1940

L'ATTACCO DELL'ITALIA
ALLA GRECIA
( HITLER SI INFURIA )

2 nov.1940, ma non è vero !!! L''avanzata fu una vera catastrofe

 

Già il 20 Novembre - Hitler nell'inviare una lettera a Mussolini lo critica aspramente per l'iniziativa che ha preso in Grecia, ora che è in difficoltà: "Lo stato delle cose così creatosi ha conseguenze psicologiche e militari gravissime a proposito delle quali è importante far luce completa... Le conseguenze psicologiche della situazione sono spiacevoli...."
Gli elenca i singoli punti, le necessarie contromisure che deve e dovrà assumere, le misure di carattere politico-militare che dovrà prendere e prenderà a breve e a lunga scadenza sui Balcani, in Africa e nello sbarramento del Mediterraneo, ma non gli accenna minimamente che intenzioni ha verso la Russia.
Nell'intera lettera già ci sono i chiari propositi di evitare di crearsi dei nemici alle spalle quando invaderà la Russia in primavera. Gli scrive "Dobbiamo cattivarci la Jugoslavia e non indurla a minacciarci" (con Belgrado stipulerà un patto il 25 marzo del 41. Ma due giorni dopo Londra fomenta un colpo di stato con il giovane re Pietro. Con gravi ripercussioni ambientali quando poi nella stessa primavera del '41 dovrà Hitler utilizzare il territorio iugoslavo per correre in aiuto a Mussolini. Infatti il....

3 Dicembre
Gli italiani in Grecia sono costretti a ripiegare e perdono anche un terzo dell'Albania. Mussolini per evitare la disfatta, ormai impantanato, è costretto a chiedere soccorso a Hitler.

8-10 Dicembre
Altra rovinosa ritirate delle truppe italiane in Africa dopo la controffensiva inglese, che successivamente proseguendo per Tobruk, faranno prigionieri in gennaio 120.000 italiani. 
Anche qui Mussolini è costretto a chiedere aiuto a Hitler per togliersi dai guai.

Sta per riversarsi nel perfetto ingranaggio bellico di Hitler, la "manciata di sassi greci" e la "manciata di sabbia africana" con gravi ripercussioni sulla sua progettata e ancora del tutto segreta, invasione in Russia, i cui ritardi accumulati in Grecia, gli saranno poi fatali.

Il 20 Novembre Hitler invia una lettera di fuoco a Mussolini;  fra l'altro scrive "Lo stato delle cose cosi' creatosi ha conseguenze psicologiche gravissime. Le conseguenze militari di questa situazione sono, Duce, molto gravi". Comunque in fondo gli promette aiuti, a una condizione "vorrei in primavera, al massimo a maggio, riavere le mie forze armate".
Scopriremo dopo cosa ci voleva fare nella primavera del '41. (la sua intenzioni era di invadere la Russia, che però non rivela a Mussolini). Putroppo per lui Hitler non aveva previsto, oltre i "sassi" della Grecia,  la imminente disfatta italiana  con la "manciata di sabbia" anche in Africa Settentrionale; che mise in crisi tutto il suo strategico ingranaggio.

Questa guerra greca che sembrava una folle decisione, era stata presa contro ogni logica, personalmente da Mussolini (ma soprattutto da Ciano che l'aveva convinto che era una passeggiata), ma aveva (per molti storici) una sua logica, il fine dell'attacco era indubbiamente politico e non militare e sta anche a dimostrare che il Duce (e soprattutto Ciano) temeva Hitler, nè sapeva come fare a fermarlo. (Ma altri storici affermano che questo attacco fu concordato segretamente con Churchill (che sta dandosi da fare quest'anno anche in Iugoslavia con re Pietro, e manda un accorato appello agli Slavi)  proprio per intralciare i piani di Hitler (e infatti li intralcerà). Con chissà quale premio in contropartita. Mussolini nella sua ultima intervista, pochi giorni prima della sua cattura, cripticamente accenna a qualcosa - La leggeremo quell'intervista nell'aprile del  1945).

