bimbe/pupe ieri, bimbe/pupe oggi

e se erano nulla ieri, sono un nulla oggi.
La morale potrebbe essere questa: "Chi acquisisce felicità sulla infelicità altrui
nel resto della sua vita non può che ricevere tristezza".

Abbiamo appena scritto nelle pagine precedenti....
Non ne valeva proprio la pena,
ricordare e rincontrare la "ex bimba"

INFATTI !
Per la cronaca (ne prendano atto le future "pupe" che investono tutta la loro vita nell'effimero) la famosa "bimba" che aveva brutalmente cacciato FRANCO (senza un motivo nè una minima spiegazione) per l'appariscente tenentino (nei suoi progetti, futuro generale) non ebbe poi tanta fortuna. Fra l'altro dovette aspettare - non tre mesi - ma 5 anni per "farsi" sposare. L'ostacolo a questa lunga esitazione del carrierista di accademia era forse dovuta ai motivi di come trattava la "bimba/pupa" il militaresco padre-padrone (che sfruttando l'avvenenza della 18enne figliola, la utilizzava per fare la cameriera al bancone del bar della caserma - così ogni sera ci riempiva la cassa): infatti a quel tempo la "bimba" a Franco gli scriveva in una accorata lettera .... "non mi sono mai sentita così umiliata".....

 


"... forse è davvero così..." - auto-diagnosi
(tutta sua!!) azzeccata.

.... ma anche il tenentino (lui laureato in ingegneria) deve averla trattata allo stesso modo, facendo la stessa "diagnosi", stimolandola però dopo sposata a riprendere gli studi, fermi alle medie. Ma purtroppo non andò per niente bene: l'impegno fisico e mentale non dettato da una volontà ma da una altrui sollecitazione, la "bimba" divenne tisica, si prese una brutta tubercolosi. E se non aveva raggiunta la maturità nella vita, non raggiunse nemmeno quella scolastica. Addio studi!
Poi, dopo mesi e mesi a sputare sangue (che avvilimento deve essere stato per una che viveva nella bambagia dell’effimero! cipria e permanente, permanente e cipria), guarita, ecco un altro avvilente "addio" subendo il bruciante oltraggio al suo Ego (forma primordiale di Io, orientato all’affermazione di sé); ci fu infatti l'abbandono sentimentale e carnale del marito.
Questi, non apprezzando quella che solo lei credeva di essere, forse stanco dei gratuiti sarcasmi (di cui lei è maestra) e le piccinerie della "narcisistica" bella (ma solo bella, quindi unicamente decorativa per i balli al circolo ufficiali), cornificandola si buttò nelle braccia di un'altra, non proprio bella, ma intelligente russa che però aveva i suoi stessi interessi (arte, filosofia, musica classica, storia, scienza ecc. - E forse anche qualcosaltro in più da donare.

Ricordiamoci di una (scritta a Franco) tardiva ammissione della tradita: "lui non mi voleva". (ma chissà perchè. Mai spiegato).
E anche quest'altra sua ammissione dopo che Franco le aveva chiesto "ma l'altra cosa aveva in più di te?", risposta: " lui voleva che io gli facessi certe cose, io non me la sentivo, ma si vede che l'altra glie le faceva. Io invece sono una asessuata" (persona, priva di interessi e attrazioni sessuali).
Sono queste sue due ammissioni, sia da una parte che dall'altra che non fanno di sicuro felice nè fanno continuare nel tempo una unione matrimoniale. L'amore qui è distante anni luce. E in quanto all'asessuata, lei indubbiamente lo era solo con lui. E di conseguenza lui lo era solo con lei.
Franco conoscendola bene, per averne ricevute le grazie, non direbbe proprio che era una asessuata, anzi lui dice "io la rispettavo, non gli ho mai forzatamente chiesto nulla, era sempre e solo lei di sua iniziativa a cominciare, a osare, a prendersi gli audaci momenti di piacere e anche a darli". Così buongustaia che non solo in casa ma anche fuori era così impaziente che gli faceva fermare l'auto in un viottolo di campagna per spegnere nel palato la sua sete del piacere dei sensi. Altro che asessuata !!
Che lei abbia poi voluto fare a Franco queste sue ammissioni-confessioni, non è solo molto strano, ma resta un gran mistero.

Indubbiamente col marito un certo tipo di trasporto sensuale non c'è mai stato. Quindi nemmeno l'amore. In più come abbiamo detto non vi erano alcune affinità, e tantomeno reciproci interessi.

La moglie che non aveva mai coltivato i tanti "inutili" interessi, con lo sbandamento del marito per la russa, si sentì offesa e tradita, ma poi pungolata nel proprio narcisistico orgoglio ("nessuna donna è meglio di me!") si diede da fare: a insaputa del suo uomo, gli registrò le compromettenti telefonate, scovò alcuni bigliettini sparsi per le tasche del marito, e alla fine pagando gli mise alle calcagne un investigatore; che alla fine gli rivelò dove si incontavano i due amanti; gli precisò un albergo di Milano dove dormivano, e lei messasi subito in viaggio - con uno "schianto di vestito" addosso - volle sorprenderli in flagranza.
Chissà che scena!! E che colpo nel trovarsi davanti una donna (ai suoi occhi) piuttosto scialba e senza neppure uno "schianto di vestito" addosso.
A quel punto la "bimba" cosa avrebbe dovuto fare? Separarsi, buttarlo fuori di casa, mandarlo al diavolo? Era il minimo, e sarebbe stata la sua fortuna!! se avesse iniziato una nuova vita. Era un suo legittimo diritto sia morale che legale.
Invece non fece nulla! E' presumibile che ci fu una furiosa litigata. Poi ritornarono al proprio "ovile", con lei - umiliata ma ostinatamente orgogliosa - a tenersi con indifferenza le corna fatte con una (che cocente affronto deve essere stato al suo Ego) meno bella di lei, anzi (ai suoi occhi) perfino scialba.
Ma perchè allora pedinarlo, perchè investigare, perchè andare a Milano? Solo per farsi vedere dalla rivale, come dire "io sono più bella di te", come se questo fosse sufficiente all'amante e bastante al marito !?.

Erano quelle corna già un affronto per la orgogliosa e sempre agghindata bella "bimba", ma poi il resto fu ancora più oltraggioso, umiliante e alla fine perfino tragico.
L'amante dopo la scena di Milano, all' uomo gli mise l'out out, "o me o lei". Lui cercò di barcamenarsi, ma la russa non stette al doppiogioco e al suo doppioletto. Reagì come fa un'amante. Anzi nel modo più peggiore. Mentendogli gli disse che aspettava un bambino, e in più... che l'aveva contagiata dell'Aids.
Piombò così nella città dei due coniugi e trascinò lui in tribunale per danni alla sua salute. La moglie ferita, umilata, ma orgogliosa delle sue beltà, sempre alla finestra con la sua celata indifferenza o al massimo con espressioni di amaro sarcasmo nei confronti del fedifrago marito. Possiamo immaginare che tipo di sarcasmi, risentimenti e invettive dentro in casa: "mi hai cornificata, umiliata, mi hai forse anche appestata, vai fuori dal mio letto nuziale, mi fai schifo!". Ma non fece molto di più. Agli amici e amiche salvò le sue apparenze! E lì, iniziò il bene e il peggio della boccaccesca ma anche tragica commedia.

Il bene: L'amante incinta poi non lo era, e in quanto all'Aids, era affetta solo da un Tricomonas (ma che è pur sempre un poco gradito regalo delle amanti alle mogli). Ciò a cui mirava l'amante per sparire e tornarsene in Russia era forse solo quella di estorcere una bella somma all'ingenuo consorte della cornuta "bimba".

