DA
RADIO BARI (24
Settembre 1943)
Italiani!
Nella speranza di evitare più gravi offese a Roma, città
eterna, centro e culla della cristianità ed intangibile
capitale della Patria, mi sono trasferito in questo libero lembo
dell'Italia peninsulare, con mio figlio e gli altri principi che
mi hanno potuto raggiungere.
Mi è accanto il mio governo, presieduto dal Maresciallo
Badoglio (che
consisteva in tre ministri), sono con me le nostre
valorose truppe (non vi era invece un solo soldato
che combatteva contro i tedeschi) che con rinnovato
entusiasmo combattono per scacciare dal sacro suolo della Patria
la furia devastatrice dell'inumano nemico della nostra razza e
della nostra civiltà (!!!)
Ogni giorno mi raggiungono, chiamati dalla voce dell'onore e fedeli
al giuramento a me prestato (perfino alcuni Collari
dell'Annunziata stavano facendo la fronda al Re),
quanti riescono a sottrarsi al tradimento del nemico ed alle lusinghe
dei rinnegatori della Patria; l'eroica aviazione è qui
riunita (non vi era più un aereo ma solo qualche
cicogna scassata) e non ha mai interrotto il suo
cammino di onore e di gloria; la nostra flotta, dopo la prova
di cosciente fedeltà e di disciplina voluta dall'armistizio,
solca nuovamente il mare della Patria portando alto come sempre
il tricolore. (era invece alla fonda a Malta e ad
Alessandria, dopo la totale consegna agli anglo-americani,
avvenuta proprio il giorno prima)
Da qui, dove batte il cuore della Nazione, io parlo a voi italiani
che in paese occupato o sparsi per il mondo seguite con appassionata
ansia il travaglio della Patria. Sono profondamente amareggiato
per quanto una esigua minoranza di persone nate in Italia tenta
di tramare ai danni della nostra terra, Madre e culla comune,
istiuendo una illegittima parvenza di governo attorno ad un passato
regime che volontà di popolo e libera decisione degli stessi
suoi dirigenti ha definitivamente condannato.
L'inqualificabile condotta di qualche già valoroso soldato,
di pochi cittadini che, gli uni tradendo il giuramento prestato,
gli altri dimenticando le ripetute assicurazioni di fedeltà
a me personalmente date, fomentando la guerra civile, incitando
gli italiani a combattere i propri fratelli, può ferire
il mio cuore di Re, ma non diminuire la mia assoluta certezza
negli immancabili destini della Patria.
Ogni tradimento sarà sventato, ogni viltà verrà
smascherata, ogni difficoltà sarà vinta; ritornerà
presto a risplendere la luce eterna di Roma e d'Italia.
Ne dànno sicuro affidamento il valore delle nostre truppe
(di cui gli anglo-americani diffidavano, e non la
volevano a fianco - le usavano solo come facchini al porto)
la cosciente entusiastica fedeltà della popolazione, il
reale poderoso apporto delle forze alleate (lui le
chiama alleate, una parola che dava invece fastidio soprattutto
agli inglesi. L'armistizio lungo, come
sappiamo, come contenuto era stato tenuto segreto, Churchill spazientito
e avverso ai partiti del CLN, non ne poteva più, finchè
il 14 luglio del 1944, "si sfogò" affermando
"noi pensiamo che sia venuto il momento di rendere pubblici
i lunghi patti della resa ("resa senza condizioni",
e non "armistizio". (Document of American foreign
relations, VII, p. 161, nota 3 e 174, e nota 2).
Non appena possibile, il governo, cui ora il Maresciallo trasfonde
tutta la sua anima di fedele ed invitto soldato (il
24 ottobre Badoglio spregiudicatamente lo inviterà a dimettersi
e farsi lui nominare reggente del piccolo Vittorio Emanuele),
seguendo le mie precise direttive, allargherà le sue basi
(Badoglio, lo farà presto in Sicilia, stroncando
con la repressione la democratica tendenza indipendentistica)
in modo che tutti possano partecipare alla vita politica del Paese
come ora tutti ne seguono e ne condividono il duro travaglio
(Badoglio invece impedì con la repressione
il formarsi dei partiti - altro che "condivisione")
Italiani, ascoltate la voce del Vostro Re; nessuno sia sordo all'appello
della Patria. Il sacro suolo d'Italia deve essere al più
presto liberato dal secolare nemico (!!!
come Benedetto Croce, che pur essendo uno storico, dimenticava
che fin dai Comuni, i Lombardi mandavano suppliche al Barbarossa,
e che suo nonno entrò a Roma nel 1870 grazie al favore
dei Prussiani) che non ha potuto nascondere l'innato
istinto di oppressione e di odio.
Tutti uomini e donne d'Italia, portino il loro contributo di passione
e di fede a quest'opera sacra di liberazione obbedendo al Governo
del Maresciallo Badoglio interprete della mia volontà
(così "interprete" che sta proponendo
ai suoi colleghi di "far fuori" il Re e tutta la sua
dinastia), Italiani, come nel lontano 1917 ancora
una volta il vostro Re si rivolge a voi e vi chiama a raccolta:
l'ora che incombe sul nostro Paese è grave, sarà
certamente superata se tutti ritroveranno la via dell'onore, se
tutti sapranno dimenticare nel supremo interesse della Patria
ogni propria personale passione.
Facciamo che la Patria viva e risorga; ogni nostro sentimento,
ogni nostro pensiero, ogni nostro sforzo sia teso a questo compito
sacro. Seguitemi: il vostro Re è oggi, come ieri, come
sempre con voi, indissolubilmente legato al destino della nostra
Patria immortale.
Vittorio Emanuele III, Re d'Italia
Bari 24 Settembre 1943