CAPITOLO 4
Jihad turca a est - Controffensiva cristiana a ovest (A.D. 1055-1095)
I Turchi.- Il Sacro Romano Impero - I Normanni - La Spagna
Verso la Guerra Santa - Una riunione che non c’è mai stata.

I
I Turchi.

Nel 1055 i Turchi entrano (prepotentemente!) nella storia, come protagonisti.
I Turchi Selghiucidi erano uno dei tanti popoli nomadi dell’Asia Centrale.
Vivevano alla periferia del califfato di Baghdad ma si erano da tempo islamizzati, e come i barbari al tempo dell’impero romano si erano insinuati tra le truppe del califfato.
Il califfo Al-Qa-Im, per liberarsi del rivale Basasiri, li chiamò a Baghdad.
Il loro capo Toghrull Beg si fece nominare Sultano, e assunse i pieni poteri.
Il califfo restò al suo posto, ma sotto la “tutela” del Sultano.
E’ la fine della supremazia araba: adesso l’occidente dovrà vedersela con i Turchi.

Negli anni successivi i Turchi si spostarono verso ovest.
Nel 1064 fu occupata l’Armenia.
Gli Armeni erano stati tra i primi a convertirsi al Cristianesimo, ed erano rimasi cristiani anche durante la dominazione araba.
Rimarranno sempre cristiani, ma pagheranno un prezzo altissimo: saranno quasi sterminati!
L’ultimo massacro di Armeni é avvenuto all’inizio del ventesimo secolo.
Ancora oggi gli abitanti della piccola repubblica (ex-sovietica) dell’Armenia lottano con i turchi dell’Azerbagian. Ma torniamo all’undicesimo secolo!

Nel 1070 i turchi occuparono Gerusalemme. Prima la città apparteneva al regno egiziano dei Fatimiti (mussulmani sciiti che si dicevano discendenti di Fatima, figlia di Maometto).
A Gerusalemme c’era ancora una piccola comunità cristiana.
Gli arabi “tolleravano” la presenza del Patriarca di Gerusalemme e delle chiese cristiane perché attiravano pellegrini, che erano regolarmente spremuti e, spesso, derubati di tutto.
Con l’arrivo dei Turchi (più integralisti) i soprusi contro i cristiani aumentarono notevolmente.
In occidente giunsero voci di centinaia di pellegrini sgozzati, di una badessa violentata, del Patriarca deriso e tirato per la barba…
Gli storici filoislamici moderni non negano questi fatti, ma ne minimizzano l’importanza.
Dicono che a quei tempi questi episodi erano normali!
Purtroppo é vero!
Come oggi é normale che in nome dell’Islam vengano rapiti, umiliati, e uccisi, uomini e donne colpevoli solo di essere “infedeli”, e siano ammazzati a casaccio uomini, donne e bambini!
Bisogna però ammettere che, nel 1070, le ultime chiese cristiane non furono chiuse, e alcuni cristiani non furono ammazzati.
Questo é il massimo della tolleranza che dai turchi ci si poteva aspettare!

Intanto, dall’Armenia, i turchi avanzavano nel cuore di quella che allora si chiamava Asia Minore.
I bizantini misero in insieme, in fretta e furia, un esercito di mercenari (oltretutto mal pagati!) e tentarono una controffensiva.
Lo scontro decisivo avvenne nel 1071 a Manzicerta, nei pressi del lago di Van.
Il Basileus Romano Diogene venne sconfitto e fatto prigioniero.
I Turchi occuparono tutta l’Asia Minore.
Non se ne andranno più: gli invasori prenderanno, a poco a poco, il posto di greci e armeni.
La pulizia etnica sarà completata all’inizio del ventesimo secolo, quando l’Asia Minore diventerà ufficialmente Turchia.