Il peggio: L'uomo ancora nei suoi anni migliori, o per aver prima praticato un po' troppo la doppia cavallina, o per le vicissitudini sopra, piene di tensioni (figuriamoci che esistenziale armonia in casa!!!) pochi mesi dopo fu colpito da un brutto ictus seguito da una paralisi quasi totale.
La bella "bimba" con tante ambizioni e grilli per la testa, dimenticando il tradimento, l'oltraggio e le ultime umiliazioni (bambino, tribunale, Aids, ecc.), diventerà la sua premurosa badante per alcuni anni. Forse per riscattarsi, per ricordargli con il suo orgoglio offeso il proprio valore, quindi punire lo straccio di uomo e fargli capire nell'assisterlo quotidianamente "vedi tu hai bisogno di me, non di una russa". Insomma una sciocca tardiva rivincita alle precedenti umiliazioni. Ma a che pro - pur encomiabili - tanti sacrifici? Forse nemmeno lei saprebbe rispondere. L' "amor proprio" è proprio infinito.
Il complesso di inferiorità è molto spesso alla base di un atteggiamento altruista. La bontà, la generosità, la benevolenza spesso sono dettate da un profondo egoismo, il soggetto ha bisogno dell'ammirazione e della riconoscenza degli altri (deboli) per credersi forte. Lei aveva bisogno di questa riconoscenza, anche se era stata umiliata nel suo orgoglio e oltraggiata oltre che come moglie, anche come donna. (ma "non si nasce donne: si diventa" Simone de Beauvoir).
Infine l'amaro epilogo. A circa 50 anni di età, quella metà che ancor prima della malattia già non gli apparteneva più, si aggrava nel suo male, gli muore, e la "bimba" resta vedova con tutti i connessi problemi esistenziali e con una misera pensione, quindi anche con problemi economici, visto che entrambi tra tribunali e la lunga malattia avevano dilapidato tutte le proprie sostanze.
Che vita infernale!!

Nel frattempo il suo ripudiato e umiliato ex paracadutista, non poteva avere una vita migliore. Si era costruito una bellissima famiglia, una invidiabile situazione economica, una gran bella ospitale villa, una salute di ferro, e non smettendo mai di stupire, dopo un decennale pionierismo sui computer, e pionierismo pure su internet, con oltre un miliardo di visite che registra il suo sito ("Storiologia") è oggi conosciuto in tutto il mondo. Così i suoi dischi, ormai sparsi su tutto il pianeta.

Sfogliando la sua ultradecennale agenda, dove Franco da quando aveva 14 anni ha meticolosamente segnato tutti i suoi fatti esistenziale, dopo esattamente 50 anni esatti da quel famoso giorno "Mandalo viaaaa, non lo voglio più vedereeee", Franco che aveva appreso questo suo fallimento matrimoniale, oltre la tragedia finale, scrivendole un paio di lettere, nelle sue risposte si era turbato e commosso moltissimo. L'ha quindi spronata a riprendersi la vita, a non vivere di tristi ricordi, a riscoprire il mondo, che intanto è andato avanti. E perchè no? a scoprire anche il mondo del computer, il web e la posta elettronica; basta lettere, francobolli, l'attesa. Se alle 3 di notte sei insonne e hai voglia di dire qualcosa al tuo "lettore dell'anima", ti alzi, ti metti al computer, ti confessi, ti sfoghi, e viaaaaa.... inoltri...!
L'ha stimolata così tanto da essere perfino "logorroico". Ma ha colpito nel segno!! lei è andata così a lezione di computer, e dopo solo un paio di settimane ha iniziato le sue prime timide e-mail con Franco. Ma ci voleva tanto?
Poi dopo alcune e-mail (che sembravano sincere) i due si sono incontrati.

Ma che pena - racconta Franco- il rivedere quella che fu un tempo una amata beltà. Era allora solo una beltà e basta! E il basta è rimasto, con in più la sfiorita beltà. Una sciocchina cresciuta viziata. Le madri e i padri degli anni '60 hanno viziato le loro figlie, che poi a loro volta ci hanno partorito in abbondanza le veline di oggi con tanto egocentrismo infantile, che di solito nell'adolescenza dovrebbe scemare quando l'infante inizia a scoprire le proprie emozioni con l'empatia (il comprendere cosa un'altra persona sta provando).
Insomma, tante oche giulive oggi messe nelle luccicanti vetrine dagli spregiudicati media. Con un "io" intellettuale ed un "io" emozionale.
Il secondo - ovvio - è del tutto assente, mentre nel primo dominano due "io": uno negativo che è poi quello (infantile) incontrollabile, compulsivo, sempre critico (pur non possedendo il minimo substrato culturale), sempre giudicante, sempre sulla difensiva, sempre polemico/ingannatore, sempre ammonitore su tutto, e vi è sempre dominante la piccineria.
Mentre nei soggetti con un "io" positivo (bimbe cresciute) troviamo queste caratteristiche: si è razionali, comprensivi, indulgenti, bene informati, creativi, logico/sintetici, analizzatori, capaci di valutare.


Rivedendola la "ex bimba", una sciocchina, ambiziosa, amante delle apparenze e della piccineria, lo è rimasta. Eppure giorni prima, con delle sue e-mail, ricordandogli quel felice passato fatto di tante gioiose "pazzie", (dove allora il ritornello condiviso da entrambi - lo urlavano insieme - era la canzone di Celentano "Impazzivo per te" e "24.000 baci")
lei scrivendogli, era stata molto toccante ("ho sbagliato tutto lo so". "io ti ho voluto molto bene", "lui non mi voleva", "tu hai avuto tutto, io invece non ho più niente", invitandolo poi ad ascoltare la nuova bellissima canzone di Celentano "Quello che non ti ho detto mai..". Che inizia così, quasi una confessione: "Non ti ho detto mai veramente quello che tu sei per me, è difficile spiegare quello che ti riempie gli occhi e il cuore e da senso alla vita...."
Balle! Balle! Balle! Ma quale (presa a prestito) confessione? Una epistolare falsità. Molto simili a quelle (false) accorate lettere che gli scriveva molti anni prima a 18 anni, quando Franco metteva quasi in dubbio il suo incrollabile (sic!!!) amore:


SI ..... "...pronta a tutto "
anche a ... una cinica pedata.

Tuttavia la sua prima e-mail per il primo contatto per l'incontro, l'aveva conclusa con "un abbraccio", con la seconda con "un forte abbraccio", con la terza "un fortissimo abbraccio".
Quasi quasi Franco ci credeva, agli abbracci e alla canzone-confessione, ma poi nell'incontrarla, nessun abbraccio, nessuna parola o un gesto gentile, anzi ne ha "dette" ben altre, di cotte e di crude. La "bimba" è rimasta tale e quale, superficiale e volubile di cinquantanni fa. Inoltre altezzosa, aspra come un limone, ma un limone andato a male, cioè acida in ogni sua banale sentenza. Sempre espresse con sarcasmo. Ma allora per quale motivo è venuta all'incontro? Forse nemmeno lei saprebbe rispondere.

In un improvvisato week-end sulle rive di un romantico laghetto alpino (dove spesso soggiornava e scriveva Sigmund Freud), la mancata mondana principessina si è ripresentata sì molto agghindata, ma noiosa, banale nelle sue estetiche bizzarre manie di grandezza, una pusillanime, la frivolezza personificata, perfino ridicola per non dire penosa. Una bimba non cresciuta!

