La guerra del Peloponneso
e la crisi delle città greche

Prof. Giovanni pellegrino

In questo articolo prenderemo in considerazione due eventi di fondamentale importanza della storia greca ovvero la guerra del Peloponneso e la crisi delle polis greche.

La crescente potenza della Lega delio attica portò inevitabilmente a una forte rivalità da parte di Atene con Sparta e con i suoi alleati.
Essi nel frattempo avevano formato la cosiddetta lega Peloponnesiaca .
Dopo alcune azioni ateniesi contro le città di Potidea e Megara tra le due città e i loro alleati scoppiò una grande guerra destinata a cambiare l’affetto politico dell’intera Grecia.

Le ostilità iniziarono nel 431 a.C. e videro contrapposte da una parte Atene con il suo Impero e dall’altra Sparta con quasi tutti i peloponnesiaci e i beoti. I primi tempi della guerra videro ripetute invasioni dell’Attica da parte degli Spartani.

Dopo la seconda invasione spartana scoppiò ad Atene una pestilenza che causò molte vittime tra cui lo steso Pericle ( 429 a.C.).
Atene reagì ottenendo una grande vittoria a Sfacteria mentre Sparta aprì un nuovo fronte ad Anfiboli in Tracia ( 424 a.C.).
Tuttavia nel 423 a.C. si arrivò a una tregua annuale e dopo un altro anno di guerra le due città sottoscrissero un trattato cinquantennale di pace e di alleanza(421 a.C.).
Terminò così la prima fase della guerra del Peloponneso ( 431-421 a.C.).

Tale prima fase della guerra del Peloponneso venne detta guerra archidamica dal nome di Archidamo II il re spartano che guidò le spedizioni in Attica .
Ma ad Atene emerse intanto un nuovo importante uomo politico ovvero Alcibiade .
Egli si fece promotore di una spedizione in Sicilia ufficialmente organizzata per dare aiuto da parte di Atene a Segesta minacciata da Siracusa ma con l’obiettivo latente di conquistare tutta la Sicilia. ( 415 a.C.)

Tuttavia la spedizione ateniese si rivelò un disastro a causa dell’intervento di Sparta che spezzò l’assedio ateniese di Siracusa .
Nel frattempo l’esercito ateniese venne massacrato dai siracusani mentre cercava di fuggire via terra( 413 a.C.)
Con l’intervento spartano in Sicilia e poi con l’invasione da parte dell’esercito spartano della piazzaforte attica di Decelea iniziò la II fase della guerra del Peloponneso.

Tale seconda fase prese il nome di guerra deceleica ( 413/404 a.C.).
La disfatta in Sicilia aveva aperto una crisi gravissima ad Atene resa più grave da varie defezioni nella lega delio attica e da un accordo tra Sparta e la Persia.
Con tale accordo i Persiani si impegnavano a finanziare gli Spartani ricevendo in cambio il controllo sulle città greche dell’Asia.
Tale crisi ateniese sfociò in un colpo di stato oligarchico dopo il quale fu eletto un consiglio di 400 membri scelti fra i cittadini nobili più ricchi.
Nel frattempo iniziarono le trattative con Sparta per stipulare la pace.

Tuttavia il regime oligarchico venne presto rovesciato ad Atene e i democratici ebbero di nuovo il sopravvento . Restaurata la democrazia Atene continuò la sua guerra con Sparta con risultati altalenanti. Gli Ateniesi riuscirono a cogliere una vittoria navale alle Arginuse (406 a.C.) ma a Egospotami vennero sconfitti gravemente e persero l’intera flotta.( 405 a.C.)

Atene venne assediata dagli Spartani per terra e per mare cosicchè fu costretta ad arrendersi (404 a.C.) , così ebbe fine la guerra del Peloponneso e nello stesso tempo finì anche l’impero ateniese .