Ormai l’Impero Romano d’Oriente non esisteva più.
Persa l’Asia minore, persi i possedimenti Italiani, restavano sotto l’autorità dell’”imperatore” solo la Grecia e la Tracia orientale, e anche lì c’erano rivolte e invasioni!
Nel 1079 salì al trono Alessio Comneno che con autorità e diplomazia riuscì a salvare il salvabile.
Alessio prese anche contatti con papa Gregorio VII che cercava di convincerlo a fare cessare lo scisma.
Alessio diplomaticamente fece capire che se il papa lo aiutava contro i Turchi forse…
Gregorio VII cominciò a pensare a una “guerra santa”.
Forse non portò avanti il progetto solo perché prima doveva risolvere altri problemi, con l’imperatore Enrico IV.

II
Il Sacro Romano Impero

Dopo la morte di Ludovico, figlio di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero si era diviso in tre regni (Francia, Germania, Italia): ogni regno era a sua volta diviso in una miriade di marchesati e contee.
Intorno all’anno mille il re di Francia controllava di fatto solo Parigi e le zone limitrofe.
Solo nei secoli successivi i re estesero, a poco a poco, il loro “potere reale”, sottomettendo, uno ad uno, i loro feudatari. Ci riusciranno definitivamente solo con Luigi XIV, ma intanto avevano creato una nazione!
In Germania, invece, i feudatari divenivano ogni anno più potenti, e sempre più riottosi ad obbedire al loro re, che anzi si faceva chiamare Imperatore.
Dal tempo di Ottone I, il re di Germania era anche re d’Italia, e si faceva incoronare dal papa “Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico”.
A quell’epoca un “Impero” (comprendente Germania, e Italia Settentrionale) ancora esisteva. L’imperatore esigeva obbedienza dai suoi vassalli, e aveva ancora i mezzi per farsi rispettare, anche se le ribellioni di conti e duchi erano tutt’altro che rare.
L’Impero era ancora “Romano”, perché romana era la cultura dominante, e la lingua ufficiale era ancora il latino. In un certo senso l’Impero era anche “Sacro”, perché l’imperatore era incoronato dal papa, e molti dei suoi vassalli erano anche vescovi.

A quell’epoca, religione e politica era tanto mescolate che poteri temporali e spirituali di papi e vescovi s’intrecciavano continuamente tra loro.
Per difendere la propria autorità spirituale, il papa fu spesso costretto a difendere “a spada tratta” anche il proprio potere temporale.
Siccome i vescovi erano anche “conti” (vassalli dell’imperatore), Enrico IV pretendeva di nominare tutti i vescovi. Papa Gregorio VII, naturalmente, non era d’accordo.
Questa é stata, in poche parole, la ragione di quella che poi è stata chiamata la “Lotta per le Investiture”.
Le lotte tra papi e imperatori non erano proprio “Guerre sante”, anche se, talvolta, il papa scomunicava un imperatore, e un imperatore pretendeva di deporre il papa.
In ogni caso non erano guerre di religione: erano lotte per il potere, che hanno portato alla dolorosa nascita della civiltà europea moderna, in cui Chiesa e Stato sono finalmente divisi!
Questo traguardo l’Islam non l’ha ancora raggiunto.
Uno dei tanti “ulema” iracheni ha recentemente confidato, candidamente, a un giornalista italiano:

Mica vorrete che l’Irak diventi come l’Italia…dove il papa non conta più niente!

Tornando all’undicesimo secolo, Gregorio VII fu un grande papa, che riformò la Chiesa, e la rese indipendente dal potere politico dell’imperatore.
Alcuni suoi successori vollero fare di più. Vollero comportarsi essi stessi come imperatori, recando danno a impero e Chiesa. Ma questo succederà più tardi…

Nella sua lotta con Enrico IV, Gregorio VII ebbe uno scomodo alleato: un Normanno, che da comandante di un esercito mercenario era stato capace di diventare il capo di un nuovo stato, in Italia meridionale, sconfiggendo arabi e bizantini, papi e imperatori!
Era valoroso e astuto. E’ passato alla storia come Roberto il Guiscardo!


