ANNO 1955  

CRONOLOGIA DELL'ANNO


Con la 600 Fiat parte il fenomeno
della motorizzazione di massa.
Sotto un fotomontaggio di repertorio
alla catena di montaggio di Mirafiori.
In alto la 600 multipla
(che fu costruita però a Desio)
a 6 posti,
diffusissima come uso Taxi
persino a Dusseldorf

 

 

COSTO DELLA VITA: Stipendio di un operaio circa 40.000 lire; Costo giornale £ 25.- Biglietto del Tram £ 25. - Tazzina Caffè £ 40.- Pane £ 150 al kg. - Latte £ 90 - Vino al litro £ 120. - Pasta al kg £. 190. - Riso la kg £ 170 - Carne di Manzo al kg. £ 1200 - Zucchero al kg £ 260 - Benzina £ 138. - 1 grammo di Oro £ 721 - Costo di un auto 600, lire 590.000.
Un televisore 160.000, l'abbonamento 12.500.
Un giradischi 20/40.000 lire, un disco 78 giri, 800 lire.

E' l'anno della rivoluzione dei consumi. E' l'anno della 600. Se in primo luogo questa vetturetta diede inizio alla motorizzazione di massa, dopo, ebbe un riflesso più ampio nell'intera economia italiana. Infatti favorì e orientò l'espansione dei beni di consumo durevoli e, con l'agevolazione delle vendite rateali (che si ampliò in un modo abnorme) stimolò il possesso di altri beni durevoli che presto arriveranno sul mercato, la TV, gli Elettrodomestici, i Mobili Bianchi, ecc) indirizzando così per alcuni anni una buona parte di quota di reddito dei lavoratori proprio verso questo tipo di consumi "opulenti" non di prima necessità, pur questi carenti perchè prodotti in maniera inadeguata con metodi artigianali, senza ricorrere a macchine utensili e, nell'agricoltura, una enorme scarsità di impiego di mezzi meccanici impedisce di progredire.
Quando poi si volle mettere un freno alle rateizzazioni (che non avvenivano nemmeno più attraverso le banche ma con i "segni" al negoziante) quella grossa fetta di reddito fino allora ipotecata dalle rate, si rese immediatamente disponibile per i prodotti di consumo, provocando così un rialzo dei prezzi incontrollabili.

Gli italiani costretti a ridimensionare gli acquisti sui beni durevoli (spesso privandosi anche del minimo necessario), riversarono quelle quote sui beni di consumo. Cioè si misero "a mangiare" tutti insieme, senza esserci una disponibilità degli stessi beni di consumo. E i pochi che c'erano sul mercato, salirono spropositatamente di prezzo.
Ci si accorse che avevamo messo le "ruote" all'economia, ma sopra nel carrozzone avevamo beni di consumo primari da terzo mondo, cari, e di bassa qualità.
Pane e mortadella (di bassa qualità) era ancora un pasto comune per molti. Non bastava 1 ora di lavoro per acquistare un chilo di pasta; e ne occorrevano 2 per un chilo di zucchero, bisognava lavorare una giornata intera per un chilo di carne scadente e di bassa macelleria. Fra l'altro di importazione: congelata; navi intere provenivano dall'Argentina. 

E' l'anno in cui l'Italia aveva braccia, terreni per il grano, per le barbabietole da zucchero, grandi territori per i pascoli, ma non aveva i trattori, le trebbiatrici, le stalle, il foraggio e non aveva di conseguenza  le bestie. Ne aveva invece tante di bestie, ma di un altro tipo ed erano tutte occupate a fare gli economisti del Paese Italia.

Questi dicevano necessita produrre ed esportare auto e moto per pagare carne, zucchero, grano che importiamo. I bifolchi invece (applicando ancora l'economia dei Comuni) suggerivano "...ma se ci date anche a noi degli aiuti che invece date solo a chi produce beni durevoli o almeno ci costruite qualche trattore, camion e attrezzi, noi spianiamo campagne, canalizziamo acque e l'Italia non avra' affatto bisogno di importare carne, grano, zucchero e altro... bestie che non siete altro!"

E' l'anno dell'euforia, alla popolazione viene detto di fare l'"Americano", ma ha i servizi come il Congo, gli alimentari come la Bolivia, e nelle campagne per arare e seminare grano si usano le vacche bianche come in India. Non ci sono trattori.
Si può quasi andare da Milano a Napoli ma sulle strade i camion sono una rarità. E se ci sono, sono quelli ancora della guerra con la stella Usa che gli alleati hanno lasciato a un ente che doveva occuparsi di venderli. (La parte del leone la fece un ente siciliano, e lì che hanno lasciato gli alleati tutti gli automezzi).