La quasi 70enne lo accoglie subito Franco con un repentino gratuito acido e sprezzante “non mi piacciono gli uomini con la pancetta” (eppure Franco è solo robusto, due chili in più sul peso forma, lui è uno sportivo, pratica ancora oggi lo sci, il nuoto, la montagna, non ha una ruga in fronte, nè ha le occhiaia, nè è uno sciancato; ma per la campionessa del fatuo (e non dei sentimenti) questo non bastava - e se nell'incontrarla anche Franco avesse detto repentinamente a lei: "non mi piacciono le donne vecchie con il seno cadente e senza sedere?" lei come l'avrebbe presa?); poi “hai una maglietta di 20 anni fa” (vedi foto sotto - c'è da vergognarsi vero? Una maglietta in filo di scozia! Uno vero schifo!- chissà cosa direbbe se incontrasse un Armani che non da 20 ma da 40 anni indossa sempre le sua semplice magliettina blu); poi ancora “con lo stesso fazzoletto ti pulisci il naso e la bocca” (ovviamente per lei in tasca ne occorrono due, lei è fine!); poi ancora "cosa? ti piecciono spaghetti aglio, olio e peperoncino? che schifo!!!", (Franco per educazione e per rispetto ai gusti degli altri (che non sono porci) dice solamente che questo o quello non mi piace, ma non che fa schifo); poi ancora “sei egocentrico” (proprio lei che è incapace di differenziare il proprio punto di vista da quello altrui); poi ancora "i capelli vanno tirati indietro e non sulla fronte" (siamo sul set del GF); poi ancora “giri il cucchiaino nel caffè male!!” (siamo alle piccinerie), e così via con altre idiozie, leggerezze, futilità, sarcasmi. Solo lei la divina del proprio (freudiano) narcisimo è perfetta!!
Gliel' ha anche scritto in una sua successiva e.mail (in maiusculo, cioè gridato) "Mi hai mancato di rispetto sin dall'inizio del nostro incontro, sei venuto vestito con una maglia e un paio di pantaloni di vent'anni fa". Inaudito ma vero! Indubbiamente Franco all'appuntamento doveva andarci con le (firmate) piume di pavone addosso e le (firmate) paillettes.
L'attempata "ex bimba" non gli ha detto proprio "sei uno stupido" ma - lei sì egocentrica bimba (tipico nelle bambine - leggi Piaget) a tutto tondo- lo pensava. Franco ha offerto a un amico un Chivas, lei subito pronta a bacchettare , "non si dice Chivas ma Civas". Insomma la sua vita è tutta lì, gode a biasimare, ed è forse nata e vissuta per fare solo questo. Gode nel sarcasmo gratuito.
Aveva ragione Erasmo di Rotterdam, in "
Elogio alla follia" "... si rodano il fegato, non dormono la notte, si angustiano in quistioni grammaticali, fin quando non hanno modo di trovare un piccolo sbaglio, nella ferma convinzione che toccheranno il cielo con un dito per stabilire incontrovertibilmente una data, una congiunzione, un avverbio, un accento, un punto o una virgola sbagliato. Come se fosse un'offesa da punir con la guerra. Ne conosco uno che barbaramente, pedantescamente non ne lascia passar una; e la bile lo rode se - sia pure per una solenne sciocchezza - non può esprimere un giudizio negativo. -
Napoleone - che nel parlare e nello scrivere era una frana - non era di meno, "ascoltate e leggete l'essenza, per gli errori contenuti c'è gente nata apposta per correggerli, perchè - poveretti - sanno fare solo questo".
Einstein sbagliava i compiti di aritmetica nell'aiutare a fare quelli della sua nipotina in terza elementare. Ma non per questo gli si poteva dare dello sprovveduto. Nè sicuramente il maestro che li scopriva gli errori, tronfio, poteva dichiararsi più bravo di Einstein, proprio lui che nel vestire era decisamente out.

Ognuno ha il suo ricco mondo di conoscenze e di esperienze. E anche un suo modo di vestire, libero, personale. Sono ormai due secoli che "l'abito non fa il monaco". Infatti nella Rivoluzione Francese, uno dei primi Diritti dell'Uomo, fu quello di abrogare le dispotiche regole del vestire, affermando che "ognuno è libero di vestirsi come gli pare". E il Franco "libero" questo diritto lo ha sempre preso alla lettera, sempre!! ("La moda è ciò che uno solo indossa. Ciò che è fuori moda è ciò che indossano tutti gli altri" Oscar Wilde)

Perchè nell'incontro Franco parlava molto nel raccontargli la sua dinamica vita, la "ex bimba" lo apostrofa "Sei logorroico". (proprio un bel complimento!!) - E lo dice a Franco, che proprio a lui gli dicevano ieri e gli dicono ancora oggi, che è di poche parole. Come rappresentante e poi come manager era piuttosto sbrigativo, e così anche nel suo negozio di computer; il suo motto è sempre stato: "tre passi, tre parole, tre domande" e subito bisogna intuire con chi si ha a che fare, se interessato o no, altrimenti è solo una perdita di tempo per entrambi. La concretezza (cioè la conclusione negli affari) è un'arte.
Quando in venti anni Franco - in ogni città d'Italia - contattò circa 100.000 clienti, non poteva certo essere logorroico, semmai sbrigativo. Quando vendette 6000 computer idem.
Certo che se gli chiedete oggi chi era Kant, Budda, Giotto, Churchill, Coppi, Topolino ecc. ecc., se poi lui di ognuno ve ne parla per un ora intera non deve dispiacere a chi l'ascolta, (lui che possiede una biblioteca come una Civica - 30.000 volumi - e ha una memoria come un computer) . Cosa che alle fatue "bimbe" è noia, è "logorrea", una perdita di tempo. Solo il gossip interessa loro, e gli articoli di chirurgia plastica per rifarsi tutto, anche la passerina.

Poi l'ultima perla della "bimba", a mo' di paravento ai propri limiti, che è un'affermazione di un suo "vivere di riflesso": scrive "io sono vissuta con persone colte"; ma se così è stato, non ha appreso proprio nulla. Salvo sapere come si pronuncia Chivas.
Se si vuole camminare molto e volare in alto, bisogna adoperare le proprie gambe e le ali della propria fantasia. Non bisogna mettersi su schiene e teste altrui.
Lei invece vive non per vivere, ma vuole (con quella frase) far credere di aver vissuto.


Eppoi chi sono coloro che spesso, impropriamente, chiamiamo colti? Ce lo dice argutamente Nietszche "Essi hanno qualcosa di cui vanno orgogliosi. Come si chiama quella cosa che li rende orgogliosi? Un mezzo chiletto di quella che Essi, i colti, chiamano cultura, ed è ciò che li distingue dal guardiano di pecore che non ha frequentato una scuola".
Come Franco.... qui sotto.... (in una vacanza relax in Sardegna)

Eppoi, hanno forse i colti l'oro in bocca? E se lo fosse l'oro è forse il valore supremo?
La storia umana ha sfornato tantissimi colti, che hanno scritto tante filosofie, ideologie, etiche, morali, ecc. Ma a leggerli sono sempre in contraddizione l'un l'altro, pur dichiarando ognuno con saccenteria che le proprie rappresentazioni mentali sono inconfutabili verità; ma barano tutti, alla fine le loro verità sono tutte relative, nessuna assoluta. Dalla loro bocca esce sempre stagno non oro.
Non parliamo poi di alcuni dotti odierni politici, una tristezza. Ogni persona di buon senso - anche non colta - inorridisce ascoltando certi presuntuosi, saccenti e spesso sfrontati personaggi politici.
Nessuno di noi (anche il più colto) ha un mondo che gira attorno a lui, ma siamo noi (spesso con solo qualche mezzo chiletto di sapere) che giriamo attorno al mondo.


Ero dunque partito per incontrarla - racconta Franco - dimenticando con nobiltà d’animo il sofferto passato, volendo solo ricordare - dopo giusto mezzo secolo - solo i momenti felici da ricondividere - con l’intenzione di abbracciarla affettuosamente, e avevo con me anche una grossa somma per aiutare la ex "bimba" così duramente colpita dalla sfortuna, che "non ha più niente". L'avrei abbracciata con commozione e tenerezza, gli avrei forse dato anche una carezza (avevo anche il permesso di mia moglie !!), l'avrei aiutata, anche se mi si fosse presentata con uno straccio addosso, zoppa e con un occhio solo. Le buone intenzioni umane non hanno bisogno di un "esame finestra". Nè potevo ipocritamente mirare ad un altro tipo di tenerezze, visto che la ex "bimba" ha 68 anni, e se non è ancora propria da ospizio, non è una Monica Bellucci ! E io ne ho 75 !! Quindi !!
Nell'albergo che ci ha ospitati, abbiamo dormito in due stanze vicine. E anche se nei nostri rivangati ricordi di molti anni fa ci furono momenti di gioiosa intimità, andando a dormire non ho ricevuto nemmeno il bacio della buonanotte. Se temeva di risvegliare in me sopite sensuali tenerezze o un assalto notturno (!!!), il timore era proprio infondato ! Quella notte io ho dormito senza alcun turbamento, saporitamente fino alle 10,30 del mattino. Non avevo accanto alla mia stanza una Bellucci!