III
I Normanni

Gli Uomini del Nord, quando erano in Scandinavia, venivano chiamai Vichinghi.
Allora erano “pagani” ( i loro dei principali erano Thor e Odino) e feroci pirati!
Sin dal tempo di Carlo Magno facevano incursioni contro l’Europa cristiana, e anche contro la Spagna mussulmana.
Quando, finalmente, si convertirono al cristianesimo, il re di Francia permise che si installassero nella regione che ora si chiama Normandia.
Dalla Normandia partì Guglielmo il Conquistatore nel 966. Guglielmo fu l’ultimo, nella storia moderna, a invadere con successo l’Inghilterra, e a diventarne re!
Dalla Normandia partirono anche molti soldati per l’Italia meridionale: vennero come mercenari al servizio di bizantini, longobardi, e delle città autonome del Sud.
Roberto d’Altavilla, era sceso in Italia con cinque cavalli e trenta fanti.
Suo padre e i sui zii avevano combattuto prima per i bizantini, poi per ribelli di Bari, infine per se stessi.
Molti degli Altavilla morirono giovani, lasciando il campo libero a Roberto, che per molto tempo era vissuto di brigantaggio, guadagnandosi il nome di “Guiscardo”: l’astuto.
Nel 1057 Roberto il Guiscardo fu acclamato dai soldati normanni duca di Puglia e di Calabria.
Dalla Calabria Roberto, col fratello Ruggero, si preparò a invadere la Sicilia.

La Sicilia araba non fu mai l’isola felice che gli storici filoislamici ancora decantano.
Nei quasi duecento anni di occupazione araba l’isola fu spesso devastata da lotte gli tra arabi siciliani e gli arabi tunisini, oltre alle normali lotte interne per il potere.
Nel 1061 l’emiro Ibn-Thimna chiamò in aiuto, contro i suoi rivali, proprio i Normanni.
Roberto non si fece pregare e passò lo stretto. Nel 1063 cadde Palermo.
Poi Roberto tornò in continente (per finire la conquista dell’Italia meridionale) ma Ruggero continuò la lotta contro gli arabi.
Nel 1091 tutta la Sicilia era stata liberata, e anche Malta, dove gli schiavi cristiani furono liberati.
Finì così la “grande civiltà arabo-sicula”, tanto rimpianta dagli esuli arabi respinti in Africa (comprensibile!) e dai laici moderni (assurdo!).
Forse il dominio arabo non é stato peggiore di quello bizantino.
Forse veramente gli arabi apportarono qualche miglioramento tecnico all’agricoltura.
Ma quanto al resto…
Adesso il turista che gira per Palermo vede la chiesa di s. Giovanni degli Eremiti con le sue belle cupole rosse che fanno pensare all’oriente….ma é stata costruita, quasi tutta, dopo la conquista normanna.
C’è poi il Palazzo dei Normanni (ex Alcazar!)…ma anche questo palazzo é stato completamente ricostruito da Normanni e Svevi.
La sua attrazione principale di Palermo é la Cappella Palatina, con i suoi mosaici dorati, che con la tradizione artistica islamica non hanno proprio niente a che fare!
La Palermo che vediamo é quella dei Normanni.
Fu quello il periodo d’oro della Sicilia, quando per la prima (e unica) volta nella sua storia, l’isola si trovò a avere un suo re: straniero di nascita, ma fondatore di una dinastia, completamente indipendente dalle altre dinastie europee!
Certo se i Normanni scelsero alla fine Palermo come capitale del loro regno (e non Salerno, Napoli o Bari) una ragione ci doveva essere, ma sicuramente migliorarono la città che gli Arabi avevano lasciato.

