FILOSOFIA

"TUTTO SCORRE E NIENTE PERMANE" >>>>

ERACLITO e il "luogo cosmico": D. Fusaro >>>

I principali elementi
del suo pensiero

Prof. Giovanni Pellegrino
Prof.ssa Mariangela Mangieri

In questo articolo prenderemo in considerazione il non semplice pensiero del filosofo greco Eraclito che la tradizione filosofica ha definito lo scuro.

Di Eraclito sappiamo pochissimo dal momento che la sua biografia si perde nella leggenda. Sembra fosse di nobili natali e di assolute idee aristocratiche. Infatti la sua filosofia presenta un tono altezzoso che la differenzia da quella dei filosofi precedenti e rivela come egli appartenesse ad una ideologia politica contraria al demos e alla sua cultura.

Eraclito tutto dedito alle sue ricerche scrisse un’opera in prosa che fu poi identificata con il titolo abituale ”Intorno alla natura.” Tale opera è costituita da aforismi in prosa e sentenze brevi e taglienti che per la loro enigmaticità spiegano l’appellativo di oscuro che gli è stato attribuito dalla tradizione.
Alla base del pensiero di Eraclito vi è la contrapposizione tra la filosofia da lui identificata con la verità e la mentalità comune degli uomini da lui ritenuta luogo di errore.

Eraclito pensa infatti che la maggioranza degli uomini( i più) vivano in un sogno pieno di illusioni e siano incapaci di comprendere le vere leggi del mondo circostante. Per tale ragione egli ai “dormienti” cioè ai non filosofi contrappone gli “svegli” ossia i filosofi che andando al di là delle apparenze sanno individuare e comprendere l’essenza segreta delle cose.
Per Eraclito filosofo vero è colui che abbandonando l’ingannevole mondo delle idee comuni e delle false credenze è in grado di riflettere in solitudine esplorando la propria anima. Per il filosofo greco l’anima non avendo confini offre la possibilità di svolgere una ricerca senza fine. Per Eraclito il vero filosofo è colui che a differenza degli antichi maestri di sapienza (come Pitagora e Omero) e della loro multiscienza tesa a conoscere solo la superficie delle cose, possiede una visione profonda delle cose.
Il filosofo vero è anche chi è in grado di elevarsi ad una visione complessiva dell’essere in antitesi ai cultori delle tecniche e delle discipline particolari prigionieri di un’ottica parziale. Ma soprattutto è il filosofo vero chi sa mettere in atto un suo stile di vita indipendentemente o in contrasto con i gusti e le preferenze degli uomini comuni.

Qualche studioso ha voluto identificare la divisione eraclitea tra i “più” e i “filosofi” con la contrapposizione tra popolo e aristocrazia formulando un’interpretazione di Eraclito come ideologo dell’aristocrazia in lotta con la democrazia. Questa è un’interpretazione di tipo sociologico di questa contrapposizione eraclitea.
Tuttavia si potrebbe dire con più verosimiglianza che tale antitesi deve essere intesa in senso filosofico. Eraclito è passato alla tradizione come il “filosofo del divenire” in quanto concepisce il mondo come un flusso perenne in cui tutto scorre analogamente alla corrente di un fiume le cui acque non sono mai le stesse.

Per Eraclito la forma dell’essere è il divenire dal momento che ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione cosicchè anche ciò che sembra statico e fermo in realtà è dinamico. Alcuni critici sono giunti alla conclusione che la dottrina del “tutto scorre” con cui si è tradizionalmente sintetizzata la filosofia di Eraclito non sarebbe propria di questo filosofo ma solo dei suoi tardi discepoli.

Ma l’interpretazione classica di Eraclito è quella storicamente accettata dagli stessi filosofi greci posteriori. Secondo tale interpretazione l’espressione “tutto scorre e niente permane” deve essere attribuita ad Eraclito e non ai suoi discepoli. Questa concezione della realtà come divenire si concretizza nella tesi secondo cui il principio delle cose (archè) è il fuoco, elemento in continuo movimento e distruttore per eccellenza.
Il fuoco simboleggia perfettamente la visione eraclitea dell’universo come energia in eterna trasformazione. Per Eraclito tutto ciò che esiste proviene dal fuoco e ritorna al fuoco secondo il duplice processo della ”via in giù” (il fuoco condensandosi diventa acqua e poi terra) e poi della “via in su” (la terra rarefacendosi si fa acqua e poi fuoco).

La parte più originale del pensiero di Eraclito è la teoria dell’unità dei contrari. Eraclito sostiene che la maggior parte degli individui ritiene che un opposto possa esistere senza l’altro (ad esempio il bene senza il male). Filosoficamente parlando tale credenza è un’ illusione poiché la legge segreta del mondo di cui Eraclito vuole essere lo scopritore e il banditore risiede proprio nello stretto legame dei contrari. Essi in quanto opposti lottano tra loro ma nello stesso tempo non possono esistere l’uno senza l’altro vivendo solo l’uno in virtù dell’altro.
Di conseguenza ciò che a prima vista può sembrare disordine e irrazionalità, cioè la lotta delle cose tra di loro, presenta invece ad uno sguardo più profondo una sua innegabile razionalità. Tale razionalità intrinseca consiste nel fatto che un opposto non può esistere indipendentemente dall’altro.