Nella città di Atene venne instaurato un governo oligarchico filo spartano che venne abbattuto poco dopo. Tale governo prese il nome di governo dei trenta tiranni. La potenza dominante del mondo greco divenne così Sparta.
La città riprese immediatamente il conflitto contro la Persia allo scopo di liberare nuovamente le città greche dell’Asia.

Le campagne spartane ebbero successo e spinsero i persiani a finanziare e facilitare la nascita di un’alleanza anti spartana tra le città greche non assoggettate a Sparta.
Pertanto si formò una coalizione capeggiata da Corinto che mise in difficoltà Sparta che fu costretta ad abbandonare il fronte persiano e a impegnarsi in Grecia.
Il conflitto si concluse con la pace tra Sparta e la Grecia (386 a.C.).

In conseguenza di tale accordo Sparta rinunciava alle città greche dell’Asia in cambio della non interferenza persiana in Grecia.
A tale trattato aderirono anche altre città greche che ottennero dai Persiani il riconoscimento della propria autonomia
In questi stessi anni Atene rifiorì e fondò una nuova lega navale ( 377 a.C.).
Tuttavia la potenza egemone in Grecia era ormai diventata Tebe che poteva contare su due validissimi strateghi ovvero Pelopida ed Epaminonda.

Proprio grazie ad Epaminonda Tebe sconfisse Sparta a Letra ( 371 a.C.)
Tebe condusse altresì varie campagne nel Peloponneso indebolendo e fiaccando le forze spartane ( 370 -367 a.C.).
L’ultimo scontro a Mantinea nel 362 a.C. vide ancora la vittoria di Tebe ma segnò allo stesso tempo la fine dell’egemonia tebana in Grecia.
Infatti i due eccezionali strateghi tebani Pelopida ed Epaminonda furono uccisi in battaglia pur risultando vincitori in tali battaglie.
Proprio la morte dei due strateghi tebani fu un colpo durissimo per Tebe che dovette rinunciare all’egemonia in Grecia.

Alla fine Atene rimase la città dominante nella lega mentre Tebe controllava la Beozia che Sparta aveva il controllo di buona parte del Peloponneso.
Di conseguenza nessuna delle tre città era ormai più in grado di imporre il proprio dominio su tutta la Grecia .

Negli anni successivi il mondo greco venne di nuovo spaccato in due da una guerra sacra proclamata dal santuario di Delfi contro i focesi ( 356 a.C.).
Sparta e Atene si allearono con i focesi mente Tebe , i locresi e i tessali si schierarono in difesa del santuario.

In questa situazione di grande incertezza si impose sulla scena greca uno stato periferico fino ad allora ritenuto semibarbaro ovvero la Macedonia di Filippo II . Egli riorganizzò l’esercito macedone dando inizio a una progressiva campagna di conquiste in Grecia .
Filippo inglobò la penisola Calcidica ( 349-348 a.C.) , minacciò gl’ interessi ateniesi e si intromise nella guerra sacra che proprio con l’intervento decisivo dei Macedoni si concluse (346 a.C.)

Filippo continuò nella sua politica espansionistica fino a quando Atene gli dichiarò guerra organizzando contro di lui un’ampia coalizione nel 340°.C.
Ma nella decisiva battaglia di Cheronea nel 338 a.C. Filippo sconfisse gli alleati e di fatto pose fine all’indipendenza greca .
Venne celebrato quindi un congresso panellenico nel 337 e in tale congresso si stabilì una pace generale e si stabilì anche che in caso di guerra il comando generale di tutto l’esercito sarebbe stato affidato a Filippo.
L’egemonia macedone segnò il definitivo tramonto delle città greche .


Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che le continue guerre tra le città greche finirono per fiaccare ed indebolire
le tre principali città che a turno esercitarono l’egemonia in Grecia .
Tali continue guerre facilitarono certamente il compito di Filippo il Macedone di conquistare la Grecia .

Prof. Giovanni pellegrino


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