Prof. Giovanni Pellegrino
I Dogon sono una particolarissima tribù africana caratterizzata da una convinzione che li rende diversi da tutte le altre tribù africane.
I Dogon pensavano di essere discesi da una stella che si era avvicinata alla terra. La stella in questione era quella che noi chiamiamo SIRIO la più luminosa stella in cielo.
Tale tribù africana ha attirato l’attenzione l’interesse degli studiosi per diverse ragioni. In primo luogo non esiste nessuna altra tribù africana che avesse identificato stelle particolari o semplicemente mostrato qualche interesse per una stella in particolare. In secondo luogo Sirio ( tale stella appartiene alla costellazione del Cane) era interessante solo per gli antichi egiziani i quali la chiamavano SEPT .
Gli studiosi sostengono che gli antichi egiziani fossero meno progrediti astronomicamente dei sumeri loro contemporanei anche se ne sapevano abbastanza per predire in modo approssimativo il giorno in cui sarebbe cominciata la piena del Nilo.
E nel giorno in cui ogni anno Sirio appariva prima dell’alba .
L’Egitto faceva cominciare l’anno solare da quello annuale “sorgere di Sept” a metà luglio subito seguito dalla piena del Nilo che inondava e fertilizzava i campi. A tale riguardo dobbiamo ricordare che l’Egitto attribuiva grandissima importanza al fatto che il Nilo fertilizzava i campi tanto che l’Egitto è stato definito un dono del Nilo.
Proprio il fatto che i Dogon attribuivano tanta importanza a Sirio suscitava grandi domande a cui è difficile dare una risposta. Ad esempio una domanda molto interessante è : perché i Dogon hanno scelto Sirio come loro antenata?
E poi come si erano accorti oppure da chi erano stati informati che la stella Sirio si muoveva a zig zag?
Ma in quale zona dell’Africa si trovavano i Dogon questo misterioso popolo?
Essi si trovavano in quella che oggi é la Repubblica del Mali nella quale si trovava tutto quello che restava di Timbuctu la più antica e la più dotta città dell’Africa.
Molto famose presso gli autori che hanno studiato i Dogon sono quelle sculture in legno nello stile Dogon . Trattasi di figurine grottesche dalle proporzioni strane. Proprio tali sculture dei Dogon sono considerate senza dubbio degne di essere studiate.
Infatti gli studiosi che si interessano dei Dogon sanno che quelle figure intagliate avevano una funzione prettamente religiosa. Infatti ciascuna di tali figure era destinata ad attrarre e ospitare un particolare fantasma . In particolare si trattava dello spirito di un antenato o di un capo morto.
A dire dei Dogon a meno che uno spirito non prendesse felicemente sede in una di queste statuine c’era il pericolo che vagasse senza trovare pace. Pertanto lo spirito in questione essendo infuriato poteva sfogare la propria rabbia su un villaggio creando problemi agli abitanti di tale villaggio.
Se non era utilizzata da uno spirito una scultura non aveva nessun valore per i Dogon. Quando cominciava a marcire o veniva rosicchiata dalle formiche essa veniva considerata inadatta per ospitare uno spirito e subito un'altra figura veniva intagliata per sostituirla.
Pertanto la prima statuina non importa se artistica veniva messa da parte come un oggetto senza importanza cosicché una persona non appartenente ai Dogon poteva anche acquistarla se voleva .
Una caratteristica delle statuette Dogon era rappresentata dal fatto che la testa era sproporzionatamente grossa rispetto al tronco.
Tuttavia tale dato di fatto non era assolutamente casuale in quanto le proporzioni della testa non erano lasciate al caso né erano tantomeno frutto di un errore dello scultore.
Infatti gli scultori Dogon erano convinti che proprio nella testa alloggiasse lo spirito. Per tale ragione la testa era sproporzionatamente grossa dal momento che gli scultori assegnavano soltanto un terzo o un quarto della scultura al resto del corpo.
A differenza dei greci e degli etruschi i quali pensavano che la sede della vita fosse il fegato uno scultore Dogon pensava che la testa era la parte essenziale del corpo e della scultura. Con le loro statuette i Dogon volevano esprimere la natura spirituale della realtà.
