Plinio racconta: Nerone accusato di aver incendiato Roma (anche se non era presente)
iniziò a perseguitare i cristiani, diventati martiri, come Pietro crocifisso, Paolo decapitato.

Prof. Giovanni Pellegrino

In questo articolo prenderemo in considerazione il rapporto
che si instaurò tra l’impero romano e religione cristiana nei vari periodi storici.


Tale rapporto fu molto complesso e complicato tanto più che nell’immaginario collettivo molto spesso si pensa a un atteggiamento persecutorio. Molti sono i luoghi comuni e gli stereotipi che si sono sedimentati sul rapporto conflittuale tra impero romano e i cristiani tanto che molto spesso nell’immaginario collettivo si pensa a un atteggiamento esclusivamente persecutorio fino all’imperatore Costantino che mutò questo stato di cose.

Nella realtà la situazione fu molto più complicata: delle dieci persecuzioni ricordate dalla storiografia cristiana alcune di queste hanno assunto un’importanza meno rilevante di altre dal momento che non tutte le persecuzioni contro i cristiani sono state caratterizzate dalla stessa violenza. Senza contare poi che il cristianesimo non avrebbe potuto prendere piede nell’impero romano se il contesto storico fosse stato del tutto ostile.

In sostanza non si può ridurre la storia dei rapporti tra romani e cristiani a facili semplificazioni che non consentono di comprenderne la reale complessità.
Appare evidente che l’ideologia cristiana per i suoi contenuti fortemente innovatori ed egualitari fu vista con una certa preoccupazione e timore dal governo romano. Ciò era ancora più vero se teniamo conto che i cristiani rifiutavano decisamente di attribuire onori divini all’imperatore .

Ma le persecuzioni contro i cristiani furono il frutto di rapporti tesi che si esacerbarono soprattutto con alcuni imperatori che più di altri videro nel cristianesimo una seria minaccia per la loro autorità.

La prima persecuzione contro i cristiani fu scatenata da Nerone e fu per così dire una delle conseguenze del tragico incendio che colpì Roma la notte tra il 18/19 luglio del 64 d.C. - Tale incendio rapidamente si propagò per tutta la città distruggendo 10 delle 14 regioni che costituivano Roma. L’imperatore Nerone nonostante quello che si pensa con tutta probabilità non ebbe alcuna responsabilità di tale incendio.
Infatti le abitazioni e le insulae vale a dire i condomini dell’antica Roma a causa della speculazione edilizia erano alquanto vicine e questo lo rendeva facile preda di incendi.
Per la verità Nerone che si trovava ad Anzio non appena gli fu possibile raggiunse Roma per seguire personalmente le operazioni di soccorso. Nonostante ciò cominciarono a circolare voci di una sua presunta colpevolezza nella genesi di tale disastroso incendio.

Queste voci diventarono più insistenti quando Nerone sospettò l’ipotesi di costruirsi in alcuni quartieri devastati dalle fiamme la sua fastosa residenza. Allora per allontanare da sé questi sospetti sempre più insistenti egli cominciò ad accusare i cristiani di aver appiccato il fuoco alla città eterna .

Pertanto Nerone cominciò a perseguitare crudelmente i cristiani e a mandarli a morte. Tra i moltissimi martiri di questa violentissima persecuzione vi furono l’apostolo Pietro che venne crocifisso sul colle vaticano e Paolo il quale fu decapitato in quanto cittadino romano per punire i cristiani come testimonia una lettera di Plinio il giovane; tuttavia a parte questa drammatica persecuzione operata da Nerone ancora nel II secolo d.C. non esisteva una legislazione specifica per punire i cristiani come testimonia una lettera di Plinio il giovane all’imperatore Traiano.
Plinio il giovane durante il suo incarico di governatore della Bitinia scrisse all’imperatore Traiano per avere indicazioni relativamente alle misure repressive da attuare contro i cristiani.

L’imperatore Traiano nella sua risposta a Plinio il giovane indicò di adottare alcuni provvedimenti repressivi ma solamente sulla base di regolari e non anonime denunce. Nella risposta di Traiano a Plinio il giovane non è riscontrabile tuttavia un vero e proprio spirito persecutorio contro i cristiani o per lo meno se tale spirito esisteva non era particolarmente violento.
In ogni caso i cristiani furono perseguitati non soltanto da imperatori più dispotici quali ad esempio Nerone e Domiziano ma anche da parte di altri come fu il caso di Valeriano e Diocleziano, l’inventore della tetrarchia.

Ma perché Diocleziano perseguitò in maniera violenta i cristiani?
Il regime della tetrarchia voluto da Diocleziano cercò di imporre una disciplina sociale rigorosa dotandola di un sostrato ideologico in grado di giustificarla. Tale sostrato ideologico fu trovato proprio nell’antica religione politeista romana .
Pertanto ogni resistenza o deviazione da tale religione sembrò a Diocleziano un crimine politico. In un progetto di restaurazione dell’autorità imperiale in senso assolutistico e divinizzante non poteva certo esserci spazio per forme di contestazione radicali come quella espressa dalla religione cristiana .

Per tale ragione Diocleziano perseguitò duramente e violentemente i cristiani. Nel 303 e 304 d.C. furono pertanto emanati alcuni editti contro i cristiani: in tali editti si ordinava di confiscarne i beni di chiudere le chiese e di proibirne le riunioni.
Ma non solo: fu condotta una vera e propria epurazione nei loro riguardi dal momento che i cristiani furono eliminati dalle fila dell’esercito e dall’apparato burocratico statale.

