RIVOLUZIONE FRANCESE
NAPOLEONE

Ritratto politico di Napoleone dettato da lui
Longwood (Sant'Elena) 1° Maggio 1816.



"In pochissime parole,
questa è la mia storia...
Invano,
gli storici inglesi taglieranno,
sopprimeranno,
mutileranno,
sarà per loro molto difficile
farmi scomparire totalmente.
E uno storico francese dovrà pure occuparsi dell'Impero! Dovrà pure, se avrà un po' di coraggio, restituirmi qualcosa, darmi la mia parte! Il suo compito sarà facile, poichè i fatti parlano, poichè i fatti brillano come il sole.
Io richiusi l'abisso anarchico, e districai il caos: ripulii la Rivoluzione nobilitai i popoli e consolidai i re.
Eccitai tutte le emulazioni, premiai tutti i meriti, ed allargai i limiti della gloria.
Tutto questo, è pure qualcosa!
E poi, per quali fatti mi si potrebbe accusare, senza che uno storico potesse difendermi?
Forse per le mie intenzioni?
Ma non mancano ragioni per assolvermi.
Forse per il mio dispotismo?
Ma si potrà sempre dimostrare che la dittatura era assolutamente necessaria.
Si dirà che ridussi la libertà?
Ma uno storico potrà dimostrare che la licenza, l'anarchia, i grandi disordini erano ancora alle porte.
Sarò accusato di aver troppo amato la guerra?
Ma lo storico spiegherà ch'essa fu soltanto opera fortuita delle circostanze, e che furono i nostri nemici che ad essa condussero gradatamente.
Mi si rimprovererà, infine, la mia ambizione?
Ah, certo, lo storico me ne troverà molta; ma della più grande e della più alta che, forse, sia mai esistita: quella di stabilire, di consacrare finalmente l'impero della ragione, ed il completo esercizio, l'intero godimento delle facoltà umana. E qui lo storico si troverà forse ridotto a dover rimpiangere che una simile ambizione non sia stata compiuta, soddisfatta!... In pochissime parole.... questa è la mia storia!"

"Tutti nascono anonimi come me, in un' anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta sull'uomo....."

 

"Quale gioventù é mai questa che io lascio?! Essa é nondimeno opera mia. Deve passare una generazione, poi i giovani vendicheranno l'oltraggio che io soffro qui, colle chiare opere che da essi usciranno" N. (N. moriva nel 1821, e nel 1821 iniziarono i primi moti, poi, dopo una generazione, nel '48 iniziarono le rivoluzioni! In Francia, in Italia, in Prussia, e perfino a Vienna. Ndr.)

"In Europa si contano più di 30 milioni di Francesi, 15 di Spagnoli, 15 di Italiani, 30 di tedeschi...Di ciascuno di questi popoli io avrei voluto fare un unico grande corpo nazionale... Si avrebbero avuto così le maggiori probabilità di attuare dovunque l'unità dei Codici, l'unità dei principii, delle idee e dei sentimenti, degli atteggiamenti e degli interessi... Allora poi sarebbe stato possibile sognare per la grande famiglia europea l'applicazione del Congresso Americano o quella delle anfizioni greche..." N.

"L'Europa sarebbe diventata di fatto un popolo solo; viaggiando ognuno si sarebbe sentito nella patria comune... Tale unione dovrà venire un giorno o l'altro per forza di eventi. Il primo impulso è stato dato. Dopo il crollo e dopo la sparizione del mio sistema   io credo che non sarà più possibile altro equilibrio in Europa se non la lega dei popoli". N.

"...Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno  delle stesse leggi per tutta Europa. Avrei voluto fare di tutti i popoli europei un unico popolo... Ecco l'unica soluzione!" N.

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