RIVOLUZIONE FRANCESE

1800 - GLI EVENTI  di quest'anno
(i link inseriti sono per ulteriore approfondimento)

LA NUOVA RELIGIONE DELLA RIVOLUZIONE
"IL CULTO DELLA RAGIONE"
destinato a fallire

Dal 1789 il laicismo della rivoluzione aveva fatto in Francia molti progressi; aveva introdotto il matrimonio civile e il divorzio, proibito qualsiasi discriminazione religiosa, l'assoluta neutralità dello stato nei confronti di tutte le fedi, smantellato il monopolio ecclesiastico dell'educazione, ma non aveva eliminato certi atteggiamenti e perfino alcune ostilità tra chi voleva una politica di rinuncia totale ad ogni tipo di religione, chi voleva autorizzare la libertà religiosa di ogni fede, e chi invece (legati al papato) premeva per far ritornare la cattolica riconoscendola come "dominante"; una parola questa che -allora- non era per nulla gradita ai rivoluzionari, e neppure poi a Napoleone.
Nel suo inarrestabile processo di scristianizzazione (in certi casi con una vera orgia di empietà, apostasie forzate, sinistre esibizioni e vere persecuzioni) la Francia voleva rompere definitivamente ma irrazionalmente col suo passato. Le responsabilità di tutti i mali provocati del feudalesimo francese era attribuita agli  ecclesiastici  papali, e i mali peggiori a quelli della chiesa gallica.
La Francia quindi fondò la sua "religione" con il dogma del "culto patriottico";  il suo credo era nella Dichiarazione dei diritti, gli officianti il legislatore, le cerimonie battesimali erano i giuramenti civici davanti agli "altari della Patria", i suoi simboli la coccarda, il tricolore.
Della religione cattolica,  adottò il modo per fare i suoi inni,  le sue processioni e infine con l'atto più anticristiano di tutta la rivoluzione sostituì il calendario gregoriano, quel prima e dopo Cristo, doveva essere d'ora in poi prima e dopo la rivoluzione,, e nacque così il Calendario Rivoluzionario (Lo abbiamo riportato QUI > >)
Tutti i culti e le religioni, sono delle creazioni dell'uomo, nati per la necessità di dare un sistema morale a una società composta di uomini, per tenerli uniti, impedire loro sbandamenti. Religioni  non sempre trascendentali ma molto simili nel cercare di realizzare ideologie sociali di giustizia e di fraternità;  il sogno di ogni filosofo!
In Francia i riti cristiani furono sostituiti dal "culto della ragione" e della repubblica. L'apoteosi si raggiunse alla "festa della ragione" di Notre Dame a Parigi il 9 novembre del 1793.
Abbiamo detto che le religioni sono creazioni dell'uomo, ed infatti,  a Parigi si celebravano i nuovi culti con invenzioni assurde, con atteggiamenti frivoli e profani, o con  il freddo razionalismo della rivoluzione.
Si creò (si scimmiottò) con i caduti della rivoluzione il culto dei martiri; nacque il culto di Perrin Doguè della Sathe di cui si raffigurava l'ascensione al cielo su ali tricolori; poi c'era - uno dei più seguiti - il culto trinitario di Marat, Chaliere Lepeletier; a Besancon c'era il culto dei dodici apostoli  creati questi ultimi per diffondere il nuovo vangelo in tutte le contrade della Francia; e fra tanti, il più violento perchè imposto (ma durò poco!) c'era il culto dell'"essere supremo", una parodia irriverente del Dio cristiano, inaugarato il 7 maggio 1794 (il 18 floreale anno II) da Robespierre che affermava "l'Ateismo é aristocrazia!".
Inutile ribadire che in fatto di creatività umanistica e filosofica, come contenuti, al di fuori dello spirito patriottico, non c'era nulla, solo tanta sterilità, si tentava solo di sostituire, copiare; affannosamente si cercavano delle alternative, che in molti casi risultarono anche  ridicole, tuttavia con la persecuzione, si imposero ovviamente sulle altre, perchè si prodigava il "terrore" anche nella sfera "spirituale".