Eraclito è assolutamente persuaso della razionalità dell’universo tanto da definire la legge dell’interdipendenza e inscindibilità con la parola “Logos”. Tale parola greca può essere tradotta in italiano con la parola Ragione.

Eraclito denomina indifferentemente il Principio dell’universo Fuoco o Logos intendendo con il primo concetto il pricipio fisico che costituisce le cose e con il secondo la legge universale che le governa. Secondo Eraclito la legge stessa della vita è costituita dalla scoperta dell’unità degli opposti.
Eraclito ritiene che l’armonia del mondo non risiede nella conciliazione dei contrari ossia nel raggiungimento di una calma piatta bensì nel mantenimento del conflitto. Eraclito giunge ad affermare che il conflitto è il padre di tutte le cose. Per il filosofo greco la vita è lotta ed opposizione e la sua armonia risiede proprio in questo fatto senza di cui non ci sarebbe l’essere.

Eraclito contesta la famosa frase di Omero: “Possa la discordia sparire tra gli dei e tra gli uomini”. Eraclito obietta che Omero non si accorge che egli prega per la distruzione dell’universo perché se la sua preghiera fosse esaudita tutte le cose morirebbero. Eraclito giunge al punto di affermare con un’espressione molto forte che: “la guerra di tutte le cose è la madre di tutte, la regina". Come si vede Eraclito presenta una visione estremamente conflittuale dell’universo che eserciterà un notevole influsso nella storia del pensiero filosofico. Questa grandiosa visione cosmologica sfocia nell’identificazione panteistica dell’universo con Dio inteso dal filosofo greco come unità di tutti i contrari, divenire continuo e Fuoco generatore.

In un famoso frammento che deve essere considerato la sintesi del suo pensiero, Eraclito afferma: “la divinità è giorno-notte, inverno-estate, guerra-pace, sazietà- fame. Ed essa cambia come il fuoco”.
Secondo Eraclito questo Dio-Tutto che comprende in se’ ogni cosa costituisce una realtà increata che esiste da sempre e per sempre. Secondo Eraclito il nostro universo non è stato creato da nessuno degli dei e che è sempre esistito e sempre esiterà. Per Eraclito l’universo è sempre stato e sempre sarà fuoco eternamente vivo che con ordine regolare si accende e con ordine altrettanto regolare si spegne. Dobbiamo mettere in evidenza che in Eraclito vi è pure un abozzo di cosmologia ciclica cioè una concezione dell’universo come insieme di fasi alterne di distruzione-produzione.

Tale concezione dell’universo troverà più tardi soprattutto negli stoici interessanti e sistematici sviluppi. Secondo Eraclito solo chi sa innalzarsi a queste altezze di pensiero, uscendo dallo stato di dormiveglia quotidiano può comprendere davvero quelle leggi oggettive e comuni dell’universo che una volta che vengono scoperte e comprese si impongono necessariamente ad ogni mente pensante.

Riteniamo opportuno citare un ultimo frammento di Eraclito: “chi vuole parlare con intelligenza deve farsi forte di ciò che è comune a tutti”. Eraclito costituisce uno dei pensatori più importanti e complessi della storia del pensiero occidentale. Dai greci ad Hegel, da Nietzche fino ai giorni nostri la sua filosofia è stata oggetto di interpretazioni più diverse e disparate.
Nonostante ciò anche oggi il suo pensiero continua ad essere sostanzialmente enigmatico. Ciò non toglie che egli abbia storicamente influito sui filosofi successivi soprattutto per le due teorie più importanti e significative. La prima quella del divenire cosmico ha pesato soprattutto sui filosofi antichi rappresentando il tipico “motivo eracliteo” della filosofia greca.
La seconda quella dei contrari ha influito soprattutto sui filosofi moderni presso i quali il suo nome è legato pricipalmente alla dialettica, termine filosofico che in una delle sue molteplici accezioni indica una concezione della realtà in termini di sviluppo, lotta e opposizione.

Di tale modo di pensare Eraclito può essere considerato il maestro e precursore. Infatti nel XIX secolo Hegel e i suoi discepoli hanno visto esplicitamente in lui il fondatore della dialettica. Infatti secondo Eraclito la lotta e l’opposizione costituiscono un aspetto ineliminabile della realtà senza il quale non ci sarebbero la vita e l’essere. Proprio dal concetto della continua lotta nasce la visione ciclica del mondo proposta da Eraclito ossia la dottrina secondo la quale il mondo ritorna dopo un certo numero di anni al caos primitivo da cui uscirà di nuovo per ricominciare il suo corso sempre uguale.

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