Chi adesso gira per le strade di Algeri e Orano riconosce ancora le opere che hanno lasciato i francesi: i grandi viali, le palazzine stile liberty, i caffè, i teatri... ma tutto é spesso in fase di degrado.
Forse tra cinquant’anni Algeri sarà diventata bella come prima, o forse no!
Un francese guarda questi i resti della colonizzazione, con comprensibile rimpianto.
Non per questo dico che gli Algerini hanno fatto male a mandare via gli invasori francesi con un calcio nel sedere. Era un loro sacrosanto diritto!
Così come era diritto dei Siciliani, (e poi degli Spagnoli!) di rimandare in Africa gli invasori arabi e berberi.
Dovrebbe essere evidente per tutti…
Almeno per quelli tengono alla loro religione, alla loro cultura e (perché no ?) alla loro patria!

Roberto il Guiscardo nel 1077 conquistò anche Salerno.
Poi sottomise Amalfi, e il resto del Sud…
Il Guiscardo ebbe qualche problema solo con papa Gregorio VII, che scomunicò anche lui…
Non avrebbe dovuto!
Roberto non era certo un santo, ma ha il grande merito di avere per sempre (?) cacciato via i mussulmani dall’Italia.
Il fronte Sud della Cristianità era tornato sul mare, dove navigavano le navi genovesi e pisane, che avevano liberato dai mussulmani Sardegna e Corsica.
Alla fine Roberto trovò un accordo anche col papa: il Guiscardo lasciò al papa Benevento e il papa gli lasciò il resto del Sud (teoricamente come suo vassallo!).
Quando Gregorio VII fu assediato da Enrico IV a Castel S. Angelo, fu Roberto a venirlo a salvare.
Gregorio VII morì a Salerno nel 1085, ospite del suo protettore.
Probabilmente Gregorio avrebbe voluto ancora cercare un accordo col Basileus Alessio.
Non ha potuto. Anche perché, Roberto ( il suo “protettore”!) aveva nel frattempo invaso la Grecia…
Forse il Guiscardo voleva perfino diventare lui stesso imperatore, a Costantinopoli.
In ogni caso non ci riuscì: morì, forse di peste, nel 1085, in Grecia.
A Costantinopoli ci arrivò, nel 1097, suo figlio Boemondo…insieme a un esercito di Crociati!


IV
La Spagna

Nel 1056 Ferdinando primo era diventato re di Castiglia.
Il suo regno poi si divise per poi riunirsi di nuovo sotto il re Alfonso VI (detto il valoroso).
Nel 1086, re Alfonso si impadronì di Toledo.
Anche la regione di Toledo si riempì di castelli, diventando la Nuova Castiglia, il centro di quello che poi sarà il regno di Spagna.
Sotto Alfonso VI visse Rodrigo Díaz de Vivar, che fu chiamato El Campeador (il campione) dai cristiani ed El Cid (il signore) dagli arabi.
El Cid fu un nobile valoroso che seppe guadagnarsi il rispetto dei suoi nemici e l’incondizionata fedeltà dei suoi amici.
Forse era diventato troppo importante per il re Alfonso VI, che lo fece esiliare.
Nella sua avanzata verso sud il re di Spagna aveva occupato anche il nord dell’attuale Portogallo.
Nel 1094 Alfonso VI donò al francese Enrico di Borgogna le contee di Porto e di Coimbra.
Presto il Portogallo diventerà un regno indipendente, che avrà un ruolo importante, nelle future “guerre sante” cristiane.

Dopo la conquista di Toledo sembrava che per i Mori, in Spagna fosse finita.
Lo temettero anche i capi dei tre regni mussulmani spagnoli che chiamarono aiuto i loro fratelli berberi del Marocco (guidati dagli Almoravidi).
Naturalmente “i fratelli” non si fecero pregare.
L’emiro Yusuf sbarcò in Spagna e sconfisse Alfonso in battaglia, a Zalaca.
Pensavano veramente, i Mori di Spagna, che gli Almoravidi sarebbero tornati a casa loro dopo la vittoria? Naturalmente i nuovi arrivati rimasero, e occuparono tutta la Spagna ancora mussulmana.
Nel 1090 Omar, uno degli ultimi arrivati, occupò Granada.
La città rimarrà mussulmana fino al 1492!
Metà della Spagna era tornata cristiana, ma la Reconquista aveva subito un arresto.
Alla fine del secolo undicesimo i Cristiani Spagnoli, temprati da tante battaglie, erano ansiosi di ributtare il nemico in Africa, ma contro gli Almoravidi capivano che sarebbe stata dura!
Poi dalla Francia arrivò la notizia della Crociata…