Nella provincia, nelle campagne con le classi incolte, la scristianizzazione lentamente arrivò anche nei villaggi, ma non frivola come in città, i nuovi culti furono presi seriamente, e genuinamente accettati come religiosi; sugli altari ai culti della ragione, officiavano  le migliori  fanciulle della borghesia, trasformatisi in "vestali" della repubblica, sacerdotesse della ragione, dee della universale religione naturale professata.
Il popolo minuto in questa esperienza che durò dal 1994 al 1802, abilmente plagiato con  riti,  feste solenni (veri baccanali che ricordavano quelli dionisiaci) e i discorsi retorici sciorinati nelle decadi (il giorni di riposo che sostituivano la domenica) fuse subito la precedente religione con la  nuova, e alla prima inferse un duro colpo. Anche perchè la partecipazione alle feste era obbligatoria, per gli insegnanti, gli studenti e i funzionari municipali che apparivano tronfi nelle manifestazioni, dove sfilavano o presenti nelle piazze vi erano le immagini dei martiri.
C'era una sorte di rivalsa verso soggetti che forse prima non si erano comportati molto bene nelle file ecclesiastiche; questi soggetti indubbiamente non erano certo votati alla veste talare che avevano indossato, né tanto meno erano nati per una missione evangelica. Si riconobbero subito! quando buttata la tonaca, questi apostati, convinti che la chiesa era finita, furono i più zelanti a spaccare tutto, a depredare chiese e arredi.

Ma quando gli entusiasmi dell'ardore patriottico iniziarono ad affievolirsi, si diffuse l'indifferenza. La "scatola" era vuota! Questa operazioni  "nuovi culti" era stata forse portata avanti con troppo spirito di irriverenza sulla religione cristiana, e come abbiamo appena letto spesso anche scimmiottandola nel sostituirla, con lo scopo di impedirgli di riconquistare il predominio, cioè eliminarla a poco a poco dalla coscienza della nazione.
Una impresa disperata, tentata dal troppo razionalismo di un gruppo che si credeva intellettuale ma non aveva capito nulla del popolo minuto. 
Non c'è da meravigliarsi, come strategia politica, l'aveva adottata del resto lo stesso cristianesimo,  e prima del cristianesimo costantiniano, l'" idea"  fu di Shapur con il Zoroastrismo. Ma queste avevano preso il meglio, innanzitutto dalla spiritualità indiana, come il trascendente; poi certo, avevano anche mutuato gli aspetti esteriori con i riti, le cerimonie, le feste, il calendario, i paramenti, gli altari e le liturgie, prese tutte a prestito perfino dai pagani, dai greci, dai romani, dai parsisti, dagli ebrei e dagli egiziani, dagli islamici; ma non per questo  veniva meno l'aspetto fondamentale della religione stessa.
(anche oggi il cristianesimo ha inserito nelle sue manifestazioni i rockettari che solo pochi anni prima condannava come blasfemi - Vedi Bob Dylan)

In 1800 anni la Chiesa non era solo divenuta una efficiente struttura ecclesiastica amministrativa (anche se antiquata), ma c'era una componente spirituale gigantesca, la commozione nelle manifestazioni  liturgiche era ormai entrato nel DNA dei fedeli; ed erano a questo punto legate alle antiche abitudini esistenziali delle comunità contadine  e non solo contadine, in molti aspetti della vita sociale della collettività.
In simili condizioni (soprattutto quando si usò la forza per convincere)  con la nuova religione rivoluzionaria, diventò impossibile eliminare, modificare o imitare la supremazia spirituale che la chiesa seguitava ad esercitare da quindici secoli; impossibile immediatamente tutto ad un tratto sostituire l'immensa autorità morale riposta non necessariamente nei preti, ma nelle autocoscienze degli stessi "fedeli" sia essi osservanti o non credenti. Una fede la si può anche non accettare, ma non violentando chi la professa, non fa parte della "naturale" etica umana, e l'etica non è certo monopolio di una sola confessione o di una religione per quanto eletta e universale essa sia.

Tra il settembre 1794 e il settembre 1795, la convenzione introdusse in Francia la separazione tra chiesa e stato: lo stato non avrebbe più sovvenzionato alcun culto; manteneva la libertà religiosa ma sotto il suo controllo; i ministri di culto dovevano prestare giuramento di fedeltà alle leggi della repubblica; infine tutte le chiese dovevano essere messe a disposizione dei costituzionali e ai devoti di altri culti.

