GRECIA ( 38-127 d.C)

PLUTARCO

(N.d.R.: Plutarco studiò ad Atene e fu molto influenzato dalla filosofia di Platone. La sua opera più famosa è costituita dalle "Vite Parallele", biografie dei più famosi personaggi della classicità greco-romana, dove questi personaggi sono presentati non solo come esempi di virtù da imitare, ma mettono in mostra pure il loro lato negativo, dando la possibilità al lettore di conoscere il male distinto dal bene.
Lui delinea in queste biografie i comportamenti e il carattere dei personaggi, anche se nel narrare le loro vicende non è molto rigoroso sulle cause e sugli effetti che hanno determinato le loro vicende. Tuttavia tale opera - nonostante solo una parte - ci è giunta come il più importante documento dell'epoca.
Essendo un uomo molto erudito scrisse anche "Moralia", una serie di trattati, sulla filosofia, storia, religione, scienze naturali, arte, critica letteraria, diventando un enciclopedico dello scibile. Creò a casa sua una specie di Accademia impostata sul modello ateniese. Riteneva che i Romani non fossero tutti barbari e infatti fece frequenti viaggi in Italia e soggiornò spesso a Roma, dove gli venne perfino concessa la cittadinanza. Questo perché alcuni personaggi delle "Vite" in quel periodo storico di Roma avevano già costituito nella loro ascesa un ideale politico dei nuovi imperatori.
Ma con la caduta dell'Impero Romano nel 476 e con l'avvento della cristianità gli scritti di Plutarco (che erano per lo più scritti in greco) furono del tutto dimenticati nell'occidente cristiano. Poi passati i secoli bui del Medioevo, riscoperto, furono tradotti in latino o in volgare a partire dal Quattrocento all'inizio dell'Umanesimo. Successivamente andò a influenzare molti autori come Shakespeare (nel suo Giulio Cesare) da Montaigne, e fu molto ammirato da Rousseau.


Considerazioni sul pensiero
di Plutarco

Prof. Giovanni Pellegrino

In questo articolo prenderemo in considerazione i principali elementi del pensiero di Plutarco.
Nel panorama letterario dell’età imperiale Plutarco occupa una posizione di rilievo sia per l’ampiezza dei suoi interessi sia per la vastità della sua opera sebbene egli sia un po’ isolato rispetto alle tendenze dominanti della sua epoca.

Plutarco svolge un importante funzione essendo un testimone e un interprete del grande patrimonio della cultura classica.

L’opera scritta di Plutarco a noi pervenuta è tra le più estese della letteratura greca. Tuttavia, quello che possediamo rappresenta solo meno della metà di quello che Plutarco scrisse .
Tale dato di fatto risulta evidente dall’elenco delle sue opere presente in alcuni manoscritti.

L’elenco delle opere di Plutarco fa sì che noi sappiamo che egli scrisse ben 227 opere. A noi sono giunte di questa enorme produzione letteraria due opere che lo hanno reso famoso ovvero “Le vite parallele” e i cosiddetti “Moralia” ovvero una raccolta di opere di vario argomento .

Le “Vite parallele” sono biografie “a coppia“ di illustri personaggi greci e romani accostati per l’analogia, più o meno naturale o forzata della loro vita.
A noi sono pervenute 22 coppie di vite propriamente parallele e quattro vite singole.
Tuttavia, noi sappiamo dai manoscritti che alcune vite sono andate perse .

Le coppie di vite si chiudono tutte meno quattro con un confronto riassuntivo finale. Le ”vite parallele” secondo quanto Plutarco dichiara apertamente fanno parte del genere letterario della biografia, d’istinto e diverso dal genere letterario della storiografia per le norme che lo regolano come pure per lo stile e le finalità che lo caratterizzano.
Nella letteratura biografica greca ”le vite” di Plutarco costituiscono il primo e più importante documento a nostra disposizione.

In tale opera Plutarco nel proemio alle vite di Alessandro e Cesare si scusa con i lettori per il fatto che non riferirà in dettaglio le imprese dei due condottieri dal momento che si limiterà a fornirne una sintesi.
Infatti, a Plutarco quello che interessa principalmente non è riferire le imprese compiute dai personaggi storici ma far comprendere ai lettori il carattere di tali personaggi e il loro modo di pensare e di agire.
In effetti quello che interessa soprattutto a Plutarco è descrivere il carattere dei suoi personaggi e per questo si limita a esporre in maniera sintetica le imprese da essi compiute .
Per questa ragione Plutarco riporta nelle “Vite parallele” moltissimi aneddoti, moltissimi episodi della vita e molteplici detti riferiti ai suoi eroi.

Questa è una delle ragioni del fascino di Plutarco e della sua fortuna nella cultura letteraria europea di tutti i tempi.
In sintesi, le ”Vite parallele” sono dunque programmaticamente opera biografica e non storiografica anche se storici o supposti tali sono i personaggi e anche se storiche sono le numerosissime fonti utilizzate da Plutarco.
Egli pertanto ci ha conservato frammenti e testimonianze di tanta storiografia di età classica ed ellenistica che altrimenti sarebbe andata perduta.

