CAPITOLO III

Idee, ragionamenti e immaginazione delle folle


1.° Le idee delle folle. - Le idee fondamentali e le idee accessorie. - Come possono sussistere contemporaneamente idee contraddittorie. - Trasformazione che devono subire le idee superiori per essere accessibili alle folle. - La funzione sociale delle idee é indipendente dalla parte di verità che possono contenere. - 2.° I ragionamenti delle folle. - Le folle non si lasciano influenzare dai ragionamenti. - I ragionamenti delle folle sono sempre d'ordine molto basso. - Le idee che le folle associano tra loro hanno soltanto un'apparenza d'analogia e di successione. - 3.° L'immaginazione delle folle. - Potenza dell'immaginazione delle folle. - Esse pensano per immagini, e queste immagini si succedono senza alcun legame. - Le folle sono colpite soprattutto da ciò che vi é di meraviglioso nelle cose. - Il meraviglioso e il leggendario sono i veri sostegni delle civiltà. - L'immaginazione popolare é sempre stata la base della potenza degli uomini di Stato. - Come si presentano i fatti capaci di colpire l'immaginazione delle folle.

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1.° - Le idee delle folle.

Studiando in un'opera precedente la parte che hanno le idee sull'evoluzione dei popoli, abbiamo dimostrato che ogni civiltà deriva da un piccolo numero di idee fondamentali che raramente si rinnovano. Abbiamo spiegato come queste idee si radicano nell'anima delle folle; con quale difficoltà vi penetrino, e il potere che hanno quando vi sono penetrate. Abbiamo anche dimostrato che le grandi perturbazioni storiche derivano, il più delle volte, dal mutamento subìto da queste idee fondamentali.
Avendo già trattato sufficientemente questo argomento, non mi dilungherò ancora, e mi limiterò a dire qualche parola delle idee accessibili alle folle e sotto quale forma quest'ultime le concepiscono.

Si possono dividere in due classi. In una metteremo le idee accidentali e passeggere nate sotto l'influenza momentanea; il fanatismo per un individuo o una dottrina, per esempio. Nell'altra metteremo le idee fondamentali che, dato il modo come si ricevono, - l'eredità - sono molto stabili : come le idee religiose un tempo, e le idee democratiche e sociali oggi.

Le idee fondamentali potrebbero essere rappresentate dalla massa delle acque d'un fiume che svolge lentamente il suo corso; le idee passeggere dalle piccole onde, sempre mutevoli, che agitano la sua superficie e che, sebbene non abbiano una reale importanza, sono più visibili del cammino stesso del fiume.

Ai giorni nostri, le grandi idee fondamentali in cui hanno vissuto i nostri padri, sembrano sempre più vacillanti, e le istituzioni che s'appoggiano ad esse si sono trovate profondamente scosse. Presentemente si formano molte di quelle piccole idee transitorie di cui ho parlato or ora; ma fra queste, sembra che ben poche possano acquistare un'influenza preponderante.
Qualunque siano le idee suggerite alle folle, esse non possono diventare dominanti che alla condizione di rivestire una forma semplicissima e di essere rappresentate nel loro spirito sotto l'aspetto di un'immagine. Siccome queste idee-immagini non sono unite da nessun legame logico d'analogia o di successione, possono sostituirsi una all'altra come le lastre della lanterna magica che l'operatore leva dalla scatola dove stavano sovrapposte.
Dunque, si può vedere nelle folle una successione d'idee disparatissime.

Secondo i casi, la folla sarà posta sotto l'influenza di una delle diverse idee immagazzinate nella sua mente, e di conseguenza commetterà gli atti più dissimili. La completa assenza di spirito critico non le permette di vederne la contraddizione. Questo, d'altronde, non é un fenomeno che si nota soltanto nelle folle. Si può constatarlo in molti individui isolati, non solo fra gli esseri primitivi, ma in tutti quelli che per una tendenza dello spirito (i seguaci d'una fede religiosa, ad esempio) si avvicinano ai primitivi. Io l'ho osservato, ad esempio, in alcuni Indù colti, che avevano frequentato università europee e avevano ottenuto tutti i diplomi. Sul loro fondo immutabile di idee religiose-sociali-ereditarie, s'era sovrapposto, senza alterarle, uno strato di idee occidentali che non avevano nulla di comune con le prime. Secondo i casi, figuravano le une o le altre, e lo stesso individuo cadeva nelle più tangibili contraddizioni. Contraddizioni più apparenti che reali, poiché soltanto le idee ereditarie, nell'individuo isolato, hanno il potere di diventare una regola di condotta quando, per degli incroci, l'uomo é spinto da impulsi di eredità diverse, e le sue azioni possono essere da un
momento all'altro completamente contrastanti. E' inutile insistere qui su questi fenomeni, benché la loro importanza psicologica sia capitale. Credo che ci vogliano almeno dieci anni di viaggi e di osservazioni per arrivare a comprenderli.