Negli altri Paesi il rapporto auto-camion era il seguente: Italia 20-1(20 auto 1 camion), Inghilterra 4-1, Germania 7-1, Francia 6-1, USA 5-1, Giappone 1-2 (!). Tali valori non subiranno modifiche per altri 5 anni, con conseguenze determinanti nello sviluppo italiano.

E' l'anno dove la catena di montaggio ha trasformato gli uomini tutti in Charlot di Tempi Moderni. In termiti al lavoro. Lottano i sindacati, ma ottengono poco e qualcuno ci rimette anche la pelle. Lotta per cinque anni anche Ezio Vanoni per far pagare una tassa sul reddito, con l'obiettivo di pareggiare la bilancia dei pagamenti, assorbire la disoccupazione, eliminare il divario Nord-Sud. Ma ottiene poco anche lui. Il "potere forte" stronca ogni iniziativa sul sociale, ma anche sulla piccola e media industria, di cui l'Italia avrebbe estrema necessità per soddisfare le richieste locali, sempre in aumento come domanda.

Ma andiamo per ordine cronologico:

22 GENNAIO - La guerra sembra ormai lontana, ma i rancori non sono stati dimenticati. Tra gli episodi, DE MARZIO del MSI rifiuta di parlare alla Camera perchè il presidente di turno è EDOARDO D'ONOFRIO del PCI che accusa di essere stato un aguzzino con i poveri prigionieri che erano stati catturati in Russia. Altre accuse sono rivolte il ....

27 GENNAIO... quando viene arrestato GIUSEPPE MORANINO deputato comunista, partigiano nel Biellese, accusato dell'omicidio nel '44 di cinque partigiani che non la pensavano come lui (un caso molto simile a quello di Porzus). Ma non finisce qui, il.....

9 MARZO Il senatore comunista EMILIO SENER rimprovera al ex Generale MESSE per il comportamento tenuto durante la campagna in Russia mandando allo sbaraglio decine di migliaia di uomini a piedi nelle steppe, senza mezzi, costringendoli con la sua "bella idea" che "se non abbiamo camion, basta portare i chilometri di marcia della truppa dai 18 ai 40 chilometri al giorno".
Gli increduli tedeschi chiesero "ma non ci avete promesso delle "truppe autostrasportate": "certo -fu la risposta-  infatti i nostri soldati  si autotrasportano con le loro gambe". 

 Indubbiamente aveva studiato i libri dove c'erano gli spostamenti a piedi delle legioni romane; un passo nella Vita di Costantino, riporta proprio questa  sua "bella idea", non avendo a sufficienza cavalli, aumentò le marce giornaliere della truppa raddoppiando le ore di cammino, dall'alba al tramonto.

10 MARZO dopo i fatti di sopra alla Camera, resi poi pubblici all'esterno, si organizzano vari gruppi di contestatori e nella stessa città di Roma vengono devastate sedi del PCI, in una è distrutta la biblioteca.
 La CGIL proclama uno sciopero generale per queste spedizioni punitive, di intolleranze e di provocazioni che ricordano molto le "squadracce" fasciste dei primi anni del ventennio.

10 MARZO, la FIAT presenta a Ginevra la 600, che andrà subito a motorizzare l'Italia. Con 300 miliardi di investimenti negli impianti e la geniale conduzione di Valletta, la Fiat inizia a produrre la 600 con 624 unità giornaliere, che nel prossimo anno diventeranno già 839; circa 300.000 esemplari in un anno.

25 MARZO - Scelba con Martino volano a Washington per incontrare Eisenhower. Tra gli accordi firmati c'e' la fornitura di materiale atomico, ma solo per gli "esperimenti" di laboratorio.

29 MARZO - Si fanno subito sentire le misure repressive di Scelba (contro le forze totalitarie). Alla Fiat nelle elezioni interne la CGIL ha un crollo, l'intimidazione scelbina ( e dell'ambasciatrice americana, Clara Luce) fa scendere i loro iscritti dal 63,2% al 36,7%. Mentre la CISL democristiana ben vista dal padronato sale dal 9% al 40,4% e conquista all'interno della fabbrica la maggioranza. Significa che la paura di essere licenziati per vari motivi pretestuosi ha fatto "cambiare" opinione politiche e ideologie a molti operai.

31 MARZO - NENNI al Congresso del PSI inutilmente cerca un dialogo con la DC, non trova interlocutori che vogliono ascoltarlo. Ma lui seguita a illudersi.

