FILOSOFIA

EMPEDOCLE E I FISICI PLURALISTI


By - Prof. Giovanni Pellegrino

I filosofi che vennero dopo l’eleatismo tornarono ad interessarsi del problema della natura.
Tuttavia anche per essi Parmenide non era passato invano.
Anzi la loro filosofia rappresenta un primo tentativo in sintesi tra l’era eraclitismo e l’eleatismo.
Il secondo tentativo sarà effettuato da Platone.


Da Eraclito e dalla scuola ionica essi accettarono l’idea del divenire continuo delle cose.
Da Parmenide essi accettarono invece il concetto dell’eternità e di immutabilità dell’Essere “vero”.
Ma come conciliare le opposte affermazioni del divenire delle cose e dell’eternità e d’immutabilità di fondo della natura?
Questi filosofi risolsero generalmente il problema facendo una riflessione tra composti (mutevoli) ed elementi (immutabili).

Essi pensarono infatti che le cose del mondo erano costituite di elementi eterni ad esempio gli atomi.
Gli atomi unendosi tra loro davano origine a ciò che noi chiamiamo nascita mentre disunendosi provocano ciò che noi chiamiamo morte.
In tal modo essi finirono per giungere al principio secondo cui in natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.

Tali filosofi vengono anche detti fisici pluralisti in quanto ritengono che i principi della natura siano molteplici.
L’interpretazione secondo cui i fisici pluralisti rappresentano un tentativo di riconciliare le opposte esigenze del divenire e dell’essere risale ad Aristotele ed è diventata classica nella storiografia filosofica.
Qualche studioso moderno tende a respingerla sostenendo che tra Eraclito e Parmenide non c’è stata stoicamente lotta di idee.
In realtà lo schema tradizionale proposto da Aristotele spiega molto bene la continuità e lo sviluppo della problematica presocratica intorno alla natura.
Inoltre dobbiamo dire che sebbene non ci sia stata battaglia esplicita tra Eraclito e Parmenide tale battaglia tuttavia vi è senza dubbio stata tra i loro discepoli.
Detto ciò esporremmo i principali elementi del pensiero di Empedocle.

Vogliamo premettere che egli oltre a essere filosofo fu nello stesso tempo medico taumaturgo e scienziato .
Egli stesso presenta la sua dottrina come uno strumento efficace per dominare le forze naturali e perfino per richiamare dall’Ade la vita dei defunti.
I suoi seguaci dissero che era stato assunto al cielo durante la notte mentre i suoi avversari sostennero che si era lanciato nel cratere dell’Etna poiché era convinto di essere un dio.
Empedocle fu dopo Parmenide il solo filosofo greco che espose in versi le sue dottrine filosofiche.
Il filosofo greco era consapevole dei limiti della conoscenza umana dal momento che i poteri conoscitivi dell’uomo sono limitati.
Per Parmenide l’uomo vede solamente una piccola parte della vita che non è vita perché sfugge subito.
Come Parmenide Empedocle pensa che l’essere non possa né nascere né morire.

Tuttavia a differenza di Parmenide vuole spiegare l’apparenza della nascita e della morte e lo spiega ricorrendo a combinarsi e dividersi degli elementi che compongono le cose.
L’unione degli elementi è la nascita delle cose mentre la loro separazione causa la morte.
Per Parmenide gli elementi sono quattro: fuoco acqua aria terra.

Empedocle parla esplicitamente delle quattro radici di tutte le cose che altro non sono che i quattro elementi ora citati.
Queste quattro radici sono animate da due forze opposte: l’amore che tende ad unirli e l’odio che tende a dividerli.
L’amore e l’odio sono due forze cosmiche di natura divina la cui azione si avvicenda nell’universo determinando le fasi del ciclo cosmico.
Secondo Empedocle c’è una fase del ciclo cosmico in cui l’amore domina completamente.
Tale fase è lo Sfero nel quale tutti gli elementi sono unificati e legati nella più completa armonia.
Ma in questa fase non c’è né il sole né la terra né il mare perché non c’è altro che un Tutto uniforme, una divinità che gode nella sua solitudine.
L’azione dell’odio rompe questa unità e comincia ad introdurre la separazione degli elementi.
Ma in questa fase la separazione non è distruttiva dal momento che essa determina la formazione delle cose che esistono nel nostro mondo.
Tale mondo è il prodotto dell’azione combinata delle due forze e sta a metà strada tra il regno dell’amore e quello dell’odio.

Continuando l’odio ad agire le cose stesse si distolgono e si ha il regno dell’odio ovvero il puro dominio del caos.
Ma allora spetta di nuovo all’amore ricominciare la riunificazione degli elementi.
A metà strada si avrà di nuovo il mondo attuale nel quale odio e amore sono mescolati.
Finalmente si ritornerà allo Sfero dal quale ricomincerà un nuovo ciclo cosmico. “Queste due cose l’odio e l’amore sono uguali ed egualmente originari e ciascuna ha il suo pregio e il suo carattere e a vicenda predominano nel volgere del tempo “(fr.17, verso 26).

I quattro elementi e le due forze che li muovono sono anche le condizioni della conoscenza umana.
Il principio fondamentale della conoscenza è che il simile conosce il simile.
A tale riguardo riteniamo opportuno citare un frammento di Empedocle: ”noi conosciamo la terra con la terra, l’acqua con l’acqua, l’etere divino con l’etere, il fuoco distruttore col fuoco, l’amore con l’amore e l’odio funesto con l’odio”.( fr.109).

La conoscenza avviene mediante l’incontro tra l’elemento che è nell’uomo e lo stesso elemento al di fuori dell’uomo.
Gli efflussi che provengono dalle cose producono la sensazione quando si adattano ai pori degli organi dei sensi.
Se ciò non avviene non si percepisce nessuna sensazione.

Dobbiamo dire che Empedocle non fa nessuna distinzione tra la conoscenza dei sensi e quella dell’intelletto.
Infatti anche tale conoscenza avviene allo stesso modo per un incontro degli elementi esterni ed interni.
Empedocle riprende la dottrina orsico-pitagorica della metempsicosi.
Per Empedocle esiste una legge necessaria di giustizia che fa scontare agli uomini attraverso una serie successiva di nascita e di morte i peccati di cui si resero colpevoli.

Empedocle presenta questa dottrina con il suo destino personale: ”sono stato un tempo fanciullo e fanciulla arbusto e uccello e muto pesce del mare.” (fr.117)”
Empedocle rimpiange la felicità del passato: ”da quali onori, da quale altezza di felicità io sono caduto per errare qui sulla terra tra i mortali” fr.119).

Empedocle ha esercitato notevoli influssi sulla filosofia posteriore.
Egli ha influito soprattutto per la teoria dei quattro elementi che saranno riconosciuti in tutta la cultura antica e medievale come i quattro principi costitutivi del mondo.

Notevole importanza nella filosofia posteriore ha avuto l’idea di Empedocle di due Forze Cosmiche opposta l’una positiva ed attrattiva (l’amore) l’altra negativa e repulsiva l’odio.
Freud stesso nelle sue speculazioni sull’istinto di vita e sull’istinto di morte si richiamerà esplicitamente a Empedocle.

Prof. Giovanni Pellegrino

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