LA QUESTIONE ALTO ADIGE

Abbiamo già accennato alla questione Alto Adige; c'era una crisi palese sul territorio; una situazione locale che  aveva portato Mussolini dall'inizio della guerra a convivere con dei dubbi atroci. A Ciano prima della battaglia d'Inghilterra Mussolini disse queste parole "prevedo una inevitabile crisi tra Italia e Germania. Ormai e' evidente che si preparano a chiederci di portare il confine a Salorno, e forse anche a Verona. Il che produrrà una formidabile crisi in Italia, anche per il regime. La supererò, ma sarà la piu' dura di tutte. Sento ciò nel mio istinto da animale, e mi pongo seriamente il quesito se, per il nostro futuro, non è piu' auspicabile una vittoria inglese che una vittoria tedesca. Quindi non creiamo il mito dell'invincibilità tedesca, perchè presto dovremo batterci contro la Germania". (Diari di Ciano).  Insomma da Hitler,  Mussolini era ben cosciente che ci si poteva aspettare sciagure. Ma perchè Mussolini parlava cosi?

Potrebbe rispondere solo Churchill. Ed essendo morto non lo sapremo mai! E' il più grande mistero della guerra mondiale. E molti storici attribuiscono anche alla eliminazione di Mussolini perchè si volevano seppellire con lui alcune verità, accordi segreti, patti, che sarebbero stati molto scomodi se portati a conoscenza. (vedi 1945, documenti di Churchill e dichiarazione di Mussolini pochi giorni prima di essere eliminato. Ma sembra che come portarono a Mosca il mitra che lo uccise e il pastrano che indossava, portarono a Mosca anche i documenti della famosa cartella. E qui sorge il dubbio di un  "trio" Mussolini, Stalin, Churchill in... Grecia).

Quindi l'attacco alla Grecia per quanto folle e imprevedibile (non per nulla aveva avvisato l'alleato a cose già fatte -("lo lascierò di stucco, come fa sempre lui con me") aveva un ben preciso significato politico, anche pericoloso perché era un doppio gioco, drammatico, inutile negarlo, e che Hitler avrebbe potuto far pagare caro all'Italia; in poche ore poteva scendere dal Brennero, da Tarvisio e dal confine francese e invadere l'intera pianura padana da tre direzioni.

La Grecia quindi era una specie di assicurazione (ma appoggiata da chi?) contro una eventuale invasione dei tedeschi sempre più forti. Il rischio più grosso era la temuta discesa  su un territorio non ostile fino all'Adriatico attraverso il Brennero e quindi una porta aperta nel Mediterraneo. Se poi Mussolini avesse saputo che Hitler si stava preparando all'invasione della Russia, l'avrebbe fatta con maggior convinzione e più mezzi e avrebbe avuto più appoggio dai suoi generali, visto che Badoglio fu rimosso perchè (ragionava da militare) perchè contrario a questa assurda invasione (all'inizio era favorevole, però aveva chiesto 20 divisioni. In questo caso Badoglio si dimostrò realista).

Molti storici sono convinti che Mussolini era stato informato da Churchill delle intenzioni di Hitler, e che lo stesso statista inglese avrebbe spinto Mussolini a invadere i Balcani proprio per questo scopo, cioè mettere (anche se sapeva benissimo dell'inefficienza e la carenza dei mezzi dell'Italia) almeno un sassolino balcanico nell'ingranaggio delle armate tedesche).
(C'è anche questa seconda ipotesi (ispirata da Churchill?): se Hitler gli rifiutava l'aiuto in Grecia e in Africa, Mussolini aveva uno dei più validissimi  motivi per chiedere aiuto proprio agli inglesi. Anche questo Hitler poteva immaginarlo e soprattutto realisticamente temerlo).

(Sono anni che si cercano alcune lettere di Churchill che si dicono scomparse dopo  la cattura di Mussolini. Forse in quelle lettere c'era il grande mistero proprio dei Balcani: l'invasione della Grecia, e magari che le operazione in Africa dell'Italia era stata tutta una messa in scena ben concordata (purtroppo poi sacrificando tanti italiani) per inceppare le armate di Hitler.

Appare anche strano che il generale MESSE (già destituito in Russia nel novembre 1942 per contrasti con Gariboldi) inviato in Africa il febbraio del '43 per assumere il comando dell'armata italiana  il 13 maggio in Tunisia si arrese con tutto l'esercito italiano al 10° corpo d'armata inglese del generale Freyberg dopo esservi stato autorizzato da Mussolini.   
"Catturato" (!?) quindi dagli inglesi, Messe volò poi  in Inghilterra non solo a ricevere tanti smisurati ossequi dagli inglesi, ma ricevette da Mussolini anche la promozione a Maresciallo d'Italia. Poi - caduto Mussolini, nel novembre del 1943 Messe rientra in Italia e si unisce al Re e a Badoglio; riceve la nomina di Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate, mantenendo questa carica fino al 1945. Andato poi in riserva a 65  anni nel 1947, lo ritroviamo nel 1953 senatore per la Democrazia Cristiana, poi deputato del PLI e del Partito Monarchico.
(Messe allora per chi parteggiava quando guidava gli uomini prima in  Russia e poi in Africa? ognuno pensi quello che vuole). 