Tenerezze, dolcezze, affetti, generosità? Me ne ha fatto subito passare la voglia! Con i suoi pensieri così tanto piccini. Una giornata deprimente. Non vedevo l'ora di lasciarla alle sue futilità e tornarmene alla mia metà, così sempre paziente, per nulla fastidiosa, con io sempre attento a suoi suggerimenti ma mai lei pedante e sprezzante, sempre aperta all'intesa, cooperatrice, una leale compagna, e inoltre con gli stessi interessi intellettuali, sportivi, formativi. Cosa mi avrebbe detto la "bimba" quando acquistavo case? che le voleva con le tegole rosse e non marroni? E quando dai tanti giri per l'Italia portavo a casa quadri che allora nessuno voleva, quali, Mondrian, Fontana, Sutherland, Afro, Hartung, Matta e tanti altri? che ero scemo, che erano pastrocci, che non erano di moda? E cosa avrebbe detto quando assieme ai quadri mi portavo a casa ogni settimana una valigia di libri che scovavo nelle cento città d'Italia, che ero matto, che spendevo soldi per "nulla"? E cosa mi avrebbe detto quando spregiudicatamente acquistavo migliaia di computer? che nessuno allora lo faceva e quindi io ero un pazzo? E cosa avrebbe detto quando per mesi e anni ho scritto un 1.000.000 di pagine di Storiologia? che sbagliavo i congiuntivi, gli avverbi, gli accenti, i punti e le virgole? No! la mia compagna osservava, qualche volta suggeriva, ma senza altezzosità, pedanteria. Anzi così intuitiva da anticipare quasi sempre i miei desideri. E mai una osservazione detta con sarcasmo. Il sarcasmo - ricordiamolo - è sempre indice di una stupida malvagità verso qualcuno che in cuor nostro disprezziamo, che odiamo, solo perchè nei dialoghi ci sentiamo inferiori.
Che tristezza !!
Se Franco avesse passato cinquantanni con lei, o l'avrebbe cambiata o lui con accanto lei non avrebbe mai combinato nulla, gli avrebbe anche a lui tagliato le ali, o forse sarebbe andato sicuramente anche lui... con una russa !!! ; la "bimba" gli avrebbe tolto il piacere della vita quotidiana, che è anche spesso fatta di abbigliamenti demodè e di ingenue e quindi assolvibili cretinerie.

La ex "bimba" oggi quasi settantenne, senza mezzi, seguita a sognare l'uomo alla moda con i lustrini e le piume di pavone "firmate", non rendendosi conto che nella sua inarrestabile decadenza fisica e psichica la vita le sta sfuggendo. Insomma che la concretezza nel quotidiano ieri come oggi seguita a non essere la sua virtù. Vorrebbe volare, ma si è tagliata sempre da sola le ali usando come forbici le sue ottuse e pedanti banalità dette con acredine. Per imparare a volare (osservate il semplice passerottino) si deve prima avere il coraggio di buttarsi giù dal caldo nido, poi imparare a stare in piedi, a camminare, a correre, a saltellare gioiosamente, a danzare e infine a volare; non s'impara a volare stando fermi ! E se lo si impara, non si vola sui deserti, ma negli spazi luminosi, o in mezzo al vento che zufola nelle valli, lo stesso vento vitale che fa ondeggiare i mari (i laghetti in montagna !!! !) avvolge nelle contrade le genti e le loro costruttive menti, fornendo loro emozioni, felicità, la presa di coscienza dell'incanto della vita. Certo una vita fatta di sventure non è piacevole, ma nemmeno bisogna ad ogni ora del giorno commiserarsi. Si deve - e si può - reagire.

Insomma la "bimba" non vive "l'attimo fuggente". Ha adornato con vestiti e belletti il corpo ma ha disadornato la mente. Non ha mai coltivato altri interessi, come li aveva il Franco, o il tenentino che a un certo punto deluso si stanca e abbraccia un'altra, meno superficiale, anche se meno "decorativa". Nè la "bimba" li ha mai ascoltati per uniformarsi appena un po' ad entrambi. Una debolezza d'animo scoraggiante con un irriducibile amore di se.
Non ha mai ascoltato l'ex paracadutista, e nemmeno ascoltato il tenentino quando parlavano o scrivevano di cose meno effimere, più concrete, più realizzanti.
Il legame di ogni rapporto, sia nel matrimonio come nell'amicizia, sta nei dialoghi, il parlare di reciproci interessi, mentre le piccinerie annoiano, sono la tomba del matrimonio (infatti, basta una scialba russa!) e anche delle amicizie. La bimba ha fallito sia nel primo che nelle seconde.

Purtroppo il recepire o meno certi messaggi, dipende molto dalla conoscenza, dalla formazione e dal substrato culturale di chi ascolta o legge.
Certo, non è detto che ascoltare persone che hanno molti interessi culturali oppure leggere opere geniali si diventa intelligenti a colpo sicuro. Tuttavia, potenzialmente, a contatto con una molteplicità di stimoli e lasciando che la mente frequenti un'atmosfera arricchente, anche la poca intelligenza trova terreno favorevole al proprio sviluppo.

Se questo non avviene e poi finisce male la colpa non è solo del fato. "Aiutati che Dio ti aiuta", dice un antico proverbio. Cioè non basta solo pregare una delle tante divinità per avere la grazia stando fermi, bisogna invece per ottenerla la grazia, mirare a una forza d'animo, ponderata per la propria e altrui armonia, e mantenersi in un sano equilibrio nel mondo che ci circonda, insomma "darsi una mossa". - Ogni "IO" (che è il gestore centrale di tutte le attività psichiche, rivolte verso sé stesso e verso l’ambiente esterno, generando la consapevolezza propria e della realtà) ha un proprio mondo, che interiormente è unico, con i nostri pensieri esclusivi, con le nostre emozioni personali senza uguali. Invece in molti - dopo che hanno inibito i propri pochi pensieri residenti o in lenta gestazione - vediamo solo delle identità massificate, che seguono l'abile e scaltro guardiano del gregge. Pensano e vivono e si alimentano con i pensieri altrui, già confezionati e incartati, introdotti a pacchetti nel cervello, già pronti all'uso ...all "uso e getta". E ovviamente non resta nulla.
Che tristezza!

La "ex bimba" insomma è rimasta "bimba", non si è evoluta. Lo si può anche capire, è stata sempre privata da molti soddisfacimenti vitali, soprattutto in quelli affettivi, duplicemente disastrosi, conclusasi tragicamente, che, è comprensibile, provocano numerosi disturbi: odio, rimozioni, complessi, nevrosi, depressioni, e tante tante insonnie.
Un odio-amore alternanti come la notte e il giorno. Infatti, in piena notte (insonne) alle 2,40 la "ex bimba" scrive a Franco "tu sei il lettore della mia anima"; poche ore dopo di giorno (forse perchè risentita da una mia oscura frase che forse ha colpito il suo orgoglio) ci ripensa "addio per sempre non leggerò più niente che ti riguardi". (l'indifferenza o certe fughe dalla realtà la si riscontra particolarmente sempre nella depressione).
Franco seguita a tacere, poi nella sua successiva notte insonne, alle 2,50, un'altra sua e-mail "tu mi odi per quello che ti ho fatto, perdonami di esistere". Un misto di pregiudizio e di eccessivo orgoglio. La bimba rimugina i propri errori ma poi li attribuisce agli altri, per sentirsi non colpevole, ma a posto nella sua confusa e buia coscienza. E non manca il farti osservare il suo grande e presuntuoso amore di se. "Sono (era) bella, quindi perdona la mia bellezza che ti ha turbato a Merano e in questi successivi anni". Che presunzione!!

Per me che esista o meno sono del tutto indifferente. Soprattutto dopo l'incontro, che lei ha reso quanto mai banale, oltre che deprimente. Chi ha perso è semmai lei, il romantico laghetto gli rimarrà sempre nella sua mente come la occasione perduta del suo vivere. Mentre io non posso lamentarmi del mio vivere, nè devo chiedere perdono di esistere a chicchessia. Come ho sempre fatto nel corso della mia vita, la stessa io non smetto di costruirmela operosamente ogni giorno sempre più interessante, entusiasmante, vivace e soprattutto senza critiche verso ogni cosa o persone. Solo chi non opera, ha il tempo per criticare. E spesso la critica può essere ancora più stupida di ciò che si vuole criticare (esempio: la "maglietta").

Poi la "bimba" ha continuato con altre idee buie, che significa essere in uno stato di grave depressione: "... da una mia amica un giorno saprai della mia dipartita, e forse un mazzo di fiori ci sarà da parte tua anche per me", oppure subito dopo "grazie per tutto ciò che mi hai dato, sono state iniezioni di vita". Mica tanto, viste le banali bacchettate e i sarcasmi di sopra, e quell' essere fuori dal mondo reale.
Il suo mondo è imbibito di amara nostalgia che significa essere pieni di tristezza e di rimpianti, e nello stesso tempo la stessa nostalgia - soprattutto nella solitudine - rende difficilissimo l'adattamento a nuove circostanze, porta alla vera e propria malinconia ed anche alle idee più fosche: "non mi hai mai amata, domani volo in Sardegna, se precipitasse l'aereo non me ne importerebbe nulla". E' questa una malinconia ridondante. E questo non è un vivere, ma un sentirsi già morti. Ma lei non lo sa!! Nè vuole che gli si dica. Però ... pensa già ai crisantemi che io dovrei portagli sulla sua tomba.