28-29 APRILE - Si vota per il presidente della Repubblica. Tre scrutini dove entrano in lizza Merzagora, Parri e Gronchi. E' pero' quest'ultimo che ottiene la maggioranza con 658 voti su 833, Einaudi 70, bianche 92, 13 nulle.
Variegata la maggioranza dove troviamo DC, PCI, PSI, MSI. Cocente la bocciatura di Fanfani che alla sua candidatura si oppongono proprio i suoi colleghi di partito. Tenterà ancora nel successivo settennato. Ma alcuni suoi colleghi saranno perfino cinici, in una scheda comparirà l'impietoso "nano maledetto, tu non sarai mai eletto".

12 MAGGIO - Scelba presenta le dimissioni al nuovo Presidente della Repubblica che vengono pero' respinte; ma il 22 Giugno sorgono contrasti dentro la DC. Contrari alcune correnti alle alleanze che Scelba vuol fare con il nuovo governo. Alla fine deve dimettersi. Non ha gli appoggi necessari, è in un vicolo cieco e alla fine ritiene che sia inutile insistere.

21 MAGGIO - Dopo aver costruito l'auto per gli italiani, tempestivamente (!) viene varato con un'apposita legge il Piano Decennale di costruzioni delle Autostrade, che andranno a mutare le abitudini degli italiani e a modificare in certi casi il paesaggio dell'Italia.

"Piano decennale di costruzioni autostradali la cui realizzazione diede vita alla seconda generazione delle autostrade italiane. Il Primo Piano nazionale delle autostrade veniva decretato con l’art. 3 della Legge 21.5.1955, n. 463, nota come Legge Romita: in esso si impegnava l’IRI sul fronte della progettazione, della costruzione e della gestione, nella prospettiva di utilizzare le autostrade, insieme alle altre grandi opere pubbliche, come elemento facilitatore di iniziative economiche e occupazionali, nonché dello sviluppo e del riequilibrio territoriale. La legge Romita concepì il finanziamento dell’opera in modo che il costo fosse a carico dello Stato per un massimo del 40%, mentre il rimanente sarebbe stato finanziato dal mercato, grazie all’inserimento della concessionaria nel gruppo IRI; nel frattempo, l’imposizione agli utenti del pagamento del pedaggio avrebbe portato col tempo all’ammortamento dei capitali investiti.
(poi non solo continuarono i pedaggi anche dopo aver ammortizzato i capitali, ma privatizzarono le stesse autostrade incassando montagne di denari)

 

Molti paesi dìItalia lungo alcune direttrici dei nuovi flussi, vengono nuovamente condannati all'isolamento e ripiombano nel medioevo. Per almeno venti anni molti di questi paesi ormai tagliati fuori, non avranno per i prossimi decenni una strada asfaltata ma soli sentieri sterrati che li riporta a un isolamento peggiore di prima, perfino dallo stesso capoluogo, e li condanna quasi tutti a una economia chiusa dove è solo presente l'agricoltura "eroica" e dove riprende fra gli abitanti lo scambio in natura perchè nessuno ha denaro, perchè nessuno ne guadagna e perchè nessuno riesce a raggiungere con i mezzi pubblici e privati altre località con potenzialità d'impiego (salvo emigrare e abbandonare il proprio paese).

Ma anche nelle stesse città appare ben poco modificato il sistema di distribuzione, per la carenza della produzione di veicoli industriali. Nelle città del Nord funzionano ancora i carretti tirati da cavalli; dominano ancora nelle grandi città per la consegna del collettame le ditte Avandero e Gondrand (che di moderno hanno solo messo ai mozzi al posto delle vecchie ruote di legno cerchionate in ferro, quelle di gomma usate di auto o di camion) e una miriade di carrettieri improvvisati trasportatori, mentre nel Sud si usano per i traini ancora asini e le lente mucche, mentre i più fortunati (e raccomandati) utilizzano i residuati bellici in mano a un Ente. E sono proprio questi ultimi, i camion stellati del parco ex macchine Usa, che fanno la spola con il Nord portandovi i primi prodotti ortofrutticoli di massa, che molti non hanno mai visto sulle loro mense o che fino a questo momento erano venduti ai borghesi solo da piccoli negozi in scarse quantità e a prezzi proibitivi.

I Pugliesi, i Calabresi, i Campani e i Siciliani monopolizzano subito il mondo delle bancarelle nel Settentrione, che subito si moltiplicano in un paio di anni, si decuplicano in 5 anni, e nei primi anni del '60 hanno ormai in mano tutti il comparto compresi i centri distributivi ortofrutticoli delle maggiori città del Centro e del Nord Italia. Nessun settentrionale aveva questa vocazione. Il 90% dei box nei Mercati Generali di Milano erano in mano meridionale. Il 90 % delle bancarelle di frutta e verdura rionali altrettanto.