La Grecia (poi l'Africa) fu proprio la manciata di terra e di sabbia nell'ingranaggio militare-politico tedesco, dove tutto era previsto (basterebbe leggere la lettera di Hitler del 20-Nov) tranne che Mussolini prendesse questa iniziativa della guerra parallela, per giunta sbagliata (!?), senza mezzi e organizzazione. (Trattandosi di due alleati appare quanto mai inconcepibile e stranissima questa iniziativa di Mussolini, senza informare il collega delle sue intenzioni, e soprattutto per quale motivo lo faceva. La Grecia non era nemica dell'Italia; anzi era quasi filo-fascista. E resta ancora un mistero che un pugno di uomini abbia ributtato a mare l'esercito italiano.

Le truppe scelte greche, gli Euzones, inchiodano gli italiani in una logorante guerra di posizione incrudelita dall'arrivo di un gelido inverno. Il maltempo imperversa, i piani d'attacco italiani sono stesi con faciloneria, manca l'equipaggiamento, le munizioni scarseggiano e le truppe italiane combattono con la divisa estiva, quella invernale non era prevista data la certezza "matematica" delle brevissima durata dell'offensiva (15 giorni).

La campagna in Grecia, che si dimostrò poi  catastrofica per l'Italia doveva secondo i piani (di chi?) concludersi dopo appena 15 giorni con la vittoria (puntando a un fantomatico esercito clandestino a favore (!?) dell'invasione-
Ciano credeva fermamente nel facile esito dell'operazione, condotta a suo dire con la connivenza delle massime autorità elleniche), invece fallì e causò una delle fasi più critiche per la Germania quando dovette spostare i suoi soldati su un altro fronte che veniva a trovarsi dietro quella linea che Hitler aveva in progetto di predisporre per invadere la Russia nella primavera del  '41 (che poi ritardò al 22 giugno; un ritardo che gli fu fatale)

Mussolini voleva tenere lontano i tedeschi dai Balcani, ma nelle difficoltà di questa sottovalutata "passeggiata" si trovò nella necessità di dover accettare l'aiuto di Hitler che non era disinteressato. Infatti,  Hitler non era solo infastidito e infuriato, ma era molto preoccupato perchè temeva che la sconfitta dell'Italia poteva portare la Grecia vincitrice nelle accoglienti braccia di Churchill, che non aspettava altro di avere (era una sua ossessione) una forza nei Balcani dalla sua parte per organizzare così una testa di ponte e quindi un altro fronte; sarebbe stato così  potenzialmente possibile attaccare le armate tedesche da tre lati e rinchiuderle come in una trappola nelle steppe gelate se Hitler si sarebbe spinto in Russia.
 (erano queste le  intenzioni, e questo poi accadde).

La RIEFENSTHAL, la famosa regista tedesca, riporta alcune confidenze di Hitler a quasi fine guerra "Per noi, l'entrata in guerra dell'Italia è stata una sventura, se non attaccavano la Grecia che provocò il nostro intervento di aiuti, e poi il ritardo, il conflitto sarebbe evoluto diversamente. In Russia, avremmo anticipato la morsa del gelo, conquistando Leningrado e Mosca, nè mai ci sarebbe stata alcuna Stalingrado".
In effetti se non ci fosse stato il ritardo, a Mosca (nonostante Smolenks) i tedeschi ci sarebbero arrivati; i russi avevano i mezzi ma i generali si dimostrarono impreparati e incompetenti. Solo il "generale" gelo (e utilizzando i siberiani) permise ai russi di fermare i tedeschi già quasi alle porte di Mosca.

8 dicembre - Ma non era ancora era finito l'anno, con i tedeschi infastiditi per la  situazione in Grecia, quando l'Italia subì un'altra rovinosa ritirata anche in Africa settentrionale. Il 10 cade Sidi Barrani, il 15 ripiegano su Bardia sul confine Libia Egitto, che attaccata il 1 gennaio dagli inglesi cadrà il 5, poi proseguiranno per Tobruk catturando 120.000 soldati.
 Per Hitler il problema diventava ora ancora più enorme e critico. Doveva accorrere anche in Africa prima che gli inglesi, superato Suez, dilagassero in oriente a bloccare i rifornimenti di petrolio tedeschi, e da qui con un altro successivo passo  sfondare nel Caucaso, compromettendo l'"operazione Barbarossa" che proprio il 18 di questo mese di dicembre 1940, con la "Direttiva 21" era stata, con i suoi generali più fidati, minuziosamente preparata in gran segreto per la primavera del '41. (primavera!)