Se sopravvivo a lei, magari li porterei pure i fiori. Ma chi mi dice che all'improvviso non salti fuori dalla tomba per fare anche lì del surreale sarcasmo "i fiori sono avvizziri, non sono quelli che preferisco, amo un altro colore, sono pochi, ti sei sprecato, sei venuto con una maglietta orribile, pantaloni di vent'anni fa, ecc. ecc. C'è da aspettarselo conoscendo il tipo!!

Abbiamo appena letto il suo "addio per sempre, non leggerò più niente che ti riguardi". Poi ci ha ripensato e pochi giorni dopo arriva un'altra laconica e-mail "ti aspetto domenica 26 alle ore 15 - XY". Che cosa mai voleva dirmi ancora, dopo la gita flop al lago non si sa. Ma la sua è un'altalenare la coerenza con la incostanza!!
(ovviamente al nuovo incontro Franco non ci è andato, anche perchè aveva un grosso dubbio quale "maglietta adatta" mettere per il nuovo principesco incontro. Un dubbio - dice Franco - enormemente cretino. Erano di ben altro tipo i dubbi quando faceva antiterrorismo, quando si doveva buttare da 5000 metri, scalare una parete, acquistare 1000 computer, iniziare la prima pagina (oggi 1.000.000 ) di Storiologia. Aveva forse tempo di pensare alle magliette e ai pantaloni graditi alle "pupe"?).

In tutto questo si nota sempre uno squilibrio, l'incapacità di avere un'esistenza armonica, che risponda alle esigenze della propria vita. E ogni squilibrio esistenziale rivela un disadattamento più o meno importante. Ed ogni squilibrio psichico è il contrario dell'affettività armonica. Con repentini umori alti e bassi, pessimistici e ottimistici.
Infatti la ex "bimba" scriveva pochi giorni prima del preannunciato incontro (da tempo desiderato, che si sarebbe poi materializzato in quel lago molto romantico). "sono confusa, mi sembra d'impazzire, ho le lacrime agli occhi"; e racconta i precedenti mesi: "ero al mare e tu eri sempre accanto a me"; "Lo scorso Natale sono andata al mercatino della nostra Merano e nella folla io cercavo te"; "un mattino vedendo tutto buio, ebbi paura di perdere la vista e temevo di non poter vedere più il tuo volto"; "un fortissimo abbraccio".
A Merano, Franco con passione e amore, scattandogli bellissime fotografie gli aveva valorizzato al massimo la sua 18enne bellezza. Oggi lei ne ha fatto delle gigantografie e ci ha adornato tutta la casa. Patologico Narcisismo? O un tardivo ma apprezzato ricordo di Franco il "fallito"?

Uno direbbe ... ma allora non ha mai cessato di pensarti e di amarti ! Macchè, macchè, basta avere indosso una banale maglietta demodè, e ti ritrovi a rivivere il "mandalo viaaa!" di 50 anni fa. Allora per non avere delle lucenti stellette, oggi per una banale t-shirt. Per lei ieri come oggi sono le banali apparenze che contano, non i sentimenti! E credetemi, non è certamente piacevole frequentare chi ama con spinto feticismo le apparenze, anzi è una sofferenza, un martirio per chi è costretto a sopportare gli acidi sermoni su simili piccinerie per un'ora e un giorno intero. Avesse almeno letto "L'estetica" di B. Croce, si potrebbe anche capire, ma la sua estetica è quella venduta in serie, oggi perfino nei migliaia di outlet, cioè di massa, con l'ipocrita e ambiguo motto, che è un paradosso: "per molti, non per tutti". I molti chi sono? I compiaciuti di se stessi ( a comando ). E i tutti chi sono? I poveri cretini. Quelli che al mattino si mettono (che schifo!) una qualsiasi maglietta.


In quel ridente laghetto alpino, aleggia ancora lo spirito di Freud; chissà cosa avrebbe detto nell'assistere all'incontro, che spietata analisi, o meglio psicoanalisi, avrebbe fatto sulla "bimba" di ieri e sulla "ex bimba" di oggi, a passeggio nello stesso sentiero attorno al lago. Dove c'è anche un famoso e curioso "Sasso". Quel "macigno" - direbbe Freud - è quello che molti hanno nel petto, nella loro psiche, con la opprimente depressione. Anche se - la neuroscenza oggi insegna - le emozioni non risidono nel petto, ma risiedono nella mente. E una mente senza emozioni non è affatto una mente, è solo un'anima pietrificata, una creatura fredda, inerte. Un "macigno", appunto!

Franco prima d'incontrarla, l'abbiamo detto, aveva perfino un nascosto desiderio di riabbracciarla, farle una carezza a mo' di tenerezza. Ma come un riccio che drizza i suoi aculei anche a una carezza, così la "ex bimba" ha drizzato i suoi aculei, gli fatto prima gli esami di estetica, poi ha continuato a sproloquiare nel suo mondo delle esteriorità. Non ha colto l'essenza di un incontro, nè della vita che scorre, che spesso si nutre di semplici tenerezze, di gesti affettuosi come può essere una coccola! La "ex bimba" ha perso così - ancora una volta - una preziosa occasione della sua vita.
Dice Franco " Odio le persone che vomitano sarcasmi! Da queste persone giro sempre al largo. Accetto le critiche costruttive, ma non i sarcasmi gratuiti".

Franco voleva ricordare con lei il meglio del passato per dare brio al suo presente, e, aiutandola, fargli veder meno nero il futuro. In quello stupendo passato (dimenticando il peggio) c'erano i 24.000 baci dati sulla sua pelle, c'erano gli ultimi mille posati sui petali rosa del suo fiorellino, c'erano i palpiti del cuore, la reciproca gioiosa passione, il carillon nella mente, la sinfonia della vita, la bellezza dell'universo.
Chi non fremerebbe a simili voluttuosi ricordi? Lei non ricorda nulla. Ha rimosso il meglio della sua gioventù, il meglio della vita ( e si vede! pupa era e pupa è rimasta! ). Lei nell'anima, nel cuore, non sente nulla!! Lei non desidera nulla di simile, le piace solo il suo amor proprio!! Sul resto fa concorrenza al "Sasso", il macigno che abbiamo visitato insieme. E ho l'impressione che nella sua ormai permanente malinconia quel "sassolino" gli rimarrà sul petto fino all'ultimo respiro.
Che vita misera quella di un simile riccio che non sa cosa sia una carezza. Che vita scialba dover ruminare nel prato delle apparenze dove la vita come un albero di Natale in ogni suo ramo ha solo banali addobbi, finte stelle e ... tante fragili "palle".

Franco le aveva inviato per rivivere e volare una stupenda poesia: sarà finita nel water...

... e stessa fine avrà fatta quest'altra ...
"LA VITA" - di Madre Teresa di Calcutta
( per anni e anni, nel mio operare, viaggiando l'ho avuta incollata sul mio cruscotto )
La consiglio a tutti. All'inizio della giornata sono i migliori motti.


La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

"LA VITA" - di Madre Teresa di Calcutta

 

Ma non ha accettato nemmeno questo suggerimento. E qui ne aggiungo un altro di Erasmo di Rotterdam: "La nostra forza vitale è alcune volte la follia, e si è creatori della nostra forza vitale quanto più la propria ispirazione scaturisce dalle profondità irrazionali".