Le idee, non essendo accessibili alle folle che dopo aver rivestito una forma assai semplice, devono, per diventare popolari, subire spesso le più complete trasformazione. Quando si tratta di idee filosofiche o scientifiche un po' elevate, si può constatare la profondità delle modificazioni che sono loro necessarie per discendere di mano in mano al livello delle folle.
Queste modificazioni dipendono soprattutto dalla razza alla quale le folle appartengono; ma esse sono sempre avvilenti e semplicistiche. In tal modo non esiste affatto, in realtà, dal punto di vista sociale, una gerarchia delle idee, vale a dire di idee più o meno elevate. Per il solo fatto che un'idea perviene alle folle e può commuoverle, essa é spogliata di tutto ciò che costituiva la sua grandezza e la sua altezza.
Il valore gerarchico di un'idea é, del resto, senza importanza. Bisogna soltanto considerare gli effetti che essa produce. Le idee cristiane del Medioevo, le idee democratiche del secolo scorso, le idee sociali d'oggi, non sono certamente elevatissime. Filosoficamente si può considerarle come ben poveri errori. Tuttavia la loro funzione é stata e sarà immensa, e a lungo conteranno fra i più essenziali fattori della condotta degli Stati.

Anche quando l'idea ha subito delle modificazioni che la rendono accessibile alle folle, non opera che momento in cui, per diversi processi che saranno studiati altrove, essa penetra nell'incosciente e diventa un sentimento. Questa trasformazione é generalmente assai lunga nel tempo.
Del resto non é necessario credere che solo quando la giustezza di un'idea é dimostrata, essa possa produrre i suoi effetti, anche tra gli spiriti più colti. E ce ne rendiamo conto vedendo come la più chiara dimostrazione ha scarsa influenza sulla maggioranza degli uomini. L'evidenza lampante potrà essere riconosciuta da un uditorio colto; ma esso sarà sempre ricondotto dalla sua incoscienza alle sue concezioni primitive. Vedetelo un po' in capo a qualche giorno, e vi servirà di nuovo i suoi antichi argomenti, esattamente negli stessi termini. Ciò accade proprio sotto l'influenza di idee anteriori diventate dei sentimenti; ora soltanto quelle idee operano sui moventi profondi dei nostri atti e dei nostri discorsi.

Allorché, in seguito a processi diversi, un'idea ha finito per attecchire nell'anima delle folle, essa acquista una potenza irresistibile e svolge tutta una serie di conseguenze. Le idee filosofiche che sfociarono nella Rivoluzione francese, impiegarono assai tempo per radicarsi nell'anima popolare. E' nota la loro irresistibile forza, allorché esse vi fecero presa. Lo slancio di tutto un popolo verso la conquista dell'uguaglianza sociale, verso la realizzazione di diritti astratti e di libertà ideali fece vacillare tutti i troni e sconvolse profondamente tutto il mondo occidentale. Per venti anni i popoli si precipitarono gli uni sugli altri, e l'Europa conobbe ecatombi paragonabili a quelle di Gengiskan e di Tamertano. Mai era apparso tanto chiaramente quel che può produrre lo scaternarsi di idee capaci di cambiare l'orientamento dei sentimenti.

Se assai tempo occorre alle idee per stabilirsi nell'anima delle folle, un tempo non meno considerevole é necessario per uscirne. Di modo che le folle sono sempre, dal punto di vista delle idee, in ritardo di parecchie generazioni rispetto ai sapienti e ai filosofi. Tutti gli uomini di Stato sanno oggi quel che di erroneo contengono le idee fondamentali or ora citate, ma essendo la loro influenza ancora potentissima, sono costretti a governare seguendo principi alla cui verità essi hanno cessato di credere.