La fondamentale impostazione etica delle biografie plutarchee si manifesta anche nelle finalità dell’opera.
Infatti, riportando le storie dei grandi uomini del passato Plutarco si propone di spingere i lettori ad assimilare le virtù di tali personaggi imitandone il valore.
Anche quando Plutarco parla di personaggi dalla non irreprensibile condotta morale lo fa per fornire un insegnamento di tipo etico dal momento che egli pensa che la conoscenza dei vizi spinge ad apprezzare maggiormente le virtù.
Quindi la finalità etica è senza dubbio molto importante nelle vite di Plutarco.

Tuttavia, esiste anche una finalità di tipo politica in tale opera.
Infatti, la presenza di personaggi del mondo greco e romano a coppia risponde anche a un fine propriamente politico ovvero quello di favorire la reciproca conoscenza dei due mondi e delle due culture.
In particolare, Plutarco si propone di dimostrare ai romani che anche i greci avevano avuto nella loro storia di stato uomini stato e di valore e grandi condottieri.

Nel clima pacificato dell’età degli Antonini, Plutarco forniva con le sue “Vite Parallele” l’appropriato supporto storico e ideologico e per così dire il modello a quella condirezione o governo parallelo greco- romano dell’impero che costituiva l’ideale politico delle classi dominanti in quel periodo storico.
Un’ideale che gli eventi della storia avrebbero portato a effettivo compimento con la riorganizzazione dell’impero romano e con il trasferimento della capitale in oriente meno di due secoli dopo .

Per quanto riguarda i “Moralia“ essi derivano il loro nome dal fatto che il dotto bizantino Massimo Planude raccogliendo le opere di Plutarco in vari gruppi pose agli inizi della raccolta gli scritti di “Cose morali” , per l’appunto “Moralia”.
Tale titolo venne poi esteso impropriamente all’intera raccolta di scritti.
Si tratta in effetti di una denominazione inesatta perché solo una parte di questi scritti è di argomento morale mentre tutti gli altri trattano i temi più disparati.

Il gruppo più numeroso dei “Moralia” è quello costituito dagli scritti di divulgazione filosofica di varia forma letteraria e di contenuto etico-filosofico ed etico-pedagogico.
Ricorderemo tra questi gli scritti sulla dottrina della virtù di impostazione prevalentemente stoica, quelli sull’anima e le sue “infermità “ nonché gli scritti sull’amicizia, sull’amore fraterno e sul matrimonio.

Una menzione particolare merita “l’heroticos” basato su una conversazione tra Plutarco e alcuni amici intorno all’amore.
L’"heroticos" è una delle opere più elaborate dal punto di vista formale ed è ispirato al “Simposio“ e al “Fedro” di Platone.

Di argomento propriamente pedagogico sono gli scritti che illustrano come avviare e guidare i giovani nella lettura dei poeti.
Importante è pure lo scritto incentrato sul modo in cui un discepolo deve ascoltare e seguire il maestro.
Può essere inserito in questo gruppo di scritti anche la ”Consolatio” alla moglie per la morte della figlioletta di due anni.

Ma Plutarco fu anche dotto studioso e conoscitore di filosofia cosicché una parte importante dei suoi scritti è dedicata alla discussione di problemi filosofici e all’interpretazione e al commento dei filosofi anteriori.
Numerose sono poi le opere di argomento teologico, tema molto caro alla sensibilità religiosa di Plutarco.
Un cenno merita il dialogo dedicato alle interpretazioni del famoso Daimonion di Socrate.
Infine, va ricordata l’operetta “Su Iside e Osiride” nella quale Plutarco si interessa dei miti, dei riti e dei misteri della religione egiziana.
Interessante anche lo scritto “sulla tarda punizione divina" dedicato alla discussione del grande problema della giustizia divina, di fronte al cui misterioso comportamento Plutarco professa la sua profonda fede.

Molto interessanti sono gli scritti divulgativi di carattere etico-politico che presentano riflessioni, considerazioni e istruzioni pratiche destinate a quanti si dedicano alla vita pubblica.
Molto interessanti sono i “precetti politici” nei quali Plutarco esprime le sue valutazioni sulla condizione della Grecia sottomessa a Roma e la sua realistica visione dei rapporti tra greci e romani.

In questa opera Plutarco raccomanda di avere buoni rapporti con i potenti di Roma, cercando di trarre da essi dei vantaggi a favore della propria città.
Plutarco si mostra anche interessato a salvaguardare quel tanto di autonomia amministrativa che le singole città greche avevano conservato.
Ma non mancò di occuparsi anche di letteratura e di poesia e pertanto una parte dei “Moralia” tratta anche di questioni critico-esegetiche di testi letterari.

Possediamo ad esempio notizie e frammenti di opere dedicate a Omero ed Esiodo.
Tra questi scritti letterari ricorderemo quello “sulla musica” che sebbene di dubbia autenticità rappresenta tuttavia una delle fonti più importanti per la nostra conoscenza della lirica arcaica e della storia della musica greca.

Concludiamo il nostro discorso sui “Moralia” mettendo in evidenza che in essi ci sono anche scritti che trattano di scienze naturali dal momento che Plutarco si interessò anche di problemi scientifici.
Citeremo tra questi scritti di scienze naturali quello dedicato a questioni riguardanti la luna, le sue caratteristiche fisiche e la sua natura di corpo intermedio tra la terra e il sole nonché dimora degli spiriti giusti dopo la morte e dei demoni .

Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sulle opere e sul pensiero di Plutarco

Prof. Giovanni Pellegrino

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