Questa è la VITA !! Il segreto è trovare il giusto equilibrio fra sensibilità e dinamismo, e anche una calibrata piccola piccola quantità di egocentrismo non è affatto male. Non basta vivere a rimorchio di altri, bisogna operare credendo nelle proprie forze e conoscenze e quindi usarle!! E nell'operare perfino correre con una presina di follia; dice Franco "non sono una statua, io amo il rapido correre, e devo continuamente fare progetti, anche se poi risultano progetti difficili, arditi, spesso folli, alcuni irrealizzabili. Il non fare nulla è per me la cosa più difficile del mondo. Io voglio essere continuamente spettatore della mia propria vita. Dopo avremo molto tempo per stare fermi! "

Del resto Franco è stato un "folle" quando faceva antiterrorismo e poi dipingeva; un "folle" quando si buttava da 5000 metri; un "folle" quando scalava le pareti; un "folle" quando per le sue capacità e onestà gli affidarono "la spesa viveri" del reparto paracadutisti; un folle quando maneggiava esplosivi (3 corsi di artificiere - dove semmai occorre tanta scrupolosità e molto sangue freddo); un "folle" quando con un camper viaggiava "on the road" per l'Europa; un "folle" quando si mise in testa di vendere celle fotovoltaiche; un "folle" quando si mise per primo a usare, a insegnare e poi vendere computer; un "folle" quando con la passione ha partorito in rete un 1.000.000 di pagine di Storiologia; un "folle" a ritirarsi dagli affari a 54 anni (per "Vivere"); e sempre una "follia" è stata - con la sua sensibilità - di ricordarsi dopo 50 anni una vera follia fatta lassù a Merano, quando nacque la passione e l'amore per una "pupa". (Franco non dimenticherà mai e poi mai che lasciò il reparto dei paracadutisti per lei !!!! ) D'accordo, c'è sempre un grano di follia nell'amore, ma d'altra parte in qualsiasi cimento c'è sempre un po' di ragione anche in quelle imprese che gli altri considerano una follia. Quest'ultima è sempre una componente importante nella creatività, nell'ardimento, nelle invenzioni, nelle scoperte, ed anche nella semplice esistenza di una vita come quella di Franco. Gli apatici, i "molli", i "vegetali" non creano mai nulla, nè fanno mai un passo osando. Se si muovono è solo per strisciare.

Lei di queste follie e passioni non ha mai avuto il minimo sentore, nè le ha mai provate. Le sue passioni spesso sono solo le frasi di una canzone, le sue idee sono le opinioni altrui, la sua vita solo un’imitazione. Ama molto parlare di niente, ed è l'unico argomento di cui sa tutto.
Lei - purtroppo per lei - ha le diligenti "profondità razionali".
E' una donna "precisina", rigida, poco incline all’informale, scarsamente disposta a concedersi pause emotive, a condividere momenti di abbandono o di commozione. Fredda, e per questo la sua vita gli pesa tre volte più di quella di chi non è terrorizzato dagli strafalcioni o è sgomento se indossa una maglietta non firmata.
Che vita travagliata dev'essere vivere così senza il senso pratico e un pizzico di sana follia.

"Cosa gli scriverebbe - dice Franco - se leggesse ora qui le mie impressioni di quell'incontro? "Ti odio, sei un essere perfido", ma questo è scontato conoscendo il tipo. Ma poi l'odio cos'è? E' una caratteristica profonda dell'essere umano. L'odio è come una piastra di acciaio messa a difesa del proprio "io" contro la quale si infrangono non solo le altrui critiche ma anche gli altrui slanci costruttivi più belli. Spinge i deboli a distruggere ciò che si oppone al proprio instabile e fragile modo sbagliato di pensare. Non si odia chi ci entra in casa e ci ruba del denaro, si odia chi invece entra nella nostra corazza e mette a nudo le nostre debolezze, le false certezze che ogni tanto prepotentemente emergono dal nostro mondo interiore in lotta, che vogliamo ricacciare dentro per non sentirle, perchè fastidiose, perchè sappiamo che sono la fonte dei nostri malesseri, delle nostre lacrime, insonnie, depressioni, indifferenza alla morte....
Oppure capovolgendo il suo odio gli scriverebbe, cercando di ignorare la propria inquietudine o per giustificare a se stessa i propri errori, "...perchè così tanto odio nei miei confronti?". Proiettando così il proprio disagio sugli altri e assolvendosi dai suoi confusi pensieri, che è come un voler lenire il proprio oscuro malessere. Ma agire così si bara con gli altri e si bara anche con se stessi.
Proverà indubbiamente rancore, ma il rancore è l'odio nascosto dentro di noi; lei forse dimentica che a fare le sue scelte è stata... proprio lei. Forse lo sa benissimo, ma - lei orgogliosa - non vuole ammettere i propri errori proprio davanti a me, ritenendomi un essere.... demodè, uno che si veste con una maglietta non firmata e quindi ...gli ripugna. Ma agendo così che vantaggi ne trae? Mistero.
Le disgrazie se sono accidenti si possono anche sopportare, ma soffrire per i nostri errori, questo è il dolore più acuto che si possa provare nella vita.
E lei sono sicuro, sta soffrendo per i suoi errori.

Forse gli scriverà anche "sei un satana, capace solo di non aver riguardo nell'infierire con cinismo sulle sofferenze altrui" dimentica che lei non ebbe gli stessi riguardi nè si fece dei rimorsi, ma ebbe solo del cinismo verso quel paracadutista - col viso pulito, sensibile e generoso - che si era fidato di lei, "generosamente" amandola, ed ebbe in paga il ripudio, il disprezzo e il cinico "fallito" e per sbarazzarsene in fretta e furia fece un'altra cinica azione, una pedata: "mandalo viaaa, non lo voglio più vedereeee!!". Amen !
Be' sappia la "bimba" che spesso il destino ripaga i cinici con la stessa moneta, e ricevendo la paga non ci si deve poi lamentare.
C'è anche un antico proverbio che dice "Chi costruisce la sua felicità sulla infelicità altrui nel resto della sua vita non può che ricevere tristezza". Insomma, chi salta troppo di gioia finisce per morire di tristezza".

"Se la sorte avesse invertito i nostri destini, felice lei, infelice Franco, lei si sarebbe ricordata di lui? Ma neppure in sogno. Solo un sensibile Franco è riuscito a farlo (inopportunamente). Quindi Franco non si deve vergognare proprio di nulla! Semmai è lei a dover chiedere a lui "scusa per la vile azione che ti ho fatto".
Quanto al Satana, sono semmai le streghe sparse per il mondo - Merano compresa - che sono sempre a suo pieno servizio.


"Penso però sinceramente che deve essere stato duro - con le corna e le successive avversità - il dover pensare per cinquant'anni di aver sbagliato uomo ("che non la voleva"!), e quindi sbagliato vita e percorso. Perfino l'ultimo tratto, la vecchiaia.
Nè la sciocchina - davanti alle oltraggiose umiliazioni ("La vita è la vita, difendila!!") - ha di rimessa colto al volo una occasione propizia per rifarsi una vita con una meno quotidiana solitudine che spesso se persiste rode silenziosamente come un tarlo l'anima, la mente, la stessa vita.

"Non resta che augurare buona fortuna alla "ex bimba", rimasta "bimba". Che potrà comunque sempre - che fortuna ha! - continuare ad ascoltare - per vivere - i preziosi e "disinteressati" consigli della sua parrucchiera. Adesso che è sola ...per frequentarla dispone di molto tempo !!!!
"Ma - racconta ancora Franco - merita ricordargli come finì la sua parrucchiera (sua infida consigliera). Finì con una mia boccaccesca vendetta. Dopo l'abbandono della "pupa", mesi dopo, da un comune amico, seppi che nutriva (ma guarda un po' !!!!!) un debole per me. Ma non certo io per lei. Anzi per quello che aveva detto al telefono, nutrivo solo del disprezzo!! Comunque sempre tramite l'amico riuscii a combinare un incontro. Avevo appena acquistato una fiammante spider Fiat-Zagato e con quella andai all'appuntamento (auto irresistibile per le falene). Lei espresse qualche maldicenza - ma questa volta indirizzata alla (ex rivale) ignara e sciocchina "bimba"; poi qualche sbaciuccamento, infine la portai in quello stesso prato dove avevo fatto per la prima volta l'amore con la "bimba". Qualche preliminare, poi al dunque gli sputai sulla natura in calore e l'abbandonai sola nel prato con una sola parola: "puzzi .....", poi alzandomi gli ripetei la sua famosa frase detta al telefono, "anch'io posso mirare a molto, molto, molto di più". Salii in macchina e me ne andai. Vendetta compiuta. Ma la meritava!

"Non se la prenda la "ex bimba" per ciò che ho ricordato e scritto qui, del resto lo ha detto lei che sono "il lettore della sua anima". E la lettura la si accetta anche per le osservazioni che ci sono scomode. Fanno crescere, anche se ("la vita è un'opportunità" ricordiamolo sempre) ormai è troppo tardi.


