206)

"La politica estera italiana, mentre intende salvaguardare gli interessi nazionali, vuole anche costituire nello stesso tempo un elemento di equilibrio e di pace in Europa"
[I primi sei mesi di Governo, M. 8 giugno 1923. "S. e D.", vol. III, pag. 135.)

"Dopo vent'anni la vittoria riconosciuta del Fascismo coincide con l'inizio della vera pace secondo giustizia per tutti. Nel cielo politico dell'Europa la zona dello azzurro tende a distendersi.
Gli uomini responsabili lavorano a questo scopo"

(Discorso di M. a Roma 9 novembre 1938)

"Nella lotta delle Nazioni e dei Continenti non ci si può fermare; chi si ferma è perduto."
(Discorso di M. a Genova, 14 maggio 1938)

"Siamo forti per terra, per mare e per cielo come non fummo mai; io vorrei che alcuni melanconici stranieri, eternamente sfasati di fronte alla realtà italiana, assistessero a questa manifestazione e udissero il vostro grido che ha il rombo del ciclone e dell'uragano"
(Discorso di M. a Udine del 20 settembre 1938)

"La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti; essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: Vincere ! E Vinceremo per dare finalmente un lungo perido di pace nella giustizia all'Italia, all'Europa, al Mondo"
(Discorso di M. "dichiarazione di guerra" del 10 giugno 1940)

"Siamo forti per terra, per mare e per cielo come non fummo mai"
(Discorso di M. "dichiarazione di guerra" del 10 giugno 1940)

"Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia".
(Discorso di M. del 18 novembre 1940)

"Francia - Voglio far salire l'odio degli italiani per la Francia a vette inaccessibili, quando l'avrò battuta la distruggerò tutta e su molte città metterò il sale." ...."I Francesi sono un popolo abbietto".
(Da "Diari" di Ciano, già in Paolo Monelli, "Mussolini piccolo borghese", pag 204 e 161)

"L'Inghilterra - Il pensiero anglo-sassone è la peste del mondo. Gli Inglesi, un popolo che pensa col culo" ... "Vi informo che ieri ho mandato una dichiarazione a Hitler per assicurarlo che non intendo restare con le mani alla cintola e che a partire dal 5 giugno sarò pronto a dichiarare guerra all'Inghilterra"
(Ib. pag. 160-161 e 215)

"La Germania - I tedeschi debbono farsi guidare da me; in politica è fuori discussione che io sono più intelligente di Hitler"
(Ib. pag. 209

"La "Stimmung" del popolo italiano è ottima, come, Fuhrer, saprete anche da alte fonti. Soprattutto il popolo italiano è consapevolmente deciso a marciare sino in fondo col popolo tedesco e a sostenere tutti i sacrifici necessari per il conseguimento della vittoria":
(Lettera di M. a Hitler, all'indomani dell'attacco alla Russia. "Lettere e Documenti" ib. pag 107)


"...desidero ripetervi che la mia decisione di marciare con voi sino in fondo è incrollabile. E aggiungere che il popolo italiano, nei suoi ceti respondabili è pienamente convinto che sino in fondo bisogna marciare, qualunque cosa accada"
(lettera di M. a Hitler, 8 marzo 1943 - ib. pag. 145)


"L'America - E' un paese di negri e di ebrei, elemento disgregatore della civiltà"

(Ib. pag. 160)

"Stati Uniti: a meno di improvvisi mutamenti, possibili in un paese di autentici isterici come l'America, la possibilità del suo intervento deve essere considerata come una realtà del domani....I marinai ed aviatori italiani sono orgogliosi di dovere fra breve combattere a fianco con i loro camerati germanici"
(Lettera di M. a Hitler, 27 agosto 1940 - "Lettere e Documenti" . King. F. Syndicate, N.York, 1946, pag,.56)