Gli sviluppi saranno decisivi, e tutti gli storici affermano che l'imprevisto dirottamento di alcune armate in Grecia (con la grossa sorpresa della Serbia), e poi in Africa, fecero saltare i piani di attacco di Hitler predisposti per la Russia;  provocarono uno stallo, minarono  l'ottimismo e favorirono  un inasprimento nella lotta di tutte le altre potenze coalizzate (il tempo giocava a loro favore).
Infatti queste dopo aver visto Mussolini entrare in una serie di difficoltà, e le armate di Hitler beffate dalla guerriglia Serba, si coalizzarono tutti contro Hitler, ormai  con il suo piano strategico compromesso, pieno di falle, prima ancora di dare inizio all'invasione della Russia.

(Ma questa è una versione. Quando Hitler decise di invadere la Russia, tutti i Paesi d'Europa contro il bolscevismo, l'ebraismo e i senza Dio, parteggiarono per Hitler. Leggeremo il 30 giugno del prossimo anno, una lettera di Hitler inviata a Mussolini, dove il Fuhrer si meraviglia perfino di questo appoggio: "Finalmente hanno capito da dove viene il pericolo" 

L'anno '40 termina mentre si sta scatenando in Africa la controffensiva inglese, che costrinse gli  italiani il 31 dicembre a una rovinosa ritirata fino a Tobruk; qui senza mezzi, munizioni, rifornimenti, rimase in attesa di rinforzi, di carburante, di armi e di aerei.
Rommel quando arriverà a portar soccorso con il suo corpo di spedizione sarà impegnato in Africa per quasi otto mesi.  Poi alla fine gli inglesi con Montgomery liquidarono la questione Africa (troveremo l'azione verso la fine del prossimo anno il 7 dicembre)
Non a caso  Churchill scelse quel periodo e quella data per scatenare l'offensiva decisiva; proprio  il 7 dicembre '41 quando l'intero esercito tedesco entrò in crisi e stava subendo la sua prima disfatta alle porte di Mosca. E sempre nello stesso giorno 7 dicembre ci fu l'attacco dei Giapponesi a Pearl Harbour, disimpegnando così i Russi a est.

Churchill se aveva fatto certi conti in questi ultimi mesi del 1940, a fine '41 gli tornavano tutti. Trappola compresa. E fu lui a incitare i serbi di Belgrado a non cedere (esortava gli slavi ad "essere all'altezza di avvenimenti di portata mondiale") a sbarrare il passo alle armate di Hitler, che davanti al "No" di Belgrado era diventato furibondo, isterico, vendicativo.


La guerra era già segnata e Churchill l'aveva già vinta in questo fine 1940 predisponendo  il suo piano strategico che giorno dopo giorno -e non poteva essere diversamente-  si rivelerà vincente.

Tutti gli avvenimenti che adesso accadranno saranno solo militari, tutta la partita politica sembra che sia già stata tutta giocata con queste mosse; quelle vincenti di Churchill e quelle perdenti di Hitler.
(Con il contributo di Mussolini? Involontario lo possiamo pensare, ma anche quello volontario molti storici non l'hanno mai scartato. Anche se non è stato mai documentato).

La fine dell'anno per l'Italia non fu uno dei migliori. Le oscillazioni psicologiche nella coscienza popolare nell'arco di sei mesi furono più d'una; in alternanza pacifismo, entusiasmi, dubbi, scoramento, sdegno, vergogna. Dalla non belligeranza dei primi mesi dell'anno si era passati all'entusiasmo dell'entrata in guerra a fianco dell'alleato in giugno, credendo a una guerra facile e utile per montare sul carro del vincitore. Poi ci furono alcuni dubbi che la guerra sarebbe stata lunga (e con molti altri sacrifici) quando ci fu l'attacco alla Grecia.

Il 18 novembre, quando le cose già andavano male, la spedizione in Grecia marciava indietro verso un disastro e il momento era già cupo, Mussolini alla radio ridimensiona il contrattacco dei greci e smentisce Radio Londra che la divisione Alpina Julia era stata polverizzata, e incoraggia con una frase che resterà anacronisticamente famosa:
"C'è qualcuno fra di voi camerati, che ricorda l'inedito discorso di Eboli pronunciato nel luglio del 1935 prima della guerra etiopica? Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus.
Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia".