La sua vita se fa una onesta introspezione è stata - ed è - quella qui descritta, non un'altra!! E la sua è stata completamente diversa, molto, molto diversa dalla vita di Franco il "fallito"; e diversa lo sarà ancora
quella di Franco, fin che avrà vita. Per Lei invece dovrà solo aspirare per il resto della sua vita - ma solo in sogno - a una immaginaria gita al lago e nello stesso sogno sperare in astratto di recuperare quella carezza che Franco le voleva gioiosamente dare. Ma la gioia lei non la conosce, anzi non l'ha mai conosciuta.

E a Franco che cosa rimane di quell'incontro sul lago? La rimozione definitiva di un brutto ricordo, quello di aver preso 50 anni fa un grosso abbaglio per una bella "pupa" imbellettata, che già anticipava le veline di oggi, belle, agghindate, ma prive di carattere, individualità, con un modo di essere appiattito, quasi omologato. Vogliono assomigliare a una bambola gonfiabile, avere labbra a canotto e il seno di una giovenca, con il solo scopo ultimo di essere il passatempo maschile. Che tristezza!!

Dice Franco: "Mi sono (merito suo) dunque sbarazzato dello sgradevole ricordo di una "pupa", facendo scendere quelle mie lontane pene d'amore nei miei calcagni. Ora so che la "bimba" la posso mettere solo fra quelle giovani donne che hanno sollazzato il mio soggiorno meranese. Non di più; altro che pura, sincera e generosa affettività. La "bimba" usò Franco solo come nave scuola delle sue pulsioni erotiche. Sentimenti, lealtà, fiducia? Nulla di tutto questo. Come tante "pupe" a 17-18 anni in calore, lei mirava solo a un soddisfacimento carnale. Voglie, nient'altro che voglie. Salvo dimostrare a Franco il contrario. Cosa? giammai! Lei oggi esprime solo sarcasmi e piccinerie. Mai l'accenno a un lontano ricordo, mai una frase gentile e gioiosa, un complimento, un semplice sorriso dal vivo, ama solo se stessa anche se poi - autolesionandosi psichicamente - si piange addosso. Ti scrive, inopportunamente citandoti la canzone di Celentano "quello che non ti ho detto mai", ma poi se l'incontri non ti dice nulla, non "ti dice mai" proprio nulla di carino, sfoggia solo il suo amor proprio e le piccinerie; e per non deprimerti e finire come lei... vorresti solo fuggire!
Forse i rimorsi della coscienza insegnano a mordere. E lo fa con la cosa peggiore; con i pensieri piccini, ed è quasi meglio far del male che pensare in modo piccino. Anche perchè spesso il pensiero piccino sembra che dica "vedi, io sono la malattia". Ed è quindi meglio stare alla larga per non contagiarsi.


Per come gli è andata bene ogni cosa, Franco l'ha proprio scampata bella il non averla messa al suo fianco! La sua più grande idiozia semmai è stata quella di aver conservato (solo lui) per tanto tempo il ricordo di quei bellissimi istanti, brevi, gioiosi, felici. Si certo, poi lui li ha pagati molto cari, ma che importa il prezzo!! non si paga mai troppo cara una grande emozione che tu sai già che ti lascerà il segno. E quella meranese per Franco fu una grande emozione, una grande felicità, una follia d'amore, solo da lui registrata.

Dice Franco - "Volerli ricordare con lei queste emozioni non ne valeva proprio la pena !! Forse a novant'anni capirà se stessa. Ma ho molti dubbi. Chi nasce con tanto amore di se (amor proprio = orgoglio personale) quando questo diventa patologico è completamente cieco verso gli altri.
Aveva ragione Jean-Jacques Rousseau:

"Tutti, schiavi e vittime dell'amor proprio, non vivono per vivere, ma per far credere di aver vissuto".

Ma l'autore preferito di Franco è Nietzsche, con il suo "Così parlò Zarathustra". Un libro da tenere sul comodino per l'intera esistenza. Chi lo ha letto, lo rilegga spesso. Perchè nella lettura, ogni volta qualcosa ci sfugge sempre. Anche perché ieri eravamo una persona, oggi siamo un'altra e domani un'altra ancora.
Sì, certo, spesso dentro di noi in alcuni giorni c'è il "caos", ma è lo stesso Nietzsche a suggerirci che
"ci vuole la musica del caos prima che l'universo partorisca e poi faccia danzare una stella", "meglio essere pazzi di felicità, piuttosto che pazzi di infelicità"
Inoltre cosa ama Zarathustra (Nietzsche) ?

"Io amo colui che cammina sul filo teso tra due baratri" , "Io amo chi osa", "io amo chi ha coraggio, chi conosce la paura, chi guarda nel baratro con fierezza, e poi lo sormonta e vince"; e se cade e si ferisce?: "io amo colui la cui anima resta profonda anche nella ferita".

Franco nella sua vita non si è mai fatto mancare i baratri, con audacia ha sempre osato, e senza avere mai paura ha sempre avuto coraggio.
Fin da quando era paracadutista civile - è sempre vissuto con quelle frasi contenute nella canzone dei paracadutisti: "A noi la morte non ci fa paura: / ci si fidanza e ci si fa l'amor / se poi ci avvince e ci porta al cimitero / s'accende un cero e non se neparla più".

Franco ha perfino fatto un pellegrinaggio...
a Sils Marie >>>

Quando leggerete queste pagine (una delle tante del 1.000.000 di pagine di "Storiologia") forse Franco è già morto da anni. Ma è ancora Nietzsche a dirci "Tutti gli esseri viventi hanno creato qualcosa che andava al di là di loro stessi". Ovviamente Franco, nel suo piccolo, piccolo, piccolo vissuto. (solo circa 1000 mesi di soggiorno su questa Terra, come la maggior parte degli umani).

FINE

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Oggi. Qui la moglie di Franco ...
lui invece come dice la "ex bimba" è " con la orribile pancetta"
e "mancando di rispetto" (!!!) prima alla "ex bimba" e qui a sua moglie
indossa la horribulus maglietta (che orrore!! che indecenza!! che schifo!!)

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(Perchè questo curioso racconto che esula forse dal contesto?
Perchè Franco - dopo "Storiologia", ha intenzione di scrivere un interessante libro, "Psicologia della vita quotidiana negli anni '60-'70" . I suoi anni ruggenti. Ovvero ripercorrere il miracolo economico; il primo edonismo emergente dei figli dopo che padri e madri avevano vissuto la guerra e la povertà; il mercato di massa per i prodotti di largo consumo; la pubblicità con le nuove tecniche che esercitò un potere enorme e un'inedita capacità di condizionare gusti e comportamenti dei giovani di allora (madri e padri di oggi); la trasgressività nei confronti dei valori e della morale tradizionale, che fu in pochi anni quasi bandita dal mondo dei fiori (sic! fiori del male!); e - nonostante le rivoluzioni culturali - il vecchio concetto che bisognava studiare per sapere e quindi conoscere, il nuovo affermava che bisognava studiare solo per avere tutti il pezzo di carta, cosicchè scaricò nella società sì una massa di alfabetizzati ma sul resto tanta ignoranza soprattutto nei valori, e tanta apatia nelle proprie forze oltre che nelle proprie capacità, che sono poi il frutto di esperienze positive che spesso nascono da quelle negative.
Scriveva inutilmente Pier Paolo Pasolini: "Il bombardamento ideologico televisivo non è esplicito: esso è tutto nelle cose, tutto indiretto. Ma mai “un modello di vita” ha potuto essere propagandato con tanta efficacia che attraverso la televisione. Il tipo di uomo o di donna, che conta, che è moderno, che è da imitare, che è da realizzare, non è descritto o decantato: è rappresentato!" - " La televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci".