IL GIORNO DOPO L'ATTACCO A PEARL HARBOR

"E' questa un'altra giornata di decisioni solenni nella storia d'Italia, e di memorabili eventi destinati ad imprimere un nuovo corso nella storia dei continenti. Le potenze del Patto d'acciaio, l'Italia fascista e la Germania nazionalsocialista, sempre più strettamente unite, scendono oggi a lato dell'eroico Giappone contro gli Stati Uniti d'America. Il Tripartito diventa un'alleanza militare che schiera, attorno alle sue bandiere, 250 milioni di uomini, risoluti a tutto pur di vincere. Né l'Asse né il Giappone volevano l'estensione del conflitto: un uomo, un uomo solo, un autentico e democratico despota, attraverso una serie infinita di provocazioni, ingannando con una frode suprema le stesse popolazioni del suo paese, ha voluto la guerra e l'ha preparata, giorno per giorno, con diabolica pertinacia.
I formidabili colpi che sulle immense distese del Pacifico sono già stati inferti alle forze americane mostrano di quale tempra siano i soldati del Sol Levante. E' un privilegio combattere con loro. Oggi il Tripartito nella pienezza dei suoi mezzi morali e materiali è uno strumento poderoso per la guerra, è il garante sicuro della vittoria : sarà domani l'artefice e l'organizzatore della giusta pace tra i popoli.
Italiani e italiane! Ancora una volta in piedi! Siate degni di questa grande ora. Vinceremo!
"
(Discorso di M. l'11 dicembre 1941)

"Noi vogliamo difendere, con le unghie e coi denti, la Valle del Po; noi vogliamo che la Valle del Po resti repubblicana in attesa che tutta l'Italia sia repubblicana. Il giorno in cui tutta la Valle del Po fosse contaminata dal nemico, il destino dell'intera nazione sarebbe compromesso; ma io sento, vedo, che domani sorgerebbe una forma di organizzazione irresistibile e armata che renderebbe praticamente la vita impossibile alle armate anglo-americane. Faremo una sola Atene di tutta la Valle del Po".
(Discorso di M. al Teatro Lirico a Milano, il 16 dicembre 1944)

"Le direttive della politica estera del Fascismo sono note. Non temete o non credete agli isolamenti; di quando in quando salta su l'ultimo degli imbecilli a dire che l'Italia è isolata. Ebbene, o signori, bisogna scegliere: o voi volete, come dite di volere, una politica di autonomia, e allora saranno inevitabili periodi più o meno brevi di cosiddetto isolamento: o voi vorrete legarvi indissolubilmente, e allora avrete perduto la vostra autonomia"....
" ... Non si può fare una politica estera se il Paese non è disciplinato e se il Paese non è armato.
" ... Non si ha il diritto di credere alle ideologie umanitarie pacifiste. Bellissime, notate, bellissime in teoria, utopie magnifiche, poetiche. Ma la realtà dei fatti ci ammonisce di essere assai vigilanti e di considerare il terreno della politica estera come un terreno di mobilità massima. Per essere pronti a tutti gli eventi, è necessario avere un Esercito, una Marina, un'Aviazione."

( "Cinque anni dopo San Sepolcro", 24 marzo 1924. "S. e D.", vol. IV, p. 71-72.)


«Il Fascismo non crede alla vitalità e ai principi che inspirano la così detta Società delle Nazioni. In questa Società le Nazioni non sono affatto su un piede di eguaglianza. E' una specie di santa alleanza delle Nazioni plutocratiche del gruppo franco-anglo-sassone per garantirsi - malgrado inevitabili urti d'interessi - lo sfruttamento della massima parte del mondo."
[Secondo discorso di M. a Trieste, 6 febbraio 1921. "S. E D.", vol. V, p. 148.)

" L'areopago ginevrino è una specie di premio di assicurazione delle Nazioni arrivate contro le Nazioni proletarie."
(Il primo anniversario della Marcia su Roma, M. 28 ottobre 1923. "S. e D.", Nel. III, p. 226.)

"Allo stato degli atti la Società delle Nazioni è un duetto franco-inglese; ognuna di queste potenze ha i suoi satelliti e suoi clienti, e la posizione dell'Italia fino a ieri, nella Lega delle Nazioni, è stata di assoluta inferiorità."
(La situazione politica internazionale, M. 16 novembre 1923. "S. e D.", vol. III, p. 269.)