Napoleone salòendo in autorità, considerava tutto questo un riassestamento politico e poneva una netta distinzione tra gli aspetti temporali e spirituali dell'autorità della chiesa; mentre il papa  era convinto che essi erano inseparabili e che il potere temporale aveva funzioni spirituali.
Napoleone invece voleva  trasformare Parigi nella capitale spirituale oltre che temporale dell'impero con la "sua" religione.
Quando arrestò il papa, fece trasferire a Parigi l'intero Sacro collegio. Per il papa era  disposto offrire, e perfino a far costruire un palazzo papale davanti a Notre Dame, che gli regalava; e se il papa accettava il  ruolo che gli offriva Napoleone, al massimo poteva diventare il cappellano di sua altezza imperiale.

Napoleone commise l'errore, anche se strategicamente era valido (era un generale!), di trattare il papa come un semplice capo di uno Stato (il pontificio) che voleva assoggettare come tutti gli altri, perchè lo aveva contro.
Il papa era in Italia, e per Napoleone possedere l'Italia voleva dire controllare il Mediterraneo e l'Adriatico, soprattutto l'alto adriatico austriaco e  quelle pontificio, cioè i nemici.  E per far questo non poteva avere uno Stato del Papa contro.
Il travaglio per modificare il suo atteggiamento fu lungo, le trattative difficili, e molte le crisi diplomatiche. Non facile  riassumerle qui in poche pagine, sia prima che dopo il concordato.

Comunque la svolta la si ebbe - come abbiamo ricordato negli eventi dell'anno 1800, quando Napoleone, dopo la vittoria a Marengo, a Milano, scese a un compromesso col papa firmando poi il 15 luglio 1801 il concordato conosciuto come il "CONSALVI".
Napoleone con il suo realismo politico seppe valutare l'ascendente della religione sulle masse e il suo valore come garanzia di ordine sociale, strumento per conciliare gli uomini all'idea dell'ineguaglianza e per renderli disposti ad obbedire all'autorità terrena.
L'opera di pacificazione e di riconciliazione intrapresa da Napoleone esigeva quindi la pace religiosa, indispensabile per sanare le aspre divisioni interne che si erano venute a creare con la nuova religione, che anziché unire, dividevano. Insomma la "religione del culto della ragione" dopo dieci anni era fallita, scarsa l'influenza sul popolo e grande  il danno in molti apparati della vita civile, quella stessa che prima era in mano alla chiesa. 

Gli uomini del "Sacro collegio" del "
culto della ragione" erano gli stessi, perfino stipendiati da Napoleone, ma quello che mancava era l'aspetto spirituale. Messi  i sacerdoti tutti sullo stesso piano si erano spogliati dell'autorità  morale. E nemmeno Napoleone poteva risolverlo il problema  seguendo l'esempio di Enrico VIII d'Inghilterra, con una Francia protestante. Primo perchè poteva risultare alla fine un altro esperimento capace un'altra volta di fallire, e secondo, il ruolo di controllore di una chiesa costituzionale non era proprio adatto al temperamento di Napoleone.

A salvare la situazione (che riteneva critica) fu la sua elezione a Primo console  il 24 dicembre del 1799 e l'elezione di Papa PIO VII il 14 marzo del 1800 in un conclave tenutosi a Venezia. Il cardinale Chiaramonti salì così sul soglio vacante di Pio VI, il papa arrestato a Roma, tradotto in Francia, morto il 22 agosto a Valence.
Del "CONCORDATO CONSALVI ne parleremo il prossimo 1801.

Bibliografia:
ADOLPH THIERS - Storia della Rivoluzione Francese - 10 Volumi
R.CIAMPINI, Napoleone, Utet, 1941
EMIL LUDWIG Napoleone, Mondadori, 1929
NAPOLEONE, Memoriale di Sant'Elena (prima edizione (originale) italiana 1844)
Storiologia ha realizzato un CD con l'intero MEMORIALE - vedi presentazione qui )
E un grazie al sig. Kolimo dalla Francia - http://www.alateus.it/rfind.html
 

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