Inoltre molte furono le condanne a morte sotto l’impero di Diocleziano .
Questa persecuzione, la più grande nella storia di Roma, si sviluppo con grande brutalità e coinvolse tutti i ceti sociali provocando moltissime vittime e numerosi martiri. Nonostante tutto ciò la chiesa sopravvisse e persino progredì.

Se gli imperatori Massimiano e Galerio misero in pratica la stessa politica di Diocleziano nei confronti dei cristiani Costanzo Cloro adottò un comportamento più mite. Infatti in occidente la religione cristiana non si era ancora diffusa così capillaramente come in oriente.
Tuttavia la grande persecuzione contro i cristiani che si prolungò fino al 311 d.C. indebolì l’impero romano creò ulteriori tensioni e non ottenne gli effetti desiderati.

Fu l’imperatore Costantino a mettere finalmente fine alle persecuzioni contro i cristiani. Secondo la tradizione la decisiva vittoria di Costantino contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio sarebbe stata preannunciata da un segno in cui Costantino avrebbe visto comparire in cielo accanto a una croce la scritta “ in hoc signo vinces “ ossia “ contro questo segno vincerai .



La vittoria nella battaglia di Ponte Milvio nel 312 d.C. permise a Costantino di sconfiggere definitivamente Massenzio .
Tale vittoria avrebbe a sua volta determinato la conversione (???) di Costantino alla religione cristiana e l’inizio di una nuova politica religiosa verso i cristiani .
Nel 313 d.C. Costantino insieme a Licinio emanò l’editto di Milano con cui veniva concessa ufficialmente ai cristiani la libertà di culto.

L’avvicinamento di Costantino al cristianesimo dettata anche da ragioni ulteriori fu tuttavia motivato anche da un notevole realismo politico. Infatti oltre alle personali convinzioni religiose dell’imperatore l’apertura alla chiesa si spiega anche all’interno di un progetto più generale che mirava a ridare pace e solidità all’impero romano .

Infatti Costantino aveva capito che il cristianesimo con la sua forza morale e la sua ormai ben radicata presenza nella società romana avrebbe potuto costituire una solida base su cui rifondare l’autorità imperiale e l’unità sociale.
In ogni caso dobbiamo precisare che Costantino si fece battezzare solo prima della morte e che nella sua politica religiosa praticò un evidente e innegabile sincretismo religioso.

La complessità del legame che si instaurò tra la chiesa e l’impero si fece tanto più evidente nel momento in cui si pose il problema delle eresie.
Dal momento che Costantino si basava sulla nuova energia morale e sociale della chiesa per rinnovare l’impero romano in crisi risulta evidente che fu particolarmente interessato al mantenimento dell’unità interna della chiesa. Infatti la chiesa era diventata anche un importante fattore di coesione nell’impero romano.

Pertanto l’imperatore intervenne in prima persona talvolta coinvolta direttamente dalla chiesa nei momenti di maggior difficoltà dal punto di vista dottrinale prendendo sempre posizione a favore dell’ortodossia cristiana.
Oramai la religione cristiana era diventata sotto l’impero di Costantino un problema statale. Fu proprio Costantino nel 325 d.C. a convocare e presiedere a Nicea un importante concilio ecumenico .

In tale concilio fu condannata la dottrina del sacerdote di Alessandria Ario che negava la natura divina di Cristo e si stabilirono inoltre quelle formule canoniche del credo cristiano e del rituale.
Inoltre in tale concilio ecumenico si divisero i vangeli sinottici da quelli apocrifi e si istituì l’organizzazione amministrativa della chiesa modellata su quella dell’impero romano.

Costantino favorì in vario modo la religione cristiana durante il suo impero ma in ogni caso la maggior parte della popolazione era ancora pagana ragion per cui Costantino dovette tenere conto di tale dato di fatto ragion per cui dovette praticare il sincretismo religioso.

Ma orami la strada che avrebbe portato il cristianesimo a diventare la religione ufficiale dell’impero romano era aperta .
Tale percorso di affermazione del cristianesimo si completò sotto l’impero di Teodosio il quale nel 380 d.C. emanò l’editto di Tessalonica con il quale il cristianesimo fedele alle disposizioni del concilio di Nicea diventò la religione di stato dell’impero romano.

Di conseguenza il paganesimo fu perseguitato e i suoi templi furono chiusi o devastati.
La cristianizzazione dell’impero romano si scontrava tuttavia con una tradizione pagana ancora radicata sia nell’aristocrazia romana in quanto costituiva un legame con la tradizione e con il glorioso passato di Roma sia nelle campagne.
Infatti nelle campagne vi era una maggiore resistenza alla penetrazione del cristianesimo e più saldi erano gli antichi rituali pagani.

Pertanto malgrado le disposizioni ufficiali e le persecuzioni contro il paganesimo spesse volte reiterate il paganesimo sotto l’impero di Teodosio sopravviveva largamente nei vari ceti sociali. La sopravvivenza tenace di una certa tradizione pagana non era però l’unico problema indotto dalla progressiva cristianizzazione dell’impero . Infatti la chiesa era tormentata da varie correnti e da varie eresie che ne minavano l’unità e la coesione interna.

Prof. Giovanni Pellegrino

 
 
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