"I Trattati di pace non sono eterni. Soprattutto non sono eterni i trattati di pace, come quello del Trianon, che fu ispirato da calcoli politici, che l'esperienza e il tempo hanno già condannato".
(Parole di M. rivolte a De Peaker, il 17 ottobre 1932 - S.e D. vol VIII, p. 118)

"Un voto del Gran Consiglio ha suscitato l'interesse di tutti i Paesi: rimanere ancora nella Società delle Nazioni? Ora io vi dichiaro che noi rimarremo ancora nella Società delle Nazioni; specialmente oggi, che essa è straordinariamente malata, non bisogna abbandonarne il capezzale. Alla Società delle Nazioni troppo universalistica, accade che le sue istruzioni perdono di efficacia con l'aumentare delle distanze"
(Disc. di M. "Al popolo di Torino", 23 ottobre 1932 - S.e D. Vol. VIII, p.216)

"Se si vuole chiarificare l'atmosfera europea bisogna in primo luogo fare tabula rasa di tutte le illusioni, di tutti i luoghi comuni, di tutte le menzogne convenzionali che costituiscono ancora i relitti del grande naufragio delle ideologie wilsoniane.
"Una di queste illusioni è a terra: è l'illusione del disarmo. Nessuno vuole disarmare per primo, e disarmare tutti insieme è impossibile ed assurdo. Eppure quando si riunì a Ginevra la Conferenza del disarmo, la regia funzionò in pieno. Questa regia consiste nel gonfiare le vesciche sino a farle diventare delle montagne. Su queste montagne si concentra per alcuni giorni tutto il fuoco dei proiettori della pubblicità mondiale, poi ad un certo momento, da queste montagne esce un minuscolo topo che va a finire nei labirinti di una procedura che, in fatto di trovate fertili, non ha precedenti nella storia.
"Per noi fascisti abituati ad esaminare con occhio freddo la realtà della vita e della storia, altra illusione, che noi respingiamo, è quella che passa sotto il nome di sicurezza collettiva. La sicurezza collettiva non è mai esistita, non esiste, non esisterà mai. Un popolo virile realizza nei suoi confini la sua sicurezza collettiva e rifiuta di affidare il suo destino alle mani incerte dei terzi.
"Altro luogo comune che bisogna respingere è la pace indivisibile. La pace indivisibile non potrebbe avere che questo significato: la guerra indivisibile; ma i popoli si rifiutano, e giustamente, di battersi per interessi che non li riguardano.
"La stessa Società delle Nazioni si basa sopra un assurdo che consiste nel criterio dell'assoluta parità giuridica fra tutti gli Stati, mentre gli Stati si differenziano almeno dal punto di vista della loro storica responsabilità.
"Per la Società delle Nazioni il dilemma si pone in termini chiarissimi: o rinnovarsi, o perire. Poichè è estremamente difficile che essa possa rinnovarsi, per nostro conto può anche tranquillamente perire.
Per fare una politica di pace non è necessario passare per gli ambulacri della Società delle Nazioni"

(Disc. di M. a Milano. 1 novembre 1936 - S. e D. Vol. V, p.201-2-3)

"La nostra impresa etiopica, che ha impegnato il più grosso corpo di spedizione che la storia coloniale ricordi, rappresenta il primo, ma anche risolutivo aperto conflitto tra uno Stato condannato come «aggressore» e la Società delle Nazioni. La creazione dell'Impero italiano è stata la più audace sfida contro l'istituto ginevrino e gli interessi da esso rappresentati : tanto che il significato imperiale della nostra vittoria, più che nell'importanza dell'acquisto coloniale, era soprattutto da riconoscersi nel successo ottenuto contro la lega sanzionista dei cinquantadue Stati. Questo più vero significato è del resto riconducibile all'aspetto rivoluzionario dell'impresa etiopica, che aveva toccato nel profondo delle sue masse il popolo italiano rinnovando sul piano internazionale e con più vasto impeto, dopo tredici anni, lo slancio insurrezionale del fascismo"