(Questo discorso  alla radio lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).

 Quando poi arrivò il clamoroso insuccesso (il 3 dicembre i greci sfondarono le linee italiane occupando parte dell'Albania), "le reazioni in Italia furono di stupore, disorientamento, vergogna , depressione e di sdegno e critiche assai aspre soprattutto degli alti comandi militari". (Renzo De Felice. Mussolini l'alleato, l'Italia in guerra, Einaudi, p.728)
"Non siamo stati capace di battere una piccola nazione come la Grecia" Che figura davanti all'opinione pubblica mondiale!". Questo vanno dicendosi tra di loro gli italiani, dopo un intero anno di sacrifici, convinti che questi servissero veramente allo scopo.

Questo momento di peggior depressione e di maggiori critiche verso il regime ce lo conferma indirettamente il tono allarmato dei carabinieri in un "promemoria per il Duce" relativo proprio al mese di dicembre.
"Lo stato d'animo di tutte le categorie sociali è sostanzialmente disorientato e assai depresso. Il fenomeno che appare degno di seria considerazione, è senza dubbio causato anche dal malessere economico divenuto sensibile, ma trae la sua prima origine dalla profonda vivissima amarezza per i nostri insuccessi, che, mentre favoriscono severi commenti ed aspre critiche, hanno determinato ed accentuato uno stato di perplessità e di preoccupazione. Prevale nelle varie province l'opinione che le attuali sfortunate vicende siano dovute alla impreparazione del paese alla guerra ed a errori di carattere militare e politico, ai quali molti invocano di mettere riparo con urgenti e radicali provvedimenti. (...) E' poi da porsi in risalto che l'orizzonti di speranze per una rapida soluzione della lotta si è tra le masse molto offuscato, tal che molti, constatando che le nostre forze armate, per difetto di messi, sono costrette a cedere di fronte al nemico, si domandano con viva preoccupazione cosa possa accadere in avvenire. Ciò pone in evidenza che nel popolo va declinando la fiducia; si sente spesso ripetere che sarebbe da preferirsi un sollecito intervento dell'alleato, anche se da ciò dovesse conseguire una ulteriore scossa al nostro prestigio" (ACS, Seg, part. del Duce, Carteggio ris.(1922-1943(, b. 164, fasc.23 - Pure in: Renzo De Felice. Mussolini l'alleato, l'Italia in guerra, ed. Einaudi, p.731).

Il responsabile degli insuccessi militari fu poi subito trovato. Badoglio da una certa stampa (in testa Farinacci) fu oggetto di un fuoco di critiche, e se ne chiese l'allontanamento, le dimissioni, che amareggiato ma anche indispettito poi diede. Per la stima che godeva il maresciallo apparve al popolo come unico capo espiatorio, e dello stesso avviso erano alcuni  ambienti militari regio-badogliani (dove già si complotta- Badoglio si riavvicina al Re).
Pochissima o quasi nessuna critica verso le responsabilità degli uomini nell'ambiente politico (come ad es. Ciano - che inizia a ondeggiare). Poche critiche  forse solo perchè la stampa che avrebbe dovuto riportarle temeva qualche ritorsione dal regime. (Ricordiamo che c'erano sei mesi di carcere e 10.000 lire di multa solo per chi si azzardava a sintonizzarsi su Radio Londra; figuriamoci com'era la censura nella stampa interna! Sequestravano perfino i giornaletti di alcune parrocchie che facevano troppo inopportuno pietismo, non conformi allo "spirito di guerra" necessario agli italiani.

Una valutazione di queste critiche e di agitazione psicologica interna, viene comunque fotografata così da Alexander Kirk, che da Roma, dall'Ambasciata Usa, scrisse il 15 dicembre un rapporto a Summer Walles (e questi trasmise a Roosevelt) "Le reazioni suscitate dal fallimento in Grecia  sarebbero state tali da poter provocare un "aperta ribellione" contro il regime fascista e la sua sostituzione con una dittatura militare" (F.D. Roosevelt Library, PSF, 57, "Italy" 1941).

C'è nel panorama di questo scoramento anche una canzone degli alpini sul micidiale fronte greco, non nata a caso; anzi  i suoi versi fotografa la drammatica situazione:


"Sul ponte di Perati bandiera nera
L'è il lutto degli alpini che fan la guerra
L'è il lutto degli alpini che fan la guerra
La meglio gioventù che va sotto tera"

Soltanto l'intervento dell'alleato tedesco salverà l'Italia dall'onta di una cocente sconfitta.

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