2.° - I ragionamenti delle folle.

Si può dire in modo assoluto che le folle non sono influenzabili con ragionamenti. Ma gli argomenti che esse impiegano e quelli che agiscono su di esse appariscono, dal punto di vista logico, di un ordine talmente inferiore che solo per via di analogia si può qualificarli come ragionamenti.
I ragionamenti inferiori delle folle sono, come i ragionamenti elevati, basati su associazioni: ma le idee associate delle folle non hanno tra di loro che legami apparenti di rassomiglianza e di successione. E si legano nello stesso modo di quelle di un Eschimese il quale, sapendo per esperienza che il ghiaccio, corpo trasparente, si fonde in bocca, ne conclude che il vetro, corpo ugualmente trasparente, deve anch'esso fondersi in bocca; o di quelle di un selvaggio ii quale immagina che mangiando il cuore di un nemico coraggioso egli acquista il suo coraggio; o ancora di quelle dell'operaio che, sfruttato da un padrone, ne conclude che tutti i padroni sono sfruttatori.

Associazione di cose dissimili, non avendo tra di esse che rapporti apparenti, e generalizzazione immediata di casi particolari : tali sono i caratteri della logica collettiva. Gli oratori che sanno maneggiare le folle, presentano sempre loro associazioni di questo genere che sole possono influenzarle. Una serie di ragionamenti stringati, sarebbe totalmente incomprensibile alle folle, e perciò é permesso dire che esse non ragionano o fanno ragionamenti falsi, e non sono influenzabili con un ragionamento. La leggerezza di certi discorsi che hanno esercitato un'influenza enorme sugli uditori, talvolta stupisce alla lettura; ma si dimentica che essi furono fatti per trascinare delle collettività, e non per essere letti da filosofi. L'oratore, in intima comunione con la folla, sa evocare le immagini che la seducono. Se egli riesce, il suo scopo é stato raggiunto; e un volume di arringhe non vale le poche frasi che sono riuscite a sedurre gli animi che bisognava convincere.

Inutile aggiungere che l'importanza delle folle a ragionare giustamente le priva di ogni spirito critico, vale a dire dell'attitudine di discernere la verità dall'errore, e a formulare un giudizio preciso. I giudizi che esse accettano non sono che quelli imposti e mai quelli discussi. Sotto questo punto di vista, numerosi sono gli individui che non si elevano sopra le folle. La facilità con la quale certe opinioni diventano generali deriva specialmente dalla impossibilità della gran parte degli uomini di formarsi un'opinione particolare basata sui propri ragionamenti.


3.0 - L'immaginazione delle folle.

L'immaginazione delle folle, come quella di tutti gli esseri in cui non interviene il ragionamento, è suscettibile di profonde impressioni. Le immagini evocate nel loro spirito da un personaggio, un fatto, un incidente, hanno quasi la vivezza delle cose reali. Le folle sono un po' come un dormiente, in cui la ragione é momentaneamente annullata, e vede sorgere nel suo spirito delle immagini d'una intensità estrema, ma che si dissipano subito appena vengono a contatto con la riflessione. Le folle, essendo incapaci di riflettere e di ragionare, non conoscono l'inverosimile; ora, le cose più inverosimili sono generalmente quelle che colpiscono di più.
Per questo le folle sono impressionate maggiormente da ciò che c'é di meraviglioso e di leggendario negli avvenimenti. Il meraviglioso e il leggendario sono in realtà i veri sostegni delle civiltà. Nella storia l'apparenza ha sempre avuto più importanza della realtà. L'irreale predomina sul reale.