IV
Verso la Guerra Santa

Nel 1088 fu eletto papa un francese, Ottone di Chatillon, che prese il nome di Urbano II.
Il primo compito del nuovo papa fu la continuazione della lotta con Enrico IV, e l’antipapa che l’imperatore aveva nominato.
Nel 1092 Enrico IV (tradito anche dalla moglie e dal figlio) fu sconfitto dalla coalizione promossa dal papa, sotto il castello di Matilde di Canossa.
Nel 1094 Urbano II fece il suo ingresso trionfale a Roma, dopo la fuga dell’antipapa.
Imperatore e antipapa non erano stati ancora definitivamente sconfitti, ma il papa pensava già ad altro: al vecchio progetto di Gregorio VII, a una guerra che unisse tutti i cristiani contro il nemico comune islamico!
Urbano dirà poi:

“Era ora che i cristiani la smettessero di trucidarsi fra loro… poveri e ricchi dovevano egualmente prepararsi per una guerra giusta”

Già nel 1088 Urbano aveva preso contatti col Basileus Alessio.
Adesso Costantinopoli non correva più pericolo immediato, ma la situazione era sempre critica.
Il sultanato turco si era diviso in tanti piccoli stati: uno di essi, il più pericoloso, aveva per capitale Nicea, a due passi dalla capitale bizantina.
Nel 1095 Urbano convocò a Piacenza un concilio, per trattare varie questioni di disciplina ecclesiastica.
A sorpresa si presentarono dei legati dell'imperatore Alessio, per chiedere aiuto al Papa, e a tutto l'Occidente cristiano, contro i Turchi Selgiucidi, che trattavano atrocemente i fedeli di Cristo e minacciavano di distruggere quanto restava dell'impero greco.
Urbano non chiedeva di meglio, ma aveva bisogno di alleati.
Li trovò soprattutto in Francia.
Il re Filippo, purtroppo non poteva prendere la guida di nessuna crociata, perché era stato appena scomunicato (per bigamia!), ma c’erano tanti altri nobili, più che disponibili!
Sappiamo che il papa parlò direttamente con Raimondo di Saint-Gilles, conte di Tolosa, che aveva già partecipato alle lotte contro i mussulmani in Spagna.
Forse inviati del papa presero contatto anche con altri nobili, in particolare Goffredo di Buglione, duca di Lorena.
Goffredo era "Prode nelle armi e chiaro per senno", (come scrisse il Tasso) e, sembra, anche sinceramente devoto. Per riuscire ad armare il suo esercito crociato impegnò perfino una parte dei suoi beni!

Urbano convocò un altro concilio, a Clermont Ferrand.
All’ordine del giorno c’erano alcune questioni ecclesiastiche, la scomunica del re di Francia, ”varie ed eventuali”
L’ultimo giorno del concilio Urbano uscì allo scoperto e, a sorpresa, lanciò tuoni e fulmini contro l’Islam:

“V’induco, anzi non sono io a farlo, ma è Dio che lo vuole, a persuadervi con incitamenti come banditori di Cristo, tutti, di qualsiasi ordine, cavalieri e fanti, ricchi e poveri, affinché accorriate a sovvenire ai cristiani per cacciare dalle nostre terre quella razza maligna".

Ma non basta!
Il papa aggiunge:

"Io lo dico ai presenti e lo comando agli assenti, ma è Dio che lo vuole, per tutti quelli che si metteranno in viaggio, se morissero lungo la strada o durante la traversata, in battaglia contro gli infedeli, vi sarà un’automatica remissione dei peccati”

Il discorso del papa fu accolto con un entusiasmo che superò ogni previsione.
Tutti acclamarono:

Deus vult!…Deus le volt!…Dio lo vuole!