I villaggi dei Dogon erano molto diversi dai villaggi delle altre popolazioni africane. Era come se quegli edifici spuntassero da terra invece di venire costruiti. Formati di argilla sembravano enormi pezzi di ceramica .
I Dogon erano molto diversi dai Bantù .
La loro pelle li metteva nella categoria dei neri dell’Africa occidentale piuttosto che in quella dei Bantù. I Dogon vennero studiati con attenzione dall’etnologo francese MARCEL GRIAULE che trascorse molti anni con tale popolo africano.
L’etnologo francese dopo avere vissuto tanto tempo con i Dogon affermò che aveva abbandonato tutte le sue precedenti idee riguardanti la mentalità dei popoli africani.Nel corso delle sue indagini approfondite sui Dogon Griaule raccontò di aver ascoltato parlare un vecchio cieco per più di un mese. Tale uomo anziano era considerato dai Dogon un uomo saggio che conosceva moltissime cose appartenenti al sapere tradizionale di tale tribù.
Quell’uomo saggio fornì all’etnologo francese preziosissime informazioni sulle intricate conoscenze mitologiche di quella tribù riguardanti la natura dell’uomo e dell’universo.
A detta dell’etnologo francese la mitologia dei Dogon era caratterizzata da una coerenza interna e dimostrava altresì una saggezza segreta .
Inoltre per lo studioso francese alla base di tale mitologia vi era un apprendimento della realtà molto superiore a quello che normalmente si riscontra nelle altre popolazioni africane .
Sempre a dire dello studioso francese la sofisticata mitologia dei Dogon era caratterizzata da un apprendimento della realtà uguale a quello che la maggior parte delle popolazioni europee pensa di aver raggiunto.
Il tipico villaggio Dogon era costruito su ripidi pendii riparati dalle rupi .(vedi immagine di apertura)
Si trattava di agglomerati di capanne d’argilla in mezzo a granai e altri edifici aggiunti il tutto circondato da mura. Sembra che i Dogon si installarono tra i monti Bandiagara tra il X e il XIII secolo per fuggire a degli invasori.
Ma secondo la loro storia tramandata oralmente venivano dall’antico regno di Mande . Le centinaia di chilometri di rupi parallele al Niger davano rifugio contro gli uomini a cavallo che venivano per catturare schiavi.
I Dogon per non sprecare terra arabile costruivano le loro abitazioni sulla roccia. Dobbiamo dire che i loro bisogni materiali erano pochi e semplici. Si potrebbe dire che cercavano di tirare avanti senza dare segni di avidità.
Non è mai stato fatto un censimento ma si calcola che siano ancora oggi all’incirca 250 mila i Dogon raggruppati tra i monti Bandiagara.
Riguardo la teologia dei Dogon dobbiamo dire che essi credevano in un dio singolo lontano fatto di puro spirito.
Egli aveva creato la terra a dire dei Dogon scagliando un grumo d’argilla dal cielo. Tale dio subito dopo la creazione aveva messo sulla terra due gemelli chiamati Nummo . Essi si muovevano liberamente tra cielo e terra per portare su quest’ultimo materiali celesti dai quali erano stati ricavati i primi tessuti.
Concludiamo il nostro discorso sui Dogon mettendo in evidenza che rimarrà sempre un mistero il fatto che una tribù cosiddetta primitiva abbia costruito la sua religione attorno alla probabilità che la stella Sirio sia stata la sua dimora d’origine .
Ma il fatto più incredibile e misterioso era che la leggenda Dogon conteneva informazioni di carattere scientifico che l’astronomia doveva poi confermare molto tempo dopo l’elaborazione da parte dei Dogon della loro teoria leggendaria.
Una cosa è certa ovvero che i Dogon sono un popolo che sono stati in grado di costruire una teologia e una cosmologia molto sofisticate che tra l’altro contengono degli elementi confermati dalla scienza occidentale. I Dogon denominavano queste loro conoscenze mitologiche e astronomiche con la suggestiva espressione “profonda conoscenza”.Prof. Giovanni Pellegrino