Gli antropologi, allarmati, proponevano nuove interpretazioni sul mondo delle cose e sull'immediato stupido desiderio di come appropriarsene ("vogliamo tutto e subito!" gridavano i sessantottini, ma già tutti uguali con l'eskimo addosso, già standardizzati, spersonalizzati, già pronti per fare il gregge.
Non furono ascoltati. Furono solo degli spettatori ininfluenti davanti all'emergere di trend quali in narcisimo, l'edonismo e il lusso "firmato", godibile anche da chi - essendo poco più che oche giulive - non se lo poteva permettere. Ma la pubblicità fu autoritaria, plagiante e sottomettente: "che vita sarebbe senza..." questo, quest'altro e quell'altro. E si cadde nella astuta trappola. Oggi ci si vende perfino l'anima e il corpo per possedere i lustrini.
L'edonismo era una filosofia greca, una filosofia del godimento, amor dei piaceri, ma salvo una piccolissima minoranza rimase poco applicata per secoli, nemmeno i boriosi benestanti l'applicarono. Ma poi negli anni '60 l'edonismo esplose in modo virulento nella massa.
Anche l'epicureismo (ricerca del godimento dei piaceri come fine supremo della vita e norma della felicità) gli andò dietro di corsa, ma la massa scelse l'amor del piacere peggiore, perchè proprio lo stesso Epicuro fra i piaceri stima in sé migliori quelli d'ordine spirituale. In second'ordine quelli materiali. In una frase, che non è per nulla ammuffita: "scegliere il mondo dell’essere, non dell’avere e dell’apparire!" Si possono cosi evitare tante frustrazioni, depressioni, solitudini. Alcuni si sentono soli in mezzo a una folla, mentre altri si sentono in mezzo alla folla anche quando sono soli se hanno i propri pensieri come cari amici. E i nostri pensieri se sono messi bene a coltura nei nostri miliardi di neuroni possono essere infiniti, possono darci la gioia di vivere, le emozioni, la felicità.

Esplose negli stessi anni '60, la moda, il firmato, il consumo dei cosmetici. Bisognava ad ogni costo apparire per essere qualcuno/a. Col risultato che spesso e in crescendo oggi ha più valore il vestito e non chi lo indossa. Il concetto che siamo noi a impossesarsi delle cose venne ben presto ribaltato; oggi sono le cose a impossessarsi di noi. Ovvero le cose che possiedi, finiscono col possederti.
La pubblicità ha spinto la gente ad affannarsi ad avere cose di cui pochi ne hanno bisogno. Addirittura molti svolgono lavori che detestano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno.
Che tristezza!

Gli abiti della maggior parte delle grandi famose firme li fanno in un grande fabbrica-laboratorio a cento metri da casa mia. Le più famose scarpe e borse, davanti a casa mia. I jeans stracciati a qualche chilometro da casa mia. Cioè fatti in serie, per la massa. Quante effimere illusioni dentro il branco di pecore !! E che bella presa in giro da parte dei ricchi e scaltri produttori. Vendono a 100 ciò che costa alla produzione 10. Il valore intrinseco e bassissimo, ma quello che conta nella realtà mercantile di oggi è il costo - e ovviamente il successo - del martellante plagio pubblicitario. Fino a far toccare ai sottoacculturati il più irrazionale e becero feticismo.

Fu lo psicologo Alfred Binet il primo a tentare di dare una spiegazione al motivo per cui alcune persone idolatrano certi oggetti o parte del proprio corpo e sviluppò una teoria secondo cui ogni cosa per le labili e piccole menti può diventare oggetto di venerazione e feticismo parossistico.
Sapete quando i jeans divennero un normalissimo capo da indossare? Li si considerava (anzi si criminalizzavano) come un vestire di cattivo gusto della teppaglia cappelluta della beat generation, guai a indossarli in ufficio, a scuola, nei luoghi pubblici. Poi un bel giorno Gianni Agnelli li sdoganò - dicendo che erano pratici - indossandoli in un importante consiglio di amministrazione. Il giorno dopo con addosso i jeans si presentarono alla Fiat migliaia di impiegati, mettendo in serio imbarazzo i capi ufficio bacchettoni. Chissà se in quella riunione ci fosse stata la "bimba" di sopra.
Anche Franco fu un precursore della praticità e del casual, quando operò come rappresentante e poi un decennio (anni '60/'70) come ispettore vendite. Tutti i suoi colleghi, erano allora dei damerini, vestiti, incravattati, impomatati, affettati, prolissi. Lui invece - di proposito - una giacchettina e una semplice t-shirt. (fino allora era una banale canottiera in uso presso soldati Usa nella 2nda G.M.). Questo (di proposito) per non mettere a disagio i clienti che visitava, che nel quotidiano non sono sempre agghindati. E i clienti apprezzavano, parlavano sciolti, erano a loro agio, e alla fine lo premiavano con gli ordini e infine lo salutavano come amico cui fidarsi. Migliaia di clienti amici. Così quando divenne ispettore per tutta Italia nei confronti dei suoi sottoposti, trattava i suoi rappresentanti da amici. Così quando divenne per dieci anni manager di un'azienda pubblica, i dipendenti non credevano ai loro occhi nel vederlo a non tirarsi indietro quando c'era da lavorare sporcandosi le mani. Così per dieci anni i suoi clienti dei computer. E così oggi con il suo sito su Internet, riceve di media 100 e-mail al giorno, da politici, industriali, giornalisti, da semplici studenti (molti di loro lo vanno a trovare, e davanti alla sua preziosa biblioteca, fanno spesso le due di notte, e a quel punto Franco non li manda via ma li fa dormire nella sua accogliente villa). Sempre disponibile a rispondere, ad aiutare e a dare preziosi suggerimenti. Infine i suoi ex commilitoni parà di 50 anni fa, tutti si ritrovano ogni anno per continuare quell'amicizia nata a Merano solcando i cieli o scalando montagne.
E Franco è anche generoso: tramite un suo carissimo amico, al Vaticano, Nunzio Apostolico, con sette nunziature nei Paesi più poveri del mondo, paga lui ogni anno una scuola e una mensa di bambini meno fortunati di lui, in Madagascar.

Torniamo a noi.
Quanto alla liberazione sessuale, siamo oggi all'apice dell'edonismo, del narcisimo e anche qui del feticismo... femminile. Una delle operazioni chirurgiche più di moda è oggi la labioplastica. Avere una vagina bella e non slabbrata simili a bistecche pendenti di vacca , apre molte porte, ci si può affermare nel mondo effimero, facendosi cosi ammirare la stretta passerina con le rosee labbra rifatte, aprendo con disinvoltura le gambe. Con le gambe ma non certo con l'apertura della mente. E' vero, L'origine del mondo è lì, ma lo è anche per le scimmie, ma poi per gli umani - non dovremmo mai dimenticarlo - c'è anche qualcosa d'altro d'ammirare, conoscere, godere, emozionarsi. Altrimenti siamo e restiamo scimmie.
Forse fra non molto, dopo "miss bellezza", "miss tette" e "miss lato b" (a Vicenza hanno eletto una 16enne (con la gioia di padre e madre!!!!)), ci saranno anche i concorsi di "miss vagina d'Italia" e alla vincitrice gli si appoggerà sull'inguine la ambita corona di "vulva d'oro". Chissà che gioia, che felicità, che emozioni, per le "bimbe" prescelte e in brodo di giuggiole le loro madri e padri.

Ne leggereno delle belle nel percorso che Franco sta per iniziare. La fanciullezza in Abruzzo durante la guerra fra bombardamenti, sfollamenti, fame e tragedie in famiglia; nella gioventù il ritorno nella nativa e opulenta Biella (allora ogni cento lavoratori c'erano 160 posti disponibili); poi il corso di paracadutismo a Viterbo presso i Sabotatori Carabinieri; poi 4 anni nel reparto paracaduitisti a Merano, prima a contrastare i terrorosti altoatesini, poi le brigate rosse; poi rappresentante di commercio; poi dentro una multinazionale ispettore per tutte le città d'italia; poi manager di un'azienda industriale pubblica; infine con un'azienda tutta sua, come pioniere dei computers e di internet.
Nel lavoro e nella vita quotidiana essendo sempre stato un attento osservatore (come dimostra www.storiologia.it ) Franco ne avrà da raccontare!! Compresa la nuovissima, ma già iniziale trasgessiva, effimera vita "sentimentale" di alcune "belle bimbe", nate nel primo dopoguerra ma subito già viziate dalla spingente legge delle apparenze, dalle paillette e dagli amori usa e getta. (ecco il motivo del personale racconto fatto sopra)
Un lontano domani le pagine di Franco saranno l'antropologia politica-economica, culturale e sociale di quei tempi del "boom", visti e vissuti in primissima persona; e abbiamo l'impressione che in Italia simili tempi sicuramente non torneranno mai più. Resteranno per i posteri solo un ricordo.

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