Oltre che far conoscere i prodotti, le enormi quantità di ortofrutticoli riversatisi sul mercato settentrionale portò a un abbattimento dei prezzi stupefacente. Gli ortofrutticoli scesero dell'70%, gli agrumi del 80%. Fra l'altro come abbiamo già letto, non occorreva nessuna licenza di commercio. Chiunque poteva acquistare nel sud le arance, i pomodori, le melanzane, le insalata varie a lire 10 al chilo (quasi ogni prodotto citato viaggiava quest'anno su questi valori di mercato) metterne un grosso carico su un camion, arrivare a Milano o Torino, impiantare una monumentale bancarella con vere piramidi di prodotti e vendere il tutto a 60/90 lire il chilo; questo quando solo due anni prima il prezzo era il triplo, 200/300 lire.

Il "miracolo" fu questo! Una distribuzione "eroica" con fatiscenti mezzi, su strade impossibili e con tanta intraprendenza della gente meridionale, pur con il sistema produzione veicoli industriali totalmente carente per non dire assente del tutto.
La distribuzione degli altri generi era in mano a pochi grossisti locali. In una città di cinquantamila abitanti, al massimo ve ne erano un paio, gli unici ad avere un camion e quindi a monopolizzare l'intero mercato cittadino e ovviamente a imporre il prezzo che volevano (ad esempio lo zucchero - normalmente in una media città - era concessonario e monopolio di un unico grossista)

24 GIUGNO L'Austria invia un messaggio chiaro al nostro Governo: "vuole risolvere con energia la questione Alto Adige riguardo a quelle autonomie concesse nel dopoguerra (patto De Gasperi Gruber) e mai attuate dal governo italiano". Inizia un contenzioso da questo istante che si trascinerà per diversi anni; infine -a partire dal 1961- daranno il via al terrorismo sudtirolese che andrà a insanguinare e a causare numerosi morti fra le forze dell'ordine e fra gli innocenti.

6 LUGLIO Antonio SEGNI vara il suo governo. Un tripartito con DC, PSDI, PLI. Otterrà la fiducia il 19 luglio con 293 voti contro 265.

8 LUGLIO - Forti contrasti dentro la DC. Vengono espulsi dal partito consiglieri che hanno partecipato a una manifestazione partigiana (il pregiudizio persistente duro a morire è che tutti i partigiani sono di sinistra, quindi bolscevichi). Viene fatta sospendere la pubblicazione della corrente di Forze Sociali fondata il 27 settembre '53 con indirizzo sindacale. Mentre Fanfani diffida tutti gli iscritti DC di appoggiare la corrente di destra democristiana dove troviamo scalpitare Andreotti, Pella, Gonella e altri.

30 NOVEMBRE - Viene insediata la Corte Costituzionale dopo aver eletto non senza contrasti politici i cinque giudici.

8 DICEMBRE - Nasce il PARTITO RADICALE dopo la rottura all'interno del PLI. Una corrente di sinistra composta da 32 consiglieri hanno fortemente criticato il segretario MALAGODI, accusato di essere troppo vicino agli industriali. Fra i dissidenti troviamo EUGENIO SCALFARI, LEO VALIANI, ERNESTO ROSSI, LEONI CATTANI e altri.

 

14 DICEMBRE - ONU- L'Italia viene finalmente ammessa alle Nazioni Unite con altri quindici Paesi, all'unanimità senza più il veto dell'Urss. A non essere ammesso il Giappone e la Mongolia.


Gli scooter Vespa e il Nibbio degli anni 1955





L'Italia ha già quest'anno prodotto 1.000.000 di scooter VESPA e LAMBRETTA insieme ad altri modelli e marche come il GALLETTO della Guzzi, e il NIBBIO.

Parallelamente alla VESPA, alla LAMBRETTA e altri motoscooter e motocicli, non possiamo dimenticare il CUCCIOLO e il MOSQUITO, motorini da applicare alle biciclette, molto diffusi in Olanda (il 33% delle famiglie ne possiede uno), Francia (34%), Germania (11%). Mentre on Italia in 8 anni lo utilizzeranno solo il 2% degli italiani, molto più spendaccioni, visto che moto e scooter entreranno con un 24% nelle famiglie. L'industria nazionale preme, fa smettere di pedalare agli italiani, e in cambio pedala essa stessa verso profitti da capogiro.

Il "Galletto" della Moto Guzzi degli anni '55

FINE

RITORNA CON IL BACK
ALLE TABELLE

< < alla HOME PAGE DI STORIOLOGIA