Il concilio decretò che chiunque prendesse la croce (cioè avesse cucita sulla sopravveste una croce di stoffa rossa) doveva far voto di andare a Gerusalemme e se poi non fosse partito, o fosse tornato indietro troppo presto, sarebbe stato scomunicato…
Era la “guerra santa” cristiana! La Crociata!
La data della partenza dei soldati fu fissata per il 15 Agosto 1096, da Costantinopoli...


VI
Una riunione che non c’è mai stata.

Prima di prendere la sua decisione il papa ha sicuramente valutato il pro e il contro, sentito i suoi collaboratori, i vescovi più importanti …
Naturalmente nell’anno mille non c’erano i mezzi di comunicazione di adesso: niente telefono, e-mail, fax…
Anche i viaggi erano lunghi e pericolosi: sarebbe stato impossibile indire una riunione con tutte le persone interessate…ma proviamo ad immaginarlo!
Immaginiamo papa Urbano II, cardinali, vescovi e patriarchi seduti intorno ad un moderno tavolo di riunione, magari con un monsignore che prende appunti sul suo computer portatile!
Il papa prende la parola, e comunica che vuole indire la Crociata.

Naturalmente anche allora c’erano i “falchi” e le “colombe”.
Tra i “falchi” molti vescovi della Spagna, della Francia e della Germania.
Gli spagnoli fanno presente le ultime vittorie cristiane, sotto la guida di Santiago, il Matamoros!
Bisogna dare un colpo mortale agli infedeli, avanzare fino in Palestina!
Tedeschi e francesi fanno notare che nel nord ci sono troppi cavalieri con tanta voglia di combattere e niente terre.
Rischiano di scannarsi tra loro, oppure appoggiare l’imperatore germanico contro il papa.
Non é meglio che combattano per la difesa della fede?!
Tra le “colombe” i patriarchi d’Antiochia e Gerusalemme.
Ricordano al papa la massima evangelica:

Se ti danno uno schiaffo, porgi l’altra guancia!

I patriarchi fanno presente che la condizione dei cristiani in Siria e Palestina é già abbastanza grama. Se un esercito crociato arriva davvero in vista di Gerusalemme, rischiano di essere ammazzati tutti quanti !
Meglio cercare, per l’ennesima volta, un compromesso.
Con gli arabi, un modo di sopravvivere l’avevano trovato.
Anche i turchi, prima o poi, si calmeranno…

Davanti all’esplicito richiamo della parola di Cristo il papa ha un attimo d’esitazione.
Guarda il patriarca di Gerusalemme, più volte umiliato, ma ancora pronto a perdonare, per salvare il suo gregge.
Ma é giusto che i cristiani, con i mussulmani, si comportino sempre come pecore?
Il papa ripensa a quando gli Arabi avevano saccheggiato S. Pietro, agli sfregi sulla tomba dell’apostolo.
Ripensa ai massacri dei Saraceni, ai bambini venduti come schiavi, indottrinati all‘Islam e poi rimandati a combattere contro i loro fratelli!
Ripensa anche a quando gli arabi avanzavano in Calabria.
Il papa di allora aveva scongiurato l’emiro Ibrahim di fermarsi: e lui aveva risposto che sarebbe andato avanti fino a Roma, fino a Costantinopoli!
Adesso i Turchi erano a due passi da Costantinopoli: fino a dove potevano arrivare?
Il patriarca d’Antiochia vede il papa esitare. Lo scongiura di rimandare, almeno, la Crociata.
Lo invita ad avere pazienza!
Il papa batte un pugno sul tavolo:

"Abbiamo pazientato 400 anni.
Adesso basta! "

CAPITOLO 5 >
La prima Crociata (A.D. 1095-1100)
Dio lo voleva ??? - La Crociata N° 0 - Da Nicea ad Antiochia
Da Antiochia a Gerusalemme - Gerusalemme liberata.

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