Le folle, non potendo pensare che per immagini, non si lasciano impressionare che dalle immagini. Soltanto quest'ultime le spaventano o le entusiasmano e regolano i loro atti.
Questa é la ragione per cui le rappresentazioni teatrali, che danno l'immagine sotto la forma più precisa, hanno sempre un'enorme influenza sulle folle. Pane e spettacoli costituivano, un tempo, per la plebe romana l'ideale di felicità. Durante il succedersi delle età, questo ideale ha subito poche variazioni. Non c'é nulla che colpisca l'immaginazione popolare come una rappresentazione teatrale. Tutta la sala prova nello stesso momento le stesse emozioni, e quest'ultime non si trasformano subito in azioni, soltanto perché anche lo spettatore più incosciente non può ignorare d'essere vittima di illusioni, e d'aver riso o pianto per avventure immaginarie.
Tuttavia, qualche volta i sentimenti suggeriti dalle immagini sono abbastanza forti da tendere - come le suggestioni solite - a trasformarsi in azioni. Si é spesso raccontato di quel teatro popolare drammatico costretto a far proteggere all'uscita l'attore che rappresentava il traditore, per sottrarlo alle violenze degli spettatori indignati dei suoi delitti immaginari. Io credo che sia qui uno dei più notevoli indizi dello stato mentale delle folle, e soprattutto della facilità con cui si suggestionano. Ai loro occhi l'irreale ha quasi la stessa importanza della realtà. Le folle hanno una evidente tendenza a non differenziarli.

La potenza dei conquistatori e la forza degli Stati é fondata sull'immaginazione popolare. Tutti i grandi fatti storici, la creazione del Buddismo, del Cristianesimo, dell'Islamismo, la Riforma, la Rivoluzione e ai nostri tempi la minacciosa invasione del Socialismo, sono le conseguenze dirette e lontane di forti impressioni prodotte sull'immaginazione delle folle.
Tutti i grandi uomini di Stato di tutte le età e di tutti i paesi, compresi i despoti più assoluti, hanno considerato l'immaginazione popolare come il sostegno della loro potenza. Non hanno mai cercato di governare contrariandola. «Facendomi cattolico, diceva Napoleone al Consiglio di Stato, ho terminato la guerra della Vandea; facendomi mussulmano mi sono insediato in Egitto, facendomi oltramontano ho conquistato i preti in Italia. Se avessi governato un popolo di Giudei, avrei ristabilito il tempio di Salomone. » Mai, forse, dopo Alessandro e Cesare, un altro uomo ha meglio compreso come l'immaginazione delle folle deve essere impressionata. La sua costante preoccupazione fu di colpirla. Cercava di farlo nelle vittorie, nelle arringhe, nei discorsi, in tutti i suoi atti. Nel suo letto di morte vi pensava ancora.

In che modo impressionare l'immaginazione delle folle ? Lo vedremo subito. Diciamo fin d'ora che dimostrazioni destinate a influire sull'intelligenza e la ragione non potrebbero raggiungere questo scopo. Antonio non ebbe bisogno d'una retorica dotta per sollevare il popolo contro gli assassini di Cesare. Gli lesse il suo testamento e gli mostrò il suo cadavere.

Tutto ciò che colpisce l'immaginazione delle folle si presenta sotto forma di un'immagine impressionante e precisa, libera da ogni interpretazione accessoria, o non avente per compagno che qualche fatto meraviglioso: una grande vittoria, un grande miracolo, un grave delitto, una grande speranza.
L'importante é di presentare le cose in blocco e senza mai indicarne la genesi. Cento piccoli delitti o cento piccoli incidenti non colpiranno mai l'immaginazione delle folle; mentre un solo delitto notevole, una sola catastrofe, le colpiranno profondamente, e con dei risultati infinitamente meno micidiali dei cento piccoli accidenti riuniti. La grande epidemia d'influenza che uccise a Parigi 5000 persone in poche settimane, colpì poco l'immaginazione popolare. Infatti quella vera ecatombe non si esprimeva con immagini visibili, ma soltanto con le indicazioni ebdomadarie delle statistiche. Un incidente in cui fossero perite, invece delle 5000 persone, soltanto 500, lo stesso giorno, su una pubblica piazza, per mezzo di un fatto visibile - la caduta della torre Eiffel, ad esempio - avrebbe prodotto sull'immaginazione un'impressione immensa. Ora, le statistiche ufficiali indicano che in un solo anno sono andati perduti un migliaio di bastimenti. Di questi incidenti successivi, molto più importanti per perdite di uomini e di mercanzie, le folle non si preoccuparono neanche per un momento. Dunque non sono i fatti in sé che colpiscono l'immaginazione popolare, bensì il modo come si presentano. Questi fatti devono condensarsi, se posso esprimermi così, in modo da produrre un'immagine impressionante che occupi e opprima lo spirito. Conoscere l'arte di impressionare l'immaginazione delle folle, vuol dire conoscere l'arte di governarle.

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