ROMA 15 marzo 44 a.C.

GIULIO CESARE

Caius Iulius Caesar- Roma, 13 luglio 101 a.C. – Roma, 15 marzo 44 a.C.
Sua la " transizione" dal sistema di governo da REPUBBLICANO a quello IMPERIALE
(fu il primo dei dodici Cesari)
Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospirarono contro di lui
uccidendolo a pugnalate, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44).

Gli succedette il giovane pronipote diciottenne
Ottaviano Gaio Giulio Cesare Augusto
(Roma, 23 settembre 63 a.C. – Nola, 19 agosto 14 d.C.
(44 a.C - 19 agosto 14 d.C. (età Augustea).

 

il "De Bello Civili"

 

Prof. Giovanni Pellegrino

In questo articolo prenderemo in considerazione il De bello civili una delle due opere scritte da Giulio Cesare .

Ci sono rimasti tre libri del De bello civili i primi due dei quali trattano degli avvenimenti avvenuti nel 49 a.C. il terzo quelli del 48.
Già nel De bello Gallico era chiara la tendenza a far coincidere ogni libro con la narrazione degli eventi di un intero anno, secondo la vecchia abitudine degli “ Annales”.

Pertanto, è probabile che il primo e il secondo dovessero formare un libro unico in una edizione definitiva che però Cesare non arrivò mai a realizzare .

La sua morte interruppe il lavoro e l’opera uscì incompleta e postuma .
L’abilità di Cesare scrittore già affinata nel De Bello Gallico deve affrontare una prova assai più delicata nella narrazione della guerra civile .
Infatti, questa volta deve difendere il proprio operato non contro popolazioni straniere ma contro altri cittadini romani .
Di fronte a un pubblico romano Cesare mira a proporre la sua azione non come un sovvertimento dell’istituzione repubblicana ma piuttosto come una difesa della nazione dalla prepotenza e dalla corruzione di una ristretta classe politica .

Innanzitutto, l’azione di Cesare viene presentata come una pretesa legale .

All’inizio della guerra Cesare sottolinea di non aver avanzato alcuna pretesa illegale .
Egli afferma che intendeva compiere un’azione assolutamente legale ovvero quella di presentare la candidatura a console dopo dieci anni dalla prima volta in cui aveva ricoperto tale carica .
Successivamente i vari atti del Senato contro di lui vengono descritti come provvedimenti illegali dal momento che non vi erano le ragioni o le condizioni per prenderli .

Nel racconto della guerra civile il discorso di Cesare diventa più efficace quando passa all’attacco dell’ avversario generalmente non Pompeo in persona bensì i collaboratori più stretti che lo circondavano .
Cesare afferma che si tratta di rappresentanti di una classe che interpretava l’esercizio del potere solo a fini di interessi personali .

Dobbiamo dire che i seguaci di Pompeo erano soliti imporre tasse esose alle province che governavano ed era questo uno dei motivi per cui le popolazioni accoglievano i soldati di Cesare come liberatori .
L’avidità dei nemici di Cesare giungeva al punto di disputarsi le cariche sul campo di Farsalo prima della battaglia come l’avessero già vinta .

La contesa sull’attribuzione della carica di pontefice massimo allora ricoperta dallo stesso Cesare giunse a tal punto che volarono offese di ogni tipo tra gli aspiranti .
L’esito della battaglia di Farsalo coprirà di ridicolo questi atteggiamenti dei nemici di Cesare .
Inoltre, metterà in evidenza il lusso sfrenato che i seguaci di Pompeo avevano instaurato nel proprio accampamento .

L’azione di Cesare è presentata quale garanzia contro i colpi di mano di alcuni avventurieri della politica .
Tali avventurieri tentarono di impadronirsi a sorpresa del potere politico invocando qualche provvedimento demagogico come l’abolizione di tutti i debiti .

Cesare ci tiene a mettere in evidenza che solo la forza dei suoi seguaci poteva costituire una difesa adeguata contro ogni tentativo di sovversione .
Inoltre, Cesare sottolinea la differenza tra il suo comportamento e quello dei suoi nemici .
Di conseguenza vengono esaltate in ogni occasione la mitezza e la clemenza di Cesare verso il nemico contrapposte all’accanimento feroce dei Pompeiani .