«L'organo che crea, coltiva, espande, apologizza il, sistema della "finzione" come metodo e pratica di vita, è la Società delle Nazioni. Finzione è la sua universalità, poiché vi mancano numerose e potenti Nazioni dei mondo. Ma il paradossale della faccenda è che a ferire il principio della universalità, è stata precisamente l'America che, dopo aver inventato la Società delle Nazioni ad uso esterno, si è sempre rifiutata energicamente di prendervi parte.
Il padre abbandonò la sua creatura appena nata e la trovatella ha iniziato la sua vita col marchio di questa permanente infelicità.
"Finzione è nella Società delle Nazioni il principio della uguaglianza fra gli Stati aderenti. Quando nelle sale o negli ambulacri ginevrini si dice che gli Stati sono uguali e che, quindi, il voto della Gran Bretagna vale quello della Liberia, la gente si mette a ridere. Vero è che di quando in quando si dànno ai rappresentanti dei piccoli Stati delle soddisfazioni di carattere formale e spettacolare come redigere un rapporto sui danni della mosca tropicale o presiedere un'assemblea, ma chi dirige effettivamente la macchina, chi prepara tutto - discorsi e mozioni - sono gli uomini del Segretariato che sono gli uomini delle tre grandi Potenze societarie e precisamente Francia, Inghilterra, Russia.
Finzione somma il pacifismo della Società delle Nazioni. I popoli si angustiano tutte le volte che di una questione di una certa gravità viene investita la Società delle Nazioni. Può scattare l'articolo 16, il quale reca fra le sue pieghe il principio e l'applicazione della guerra universale.

(M. Il Popolo d'Italia 24 luglio 1937)

"Possibilità di creare gli Stati Uniti d'Europa? Per domani è necessario un arbitrato fra gli Stati. La unione almeno di un continente. Dopo la unione degli Stati, si deve spingersi verso la unione dei continenti, ma ciò è in Europa straordinariamente difficile, perché in Europa ogni popolo ha un volto speciale, lingua, costumi, tipi. Una certa percentuale, diciamo x, rimane in ogni popolo completamente originale e si oppone per prima all'unione.
In America è indubbiamente più facile unire quarantotto Stati, con la stessa lingua, e senza una storia secolare."

(M. nei "Colloqui" di Ludwig - pag. 62).

"Fondare l'Europa? Si, sono più vicino a questa idea che cinque anni fa, ma il tempo non è ancora maturo. Prima bisogna lasciare che la crisi operi ancora più profondamente. Delle nuove rivoluzioni verranno. Solo esse formeranno il nuovo tipo dell'europeo".
(id. pag. 145).

"Il sigor Roosevelt non ci può -anche dichiarandoci formalmente la guerra - fare un male maggiore di quanto ci abbia fatto sin qui. La sua dichiarazione di guerra avrebbe quindi lo scopo di sollevare il morale degli inglesi che è molto depresso, ma l'effetto di questo eccitante sarebbe di breve durata.(Quantunque mi ripugni di scendere in dettagli di carattere personale, bisogna pur trovare drammatico il destino del mondo anglosassone che nell'ora più difficile della sua storia è affidato a un uomo colpito a 44 anni da paralisi infantile come Roosevelt e a un uomo notoriamente alcolizzato quale Churchill)"
(Lettera di M. a Hitler, all'indomani dell'attacco alla Russia. "Lettere e Documenti" ib. pag 107)



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(In audio il discorso originale di Hitler al Reichstag, trasmesso in diretta negli USA)
(Era il 1° settembre 1939, ore 10.00 - Iniziava la 2a Guerra Mondiale)


(richiede plug-in RealAudio (r) o RealPlayer (r)

Seit 5.45 Uhr wird jetz zaruckgeschossen....Wer selbst sich von den Regeln einer...
....HUMANEN KRIEGFUHRUNG...

...entfernt, kann von uns nichts andres erwarten, als dass wir den gleichen Schritt tun. Ich werde diesen Kampft, ganz gleich gergen wen, so lange fuhren, bis die sicherheit des Reiches und bis seine Rechte gewaahrleistet sind ........"
(
"Dalle ore 5,45 rispondiamo  al fuoco...Colui che di propria iniziativa si distacca dalle regole di condotta di questa guerra umanitaria, non puņ aspettarsi da noi null'altro che un ugual trattamento. Condurrņ questa battaglia, contro chiunque, fino a quando i diritti non saranno garantiti").
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Iniziano le "Olimpiadi" della morte;
ci sono le prime gare eliminatorie, poi le finali.
La finalissima chiuse i giochi, in Giappone, con la Bomba Atomica.



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