L'ITALIA DEI
COMUNI E DELLE SIGNORIE

Subito dopo l'Anno 1000 si svilupparono in Italia in alcune contrade dei governi autonomi detti "COMUNI" (derivante da "comunità"). Che via via raggiunsero una certa indipendenza di fatto. I primi furono Genova, Milano, Bologna, Venezia, Roma (anche se il primo in assoluto fu Lazise, sul Lago di Garda). Contrade che iniziarono a consorziarsi per difendere i proprio diritti nei confronti delle istituzioni feudali. Ma soprattutto dalla Chiesa che governava alcuni territori attraverso un suo Vescovo e i suoi Parroci che accompagnavano dalla nascita alla morte i suoi (appunto detti) Parrocchiani. All'inizio si formarono veri e propri centri della comunità, ma che ben presto assorbirono anche il contado, creando così ceti sociali, comprendenti nobili, artigiani, contadini. E ben presto anche sedi di uomini d'arme per difendersi dagli usurpatori esterni. Nascono così delle amministrazione che gestiscono il territorio, le finanze, e si estendono le organizzazione di interesse generale, quali le produzioni artigianali, agricole, imprenditoriali e gli addetti ai primi servizi. E sono queste ultime che assorbendo piccoli villaggi nella loro periferie, diventano sempre più estese e andranno assumere il titolo di "Comuni". Il più esteso (con 1.287,4 kmq,) diventerà Roma. Ma anche Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, diventeranno importanti centri metropolitani, dove sempre di più per le numerose attività economiche coniarono anche una loro moneta, che andranno con i numerosi mercanti a trasfomare i Comuni in Città in centri operosi. Ma alcune città curarono molto anche l'arte, l'architettura, che ben presto diventeranno le più belle città non solo d'Italia, ma dell'intera Europa e del mondo (come Venezia, Firenze, Roma). Altre ancora cureranno la cultura e gli strumenti indispensabili all'istruzione, come le Università che daranno impulso a tutto il sapere; il giuridico, il letterario, il Diritto, la Medicina, la Filosofia. All''alfabetizzazione contribuirono molto numerosi copisti diffondendo quindi il Sapere. Quel Sapere che dopo le Crociate i reduci oltre questo, fecero rientrare in Italia perfino testi latini che gli Arabi avevano tradotto e conservato nelle loro biblioteche. Nascono le prime in Sicilia, dove nasce la Scuola Siciliana, subito dopo la Scuola Toscana dove nel '300 nascerà il Dolce "stil novo" (Dante ecc.), la poesia popolare, la giullaresca e la poesia. E in parallelo si apprende anche tutto il Sapere.
Prima, gli unici dotti erano i preti e i monaci; furono proprio questi ultimi che avevano fatto nascere le prime scuole nei conventi che con gli emanuensi (copiatori di libri) avevano le fonti del sapere, ma putroppo queste fonti erano quello dei "Secoli bui". Qualcosa di diverso era già nato a Bologna nel 1088, ma ancora in parte in mano ai preti; mentre la prima vera (libera) Università (Statale) nasce a Napoli con Federico II nel 1224 che al ritorno dalle Crociate ha portato con se montagne di libri che andrà in breve, prima a creare una grande biblioteca a Palermo, poi queste a diffondersi in tutta Italia con la nuova Università di Bologna, poi Padova. Ma testi di medicina erano già apparsi alla Scuola Medica Salernitana, la prima illustre Accademia ma solo medica.

Alla fine del Medioevo saranno 21 le università sorte sul territorio italiano, che rivoluzionano in breve tutto il Sapere; tra il 1400 e il 1550 infatti avviene la nascita e l'inizio del Cinquecento che porta la Cultura del Sapere nel futuro, con l'appropriato nome "Rinascimento". Purtroppo iniziano proprio con il 500, con gli stranieri e la stessa Chiesa (con la "Riforma") le dispute religiose e territoriali, trasformando l'Italia in una terra di conquista. Si arriverà agli inizi dell'800, con l' Italia divisa tra due soli Regni a Nord e a Sud; quello a Nord di Sardegna Sabaudo e quello Borbonico nel Sud. Sconfitto quest'ultimo, l'Italia diventa "Unita" con la proclamazione ufficiale di Regno d'Italia, il 14 marzo 1861.

 

 

 

 

 

Anche se il nome "Ducato" era stato - dopo la loro discesa in Italia- introdotto dai Longobardi nelle varie contrade italiane, con la perdita dei loro domini, l'Italia era tornata libera, e ogni territorio - come abbiamo visto sopra - a partire dall'anno 1000 aveva iniziato l'"Epoca dei Comuni" e delle "Signorie". Ovviamente alcuni degli amministrartori che erano sorti, più capaci e avidi di altri (e fra questi anche la Chiesa) a spese dei vicini più deboli allargarono il loro territorio anche con le armi.
Dal 1395 i Capi delle maggiori Signorie, con le loro conquiste iniziarono a dare un nome al loro territorio che alcuni chiamarono Ducato, altri Domini, altri ancora: Repubblica, Regno, Stato, Marchesato. Ma alcuni - nonostante varie invasioni di stranieri - rimasero potenti fino al 1800, come quello di Napoli, lo Stato della Chiesa, quello di Venezia e quello dei Savoia.

I ducati eretti dopo il 1395 furono quelli riportati nella Tabella sopra. Ma ricordiamo che il Ducato di Savoia aveva la sovranità solo sul Piemonte solo più tardi si estese anche in Sardegna. Infine, chiamandosi Repubblica ci fu Venezia che dominò in seguito il suo territorio con il titolo di Doge. (fino alla fine della "Serenissima" quando la conquistò Napoleone nel 1797).

A metà '800 l'Italia era divisa come la tabella qui sotto. Ma già vediamo che due territori sono quasi dominanti. Il Regno di Sardegna con il Re Sabaudo, e il Regno delle Due Sicilie con il Re dei Borboni. Il primo (oltre quello della Chiesa) mise fine al secondo e finalmente con la proclamazione ufficiale di Regno d'Italia il 14 marzo 1861 l'Italia fu unita. (anche se mancava ancora Venezia ancora sotto il dominio Asburgico: fin quando (pur resistendo con la "Rivolta di Manin) il 19 ottobre 1866 si firmò il Trattato di Venezia, con il quale l’Austria cedette Venezia alla Francia e questa, a sua volta, all'Italia sabauda(i veneziani erano piuttosto ostili; ma poi nello stesso anno, fu fatto un plebiscito e Venezia entrò a far parte definitivamente dell’Italia). (con un SI che fu chiamato plebiscito "Burletta"). Non come scrissero i giornali
"...tutto si svolse con mirabile ordine e fra universali manifestazioni di gioia".
Scontenti dell'esito, per Venezia e per tutto il Veneto ci fu una fuga con una massicia emigrazione per l'estero, che un veneziano arrabbiato così volle bollare "Savoia, Savoia... ma per magnar ....dovemo andar via...vacca troia". - VEDI STORIA DI VENEZIA >>>

 

L' INIZIO 800

 

 

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