Dobbiamo dire che la clemenza diventa un punto fondamentale della propaganda di Cesare .
A Roma verrà persino consacrato un tempio alla Dea “Clementia” alfine di esaltare questa qualità di Cesare diventato il nuovo dominatore di Roma .

Dobbiamo dire che questa sofisticata strategia propagandistica gioca un ruolo molto importante nel De bello civile .
Tale strategia propagandistica appare più elegante nella costruzione del racconto del De bello civile rispetto a quanto non avveniva nell’altra opera di Cesare.
Inoltre, vi sono parti del De bello civili nelle quali la ricerca di un effetto drammatico è assolutamente chiara .
Per fare un esempio concreto citeremo gli ultimi capitoli del secondo libro che narrano la fine di Curione in Africa.
Le descrizioni ripetute del serpeggiare del panico nell’accampamento di Curione sembrano anticipare addirittura simili scene nelle opere di Tacito.

Cesare mette in evidenza che la paura si insinuava nei soldati e si accresceva coi loro discorsi dal momento che ciascuno offriva il suo piccolo contributo al panico progressivo che si impadroniva dell’intero esercito .
Successivamente il discorso appassionato di Curione ai soldati viene riportato da Cesare in forma diretta e costituisce la premessa alla battaglia e alla sconfitta fatale per la vita dello stesso Curione.

Possiamo dire che ci troviamo sullo stesso piano delle costruzioni accrescendo drammatico effettuate dai grandi autori di “ historiae “ .
Diremmo ora qualcosa sullo stile di Cesare un’analisi famosa di tale stile molto efficace di Cesare e quella effettuata da Gennaro Perrotta .
Egli non resistè alla tentazione di paragonare il racconto di Cesare scrittore alla rapidità ed efficacia dell’azione di Cesare condottiero in guerra.
Tale paragone nell’antichità era già stato formulato da Quintiliano .

In tale affermazione è senza dubbio presente un nucleo di verità dal momento che l’essenzialità dello stile di Cesare è anche la sua forza, la capacità di designare con precisione e chiarezza luoghi ed eventi.
Infatti, Cesare riesce a descrivere con pochi tocchi efficaci i personaggi e riesce anche a mettere in evidenza tutto ciò che è essenziale al racconto.

Per quanto riguarda la lingua utilizzata da Cesare dobbiamo dire che essa risponde innazitutto a una esigenza di chiarezza .
Per tale ragione Cesare bandisce ogni tipo di arcaismo e ogni costrutto inusitato o risalente alla lingua arcaica .
La lingua che ne deriva è quella di una semplice prosa letteraria dotata di grande chiarezza ed efficacia .
Dobbiamo inoltre mettere in evidenza che l’uso particolarmente esteso del discorso indiretto oltre a rispondere alla stessa esigenza di rapidità riprende una propensione che si era già prima manifestata come una delle qualità più radicate nel gusto degli storici romani .

Per quanto riguarda la fortuna di Cesare scrittore essa fu nell’antichità inversa a quella del personaggio storico.
Infatti, già nell’età augustea la sua opera letteraria non era più molto apprezzata .
Per fare un esempio Svetonio nella biografia di Cesare dedica un capitolo alla sua opera letteraria .
Svetonio cita sulle due opere di Cesare tre giudizi contemporanei di Cesare.
A titolo di esempio noi citeremo il giudizio dello storico Asimio Pollione che è senz’altro negativo .
Infatti, egli rimprovera Cesare di non vagliare accuratamente le fonti prestando facilmente fede a chiunque gli riferisce eventi a cui non aveva assistito di persona .

Asinio Pollione accusa anche Cesare di non ricordare bene o addirittura di deformare di proposito i fatti di cui era stato testimone diretto .
Appare infatti evidente che un giudizio negativo di questo tipo trovava le sue radici nell’avversione politica nei riguardi di Cesare .
Di questa avversione appare risentire in qualche modo la letteratura successiva.
Ma la rivalutazione di Cesare si ha già con i grandi dell’inizio della letteratura italiana tanto è vero che Dante e Petrarca lo ammirarono e lo utilizzarono ampiamente nei loro scritti .

Concludiamo il nostro articolo mettendo in evidenza che è una riscoperta completa del valore di testimonianza e di grande letteratura dei commentarii è recente ed appartiene alla critica degli ultimi anni essendo una delle caratteristiche più importanti degli studi latini della nostra epoca
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Prof. Giovanni Pellegrino

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